Sono così le storie del calcio: risate e pianti, pene ed esaltazioni (Osvaldo Soriano) 2 SOMMARIO 4. Introduzione 5. Gruppo A 6. Bolivia 13. Cile 19. Ecuador 28. Messico 38. Gruppo B 39. Argentina 47. Giamaica 54. Paraguay 60. Uruguay 69. Gruppo C 70. Brasile 78. Colombia 85. Perù 93. Venezuela 99. Calendario fase eliminazione diretta 100. Albo d’oro Ci piace pensare che il Sudamerica sia ancora terra di emozioni incontaminate, passione per il calcio pura e antica. Internet ha regalato la possibilità di avvicinarci a questo calcio in un modo che fino a due decenni fa era fantascientifico. Nonostante ciò, nell’era del bombardamento mediatico con partite in tv a qualsiasi ora e passate in replica all’infinito, il Sudamerica è il vero “calcio estero”. L’Europa è casa nostra, da anni ormai anche i più giovani guardano più la Premier League che la Serie A. Così le immagini che arrivano oggi da quelle latitudini non sono altro che le foto ammirate da piccoli sul Guerin Sportivo e che ritraevano i nostri idoli del campionato inglese. Poche le possibilità di vederli in diretta sul piccolo schermo, il fascino delle coppe era probabilmente anche questo. Oggi l’esotico è soprattutto Sudamerica, continente la cui passione romanzata per il “Fútbol” è riassunta divinamente nella emozionante figura di Osvaldo Soriano. Immaginiamo la prossima edizione della Copa América piena di “goles y gambetas”; noi di Tuttocalcioestero.it, come accaduto con la guida a Brasile 2014, cerchiamo di presentare la manifestazione per nazionali più antica al mondo con la solita passione e dedizione, quello che offriamo in mancanza della perfezione. Buona Copa América a tutti. Alfonso Alfano GRUPPO A BOLIVIA – CILE – ECUADOR – MESSICO CALENDARIO (tra parentesi ora locale e italiana) 11-06 a Santiago del Cile, CILE-ECUADOR (20.30, 01.30 del 12-06) 12-06 a Viña del Mar, MESSICO-BOLIVIA (20.30, 01.30 del 13-06) 15-06 a Valparaíso, ECUADOR-BOLIVIA (16.00, 21.00) 15-06 a Santiago del Cile, CILE-MESSICO (20.30, 01.30 del 16-06) 19-06 a Rancagua, MESSICO-ECUADOR (18.00, 23.00) 19-06 a Santiago del Cile, CILE-BOLIVIA (20.30, 01.30 del 20-06) 5 BOLIVIA (di Nicholas Gineprini) 6 Copa América del 1963, l’unico successo nella storia della nazionale boliviana di calcio. Solo un anno prima che il paese precipitasse nuovamente nel caos con il colpo di stato che portò al potere il filo americano Renè Barrientos. La Bolivia nel 1952 era uscita dal sistema feudale grazie al Movimento Nazionale Rivoluzionario che destituì il governo pro-USA. Gli anni 50’ furono i migliori per il paese, nel quale furono nazionalizzate tutte le risorse del territorio, manifesto della crescita fu proprio la Copa America del 63’ con l’edificazione di stadi moderni ad altitudini vertiginose. La squadra, guidata da Danilo, riuscì ad imporsi nel match decisivo contro il Brasile con un rocambolesco 5-4 con gol all’86’ di Alocer, La Verde alzò così la coppa al cielo per la prima e unica volta nella sua storia. L’ultimo atto della favola, infatti gli Stati Uniti, vista la minaccia comunista nel periodo della guerra fredda, poco a poco sottomisero il continente sudamericano, nel 64’ toccò alla Bolivia, soppressa da una lunga ed estenuante dittatura di destra combattuta dai guerriglieri di Che Guevara. Solo nel 1982 dopo estenuanti scontri, una sorta di democrazia tornò a regnare nel paese sudamericano. Nel 1995 la Bolivia organizzò per la seconda volta nella sua storia la manifestazione continentale e come nel ’63 la finale si disputò contro il Brasile fresco campione del mondo. Questa volta però il re-match non favorì La Verde che fu travolta per 3-1 con i gol di Edmundo e Ronaldo. La Bolivia dopo l’edizione del 2011, chiusa all’ultimo posto nel girone con un pareggio alla prima giornata contro l’Argentina e due sconfitte, sembra destinata a recitare ancora una volta il ruolo di squadra materasso. La nazionale boliviana non ha ancora disputato partite quest’anno, il 2014 si è chiuso con una sola vittoria, a novembre, per 3-2 contro il Venezuela dopo una disastrosa serie di ben 15 partite senza mai vincere fra amichevoli e qualificazioni allo scorso mondiale. La Verde, guidata da Mauricio Soria è un gruppo formato prevalentemente da giocatori esperti provenienti dal campionato nazionale, con l’inserimento di qualche giovane prospetto. L’età media della squadra è di 27,5 anni, la più alta del torneo. Inserita nel gruppo A con Cile, Ecuador e Messico, nonostante l’assenza delle big, il girone da pronostico è fuori dalla portata della Bolivia, anche per un eventuale ripescaggio come migliore terza. L’allenatore debutterà sulla panchina nell’amichevole contro l’Argentina, una sola partita a disposizione per testare la propria squadra in vista del debutto nella competizione. Soria è un allenatore esperto, nel proprio palmares può vantare cinque campionati boliviani alla guida del Wistermann e del Real Potosi. 8 ANALISI TECNICO-TATTICA La Bolivia è solita giocare un calcio attento, basato prettamente sul contropiede. Un 4-4-2 abbastanza elementare, anche se, con l’ingresso di Soria alla guida tecnica della nazionale, nulla è così scontato come sembra. La coppia di centrali difensivi sarà composta dall’esperto Hurtado e Zenteno, entrambi non eccessivamente alti, per questo la squadra boliviana può essere vulnerabile sui calci piazzati e sui cross. I terzini Raldes e Morales, avranno il compito di fermare le incursioni dei difensori sulla fascia, limitandosi a un compito prettamente difensivo. La linea di centrocampo sarà guidata Alejandro Mèlan, regista con una discreta tecnica che avrà il compito di allargare il gioco sulle fasce e servire il movimento in profondità degli attaccanti. Gli esterni, Lizio e Smedbreg, non essendo dotati di grandi abilità al tiro o nelle percussioni centrali, cercheranno di prendere il fondo al fine di piazzare cross per Marcelo Martins, colosso alto 1.87 potrebbe essere l’uomo decisivo di questa Bolivia per scardinare le difese avversarie assieme Ricardo Pedriel, altro attaccante di peso che milita fra i turchi del Mersin. 9 LA STELLA L’uomo fondamentale per la Bolivia sarà Marcelo Martins, attaccante ventisettenne da 12 gol in nazionale in 45 partite disputate. Ha un ottimo bagaglio di esperienza internazionale, formatosi calcisticamente nel Cruzeiro, ha giocato in Europa nello Shakhtar, nel Werder Brema e nel Wigan Athletic, senza mai affermarsi ad alti livelli. Nell’ultima sessione di calcio mercato è stato acquistato dai cinesi del Changchun Yatay per i quali ha già segnato 4 gol in dieci partite. Non è un attaccante estremamente prolifico, la sua stazza fisica però gli permetterà di attrarre su di sé le maglie della difesa avversaria per creare spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e della seconda punta. La sua abilità nel tener palla sarà anche molto importante per permettere alla squadra di alzare il proprio baricentro e ripartire poi veloce in contropiede. LA SORPRESA Fra i convocati di Mauricio Sora è stato inserito a sorpresa il giovane Gamarra Ruiz, classe 1997, leader del centrocampo nella primavera del Milan allenata da Brocchi. Scoperto nel Brescia, 10 inizia a giocare con la casacca rossonera nei Giovanissimi Nazionali. Dotato di un ottima tecnica di base e di una grandissima intelligenza tattica, in prospettiva può diventare un ottimo regista, la sua duttilità lo ha portato anche a esprimersi a buoni livelli nel ruolo di difensore centrale. Quest’anno ha collezionato 21 presenze in nel campionato Primavera, senza però mai esordire in prima squadra, inoltre non ha mai militato nell’U20 boliviana. Potrebbe essere proprio il giovane talento la mossa sorprendente di Mauricio Soria per dare vitalità e intraprendenza al centrocampo. PROSPETTIVE Per la Bolivia raggiungere i quarti di finale sarebbe già un traguardo considerevole, è quasi impossibile immaginarsi La Verde fra le prime due del girone. Molto più plausibile un ripescaggio come migliore terza; l’avversario più accreditato per conquistare i tre punti della speranza sarà il Messico, ampiamente rimaneggiato per questa competizione. 11 I CONVOCATI Pos. Giocatore P Romel Quinonez P Hugo Suarez P Jose Penarrieta D Miguel Hurtado D Marvin Bejarano D Leonel Morales D Edemir Rodriguez D Ronald Eguino D Edward Zenteno D Cristian Coimbra D Ronald Raldes C Danny Bejarano C Walter Veizaga C Damir Miranda C Sebastiàn Gamarra C Pablo Escobar C Martin Smedbreg C Alejandro Cumachero C Alcides Pena A Damian Lizo A Jhasmani Campos A Marcelo Moreno A Ricardo Pedriel A Juan Carlos Arce Data Nascita 25 giugno 1992 7 febbraio 1982 18 novembre 1988 4 luglio 1985 6 marzo 1988 9 febbraio 1988 21 ottobre 1984 20 febbraio 1988 5 dicembre 1984 31 dicembre 1988 20 aprile 1981 3 gennaio 1994 24 luglio 1988 6 ottobre 1985 15 gennaio 1997 23 febbraio 1979 10 maggio 1984 22 aprile 1991 14 gennaio 1989 30 giugno 1989 10 maggio 1988 18 giugno 1987 19 gennaio 1987 10 aprile 1985 12 Squadra Bolivar Blooming Petrolero Blooming Oriente Petrolero Blooming Bolivar Bolivar Wistermann Blooming Petrolero Oriente Petrolero The Strongest Bolivar Milan The Strongest Goteborg The Strongest Oriente Petrolero O’Higgins Bolivar Changchun Yatai Mersin Bolivar CILE (di Nicola Chessa) Sono passati ben novantanove anni dalla partita d’esordio della Copa América disputatasi il 2 luglio 1916 all’Estadio Gimnasia y Esgrima di Buenos Aires. Le due nazionali che si affrontavano erano l’Uruguay e il Cile che in quell’occasione perse ben quattro a zero sotto i colpi di Gradìn e Piendibene, colui che viene ricordato come il giocatore più corretto della storia del calcio tanto da non esultare ai gol per non dar fastidio agli avversari. La storia della Roja in questa competizione va da lì in poi sempre crescendo fino a farla diventare una delle squadre più ostiche e temibili ma mai sino ad arrivare ai livelli di Uruguay, Argentina e Brasile. I risultati parlano chiaro: quattro secondi posti, nel 1955, nel 1956, nel 1979 e nel 1987 con quest’ultima che rimane a oggi la sconfitta più dolorosa di tutte, con il Cile che crolla al 56′ contro l’Uruguay per un gol di Bengoechea dopo una papera clamorosa di Rojas. Quest’anno la Selección cilena potrà contare in suo favore il fattore casalingo col pubblico che in queste occasioni sa essere molto caldo. Santiago aspetta con trepidazione la partita inaugurale contro l’Ecuador in programma il 12 giugno. Le altre squadre del girone sono Messico e Bolivia. 14 ANALISI TECNICO-TATTICA Non ci sono sorprese tra i convocati di Jorge Sampaoli ma semmai dei graditi ritorni. Parliamo dei due centrocampisti della Fiorentina David Pizarro e Matias Fernandez, con quest’ultimo che esattamente un anno fa saltò la rassegna mondiale in terra carioca per problemi al ginocchio al quale preferì sottoporsi a un intervento chirurgico in modo da arrivare al massimo per la Coppa America in casa. Il tecnico argentino, ormai entrato nei cuori dei tifosi cileni, dovrà sciogliere qualche dubbio sulla formazione da far scendere in campo e il modulo da schierare. Nelle amichevoli di marzo la Selección ha variato molte volte il suo assetto in campo ma sicuramente si ritornerà al solito 3-4-2-1 con Bravo in porta, in difesa Medel assieme a Albornoz e Jara. A centrocampo sorgono i dubbi maggiori. Mentre sulle fasce hanno il posto assicurato Isla e Mena, vi è molta bagarre a centrocampo con Mati Fernandez e Aranguiz favorito come duo di centrocampo. Dietro l’unica punta, che sarà sicuramente Edu Vargas, spuntano i due pezzi da novanta Sanchez e Vidal, anche se non è escluso un abbassamento di quest’ultimo sulla linea dei centrocampisti. In panchina scalpitano per un posto i sempreverdi Beausejour e Valdivia, oltre agli “italiani” 15 Carmona, Pizarro e Pinilla, con quest’ultimo rimasto fermo a quella traversa contro il Brasile nei minuti finali dei supplementari di uno storico match degli scorsi Mondiali. LA STELLA La stella rimane sempre lui, Alexis Sanchez. Stagione fantastica la sua con l’Arsenal di Arséne Wenger. El Niño Maravilla quest’anno si è migliorato raggiungendo quota venticinque gol stagionali. Un bottino da urlo coronato con la vittoria della Fa Cup proprio pochi giorni fa ai danni dell’Aston Villa. Un paese intero si affida a lui. Come Neymar in Brasile è l’uomo che può regalare un sogno e portare la Roja nella storia regalandole la prima Copa America. 16 LA SORPRESA Tenete d’occhio questo nome, Angelo Henriquez. Classe 1994, ruolo attaccante, di proprietà del Manchester Unted. I Red Devils in questi anni lo hanno girato in prestito prima al Wigan, poi al Saragozza e infine alla Dinamo Zagabria ed è proprio in terra croata che si è guadagnato le attenzioni di Sampaoli. Con la maglia della Dinamo quest’anno ha siglato trenta reti, che fanno di lui il cannoniere più prolifico fra i ventitré convocati. PROSPETTIVE Inevitabile dire che da questo Cile ci si aspetti il massimo. Il pubblico di casa vorrebbe vederlo trionfare ma la Roja avrà di fronte avversari più blasonati come Brasile e Argentina che vengono dati come sempre come favoriti. Il gap che però li divideva da queste due nazionali è oramai diminuito ed è arrivato il momento di dimostrare al mondo il proprio valore. 17 I CONVOCATI Pos. P P P D Giocatore Claudio Bravo Paulo Garcés Johnny Herrera Eugenio Mena Data Nascita 13 aprile 1983 2 agosto 1984 9 maggio 1981 18 luglio 1988 D Miiko Albornoz 30 novembre 1990 D D D D C C C C C C C Mauricio Isla José Rojas Gary Medel Gonzalo Jara David Pizarro Carlos Carmona Arturo Vidal Jorge Valdivia Matías Fernández Jean Beausejour Felipe Gutiérrez 12 giugno 1988 3 giugno 1983 3 agosto 1987 29 agosto 1985 11 settembre 1979 21 febbraio 1987 22 maggio 1987 19 ottobre 1983 19 maggio 1986 3 giugno 1984 8 ottobre 1990 C Charles Aránguiz 17 aprile 1989 C A A A A Marcelo Díaz Alexis Sánchez Mauricio Pinilla Eduardo Vargas Edson Puch 30 dicembre 1986 19 dicembre 1988 4 febbraio 1984 20 novembre 1988 9 aprile 1986 A Ángelo Henríquez 13 aprile 1994 18 Squadra Barcellona (Spagna) Colo Colo Universidad de Chile Cruzeiro (Brasile) Hannover (Germania) Juventus (Italia) Universidad de Chile Inter (Italia) Mainz (Germania) Fiorentina (Italia) Atalanta (Italia) Juventus (Italia) Palmeiras (Brasile) Fiorentina (Italia) Colo Colo Twente (Olanda) Internacional (Brasile) Amburgo (Germania) Arsenal (Inghilterra) Atalanta (Italia) Napoli (Italia) Huracán (Argentina) Dinamo Zagabria (Croazia) ECUADOR (del Renzaccio) 19 Quindici partite disputate, quattro miseri punti accumulati e cinque eliminazioni consecutive al primo turno. Questo il magro bottino con cui l’Ecuador si appresta ad affrontare per la venticinquesima volta la Copa America, manifestazione poco foriera di soddisfazioni per la Tri, che non ha superato lo scoglio del primo turno per ben ventidue volte. Un’habitué, verrebbe da dire, dell’eliminazione precoce, una nazionale diventata nota, calcisticamente parlando, solo negli ultimi quindici anni, ovvero dopo aver centrato, nel 2002, la prima storica qualificazione alla fase finale di un Mondiale di calcio. Stupisce, quindi, che nel momento di maggior splendore a livello internazionale, l’Ecuador abbia collezionato figure barbine in territorio continentale, capace di regalare gioie solo nelle due edizioni disputate fra le mura amiche (’59,’93), concluse con un onorevole quarto posto, miglior piazzamento di sempre. La rappresentazione massima del calcio ecuadoregno, ben superiore a quella mostrata durante Germania ’06 (storica qualificazione agli ottavi di finale, dove perse onorevolmente contro lo squadrone inglese di Sven Goran Eriksson), andò in scena nel 1997, nella famosa Copa America dell’altura, fattore che aiutò – oltre che i padroni di casa boliviani (sorprendentemente secondi) – la squadra all’epoca allenata da Maturana, considerato tutt’oggi 20 un guru nella piccola nazione sudamericana. Vinto il girone davanti ai mostri sacri argentini, la Tri, che impressionò per il gioco esibito, non oltrepassò i quarti di finale dopo aver perso ai calci di rigore contro il Mexico, affrontato per la prima volta coi favori del pronostico. E come a chiudere un cerchio magico con quell’indimenticabile 1997, l’Ecuador – in questa edizione – affronterà la Bolivia (allora padrona di casa), il Cile (organizzatore dell’evento quest’anno) e proprio quel Mexico che interruppe il sogno della Tri diciotto anni fa. 21 ANALISI TECNICO-TATTICA Dopo l’ottimo lavoro di Rueda, che ha proseguito la tradizione favorevole dei tecnici colombiani sulla panchina della Tri, iniziata con Maturana e proseguita con Gomez (Giappone & Corea 2002) e Suarez (Germania 2006), la federazione ecuadoregna si è affidata al boliviano Quinteros, capace in patria di fare incetta di trofei con l’Emelec. Una scelta giunta un po’ a sorpresa dopo l’interregno di Vizuete, che non s’era fatto disprezzare nelle quattro partite alla guida della selezione del suo paese e attualmente sulla panchina del sorprendente Mushuc Runa nella Serie A ecuadoregna. Ma tant’è. I dissapori fra la Federazione e lo stesso Vizuete hanno portato al divorzio. E così si è giunti a Quinteros, che, a differenza del predecessore, pare intenzionato a proseguire sul solco tracciato dai predecessori colombiani, che negli scorsi anni innestarono il DNA del 4-4-2 nelle vene del calcio ecuadoregno. In porta pochi dubbi: sarà ancora Dominguez ad indossare i guantoni da titolare. Una novità, e qualche dubbio, per quanto riguarda la linea a quattro difensiva: a destra, salvo improbabili stravolgimenti, giocherà Paredes, esterno destro del Watford, reduce da dodici mesi assai positivi fra Mondiale e promozione in Premier League – da protagonista – con gli Hornets; a sinistra il ballottaggio fra gli esperti Ayovi (monumento della Tri e capitano 22 in pectore) e Bagüí dovrebbe essere vinto dal primo, mentre in mezzo, a causa dell’addio – dopo tredici anni di onorata militanza – di Guagua, Quinteros deve sciogliere ancora le riserve su chi sarà – fra l’esperto Achilier (favorito anche per essere stato alle dipendenze del tecnico boliviano all’Emelec) e il più verde Mina – il compagno di reparto dell’inamovibile Erazo. A centrocampo peserà, e non poco, l’assenza a destra di Antonio Valencia, il calciatore ecuadoregno di maggior spessore internazionale, in grado di dare una preziosissima mano sia in fase offensiva che difensiva, quest’ultima migliorata ulteriormente nell’ultimo anno grazie alla sapiente guida tattica di Louis Van Gaal. Due le opzioni a disposizione di Quinteros per sostituirlo: Renato Ibarra del Vitesse, favorito, e il giovanissimo Jonathan Gonzales, anche se non sono da scartare altre soluzioni, come lo spostamento di fascia di Montero o Fidel Martinez, giocatori in ballottaggio fra loro – col primo nettamente favorito – per la corsia di sinistra. In mezzo al campo, invece, pochi dubbi: la coppia centrale sarà costituita dai piedi buoni di Noboa e dalla grinta di Lastra, vera e propria novità della Tri targata Quinteros. In attacco, complice il discusso forfait di Caicedo, spazio all’accoppiata Bolaños-Valencia: il primo, trequartista/seconda punta di grande efficacia, si sta mettendo in mostra con la maglia 23 dell’Emelec, trascinata a suon di goal (ben sei in nove partite) fino ad un inatteso quarto di finale in Copa Libertadores, mentre il secondo, reduce dalla prima stagione europea con la maglia del West Ham, potrebbe finalmente esplodere nel ruolo a lui più congeniale di prima punta. LA STELLA Assenti Antonio Valencia e Caicedo, il ruolo di stella spetta, senza alcun dubbio, a Enner Valencia. Nonostante un’annata in chiaroscuro al West Ham, complice anche un Allardyce che non ha saputo esaltarne appieno le caratteristiche, l’ex attaccante del Pachuca torna a vestire la maglia della Tri, con la quale difficilmente fallisce. E gli undici gol realizzati (tre al Mondiale brasiliano) in appena diciannove incontri, ne sono la più fulgida testimonianza. L’assenza di Felipe Caicedo, oltretutto, potrebbe addirittura agevolarlo nonostante lo renda orfano delle preziose sponde dell’attaccante dell’Espanyol: giocare prima punta, avvalendosi della preziosa collaborazione di Bolaños, dovrebbe renderlo ulteriormente letale in fase realizzativa. Oltre all’aspetto 24 squisitamente tattico, Valencia sarà mosso da grande spirito di rivalsa e vorrà mostrare al mondo intero che vale i quindici milioni spesi lo scorso anno dagli Hammers, pronti (forse) a cederlo alla Sampdoria in cambio di Obiang. LA SORPRESA Difficile definirlo potenziale sorpresa, visto lo straordinario rendimento offerto in Libertadores, ma Miller Bolaños può rappresentare davvero la chiave di volta della Tri. Calciatore in grado di fare la seconda punta o il trequartista con un’efficacia sotto porta da puntero, Bolaños, a venticinque anni suonati, è chiamato alla definitiva consacrazione in una manifestazione di grande respiro internazionale, straordinaria vetrina per poter sbarcare nel calcio europeo, dove diversi club lo stanno seguendo da tempo. I dubbi, vista la pessima esperienza nella MLS con i Chivas, restano e, secondo alcuni, sono anche di natura psicologica. In Cile, sotto la sapiente guida di chi, all’Emelec, l’ha reso grande, ha un’enorme chance per smentire gli scettici. Ora o mai più: ultima chiamata per il ragazzo di Duran. 25 PROSPETTIVE Nonostante le pesanti assenze di Felipe Caicedo e Antonio Valencia, l’Ecuador ha tutte le carte in regola per centrare la qualificazione ai quarti di finale. Inserito nel gruppo A con Cile, Mexico e Bolivia, la Tri potrebbe sfruttare il tono dimesso con cui i messicani affronteranno la manifestazione, imbottiti di seconde linee in vista della partecipazione – nel mese di luglio – alla Gold Cup, e centrare un secondo posto a cui la Bolivia, in tutta franchezza, pare non poter ambire. Il sorteggio, al di là dello scontro diretto contro i padroni di casa (gara inaugurale della Copa America 2015), ha arriso agli uomini di Quinteros, che possono spezzare l’incantesimo e, diciotto anni dopo, strappare il pass per i quarti di finale. Ma attenzione al Messico, già capace, in passato, di far piangere l’Ecuador contro i favori del pronostico: sarà così anche stavolta. 26 I CONVOCATI Pos. P P P D D D D D D D D C C C C Giocatore Esteban Dreer Alexander Domínguez Daniel Librado Azcona Juan Carlos Paredes Fricson Erazo Gabriel Achilier John Narváez Oscar Bagüí Walter Ayoví Mario Pineda Arturo Mina Cristhian Noboa Renato Ibarra Pedro Quiñónez Osvaldo Lastra Data Nascita 11 novembre 1981 5 giugno 1987 18 gennaio 1984 8 luglio 1987 5 maggio 1988 24 marzo 1985 12 giugno 1991 10 dicembre 1982 11 agosto 1979 6 luglio 1992 8 ottobre 1990 9 aprile 1985 20 gennaio 1991 4 marzo 1986 12 giugno 1985 C Fidel Martínez 15 febbraio 1990 C Jonathan Gonzáles 3 luglio 1995 C C A A A A Pedro Larrea Juan Cazares Jefferson Montero Jaime Ayoví Miller Bolaños Enner Valencia 21 maggio 1986 3 aprile 1992 1 settembre 1989 21 febbraio 1989 1 giugno 1990 4 novembre 1989 27 Squadra Emelec (Ecuador) LDU Quito (Ecuador) Ind. del Valle (Ecuador) Watford (Inghilterra) Gremio (Brasile) Emelec (Ecuador) Emelec (Ecuador) Emelec (Ecuador) Pachuca (Messico) Ind. del Valle (Ecuador) Ind. del Valle (Ecuador) Paok Salonicco (Grecia) Vitesse (Olanda) Emelec (Ecuador) Emelec (Ecuador) U.Guadalajara (Messico) U.Guadalajara (Messico) LDU Loja (Ecuador) Banfield (Argentina) Swansea (Inghilterra) Godoy Cruz (Argentina) Emelec (Ecuador) West Ham (Inghilterra) MESSICO (di Mihai Vidroiu) 28 Il Messico prende parte ininterrottamente alla Copa América dal ’93 ma, come in molti sanno, è la Copa de Oro, meglio conosciuta in Europa come Gold Cup, la competizione su cui il Messico punterà forte. Il torneo della Concacaf inizierà proprio al termine della Copa América, si tratta del trofeo principe delle nazionali centro-nordamericane e regala anch’esso un posto per la prossima Confederations Cup in Russia, ma con un livello di competitività ben minore della gemella sudamericana. Inoltre bisogna rimarcare come spesso la Confederazione centroamericana faccia pressioni sul Messico (e su eventuali nazionali affiliate invitate alla Copa América) affinché si prediliga il torneo locale, relegando al Sudamerica le seconde linee. Il Tri risparmierà dunque molti dei suoi migliori giocatori per la Gold Cup, ma a differenza di quanto accaduto nel 2011 non rinuncerà a priori al torneo sudamericano. Spiccano molte assenze di lusso come Javier “Chicharito” Hernández, Carlos Vela o i fratelli Jonathan e Giovani dos Santos, ma negli ultimi vent’anni sono state molte le volte in cui si dava il Messico per morto, e alla fine lo si è visto macinare gioco e risultati fino agli atti conclusivi della rassegna. Quel che veramente spaventa il popolo azteca non sono le figuracce, ma la concretezza nelle “partite che contano”, le numerose semifinali 29 e finali perse per il rotto della cuffia, che hanno alimentato la leggenda della desepción mexicana, la delusione messicana. Ma el Piojo Herrera non ha usato mezzi termini: per lui l’obiettivo è alzare il trofeo. ANALISI TECNICO-TATTICA Miguel Herrera, lo stesso tecnico che ha condotto il Messico ai Mondiali 2014 eliminando la Croazia e sfiorando il colpaccio agli ottavi contro i Paesi Bassi, domati ma non sconfitti, continuerà con il progetto tattico che ha sempre avuto in testa. È un suddito della corrente tattico-culturale della “Escuela lavolpista”, messa in moto dal tecnico argentino Ricardo La Volpe sulle ceneri del Menottismo di fine anni ’70, consistente perlopiù nella ricerca di un calcio offensivo basato sul 3-5-2, o 5-3-2 in fase difensiva che dir si voglia. Lo stesso modulo con cui el Piojo Herrera ha ottenuto gli ottimi successi agli scorsi campionati mondiali, caratterizzato da grande solidità e ricerca del possesso grazie a una retroguardia che trascorre più tempo a impostare che a serrare le fila. Uno stile di gioco chiaro e facilmente identificabile che, soprattutto, ha reso molto contro squadre di caratura internazionale come appunto la nazionale oranje di van Gaal. 30 Tra i pali dovrebbe esserci Jesús Corona, noto in patria per il suo carattere vulcanico (che, tra l’altro, lo escluse dai Mondiali di Sudafrica nel 2010, ma comunque nel suo curriculum vitae compaiono aggressioni di vario genere, tra cui la testata al preparatore fisico del Monarcas Morelia nel maggio 2011), ritornato titolare in un’amichevole a marzo da cui ne è uscito con la palma di migliore in campo e un rigore parato. Qualcuno potrebbe ricordarlo come capitano della selezione messicana che si aggiudicò i giochi olimpici di Londra 2012, battendo in finale un certo Brasile che schierava i vari Neymar, Oscar e Hulk. Escluso dalla lista il titolare dei Mondiali in Brasile, Guillermo Ochoa. Anche nel resto del reparto difensivo molti punti fermi della Tri sono stati risparmiati per la Copa de Oro, Héctor Moreno su tutti, centrale dell’Espanyol. Chi invece non manca mai è Rafa Márquez, veterano di quattro campionati mondiali e di altre quattro Copa América, che alla veneranda età di 36 anni è ancora in pista a ballare. Il difensore dell’Hellas Verona sarà il pilastro della selezione azteca, grazie alla sua esperienza internazionale e alle sue doti tecniche dirigerà la retroguardia e sarà il punto zero di ogni azione della squadra. Al suo fianco l’unico certo del posto dovrebbe essere Hugo Ayala del Tigres. 31 Il centrocampo sarà il cuore nevralgico del gioco messicano. In particolar modo le due mezzali, vero cuore pulsante del piano strategico preparato dal Piojo Herrera. Nella sua concezione di calcio gli interni di centrocampo giocano un ruolo fondamentale: il loro movimento a scappare crea spazi e linee di passaggio in fase di costruzione, diventano il punto di raccordo tra gli instancabili terzini e le due punte e con gli inserimenti in profondità sono la vera arma nascosta (ma neanche troppo) di questa squadra. Ma non ci saranno né Héctor Herrera, né Andrés Guardado, né Jonathan dos Santos, né tanto meno el Gallito Vázquez, probabilmente queste due pedine delicate verranno ricoperte da Javier Güemez e el Negrito Medina, due volantes che nel campionato messicano sono alfieri di indubbio valore. Discorso molto simile per i carrileros, i terzini fluidificanti si cui si regge la funzionalità di tutto l’impianto: fuori dalle convocazioni Aguilar e Layún, dovremmo vedere in campo Adrián Aldrete, uno dei terribili ragazzini che nel 2005 fu etichettato nella “generazione dorata” messicana dopo la vittoria della Coppa del Mondo under-17, ma che può essere meglio inquadrato come il terzino che ha annullato Robben in quell’ottavo di finale in Brasile. Sull’altra fascia più probabilmente ci sarà un esterno 32 più offensivo come Javier Aquino, ala dinamica del Villarreal che quest’anno ha giocato in prestito al Rayo Vallecano. Anche in attacco le assenze spiccano, mancano all’appello Javier “Chicharito” Hernández, Giovani dos Santos, Carlos Vela e Oribe Peralta. A contendersi i due posti ci saranno tre giocatori: Raúl Jiménez, il bomber acquistato la scorsa estate dall’Atlético Madrid, Jesús Manuel Corona, ala ficcante del Twente, e Edoardo Herrera, attaccante del Pumas e probabilmente il meno conosciuto al di qua dell’Atlantico, ma non per questo meno considerato dal ct. “Lalo” Herrera ha debuttato in nazionale solo lo scorso 28 marzo, giocando gli ultimi due secondi nell’amichevole contro l’Ecuador. Ma due giorni dopo Miguel Herrera lo manda in campo da titolare contro il Paraguay. Risultato: dopo due minuti e undici secondi la sua zampata graffiante trasforma un traversone nel gol-partita. Di fatto gli sono bastati 133 secondi per buttarla in rete e regalare con quel gol una vittoria di prestigio al Tri. In realtà dopo altri due minuti Lalo avrebbe segnato anche un’altra rete non convalidata. A oggi queste due gare restano le sue uniche presenze in maglia verde. 33 LA STELLA Con le molte assenze di lusso è sicuramente Rafa Márquez il punto di riferimento di questa nazionale. Uno dei giocatori più forti e vincenti della storia messicana – spiccano un campionato francese col Monaco, quattro campionati spagnoli e due Champions League col Barcellona, una Confederations Cup e due Gold Cup col Messico – che si è contraddistinto nell’arco della sua longeva carriera per la sua duttilità tattica. Non solo un roccioso centrale di difesa, i suoi anni migliori li ha forse vissuti da volante davanti alla retroguardia, ruolo che ha interpretato magistralmente grazie alla sua intelligenza sopra la media e ai suoi piedi morbidi, a cui ha saputo integrare un eccelso gioco aereo. Non a caso ha guidato il Tri da capitano in quattro Coppe del Mondo, in cui è stato in grado di segnare in ben tre edizioni, unico difensore a riuscirci. E non è l’unico record ad aver infranto, uno a cui sono particolarmente legati i suoi compatrioti è quello che lo ha visto alzare la Champions League, primo messicano nella storia a farlo. Oggi, a 36 anni, la sua esperienza messa a disposizione del gruppo è un valore aggiunto inequivocabile, in fase difensiva e in fase costruttiva, oltre che sulle palle inattive. Un leader che ha saputo imporsi 34 dappertutto, che si è confrontato con i più grandi e che, sul cammino dei quaranta, ha ancora la voglia di mettersi in gioco tanto a Verona quanto con la sua nazionale. LA SORPRESA Raúl Jiménez è sbarcato nel calcio europeo un anno fa quando l’Atlético Madrid ha sborsato dieci milioni e mezzo per averlo: non era mai accaduto prima che un club messicano vendesse un calciatore messicano all’estero a una cifra così alta. Dieci mesi più tardi il suo approdo sulle penisola iberica sembra un fallimento, una desepción mexicana in piena regola, ma in nazionale si è tolto qualche piccola soddisfazione. Nel 2012 ha trionfato al Torneo di Tolone e alle Olimpiadi di Londra, mica male se ti chiami Messico, e nelle qualificazione a Brasile 2014 c’è soprattutto il suo zampino. L’11 ottobre 2013, nella sfida decisiva contro il Panama, penultima giornata del girone di qualificazione, il Messico è costretto a vincere: senza i tre punti rimarrebbe a braccetto con i canaleros ma in svantaggio negli scontri diretti e nell’ultima giornata il Panama deve affrontare gli Stati Uniti, già aritmeticamente primi. All’81’ Luis Tejada regala l’1-1 che rimette in carreggiata i panamensi, così sale in cattedra Raúl Jiménez. A cinque dal termine trasforma un assist di Arce in un 35 gol di rovesciata: è il 2-1 perentorio che permette al Messico di mettere la freccia e, novanta minuti più tardi, di staccare l’ultimo biglietto valido per Brasile 2014. Se è l’uomo della provvidenza è arrivato il momento di dimostrarlo. PROSPETTIVE Pur avendo risparmiato i giocatori migliori per l’ambita Gold Cup, nella quale la rivalità con gli Stati Uniti è accesissima visto che il Tri ha sei trofei contro i cinque dei gringos, da quando la nazionale messicana è ospite fissa alla Copa América, ovvero ininterrottamente dal ’93, ha centrato ben due medaglie d’argento e tre medaglie di bronzo in otto partecipazioni. Per cui non ci sarà da meravigliarsi se la nazionale messicana darà del filo da torcere a chiunque. Il c.t. Miguel Herrera ha esplicitamente ribadito di non voler ripetere l’errore commesso dai suoi colleghi quattro anni fa, quando il Messico dovette presentarsi con un gruppo under-23 e fu eliminato al primo turno con un desolante bottino di tre sconfitte. Anzi, ha fatto sapere che il suo obiettivo è quello di puntare proprio alla vittoria finale. Di certo ha tutte le carte in regola per superare la prima fase in un girone più che abbordabile in cui il Cile sarà il grande favorito, l’Ecuador il principale rivale e la Bolivia la squadra meno quotata. 36 I CONVOCATI Pos. P P P D D Giocatore Jesús Corona Alfredo Talavera Melitón Hernández Rafael Márquez Juan Carlos Valenzuela Data Nascita 26 gennaio 1981 18 settembre 1982 15 ottobre 1982 13 febbreaio 1979 15 marzo 1984 D Adrián Aldrete 14 giugno 1988 D D D D D D Hugo Ayala Julio Domínguez Gerardo Flores Efraín Velarde George Corral Carlos Salcedo 31 marzo 1987 8 novembre 1987 5 febbraio 1986 15 aprile 1986 18 luglio 1990 29 settembre 1993 C Javier Aquino 11 febbraio 1990 C C C C C C Marco Fabián Luis Montes Juan Carlos Medina Javier Güemez Jesús Manuel Corona Mario Osuna 21 luglio 1989 15 maggio 1986 22 agosto 1983 17 ottobre 1991 6 gennaio 1993 20 agosto 1988 A Raúl Jiménez 5 maggio 1991 A A A Vicente Matías Vuoso Enrique Esqueda Eduardo Herrera 3 novembre 1981 19 aprile 1988 25 luglio 1988 37 Squadra Cruz Azul (Messico) Toluca (Messico) Veracruz (Messico) Hellas Verona (Italia) Atlas (Messico) Santos Laguna (Messico) UANL (Messico) Cruz Azul (Messico) Cruz Azul (Messico) Monterrey (Messico) Querétaro (Messico) Guadalajara (Messico) Rayo Vallecano (Spagna) Guadalajara (Messico) León (Messico) Atlas (Messico) Tijuana (Messico) Twente (Olanda) Querétaro (Messico) Atletico Madrid (Spagna) Chiapas (Messico) UANL (Messico) UNAM (Messico) GRUPPO B ARGENTINA – GIAMAICA – PARAGUAY – URUGUAY CALENDARIO (tra parentesi ora locale e italiana) 13-06 a Antofagasta, URUGUAY-GIAMAICA (16.00, 21.00) 13-06 a La Serena, ARGENTINA-PARAGUAY (18.30, 23.30) 16-06 a Antofagasta, PARAGUAY-GIAMAICA (18.00, 23.00) 16-06 a La Serena, ARGENTINA-URUGUAY (20.30, 01.30 del 17-06) 20-06 a La Serena, URUGUAY-PARAGUAY (16.00, 21.00) 20-06 a Viña del Mar, ARGENTINA-GIAMAICA (18.30, 23.30) 38 ARGENTINA (di Lorenzo Guarnieri) 39 22 anni senza vittorie. Veramente troppi, specie se si parla di una nazionale che ha avuto nel suo seno alcuni tra gli interpreti più grandi di questo sport dell’ultimo quarto di secolo, con Lionel Messi assolutamente prepotente nell’ergersi non solo a simbolo del calcio del suo paese, ma a vero e proprio emblema di questo stesso sport in prospettiva storica e planetaria. L’Argentina non può fallire. Vicecampione del mondo un anno fa in Brasile, su un palcoscenico obiettivamente di gerarchia e livello minore qual è la Copa América non c’è assolutamente nessun tipo di alternativa: deve vincere per la 15a volta il torneo sudamericano e uguagliare il numero di trionfi dell’Uruguay. Il torneo continentale manca dalla sua bacheca dall’ormai lontano 1993 e il cammino verso il trionfo sembra che comincerà nella probabile semifinale contro il Brasile o la Colombia a Concepción il 30 giugno: testa di serie di un gruppo B che comprende Paraguay, Uruguay e l’invitata Giamaica( che gli argentini affronteranno in tale ordine), sembra infatti che al probabilissimo primo posto nel girone, farà seguito un quarto di finale contro una delle due migliori terze, che uscirà con tutta probabilità da una tra lo stesso Paraguay, l’Ecuador, il Messico (alternativo) e il Perù, nessuna delle quali può minimamente pensare di arginare la selezione di Martino. Ad ogni modo nessun’altro, neanche i padroni di casa del Cile, il 40 Brasile e la Colombia (le altre ‘favorite’) hanno a disposizione un organico così ricco in tutti i reparti. Gerardo Martino quindi affronterà il primo test prima delle qualificazioni a Russia 2018 con l’obbligo del risultato pieno. Un appuntamento che giunge nel momento più delicato del calcio argentino degli ultimi 40 anni. Dopo la morte dell’ex presidente Julio Grondona, sul calcio nazionale sembra essersi abbattuta la tempesta perfetta: la violenza ha ripreso pericolosamente fiato con il recente scandalo di Boca-River di Copa Libertadores; la disorganizzazione strutturale è drammaticamente riemersa con le morti in campo di due giocatori nelle serie inferiori; l’indebitamento atavico dei club continua a crescere con lo sfondamento del tetto dei 50 milioni di euro(un’enormità da queste parti); la corruzione è venuta allo scoperto con lo scandalo FIFA esploso a due giorni dalla rielezione di Joseph S. Blatter, che tra gli altri coinvolge uomini di Torneos y Competencias, la società che produce le trasmissioni delle partite del campionato argentino trasmesse dalla TV di stato e che avrebbe pagato mazzette a dirigenti FIFA e CONMEBOL per ottenere i diritti trasmissione della stessa Copa América fino al 2023. In questo clima di caos e disordine, in cui addirittura c’è chi sollecita il governo ad intervenire (senza considerare le 41 pesanti conseguenze), i 23 caudillos argentini sono chiamati a rinnovare i fasti di gloria di una scuola che come nessun’altra al mondo ha saputo regalare ai principali palcoscenici calcistici internazionali campioni e fuoriclasse, ma che non ha avuto poi la capacità di riunirli sotto il proprio cielo con una formula vincente. Adesso non si può più sbagliare. ANALISI TECNICO-TATTICA Manovra palla a terra e ordinata, possesso prolungato, movimenti e rotazioni costanti con la porta rivale sempre nel mirino. Queste le principali caratteristiche del gioco di Gerardo Martino, ispirato al suo maestro Marcelo Bielsa, con cui ha riportato il Newell’s al trionfo nel campionato argentino del 2013 e attraverso il quale si è guadagnato la panchina del Barcellona prima e della nazionale argentina poi. Ma proprio in Catalogna el Tata ha mostrato nuovamente un grande pragmatismo e la lontananza dall’ortodossia del bielsismo e del Tiki Taka: di fronte a rivali pericolosi in contropiede, l’allenatore rosarino non disdegna imporre variazioni di ritmo e l’abbassamento del baricentro per lasciare meno esposta la squadra alle veloci ripartenze rivali. E proprio il gioco di rimessa può trasformarsi in una risorsa a cui ricorrere in determinate circostanze. 42 Nella fase a gironi, visti gli avversari certamente non irresistibili (fatta eccezione per un Uruguay, comunque privo di Suárez e in fase di ricambio) certamente non si vedrà un’Argentina votata anima e corpo al contropiede, come quella vista al Maracanà il 13 luglio 2014 nella finale del Mondiale contro la Germania. Quando però il gioco si farà più duro e il bilanciamento di forze maggiore( come potrebbe accadere in una possibile semifinale con Brasile o Colombia e in un’eventuale finale) allora la albiceleste non sarà neanche quella creatura rabbiosa e sbilanciata vista nella platonica rivincita contro la Mannschaft a Düsseldorf del settembre 2014, dove all’esordio di Martino sconfisse 4-1 i tedeschi. Il 4-2-3-1 resta consolidato e se la difesa sarà solida come in Brasile, allora quest’Argentina è veramente completissima e con un ventaglio di soluzioni in tutti i reparti. Confermata la distribuzione dei ruoli dell’anno scorso in terra brasiliana: oltre ai 3 portieri, di nuovo 7 difensori, 8 centrocampisti e 5 attaccanti. In porta confermato Sergio Romero, con la novità Nahuel Guzmán e ancora Mariano Andújar come riserve. In difesa confermati Rojo, Otamendi, De Michelis, Garay e Zabaleta, le varianti rispetto al Mondiale sono l’inserimento a sorpresa di Milton Casco del Newell’s e l’inclusione del viola Roncaglia. Il centrocampo è il settore che 43 ha subito le maggiori trasformazioni rispetto al Mondiale brasiliano e che sembra averne decisamente guadagnato: fuori Maxi Rodríguez, Enzo Pérez, Ricky Álvarez e Augusto Fernández, dentro Roberto Pereyra, Erik Lamela, Javier Pastore ed Éver Banega. Variazioni che accrescono notevolmente la qualità a disposizione di Martino e che aggiungendosi a Mascherano, Biglia, Gago e Ángel Di María forniscono al ct argentino un impressionante ventaglio di opzioni, anche per cambiare l’assetto a partita in corso. Il dubbio è solo quello relativo alle condizioni di Biglia e Di María che arrivano un po’ acciaccati. In attacco fuori Rodrigo Palacio dentro Carlos Tévez, con una manovra offensiva che sicuramente ne guadagnerà in imprevedibilità, fantasia e potenza. Il resto è storia nota: Higuaín, Lavezzi, Agüero e quasi senza neanche bisogno di dirlo, il capitano di questa squadra, Lionel Messi, completano un attacco sontuoso, scintillante, ricco di alternative e con numerose soluzioni, ma che inevitabilmente dovrà cercare di mettere il giocatore più forte del mondo nelle condizioni di accendere il gioco con il suo genio e la sua grandezza, oltre a poter finalizzare come quasi nessun’altro riesce a fare nel mondo. 44 LA SORPRESA Snobbato da Carlos Bianchi che non lo rivolle al Boca un anno e mezzo fa, dopo la negativa esperienza al Newell’s e la mancata convocazione al Mondiale 2014, per Ever Banega arriva la grande chance di riprendersi la nazionale in una Copa América. Ma rispetto a 4 anni fa in Argentina, quest’anno è più maturo e la sua capacità di svariare nell’arco offensivo come dimostrato quest’anno nel Siviglia di Emery può rivelarsi una soluzione in più per dare ancora un tocco in più alla ricchissima imprevedibilità del gioco d’attacco de la Selección. LA STELLA ‘Le stelle sono tante, milioni di milioni’ recitava uno slogan pubblicitario, ma la sua illumina il calcio stesso. Questa volta Lionel Messi non ha alibi: dev’essere protagonista e trascinare alla vittoria i suoi compagni. PROSPETTIVE Con una fuoriserie di questo tipo non ci sono alternative: VINCERE, VINCERE, VINCERE. 45 I CONVOCATI Pos. P P P D D Giocatore Sergio Romero Mariano Andújar Nahuel Guzmán Ezequiel Garay Nicolás Otamendi Data Nascita 22 febbraio 1987 30 luglio 1983 10 febbraio 1986 10 ottobre 1986 12 febbraio 1988 D Pablo Zabaleta 16 gennaio 1985 D Facundo Roncaglia 10 febbraio 1987 D Martín Demichelis 20 dicembre 1980 D Marcos Rojo 20 marzo 1990 C Fernando Gago 10 aprile 1986 C Lucas Biglia 30 gennaio 1986 C Ángel Di María 14 febbraio 1988 C C Roberto Pereyra Javier Mascherano 7 gennaio 1991 8 giugno 1984 C Érik Lamela 4 marzo 1992 C C A C Éver Banega Javier Pastore Gonzalo Higuaín Lionel Messi 29 giugno 1988 20 giugno 1989 10 dicembre 1987 24 giugno 1987 A Sergio Agüero 2 giugno 1988 A A Ezequiel Lavezzi Carlos Tevez 3 maggio 1985 7 febbraio 1984 A Milton Casco 11 aprile 1988 46 Squadra Sampdoria (Italia) Napoli (Italia) UANL (Messico) Zenit (Russia) Valencia (Spagna) Manchester City (Inghilterra) Genoa (Italia Manchester City (Inghilterra) Manchester United (Inghilterra) Boca Juniors (Argentina) Lazio (Italia) Manchester United (Inghilterra) Juventus (Italia) Barcellona (Spagna) Tottenham (Inghilterra) Siviglia (Spagna) Psg (Francia) Napoli (Italia) Barcellona (Spagna) Manchester City (Inghilterra) Psg (Francia) Juventus (Italia) Newell’s Old Boys (Argentina) GIAMAICA (di Marco Pantaleo) 47 “Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore.. o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione.” (Bob Marley) Continua il nostro cammino di avvicinamento alla Copa América, che oggi ci porta alla scoperta della debuttante Giamaica, invitata per la prima volta nella propria storia alla grande manifestazione sudamericana. Il calcio giamaicano è emerso a cavallo tra due millenni, quando venne raggiunta una storica qualificazione ai Mondiali Francesi del 1998, dove la selezione giamaicana (soprannominata Reggae Boyz dai giornalisti) raccolse la simpatia di moltissime persone e si fece conoscere dall’intero panorama calcistico, complice anche la vittoria contro il Giappone con il punteggio di 2-1 (decisiva la doppietta di Theodore Whitmore). Nonostante ciò, la partecipazione al mondiale è rimasta l’apice della storia calcistica giamaicana, che sino ad oggi si è solo affermata tra le “mura amiche” della Copa del Caribe, dove dal 1998 in poi ha conquistato ben 5 titoli. Essendo al debutto assoluto in questa competizione, la selezione allenata dal tedesco Winfried Schafer si presenta in Cile con l’ambizione di arrivare il più lontano possibile e di affermarsi 48 finalmente oltre i confini della zona CONCACAF (ovvero quella del nord-centro america). Il gruppo, però, non sarà di grande aiuto ai Reggae Boyz, che dovranno vedersela con avversari di spessore come Argentina (finalista nell’ultimo mondiale), Uruguay (campione in carica) e Paraguay; l’appuntamento è per sabato 13 Giugno, quando i giamaicani dovranno affrontare i campioni in carica dell’Uruguay. ANALISI TECNICO-TATTICA Il commissario tecnico Winfried Schafer, vincitore della Coppa d’Africa del 2002 con il Camerun, utilizzerà probabilmente un classico 4-4-2, modulo che permette ai suoi giocatori (non brillanti dal punto di vista tecnico) di rimanere compatti e difendersi meglio. In ogni reparto possiamo trovare dei paletti, dei punti di riferimento intorno ai quali Schafer fa ruotare la sua formazione e grazie a cui ha trionfato nell’ultima Copa del Caribe, vinta ai rigori contro Trinidad & Tobago: i tre giocatori in questione sono il difensore Jermaine Taylor, il centrocampista Rodolph Austin e la giovane punta Darren Mattocks (capocannoniere con 8 reti). Dando una veloce occhiata al resto della rosa si può ben vedere che solo 3 giocatori arrivano direttamente dal campionato nazione 49 (Hughan Gray dal Waterhouse, mentre Dino Williams e Allan Ottey arrivano dal Montego Bay), gli altri invece giocano in giro per il mondo, si va dall’Inghilterra agli Usa passando per il Canada. L’età media della formazione è parecchio alta, ma Winfried Schafer ha comunque convocato alcuni giovani prospetti che in futuro avranno sicuramente un posto da titolari tra i Reggae Boyz, un esempio lampante è quello del 22enne Kemar Lawrence dei New York Red Bulls che ha già collezionato 16 presenze e 2 reti, mentre per i coetanei Michael Hector (difensore del Reading) e Allan Ottey è l’esordio assoluto. LA STELLA Più che di “stella” in questo caso è giusto parlare di totem o di punto di riferimento della selezione giamaicana, figura che si può riscontrare nella persona di Jermaine Taylor.Il 30enne difensore è il giocatore più esperto della rosa di Schafer non solo per le sue ottanta presenze all’attivo con la maglia della nazionale ma anche per i suoi traguardi raggiunti con i vari club: a far la differenza è senza dubbio la sua esperienza in terra americana con la maglia degli Houston Dynamo, squadra con la quale ha vinto per due volte la Eastern Conference e ha sfiorato la vittoria del titolo nazionale. 50 Nonostante ciò, si è fatto conoscere anche in patria, dove agli albori della sua carriera è riuscito a portare a casa un titolo nazionale e una CFU Club Championship (Champions League dei paesi dei Caraibi) con la casacca dell’Harbour View. L’esperto comandante avrà il compito di guidare l’intero reparto arretrato della selezione giamaicana, la quale avrà l’onere (o l’onore, a seconda dei punti di vista) di affrontare due dei migliori attacchi della competizione e un giocatore del calibro di Lionel Messi, con l’arduo obiettivo di resistere e non crollare. LA SORPRESA La sorpresa di questa squadra può essere il 24enne centravanti Darren Mattocks, recentemente entrato nell’orbita della nazionale (circa 3 anni) e capocannoniere con 8 reti in 24 gare disputate. Cresciuto calcisticamente negli Stati Uniti, ha cominciato a mettersi in mostra con la maglia dell’Università di Akron, dove è riuscito a mettere a segno ben 39 reti in 47 presenze totali. Cifre da capogiro che hanno indotto i dirigenti dei Vancouver Whitecaps (squadra della MLS) ha puntare tanto su di lui scegliendolo al Draft del 2012; con la maglia dei Caps, dopo aver saltato i primi due mesi per un incidente in cucina, si mette immediatamente in mostra e al 51 termine della stagione 2012 vince la Golden Boot del club con sette gol all’attivo. Finora il giovane attaccante giamaicano ha collezionato 81 presenze condite da 19 reti, a cui però vanno aggiunte le varie convocazioni in nazionale, culminate con le ottime prestazione nell’ultima copa del Caribe (vinta dalla sua nazionale).Nel corso di questa competizione Schafer affiderà a lui tutto il peso dell’attacco, infatti probabilmente si ritroverà a dover fare entrambe le fasi di gioco e ad avere poche palle gol da sfruttare, ma se si dimostrerà particolarmente lucido potrebbe davvero scrivere delle pagine importanti per il calcio giamaicano, magari solcando le orme di Theodore Whitmore… PROSPETTIVE I Reggae Boyz arrivano in Cile con l’obiettivo di dare fastidio alle big del proprio girone come Argentina ed Uruguay e magari di candidarsi come cenerentola della competizione. Sicuramente alla base di tutto ci sarà la volontà di evitare figuracce e goleada davanti a Messi & co, anche se Schafer sa bene come ribaltare i pronostici (vedi esperienza con il Camerun). Purtroppo l’unica partita “alla portata” (per così dire) è quella contro il Paraguay, ma sognare non costa nulla… 52 I CONVOCATI Pos. P P Giocatore Duwayne Kerr Dwayne Miller Data Nascita 16 febbraio 1987 14 luglio 1987 P Ryan Thompson 7 gennaio 1985 D D D D Daniel Gordon Michael Hector Wes Morgan Hughan Gray 16 gennaio 1985 19 luglio 1992 21 gennaio 1984 25 marzo 1987 D Adrian Mariappa 3 ottobre 1986 D D C C C C C C A Kemar Lawrence Jermaine Taylor Lance Laing Jobi McAnuff Je-Vaughn Watson Joel Grant Rodolph Austin Garath McCleary Deshorn Brown 17 settembre 1992 14 gennaio 1985 28 febbraio 1988 3 novembre 1981 22 ottobre 1983 26 agosto 1987 1 giugno 1985 15 maggio 1987 22 dicembre 1990 A Romeo Parkes 20 novembre 1990 A Giles Barnes 5 agosto 1988 A Darren Mattocks 2 settembre 1990 A A A Dino Williams Allan Ottey Simon Dawkins 31 marzo 1990 18 dicembre 1992 1 dicembre 1987 53 Squadra Sarpsborg 08 (Norvegia) Syrianska (Svezia) Pittsburgh Riverhounds (USA) Karlsruhe (Germania) Reading (Inghilterra) Leicester (Inghilterra) Waterhouse Crystal Palace (Inghilterra) New York Red Bulls (USA) Houston Dynamo (USA) FC Edmonton (Canada) Leyton Orient (Inghilterra) FC Dallas (USA) Yeovil Town (Inghilterra) libero Reading (Inghilterra) Vålerenga (Norvegia) Isidro Metapán (Honduras) Houston Dynamo (USA) Vancouver Whitecaps (Canada) Montego Bay United Montego Bay United Derby County (Inghilterra) PARAGUAY (di Gianmarco Galli Angeli) 54 Il Paraguay per un sogno: rivivere le magiche notti della Copa América del 2011 persa solamente in finale per 3-0 contro l’Uruguay. Il popolo Guaranì è da sempre un noto frequentatore della massima competizione per nazionali del Sud America, la Albirroja ha trionfato in ben due occasioni: nel 1953 e nel ‘79. Oltre ai due successi il palmares è arricchito da sei medaglie d’argento e sette terzi posti. Nell’impresa di 4 anni fa un posto in prima fila ce lo ebbe sicuramente Justo Villar, portiere-eroe che eliminò Venezuela e Brasile ai calci di rigore. Poco importa se poi l’uragano uruguaiano Suarez ed il “Cacia” Forlan stesero la selezione del Tata Martino. Oggi al suo posto c’è il commissario tecnico Ramon Diaz, excalciatore di Napoli, Avellino, Fiorentina ed Inter. Il sogno dell’Asociación Paraguaya de Fútbol sarebbe quello di replicare la finale centrata quasi un lustro fa ma la realtà è ben diversa: l’Albirroja farà molta fatica a superare il girone di qualificazione nel quale affronterà Argentina, Uruguay e Giamaica. 55 ANALISI TECNICO-TATTICA Ci sono ancora alcune riserve riguardo il modulo che sceglierà il selezionatore Ramon Diaz il quale, a sorpresa, ha lasciato a casa uno degli uomini più rappresentativi dei Guaranì, Oscar Cardozo. A raccogliere la sua pesante eredità ci penserà il finalizzatore del Montpellier, Lucas Barrios. Il centrocampo sarà impostato per lo più su giocatori rapidi e possenti, a supportare la manovra di gioco ci saranno i due terzini (tra i quali vi è anche l’unico “italiano” della selezione, Ivan Piris dell’Udinese). Molto dipende ancora da Justo Villar, che farà di tutto per tornare a difendere i pali del suo popolo e magari continuare ad essere idolatrato quasi come un Dio in patria. La manovra del Paraguay si accentrerà su un fraseggio rapido per cercare di innescare Barrios, top scorer della nazionale con ben 30 gol all’attivo, o di liberare gli esterni ed il loro dinamismo. Il tutto sarà coordinato da una linea difensiva che dovrà essere più che perfetta per permettere ad i sudamericani di passare il girone. 56 LA STELLA Il giocatore più rappresentativo nonchè capocannoniere del Paraguay è senz’ombra di dubbio Lucas Barrios. Vista l’assenza di Oscar Cardozo, per l’attaccante ex-Borussia Dortmund sarà ancora più facile centrare su di se tutte le azioni offensive. Quest’anno è riuscito a mettere a referto undici gol in Ligue 1 indossando la maglietta del Montpellier. Il peso della responsabilità cadrà ovviamente su di lui: riuscirà a portare alla gloria il Paraguay? LA SORPRESA La sorpresa della selezione Guaranì potrebbe (e dovrebbe) essere Raul Bobadilla, giovane attaccante in forza all’Augsburg, squadra tedesca militante in Bundesliga. Il giocatore del Paraguay ha messo a referto 10 gol nella sua seconda stagione in Germania dopo aver distrutto gran parte delle squadre svizzere con la maglia del Grassophers prima e dello Young Boys poi. Dovrà supportare Lucas Barrios, compito tutt’altro che facile, ma Bobadilla è pronto a colpire. 57 PROSPETTIVE La Giamaica – con tutta probabilità – sarà la Cenerentola del girone, verosimile che l’Argentina passi come prima,ma chi la spunterà tra Uruguay e Paraguay? Tutto sarà deciso nell’ultima partita del girone, in palio il biglietto per i quarti. Non un sorteggio particolarmente benevolo per i biancorossi ma la qualificazione è tutta da giocare. La voglia di stupire c’è, i mezzi pure. E non dimentichiamoci che la Celeste si presenterà in Cile priva di Suarez. Un motivo in più per crederci. Ramon Diaz si dimostra uomo di polso, escludendo uomini del calibro di Cardozo, vedremo se i fatti gli daranno ragione. Il Paraguay ha l’esperienza per affrontare questa sfida, l’accesso ai quarti è obiettivo realistico. Molto difficile, invece, bissare l’impresa di quattro anni fa. 58 I CONVOCATI Pos. P Giocatore Justo Villar Data Nascita 30 giugno 1977 P Antony Silva 27 febbraio 1984 P D D D Alfredo Aguilar Paulo da Silva Miguel Samudio Pablo Aguilar 18 luglio1988 1 febbraio 1980 24 agosto 1986 2 aprile 1987 D Marcos Cáceres 5 maggio 1986 D D D C C C C C C C A A A A A A Iván Piris Fabián Balbuena Bruno Valdez Víctor Cáceres Osvaldo Martínez Néstor Ortigoza Richard Ortiz Óscar Romero Osmar Molinas Eduardo Aranda Roque Santa Cruz Nelson Haedo Valdez Édgar Benítez Lucas Barrios Derlis González Raúl Bobadilla 10 marzo 1989 23 agosto 1991 6 ottobre 1992 25 marzo 1985 8 aprile 1986 7 dicembre 1984 22 maggio 1990 4 luglio 1992 3 maggio 1987 28 gennaio 1985 16 agosto 1981 28 novembre 1983 8 novembre 1987 13 novembre 1984 23 marzo 1984 18 giugno 1987 59 Squadra Colo-Colo (Chile) Independiente Medellín (Colombia) Guaraní (Paraguay) Toluca (Messico) América (Messico) América (Messico) Newell’s Old Boys (Argentina) Udinese (Italia) Libertad (Paraguay) Cerro Porteño (Paraguay) Flamengo (Brasile) América (Messico) San Lorenzo (Argentina) Toluca (Messico) Racing (Argentina) Libertad (Paraguay) Olimpia (Paraguay) Cruz Azul (Messico) Eintracht Francoforte Toluca (Messico) Montpellier (Francia) Basilea (Svizzera) Augsburg Germania URUGUAY (di Alessandro De Felice) 60 La Celeste si presenta alla 44° edizione della Copa América da campione in carica. La squadra del commissario tecnico Tabárez è infatti la detentrice del trofeo, conquistato al termine di una lunga cavalcata, ricca di colpi di scena, nell’ultima edizione disputata dal 1° al 24 luglio 2011 in Argentina. Ripercorrendo il cammino trionfale, si nota come dopo i primi risultati deludenti, con i pareggi contro il Perù e il Cile, la formazione uruguaiana riesce a guadagnarsi il pass per i quarti solamente nell’ultimo match del girone eliminatorio, grazie alla vittoria per 1 a 0 conquistata grazie al gol dell’ex Inter Alvaro Pereira contro il Messico. Nel quarto di finale contro i padroni di casa dell’Argentina, le attese della vigilia vengono rispettate, con una partita dal grande valore tecnico: a passare in vantaggio sono gli uomini guidati da “El Maestro” grazie alla rete del capitano del Bologna Diego Perez, che dopo appena 6 minuti sfrutta una respinta corta dell’estremo difensore avversario e porta i suoi avanti. Vantaggio che dura appena 12 minuti: Messi parte dall’out di destra, rientra al centro e dopo aver superato un paio di avversari serve un delizioso pallone ad Higuain, che di testa non può sbagliare la rete del pari. Dopo appena 18 minuti si è già sull’1-1. Questo risultato permane fino al 90’, e non cambia nemmeno all’extra-time: si va ai calci di rigore. L’errore decisivo porta una firma eccellente: Carlos Tevez, 61 che si fa respingere la conclusione del portiere della Lazio Fernando Muslera. L’Uruguay vola in semifinale, dove incontra per la seconda volta nella competizione il Perù, con il risultato che stavolta sorride agli uomini di Tabárez. Il tecnico classe 1947 adotta modifiche tattiche rispetto alla gara d’esordio, ottenendo un riscontro del tutto positivo. La sua squadra infatti si impone con il risultato netto di 2 a 0 grazie alla doppietta di Luis Suarez, che regala la finale ai suoi compagni. Nell’ultimo atto, ad affrontare la Celeste c’è il Paraguay, trascinato fino alla partita valevole la conquista della coppa dal centravanti del Borussia Dortmund Lucas Barrios. L’incontro è senza storia: lo sblocca Suarez al 12’, poi ci pensa Forlan, che al 42’ firma il raddoppio mentre a pochi secondi dal 90’ realizza il tris finale. L’Uruguay conquista così la 15° Copa América della sua storia in 41 partecipazioni. A distanza di quattro anni da quel trionfo, molti interpreti sono rimasti gli stessi. C’è anche lui, El Maestro Óscar Washington Tabárez, alla guida della rappresentativa uruguaiana da ben 9 anni. L’assenza più importante è senza dubbio quella dell’attaccante del Barcellona, il Pistolero Luis Suarez, costretto a dover incitare dalla tribuna i propri compagni a causa della squalifica rimediata ai Mondiali in Brasile dello scorso anno per il morso rifilato a Chiellini nell’ultimo incontro del girone 62 eliminatorio. Un gesto folle, che ha portato allo stop per 9 partite con la Celeste per le partite internazionali, di cui la prima scontata nell’ottavo di finale della stessa competizione, perso dalla Celeste contro la Colombia per 2 a 0. L’altra faccia della medaglia invece mostra i volti nuovi della lista, rappresentati dalle giovani speranze del calcio uruguaiano: tra tutti il difensore Josè Maria Giménez dell’Atletico Madrid e gli attaccanti Ricardo Guzmàn Pereira, Giorgian De Arrascaeta e Jonathan Rodriguez, attaccante classe 1993 in forza alla formazione portoghese del Benfica. ANALISI TECNICO-TATTICA Dopo diverse prove effettuate nelle amichevole di preparazione, Tabárez sembra aver trovato la soluzione tattica che può fare al caso del suo Uruguay: un 4-3-1-2, che si trasforma in 4-4-2 in fase difensiva con l’abbassamento del trequartista Lodeiro sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso. Una scelta accuratamente testata dal commissario tecnico, che vuole ridurre al minimo la possibilità di subire gol, pur non rinunciando ad attaccare. La porta sarà difesa da Fernando Muslera, un garanzia. L’estremo difensore classe 1986 arriva a questo torneo dopo aver disputato un’ottima stagione con la maglia del Galatasaray, squadra di cui difende i pali già da quattro stagioni e con la quale 63 si appresta a festeggiare il titolo già conquistato matematicamente. La difesa sarà rigorosamente a 4: Maxi Pereira e Alvaro Pereira agiranno sulle due fasce laterali, proponendo ancora una volta la solita grande spinta in fase offensiva. Al centro ci sarà la coppia dell’Atletico Madrid: il veterano Diego Godin ed il giovanissimo Josè Maria Giménez, alla prima esperienza da titolare in una competizione d’alto livello con la maglia della Celeste. Il ragazzo classe 1995 avrà anche la grande responsabilità di sostituire un baluardo della difesa uruguaiana, Diego Lugano, che per la prima volta mancherà tra le fila della formazione di Tabárez. A centrocampo il trio è formato da calciatori che garantiscono un mix di corsa e grinta. C’è Cristian Rodriguez, con una parentesi tra le fila del Parma in questa stagione; al suo fianco Egidio Arévalo Ríos, autore di una splendida stagione con la maglia del Tigre in Messico e vecchia conoscenza del calcio italiano con una stagione con il Palermo, e Carlos Sanchez, centrocampista dotato di ottima tecnica e specializzato negli inserimenti in fase offensiva, qualità che gli ha permesso di raggiungere la doppia cifra nel tabellino delle reti in stagione con la maglia dell’Universidad de Chile. Sulla trequarti, come dicevamo, ci sarà Nicolás Lodeiro. Il suo sarà un ruolo fondamentale nelle due fasi: avrà infatti il ruolo di garantire l’equilibrio tattico della formazione uruguaiana e inventare nella 64 metà campo avversaria, grazie alla sua tecnica sopraffina. Davanti, l’attacco titolare sarà formato dalla stella del Paris Saint Germain Edinson Cavani e l’astro nascente Diego Rolan, punta di proprietà del sodalizio francese del Girondins de Bordeaux. LA STELLA L’assenza pesante di Luis Suarez fa sì che lo scettro di stella della Celeste passi direttamente nelle mani di Edinson Cavani. L’attaccante ex Napoli di proprietà del PSG sarà il vero leader della Celeste, con tutte le ambizioni dei tifosi uruguaiani aggrappate proprio al suo talento. Già tra le stelle del calcio mondiale, egli è atteso non solo dai fans della formazione di Tabárez, ma anche da tutti gli amanti del calcio internazionale, che si aspettano molto da lui in questa competizione: come ha dimostrato nella sua militanza a Napoli, El Matador sa recitare molto bene il ruolo di “condottiero”. Cavani ha collezionato in questa stagione ben 28 reti in 50 presenze con la maglia dei campioni di Francia guidati da Laurent Blanc, squadra della quale è diventato uno dei trascinatori. Per quanto riguarda la Celeste, dal suo esordio datato 6 febbraio 2008, il centravanti di Salto, località di poco più di 100 mila abitanti al confine con l’Argentina, ha accumulato 24 reti in 68 incontri, partecipando anche alla conquista proprio della Copa América 2011. 65 LA SORPRESA Tra i tanti giovani che compongono la rosa scelta da El Maestro, la vera sorpresa della Copa América 2015 potrà essere Diego Rolan. L’attaccante del Bordeaux ha disputato una splendida stagione tra le fila dei girondini, mettendo a segno ben 14 gol in 37 presenze tra Ligue 1 e Coupe de France. Nato a Montevideo il 24 marzo 1993, è cresciuto nelle giovanili del Defensor, squadra in cui ha fatto tutta la trafila prima di raggiungere nel 2011 la prima squadra all’età di 18 anni, prima di arrivare in Europa per circa 2 milioni di euro. Rolan è un calciatore molto veloce e tecnico; nasce destrorso ma nel corso della sua giovanissima carriera sviluppa una ottima sensibilità anche con l’altro piede, il sinistro. Alto appena 1 metro e 77 centimetri, è dotato di uno scatto esplosivo e soprattutto di un grande senso del gol, fattore che lo ha contraddistinto fin dal settore giovanile. E’ inoltre molto bravo di testa e un ottimo finalizzatore, essendo molto freddo sotto porta. Un calciatore completo che merita di essere seguito nei prossimi anni, a partire già da questa competizione. Forse sta nascendo una nuova stella del calcio mondiale. 66 PROSPETTIVE Presentarsi alla Copa América da detentrice del titolo è di certo un bel biglietto da visita per la Celeste di Tabárez. Già sorteggiata nella seconda urna, la squadra uruguaiana sarà la favorita al secondo posto del girone C, raggruppamento in cui sono state estratte anche l’Argentina di Leo Messi, il Paraguay e la Giamaica, cenerentola del torneo invitata dalla CONMEBOL dopo il rifiuto da parte di Giappone e Cina. L’Argentina resta la squadra da battere, mentre le altre due rappresentano due formazioni più che abbordabili. Come già capitato, l’Uruguay farà parte del gruppo di outsider, le squadre che potranno dar fastidio alle super favorite Brasile e Argentina. La selezione uruguaiana ha già dimostrato in molte occasioni, tra cui proprio l’ultima Copa América, di saper mettere in difficoltà formazioni di gran lunga più forti. L’obiettivo minimo è il raggiungimento dei quarti di finale, ma chissà che con un po’ di fortuna e tanto cuore la Celeste non possa davvero arrivare in fondo. 67 I CONVOCATI Pos. P P P D D D D D D D D C C C C C C C C A A A A A Giocatore Fernando Muslera Martín Silva Rodrigo Muñoz Gaston Silva Diego Godín José María Giménez Mathías Corujo Maxi Pereira Jorge Fucile Sebastián Coates Alvaro Pereira Egidio Arévalo Ríos Walter Gargano Carlos Sanchez Alvaro González Cristian Rodríguez Ricardo Guzmàn Pereira Nicolás Lodeiro Giorgian De Arrascaeta Jonathan Rodriguez Edinson Cavani Diego Rolan Abel Hernández Christian Stuani Data Nascita 16 giugno 1986 25 marzo 1983 22 gennaio 1982 5 marzo 1994 16 febbraio 1986 20 gennaio 1995 8 maggio 1986 8 giugno 1984 19 novembre 1984 7 ottobre 1990 28 novembre 1985 1º gennaio 1982 23 luglio 1984 2 dicembre 1984 29 ottobre 1984 30 settembre 1985 16 maggio 1991 21 marzo 1989 1 giugno 1994 6 luglio 1993 14 febbraio 1987 24 Marzo 1993 8 agosto 1990 12 ottobre 1986 68 Squadra Galatasaray (Turchia) Vasco da Gama (Brasile) Libertad (Paraguay) Torino (Italia) Atlético Madrid (Spagna) Atlético Madrid (Spagna) Universidad de Chile (Cile) Benfica (Portogallo) FC Porto (Portogallo) Sunderland (Inghilterra) Estudiantes (Argentina) Tigre (Messico) Parma (Italia) River Plate (Argentina) Torino (Italia Svincolato Universidad de Chile (Cile) Boca Juniors (Argentina) Cruzeiro (Brasile) Benfica (Portogallo) PSG (Francia) Bordeaux (Francia) Hull City (Inghilterra) Espanyol (Spagna) GRUPPO C BRASILE – COLOMBIA – PERÙ - VENEZUELA CALENDARIO (tra parentesi ora locale e italiana) 14-06 a Rancagua, COLOMBIA-VENEZUELA (16.00, 21.00) 14-06 a Temuco, BRASILE-PERÙ (18.30, 23.30) 17-06 a Santiago, BRASILE-COLOMBIA (21.00, 02.00 del 18-06) 18-06 a Valparaíso, PERÙ-VENEZUELA (20.30, 01.30 del 19-06) 21-06 a Temuco, COLOMBIA- PERÙ (16.00, 21.00) 21-06 a Santiago del Cile, BRASILE-VENEZUELA (18.30, 23.30) 69 BRASILE (di Alex Alija Cizmic) 70 I campionati del mondo disputati in Brasile non portano fortuna alla selezione verde-oro: dopo il Maracanaço del 1950, l’anno scorso è stata la volta del Mineiraço. Sette reti subite dalla Germania, una sublime lezione di calcio sbattuta in faccia alla nazionale che storicamente rappresenta l’élite del pallone. Una figuraccia mai capitata prima al Brasile. Quell’8 luglio 2014 il sottile strato di vetro che separava la nazionale brasiliana dalle pressioni di una torcida che bramava solo e soltanto la vittoria è esploso. L’allegria e la gioia di tutti i brasiliani si è trasformata istantaneamente in rabbia e delusione. Il ruggito della nazione ha dilatato enormemente la tensione e la protezione di vetro è andata in frantumi. I calciatori e l’intero staff sotto accusa, massacrati da stampa e tifosi.Ripartire dopo una batosta del genere era ed è compito arduo. Una missione che la CBF (la federazione di calcio brasiliana) ha affidato ad un uomo pragmatico e determinato come Carlos Dunga, già commissario tecnico della Seleção dal 2006 al 2010. Dunga ha attuato dei semplici quanto efficaci accorgimenti: ha accantonato coloro che probabilmente non erano meritevoli di far parte della rosa della nazionale e si è affidato a una spina dorsale di assoluto livello. Neymar – ulteriormente responsabilizzato e promosso a capitano -, Luiz Gustavo, Thiago Silva e David Luiz formano il nucleo della formazione che partirà alla volta del Cile in cerca del riscatto. 71 ANALISI TECNICO-TATTICA Durante il suo secondo corso alla guida della nazionale, Carlos Dunga ha tralasciato esperimenti o presunti tali (eccezion fatta per l’attacco dove è ancora alla ricerca del partner ideale di Neymar) e ha optato scelte mirate e definitive. Il sistema di gioco ricalca in parte quello ammirato – si fa per dire – ai mondiali ma la differenza risiede nell’interpretazione dello stesso: il Brasile di Scolari non mostrava un’identità riconoscibile e predefinita bensì si basava sulla foga e l’entusiasmo di una banda di ragazzi desiderosi di far gioire i propri connazionali; il Brasile di Dunga, al contrario, offre solidità difensiva e idee chiare in avanti, recupero della palla e rapide verticalizzazioni. Compattezza difensiva e contropiede sono per l’appunto le chiavi di volta del nuovo Brasile targato Dunga. Nella difesa a quattro disegnata di fronte al nuovo portiere titolare Jefferson (Botafogo), Danilo a destra (fresco di approdo al Real Madrid) e Filipe Luis a sinistra formano i nuovi pilastri della retroguardia, completata dalla coppia del Paris Saint-Germain David Luiz e Thiago Silva (Miranda è un più che valido rimpiazzo per entrambi). Davanti a loro, a protezione, sorgono i primi problemi: Luiz Gustavo deve operarsi al menisco laterale del ginocchio sinistro, motivo per cui l’unico intoccabile del 72 centrocampo verde-oro sarà costretto a saltare la manifestazione (non è stato ancora nominato il sostituto). L’infortunio del mediano del Wolfsburg si aggiunge alle pesanti assenze di Oscar, Marcelo e Diego Alves (il secondo portiere). Ora, a contendersi le due posizioni della mediana saranno quattro calciatori accomunati da una buona fase difensiva: Elias (Corinthians) e Fernandinho sono i più accreditati ad entrare nell’undici titolare ma sono fortemente insediati da Ramires e Souza del San Paolo. Più avanti, sulla trequarti, Willian attende il sostituto di Oscar: Douglas Costa è favorito su Coutinho, reduce da una stagione strepitosa con il Liverpool, ed Éverton Ribeiro, uomocopertina del Cruzeiro bi-campione brasiliano nel 2013 e nel 2014. L’attacco sarà composto dalla star indiscussa della Seleção, Neymar, e da un partner ancora da scegliere tra i vari Diego Tardelli (il più probabile, 5 partite da titolare su 8 nella gestione Dunga), Roberto Firmino, esploso nelle ultime due stagioni all’Hoffenheim, e Robinho, pupillo dell’attuale CT. Chiunque occuperà la posizione di centravanti è chiaro che non agirà da vero e proprio numero 9. La mancanza di un attaccante dal valore internazionale ha convinto Dunga a scegliere giocatori più tecnici e agili che non diano punti di riferimento per le difese avversarie. 73 Il cuore pulsante della nazionale brasiliana batte già dal principio dell’era Dunga, non resta che attendere per conoscere chi si approprierà dei posti vacanti. LA STELLA Neymar da Silva Santos Júnior incarna l’immagine di questo Brasile, rispecchia gli antichi valori di semplicità, felicità e passione che contraddistinguevano i primi tempi del calcio. In campo svolge il ruolo di leader tecnico, è il fulcro di ogni azione e a 23 anni sembra essere pronto per trascinare il suo paese al trionfo continentale. Neymar giunge alla Copa América forte di un bottino di 50 presenze e 38 reti (più svariati assist) con il Barcellona. L’asso brasiliano è all’apice della forma, entusiasta per una stagione indimenticabile con la maglia blaugrana e subito dopo la finale di Champions League si tufferà nell’avventura di Cile 2015. Le pressioni esterne non intaccano il suo rendimento come dimostrato durante la Confederations Cup del 2013. È lui che dovrà apportare la percentuale di talento e fantasia in più necessaria per sognare in grande. È lui la stella. 74 LA SORPRESA Abbiamo indicato Diego Tardelli come possibile titolare al fianco di Neymar ma non è assolutamente da escludere l’impiego di un giovane attaccante approdato nel calcio europeo nel 2010 alla tenera età di 19 anni. L’Hoffenheim lo ha fatto crescere e lo ha saputo aspettare. Ora, a 24 anni è diventato un ottimo giocatore ed ha attirato su di sé le attenzioni di numerosi club dei principali campionati del vecchio continente. Stiamo parlando di Roberto Firmino. Il numero 10 del club di Sinsheim ha realizzato 39 gol in 135 partite con il TSG – 22 solo nell’anno 2013-2014. Nonostante la prolificità di quella stagione la finalizzazione non è la qualità migliore di Firmino il quale predilige svariare sulle fasce e mettersi al servizio della squadra per inventare e mandare in rete i compagni. La tecnica è il suo pane quotidiano. È a tutti gli effetti un trequartista o una seconda punta. In questa stagione ha confermato gli enormi progressi dell’anno precedente dunque si candida per una maglia da titolare. E se nella Copa América 2015 arrivasse la sua consacrazione definitiva? 75 PROSPETTIVE Se ti chiami Brasile non importa il nome della competizione, non importano gli avversari, né la rosa, né lo stato di forma dei giocatori. Nulla è più importante della vittoria. Il popolo brasiliano è abituato a vincere, a primeggiare sui rivali e per loro non c’è evento più doloroso della sconfitta. Le otto vittorie nelle otto partite sotto la guida di Dunga sono un buon biglietto da visita per una nazionale in cerca di riscatto. La Seleção va a caccia della sua 9ª Coppa America. Il Mineiraço va dimenticato in fretta. 76 I CONVOCATI Pos. P P P D D D D D D D D C C C C C C C C A A A A Giocatore Jefferson Neto Marcelo Grohe Thiago Silva David Luiz Geferson João Miranda Filipe Luis Marquinhos Danilo Dani Alves Elias Casemiro Éverton Ribeiro Douglas Costa Willian Philippe Coutinho Fred Fernandinho Robinho Diego Tardelli Neymar Roberto Firmino Data Nascita 2 gennaio 1983 19 luglio 1989 13 gennaio 1987 22 settembre 1984 22 aprile 1987 13 maggio 1994 7 settembre 1984 9 agosto 1985 14 maggio 1994 15 luglio 1991 6 maggio 1983 16 maggio 1985 23 febbraio 1992 10 aprile 1989 14 settembre 1990 9 agosto 1988 12 giugno 1992 5 marzo 1993 4 maggio 1985 25 gennaio 1984 10 maggio 1985 5 febbraio 1992 2 ottobre 1991 77 Squadra Botafogo Fiorentina Grêmio Paris Saint-Germain Paris Saint-Germain Internacional Atlético Madrid Chelsea Paris Saint-Germain Real Madrid Barcellona Corinthians Real Madrid Al-Ahli Shakhtar Donetsk Chelsea Liverpool Shakhtar Donetsk Manchester City Santos Shandong Luneng Barcellona Hoffenheim COLOMBIA (di Andrea Gatti) 78 La Colombia sogna in grande: gli uomini ci sono, l’allenatore pure, così come i presupposti per puntare alla vittoria finale della Copa América 2015. Siamo nel lontano 2001 quando la squadra di Pacho Maturana (richiamato alla guida della nazionale per quell’occasione) condusse i suoi alla prima e unica vittoria nella manifestazione, di cui fu tra l’altro Paese ospitante. Quei Cafeteros, trascinati dal carisma di Ivan Ramiro Cordoba e dai gol di Victor Aristizabal, portarono a casa l’ambito trofeo sconfiggendo il Messico in finale grazie ad un sigillo proprio dell’ex difensore di Inter e San Lorenzo. Dopo un Mondiale vissuto da protagonisti, i Cafeteros possono contare su un arsenale di campioni di tutto rispetto guidati dal talento del madridista James Rodriguez: il ct argentino José Pekerman può vantare una rosa valida in tutti i reparti ma soprattutto di un pacchetto offensivo che ha poco da invidiare alle cosiddette “grandi”. Convocati come previsto Ramos, Bacca, Muriel e Jackson Martínez, oltre al sempre più discusso Radamel Falcao Garcia, assente in Brasile ma reduce da una stagione in chiaroscuro al Manchester United: Tra i convocati tanti “italiani”, Cuadrado (ex Fiorentina, passato in gennaio al Chelsea), oltre a Zúñiga, Zapata, Muriel e il romanista Ibarbo. Escluso eccellente Fredy Guarin, che paga l’annata fallimentare dell’Inter, culminata col mancato accesso alle coppe europee. 79 Due righe anche sul commissario tecnico. Il condottiero dei Cafeteros è un santone del calcio sudamericano: José Pekerman, 65 anni, è uno degli allenatori più vincenti per quanto riguarda le selezioni giovanili. Nel suo palmarès figurano 3 campionati del Mondo under 20 e 2 Coppe sudamericane di categoria vinti sulla panchina dell’Albiceleste. Promosso alla guida della nazionale maggiore, fecero scalpore le sue esclusioni di grandi nomi come Zanetti, Samuel, Veron e Demichelis per il Mondiale del 2006 in Germania, terminato con l’uscita ai quarti e con le sue conseguenti dimissioni. Dopo un paio d’anni in Messico, guida la Colombia dal gennaio 2012, con la quale ha firmato dopo i Mondiali un rinnovo fino al 2018. ANALISI TECNICO-TATTICA Il livello qualitativo della rosa è di assoluto valore: se non li superiamo, andiamo molto vicini ai picchi della nazionale di Usa ’94, quella che implose fallendo la qualificazioni agli ottavi per un harakiri nel match con i padroni di casa del leader difensivo Escobar, che pagò quell’autogol con la vita, freddato al suo ritorno in patria (chi dice per aver fatto perdere scommesse clandestine, chi per legami con il narcotraffico). In porta c’è David Ospina 80 dell’Arsenal con Vargas e Bonilla a far da riserve: il reparto difensivo perde l’esperienza di Perea e Yepes ma guadagna freschezza e faccia tosta con Arias e Murillo. Non mancano comunque gli “italiani” Zuniga e Armero a coprir le due fasce. A centrocampo i muscoli di Sanchez e il talento di James supportano un pacchetto di trequartisti niente male: Cuadrado e l’ex pescarese Quintero. L’attacco è stellare. Oltre a “El Tigre, Pekerman potrà contare sul prolifico Carlos Bacca, che ha trascinato il Siviglia alla vittoria in Europa League, coadiuvato dai soliti Ramos (desideroso di riscatto dopo il poco spazio concessogli da Klopp a Dortmund), Muriel e Jackson Martinez, senza sottovalutare l’esperto bomber del River Téofilo Gutierrez in lizza per una maglia da titolare. LA STELLA Se fino ad un anno fa avremmo tutti detto Falcao, dopo il Mondiale le chiavi della squadra le ha prese James Rodríguez. Passato al Real Madrid, il 24enne ex Monaco è esploso in Brasile ed ha confermato tutto il suo talento con la camiseta blanca. Intorno a lui i vari Bacca, Cuadrado e Martinez, senza tralasciare la fame di rivincita del Tigre. Al Mundial ha dato spettacolo, in Cile vuole vincere. 81 LA SORPRESA La Colombia ha grandi bocche da fuoco, giocatori come Falcao, James o Martinez non li scopriamo certo oggi, meritano però attenzione pure gli elementi della retroguardia. L’Inter per 13 anni ha trovato in Ivan Ramiro Cordoba un giocatore di sicuro affidamento, dalla prossima stagione un nuovo difensore colombiano andrà a vestire la casacca nerazzurra. Jeison Murillo è veloce, non quanto Cordoba magari, ma la determinazione ricorda davvero quella del suo illustre predecessore. Scoperto dal Granada, club di proprietà Pozzo, Murillo si è distinto per le doti fisiche e l’abilità nel gioco aereo, nonostante non sia un gigante. Ha pure discreto senso del gol, come ha dimostrato a Cadice e Las Palmas, certo San Siro è un’altra cosa e per lui non sarà semplice convincere un pubblico così esigente. Qualcosa di memorabile però il colombiano l’ha già fatto: fermare Messi. 12 aprile scorso, i biancorossi battono clamorosamente il Barcellona pigliatutto di Luis Enrique. Sugli scudi c’è proprio Murillo, eroico nel tenere a bada la Pulga per novanta minuti. 82 PROSPETTIVE Ci sarà molto da sudare per conquistare il primo posto nel raggruppamento C, il Brasile è un osso duro. I Cafeteros però approdano in Cile con una formazione molto competitiva, nonostante alcuni uomini non siano esattamente al reduci da mesi gloriosi. Pensiamo a Radamel Falcao. Perù e Venezuela sono da prendere con le molle ma la Colombia è di un’altra categoria, l’importante è che Pekerman collaudi gli automatismi che in Brasile hanno portato buoni risultati ma che risultavano ancora acerbi. Giocatori offensivi come se piovessero, tutti di altissima qualità, nell’abbondanza si rischia di scordare pezzi da novanta quali Bacca, decisivo anche in questa stagione. Questa squadra non può porsi limiti, la vittoria finale è obiettivo possibile. 83 I CONVOCATI Pos. P P P D D D D D D D D C Data Nascita 31 agosto 1988 1 settembre 1989 2 giugno 1993 2 novembre 1986 14 dicembre 1985 30 settembre 1986 22 maggio 1985 13 gennaio1992 27 maggio 1992 23 aprile 1991 11 febbraio 1991 6 febbraio 1986 Squadra Arsenal (Inghilterra) Atlético Nacional (Colombia) La Equidad (Colombia) Flamengo (Brasile) Napoli (Italia) Milan (Italia) Nacional (Uruguay) Psv Eindhoven (Olanda) Granada (Spagna) Beşiktaş (Turchia) Standard Liegi (Belgio) Aston Villa (Inghilterra) 26 maggio 1988 Chelsea (Inghilterra) C C C C Giocatore David Ospina Camilo Vargas Cristian Bonilla Pablo Armero Juan Camilo Zúñiga Cristián Zapata Carlos Valdés Santiago Arias Jeison Murillo Pedro Franco Darwin Andrade Carlos Sánchez Juan Guillermo Cuadrado James Rodríguez Alexander Mejía Edwin Valencia Edwin Cardona 12 luglio 1981 7 settembre 1988 29 marzo 1985 7 dicembre 1992 C Radamel Falcao 10 febbraio 1986 A A A A A Teófilo Gutiérrez Jackson Martínez Carlos Bacca Víctor Ibarbo Luis Muriel 28 maggio 1985 3 ottobre 1986 8 settembre 1986 19 maggio 1990 18 aprile 1991 Real Madrid (Spagna) Monterrey (Messico) Santos (Brasile) Monterrey (Messico) Manchester United (Inghilterra) River Plate (Argentina) Porto (Portogallo) Siviglia (Spagna) Roma (Italia) Sampdoria (Italia) C 84 PERÙ (di Paolo Bardelli) 85 La quarta rappresentativa sudamericana per blasone, la tradizione però non è bastata a regalare soddisfazioni al Perù in tempi recenti. Due successi in Copa América, l’ultimo datato 1975 con la firma illustre di Teófilo Cubillas. Generazione d’oro quella, ricca di campioni come Sotil e Chumpitaz, la Blanquirroja riuscì a centrare la qualificazione ai mondiali 78 (che molti ricorderanno per il codazzo di polemiche, un incrocio tra calcio e politica mai chiarito) e 82 per poi perdere quota come l’aereo che l’8 dicembre 1987 si schiantò al suolo togliendo la vita a 16 giocatori dell’Alianza Lima, squadra colonna del calcio peruviano. Da allora le cose non sono state più le stesse. Due decenni di grigiore assoluto, quattro anni fa in Argentina la resurrezione. Copa América 2011, la selezione di Sergio Markarián ottiene la semifinale eliminando la Colombia (che ritroverà nel gruppo C di questa edizione), per poi essere fermata dall’Uruguay. Terzo posto guadagnato nella finalina con il Venezuela, un bel risultato dal quale ripartire. La scorsa edizione del torneo ha riportato il Perù nei quartieri alti del calcio sudamericano, con tanto di 25esima piazza nel ranking Fifa. Abbiamo detto del passato glorioso e degli ultimi trascorsi ma com’è il presente? Da febbraio alla guida della nazionale c’è Ricardo Gareca, tecnico che ha ottenuto gloria sulla panchina del Velez. El Tigre, questo il soprannome del ct, ha a disposizione un gruppo non eccelso ma con qualche arma da non sottovalutare. 86 Largo ai giovani, ma senza esagerare, il Perù punta su una nuova generazione di calciatori pescando a piene mani dal campionato locale. Il nonnetto del gruppo è Claudio Pizarro, 37 primavere il prossimo ottobre ma comunque piuttosto fresco dopo mesi di riposo, insieme a lui un bel gruppo di attaccanti. Qualche preoccupazione in più per quanto riguarda gli altri reparti, vediamo nel dettaglio. ANALISI TECNICO-TATTICA Dopo tre titoli vinti con il Velez e uno in Perù alla guida dell’Universitario, Gareca è pronto a giocarsi le proprie carte contro le big del Sudamerica. Si parte con avversarie non semplici, Venezuela alla portata ma Colombia e Brasile hanno certamente qualcosa in più. Occhio però, perché il terzo posto potrebbe valere il passaggio del turno e dunque guai a considerarsi già spacciati. Partiamo dalla difesa, reparto rebus da un certo punto di vista, non tanto per quanto riguarda la qualità degli elementi. Di Carlos Zambrano si fa un gran parlare in chiave mercato, ha fatto belle cose con la maglia dell’Eintracht Francoforte e sarà lui a dover guidare il pacchetto arretrato. Molti lo paragonano a Lucio, occhio perché qualche golletto in nazionale l’ha già segnato. Il Perù non si 87 presenta in Cile con il desiderio di offrire spettacolo, Gareca punta su un assetto accorto, 4-5-1 – da adeguare alle varie fasi di gioco – ben blindato nella zona centrale e fantasia sugli esterni per ripartire. Non ci sono dubbi che l’anima di questo Perù sia votata al contropiede, ma la difesa non è a tenuta stagna. Abbiamo detto di Zambrano ma ci sono dubbi circa i suoi compagni, Luis Advíncula è un calciatore versatile ma non può essere considerato difensore vero e proprio, stesso discorso vale per Yoshimar Yotún del Malmö, duramente criticato in patria per l’espulsione rimediata due anni fa contro l’Uruguay durante le qualificazioni mondiali. Occhio ai nervi, questa squadra non appare molto affidabile sotto l’aspetto mentale. Davanti c’è sicuramente più qualità ma è la carta d’identità a preoccupare, i vari Guerrero e Farfan hanno superato la trentina ma dovranno comunque essere loro a tirare la carretta. Sulle corsie, oltre alla velocità di Farfan, c’è la freschezza di Cueva e Carrillo, che con lo Sporting Lisbona ha fatto bene sia come seconda punta sia come ala. El Tigre dovrebbe impiegarlo largo. In mezzo al campo tanta forza fisica, scarseggiano invece le idee. Vedremo se Carlos Ascues sarà l’uomo giusto per dare ordine alla manovra, 23 anni compiuti pochi giorni fa: il tempo è dalla sua. Non dimentichiamoci di Juan Manuel Vargas, arma non convenzionale, jolly da pescare e utilizzare a 88 seconda del bisogno. Il giocatore viola è stato decisivo quattro anni fa, suo uno dei due gol che ha steso la Colombia, in Cile è chiamato ancora a fare la differenza. LA STELLA Il 24 maggio ha giocato l’ultima gara con la maglia del Corinthians, mettendo fine a un’esperienza positiva, ora lo attende il Flamengo. Prima però Paolo Guerrero dovrà pensare a guidare il Perù in terra cilena a suon di gol. La vena realizzativa c’è ma il suo contributo va ben oltre i gol come dimostrano i suoi numeri in Bundesliga tra Bayern Monaco e Amburgo. Non è considerabile la star della squadra nel senso comunemente inteso, a livello di carisma c’è da fare i conti con il veterano Pizarro, mentre il talento dei vari Vargas e Farfan non può essere messo in discussione. Guerrero però si presenta a questo appuntamento a 31 anni di età, maturità piena ma ancora tanto da dare. Suo zio José è morto nell’incidente aereo di Lima del quale abbiamo parlato in apertura, un trauma che Paolo non ha mai superato, tanto da fare qualsiasi cosa pur di evitare trasferimenti aerei. I suoi gol però saranno fondamentali per spiccare il volo verso la fase a scontro diretto. 89 LA SORPRESA Abbiamo detto dei senatori, ma segnatevi questo nome: Yordy Reyna. Due anni fa l’esordio per lui, subentrando a capitan Pizarro nel caldissimo Clásico del Pacífico contro il Cile, quattro giorni dopo segna a Trinidad & Tobago la prima rete con la maglia del Perù. 22 anni da compiere, attaccante piccolo e veloce che all’occorrenza può essere usato come esterno. Il Red Bull di Salisburgo lo ha comprato due stagioni fa, contratto di quattro anni e poi esperienze in giro in altri club sotto di proprietà Red Bull come Liefering, seconda divisione austriaca, e il RB Lipsia (cadetteria tedesca). Eletto giocatore rivelazione del campionato peruviano nel 2012, è bravissimo nel saltare l’uomo ma non ha ancora fatto il definitivo salto di qualità. Qualche volta esagera, ma quando si accentra partendo dall’esterno sa fare male. Giocatore monitorato a lungo dal Parma. 90 PROSPETTIVE Difficile bissare l’exploit del 2011, la Bicolor (nome che la rappresentativa peruviana prende dalla sua maglia bianca con banda trasversale rossa) ha dinanzi avversari difficili nel girone. Sbagliato sottovalutare questa squadra, l’esito della spedizione cilena dipenderà in larga parte dal match contro il Venezuela ma una vittoria potrebbe non bastare. Brasile fuori portata, lo stesso vale per la Colombia. Raccogliere un punto contro queste due squadre sarebbe un risultato sensazionale. L’obiettivo più realistico è staccare il biglietto per i quarti di finale. Gareca ha avuto pochi mesi per imporre la sua visione di gioco, il Perù che vedremo in Copa América è stretto parente di quello targato Markarián. Ci sono alchimie già collaudate dunque, ma non dimentichiamo che gli uomini chiave hanno sulle spalle quattro anni di più. 91 I CONVOCATI Pos. P P Giocatore Diego Penny Pedro Gallese Data Nascita 22 aprile 1984 23 febbraio 1990 P Salomón Libman 25 febbraio 1984 D D D Luis Advíncula Christian Ramos Yoshimar Yotún 2 marzo 1990 4 novembre 1988 7 aprile 1990 D Carlos Zambrano 10 luglio 1989 D Jair Céspedes 22 maggio 1984 D Hansell Riojas 15 ottobre 1991 D Pedro Paulo Requena 24 gennaio 1991 C C C Juan Manuel Vargas Josepmir Ballón Carlos Lobatón 5 ottobre 1983 21 marzo 1988 6 febbraio 1980 C Paolo Hurtado 27 luglio 1990 C C C Edwin Retamoso Christian Cueva Carlos Ascues 23 febbraio 1982 23 novembre 1991 6 giugno 1992 C Joel Sánchez 11 giugno 1989 A A A Claudio Pizarro Jefferson Farfán Paolo Guerrero 3 ottobre 1978 26 ottobre 1984 1 gennaio 1984 A André Carrillo 14 giugno 1991 A Yordy Reyna 17 settembre 1993 92 Squadra Sporting Cristal (Perù) Juan Aurich (Perù) Universidad César Vallejo (Perù) Vitória Setúbal (Portogallo) Juan Aurich (Perù) Malmö (Svezia) Eintracht Francoforte (Germania) Juan Aurich (Perù) Universidad César Vallejo (Perù) Universidad César Vallejo (Perù) Fiorentina (Italia) Sporting Cristal (Perù) Sporting Cristal (Perù) Paços de Ferreira (Portogallo) Real Garcilaso (Perù) Alianza Lima (Perù) Melgar (Perù) Universidad San Martín (Perù) Bayern Monaco (Germania) Schalke 04 (Germania) Flamengo (Brasile) Sporting Lisbona (Portogallo) RB Lipsia (Germania) VENEZUELA (di Giuseppe Romano) 93 Il calcio, in Venezuela, non è mai stato uno sport granché seguito e praticato. Qui lo sport nazionale è il baseball. E di vedere 22 persone correre dietro ad un pallone non è mai importato più di tanto a nessuno. Ultimamente, però, il movimento calcistico venezuelano sta attraversando una fase evolutiva e ciò è dimostrato dal fatto che sono sempre di più i calciatori che approdano in Europa. Tanti sono i giovani talenti che cercano fortuna fuori dai confini nazionali, giovani molto interessanti e di prospettiva che fanno le valigie per provare a sfondare nel calcio che conta. La storia della Copa Amèrica non sorride ai venezuelani: oltre a non aver mai trionfato nella competizione, molto spesso si sono fermati alla fase a gruppi non riuscendo a superare il proprio girone. Il miracolo sportivo si é presentato nelle ultime due edizioni quando la Vinotinto, così è chiamata da queste parti la selezione venezuelana, ha stupito tutti arrivando ai quarti di finale nell’edizione del 2007 per poi ripetersi quattro anni più tardi piazzandosi addirittura al quarto posto dopo aver perso la semifinale ai rigori col Paraguay nell’ultima edizione del 2011. Quest’anno il sorteggio è stato durissimo, dall’urna sono uscite 94 Perù, Colombia e Brasile. Un girone di ferro, ci vorrà un’impresa, difficile ma non impossibile per questa nazionale che vuole continuare a stupire. L’ appuntamento è per il 14 giugno, Colombia-Venezuela, si parte subito forte. ANALISI TECNICO-TATTICA Il Commissario Tecnico del Venezuela Noel Sanvicente, dopo aver provato diversi moduli nelle ultime partite di avvicinamento alla Coppa America, ha individuato nel classico 4-4-2 lo schema ideale per la sua squadra. Un modulo che diventa uno schieramento ancor più solido e difensivo quando viene presentato nella sua variante 4-4-1-1. Difesa a quattro, quindi, guidata dal centrale difensivo del Nantes Vizcarrondo e che punta sull’esperienza dei terzini Rosales e Amorebieta, ormai da anni in Europa, in Spagna il primo e in Inghilterra il secondo. Sulla linea di centrocampo, al 35enne Arango (record di presenze e di gol con la nazionale venezuelana) viene affiancato il dinamismo del genoano Rincón, mediano vecchio stampo capace anche di far ripartire l’azione; i due sono supportati sulle fasce dalla velocità di Gonzàlez e Guerra, che garantiscono anche una discreta copertura in fase di non possesso. In attacco l’unico sicuro del posto è il bomber Rondòn, sul quale peserà 95 l’intero reparto offensivo. L’altra maglia da titolare sarà una questione a due, il ballottaggio vedrà il giovane Martinez contendersi il posto con Miku. LA STELLA Senza ombra di dubbio, la stella di questa squadra è Salomòn Rondòn. Il centravanti dello Zenit San Pietroburgo è il bomber di questa nazionale: attaccante moderno, 186 centimetri di potenza e tecnica con il gol nel sangue. Sa come far male, sa segnare sia di testa che di piede, è in grado di fare reparto da solo e si esalta con partner d’attacco rapidi e tecnici come potrebbe esserlo Martinez. Ha segnato ovunque é andato, negli ultimi anni ha vestito le maglie di Malaga, Rubin Kazan e Zenit San Pietroburgo e con questi ultimi si è appena laureato campione di Russia chiudendo il campionato con una media realizzativa di un gol ogni 2 partite. Il tecnico Sanvicente fa affidamento sul suo carisma e sulla sua esperienza europea, il compito di Rondòn sarà quello di trascinare i compagni a suon di gol e provare a far sognare una nazione intera. 96 LA SORPRESA Ci prendiamo la responsabilità di dire Josef Martinez. Classe ’93, rapido ed esplosivo, fa della velocità la sua arma migliore. Dotato di una buonissima tecnica ed avvantaggiato dal baricentro basso, riesce spesso a saltare l’uomo nell’uno contro uno creando superiorità numerica. L’attaccante del Torino ha ben impressionato nel suo primo anno in Italia, buonissime prestazioni in campionato e altrettante in Europa League. Un giocatore che si esalta negli spazi ed è ottimo se si vuol giocare in contropiede. Potrebbe davvero essere lui la piacevole sorpresa di questa Copa Amèrica. PROSPETTIVE La Vinotinto si presenta a questa edizione della Copa América da cenerentola ma neanche troppo. L’obiettivo è riuscire a superare il girone, dove solo il Perù sembra alla portata mentre le altre due (Brasile e Colombia) appaiono sfide impossibili. Migliorare il quarto posto dell’ultima edizione sarà molto difficile, sicuramente si cercherà di giocare con orgoglio ed evitare goleade e figuracce. Con un po’ di fortuna si potrebbe chiudere il girone al secondo posto e a quel punto sognare sarebbe più che lecito. 97 I CONVOCATI Pos. P P P D Giocatore Alain Baroja Daniel Hernández Wuilker Faríñez Roberto Rosales Data Nascita 23 ottobre 1989 21 ottobre 1985 15 febbraio 1998 20 novembre 1988 D Wilker Ángel 18 marzo 1993 D D D D D Alexander González Oswaldo Vizcarrondo Grenddy Perozo Andrés Túñez Fernando Amorebieta 13 settembre 1992 31 maggio 1984 28 febbraio 1986 15 marzo 1987 29 marzo 1985 D Gabriel Cichero 25 aprile 1984 C Tomás Rincón 13 gennaio 1988 C Franklin Lucena 20 febbraio 1981 C Luis Manuel Seijas 23 giugno 1986 C Alejandro Guerra 9 luglio 1985 C César González 1 ottobre 1982 C C C A A Ronald Vargas Juan Arango John Murillo Miku Josef Martínez 2 dicembre 1986 17 maggio 1980 21 novembre 1995 19 agosto 1985 19 maggio 1993 A José Salomón Rondón 16 settembre 1989 A Christian Santos 24 marzo 1988 98 Squadra Caracas (Venezuela) Tenerife (Spagna) Caracas (Venezuela) Malaga (Spagna) Deportivo Táchira (Venezuela) Thun (Svizzera) Nantes (Francia) Ajaccio (Francia) Buriram United (Thailandia) Fulham (Inghilterra) Mineros de Guayana (Venezuela) Genoa (Italia) Deportivo La Guaira (Venezuela) Independiente Santa Fe (Colombia) Atlético Nacional (Colombia) Deportivo Táchira (Venezuela) Baliskersispor (Turchia) Xolos Tijuana (Messico) Zamora (Venezuela) Rayo Vallecano (Spagna) Torino (Italia) Zenit San Pietroburgo (Russia) NEC Nijmegen (Olanda) IL CAMMINO VERSO LA COPPA QUARTI DI FINALE (tra parentesi ora locale e italiana) 24-06 a Santiago del Cile, A1-B3/C3 (20.30, 01.30 del 25-06) 25-06 a Temuco, A2-C2 (20.30, 01.30 del 26-06) 26-06 a Viña del Mar, B1-A3/C3 (20.30, 01.30 del 27-06) 27-06 a Concepción, C1-B2 (18.30, 23.30) SEMIFINALI (tra parentesi ora locale e italiana) 29-06 a Santiago del Cile, QF1-QF2 (20.30, 01.30 del 30-06) 30-06 a Concepción, QF3-QF4 (20.30, 01.30 dell’ 1-7) FINALE TERZO POSTO (tra parentesi ora locale e italiana) 03-07 a Concepción (20.30, 01.30 del 4-7) FINALE (tra parentesi ora locale e italiana) 04-07 a Santiago del Cile (17.00, 22.00) 99 ALBO D’ORO 1916 – Uruguay 1917 – Uruguay 1919 – Brasile 1920 – Uruguay 1921 – Argentina 1922 – Brasile 1923 – Uruguay 1924 – Uruguay 1925 – Argentina 1926 – Uruguay 1927 – Argentina 1929 – Argentina 1935 – Uruguay 1937 – Argentina 1939 – Perù 1941 – Argentina 1942 – Uruguay 1945 – Argentina 1946 – Argentina 1947 – Argentina 1949 – Brasile 1953 – Paraguay 1955 – Argentina 1956 – Uruguay 1957 – Argentina 1959 – Argentina 1959 – Uruguay 1963 – Bolivia 1967 – Uruguay 1975 – Perù 100 1979 – Paraguay 1983 – Uruguay 1987 – Uruguay 1989 – Brasile 1991 – Argentina 1993 – Argentina 1995 – Uruguay 1997 – Brasile 1999 – Brasile 2001 – Colombia 2004 – Brasile 2007 – Brasile 2011 - Uruguay