Le immagini
in S. Caterina
LA VIGNA
Vigna, vite, tralci, uva, vino
diventano spesso, nelle Sacre
Scritture, illustrazione di realtà
spirituali.
Nelle opere di Caterina, l’allegoria della vigna ritorna
frequentemente, è molto ampia e richiama e si
intreccia con altre immagini: quella della vite e dei
tralci e quella dell’innesto.
Perché l’utilizzo delle immagini?
 Il linguaggio di Caterina è popolare ed immediato; un
linguaggio che non può prescindere dalla sua
esperienza umana e mistica e dalle circostanze
occasionali che lo hanno suggerito.
 E’ attraverso questo tipo di linguaggio molto semplice
e molto concreto, fatto di allegorie e metafore e quindi di
immagini, che Caterina può esprimere la sua esperienza
di Dio e i contenuti alti della sua fede.
Perché Caterina utilizza l’immagine
della vigna?
L’immagine della vigna nasce e richiama:
 l’ambiente nel quale Caterina era immersa, in
particolare i paesaggi da cui era circondata; Siena
è una terra ricca di vigneti e di oliveti;
 la conoscenza del vangelo di Giovanni e delle
lettere di Paolo (cfr. Ef. 2, 4-5; Rm. 6; Rm 11, 1624);
il rapporto di intima e profonda unione che
Caterina vive con il suo Signore.
Perché Caterina utilizza l’immagine
della vigna?
Nell’allegoria della vigna e nell’immagine dell’innesto
esiste un forte richiamo al vangelo di Giovanni ( Gv.15, 1-8)
e a quanto Gesù vuole esprimere attraverso l’esempio
della vite e dei tralci:
 la creatura umana non potrebbe vivere senza Dio;
 Gesù è venuto (usando l’immagine dell’energia elettrica)
per "riattaccare la spina" fra l'essere umano, allontanatosi a
causa del peccato, e Dio e permettere così che la Sua
"energia" passi al pieno delle sue capacità in noi.
Perché Caterina utilizza l’immagine
della vigna?
Caterina in particolare con l’immagine della vigna e
dell’innesto vuole sottolineare la centralità del mistero
dell’Incarnazione e della Redenzione, del mistero
dell’infinito amore di Dio per la sua creatura e della libertà
donatagli.
Perché Caterina utilizza l’immagine
della vigna?
“Rimanete in me, e io in voi. Come il tralcio non può da sé
dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non
rimanete in me"
 Un altro concetto che emerge dal vangelo di Giovanni è
quello espresso dal verbo “rimanere” e che Caterina mette
in evidenza proprio con l’immagine dell’innesto.
 Il verbo «rimanere» che Gesù ripete in questo brano,
rimanda anche all'invito che lui stesso rivolge a s. Caterina
quando le dice di non uscire dalla «cella del cognoscimento».
L’allegoria della vigna

 Lettere
n. 321 e n.313
 Dialogo
cap. XXIII
Riferimenti ai testi principali
L’allegoria della vigna
Noi siamo la vigna di Dio
“ [...]sapete che la
Verità eterna ci
creò a immagine
e somiglianza
sua, e fece di noi
una vigna nella
quale volle e
vuole abitare per
grazia”
(L 321; 313)
L’allegoria della vigna
E’ stato posto un lavoratore nella vigna
“…il lavoratore è la volontà
mediante il libero arbitrio[…] al
quale è affidato il governo di
questa vigna […] durante il
tempo di questa vita […], finchè
vive può lavorare la sua vigna.
L’allegoria della vigna
Ricevendo il santo battesimo, questo
lavoratore ha ricevuto:
 La fortezza
Il coltello dell’amore alla virtù e
dell’odio al peccato
→ il coltello viene utilizzato attraverso il libero
arbitrio per “…svellere le spine dei
peccati mortali e piantare le virtù..”
L’allegoria della vigna
La vigna è dotata d’un lume, quello dell’intelletto e
della coscienza
“ Dio ci ha dato anche il lume dell’intelletto perché
riconosciamo e distinguiamo gli amici e i nemici che
volessero passare per la porta della volontà… (L321)
“…dinanzi alla quale è posto il
cane della coscienza perché
abbai quando li sente spingere
per entrare. Ma occorre che
questo cane vegli e non dorma”
(L321)
L’allegoria della vigna
In mezzo alla vigna c’è la vasca per innaffiare le piante,
ripiena di sangue
“Nel mezzo della vigna Dio ha posto
il vasello del cuore, pieno di sangue,
per innaffiare con esso le piante
perché non si secchino […]”
L’allegoria della vigna
“Con che s’innaffia la vigna?
Non con l’acqua, ma col sangue
prezioso di Cristo, sparso con
tanto fuoco d’amore, e questo
sangue sta nel vasello del
cuore…” (L321).
L’allegoria della vigna
Dio ha collocato la vigna particolare dell’anima in
quella più grande della Chiesa dove si trova la vite
vera che è Cristo
L’allegoria della vigna
La vigna è la Chiesa di Dio
 Fedeli e ministri sono tutti lavoratori della santa Chiesa
 Questa solidarietà di tutto il corpo è espressa nell’allegoria delle 3 vigne:
- anima
- prossimo
- Chiesa
 Per coltivare la propria vigna bisogna lavorare anche le altre due.
La nostra vigna è affiancata da un’altra vigna
“…cioè quella del prossimo nostro: la quale è tanto unita
insieme con la nostra, che utilità non possiamo fare alla nostra,
che non sia fatta anco alla sua (L 321; 313)
L’INNESTO

Riferimenti ai testi principali

Dialogo
cap. XXIV
Orazione X
Lettere di Paolo ai Romani e
agli Efesini ( Ef. 2, 4-5; Rm 6,
Rm 11, 16-24)
Vangelo di Giovanni
(Gv. 15, 1-11)



L’INNESTO
“[…] voi dunque siete i miei lavoratori, usciti da me, sommo ed eterno
lavoratore, che vi ho uniti ed innestati nella vite, per l’unione che io ho
fatta con voi nell’Incarnazione…” (D 24)
Dio è il lavoratore che piantò la VERA VITE ( il Figlio Suo Unigenito) nella
terra della nostra umanità …“ acciocché voi tralci uniti alla vite, faceste
frutto “ (D. 23)
L’INNESTO
L’immagine dell’innesto è bene espressa
nell’Orazione X
Dio dona all’uomo che con il peccato si era
allontanato da Lui, albero di vita, una seconda
possibilità ; gli infonde nuova vita innestando Sé
nell’umanità con la Incarnazione del Verbo, e lo
irrobustisce irrorandolo del sangue di Cristo
mediante l’innesto di Lui nell’albero della croce.
Ma bisogna che l’uomo innesti se stesso in
Cristo crocifisso: solo così potrà dare frutto.
L’INNESTO
Noi possiamo essere buoni o cattivi lavoratori della vigna.
I buoni lavoratori o servi:
- lavorano la vigna della loro anima:
 Traendone fuori l’amor proprio;
 Rivoltando la terra del loro affetto;
→ così nutrono il seme della grazia ricevuto nel battesimo
→ lavorando la loro, lavorano anche l’anima del prossimo
- “… devono essere uniti ed innestati a questa vite…”
L’INNESTO
In che modo “devono essere uniti ed innestati a questa vite” ?
 AFFINITA’ Somiglianza fisiologica→ si utilizzano piante di
appartenenza ad una stessa specie.
- “ …sapete che la verità eterna creò noi
all’immagine e similitudine sua…” (L 313; O X)
 PERIODO Periodo di tempo in cui viene praticato
- “…finchè avete tempo in questa vita, potete levarvi la
puzza del peccato col vero dolore e col ricorrere ai miei
ministri…” (D 24)
- “…e così avete il coltello, che dovete usare col libero
arbitrio finchè ne avete tempo…” ( D 23)
- “ Adunque è da levarsi nel tempo presente che ci è
dato per misericordia…” (L 313)
L’INNESTO
 CONTATTO le cellule del cambio che contribuiranno alla formazione
dei tessuti della sezione del ramo devono essere tra di loro in stretto
contatto → per questo la parti combacianti dovranno essere il più
possibile unite.
- “..se l’uomo col libero arbitrio innesta sé in te e teco unisce e
lega il cuore e l’affetto suo, legando e fasciando questo
innesto col la fascia della carità…”
- “…e seguitando la dottrina sua…”
- amare, conoscere e compiere la sua volontà
 Un buon innestatore deve essere veloce e sicuro; la lama del
coltello deve essere sempre molto tagliente e possibilmente sterilizzato
“…Voi dunque avete il coltello che dovete usare col libero arbitrio…”
L’INNESTO
Da Dio, albero di vita, ha vita l’albero d’amore che è l’anima.
“[…] Hai fatto questo albero libero; tu hai dato rami a questo
albero, ciò sono le potenze dell’anima, la memoria, l’intelletto
e la volontà […]
“[…] vedendo che
questo albero non
poteva fare frutto
altro che di morte
perché era separato
da te, Vita, gli desti il
rimedio con quel
medesimo amore con
cui l’avevi creato […]”
O dolce e soave innesto…
…Tu somma dolcezza ti sei
degnato d’unirti con la nostra
similitudine, tu splendore, con
le tenebre; tu sapienza, con la
stoltezza […]
[…] tu, Vita, con la morte, e tu
Chi ti costrinse a questo per
infinito, con noi finiti.
renderle la vita, avendoti questa tua
creatura fatta tanta ingiuria?
Solamente l’AMORE,
come è detto è, onde
per questo innesto si
dissolve la morte.
No. E perciò tu, Verbo
eterno, innaffiasti
questo albero con il
sangue tuo...”
E bastava alla tua carità
d’avere fatta con lei
questa unione?
“Questo
sangue per il calore
suo lo fa germinare, se l’uomo
col libero arbitrio innesta sé in
te e teco unisce…
e lega il cuore e l’affetto suo, legando
e fasciando questo innesto con il
fascio della carità e seguitando la
dottrina tua [...]”
[…] Quando noi siamo
innestati, allora i rami che tu
hai dati all’albero nostro
menano i frutti loro […]
[…] benchè molti per i loro difetti
non producono altro che frutti di
morte, perché non innestano sé in
te, Vita eterna […]
“ O verità eterna, amore inestimabile! Così come tu
producesti a noi frutti di fuoco d’amore di lume e
obbedienza pronta…
“…per la quale
obbedienza corresti
come innamorato
all’obbrobriosa morte
della croce e ci desti
quei frutti,
in virtù dell’innesto
della tua deità
nell’umanità nostra,
e per l’innesto che tu
facesti del corpo tuo nel
legno della croce…”
così l’anima innestata in te in verità
a nessun’altra cosa attende se non all’onore di te e
alla salute delle anime…” (Oraz. X)
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- Suore Domenicane di Santa Caterina da Siena