SFTB–Diocesi di Nicosia STORIA DELLA CHIESA PREMESSA STORICO-METODOLOGICA Lezione 1, del 25-11-2013 QUESTIONI INTRODUTTIVE 1. 2. Analisi dei termini e senso della materia. Cercheremo di rispondere a due domande: cosa studia la Storia della Chiesa; che senso ha, oggi, lo studio della SC, in una SFTB. Parleremo del metodo, distinguendo tra deduttivo (dal generale al particolare) e induttivo (dal particolare al generale). I. LA CHIESA, IL PROGETTO DI DIO SUGLI UOMINI All’interno della Storia della salvezza, la Chiesa è il progetto di Dio sugli uomini. Testi biblici chiave (due aspetti della Chiesa, Annuncio ed Eucarestia): Mt. 28, 16 -20: “…andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo…”: annuncio, missione, predicazione. Atti 2, 42: "Essi ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme" : comunione, comunità, tradizione, sacramenti, preghiera. Che cosa è la Chiesa: …non si può avere Dio per Padre se non si ha la Chiesa per madre… (Cipriano) (1) Impossibile definire la Chiesa. Quando si vuole definire una realtà soprannaturale la si limita. La Chiesa non si comprende dal di fuori ma solo dal di dentro (via della fede = mistero della Chiesa). Ci sono altre vie per conoscere la Chiesa, per avvicinarsi al mistero: la prima è quella della storia; la Chiesa non è immutabile per sempre, si aggiorna con i tempi, cresce e si sviluppa; quindi la storia è importante per conoscere la Chiesa. C'è poi la via descrittiva, che cerca di rappresentare alcuni elementi della Chiesa: in questa ci sono le immagini, i simboli, le metafore, le allegorie; tra queste immagini, nella Chiesa, spunta quella di Ecclesia Mater. Che cosa è la Chiesa: …non si può avere Dio per Padre se non si ha la Chiesa per madre… (Cipriano) (2) Altra via è quella dei criteri: regole che nascono dalle controversie con gli eretici per mostrare la vera Chiesa. Altra via è quella delle categorie, che cercano di circoscrivere non una parte ma tutto l'agire della Chiesa: la categoria imperante sino al Concilio Vaticano II era quella di società perfetta, ora quella di comunione. Altra via è quella del soggetto, che cambia la domanda: non tanto "cos'è la Chiesa" ma "chi è la Chiesa". Il termine (1) Altra via per conoscere la Chiesa è quella semantica: il termine ecclesia è il termine con cui la comunità cristiana si è autodenominata, termine traslitterato, non tradotto: se dovessimo tradurlo il termine più adatto sarebbe "assemblea". Ecclesia è usato nella LXX per tradurre il Qahal ebraico che indica tutto il popolo pronto a radunarsi. Qahal privilegia l'aspetto convocante. Deriva da Qol che è voce: evidenzia la chiamata di Dio e l'ascolto della parola, ma c'è anche la risposta dell'uomo, che è appunto il radunarsi. La Chiesa antica (Atti..) conosce questo significato. Ecclesia era un termine greco però, non ebraico: in greco era l'assemblea dei cittadini liberi, convocata per dirigere la polis (ec-calèo=chiamato da…). Noi cristiani in effetti ci raduniamo per prendere decisioni sulla nostra fede e sulla vita, siamo un‘ ecclesia, ma siamo un‘ ecclesia di Dio. Il termine (2) In senso cristiano la Pentecoste fonda la Chiesa; gli Atti non perdono mai di vista l'unità: finito il raduno, si è ancora Chiesa (il termine viene usato quindi in senso universale). Paolo usa il termine ecclesia anche per le piccole comunità: non è importante da quante persone siano composte. E' importante, dunque, recuperare il senso di questo termine: innanzitutto quindi è Dio che convoca; gli uomini non si radunano ma sono radunati, la decisione del singolo è importante ma come risposta alla chiamata di Dio. Poi c'è l'elemento comunitario: la Chiesa è comunità, non si fa Chiesa da soli pregando a tu per tu con Dio. Essere cristiani è radunarsi: tutte le principali tappe dell'alleanza sono scandite dall'essere riuniti, o del popolo, o degli apostoli, così come avvenne a Pentecoste. Importante è anche il legame con Israele: la Chiesa si comprende attraverso questo legame. Chi ha fondato la Chiesa? (1) Non c'erano dubbi fino a non molto tempo fa: Cristo ha fondato la Chiesa in tutte le sue strutture. Di recente alcuni autori hanno destabilizzato questa visione, affermando che Gesù ha predicato il Regno, non la Chiesa. La Chiesa quindi avrebbe fondamento negli apostoli guidati dallo Spirito Santo, e non da Gesù. Leggendo il vangelo si vede, infatti, l'interesse per il Regno, non per la Chiesa. Gesù è inoltre molto legato alla tradizione ebraica, invita apostoli e discepoli a predicare alle pecore perdute della casa di Israele, a non andare tra pagani e samaritani. Inoltre Gesù aveva una concezione escatologica che era quella dei primi cristiani, del Regno che viene, e che non ha bisogno quindi del formarsi di strutture e istituzioni. Chi ha fondato la Chiesa? Gesù è il Regno (2) Bisogna quindi, per rispondere, cercare di capire cosa intendeva Gesù con il Regno. Gesù rifugge ogni interpretazione politica, il Regno è l'azione salvifica di Dio che irrompe nella storia. Con Gesù il Regno è già presente, ma la sua realizzazione si dilata sino alla fine dei tempi. Gesù non è solo il profeta del Regno ma il Regno stesso, andare contro Gesù è andare contro il Regno. Questo inizio del Regno non poteva scomparire con Gesù, nei vangeli traspare la volontà che continui: non avrebbe scelto altrimenti i 12 apostoli e tra questi Pietro. C'è una continuità nella Chiesa all'inizio: il dato è quello di una continuità, si va a pregare ancora nella sinagoga, poi piano piano c'è la divisione con l'ebraismo, che nasce dall'apertura ai pagani e dal conflitto con la sinagoga. Paolo in questo sicuramente è una figura determinante. Dall'annuncio del Regno si passa ad annunciare Cristo, avviene una svolta cristologica, i primi cristiani si autodenominano così. La comunità cristiana primitiva Tre sono gli elementi chiave della comunità cristiana primitiva: la Parola, i Sacramenti e la Fraternità: 1. Non c'è solo l'annuncio della Parola da accogliere, ma la Parola poi è da coltivare, erano assidui all'insegnamento degli apostoli, da una parte quindi l'impegno cristiano dell'ascolto della Parola, dall'altro il compito degli apostoli di diffonderla. 2. La sacramentalità era molto presente nella forma del battesimo e dell'eucarestia. Dopo l'annuncio della parola e l'accoglienza avviene il battesimo, non soltanto per la salvezza ma come incorporamento alla Chiesa. Altro sacramento da subito presente nelle comunità cristiane è la fratio panis, l'eucarestia. 3. La fraternità è un altro elemento importante che viveva la prima comunità cristiana, il termine "fratelli" è un’ autodenominazione dei primi cristiani. Si è un cuor solo e un'anima sola (Atti 2, 42-48). II. CARATTERISTICHE - DONI DELLA CHIESA Il CREDO del Concilio NicenoCostantinopolitano (381 d.C.) dice che la Chiesa è: Una Santa Cattolica Apostolica Unità Non organizzativa, nè uniformità di usi, nè unanimità di pensieri. Tutti uno in Cristo. Vi è un unico Padre, una fede, un battesimo. Nella prospettiva antiprotestante e antiliberale, che ha dominato fino agli anni cinquanta del secolo scorso, il concetto di unità era semplice: credere e accettare tutte le verità della fede cattolica, partecipare ai sacramenti e sottomissione alla gerarchia imperniata sul papa. Con l'avvento del Vaticano II si è avuta una nuova comprensione di "Unità": la Chiesa è concepita come una comunità di credenti modellata sull'amore-comunione trinitario di Dio ed è chiamata a testimoniarlo. In essa le persone sono chiamate non più ad essere le une contro le altre, ma le une per le altre nel rispetto delle diversità, non più viste come elemento di scontro, bensì di arricchimento. Una unità che la Chiesa già possiede ontologicamente, ma che deve anche perseguire sul piano storico-salvifico, non solo con segni concreti di unità al proprio interno, ma anche per mezzo della riconciliazione dell'umanità a Dio, offerta in Cristo, e di cui la Chiesa è il luogo privilegiato di incontro e di riconciliazione tra Dio e gli uomini. Santità La santità è la più antica e indiscussa delle quattro qualità fondamentali della Chiesa. Essa è strettamente legata all'esperienza dell'antico popolo di Israele che fu oggetto di particolare predilezione ed elezione da parte di Dio e, in quanto tale, Santo. Tale santità di Israele costituisce uno degli elementi fondamentali dello stesso Israele e costituisce un aspetto della sua identità che gli venne consegnata ai piedi del monte Sinai: "Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza ... voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa" (Es 9,5-6). In tale prospettiva, santo è ciò che è chiamato all'esistenza e costituito da Dio, ciò di cui lo Spirito di Dio prende possesso. Se la Chiesa, dunque, è santa, ciò le viene esclusivamente da Dio. La santità della Chiesa, pertanto, non dipende dal suo corretto comportamento nei confronti di Dio, ma è costituzionalmente e ontologicamente: santa perché generata da Dio. Quella della Chiesa non è una santità morale, bensì costituzionale e a lei connaturata. La Chiesa non è diventata santa, ma è nata santa. Lo è per sua natura. Questa santità, tuttavia, stride con la sua fragilità e la sua peccaminosità. Nella Chiesa, suo malgrado, esiste il peccato e ci sono i peccatori, per questo la Chiesa ha continuo bisogno di conversione. Peccato e santità, dunque, convivono all'interno della Chiesa; un aspetto questo che è stato significativamente evidenziato dai Padri nell'efficace espressione di "casta meretrix". Universalità/Cattolicità (1) Il termine "cattolicità" appare nella Chiesa fin dal II sec. e a partire dal IV sec. si definisce come proprietà della Chiesa stessa (Teodosio il Grande, nel 380 d.C. emette il decreto Cunctos populos in cui definisce la chiesa come cattolica, cioè universale, adottandola quale religione dell'impero e in opposizione alle teorie eretiche: in tal senso cattolico più che esprimere l'universalità sottolinea la contrapposizione a tutto ciò che se ne differenzia). Il termine compare per la prima volta in S.Ignazio di Antiochia nella lettera ai cristiani di Smirne (110-118): "Dove appare il vescovo, ivi è la comunità, come dov'è Gesù Cristo, ivi è la Chiesa cattolica" (Smyrn. 8,2). Qui cattolico esprime la pienezza della salvezza e della verità fondata sull'universalità dell'opera redentrice di Cristo. Cristo è cattolico, nel senso che la sua azione redentrice e salvifica è rivolta alla totalità degli uomini, per questo la Chiesa è essa stessa cattolica. Con il crescere delle controversie (eresie) circa l'identità della fede che minavano l'unità e l'identità della Chiesa, emerge sempre più l'aspetto dell'ortodossia. In tale prospettiva la cattolicità assumeva anche un aspetto quantitativo: cattoliche erano tutte quelle comunità che professavano la stessa fede. Si evidenziava così anche una contrapposizione con quelle eterodosse che, quindi, non rientravano nella cattolicità, cioè nell'ortodossia. Universalità/Cattolicità (2) Con il tempo la cattolicità assunse anche valori geografici ed estensivi, per cui cattolico non indicava più soltanto l'universalità della salvezza in Cristo e/o la totalità delle chiese raccolte nell'unica fede, ma anche l'universalità storica e geografica. Ma con l'arrivo della Riforma (XV-XVI sec.) il termine cattolico assunse una valenza prevalentemente confessionale e tale rimase fino ai nostri giorni, benché il concilio Vaticano II abbia cercato di darne una valenza qualitativa, legata all'essere della Chiesa inserita nel ciclo vitale di Dio e in Cristo. Il termine "cattolica" deriva dal greco katolikh e significa "universale". L'espressione, benché contenga in sè anche un'accezione quantitativa ed estensiva, tuttavia non va intesa in senso di estensione confessionale poiché ciò sarebbe riduttivo della vera universalità che la Chiesa porta in sè. La cattolicità della Chiesa si aggancia sempre alla sua fonte primaria che l'ha generata: il Cristo morto-risorto che proprio in questa esperienza salvifica abbraccia, misteriosamente e realmente, l'intera umanità. Apostolicità: tradizione… (1) E’ la perpetua aderenza all' insegnamento apostolico del NT (Atti 2, 42). Questa è unione a Cristo. La questione della continuità della tradizione e dell'identità della Chiesa si pone in termini evidenti fin dalla prima generazione postapostolica. Le comunità paoline fondano la loro identità sul legame con l'apostolo Paolo, mentre la lettera agli Efesini comprende l'apostolo come fondatore e garante della tradizione che sorregge la Chiesa: "... edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti ..." (Ef 2,20). Anche per Luca gli apostoli che fondano la Chiesa sono garanti della tradizione e insieme prototipi dei ministeri ecclesiali, i quali continuano quello che essi hanno iniziato. Per Ireneo di Lione il legame storico tra Cristo e la Chiesa è mediato attraverso gli apostoli. Inoltre, già fin dai primi tempi della Chiesa viene identificata nella figura del vescovo la garanzia della tradizione e l'autenticità della dottrina. Sono compilate, proprio in questo periodo (dal II sec.) liste di successione di vescovi, storicamente verificabili, quasi ad indicare i punti cardine dell'autenticità della vera Chiesa. Apostolicità (2) In tale orizzonte la parola "apostolico" appare per la prima volta nel IV sec. come una delle quattro caratteristiche che definiscono l'identità della Chiesa. Sarà solo dopo il XVI sec. in un ambito polemico ed apologetico che gli apologisti cattolici antiriformisti sottolineeranno l'apostolicità quale elemento di contrapposizione e di autenticità contro i riformisti, una apostolicità che viene letta in termini di sede apostolica romana. Il termine "apostolica" deriva dal greco apostolikh che significa "inviata“ (dal verbo apostello). Sta proprio qui il germe dell'apostolicità della Chiesa: l'essere inviata. Bene si può applicare alla Chiesa quanto Paolo in Galati afferma con forza e perentorietà di se stesso: "Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomini, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre" (Gal 1,1). Come per Paolo, anche la Chiesa è chiamata e inviata da Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. III. Unica Chiesa, unica vocazione che si esprime attraverso la chiamata… …alla vita familiare: la famiglia cristiana racchiude in sè la pienezza della grande famiglia di Dio che è la Chiesa; …alla vita consacrata, religiosa e laica, contemplativa ed attiva: uomini e donne che consacrano la loro vita a Dio e ai fratelli; …ai ministeri ordinati, istituiti o di fatto, nella Chiesa: diaconi permanenti, lettori, catechisti, animatori, cantori, missionari, ministri dell’eucarestia, accoliti, volontari, operatori pastorali; ...al sacerdozio ministeriale: presbiteri, vescovi, Papa… ...ad ogni singola chiamata che Dio rivolge ad ogni uomo perché sia fatta sempre la sua volontà.