20 Clinica & Ricerca Anno V n. 2 - Maggio 2011 Italian Edition Fig. 10a - Stone Case Report: jig creato sul modello in gesso. Fig. 10b - Stone Case Report: jig verificato in bocca. Fig. 11a - Proporzione matematica per calcolare teoricamente la entità della deviazione apicale lineare radiale. 12b 12a Fig. 11b - Calcolo trigonometrico della deviazione assiale. 12c Fig. 11c - Calcolo trigonometrico della deviazione assiale (regola del seno/coseno). 13a Fig. 11d - Calcolo trigonometrico della deviazione assiale (regola della tan/cot). IT pagina 19 Anche ammettendo una posizione crestale e asse perfetti, se ripetessimo l’inserimento dell’ impianto n volte, senza un controllo sulla spira dell’ impianto con i sistemi in commercio, ogni volta il momento iniziale in cui 12d Figg. 12a-d - Parametri di posizione implantare persi anche nei sistemi cosiddetti “a controllo di profondità”, per congruità dei triangoli (implantare assiale e dell’endostop sul cilindro guida). Figg. 13a, b - Analogia con il tappo di Coca-Cola. l’impianto comincia a ruotare cambierebbe e sarebbe analogamente differente la posizione finale del sistema antirotazionale. Una posizione finale certa è dunque attualmente non ottenibile. Sembra dunque che in realtà sia l’osso che attualmente “gui- sono semplicemente naif. Oltre a mancare il controllo della fase implantare, corrispondono anche a tentativi grossolani, soggetti ad eventuali errori di parallasse, e legati alla grandezza dei markers riportati e dall’acuità visiva dell’operatore. La deviazione assiale intro- di”, all’interno di una struttura a guard-rail il pattern di avvitamento dell’impianto e dunque la sua posizione finale secondo tutti i suoi parametri. Il controllo di questi parametri tramite punti segnati in qualunque modo su manicotto e mounter da far corrispondere 13b duce a un altro concetto, che secondo l’Autore dovrebbe essere introdotto: densità e anisotropia ossea. Infatti, dall’altro lato della dima chirurgica, quando l’impianto impatta l’osso, con una guaina liscia non è assolutamente predicibile il momento in cui l’impianto comincerà a ruotare, dipendendo questo dalla densità ossea (espressa in scala HU) e, nel contempo, la successiva discesa assiale dell’impianto dipenderà dal gradiente di densità ossea (che può essere espresso in gradiente di HU e rappresenta la iso/anisotropia dell’osso in quell’area per unità di lunghezza nelle tre direzioni dello spazio. A meno di usare un qualche dispositivo di guida che forzi l’impianto in una precisa direzione, riferito alla dima chirurgica, secondo un percorso matematicamente calcolato a spirale, il risultato clinico sarà di far iniziare la rotazione dell’impianto quando l’osso offrirà sufficiente attrito (senza alcuna importanza sul fatto di aver usato o meno un preparatore di spalla) e di avere una successiva discesa assiale dipendente dall’isotropia versus anisotropia ossea nell’area di interesse. Accettando l’inaccuratezza in quanto tale, il mercato ha cercato di creare dei sistemi di controllo di profondità, in modo da avere almeno quel parametro sotto controllo, ma in realtà errori derivanti dal gap possono essere responsabili non solo di divergenze di posizione e di asse, ma anche di profondità. Infatti, l’“endostop” a causa della deviazione assiale coopererà con la guaina in modo angolato. Il primo contatto sarà sopra il livello di profondità desiderato, e con la progressione di avvitamento dell’impianto si creerà un torque di inserimento con deformazione della dima chirurgica e tensione sull’osso, e un impatto di piatto tra endostop e guaina avverrà a maggiore profondità rispetto a quella desiderata. Può darsi che la profondità giusta avvenga a mezza strada con l’uso di questi sistemi, ma ancora una volta il forse è necessario, perché il controllo è del tutto soggettivo, eseguito a occhio e, dunque, operatore dipendente. In ogni modo, il risultato sarà di profondità non centrata, deviazione assiale ed errore di posizionamento con traslazione della piattaforma implantare in cresta nella direzione della deviazione assiale. Una volta iniziata la avvitatura dell’ impianto nell’ osso, ogni tentativo di correzione della posizione dell’impianto in cresta sarà impossibile e ogni tentativo di correzione dell’asse implantare sarà effettuato “ad occhio” (Figg. 12a, b, c, d, e). Con i sistemi attuali, in pratica, l’impianto verrà ad essere inserito senza controllo matematico nell’osso sia per quanto riguarda la sua posizione crestale e assiale sia per quanto riguarda la sua fase (sarà sempre “fuori fase” se non addirittura in contrasto di fase): all’interno di un sistema di guida liscio in realtà è l’osso il vero attore. La probabilità di posizionare correttamente due impianti è di 1 su 7 miliardi e 500 milioni (un poco meno, se ciò può essere di conforto). IT pagina 21