IL BILANCIO DEGLI ENTI LOCALI LUCIANO GALLO PADOVA, 11 dicembre 2004 New Public Management In Italia, sono più di quindici anni che è in atto un vasto movimento di modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Esso è a sua volta derivazione di un fenomeno di amplissima portata internazionale, noto come New Public Management IL PROCESSO DI DECENTRAMENTO IMPLICA: Revisione delle modalità attraverso le quali si: ORGANIZZA GESTISCE CONTROLLA Le attività del settore pubblico Qui rientra il cosidetto processo di aziendalizzazione LE COMPONENTI FONDAMENTALI DELLA MODERNIZZAZIONE Modifica dei Processi decisionali Il processo di Aziendalizzazione Implica: Rivisitazione dei Modelli Organizzativi Rivisitazione dei Modelli Informativi IL PROCESSO DI AZIENDALIZZAZIONE NEL NUOVO CONTESTO DELL’€URO COME FATTORE DI CAMBIAMENTO COMPORTA: Un vero e proprio riposizionamento dell’Ente. Ciò significa rivedere i processi decisionali, l’organizzazione e comporta la necessità di assumere ed organizzare maggiori e diverse Informazioni La competizione è: Offrire un territorio più attraente degli altri Non solo competizione tra aziende. Non solo efficienza e produttività Sempre più la competizione avviene tra sistemi territoriali locali Il soggetto è all’interno di una rete di servizi, di aziende, di soggetti economici, sociali MODIFICA DEI PROCESSI DECISIONALI Gli Enti Locali sono stati investiti da una radicale modificazione dei processi decisionali e quindi dei ruoli assegnati ai protagonisti di tali processi: gli Organi politici ai due livelli(Consiglio ed Esecutivo) e la Struttura burocratica. Una nuova visione dei rapporti tra Politica ed Amministrazione L’INDIRIZZO POLITICO INCLUDE: La definizione degli Obiettivi dell'azione pubblica; L'individuazione dei programmi atti a perseguire questi obiettivi; L'emanazione di direttive generali alle quali l'attuazione dei programmi ed il perseguimento degli obiettivi devono obbedire. I DUE COMPITI DELLA POLITICA SONO: L'indirizzo, ovvero la Programmazione Il Controllo politico, ovvero la Verifica dei risultati Un nuovo modello organizzativo Quale Organizzazione per esercitare il suo nuovo ruolo. Il Comune come una Holding IL COMUNE: UNA HOLDING REGISTA DELLO SVILUPPO TERRITORIALE Servizi gestiti In Economia Outsourcing Servizi Gestiti attraverso la concessione: Metano e Pubblicità Servizi Gestiti attraverso la convenzione: Lo sport Sindaco e Giunta Consiglio Servizi gestiti Attraverso l’Unione Servizi Gestiti attraverso la delega: Servizio rifiuti Stu Spa Servizi sociali Gestiti attraverso la delega ASL Spa Investire in Innovazione Organizzativa IL PIANO ORGANIZZATIVO Scelte strategiche L’organizzazione Comunale Per non gettare con l’acqua sporca anche il bimbo In Economia Definire il proprio “Cuore degli affari” Gestione in Esercizio Gestione forma associato di associata di privatistica Funzioni servizi di servizi La mappa dell’esercizio e della gestione delle funzioni e dei servizi Sistemi Operativi Struttura Organizzativa Modello Divisionale Attività rilevanza Interna/Esterna Dotazione Organica, Organigramma Pianificazione triennale GUARDANDO ALL’INTERNO Strategie Organizzative. 4 piani d’azione PIANO TECNOLOGICO PIANO NORMATIVO Per rispondere a quest’esigenza e dare più efficienza e migliori servizi, occorre agire in modo coordinato sui seguenti Piani: PIANO FORMATIVO Risorsa Umana PIANO ORGANIZZATIVO Modello organizzativo I 7 COMUNI DELL’UNIONE: Strutture organizzative a confronto Media Rapporto Abitanti per dipendente 437,89 324,46 278,05 Borgoric c o 292,08 Camposampiero Loreggia 303,16 S. Giustina in Colle 316,69 Villa del Conte San Giorgio delle Pertic he I 7 COMUNI DELL’UNIONE: Strutture organizzative a confronto Camposampiero Ufficio tecnico Ufficio Tributi S. Giustina in Colle 2.773 2.080 1.071 1.726 2.357 2.226 Loreggia 928 1.195 2.041 1.245 1.100 979 901 Borgoricco 2.749 2.877 3.339 3.062 2.790 2.790 3.605 3.720 4.160 Media dipendenti per cittadino per alcuni settori a confronto Villa del Conte Ufficio Ragioneria San Giorgio delle Pertiche Ufficio Segreteria I 7 COMUNI DELL’UNIONE: Strutture organizzative a confronto Costo medio per dipendente € 31.000 € 30.227,19 € 30.000 € 28.551,46 € 29.000 € 28.000 € 27.000 € 26.787,62 € 26.781,80 € 25.647,00 € 26.000 € 25.000 Borgoricco Camposampiero Loreggia Santa Giustina in Colle Villa del Conte I 7 COMUNI DELL’UNIONE: Strutture organizzative a confronto Borgoricco Camposampiero €0 Ufficio Tecnico Loreggia Santa Giustina in Colle Serv.Demografici € 25.536 € 25.311 € 30.064 € 26.665 € 23.971 € 25.947 € 26.362 € 26.949 € 29.840 € 28.864 € 28.664 € 32.460 € 23.276 € 28.346 Costo medio per dipendente: alcuni settori a confronto Villa del Conte Uff. Tributi I 7 COMUNI DELL’UNIONE: Strutture organizzative a confronto D/Tot. Dipendenti 38,89% 4,35% 5,56% 10,53% 41,38% 30,77% 25,00% 52,63% 30,43% 38,89% 52,17% 28,21% 40,00% 13,04% 16,67% 17,24% 41,03% 35,00% 36,84% 41,38% Distribuzione percentuale del personale suddiviso per categorie C/Tot. Dipendenti B/Tot. Dipendenti A/Tot. Borgoricco Camposampiero Loreggia San Giorgio delle Pertiche Santa Giustina in Colle Villa del Conte I 7 COMUNI DELL’UNIONE: Strutture organizzative a confronto Organigrammi in % 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 Borgoricco Camposampiero Loreggia San Giorgio delle Pertiche Santa Giustina in Colle Villa del Conte D/Tot. Dipendenti C/Tot. Dipendenti B/Tot. Dipendenti A/Tot. Dipendenti Il modello organizzativo a piramide 1992 4 Funzione direttiva Funzione di concetto Funzione esecutiva 11 31 Il modello organizzativo a piramide 1997 8 Funzione direttiva 11 Funzione di concetto 32 Funzione esecutiva Il modello organizzativo a piramide 1999 9 Funzione direttiva 11 Funzione di concetto 28 Funzione esecutiva Il modello organizzativo a Rombo 2000 9 Funzione direttiva 22 Funzione di concetto 12 Funzione esecutiva Il modello organizzativo a GEMMA 2004 2 Funzione dirigenziale 17 Funzione direttiva 12 Funzione di concetto 11 Funzione esecutiva La nuova concezione dei documenti contabili Pianificazione strategica Programma di Mandato Piano Generale di Sviluppo Relazione Previsionale Programmatica Bilancio Pluriennale Bilancio annuale Attività di gestione e di controllo Piano Esecutivo di Gestione Struttura del bilancio L’entrata TITOLI Le entrate sono ordinate in TITOLI secondo la Fonte di provenienza CATEGORIE Le entrate sono ordinate in CATEGORIE in Relazione alla tipologia (es: imposte,tasse ecc RISORSE Le entrate sono ordinate in RISORSE in Relazione alla specifica individuazione Dell’oggetto (es: ICI, TOSAP,ecc) CAPITOLI Le entrate sono suddivise in CAPITOLI Nel Piano Esecutivo di Gestione Struttura del bilancio - La spesa TITOLI Le spese sono ordinate in Titoli in ragione dei Principali aggregati economici Le spese sono ordinate in Funzioni in relazione Alle funzioni degli Enti In relazione ai singoli uffici che SERVIZI Gestiscono un complesso di attività INTERVENTI In relazione alla natura economica Dei fattori produttivi FUNZIONI Centro di costo Nel PEG le spese sono Suddivise in centri di costo Capitolo Nel PEG le spese sono suddivise In capitoli Il Titolo: individua la natura dell’entrata e sono: • Titolo I • Titolo II • Titolo III • Titolo IV • Titolo V • Titolo VI Entrate tributarie Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri Enti pubblici anche in rapporto all'esercizio di funzioni delegate Entrate Extra-tributarie; Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti; Entrate derivanti da accensioni di prestiti; Entrate da servizi per conto di terzi. I Titoli della spesa I ¨ ¨ ¨ ¨ Titolo I Titolo II Titolo III Titolo IV Spese correnti Spese in conto capitale Spese per rimborso di prestiti Spese per servizi in conto terzi PARTE ENTRATA PARTE SPESA Entrate Correnti Dirette al finanziamento di spese correnti Spese Correnti Relative alla gestione ordinaria dell’ente TITOLO I Entrate tributarie TITOLO I Spese correnti TITOLO II Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della regione o altri enti pubblici TITOLO III Entrate extratributarie Entrate in conto capitale Destinate al finanziamento di spese di investimento Spese in conto capitale Comprendono gli investimenti, le partecipazioni, i conferimenti e le concessioni di crediti TITOLO IV Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti TITOLO II Spese in conto capitale Spese per rimborso prestiti Comprendono le quote di capitale delle rate di ammortamento dei mutui e di ogni altra operazione di prestito. TITOLO V Entrate derivanti da accensione di prestiti Entrate da servizi per conto di terzi Relative a servizi effettuati per conto di terzi TITOLO III Spese per rimborso prestiti Spese per servizi per conto di terzi Relative a servizi effettuati per conto di terzi TITOLO VI Entrate da servizi per conto terzi TITOLO IV Spese per servizi per conto di terzi ANALISI DELLE COMPONENTI DEL BILANCIO DI PREVISIONE Il bilancio di previsione si articola In quattro componenti L’analisi delle quattro componenti Individua le risorse rispettivamente Destinate: Bilancio corrente Al funzionamento dell’ente Bilancio Investimenti All’attivazione di investimenti Movimenti di fondi Ad operazioni prive di Contenuto economico Servizi per conto terzi Alle operazioni di giro effettuate Per conto terzi LE FASI DELL’ENTRATA ACCERTAMENTO RISCOSSIONE VERSAMENTO LE FASI DELLA SPESA IMPEGNO LIQUIDAZIONE ORDINAZIONE PAGAMENTO Entrate correnti: linee guida Le Entrate correnti 90,00 76,52 80,00 77,63 77,41 T otale trasferimenti PERCENTUALE 70,00 66,70 63,40 60,00 61,44 63,59 64,20 55,61 54,39 55,50 55,34 57,93 50,00 40,00 T ributi comunali 30,00 26,64 27,18 25,16 20,00 15,29 14,67 15,00 10,00 8,63 7,70 9,06 11,44 6,67 7,25 33,85 76,19 76,63 67,11 31,90 30,81 29,02 30,30 23,76 25,41 24,36 20,29 Proventi servizi pubblici 13,71 13,69 15,64 13,15 12,05 10,54 12,04 12,60 13,30 13,45 11,76 10,12 10,18 10,35 13,26 9,20 13,39 0,00 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 ANNO Spese correnti: linee guida Contenimento e riduzione della spesa corrente sia “rigida” che “variabile” a beneficio degli investimenti. Contenimento dei costi ed il miglioramento della qualità dei servizi attraverso una politica di riorganizzazione dei servizi su processi di valorizzazione delle risorse umane (formazioneresponsabilità-autonomiacontrollo) implementazione tecnologica, esternalizzazione di servizi. Spese correnti e Spese in conto capitale € 10.000.000 9.241.461 € 9.000.000 € 8.000.000 T ota le IMPORTO in euro € 7.000.000 5.453.2546.163.092 5.564.517 5.440.096 5.006.361 € 5.000.000 5.160.169 4.405.127 4.621.800 4.412.972 4.963.978 €4.413.689 € 3.000.000 3.429.381 3.153.135 2.870.876 €4.828.613 €4.554.372 €4.521.000 €3.468.834 €3.182.039 P a rte corre nte €3.027.173 +quota ca pita le €2.692.818 €2.796.351 €2.614.947 €2.179.800 €1.921.959 €1.795.448 €1.699.979 €1.703.668 €4.699.019 €4.612.556 €3.959.401 €3.953.305 €3.795.356 3.311.219 2.976.881 3.390.048 €4.720.461€4.861.977 €5.072.883 €4.392.202 €4.363.507 4.115.516 € 4.000.000 € 1.000.000 6.855.613 6.448.727 € 6.000.000 € 2.000.000 7.581.545 7.106.507 €2.027.000 €1.978.131 €1.933.040 €1.611.240 €1.468.089€1.496.340 €1.273.212 €1.075.428 Inve stime nti €1.486.791 €1.608.777 €1.500.569 €973.335 €1.464.073 €1.201.010 €1.046.959 €944.138 €826.444 1.641.000 €1.375.844 1.460.000 €571.776 €0 0 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 ANNO 1997 1999 2001 2003 2005 Spesa personale – valori assoluti PERSONALE € 1.340.000,00 € 1.320.000,00 € 1.300.000,00 € 1.280.000,00 € 1.260.000,00 € 1.240.000,00 € 1.220.000,00 € 1.200.000,00 € 1.180.000,00 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Acquisto Beni consumo e Materie prime € 370.000,00 € 350.000,00 € 330.000,00 € 310.000,00 € 290.000,00 € 270.000,00 € 250.000,00 € 230.000,00 € 210.000,00 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Prestazione di Servizi € 2.000.000,00 € 1.900.000,00 € 1.800.000,00 € 1.700.000,00 € 1.600.000,00 € 1.500.000,00 € 1.400.000,00 € 1.300.000,00 € 1.200.000,00 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 L’incidenza della spesa rigida 40,00 Personale 35,00 32,24 30,00 31,79 30,00 29,10 27,55 27,78 28,85 27,44 28,78 25,89 25,00 24,96 22,56 23,45 26,18 27,68 25,83 26,96 24,34 26,36 22,80 19,40 Annualità mutui 20,00 20,25 16,95 15,00 10,00 15,05 14,82 15,81 16,11 14,62 15,93 10,85 9,05 7,74 5,00 16,66 Utenze 7,93 6,11 6,34 7,02 5,64 6,00 5,83 5,46 5,40 5,54 6,25 6,07 0,00 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 L’incidenza della spesa rigida 70,00 66,16 63,41 60,00 63,42 61,56 60,46 59,49 57,53 51,87 52 54,74 50,00 51,33 48,37 48,60 50,05 47,39 45,98 49,14 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Interessi sui mutui su entrate correnti 25,00 20,00 15,00 12,79 12,69 % 11,82 11,76 11,50 10,60 10,36 9,53 10,00 8,32 7,12 10,03 7,70 6,31 5,00 0,00 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 ANNO 2000 2001 2002 2003 2004 2005 LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL PEG (Art. 169 TUEL) Il Piano Esecutivo di Gestione viene adottato dalla Giunta sulla base dei Bilanci di Programmazione LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL PEG (Art. 169 TUEL) Il Piano Esecutivo di Gestione è una ulteriore disaggregazione del Bilancio di Previsione: Le risorse in Capitoli I servizi in centri di costo Gli Interventi in Capitoli LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL PEG (Art. 169 TUEL) Il Piano Esecutivo di Gestione non è la “scatola dei Capitoli” La Funzione del PEG è: 1. 2. 3. Dati gli obiettivi di gestione Definiti i Programmi per realizzare gli obiettivi Affidare le Risorse necessarie per realizzare i Programmi ai Responsabili dei Servizi e “Dire le Cose da Fare” e “controllare la gestione” RIFLESSIONE E' indubbio che il Peg rappresenta un ulteriore passo verso la trasformazione del Bilancio di previsione in senso Budgetario (nella direzione della delega gestionale alla struttura organizzativa e della responsabilità economica). Anche in sintonia a quanto previsto dall'art. 196 del TUEL in merito al controllo di gestione. Affinchè si possa parlare correttamente di Budget, è indispensabile la costruzione del: "Sistema Obiettivi-Programmi-Risorse" COME COSTRUIRE IL SISTEMA OBIETTIVI-PROGRAMMI-RISORSE IL CONTENUTO DEL PEG DAL PEG AL BILANCIO SOCIALE Indicazione OBIETTIVI operativi Definizione PROGRAMMA CON IL PEG SI PREMIA Finanziarie Il Controllo Di Gestione PEG CON IL PEG SI CONTROLLA Un Sistema di INDICATORI LE RISORSE Umane Strumentali CON IL PEG GESTISCE E SI FA ORGANIZZAZIONE Il Patto per la Stabilità e la Crescita Un Patto per l’Europa LA COSTRUZIONE EUROPEA 1951 Parigi, 18/04/1951: CECA • Roma, 25/03/1957: CEE e CEEA (EURATOM) 1957 • Milano, 1986: Atto Unico Europeo 1986 • Maastricht, 7/02/1992: Trattato di Maastricht 1992 1997 • Amsterdam, 2/10/1997: Trattato di Amsterdam LA COSTRUZIONE EUROPEA 2000 Dicembre 2000: Vertice di Nizza. L’allargament o ad Est Da 15 Paesi a 25 Paesi. L’EUROPA MONETARIA 1972: istituzione del “serpente monetario europeo” • 1978: istituzione dello SME (Sistema Monetario Europeo); creazione dell’ECU (European Currency Unit) • 1989: rapporto Delors • 1992: Trattato di Maastricht (Olanda) • 1994: istituzione dell’IME, sostituito dalla BCE nel 1998 • 01/01/1999: nascita dell’€uro DIMENSIONI DELL’ECONOMIA EUROPEA POPOLAZIONE (milioni) PESO P.I.L. SU TOTALE MONDIALE PESO EXPORT SU TOTALE MONDIALE UE (a 15) 374 23% 15% U.S.A. 269 20% 14% GIAPPONE 126 8% 7% Fonte: UE I PAESI “IN” Belgio Germania Il 2 maggio 1998, al Consiglio Europeo di Bruxelles, sono stati identificati gli 11 paesi che partecipano sin dall’inizio all’€uro. Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Austria Portogallo Finlandia I PAESI “IN” 1 paese si è aggiunto all’area €uro dal 1/1/2001 formando così l’UEM a 12 Grecia I PAESI “PRE-IN” Altri 3 paesi si aggiungeranno dopo l’1/1/2002 formando così l’UEM a 15 Gran Bretagna Danimarca Svezia Uno dei parametri per entrare in Europa Il trattato di Maastricht 7/2/92 A Maastrcht vengono fissati i parametri macroeconomici per la partecipazione alla fase finale della moneta unica. I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) STABILITÀ DEI PREZZI • STABILITÀ DEI TASSI DI INTERESSE • STABILITÀ DEI CAMBI • STABILITÀ DELLA FINANZA PUBBLICA I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) STABILITÀ DEI PREZZI TASSO DI INFLAZIONE non superiore all’1,5% rispetto a quello medio dei tre Stati Membri con il tasso di inflazione più basso. I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) STABILITÀ DEI TASSI DI INTERESSE TASSO DI INTERESSE nominale a lungo termine non superiore al 2% rispetto a quello medio dei tre Stati Membri con il tasso di inflazione più basso. I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) moneta aderente allo SME STABILITÀ DEI CAMBI • stabilità della moneta all’interno delle bande dello SME nei due anni precedenti l’ammissione I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht) SANITÀ DELLA FINANZA PUBBLICA DISAVANZO/PIL non superiore al 3% • DEBITO LORDO/PIL non superiore al 60% (o in significativo avvicinamento a questa misura) DEBITO LORDO/PIL 1998 1999 117,4% 114,4% Germania 60,7% 61,1% Spagna 64,9% 63,5% Francia 59,3% 58,6% Irlanda 55,6% 52,4% Italia 116,3% 114,9% 6,4% 6,2% Paesi Bassi 67,0% 63,8% Austria 63,5% 64,9% Portogallo 56,5% 56,8% Finlandia 49,0% 47,1% 73,0% 72,2% Belgio Lussemburgo EURO AREA Fonte: ECB Annual Report DEBITO/PIL - Tetto 60% PAESI NON IN REGOLA Previsione 2004 Previsione 2005 Italia 106 106 Grecia 102,8 101,7 Belgio 97,4 94,3 Germania 65,6 66,1 Austria 65,5 65,3 Francia - 3,7 -3,6 Portogallo - 3,4 - 3,8 Previsioni della Commissione UE DISAVANZO/PIL 1998 1999 Belgio - 1,0% - 0,9% Germania - 1,7% - 1,2% Spagna - 2,6% - 1,1% Francia - 2,7% - 1,8% Irlanda 2,1% 2,0% - 2,8% - 1,9% 3,2% 2,4% Paesi Bassi - 0,8% 0,5% Austria - 2,5% - 2,0% Portogallo - 2,1% - 2,0% 1,3% 2,3% Italia Lussemburgo Finlandia EURO AREA Fonte: ECB Annual Report - 2,0% - 1,2% DEFICIT/PIL - Tetto 3% PAESI NON IN REGOLA Previsione 2004 Previsione 2005 Francia - 3,7 -3,6 Germania - 3,6 - 2,8 Olanda - 3,5 - 3,3 Portogallo - 3,4 - 3,8 Italia - 3,2 - 4,0 Grecia - 3,2 - 2,8 Previsioni della Commissione UE Il patto di stabilità e crescita oggi è in crisi e si rilancia sbarazzandosi della sua “stupidità” L’Europa ha un disperato bisogno di crescita Il Patto così com’è non serve a promuoverla, caso mai la allontana ancora di più. La crescita è comunque basata su un fermo principio di stabilità finanziaria Il Patto così com’è viene tranquillamente aggirato, addirittura violato. Quale credibilità all’Europa che si affida a regole che sono nella migliore delle ipotesi farisaiche (esempio Grecia), nella peggiore controproducenti? Affinché il Patto sia anche per la crescita, la finanza pubblica deve puntare a tre finalità: Garantire un quadro stabile Spendere in funzione di una crescente accumulazione dei fattori di sviluppo Dare incentivi all’innovazione e allo stesso sviluppo. Si stia entro il 3% di indebitamento annuo Tutto questo oggi non c’è. Le uniche due cose che contano sono: Si faccia scendere il debito totale se supera il 60% del PIL Regole di Buona Qualità Finanziaria Un gruppo di economisti sta lavorando per definire regole finanziarie che: Identifichino le spese propedeutiche alla crescita; Indichino le misure contrarie alla crescita e alla stabilità; Assegnino un valore quantificato dando così un peso maggiore o minore per il superamento della soglia del 3% Dal Patto di Stabilità e Crescita al Patto di stabilità interno Lo Stato chiede il concorso degli EE.LL. per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica che il Paese si è posto con l’adesione all’€ e aderendo al patto di stabilità e crescita; impegnandosi quindi a: Legge 448/98 art. 28 collegato finanziaria 1999 Ridurre progressivamente il finanziamento in disavanzo delle proprie spese; Ridurre il proprio rapporto Debito/Pil Patto di stabilità interno I° obiettivo (obiettivo primario) Saldo Finanziario. Ridurre il finanziamento in disavanzo delle proprie spese • II° obiettivo (obiettivo derivato): Riduzione del proprio rapporto tra Debito e Pil Gli Enti locali che hanno l’obbligo di rispettare il patto di stabilità interno: • Regioni a statuto ordinario; • Regioni a statuto speciale ed enti locali dei rispettivi territori; • Province; • Province autonome di Trento e Bolzano; • Comuni con più di 5.000 abitanti; Come si calcola il disavanzo finanziario per il 2003, 2004 e 2005 • Si guarda sia la CASSA che la COMPETENZA; • PER IL 2003 il confronto è con il 2001: il saldo del 2003 non può essere peggiore del 2001 • Per il 2004 il confronto è con il 2003: il saldo finanziario programmato nel 2004 fa riferimento a quello del 2003 incrementato dal tasso di inflazione programmato; • Per il 2005: nel calcolo vanno comprese tutte le voce del bilancio quindi anche gli investimenti. Chi non ha rispettato il patto di stabilità interno nel 2003, nel 2004: • Non può assumere personale, nemmeno a tempo determinato; • Non può procedere all’assunzione di mutui per finanziare investimenti; • Ha l’obbligo di ridurre, almeno del 10% rispetto al 2001, le spese per acquisto di beni e servizi. Un Patto per il Comune EUROPA e STATI MEMBRI Patto di stabilità e crescita ITALIA e PUBBLICA AMM.NE Patto di stabilità interno COMUNE e SETTORE Un Patto in Comune L’Unione dei Comuni del Camposampierese l’Ambito di Identità Territoriale Un progetto per lo sviluppo del territorio Unione a 7: superficie La superficie in Kmq n n n n n n n n Borgoricco 20,49 Camposampiero 21,07 S.Giorgio delle Pertiche 18,80 S.Giustina in Colle 17,83 Loreggia 19.03 Villanova di Camp.ro 12.00 Villa del Conte 17,32 TOTALE 126,54 Popolazione 1999 2000 2001 2002 2003 2004 (31 ott) Borgoricco 6.599 6.759 6.939 7.076 7.210 7.376 Campos.ro 10.333 10.527 10.680 10.887 11.100 11.332 S.Giorgio 7.623 7.720 7.846 8.055 8.320 8.573 S.Giustina 6.281 6.399 6.397 6.432 6.678 6.812 Loreggia 5.534 5.622 5.754 5.923 6.128 6.295 Villanova 4.704 4.811 4.849 4.884 5.036 5.103 Villa del Conte 5.032 5.054 5.030 5.030 5.180 5.239 TOTALE 46.106 46.889 47.651 48.287 49.652 50.730 Economia: censimento 2001 n Le Unità locali – industria e servizi – censimento 2001 n n Camposampiero Borgoricco Loreggia S.Giorgio dle P. S.Giustina in Colle Villa del Conte Villanova di CSP 1.003 609 524 644 477 439 370 n TOTALE 4.066 n n n n n Lo scenario economico: censimento 2001 primi nell’industria, ultimi nei servizi Unità locali e addetti all’industria e servizi per settori economici ed aree territoriali della provincia di Padova Aree Territoriali Industria Commercio Altri servizi Istituzioni U.L. Addetti U.L. Addetti U.L. Addetti U.L. Addetti % % % % % % % % Camposampierese 46,7 58,7 25,5 13,6 23,1 17,2 4,8 10,5 Cittadellese-Piazzola 38,3 54,5 29,2 16,0 27,2 18,1 5,2 11,3 Area dei Colli 29,8 52,9 26,0 16,2 39,4 23,8 4,6 7,9 Montagnanese 37,5 49,5 29,4 16,5 26,5 20,2 6,5 13,6 Piovese 39,8 49,3 28,8 17,4 26,8 21,8 4,3 11,3 Conselvano 34,6 49,3 29,4 15,7 30,2 24,2 5,6 10,6 Estense 27,0 40,4 33,0 17,5 33,8 24,8 6,0 17,1 Monselicense 24,5 37,7 36,5 22,0 32,8 25,0 6,0 15,2 Area Centrale 18,7 25,1 32,5 21,6 42,2 35,8 6,4 17,4 Media 32,9 46,3 30,0 17,3 31,3 23,4 5,4 12,7 Economia: ditte attive in CC.AA. 26.1.04 12.07.04 28.10.04 Borgoricco 986 995 1.014 Campos.ro 1.555 1.581 1.590 S.Giorgio 993 1.014 1.030 S.Giustina 870 871 872 Loreggia 853 881 920 Villanova 603 607 622 Villa del Conte 726 720 726 5.983 6.669 6.774 TOTALE Lo scenario economico: REDDITO LORDO PRO CAPITE 2003 22.500 22.009 22.523 22.789 23.054 23.500 23.203 24.500 23.572 PROVINCE VENETO 2003 (In €uro) 20.500 20.053 20.232 21.500 19.500 Venezia Vicenza Belluno Verona Treviso Padova ITALIA Rovigo Lo scenario economico: REDDITO LORDO 2003 TOTALE PROVINCIA DI PADOVA % macrosettori Agricoltura 2,1% Industria; 31,3% Servizi; 66,6% •A trainare la scalata della ricchezza padovana, nel 2003, sono i servizi e le costruzioni. •Crolla il settore manifatturiero e l’agricoltura, •L’agricoltura assume un ruolo sempre più marginale. Lo scenario economico: REDDITO LORDO PRO CAPITE 2003 PRODOTTO da Industria e Servizi 2003 (In €uro) N° CAMPOSAMPIERESE €URO N° CITTADELLESE-PIAZZOLA €URO 5 Cittadella 26.600 16 Tombolo 24.400 18 San Giorgio in Bosco 23.600 20 Curtarolo 22.900 20.800 22 Galliera Veneta 22.500 Borgoricco 20.600 24 San Martino di Lupari 22.000 31 Loreggia 20.500 28 Campo San Martino 21.400 43 Trebaseleghe 19.600 34 Carmignano 20.100 56 San Pietro in Gù 18.900 46 Massanzago 19.400 59 Fontaniva 18.700 52 San Giorgio delle Pertiche 19.100 66 Villafranca 18.200 61 Santa Giustina in Colle 18.600 70 Vigodarzere 17.800 75 Villanova di Camposro 17.300 74 Piazzola sul Brenta 17.300 MEDIA CAMPOSAMPIERESE 20.982 76 Grantorto 17.000 81 Gazzo 16.600 83 Campodoro 16.500 7 Campodarsego 26.400 9 Camposampiero 25.600 21 Piombino Dese 22.900 29 Villa del Conte 30 MEDIA DELLA PROVINCIA 22.700 Fonte: uff. studi CCIAA su dati registro imprese, ISTAT e Unioncamere MEDIA CITT-PIAZZ 20.281 MEDIA DELLA PROVINCIA 22.700 1.a La popolazione residente La popolazione residente nell’area di Camposampiero ammonta al 83.274 abitanti, pari al 10% della popolazione provinciale. Area Cintura 159.533 Padova 204.870 Area Colli 57.676 Area Piove di Sacco 60.190 Area MonselicenseConselvano 99.146 Fonte: ISTAT, Censimento 2001 Area Camposampierese 83.274 Area EsteMontagnana 77.055 Area CittadellaPiazzola sul Brenta 108.113 1.a La popolazione residente Complessivamente, tra la rilevazione del 1991 e quella del 2001, la popolazione provinciale è cresciuta del 3,6%. L’area di Camposampiero è quella che ha registrato i tassi di crescita più elevati (11,2%). 14 11,2 9,3 8,3 7 5,1 4,3 3,9 3,6 0 -1,4 -5,0 -7 Padova Area EsteMontagnana Totale Provincia Area MonselicenseConselvano Area Piove di Sacco Area CittadellaPiazzola sul Brenta Area Colli Area Cintura Area Camposampierese Fonte: ISTAT, Censimento 2001 1.b. Le proiezioni demografiche in provincia di Padova In ipotesi di crescita tendenziale della popolazione (ovvero ipotizzando anche per il futuro le attuali tendenze di natalità e flussi migratori) la popolazione provinciale crescerebbe in venti anni all’incirca del 34%. Viceversa, in ipotesi di crescita naturale (a frontiere migratorie chiuse) la perdita stimata di popolazione ammonterebbe a quasi il 40%. 200 +170,5 150 +140,8 +126,1 Migliaia di unità 100 Ipotesi tendenziale 50 +34,1 Ipotesi assenza flussi migratori 0 -8,6 -18,5 -11,6 -12,6 -24,7 -11,2 -26,0 -31,4 -38,9 -50 -63,0 -100 Belluno Rovigo Treviso Vicenza Venezia Verona Padova Province Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003 Distribuzione territoriale delle variazioni demografiche per aree territoriali (2001-2020). Provincia di Padova Tassi di variazione 2020 su 2001 (%) Aree PTP della Provincia di Padova da 24,9% a 25% da 5,3% a 24,9% da 0,6% a 5,3% da -7% a 0,6% (1) (5) (2) (2) Le proiezioni di crescita demografica 2001 – 2020 evidenziano come l’area di Camposampiero sia quella a maggior crescita. In questo senso, le stime indicano una crescita fino a quota 103.000 per l’area (+25%) e sino a quota 13.540 per il Comune di Camposampiero (+28,6%). Questo, in continuità con quanto accade nei comuni limitrofi appartenenti alla provincia di Treviso. Camposampiero 9 11 10 1 17 12 13 15 14 16 Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003 Distribuzione territoriale delle variazioni demografiche per aree territoriali (2001-2020). Provincia di Treviso Tassi di variazione 2020 su 2001 (%) Aree Territoriali della provincia di Treviso Vittorio Veneto superiore al 40% dal 22,7% al 40% dal 18,4% al 22,7% dal 12,4% al 18,4% Quartier del Piave Conegliano Asolo Montebelluna Opitergino Castelfranco Treviso Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003 Distribuzione territoriale delle variazioni demografiche per comuni (20012020). Province di Padova, Treviso e Vicenza Tasso di variazione 2020 su 2001 (%) dal dal dal dal 27 al 83(83) 10 al 27 (118) -7 al 10(90) -69 al -7 (29) Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003 Lo scenario Il Processo di Internazionalizzazione La caduta delle barriere Spazio Temporali La competizione a tutto mondo Il Processo di Omologazione I sistemi d’area e l’identità territoriale La promozione integrata a livello internazionale La dilatazione del mercato Il Processo di Sviluppo Locale La Centralità del Territorio Lo scenario economico 2003: • In forte espansione i servizi, in flessione l’industria (manifatturiera e tessile) mentre l’agricoltura è residuale; • Padova occupa l’undicesima posizione nel confronto nazionale come PIL. Nel biennio 2002-2003 c’è stato un incremento del PIL del 4,4% (in regione è stato del 3%). La Provincia di Padova da sola produce il 20% del PIL del Vento. • La Provincia di Padova scende al 39° posto come reddito pro-capite Lo scenario economico 2003: • Le dinamiche del reddito pro capite indica anche che la nostra area ha visto più di altre crescere la popolazione residente. Il dato indica che non c’è stata una creazione di ricchezza in proporzione al potenziale di forza-lavoro disponibile; • Il numero delle imprese cresce ancora, ma tante sono anche quelle che chiudono e a cessare spesso sono aziende storiche che davano lavoro a tanti. Quelle nuove invece spesso sono deboli instabili. Lo scenario economico 2003: il rapporto Censis 2004 • Un’Italia che ha paura di diventare povera e di regredire e non guarda più al futuro. • Un’Italia che compra di meno ma spende di più per cose “solide”, che cerca sicurezza, • Il 53% degli italiani sarebbe disponibile ad uno scambio meno tasse-meno servizi; allo stesso tempo non crede troppo né alle prospettive aperte dal federalismo, né alle novità della Costituzione europea, eventi passati senza lasciare segno. Gradirebbe piuttosto il vecchio amato welfare. Lo scenario economico 2003: il rapporto Censis 2004 • Continua la tendenza di scegliere di lasciare il grande centro, la città, per andare a vivere nel borgo. Dove si è più “chiusi” ma si gode di una migliore qualità della vita. • Non sogniamo più. Ce ne stiamo qui in piedi di piombo a presidiare un presente indeclinabile. Nessuna memoria del passato, nessuna idea di futuro. • Il presidente del Censis conclude: “Dobbiamo trovare l’orgoglio di alcuni nostri valori, il coraggio di accettare la sfida, uscire allo scoperto. E correre il rischio”. Lo scenario finanziario 2004 100,00 92,49 86,56 90,00 92,60 92,64 92,68 79,40 80,00 74,59 75,64 69,19 76,24 70,00 65,57 70,98 63,40 69,70 68,10 60,00 55,61 56,55 50,00 La Centralità del Territorio Entrate correnti proprie 44,39 Entrate correnti derivate 36,60 40,00 43,45 30,81 34,43 30,00 30,30 29,02 31,90 24,36 23,76 25,41 20,00 20,60 10,00 0,00 1990 7,51 7,36 7,40 7,32 2003 2004 2005 2006 13,44 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Lo scenario finanziario 2004 Add. ENEL 3,22% Imp.Pubblicità 1,1% Compart.IRPEF 32,03% Tosap 1,90% ICI 51,15% Add. IRPEF 10,6% ICI per tipologia ICI STIMA 2007 - PER TIPOLOGIA 1.315.000,00 1.215.000,00 1.189.500,00 1.190.000,00 720.000,00 730.000,00 275.000,00 280.000,00 1.200.000,00 1.155.500,00 1.100.000,00 1.115.000,00 1.051.000,00 altri fabbr. 1.015.000,00 977.068,68 910.287,82 915.000,00 846.924,28 799.147,75 815.000,00 865.085,96 815.128,09 abitaz.princ. 750.965,25 euro 729.056,35 715.000,00 633.000,00 617.147,40 615.000,00 577.870,45 508.427,33 512.209,60 740.000,00 690.000,00 680.173,74 600.000,00 594.860,70 573.540,78 514.662,60 515.000,00 415.000,00 aree fabbr. 315.000,00 200.000,00 215.000,00 115.000,00 285.000,00 255.000,00 210.000,00 167.766,94 71.635,86 58.233,33 60.708,38 59.011,67 18.832,61 28.080,08 27.216,05 37.024,82 1994 1995 1996 1997 79.136,36 89.715,28 terreni agric. 103.291,38 45.373,14 45.974,48 45.974,48 46.069,67 47.000,00 1998 1999 2000 2001 2002 47.000,00 47.000,00 47.000,00 47.000,00 47.000,00 2004 2005 2006 2007 15.000,00 terreni agr. anno aree fabbr. 2003 abitaz.princ. altri fabbr. Un paragone per semplificare Se noi fossimo un’azienda e guardassimo al nostro bilancio Da soggetti ed 90% - 95% del nostro “fatturato” proviene dal nostro territorio Cioè Aziende che: Abitano, Vivono, Transitano, Lavorano nel nostro TERRITORIO Il Territorio è il nostro PRODOTTO Perché scegliere Questo Territorio”? Se ci mettiamo dalla parte di chi deve scegliere Si guarda ad un’area territoriale significativa, che non è il singolo Comune di 6.000, 12.000 abitanti. E’ un’area vasta che interessa. Perché un Cittadino o un’Azienda dovrebbe scegliere questo territorio? Centrale nella scelta sono: •i Servizi •le Caratteristiche •il “Clima sociale” presenti nel Territorio Perché scegliere il “Questo Territorio”? Perché penso che questo territorio sia un ambiente favorevole per me e la mia famiglia per la realizzazione della nostra vita. Per il futuro della nostra azienda. Ciò che suscita appeal, “simpatia reciproca”, è il Sistema Territoriale Un centro urbano vivibile Scuole di ogni ordine e grado Verde Pubblico organizzato Servizi all’infanzia Carico Tributario Attività sportive Sanità Facilità di movimento Un centro culturale Viabilità adeguata Strutture e servizi per anziani Lavoro Centri servizi Associazioni educative Quartieri vivibili Un Paese Sicuro Ciò che suscita “sympàtheia”: simpatia, un sentire condiviso, sentire la medesima influenza. Ciò che crea appeal: • Sono i servizi di un territorio. • E’ il sistema territoriale • Un sistema territoriale di eccellenza Diventare un territorio di Eccellenza Implica • Comuni di eccellenza • Aziende di eccellenza, • Scuole di eccellenza • Servizi di eccellenza • Società civile di eccellenza • Territorio di eccellenza • Capitale Umano di eccellenza …….. La domanda si trasforma: • Non basta diventare un territorio che suscita appeal; • Occorre decidere Chi voglio che sia il “cliente ideale” di questo territorio. – Quali aziende; – Quali persone Un modello di sviluppo che va oltre il dualismo sviluppo-declino • Per attrarre ed orientare aziende e persone alla qualità è necessario prestare più attenzione alla qualità dello sviluppo: • uno sviluppo orientato a conferire più qualità alla vita e più qualità all’ambito locale; • uno sviluppo capace di coniugare coesione sociale e sviluppo economico. L’Unione: un valore aggiunto per il territorio In questi anni abbiamo affrontato prevalentemente problematiche di: • razionalizzazione di servizi; • miglioramento dei servizi • riduzione di costi; Aspetti necessari, ma non sufficienti per rispondere alle nuove esigenze delle nostre Comunità. Guardando al futuro servono nuove vie, occorre ripensare al nuovo ruolo del pubblico, serve un nuovo modello di sviluppo per il territorio. •Dobbiamo assolutamente mantenere e migliorare il nostro grado di competitività come territorio; •Per noi oggi è vitale concorrere per essere competitivi, non possiamo perdere posizione rispetto ad altri territori. •Non siamo un’area d’aiuto comunitario ma anche da noi deve essere possibile parlare di progetti per lo sviluppo e abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mano. •Sviluppo significa capacità di competere. La missione dell’Unione Sviluppo del territorio Realizzare un livello di governo ed un sistema di servizi capaci di Mantenere un clima di fiducia nel Cambiamento, nelle Istituzioni e nel Futuro Rendere più competitivo il Territorio “Alleanza per lo sviluppo” Creare valore aggiunto, economia di scala e crescente qualità nei servizi “Un patto per i bilanci” 9 INGREDIENTI PER LO SVILUPPO Visione dello Sviluppo Ambito di Identità Territoriale La Strategia dello Sviluppo Le 5 leve dello Sviluppo Infrastrutturazione Risorse finanziarie Politica per il consenso Metodo Competenze per governare GLI INGREDIENTI PER LO SVILUPPO INGREDIENTI DESCRIZIONE Ambito d’Identità Territoriale L’Unione 50.000 abitanti, il Camposampierese 90.000 abitanti, la Provincia, Area metropolitana, Regione… “uno sviluppo a geometrie variabili con al centro il livello locale”. Visione dello Sviluppo Un sistema territoriale leader in Europa e nel Mondo Strategia: le tre colonne d’Ercole •La Cabina di regia per lo sviluppo •I Servizi per lo sviluppo: per il buon governo; per il cittadino; per l’Impresa. •La Valorizzazione e la Promozione del territorio Un modello per Conoscere, Pianificare, Agire, Verificare, Rendicontare la competitività del territorio: “Il Capitale territoriale e le 5 leve dello sviluppo” Il Capitale Territoriale: Infrastrutturazione dello Sviluppo Struttura leggera: Unione e Centro Servizi Territoriale e Cinque piattaforme di lavoro: Siat, Autonomy, pro-Clary, Capitale Umano, Space Risorse Finanziarie Lo sviluppo si paga con lo sviluppo. Il Piano di Sviluppo Territoriale, il Piano Generale di Sviluppo, l’Intesa Programmatica d’Area, il Piano degli interventi. Competenze per governare lo Sviluppo Quali Conoscenze (Sapere) Quali Capacità (Saper Fare) Quali Comportamenti (Saper Essere) Metodo Conoscere, Pianificare (condividere), Agire, Valutare, Rendicontare. Politica del Consenso Concertazione (le 4 C della Concertazione: conoscenza, competitività, compatibilitàsostenibilità, concorrenza per lo sviluppo), Credibilità, Responsabilità, Essere Squadra, Comunicazione: 5 ingredienti per un progetto che raccolga consenso • Il capitale Umano • Il capitale Sociale • Il capitale Economico • Il capitale Sociale • Il capitale Infrastrutturale Il capitale territoriale un modello per Conoscere e misurare la competitività del territorio Capitale Infrastrutturale Capitale Ambientale Capitale Sociale C T Capitale Economico Capitale Umano IL CAPITALE TERRITORIALE Le Cinque Leve dello Sviluppo CAPACITA’ (saper fare) VIABILITA’ TECNOLOGIA CONOSCENZA (sapere) MOBILITA’ LE INFRASTRUTTURE CAPITALE ECONOMICO CAPITALE AMBIENTALE COMPORTAMENTI (saper essere) IL CAPITALE UMANO C T SISTEMA VALORIALE IL CAPITALE SOCIALE La coesione sociale RIQUALIFICAZIONE SICUREZZA WELFARE CENTRI URBANI Il capitale territoriale un modello per Pianificare e condividere la direzione dello sviluppo del territorio Capitale Infrastrutturale PIANO DELLE INFRASTRUTTURE PIANO DEI LUOGHI DELLA QUALITA’ SOCIALE Capitale Ambientale PIANO DEI SERVIZI PIANO DI ZONA Capitale Sociale C T Capitale Economico Capitale Umano PIANO DELLE COMPETENZE Il capitale territoriale un modello per Pianificare e condividere la direzione dello sviluppo del territorio PIANO DEI SERVIZI PIANO DEI LUOGHI DELLA QUALITA’ SOCIALE PIANO DELLE COMPETENZE PIANO DELLE INFRASTRUTTURE Piano Sviluppo Territoriale PGS P.A.T.I. I.P.A. PIANO DEGLI INTERVENTI PIANO DI ZONA Il capitale territoriale un modello per RENDICONTARE delle politiche del territorio Capitale Infrastrutturale Capitale Ambientale Capitale Sociale Bilancio Sociale Capitale Economico Capitale Umano Il capitale territoriale un modello per RENDICONTARE: il Bilancio Sociale Un approccio integrato Programmazione Strategica Sviluppo Organizzativo Bilancio Sociale Promozione della Partecipazione La Strategia di intervento •Pianificare: chech up – valutazione prospettica, tavoli dello sviluppo – stesura del piano – piano degli interventi – La cabina di regia dello sviluppo •Agire: fonti di finanziamento – attivazione delle azioni/servizi, cruscotto direzionale •Rendicontare: cruscotto di controllo, unioneinforma e bilancio sociale Le 3 funzioni per lo sviluppo • I servizi per il Buon Governo: I Servizi per lo Sviluppo • I servizi per le Imprese • I servizi per il Territorio Valorizzare e Promuovere il territorio Proporre di Vivere, Visitare, Investire e di godere dei Servizi presenti nel territorio Le tre funzioni per lo sviluppo: la cabina di regia • Chech-up territorio Pianificare • Valutazione prospettica • I tavoli dello sviluppo • Il Piano Strategico • Il Piano degli interventi La cabina di regia dello sviluppo • fonti di finanziamento Agire • attivazione delle azioni e dei servizi • cruscotto direzionale • cruscotto di controllo, Rendicontare • UnioneInforma • bilancio sociale Le tre funzioni per lo sviluppo: i servizi per lo sviluppo Per il Buon Governo I Servizi per lo Sviluppo • Controllo di Gestione, organizzazione, analisi dei processi • Sportelli Integrati • Sistema Informativo Territoriale • Servizio Unico del personale. Il Bilancio delle competenze, • Service amministrativi • Servizio attività produttive • Sicurezza (polizia municipale) • Coesione Sociale (protezione civile, difesa civica) • Servizi di Tecnologie della Comunicazione e dell’Informazione • Marketing promozione e gestione del business Per le Imprese • La gestione della filiera produttiva • Sit in web • Networking Per il Territorio • Sit in web • Servizi in web Le tre funzioni per lo sviluppo: la valorizzazione e la promozione Il Sistema Integrato di Promozione: Il piano regolatore della comunicazione (Web; TV; Ufficio Stampa; Fiere e Incontri, eventi, manifestazioni, convegni, ecc) Valorizzare e Promuovere il territorio Marketing territoriale Il Sistema di rappresentazione virtuale del territorio UNO SVILUPPO A GEOMETRIE VARIABILI Tassi di variazione 2020 su 2001 (%) Aree PTP della Provincia di Padova da 24,9% a 25% (1) da 5,3% a 24,9% (5) da 0,6% a 5,3% (2) da -7% a 0,6% (2) 9 11 10 1 17 12 13 15 14 16 L’Unione La Provincia Il Camposampierese Il Veneto Tasso di variazione 2020 su 2001 (%) dal 27 al 83(83) dal 10 al 27 (118) dal -7 al 10(90) dal -69 al -7 (29) “GLI INGREDIENTI” Concertazione (I tavoli per lo Sviluppo) Essere Credibili AMBITO DI IDENTITA’ TERRITORIALE Sette Comuni in Unione 1 Territorio 1 Politica per il consenso Fare Squadra (Siamo interessanti perché siamo squadra) Relazioni di Fiducia Responsabilità Sociale. Responsabili delle proprie azioni 1 Metodo Rendicontazione (sociale) ANALISI CONDIVISIONE AZIONE VALUTAZIONE RENDICONTAZIONE (sociale) Il Progetto per lo Sviluppo e le TRE questioni aperte Le competenze per portare avanti il progetto Le risorse per realizzare e gestire il progetto Le infrastrutture per consolidare il processo Le Risorse per il progetto lo Sviluppo si paga con lo Sviluppo L’ottimizzazione dell’esistente Aumento delle entrate tributarie con allargamento della base imponibile SERVIZI Aumento delle entrate da servizi al territorio Regionali/Provinciali Nazionali Comunitarie Rapporti di partenariato INFRASTRUTTURE Contributi su progetti Valorizzazione urbanistica territoriale Da fondazioni Da privati Lo Sviluppo va infrastrutturato IL PROGETTO LE COMPETENZE LE RISORSE E’ UN PROCESSO CHE VA INFRASTRUTTURATO AGENZIA DI SVILUPPO CENTRO SERVIZI TERRITORIALE