a cura di Sergio Signorini
Recensioni
Pavimentare = fondare spazio
Tempo: 1996. Luogo: la provincia di Cagliari. Il “caso”: una pavimentazione industriale, in
massetto di calcestruzzo armato
fibrorinforzato,soggetta a drammatico e irreversibile sfacelo
progressivo. Necessità: supportare la relazione peritale con
adeguata bibliografia. Urgenza:
massima. Reperimento testi:
impossibile. Epilogo: soddisfacente, grazie a un amico ingegnere, che ha estratto, dal cilindro della sua biblioteca, all’ultimo istante, Le pavimentazioni
industriali e speciali,di autori vari,
coordinato dall’architetto Giovanni Canavesio, ormai esaurito e introvabile, della cui esistenza non mi sono mai abbastanza dichiarato grato.
Dunque, come accogliere, se
non gioiosamente, il recente
sforzo di Andrea Boeri di “sistematizzare” le conoscenze e il
cosiddetto stato dell’arte intorno alle pavimentazioni?
Hoepli, ancora una volta, fissa
uno standard di qualità nelle
pubblicazioni tecniche, rammentando, in particolare agli
studenti renitenti alla concretezza, che ogni idea architettonica necessita di cognizioni tecnologico-gestionali per essere
vitalizzata. Ma sicuramente, oltre agli studenti, apprezzeranno
il testo i professionisti, che vi
potranno trovare sviluppati tutti
gli aspetti di una quotidianità
del progetto e del cantiere edile
che, se affrontati con puntualità,
possono non solo migliorare il
prodotto finale, ma anche i rapporti,oggi così tesi,fra le parti in
gioco. Alzi la mano chi non ha
mai “questionato” con un posatore! Per quanto precisi ci si
sforzi d’essere,l’imponderabile è
sempre in agguato! Il pregio
maggiore del testo di Boeri è
l’efficace sintesi, che spinge a
condensare le informazioni essenziali per gli interlocutori. Un
impresario, al quale avevo fornito disegni corredati da due
colonne scritte, a destra la sequenza esecutiva, a sinistra la
dettagliata descrizione delle tecnologie, mediante esaustive didascalie, alla mia evidente inquietudine per i molti errori
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commessi, non trovò di meglio
da obiettare che non poteva
passare le sue notti a leggere i
miei “romanzi”. Con gente
così,purtroppo alquanto diffusa,
secche e rapide descrizioni,
come suggerito da Boeri, sono
essenziali (come predicava Calvino, l’Italo): coinvolgerli con
troppa “teoria” li confonde!
Dunque ha ragione Andrea
Boeri a chiarire già dai sottotitoli:Requisiti - Criteri progettuali Applicazioni - Prestazioni. È tutto
quel che occorre. Boeri insegna
in università a Ferrara: evviva!
Viene dal cantiere e si vede:non
ha dimenticato di precisare i criteri di misurazione, che, se inespressi, sono fonte continua e
certa di dispute giudiziarie o arbitrali; né le patologie, che, se
note a monte, evitano troppo
diffuse incomprensioni o amare
sorprese: insegnano a proiettarsi
progettualmente nella vita “in
opera” del materiale. Nessuno,
per esempio, si stupirebbe del
fatto che una pavimentazione
esterna in perlino levigato, anche prima d’aver trascorso il
primo inverno, possa iniziare a
“vulcanizzare”, espellendo parti
della superficie e innescando
una sorta di “effetto gruviera”,
che, se previsto e accettato, può
valorizzarne la percezione contro-luce, se imprevisto, invece,
può solo stimolare un contenzioso fra committenza e fornitore. Che dire poi del deposito
in cantiere? Un parquet lasciato
a rugiadarsi nel suo pakaging in
polietilene, anche se sotto un
portico, in opera, al primo riscaldamento degli ambienti, subirà ritiri trasversali stratosferici,
con formazione di veri e propri
inestetici canaletti raccogli-polvere. E del rapporto fra sottofondi e pavimentazioni? Per i
quali è meglio avere un unico
responsabile, per evitare l’avvio
del quotidiano giochetto dello
“scarica-barile”. E, qualora ci si
voglia avventurare in “mosaici”,
facendo collaborare materiali di
pavimentazione diversi? Molto
meglio conoscerne i coefficienti di dilatazione termica, la
resistenza all’usura e quant’altro,
per raggiungere la certezza che
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potranno restare “sposati” per
un tempo adeguato, senza addivenire a un divorzio fulminante,
ancora più rapido di quello degli utenti della pavimentazione,
magari a causa del suo stesso degrado. Concludiamo segnalando un precedente testo di
Boeri,di pari struttura,sulle pietre naturali, particolarmente
usate per le pavimentazioni.
Andrea Boeri
Pietre naturali nelle costruzioni.
Requisiti - Criteri Progettuali Applicazioni - Prestazioni
Hoepli, Milano, 1996
92 pp., L. 28.000 € 14,48
Andrea Boeri
Sistemi di pavimentazione.
Requisiti - Criteri Progettuali Applicazioni - Prestazioni
Hoepli, Milano, 2001
186 pp., L. 36.000 € 18,59
Stefano Musso e Giovanna
Franco, dopo lunga ricognizione nel territorio tutelato dall’Ente Parco dell’Aveto, danno
alle stampe una rilevante Guida
alla manutenzione e al recupero dell’edilizia e dei manufatti rurali. Si
tratta della diffusa, ma generalmente dismessa e malmessa,edilizia erroneamente definita minore. Minore perché? Per dimensioni? Per “povertà” tecnologica? Per scarsità d’invenzione
spaziale? Per ruralità? Rappresenta, invece, la summa delle
tracce, estese ad ampi territori,
di una civiltà contadina che il
progressivo abbandono sta facendo scomparire: perciò occorre programmare interventi
di recupero appropriati o, in attesa, di necessaria manutenzione. Ai saggi introduttivi conseguono le schede che strutturano il testo: tavole dello stato di
fatto relative a forme e impianti
costruttivi, murature, strutture e
manti di copertura, solai intermedi, aperture (rilievi, assonometrie, foto e brevi testi descrittivi). Seguono le schede di intervento, che prevedono “adeguamenti e miglioramenti” di
carattere impiantistico, di risanamento e difesa dall’umidità.
Anche se gli approcci proposti
sono gli stessi del restauro,non si
dimentica mai che,per rivitalizzare, pur rispettosamente, occorre “adeguare”.
Stefano F. Musso, Giovanna Franco
Guida alla manutenzione e al
recupero dell’edilizia e dei
manufatti rurali
Marsilio, Venezia, 2000
200 pp., L. 40.000 € 20,66
Sovente in cotto
Lignei copricapi
Giandomenico Belotti è noto
soprattutto per l’apprezzata sedia “Spaghetti chair” di Alias.
In realtà, benché la sua natura
di scultore non abbia mai segnato il passo, Belotti è intimamente, radicalmente architetto, e più, un affascinante architetto “del cotto”. Non si
tratta, è ovvio, dell’unico materiale che manipola spazialmente, ma, di certo, del più ricorrente. Sperimenta stilature
diverse, dalle più curate e perfezionistiche, più frequenti, a
quelle rasate e sporgenti, che
sembrano ricacciare il cotto in
secondo piano. I mattoni sono
di trafila, a mano, ceramici; non
raramente affiora il piacere di
comporre piani-parete con disegni decorativi a inserti. Il linguaggio, sempre rigorosamente moderno, non è insensibile a sollecitazioni della medioevalità, ma riordinate, pur
in costante dissimmetria, con
lo scientifico controllo geometrico del Rinascimento. L’uso
dei materiali, in contrasto con
la composizione espressamente
razionale, ne vira gli effetti finali in materia organica.
Giandomenico Belotti
Spazio struttura linguaggio.
L’architetura partecipata
Hoepli, Milano, 2000
208 pp., L.70.000 € 36,15
Scandagliata l’intera bibliografia di settore, talora bersagliata,
per ingannevoli errori formulistici, nelle recensioni su Adrastea, vivace rivista, ormai riferimento ineludibile negli studi di
strutture lignee, Umberto Barbisan e Franco Laner sintetizzano le loro ampie conoscenze
nel volume Capriate e tetti in legno. L’argomento è sviscerato a
partire da un articolato excursus storico, nella tipica e condivisa chiave di lettura di Laner:
“Storia, come fonte di conoscenza per l’innovazione”. Si
precisano poi “Terminologia e
tipologie”, nell’intento di ricondurre le osservazioni storiche a un quadro di classificazione scientifico,premessa,a sua
volta,degli esempi di dimensionamento, offerti nella chiave
estremamente utile dell’eserciziario. I “particolari costruttivi”
guidano l’osservazione e la
comprensione dell’esistente,
per assumere “Criteri e tecnologie per il recupero”, ma stimolano anche la fantasia progettuale.Immancabile cenno finale ai “Manti di copertura”,
scopo del sostegno sottostante e
protezione, in primis, dello
stesso. Nelle appendici, un
cenno di Federico Zago alla
“Deformazione differita nel
tempo” e un’utile tabella con le
caratteristiche delle principali
essenze legnose.
Umberto Barbisan, Franco Laner
Capriate e tetti in legno.
Progetto e recupero
Franco Angeli, Milano, 2000
147 pp., L. 52.000 € 26,86
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