IL VIAGGIO DI
ULISSE
Presentazione
realizzata dalla IB
della scuola media
“F.lli Casetti”
CLICCA SULLE STELLINE PER
RICOSTRUIRE IL VIAGGIO DI ULISSE
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1.LA CITTA’ DI TROIA VIENE ESPUGNATA
Ulisse, re di Itaca,forte
coraggioso e abile guerriero,
consigliò ai Greci di
abbandonare le spiagge di Troia
e lasciare su di esse un cavallo
di legno per placare gli dei
durante il ritorno. Ma era uno
stratagemma: il cavallo di legno
era pieno dei soldati achei.
I Troiani, non sospettando nulla,
portarono il cavallo dentro le
mura di Troia, nonostante la
profetessa Cassandra lo avesse
sconsigliato.
Di notte, mentre i Troiani
dormivano, i Greci uscirono dal
cavallo e aprirono le mura di
Troia facendo entrare i soldati .
Troia fu data alla fiamme e
Ulisse partì per Itaca vincitore.
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2. LA TERRA DEI CICONI
Ulisse, una volta terminata la guerra di
Troia, salpò con le sue navi per tornare
in patria; si diresse anzitutto verso
Ismara, capitale del regno dei Ciconi per
cercare le provviste necessarie per il
viaggio. Il re e i suoi uomini
saccheggiarono e distrussero la città
uccidendo molti guerrieri Ciconi e facendo
prigioniere le loro donne. Gli uomini di
Ulisse,mentre consumavano le carni e il
vino rubati furono sorpresi da un esercito
cicone, radunatosi per contrattaccare. Le
donne dei Ciconi poterono così mettersi in
salvo, mentre Odisseo fu costretto a
salpare dopo aver perso sei uomini per
ognuna delle dodici navi.
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3. LA TERRA DEI LOTOFAGI
IL nome Lotofagi deriva dal nome
del fior di loto, un fiore che si
trovava sulla loro isola. Questo
fiore faceva perdere la memoria.
Quando Ulisse e i suoi compagni si
trovarono, spinti dalla tempesta,
nella terra dei Lotofagi ,
mangiarono il fior di loto. Così
dimenticarono il desiderio di
tornare in patria. Ulisse però con
la forza riuscì a costringere i suoi
compagni a tornare sulle navi e a
partire.
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4. I CICLOPI E POLIFEMO
Ulisse e i suoi compagni
approdarono nell’isola dei ciclopi : giganti
con un occhio solo. Si addentrarono nella
grotta di Polifemo, perché Ulisse era
curioso di vederlo. Ma il mostro non si
rivelò per nulla ospitale e divorò alcuni
uomini. Ulisse organizzò un piano: accecò
il gigante con un ramo di ulivo arroventato
e uscì con i suoi compagni, legandosi al
ventre degli arieti.
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5. L’ISOLA DI EOLO
Eolo, dio dei venti,
accolse Ulisse e i suoi
compagni e donò ad Ulisse
un’otre contenente i venti
contrari alla navigazione,
offrendogli anche la
possibilità di tornare in
patria. Durante il viaggio,
però, i compagni di Ulisse
pensarono che l’ otre
contenesse dei tesori.
Essi lo aprirono
scatenando una terribile
tempesta che li
scaraventò in mare.
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6. I GIGANTI LESTRIGONI
Ulisse giunse con tutte le sue navi in
una terra sconosciuta. Mandò allora
molto prudentemente in ricognizione
tre suoi compagni. Essi scoprirono che
quella terra era abitata da giganti
antropofagi, i Lestrigoni. Uno di loro,
infatti, fu divorato vivo dal re,
Antifate; gli altri due riuscirono a
scappare, ma furono inseguiti.
I Lestrigoni cannibali attaccarono le
navi, ne distrussero moltissime e molti
compagni fecero una fine orrenda e
spaventosa. Solo Ulisse con pochi
compagni riuscì a scappare con la sua
nave
Riprese, così, mestamente il viaggio.
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7. ISOLA DI EEA
L’ isola di Eèa
Ulisse e i suoi compagni giunsero
nell’isola di Eèa, dove viveva la maga
Circe che trasformò i compagni di
Ulisse in porci. Il dio Ermes, però,
offrì ad Ulisse una pozione e utili
consigli per non cadere nei tranelli
della maga. Ulisse così riuscì a salvare
i suoi compagni che diventata un ospite
generosa,li trattenne presso di sé per
un anno.
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8. LA DISCESA NELL’AVERNO
Su consiglio della maga Circe, Ulisse
scese nell’ Averno, il regno dei morti.
Qui incontrò Tiresia. Egli e’ una
figura mitologica greca. Si racconta
che quando si recò sul monte Cillene
vide due serpenti, ne uccise la
femmina. A questo punto Tiresia fu
tramutato da uomo a donna. Visse in
questa condizione per sette anni.
Passato questo periodo incontrò di
nuovo due serpenti. Questa volta
uccise il serpente maschio e nello
stesso istante ritornò uomo. Tiresia
svelò a Ulisse il suo futuro, ovvero il
ritorno a Itaca.
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9. LE SIRENE
Ulisse, mentre solcava il mare, vide le
sirene, però il loro canto era micidiale.
Ulisse, preavvertito da Circe ordinò ai suoi
uomini di tapparsi le orecchie con la cera.
Ulisse voleva sentire il loro canto,e quindi
chiese ai suoi uomini di legarlo all’albero
maestro, vietando ai compagni di slegarlo
qualunque supplica avesse detto a loro.
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10. SCILLA E CARIDDI
Chi era Scilla?
Nelle storie che ci sono state tramandate si narra che presso
l'attuale città di Reggio Calabria, vivesse un tempo la
bellissima ninfa Scilla, figlia di Tifone ed Echidna Scilla, cui la
natura aveva fatto dono di una incredibile grazia, era solita
recarsi presso gli scogli di Zancle, per passeggiare a piedi nudi
sulla spiaggia e fare il bagno nelle acque limpide del mar
Tirreno. Una sera, mentre era sdraiata sulla sabbia, sentì un
rumore provenire dal mare e notò un'onda dirigersi verso di
lei. Impietrita dalla paura, vide apparire dai flutti un essere
metà uomo e metà pesce dal corpo azzurro con il volto
incorniciato da una folta barba verde ed i capelli, lunghi sino
alle spalle, pieni di frammenti di alghe. Era un dio marino che
un tempo era stato un pescatore di nome Glauco che un
prodigio aveva trasformato in un essere di natura divina.
Chi era Cariddi?
Cariddi era figlia di Forco (o di Poseidone) e di Gea e per
avere rubato ad Eracle i buoi di Gerione, Zeus la fulminò e
la tramutò in un terribile mostro marino (alcuni autori
narrano invece che fu uccisa da Eracle stesso, ma fu poi
resuscitata da suo padre Forco) destinandola ad ingoiare e
a rigettare tre volte al giorno l'acqua del mare.
Pianse Glauco la sorte toccata a Scilla e per sempre rimase
innamorato dell'immagine di grazia e dolcezza che la ninfa
un tempo rappresentava.
Lo svolgimento:
Ulisse con la sua flotta attraversa
lo stretto di
Messina, Scilla e Cariddi lo
aggredirono e
Molti suoi compagni morirono.
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11.ISOLA DEL SOLE
Zeus scatenò una terribile
tempesta
E Ulisse e i suoi compagni
naufragarono su un’isola.
Questa isola era l’isola del sole . I
compagni si cibarono dei buoi
sacri e morirono durante la
tempesta in mare scatenata da
dio Sole.
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12. L’ISOLA DI OGIGIA E LA NINFA CALIPSO
La ninfa Calipso, innamorata
di Ulisse, per sette lunghi
anni, gli impedì di lasciare
l’isola. Il settimo anno però,
per intervento divino, Ulisse
potè tornare a Itaca con una
zattera. Calipso non lo
ostacolò perché era volontà
degli dei che Ulisse tornasse
in patria.
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13. ISOLA DEI FEACI
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Dopo il drammatico approdo
nell’isola dei Feaci, Ulisse ,
sfinito si addormentò.
Nausicaa, avvertita in sogno
da Minerva si recò con le
amiche alla riva del fiume e,
dopo aver lavato le vesti,
giocavano a palla. Con le loro
grida svegliarono Ulisse, che
si coprì con un folto ramo e
andò verso le donne; tutte
fuggirono tranne Nausicaa,
alla quale l’eroe rivolse parole
gentili chiedendo il suo aiuto.
Nausicaa manifestò un
profondo senso di ospitalità e
fu pronta ad aiutarlo: lo
portò alla reggia paterna.
14.IL RITORNO A ITACA
Una nave dei Feaci accompagna Ulisse a Itaca, la sua patria.
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14.IL RITORNO A CRETA: ARGO
Allevato come cane da caccia dall'eroe
prima di partire per Troia, nel poema di
Omero compare in un passo, ad Itaca,
soltanto nella terza e ultima parte: ormai
vecchio, disteso su cumuli di letame di muli
e buoi addossato dinanzi all'ingresso,
tormentato dalle zecche; ugualmente,
riconobbe subito il padrone Odisseo
(travestito da mendicante) dopo averlo
lungamente atteso nonostante la prolungata
assenza, e agitò la coda, abbassò le
orecchie, non avendo la forza di avvicinarsi
a lui.
Argo poi venne preso dalla nera morte per
sempre,, dopo essere riuscito a rivedere
alla fine Odisseo, dopo vent'anni, e Odisseo
si asciugò di nascosto una lacrima (l'unica
che versa in tutto il suo ritorno).
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14. IL RITORNO A ITACA: LA STRAGEItaca
DEI PROCI
Ulisse, una volta tornato a Itaca, fu
trasformato da Atena in un vecchio
mendicante; si recò da Eumeo, che era il
porcaro della reggia, per avere informazioni.
Alla capanna di Eumeo si recò anche Telemaco
per opera di Atena. Così padre e figlio si
riconobbero, si abbracciarono e prepararono
un piano per vendicarsi dei proci.
La reggia di Itaca era invasa dai
proci che volevano in moglie
Penelope, la moglie di Ulisse.
Ulisse con suo figlio Telemaco e il
porcaro della reggia Eumeo decisero
di sconfiggere i proci. Intanto
Penelope, su consiglio di Atena,
propose ai proci la gara dell’arco: chi
fosse riuscito a tendere l’arco e a
far passare la freccia attraverso gli
anelli dei dodici scudi allineati,
sarebbe stato suo sposo. Tutti i
proci non ce la fecero tranne Ulisse
che, con l’aiuto di Telemaco e
Eumeo, fece strage dei proci.
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14.ULISSE E PENELOPE
Dopo la strage dei Proci,
Penelope aveva ancora dubbi
sull’identità di Ulisse; per
accertare la verità gli chiese
di rivelargli il segreto che solo
loro due custodivano. Avuta
così conferma che l’uomo era
davvero Ulisse, si riunì a lui.
Il ritorno di Ulisse in patria e
nella propria famiglia si è
compiuto.
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Autori:
Alberto B.
Sofia B.
Emilie B.
Stefano B.
Luca C.
Alice G.
Riccardo L.
Fabio M.
Davide M.
Giorgia M.
Lorenzo N.
Mattia P.
Silvia P.
Ylenia P.
Alessio P.
Simone P.
Camilla R.
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