Il Puerperio Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia Definizione Nella definizione storica era il periodo in cui la donna restava “confinata” dopo il parto Si intende con questo termine il periodo necessario al ritorno dell’apparato genitale alle condizioni pregravidiche, che attualmente si considera di circa 6 settimane Definizione Durante questo periodo l’apparato riproduttivo ritorna all’anatomia pregravidica, fatte salve le modificazioni permanenti indotte dal travaglio e dal parto a carico di cervice, vagina e perineo Nelle donne che non allattano al seno durante questo periodo si ristabilisce inoltre la normale funzione dell’asse ipotalamo-ipofisiovaio Involuzione dell’utero Immediatamente dopo il secondamento il fondo uterino si trova a metà dello spazio ombelico-pubico, o leggermente al di sopra Le pareti uterine misurano 4-5 cm di spessore, presentano aspetto ischemico legato alla formazione del globo di sicurezza La cavità endometriale è rivestita dalla decidua basale Involuzione dell’utero Nei due giorni successivi al parto l’utero rimane di volume costante, indi progressivamente si riduce, ritornando nella piccola pelvi nel giro di 2 settimane e tornando alle dimensioni pregravidiche in circa 4 settimane Il peso dell’utero subito dopo il parto è di circa 1 kg, dopo 1 settimana 500 g, dopo 2 settimane 300 g, dopo 3-4 settimane 100 g Involuzione dell’utero Il numero delle miocellule non si riduce significativamente, il volume delle singole cellule decresce invece marcatamente: non è ancora chiaro il meccanismo di eliminazione delle proteine contrattili La decidua basale presenta aspetto e spessore irregolare, con ampie infiltrazioni ematiche Rigenerazione dell’endometrio Entro 2-3 giorni dal parto la decidua si differenzia in due strati: lo strato superficiale diviene necrotico, mentre viene mantenuto un buon trofismo dello strato basale L’eliminazione dello strato superficiale avviene con la “lochiazione”, lo strato basale provvede alla rigenerazione dell’endometrio, attraverso la proliferazione delle cellule del fondo delle ghiandole endometriali e dello stroma interghiandolare Rigenerazione dell’endometrio Il processo rigenerativo è assai rapido, ad eccezione del sito di inserzione della placenta: entro 7-10 giorni l’epitelio rigenerato riveste la cavità ed entro 3 settimane si assiste ad una normalizzazione della mucosa endometriale (epitelio e stroma) L’aspetto istologico dell’endometrio è normale ad eccezione di saltuari residui deciduali ialinizzati e di sparsa infiltrazione leucocitaria Involuzione del sito placentare La completa rigenerazione del sito placentare richiede fino a 6 settimane (Williams) Immediatamente dopo il parto il sito placentare è grande all’incirca come il palmo di una mano, dopo 2 settimane il diametro è 3-4 cm La base del sito è costituita prevalentemente da vasi trombizzati, che evolvono secondo il processo di organizzazione del trombo Involuzione del sito placentare Il processo di involuzione del sito è peculiare: il tessuto endometriale neoformato “sottomina” il letto, che viene eliminato mediante un processo di esfoliazione, evitando così la formazione di cicatrici retraenti Anderson et al hanno dimostrato come tale esfoliazione avvenga mediante un meccanismo di necrosi superficiale, seguito da un processo riparativo simile a quello presente in tutti gli epiteli superficialmente asportati Modificazioni dei vasi uterini Nell’utero puerperale si assiste alla obliterazione dei vasi mediante un processo di ialinizzazione e sostituzione con vasi di diametro inferiore Il riassorbimento del residuo ialino avviene similmente a quanto avviene nell’ovaio dopo la ovulazione, gli esiti di tale processo sono riscontrabili all’esame microscopico del viscere Modificazioni di cervice e SUI Subito dopo il parto, cervice e SUI sono strutture assottigliate, flaccide Il margine esterno della cervice è lacerato, in particolare lateralmente e si ricostruisce con lentezza Per alcuni giorni dopo il parto è possibile introdurre 2 dita attraverso l’OUE, ma al termine della 1° settimana la cervice ammette un solo dito esplorante Modificazioni di cervice e SUI Contemporaneamente al restringimento ed all’ispessimento della cervice si riforma il canale cervicale Al termine della involuzione la cervice presenta gli esiti delle lacerazioni del parto, sotto forma di linearizzazione e depressione dell’OUE Modificazioni di cervice e SUI Dopo il parto il SUI si contrae e si retrae, ma non energicamente come il resto del corpo uterino; nel giro di alcune settimane viene persa l’individualità anatomica del SUI, che diviene il segmento, quasi virtuale, situato tra corpo dell’utero ed OUI Modificazioni di vagina ed introito La vagina e l’introito, nei primi giorni del puerperio, formano un canale ampio, a pareti lisce, che gradualmente riduce le sue dimensioni senza tuttavia ritornare al calibro originario Le “rugae” vaginali ricompaiono entro la terza settimana L’imene residua sotto forma di frammenti di tessuto, che cicatrizzano sotto forma di caruncole mirtiformi, tipiche della donna che ha partorito Modificazioni di peritoneo e parete addominale Durante la contrazione e retrazione uterina la sierosa si arriccia in pieghe I legamenti larghi e rotondi mantengono una notevole lassità e richiedono un lungo periodo di tempo per tornare alla tonicità iniziale I muscoli retti addominali, se non adeguatamente stimolati, possono mantenere una diastasi, per cui la parete addominale, sulla linea mediana, può essere costituita solo da peritoneo, fascia muscolare assottigliata, grasso sottocutaneo e cute Modificazioni del tratto urinario La mucosa vescicale dopo il parto presenta edema, iperemia e frequentemente ematomi sottomucosi La vescica nel postpartum aumenta la sua capacità e riduce la contrattilità, per cui è talvolta presente la formazione di globo vescicale La sovradistensione ed il trauma meccanico del parto spesso conducono ad una riduzione (transitoria) della funzione minzionale Modificazioni del tratto urinario La dilatazione (fisiologica) di ureteri e pelvi renale si normalizza nel giro di 2-8 settimane, senza esiti Il persistere di ipotonia vescicale, associata alla dilatazione dell’albero urinario costituisce un favorevole elemento all’instaurarsi di UTI puerperali Incontinenza urinaria in puerperio La stress incontinence puerperale si sviluppa in circa il 2% delle puerpere Elementi di rischio sono: durata del periodo espulsivo, circonferenza cefalica e peso del neonato, episiotomia La maggior parte delle pazienti ritorna alla normalità nel giro di 3 mesi dal parto Modificazioni ematologiche Si può osservare in travaglio e nel postpartum leucocitosi e trombocitosi, con granulocitosi ed eosinopenia Entro 7 gg dal parto il volume sanguigno è tornato a livelli pregravidici Il fibrinogeno e la VES restano in genere elevati per almeno 7 gg La portata cardiaca resta elevata per almeno 48 ore dopo il parto (per aumentato ritorno venoso) Modificazioni ponderali Oltre alla perdita di 5-6 kg legata al parto ed alla perdita ematica, si verifica inoltre una perdite di 2-3 kg attraverso la diuresi In genere (Schauberger) il peso ritorna ai livelli pregravidici +1.4 kg nel giro di 6 mesi; livelli di incremento più elevati sono legati ad un incremento ponderale superiore a 9 kg in gravidanza Colostro La sua secrezione inizia dal secondo giorno del postpartum Contiene, rispetto al latte, più proteine e minerali, meno zuccheri e grassi, oltre a voluminosi corpuscoli lipoidei di incerta origine (cellule epiteliali desquamate vs. macrofagi fagocitanti lipidi) Colostro La sua secrezione dura circa 5 gg, con una graduale modificazione verso latte maturo durante il mese successivo Sono presenti inoltre IgA, proteine del complemento, macrofagi e linfociti, lattoferrina, lattoperossidasi e lisozima Latte E’ una sospensione di grassi e proteine in una soluzione di minerali e carboidrati, isotonica con il plasma Proteine di elevato peso molecolare, quali la caseina, l’α-lattoalbumina e la β-lattoglobulina Gli aminoacidi essenziali sono di origine ematica, i non essenziali sono prodotti dalla ghiandola mammaria o di origine ematica Latte Nel latte sono contenuti elevati livelli di Interleuchina 6, unitamente ad IgA Sono inoltre contenuti linfociti T, cosiddetti ad “alta memoria”, che recano informazioni provenienti dalla storia immunologica della madre La Prolattina è secreta nel latte materno L’EGF secreto nel latte, non essendo inattivato a livello gastrico, sembra associato a processi di maturazione e crescita dell’epitelio del tratto digerente neonatale Latte La lattosio sintetasi è l’enzima chiave nella conversione da glucosio in lattosio: essa è regolata dell’azione della galattosil-trasferasi (proteina A) e della α-lattalbumina (proteina B), la cui produzione è stimolata dalla PRL ed inibita dal Progesterone Latte Nel latte materno si ritrovano tutte le vitamine ad eccezione della vit.K Il ferro è contenuto in bassa concentrazione, apparentemente non influenzata dall’entità delle riserve materne Lattazione Con il parto si verifica un calo dei livelli di progesterone, con cessazione della inibizione della produzione della proteina B ed inizio della produzione di lattosio, che richiama acqua nelle vescicole di Golgi e successiva liberazione per esocitosi nel lume ghiandolare Lattazione L’intensità e la durata della successiva lattazione (fino a 600 ml/die) è regolata dallo stimolo della suzione La PRL è fondamentale per la lattazione, e si verificano picchi nella sua concentrazione plasmatica in seguito alla suzione del capezzolo, il che avviene anche per l’ossitocina, che stimola la contrazione delle cellule mioepiteliali perialveolari Lattazione Con l’ovulazione in corso di allattamento si verificano notevoli alterazioni nella composizione del latte: in periodo periovulatorio (-5 / +7 gg) aumenta la concentrazione di sodio e cloro, diminuiscono potassio, lattosio e glucosio Statement AAP (1997) Research…provides strong evidence that human milk feeding decreases the incidence and/or severity of diarrhea, lower respiratory infection, otitis media, bacteremia, bacterial meningitis, botulism, urinary tract infection, and necrotizing enterocolitis. There are a number of studies that show a possible protective effect of human milk feeding against SIDS, IDDM, Crohn’s disease, ulcerative colitis, lymphoma, allergic diseases. Breastfeeding has also been related to possible enhancement of cognitive development. Contraccezione in allattamento Progestinici (Cerazette) a partire da 2-3 settimane dopo il parto MAP deposito 6 settimane dopo il parto Impianti progestinici sottocute Contraccezione E/P non prima di 6 settimane dopo il parto e solo dopo che la lattazione è ben avviata e lo stato nutrizionale del neonato sia soddisfacente e ben monitorato Farmaci controindicati in allattamento Bromocriptina Ciclofosfamide, doxorubicina, metotrexate Ciclosporina Litio Fenciclidina Fenindione Elementi radiomarcati Farmaci di scelta in allattamento Analgesici: paracetamolo, flubiprofene, ibuprofene, ketorolac, ac.mefenamico, morfina Anticoagulanti: acenocumarolo, eparina,warfarin Antidepressivi: sertralina, antidepressivi triciclici Antiepilettici: carbamazepina, fenitoina, acido valproico Antibiotici: aminoglicosidi, cefalosporine, macrolidi, penicilline Antiipertensivi: labetalolo, propranololo Ormoni: insulina, levotiroxina, propiltiouracile Glucocorticoidi: prednisolone, prednisone Ripresa della funzione ovarica In assenza di allattamento il ciclo mestruale riprende in 6-8 settimane In corso di allattamento in genere non si osservano mestruazioni fino alla sua sospensione, tuttavia si osserva estrema variabilità (tra 2 e 18 mesi) Il rischio di gravidanza durante allattamento è circa 4% per anno Ovulazione durante allattamento 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 10 20 30 Allattamento 40 50 Non allattamento 60 70 Mastite Processo infiammatorio della ghiandola mammaria, raro al di fuori del puerperio, più spesso (2%) osservato durante la lattazione, quasi sempre monolaterale La comparsa è più frequente dopo la terzaquarta settimana di allattamento Il principale agente etiologico è lo S.Aureus Mastite In genere è preceduta da “ingorgo mammario” La mammella si presenta di consistenza aumentata, con tutti i segni della infiammazione Nel 10% dei casi si osserva la evoluzione verso l’ascesso Mastite Esame colturale sul latte Terapia antibiotica con penicilline a dosi piene, in seconda istanza macrolidi; in ceppi resistenti utile la vancomicina Fondamentale la prosecuzione dello svuotamento della ghiandola Ascesso mammario Si deve sospettare un ascesso se non vi è defervescenza entro 48-72 ore dallo inizio della terapia antibiotica o se si sviluppa una massa palpabile Essenziale il drenaggio chirurgico, in corso di valutazione il drenaggio sotto guida ecografica Emorragia puerperale In genere si verifica 1-2 settimane dopo il parto E’ spesso legata ad un’anomala involuzione del sito placentare, ma può anche essere dovuta alla ritenzione di un lembo placentare, che va incontro a necrosi seguita da deposizione di fibrina e formazione del cosiddetto “polipo placentare”, la cui caduta può causare vivace sanguinamento Emorragia puerperale La prevalenza dell’evento è inferiore allo 1%; su 20/27 donne con questo segno il controllo ecografico di cavità è risultato negativo e solo in un caso è stata dimostrata ritenzione di tessuto placentare In alternativa al tradizionale curettage, è consigliabile trattamento medico con uterotonici (prostaglandine, metilergonovina), riservando l’approccio chirurgico in caso di persistenza del sanguinamento Iperpiressia in puerperio Ingorgo mammario: dà un rialzo termico non superiore a 39° nei giorni immediatamente successivi al parto per non più di 24 ore Complicanze respiratorie sono talvolta associate a taglio cesareo Pielonefrite Tromboflebite Infezioni uterine in puerperio Riconoscono tra i fattori predisponenti il parto cesareo (RR 10 rispetto al parto per via vaginale), l’anemia, la colonizzazione batterica del tratto genitale inferiore, prolungate procedure di induzione del travaglio Agenti etiologici sono i più comuni patogeni quali enterococchi, stroptococchi, E. coli, anaerobi Infezioni uterine in puerperio In ogni rialzo termico in puerperio si deve sospettare una endometrite Spesso la febbre supera i 38°, è accompagnata da brivido (la batteriemia è documentata nel 10-20 % dei casi) L’utero è assai dolente alla palpazione, i lochi sono spesso maleodoranti Infezioni uterine in puerperio Il provvedimento più incisivo è la profilassi antibiotica Ad infezione instaurata il trattamento di scelta è in genere un ß-lattamico, eventualmente associato a gentamicina Nel sospetto di infezione da anaerobi è importante l’associazione di metronidazolo Infezioni uterine in puerperio Infezione della ferita Peritonite Annessite Flemmone parametriale Ascesso pelvico Tromboflebite settica Tromboflebite in puerperio Storicamente una delle complicanze più temibili, legata alla stasi venosa ed alle procedure chirurgiche, oltre che a deficit di proteina C ed S, clinicamente non evidenti al di fuori della gravidanza La classica forma della “phlegmasia alba dolens” è legata a trombosi venosa profonda degli arti inferiori