MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO
Indicazioni 2012: curricolo di Istituto e
progettazione didattica
Laura Donà Dirigente Tecnico
settembre 2015
Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti
cognitivi, affettivi, relazionali, corporali, estetici, etici, spirituali, religiosi.
In questa prospettiva , i docenti dovranno pensare a realizzare i loro
progetti educativi e didattici, non per individui astratti, ma per persone
che vivono qui ed ora, che sollevano precise domande (…) che vanno alla
ricerca di orizzonti di significato”
Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione
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…
Sintesi normativa 1 ciclo
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DPR 275/99 regolamento autonomia
L.53/2003 e D. Lgs. 59/2004 periodi didattici, ins. prevalente
L.169/2008 docente unico primaria , ripristino voti in decimi
DPR 81/2009 riorganizzazione della rete scolastica , riduzione specialisti
DPR 89/2009 revisione ordinamenti 1 ciclo e conferma anticipi
DPR 122/2009 valutazione degli alunni del comportamento e degli
apprendimenti, in attuazione della L. 169/08;
• Atto di indirizzo MIUR 8/09/2009 sintetiche linee pedagogiche della scuola
di base verso il rafforzamento delle competenze chiave
• D.M. 254/2012 Indicazioni per il curricolo 2012 si inseriscono le
competenze e la loro valutazione
• L.107/2015 legge sulla buona scuola ovvero Riforma del sistema nazionale
di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni
legislative vigenti.
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L’obbligo di istruzione e la certificazione
delle competenze
L.296/2006 (finanziaria 2007) stabilisce l’obbligo per 10 anni di istruzione ed
eleva l’accesso al lavoro dai 15 ai 16 anni
DM 139/22 agosto 2007 – Regolamento recante norme in materia di
adempimento dell’obbligo di istruzione, contiene la declinazione delle
competenze chiave di cittadinanza
L.133/2008 precisa che l’obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di
istruzione e formazione professionale
DM 9/2010 si propone un modello ufficiale di certificazione dei saperi e delle
competenze al termine dell’obbligo di istruzione ( questa materia è in
interazione con le Regioni).
CM n.3/2015 Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di
certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo di istruzione
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Finalità educative Indicazioni 2012
Ambiente ricco di stimoli culturali spesso contradditori
La scuola deve dare senso alla varietà delle esperienze riducendone la
frammentazione e il carattere episodico
Nell’esperienza quotidiana ogni persona si confronta con cultura di diverse
La scuola deve fornire gli strumenti per comprenderle e metterla in relazione
con la propria, promuovendo lo sviluppo di identità consapevole e aperte
Le conoscenze, i modi di vivere e di lavorare sono in continua evoluzione
La scuola deve garantire una solida formazione sul piano cognitivo, culturale,
per mettere in grado ogni persona di affrontare positivamente l’incertezza e
la mutevolezza degli scenari sociali e professionali
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Indicazioni … che cosa sono
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I programmi tendevano a garantire l’unitarietà del sistema…
Il curricolo tende a soddisfare le specificità di un determinato
territorio e di un preciso contesto culturale e sociale.
«Nell'integrazione tra la quota nazionale del curricolo e quella riservata alle scuole è
garantito il carattere unitario del sistema di istruzione ed è valorizzato il pluralismo culturale
e territoriale, nel rispetto delle diverse finalità della scuola dell'obbligo e della scuola
secondaria superiore.»
•
Elaborare un curricolo vuol dire scrivere un progetto su misura
della propria realtà, le indicazioni servono a garantire
l’unitarietà.
I docenti …
• Con i programmi avevano il compito di assicurarne l’applicazione
• Con le indicazioni devono elaborare un curricolo
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L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO
 Il curricolo va costruito nella scuola, non viene emanato dal
centro per essere applicato
 organizza e descrive l’intero percorso formativo che uno
studente compie
 Ogni scuola ricerca la propria impostazione tenendo
presenti i seguenti livelli:
 Curricolo implicito (cultura, modi di pensare che
influenzano la formazione e gli atteggiamenti)
 Curricolo formale (competenze, obiettivi di apprendimento,
saperi e loro organizzazione)
 Curricolo materiale (organizzazione di temi, spazi, gruppi)
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CURRICOLO: elementi chiave
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Locale/globale
Insegnamento/apprendimento
Competenze UE/competenze declinate
Traguardi/obiettivi di apprendimento
Valutazione/certificazione
Persona/ambiente
Comunità/cittadinanza
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Siamo pronti a riprendere?
Ben-tornati dalla pausa!
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Il curricolo di Istituto
• Si motiva nella L. 59/97 ossia con l’A.S.
• Si inserisce nel nuovo rapporto servizicittadino-i
• Si collega alla accountability o meglio alla
rendicontazione esterna
• È garanzia di scambio tra docenti
• Serve per fornire equità negli esiti
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Curricolo: definizione
• successione strutturata delle azioni didattiche
e formative. Itinerario programmato.
• da un modello trasmissivo a un modello
curricolare, a un modello personalizzato
centrato sulle competenze.
• Questi tre modelli ancora convivono sia nella
pratica, sia nella norma.
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I modelli
• Modello trasmissivo: contenuti
• Modello curricolare (di matrice
comportamentista/cognitivista: importanza delle
strutture cognitive, della mediazione del docente e
della sua programmazione)
• Modello della didattica personalizzata
centrata sulle competenze (di matrice
costruttivista: importanza della persona, del contesto
dell’apprendimento e delle sue dimensioni multiple)
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Il curricolo nelle norme
• DPR 275/1999, art. 8 (Definizione del curricolo) art. 9
(Ampliamento dell’offerta formativa)
• D.lgs 59/2004 e decreto 31 luglio 2001 per il primo
ciclo + DM 139/2007 e Documento tecnico
• Indicazioni nazionali 2012.
• Legge 107/2015 richiama al POF triennale…
Tutte le norme invitano a evitare l’enciclopedismo e a individuare
saperi essenziali, matrice (“testa ben fatta” Morin)
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La progettazione del curricolo
richiede:
•conoscenza di elementi di sfondo e di contesto
•rilevazione di bisogni dell’utenza e degli
stakeholders
•conoscenza degli spazi normativi
•per la scuola di infanzia si struttura per campi di
esperienza
•per la primaria in discipline e aree
•per la secondaria di primo per discipline.
•sperimentazione e verifica della ricaduta
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Chi lo fa
• Dipartimenti disciplinari/ gruppi di progetto
per le proposte
• Collegio docenti per l’elaborazione
• Consiglio di istituto per le linee di indirizzo e la
delibera (il curricolo è parte integrante del
POF)
• Con il possibile coinvolgimento anche di
soggetti esterni, delle famiglie e degli studenti.
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Com’è organizzato?
• Ogni scuola o meglio IS (istituzione scolastica)
lo definisce in relazione alla composizione
dell’Istituto e al contesto di riferimento
• Si parla di gruppi di lavoro per sezioni/classi
parallele, per CdiC, per dipartimento (Reg. AS)
Applica la struttura delle IND 2012 con maggiori
specificazioni ( tutte le classi e il dettaglio dei percorsi
curricolari)
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Aspetti irrinunciabili
• La progettazione educativa (livello macro)
• La progettazione didattica di sezione/classe
(livello micro)
Occorre definire di cosa ci compone, a cosa serve
e con quali tempi verificarla
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Gruppo di discussione
• 1 la comunicazione, rispetto alla mia realtà di
Istituto mi fa pensare…
• 2 trovo realizzati alcuni aspetti del curricolo
• 3 se penso a cosa si potrebbe migliorare…
Modalità di lavoro
10 m individuali 30 in gruppo
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Esiti gruppi di discussione
• Si trovano difficoltà a costruire un curricolo per
competenze
• Si avvertono pochi collegamenti tra le scuole
• Raccordo statali e paritarie per infanzia
• Raccordi primaria e sec. 1 grado
• Richiamo a utilizzare curricolo non pro-forma!
• Migliore il curricolo sulle competenze di cittadinanza
che quello sulle discipline
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Esiti gruppi /2
• Esigenza di condividere un lessico e avere format comuni
• Si valorizza la dimensione del plesso, si lamentano pochi
confronti per classi parallele
• Come realizzare l’unitarietà del percorso
• Riprendere meglio il contatto con il contesto e con i
riferimenti normativi
• Le prove per materia quadrimestrali e il curricolo generano
anche molte domande…
• Proposta: partire dal patrimonio artistico/paesaggistico del
territorio…
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Esiti gruppi/3
I vostri format
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•
•
•
Sono impostati sulle competenze
Sono riassuntivi dell’equipe di modulo/del CdC
Risentono dell’aggancio alle discipline e ai voti
Coniugano conoscenza degli alunni e scelte
curricolari
• Sono seguiti da tutti?
• Funzionano? Soddisfano?
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Suggerimenti
• Costruire un lessico comune a corredo del
curricolo di istituto
• Utilizzare un format analogo per i 3 gradi
• Utilizzare un format di istituto per le UdA
• Mantenere le prove quadrimestrali, sforzarsi
di costruirle sulle competenze
chiave/traguardi di sviluppo
I livelli di progettazione
1. Istituto
2. Plesso-grado scolastico -Ed.
3. Dipartimenti o gruppi classi parallele -Ed.
4. Sezione/classe -did.
5. Su singoli soggetti /personalizzazione -did
6. Per progetti comuni
I livelli da documentare sono una prerogativa
delle scuole autonome
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Funzionalità
• Costituisce riferimento comune
• Importante il lessico condiviso
• Generalmente è ampio, un ricco menù da cui
attingere per la progettazione didattica nelle
classi
• Va aggiornato ogni anno
• Occorre seguirlo e non solo sulla carta…
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Impostazione
• Il curricolo di Istituto è impostato sulle
competenze perché in linea con le IND 2012
• È impostato in longitudinalità ossia in
similarità dall’infanzia alla primaria alla
secondaria di 1 grado ( IND 2012)
• È presentato alle famiglie ed è una tutela su
ciò che la scuola “produce”
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La progettazione educativa
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Strumenti
• È costituita dal curricolo di istituto
• Potrebbe prevedere anche una sezione di
plesso ( per gli aspetti di ogni grado e di
adattamento al contesto)
• Si inserisce il patto di corresponsabilità
• Si trova una sintesi nel POF
• ….
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Cosa contiene
• Le programmazioni/curricoli annuali per
campi, discipline, progetti
• Le finalità educative dell’istituto
• Le priorità educative
• (collegamento con il RAV)
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La progettazione didattica
Strumenti e materiali
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Caratteristiche
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•
È il livello di sezione, classe, gruppi classe
Viene elaborata dai diversi team e C di C
È rivolta a gruppi di bambini/alunni
È rivolta a singoli nel caso delle diversità…
Tiene conto o meglio si collega al curricolo di
Istituto
• Utilizza il pdm dal RAV
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Cosa può contenere
Il contesto
•
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•
Descrizione dei destinatari e delle loro caratteristiche
Le priorità educative in termini di competenze di cittadinanza
Le iniziative per progetti
Uscite, scambi, interventi con esterni
Le attività didattiche
• I compiti prodotti e le UdA trasversali e di disciplina
• Criteri e modalità di valutazione
• La gestione della classe( regole, compiti per casa, rapporti tra compagni e
con i genitori)
• …
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I prodotti tecnici
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•
•
•
Curricoli annuali/verticali
Progetti
Programmazioni didattiche
Percorsi personalizzati (PEI-PDP)
Patto di corresponsabilità
…
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Lo strumento tecnico
La progettazione
UD/UdA
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un format di
UNITA’ DI APPRENDIMENTO
•
Denominazione
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Compito-prodotto
•
Competenze mirateComuni/cittadinanza:
Competenze chiave europee
Abilità
Competenze di grado scolastico
Conoscenze
•
Utenti destinatari
•
Fase di applicazione
•
Tempi
•
Esperienze attivate
•
Metodologia
•
Risorse umane: interne/esterne
•
Strumenti
•
Valutazione
Classe …
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Format UdA
•Possono essere
scelti format
diversificati…
•In ogni caso
occorre siano
presenti gli
elementi
irrinunciabili
Elementi irrinunciabili
Titolo
Compito di realtà
Obiettivi di apprendimento
(abilità e conoscenze)
Azioni didattiche
Criteri e standard di
valutazione
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
DA RE Franca, La didattica per competenze, Pearson, Torino 2013
Sito dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto: www.istruzioneveneto.it:
http://www.istruzioneveneto.it/wpusr/archives/category/ordinamenti/ordi-1
Piazza delle Competenze, settore “Primo ciclo di Istruzione”:
http://www.piazzadellecompetenze.net/index.php?title=La_PIAZZA
Sito dedicato del MIUR www.indicazioninazionali.it:
http://www.indicazioninazionali.it/J/index.php?option=com_content&view=cate
gory&layout=blog&id=11&Itemid=105
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Spunti per consultare
• G.Cerini, Passa…parole, Homeless book 2013.
• C. Fiorentini, Il ruolo del laboratorio nell’insegnamento scientifico. Una
proposta metodologica per il primo ciclo di istruzione, in Scuola e
Didattica, n.11, 2005.
• Rogoff B., "Imparando a pensare. L'apprendimento guidato nei contesti
culturali", Cortina, Milano, 2006.
• C.Pontecorvo, A.M. Ajello, C.Zucchermaglio, Discutendo si impara, Carocci
Roma, 2007.
• J. Dewey, Esperienza ed educazione, La Nuova Italia, Firenze 1949.
• A. Vigilante, il service learning: come integrare apprendimento e impegno
sociale, in Educazione Democratica, gennaio 2015
• M. Nieves Tapia ,Educazione e solidarietà. La pedagogia
dell'apprendimento-servizio, Città Nuova 2006
Laura Donà dirigente tecnico USR per il
Veneto
RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO DEL CONSIGLIO DEL 18
DICEMBRE 2006
8 ambiti di competenze chiave
1. comunicazione nella madrelingua
2. comunicazione nelle lingue straniere
3. competenza matematica e competenze di base in
scienza e tecnologia
4. competenza digitale
5. imparare ad imparare
6. competenze sociali e civiche
7. spirito di iniziativa e imprenditorialità
8. consapevolezza ed espressione culturale
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La novità delle Indicazioni 2012
Innova la progettazione e la didattica
con la centratura sulle competenze
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MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO
DIREZIONE GENERALE
Lavorare per competenze
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IL CURRICOLO PER COMPETENZE
COSTRUIRE UN CURRICOLO PER COMPETENZE
Raccomandazioni Europee; DM 139/07; Regolamenti riordino scuola secondaria di
secondo grado; Indicazioni 2012 1° ciclo di istruzione
DESCRIVERE I LIVELLI DI PADRONANZA DELLE COMPETENZE
Framework europeo delle lingue; OCSE PISA; EQF
IMPOSTARE LA DIDATTICA PER COMPETENZE
modelli cognitivisti-strutturalisti; apprendimento sociale, ecc.; curricolo come
responsabilità delle scuole (DPR 275/99)
VALUTARE LE COMPETENZE
Risultati e processi; compiti significativi, apprendimento non formale e informale
CERTIFICARE LE COMPETENZE
DM 139/07; Regolamenti, Europass, supplemento al certificato di diploma,
CM.3/2015
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COMPETENZE
Indicano la comprovata capacità di usare
conoscenze, abilità e capacità personali,
sociali e metodologiche in situazioni di
lavoro o di studio e nello sviluppo
professionale
e/o
personale;
le
competenze sono descritte in termini di
responsabilità e autonomia.
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COMPETENZE CHIAVE
sono quelle di cui tutti hanno bisogno per:
• la realizzazione e lo sviluppo personali
• l’esercizio della cittadinanza attiva
• l’inclusione sociale
• l’occupazione
devono essere perseguite per tutto l’arco della vita
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MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO
DIREZIONE GENERALE
Come si costruiscono
le competenze
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Il percorso del curricolo per competenze
(passando per il Profilo)
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CICLO DI APPRENDIMENTO
Esperienza concreta
Sperimentazione
attiva
Osservazione
riflessiva
Concettualizzazione
astratta
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Settore
Denominazione
Compito-prodotto
Competenze chiave
di cittadinanza
Finalità generali
Competenze mirate
Risorse
Abilità
Conoscenze
SCHEMA DI
PROGETTAZIONE
DELL’ UdA
Utenti destinatari
Prerequisiti
Fase di applicazione
Tempi
Sequenza fasi, tipologia
e varietà
Metodologia
Risorse umane
Interne ed esterne
Strumenti
Valutazione
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Il modello dalla RVC
elaborato in Veneto
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FORMAT DI RUBRICA
DI COMPETENZA
SEZIONE A: Traguardi formativi
COMPETENZA CHIAVE
EUROPEA:
Fonti di legittimazione:
COMPETENZE SPECIFICHE
ABILITA’
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CONOSCENZE
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FORMAT DI RUBRICA
DI COMPETENZA
SEZIONE B: Evidenze, nuclei essenziali, compiti, sviluppati lungo tutto l’arco del quinquennio, apparentando le competenze affini del
biennio e del triennio
COMPETENZA CHIAVE
EUROPEA:
Fonti di legittimazione:
COMPETENZE
SAPERI ESSENZIALI
COMPITI
EVIDENZE
SPECIFICHE
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52
FORMAT DI RUBRICA
DI COMPETENZA
SEZIONE C: Livelli di padronanza (EQF)
COMPETENZA CHIAVE
EUROPEA:
LIVELLI EQF
1
Svolgere compiti semplici,
sotto la diretta
supervisione, in un
contesto strutturato
2
Svolgere compiti e risolvere
problemi ricorrenti usando
strumenti e regole semplici, sotto
la supervisione con un certo
grado di autonomia
3
Svolgere compiti e risolvere problemi
scegliendo e applicando metodi di base,
strumenti, materiali ed informazioni
Assumere la responsabilità di portare a
termine compiti nell'ambito del lavoro o
dello studio.
Adeguare il proprio comportamento alle
circostanze nella soluzione dei problemi
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4
Risolvere problemi specifici in un campo
di lavoro o di studio
Sapersi gestire autonomamente, nel
quadro di istruzioni in un contesto di
lavoro o di studio, di solito prevedibili, ma
soggetti a cambiamenti.
Sorvegliare il lavoro di routine di altri,
assumendo una certa responsabilità per
la valutazione e il miglioramento di attività
lavorative o di studio
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longare 2 settembre con esiti gruppi