JUNI 2010 Ibidem Das Blatt der Romanistik-Doktorierenden Der akademische Nachwuchs berichtet zu aktuellen Veranstaltungen Prof. Daria Perocco: Caterina Cornaro tra storia e letteratura In occasione della sua conferenza del 27 aprile 2010, la Prof. Perocco (Università Ca’ Foscari, Venezia) ha ricordato la figura dell’ultima regina di Cipro a 500 anni dalla morte. Dopo aver ripercorso appassionatamente le vicende della sua vita avventurosa ha analizzato per il pubblico zurighese la costruzione del mito di Caterina Cornaro. Fig. 1: Medaglia raffigurante Caterina Cornaro conservata al Museo Correr di Venezia (www.roth37.it/COINS/Corner/ storiamonete.html) Di Nicole Coderey Fra i molti argomenti legati alla sua città ai quali la Professoressa Perocco si è dedicata, compare la figura di Caterina Cornaro, nobildonna veneziana divenuta regina di Cipro.1 Per la sua conferenza zurighese, la nostra ospite ha prediletto questa affascinante protagonista di un importante capitolo di storia veneziana, ricordandola in occasione dei cinquecento anni dalla scomparsa. Il personaggio storico e la sua mitizzazione – avvenuta per mezzo della Repubblica Serenissima prima, di autori, compositori e pittori poi –, sono al centro dell’indagine. La relatrice chiarisce da principio che la realtà storica non corrisponde al mito creato attorno a Caterina Cornaro e confronta il suo caso con quello inverso, il mito negativo di Lucrezia Borgia nell’800, trasformata, da vittima del padre e del fratello quale era, in crudele mangiatrice di uomini con spiccate tendenze all’avvelenamento. Ripercorrerò dunque il percorso tracciato dalla Prof. Perocco, presentando per prima cosa il personaggio storico e, in seguito, l’eroina romantica costruita dal mito. DEM N ÄC HST In den nächsten Ausgaben berichten wir über: Gastvortrag von Prof. Dr. Piero Boitani («Sapienza» Università di Roma) am 2. März 2010, zum Thema: Poesia e arte delle stelle Workshop für Doktorierende vom 7. und 8. Mai 2010 in Montézillon, mit folgenden Hauptthemen: Prof. Dr. Annette Gerstenberg (Ruhr-Universität Bochum): Korpora als Grundlage wissenschaftlicher Arbeiten Prof. Dr. Jörg Hennig (Universität Hamburg): Die Dissertation als Forschungs- und Prüfungsarbeit Ha curato la voce «Caterina Cornaro» in T. Plebani, Storia di Venezia città delle donne, Venezia, Marsilio, 2008, p. 97; della regina di Cipro si era già occupata nell’articolo «Caterina Cornaro nella Istoria viniziana di Pietro Bembo», in Studi veneziani XXV (1993), pp. 153-67. 1 1 JUNI 2010 Ibidem 1. La storia V E R A N STA LT U N G EN A M ROSE Caterina Cornaro, o Cornèr, nasce a Venezia il 25 novembre 1454, figlia di Marco di Giorgio Cornèr, diretto discendente di un doge, e di Fiorenza di Niccolò Crispo. Se da parte materna Caterina può vantare una stretta parentela con l’imperatore di Trebisonda Giovanni IV Comneno, di cui è nipote, da parte di padre la famiglia sostiene di discendere dalla gens cornelia romana. Questa presunta discendenza verrà sfruttata per il conio delle monete cipriote riportanti l’effige della regina, presentata come “Catherina Cornelia Cypri Regina” (Fig. 1). Caterina cresce nel palazzo paterno di San Cassiano e viene in seguito educata in monastero, da cui esce nel 1468 per andare in sposa al re di Cipro. Nella Venezia mercantile i matrimoni costituiscono un importante contratto economico, oltre che un modo per stringere alleanze, e le nozze di Caterina sono rappresentative di questo ambiente. Per la Repubblica Serenissima sarebbe risultato strategico piazzare delle forze sull’isola di Cipro, tanto comoda dal punto di vista geografico per il commercio e per la temuta invasione turca. Dal canto suo il re di Cipro, Giacomo II Lusignano, era profondamente indebitato nei confronti dei Cornèr, che da generazioni fornivano ai Reali i mezzi per respingere i Turchi. Re Pietro aveva ripagato parzialmente i suoi creditori con il feudo di Piscopia (Episkopi), attraverso il quale scorre il solo corso d’acqua dell’intera isola, e concedendo loro il privilegio di poter apporre lo stemma dei Lusignano sulle armi. A curare gli interessi dei Cornèr sull’isola, sotto il regno di Giacomo II, c’è Andrea, zio di Caterina. Condannato dalla Repubblica per brogli elettorali, aveva chiesto di essere mandato al confino a Cipro, dove vive in ottimi rapporti con il re. Per saldare il debito del sovrano nei confronti dei Cornèr, che ammonta ormai a 100.000 ducati, Andrea pattuisce il matrimonio di Giacomo II con sua nipote Caterina, matrimonio in cui la dote della sposa è costituito dai debiti dello sposo. Con questo contratto la Serenissima e i Cornaro rafforzano il loro potere nel Mediterraneo e il re si sdebita stringendo inoltre una strategica alleanza. Le nozze si celebrano a Venezia fra Caterina e un procuratore di Giacomo II Lusignano nel 1468. L’effettiva partenza di Caterina per Cipro risale a quattro anni dopo, quando i Turchi si sono impossessati di Negroponte e l’appoggio dei veneziani si è fatto più im- 2. Juni 2010 Gastvortrag von Prof. Dr. Richard P. Ingham: Narrations et dialogues: the AngloNorman Year Books corpus 1270-1390 Universität Zürich, Hauptgebäude, KOL-G-209 18:15 bis 20:00 Uhr La littérature face au dogme néolibéral „Journée d‘études“ im Rahmen des Doktoratsprogramms Romanistik 25. Oktober 2010, Universität Zürich L’hégémonie de l’économique dans le monde moderne conduit à penser tous les ordres du savoir et les modes d’être selon un modèle fondé sur le quantifiable, le paramètre bancaire et la loi du marché. Comme l’ont montré des travaux récents, cette représentation prétend construire un homme nouveau, modifier les pratiques éducatives au point de les calquer sur un dogme de l’entreprise aux conséquences néfastes tant pour le sens même de la connaissance que pour la qualité du lien social. L’université et, en son sein, ceux dont le souci majeur est une interrogation sur les œuvres littéraires, sur leur inscription dans la longue durée de l’histoire, ne peut que s’inquiéter de son devenir. La seule réponse à une telle agression est ainsi de l’ordre du dialogue entre les disciplines, de la connaissance partagée, s’il est vrai, selon le mot de Mallarmé, que « tout se résume dans l’Esthétique et l’Economie politique ». La Journée d’études que nous proposons aura donc pour tâche d’établir des ponts entre des historiens, des sociologues, des économistes, et l’approche spécifique qu’est la critique littéraire. I M P R ESSU M Herausgegeben vom Doktoratsprogramm Romanistik: Methoden und Perspektiven, Romanisches Seminar der Universität Zürich Autorinnen und Autoren: Romanistik-Doktorierende der Universität Zürich Publiziert online auf: http://www.rose.uzh.ch/doktorat/doktoratsprogramm/Ibidem.html Kontakt: [email protected] 2 JUNI 2010 Ibidem portante. Poiché al momento in cui Caterina giunge a Cipro suo marito ha già tre figli illegittimi, la neo regina comincia a stringere accordi con Napoli prima di consumare il matrimonio. La regina, infatti, approda a Famagosta in un clima di intrighi che non sono raccontati nelle storie ufficiali, poiché non contribuiscono ad gloria Republicae Serenissimae. Il diritto al trono di Giacomo II è contestato: Giacomo è un figlio naturale del precedente sovrano, è infatti noto come il Bastardo, e il regno è rivendicato dall’unica erede legittima di re Giovanni, Carlotta, che ha l’appoggio dei duchi di Savoia e di Milano. Nella notte fra il sei e il sette luglio 1573, Giacomo II muore per gli strapazzi di una partita di caccia, lasciando la moglie incinta. Questa la versione degli storiografi ufficiali. Esiste invece il sospetto che il re sia stato assassinato da parte dei veneziani, che non approvavano i suoi intrighi, perché rischiavano di compromettere gli affari della Repubblica. Il governo passa a Caterina, affiancata da un consiglio di reggenza costituito di veneziani, tra i quali lo zio Andrea Cornèr e il cugino Marco Bembo, fratello del celebre Pietro. Entrambi gli uomini sono uccisi nella notte fra il 13 e il 14 novembre mentre si recano al castello di Caterina per avvertirla che è in corso una rivolta contro di lei in quanto rappresentante di Venezia. Caterina e il figlio Giacomo, di pochi mesi, vengono fatti prigionieri. Gli assalitori vogliono far abdicare Caterina in favore di Carlotta, ma la regina è decisa a mantenere la sua carica. A causa di una serie di errori da parte dei rivoluzionari Venezia mantiene il controllo dell’isola. Caterina riassume il ruolo di regina, anche se la sua funzione è solo rappresentativa; sono altri a comandare. Il piccolo Giacomo muore prima del compimento del primo anno e poiché i veneziani temono la proposta di matrimonio ricevuta da Caterina da parte di re Alfonso di Napoli, che potrebbe provocare problemi legati all’eredità del regno, la costringono ad abdicare. Desiderano annettere Cipro alla Repubblica e che la regina dichiari di abdicare di sua spontanea volontà. Caterina, che ama il suo ruolo e si preoccupa del benessere della popolazione, accetta suo malgrado solo quando è il fratello Giorgio a tentare di persuaderla. A Caterina è concesso di mantenere il titolo nobiliare ed è promessa la signoria di Asolo, nel Trevigiano. Viene ricondotta a Venezia con un lungo viaggio-corteo che fa tappa in ogni porto su cui vige il dominio della Serenissima. Sulla laguna la regina è accolta dal bucintoro del doge, accoglienza che spetta solo ai grandissimi. La corte asolana di Caterina è l’unica mai esistita in territorio veneziano e ricorda la corte “ideale” descritta da Castiglione nel Cortegiano. La regina si circonda di nobili, letterati e artisti, fra cui figurano Beatrice Sforza, Isabella d’Este, Antonio Cobertaldo, Andrea Navagero, Luigi Da Porto e Pietro Bembo, che immortalerà questa realtà negli Asolani. Fig. 2: Andrea Vasillacchi, Sbarco di Caterina Cornaro a Venezia (1606) Nel 1509, con l’entrata nella Repubblica delle truppe di Massimiliano, a capo del Sacro Romano Impero, Caterina si rifugia a Venezia. Ad Asolo torna solo per un breve periodo perché il caldo la riporta a Venezia, dove muore nella notte fra il 9 e il 10 luglio del 1510. 2. Il mito 2.1 Caterina negli Asolani e nell’Istoria viniziana di Pietro Bembo Il processo di mitizzazione di Caterina Cornaro è instaurato poco dopo la sua morte dalla Repubblica di Venezia. Un’aura mitica si era già creata attorno alla sua figura nel periodo asolano. Le pagine di Pietro Bembo non hanno che rafforzato l’immagine della regina, al centro di un ideale corte rinascimentale, luogo privilegiato per operazioni culturali. Gli Asolani vi inscenano la perfetta teorizzazione dell’amore. L’ambientazione ricorda quella del Cortegiano di Castiglione, con la differenza che quella di Asolo è una corte reale, ancora attiva nel momento in cui se ne scrive. Si articola così la prima fase della formazione del mito dell’ultima regina di Cipro. È ancora Bembo, questa volta su incarico dalla Repubblica, a celebrare la Cornaro in un trattato storico. 3 JUNI 2010 Ibidem Gli è infatti affidato il prestigioso compito di redigere la storia di Venezia. Bembo scrive tre versioni della Istoria viniziana: l’originale latino, la traduzione in volgare, e la versione ufficiale in volgare rivista dal Consiglio dei X, che si preoccupa di «perpetuare il ricordo dei fatti gloriosi avvenuti nello stato» (Perocco 1993 : 154). Il primo libro della Istoria include le vicende di Caterina e rappresenta la seconda fase di mitizzazione. Poiché l’opera mira ad gloria Republicae, descrive la vita della sovrana di Cipro «ricca di onori e glorie» (Perocco 1993 : 161) e non lascia trasparire la «violenta opposizione o ripulsa ai dettami della Repubblica da parte di Caterina» (Perocco 1993 : 160) quando i suoi rappresentanti hanno cercato di persuaderla a lasciare l’isola. Lo storiografo si limita a lodare le competenze retoriche del fratello di Caterina, Giorgio, incaricato di ricondurre a Venezia la regina. La reticenza della Cornaro a lasciare il suo regno si spiega, nelle pagine di Bembo, con il timore verso il cambiamento nello stile di vita che il trasferimento in una repubblica comporta. Come sappiamo dalle lettere di lamentela del padre della sovrana, invece, le sue condizioni di vita a Cipro erano tutt’altro che privilegiate, rese difficili dalle rendite basse e dalla mancanza di libertà. Durante la conferenza la Prof. Perocco non ha avuto modo di soffermarsi sull’insurrezione del 1473, ma nel suo articolo considera questo avvenimento un caso esemplare di come la “censura” di Bembo ha agito sui fatti nella redazione della Istoria. Con la scusa che i fatti non si sono verificati nel periodo di storia affidatogli, lo storiografo li sfiora appena. Una versione dettagliata è invece quella tramandataci da Giosafat Barbaro, ambasciatore della Repubblica a Uzun Hassan, sultano di Ak Koyunlu.2 Barbaro, che doveva accordarsi con il sultano contro i nemici comuni, i Turchi Ottomani, faceva lunghe soste a Cipro e mandava rapporti accurati alla Serenissima su ciò che accadeva sull’isola. Nella sua relazione del 15 novembre 1473 Barbaro racconta «la congiura contro Caterina [...] che rappresenta l’ultimo tentativo degli altri pretendenti al trono [...] di estromettere i Cornaro e la Repubblica dal dominio di Cipro» (Perocco 1993 : 165). L’ambasciatore diviene protagonista della vicenda quando viene convocato da Andrea Corner ed esortato a recarsi al castello per av- vertire la sovrana della sommossa in corso. Barbaro non ci va; lo fa invece Andrea, che proprio in tale circostanza viene ucciso. Barbaro lo accusa di non aver fortificato il castello nonostante corressero voci di un possibile attacco da parte di Napoli. Di tutto questo, persino nella versione non rivista della Istoria, non resta che la frase seguente: «e alcuni maggiori di quel regno nuove cose movendo». 2.2 Il consolidamento del mito attraverso le arti Depauperando Caterina Cornaro di parte della sua realtà storica, Bembo prepara il consolidamento del mito. Nei secoli successivi la figura di Caterina è oggetto di opere letterarie e di messinscene teatrali che ne fanno un’eroina romantica.3 Si racconta di come Giacomo Lusignano si sia innamorato del suo ritratto e di come l’ambasciatore cipriota a Venezia l’abbia scelta fra settantadue belle donne per il suo re. La sua bellezza si fa leggendaria, così come il suo sacrificio per la Patria, che sposandola al re di Cipro l’avrebbe portata via dal suo grande amore veneziano. Tra la Caterina mitizzata e la Caterina storica esiste probabilmente la stessa differenza che corre fra il ritratto di Tiziano e quello di Gentile Bellini: Fig. 3: Tiziano, Ritratto di Caterina Cornaro, 1550 (it.wikipedia.org) A lei sono dedicati un romanzo, La regina di Cipro (Mantova, 1839), e numerose opere teatrali: G. Medici, Caterina Cornaro regina di Cipro (Udine, 1675), V. Formaleoni, Caterina, regina di Cipro (Venezia, 1783), L. Carrer, Anello di sette gemme o Venezia e la sua storia (Venezia, 1838), G. Fioro, G. Emo, Caterina Cornelia regina di Cipro (Venezia, 1843), G. Sacchero Caterina Cornaro (Napoli, 1844). 3 L’impero comprendeva gli attuali Iran, Iraq, Armenia, Turchia e Azerbaijan. 2 4 JUNI 2010 Ibidem francese a cui è fidanzata. Quando si scopre che il re di Cipro vuole sposare Caterina, la Repubblica impone la sua volontà sulla giovane: se non sposerà Lusignano, Gerardo verrà ucciso. Il Sette- e l’Ottocento fanno di Caterina un’eroina romantica; creano il mito di colei che ha rinunciato all’amore per il bene della Serenissima. Ancora oggi, quando la prima domenica di settembre a Venezia si inscena la regata storica, una ragazza di vent’anni viene scelta come figurante per impersonare l’ultima regina di Cipro. Il mito continua. Bibliografia Fig. 4: Gentile Bellini, Ritratto di Caterina Cornaro, 1500 (museocasagiorgione.it) Daria Perocco, voce «Caterina Cornaro», in T. Plebani, Storia di Venezia città delle donne, Venezia, Marsilio, 2008, p. 97. Daria Perocco, «Caterina Cornaro nella Istoria viniziana di Pietro Bembo», in Studi veneziani XXV (1993), pp. 153-67. Renata Salvarani, «Caterina Corner, l’ultima regina del Medioevo», in Medioevo (luglio 2009) Il 12 gennaio 1844 Gaetano Donizetti presenta al pubblico del Teatro San Carlo di Napoli la sua Caterina Cornaro, una tragedia lirica di un prologo e due atti su libretto di Giacomo Sacchero. L’opera narra dell’infelice amore della protagonista per Gerardo, un uomo Fig. 5: Francesco Hayez, Giorgio Cornèr cerca di convincere la sorella, in abiti orientali, ad abdicare (1841, deposito teatro Donizetti) (www.settemuse.it) 5