ANNO 2014/2015
Seduta XI: giovedì 26 giugno 2014 - pomeridiana
SOMMARIO
1. Presentazione di messaggi e proposta di attribuzione a Commissioni ......................954
2. Proposta di attribuzione a Commissione di iniziative parlamentari generiche ........... 955
3. Mozione evasa ..........................................................................................................955
4. Mozione ritirata ..........................................................................................................955
5. Presentazione di atti parlamentari .............................................................................955
6. Comunicazioni del Presidente ...................................................................................956
7. Rapporto di attività della Commissione di sorveglianza delle condizioni
di detenzione per il periodo maggio 2013 - maggio 2014 ..........................................956
- Rapporto del 16 maggio 2014; relatrice: Lara Filippini
8. Naturalizzazioni .........................................................................................................964
- Rapporti del 2 giugno 2014 della Commissione petizioni e ricorsi
9. Iniziativa parlamentare del 4 novembre 2013 presentata nella forma
elaborata da Matteo Pronzini per la modifica di alcuni articoli della
legge sull'esercizio dei diritti politici (LEDP)...............................................................964
- Iniziativa parlamentare elaborata del 4 novembre 2013
- Rapporto del 22 maggio 2014; relatore: Maurizio Agustoni
10. Iniziativa parlamentare del 15 settembre 2003 presentata nella forma
generica da Iris Canonica (ripresa da Michele Guerra) concernente
la nuova perequazione finanziaria intercomunale: vi sono ancora punti
da completare............................................................................................................967
- Iniziativa parlamentare generica del 15 settembre 2003
- Rapporto dell'11 giugno 2014; relatore: Franco Celio
11. • Mozione del 21 febbraio 2011 presentata dal gruppo PS (Nicoletta
Mariolini, Carlo Lepori e cofirmatari) "Mobilità aziendale e mezzi collettivi" ..........967
• Iniziativa parlamentare del 21 febbraio 2011 presentata nella forma
generica dal gruppo PS (Nicoletta Mariolini, Carlo Lepori e cofirmatari)
"Mobilità aziendale e mezzi pubblici".....................................................................967
-
Mozione del 21 febbraio 2011
Iniziativa parlamentare generica del 21 febbraio 2011
Messaggio del 19 giugno 2012 n. 6654
Rapporto del 29 aprile 2014 n. 6654R; relatore: Sergio Savoia
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Anno 2014/2015 - Seduta XI: giovedì 26 giugno 2014 - pomeridiana
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12. • Iniziativa parlamentare del 26 gennaio 2010 presentata nella forma
elaborata da Raoul Ghisletta per il gruppo PS (ripresa da Pelin Kandemir
Bordoli) per la pubblicazione dei mandati (modifica della legge sulle
commesse pubbliche) ...........................................................................................976
• Iniziativa parlamentare del 14 ottobre 2013 presentata nella forma
elaborata da Fiorenzo Dadò per il gruppo PPD+GG per la modifica
dell'art. 7 cpv. 3 della legge sulle commesse pubbliche ........................................976
-
Iniziativa parlamentare elaborata del 26 gennaio 2010
Iniziativa parlamentare elaborata del 14 ottobre 2013
Messaggio del 13 novembre 2013 n. 6872
Rapporto del 28 maggio 2014 n. 6872R; relatore: Maurizio Agustoni
13. Stanziamento di un credito complessivo di franchi 23'500'000.- quale
aggiornamento dei crediti e crediti quadro per la conservazione del
patrimonio stradale per il periodo 2012-2015, così suddiviso: ..................................978
• aggiornamento del credito per la sistemazione delle pavimentazioni e
dei cigli per un importo di fr 16'500'000.• aggiornamento del credito quadro per interventi di rifacimento e di
risanamento di manufatti per un importo di fr. 3'000'000.• aggiornamento del credito per interventi minori su manufatti per un
importo di fr. 2'000'000.• aggiornamento del credito quadro per opere di protezione e
premunizione dai pericoli naturali per un importo di fr. 2'000'000.- Messaggio del 21 maggio 2014 n. 6943
- Rapporto del 10 giugno 2014 n. 6943R; relatore: Fiorenzo Dadò
14. Chiusura della seduta e rinvio ...................................................................................982
PRESIDENZA: Gianrico Corti, Presidente
Alle ore 14:05 il Presidente dichiara aperta la seduta, presenti 72 deputati.
Sono presenti le signore e i signori deputati:
Agustoni - Bacchetta-Cattori - Badaracco - Badasci - Balemi - Bang - Bassi - Beretta
Piccoli L. - Bergonzoli - Bignasca A. - Bignasca M. - Bonacina-Rossi - Boneff - Bordoni Brivio - Caimi - Campana - Canepa - Canevascini - Caprara - Cavadini - Cavalli Caverzasio - Celio - Chiesa - Corti - Crivelli Barella - Dadò - De Rosa - Del Don - Delcò
Petralli - Dominé - Filippini - Fraschina - Galusero - Garobbio - Garzoli - Giudici - Gobbi Guerra - Guidicelli - Jelmini - Kandemir Bordoli - Lepori - Lurati I. - Lurati S. - Maggi Malacrida - Martinelli Peter - Mellini - Morisoli - Ortelli - Pagani - Pagnamenta - Paparelli Pedrazzini - Pedroni - Pellanda - Polli - Ponzio-Corneo - Pronzini - Quadranti - Ramsauer Rückert - Sanvido - Savoia - Schnellmann - Seitz - Solcà - Steiger - Viscardi - Vitta
Si sono scusati per l'assenza:
Bacchetta - Beretta-Piccoli F. - Cereghetti - Cozzaglio - Del Bufalo - Denti - Foletti Franscella - Ghisolfi - Gianora - Gysin - Minotti - Orsi - Passalia - Storni
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Non si sono scusati per l'assenza:
Peduzzi - Pinoja - Robbiani
1. PRESENTAZIONE
COMMISSIONI
DI
MESSAGGI
E
PROPOSTA
DI
ATTRIBUZIONE
A
n. 6942
21 maggio 2014
Rapporto del Consiglio di Stato sulla mozione del 28 maggio 2013 presentata da
Lorenzo Orsi e cofirmatari "Scoraggiare opposizioni e ricorsi pretestuosi contro le
domande di costruzione"
(alla Commissione della legislazione)
n. 6951
18 giugno 2014
Concessione al Comune di Capriasca, Tesserete, di un contributo unico a fondo
perso di fr. 1'950'000.- per le opere di ristrutturazione di Casa Capriasca a
Tesserete
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 6952
18 giugno 2014
Richiesta di un credito d'investimento di fr. 1'590'000.- per l'acquisto di un
software e relativa implementazione per la gestione delle multe in materia di
contravvenzioni alle norme della circolazione stradale e di un credito ricorrente a
partire dall'anno 2016 di fr. 91'000.- a gestione corrente per la gestione e
manutenzione del software
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 6953
24 giugno 2014
Nuova legge sull'Azienda elettrica ticinese
(alla Commissione speciale dell'energia)
n. 6954
24 giugno 2014
Revisione parziale della L-rilocc
(alla Commissione della gestione e delle finanze)
n. 6955
25 giugno 2014
Legge sugli aiuti allo studio
(alla Commissione speciale scolastica)
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2. PROPOSTA DI ATTRIBUZIONE A COMMISSIONE DI INIZIATIVE PARLAMENTARI
GENERICHE
Celio F. e cofirmatari - 24.06.2014
Modifica della legge tributaria (Accesso alle informazioni fiscali dei contribuenti che non
pagano le imposte)
(alla Commissione speciale tributaria)
Maggi F. per il gruppo Verdi - 25.06.2014
Permettere anche ad AET di distribuire l'energia a tutti i clienti finali in Ticino e fuori Cantone
(alla Commissione speciale dell'energia)
Guerra M. e cofirmatari per il gruppo LEGA - 25.06.2014
Basta con gli abusi sui fondi provento di lotterie
(alla Commissione della legislazione)
3. MOZIONE EVASA
Kandemir Bordoli P. e Lurati S. per il gruppo PS
Per un vero sostegno alle regioni periferiche attraverso l'occupazione e il mantenimento dei
servizi
(v. messaggio 10.06.2014 n. 6950)
4. MOZIONE RITIRATA
Quadri L. e Poggi D. (ripresa da M. Guerra) - 16.02.2009
Autori dell'omicidio Tamagni: il Consiglio di Stato si attivi per ottenere, per queste persone,
la revoca (o l'annullamento) della cittadinanza elvetica e l'espulsione dalla Svizzera, e si
faccia promotore di una modifica in senso estensivo dell'art. 48 della legge federale
sull'acquisto e sulla perdita della cittadinanza elvetica
(v. messaggio 01.09.2009 n. 6259)
5. PRESENTAZIONE DI ATTI PARLAMENTARI
Gli atti parlamentari sono allegati alla fine del verbale della seduta (vedi p. 983).
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6. COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
CORTI G., PRESIDENTE - Prima di iniziare i nostri lavori, vorrei esprimere a nome di tutti i
parlamentari i migliori auguri a Giovanni Galli che, dopo ben 26 anni di attività sul fronte
della cronaca politica cantonale per il "Corriere del Ticino", ci lascia per dedicarsi alla
politica federale: grazie per la serietà e la professionalità con cui ha svolto questa
importante funzione.
7. RAPPORTO DI ATTIVITÀ DELLA COMMISSIONE DI SORVEGLIANZA DELLE
CONDIZIONI DI DETENZIONE PER IL PERIODO MAGGIO 2013 - MAGGIO 2014
Rapporto del 16 maggio 2014
Ai sensi dell'art. 69c della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
la discussione parlamentare si svolge nella forma del dibattito ridotto.
È aperta la discussione.
STEIGER S., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - Il nostro gruppo condivide il
rapporto della deputata Lara Filippini. I risultati ottenuti dal laboratorio delle targhe di
immatricolazione sono certamente positivi. Oltre a fornire possibilità occupazionali
all'interno del carcere, esso permette di ottenere un risparmio annuo di oltre 300 mila
franchi rispetto al passato, quando le targhe venivano realizzate nel Canton Friborgo.
Sicuramente positiva è pure la scelta di realizzare due camere securizzate presso
l'Ospedale psichiatrico di Mendrisio, anche se la situazione relativa alla gestione dei casi
psichiatrici non può ancora dirsi risolta a causa della mancanza di strutture adeguate in
caso di misure stazionarie. Si chiede al Dipartimento, vista l'importante percentuale di
detenuti con problematiche psichiche, di continuare a mostrare attenzione nei confronti
delle necessità del personale medico.
ORTELLI M., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO LEGA - Come membro della
Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione, mi permetto di affermare che
la situazione presso le nostre strutture è da ritenersi stabile e sotto controllo. Sottolineo la
grande professionalità di coloro che gestiscono tali strutture, specialmente nei momenti in
cui la popolazione carceraria raggiunge livelli tali da saturarne le capacità. La formazione
rimane un punto importante: ci sono corsi di lingue, di informatica, e si provvede alla
formazione di cuochi, falegnami, tipografi, fino all'ottenimento di un certificato di capacità.
Abbiamo visitato diversi laboratori, compreso uno degli ultimi nati, quello per la stampa
delle targhe delle automobili, che produce 250 pezzi al giorno e permette
all'Amministrazione cantonale di risparmiare circa 325 mila franchi l'anno. È stata anche
creata con successo una squadra di manutenzione composta da carcerati che si occupa di
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diversi lavori nelle celle e nelle zone comuni, cosa che ha permesso di aumentare
l'occupazione interna, oltre che di ridurre i costi per la manodopera esterna.
L'attuale struttura carceraria presenta diversi limiti, bisogna quindi pensare al futuro di
questo edificio. In tal senso il Dipartimento delle istituzioni (DI) dovrà proporre in tempi
brevi un piano di ristrutturazione, o di rifacimento, che tenga conto della gestione della
popolazione carceraria durante i lavori.
Quale membro della Commissione mi ha fatto molto piacere incontrare gli agenti di
custodia. Da questi incontri è emersa la necessità di approfondire il discorso
dell'organizzazione dei turni. Per migliorare le dinamiche di lavoro, sarebbe inoltre
auspicabile un maggiore contatto fra la direzione e le guardie, che vivono giornalmente
l'ambiente carcerario.
I casi psichiatrici rimangono uno dei problemi più sentiti. Nel corso di quest'anno il DI si è
impegnato per risolvere la questione e ha predisposto la creazione presso l'Ospedale
psichiatrico di Mendrisio di due camere securizzate. Resta però un problema nei casi dove
è stata comminata una misura stazionaria in conformità agli artt. 59/63 e 64 del Codice
penale. Tra questi ci sono alcuni casi ingestibili, di persone che devono essere separate
dagli altri detenuti e che non potranno essere reinserite in società. La Commissione invita
il DI a trovare una soluzione. Anche se alcuni agenti hanno seguito corsi infermieristici, la
gestione di tali persone rimane un problema. Con le camere securizzate e con infermieri
professionali al 50% presso il carcere si è fatto un grande passo in avanti, e di questo
bisogna ringraziare il Dipartimento.
Per quanto riguarda le polemiche sui pasti dei detenuti, mi risulta che i menu siano
completi e variati, con diversi tipi di carne e di pesce durante la settimana. A mio avviso, i
detenuti mangiano quindi molto bene.
Ringrazio il personale e la direzione del carcere che prestano servizio giornalmente, in
condizioni spesso difficili, con serietà e professionalità. Un ringraziamento va anche al
Dipartimento per tutti i miglioramenti che ho visto realizzarsi durante questo mio primo
anno nella Commissione.
BONEFF A., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PPD+GG - Non mi soffermerò sul
rapporto perché condivido quanto ha scritto la collega Filippini. Vorrei chiedere al
Consiglio di Stato di esprimersi in merito alle critiche della Commissione nazionale per la
prevenzione della tortura (CNPT) nei riguardi della Farera. Secondo un portale
d'informazione, il Consiglio di Stato avrebbe detto che le cose vanno bene come sono allo
stato attuale. Vorrei sapere se questo corrisponde al vero.
MALACRIDA R., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PS - Mi ricollego con molto
piacere ai rapporti della presidente dell'anno scorso e di quella nuova perché condivido la
loro disamina dei problemi. Da parte mia, mi soffermerò su un problema difficile da
risolvere, che di anno in anno viene riproposto: il problema della malattia mentale in
carcere, che concerne, comprese le forme caratteriali della psicopatologia, circa il 40% dei
detenuti in Svizzera. La difficoltà sta soprattutto nella gestione degli atti violenti di genere
delirante e nella prevenzione del suicidio. Per superare queste difficoltà, e per evitare che i
cittadini che hanno scontato le loro pene non possano lasciare il carcere a causa della loro
stessa malattia caratterizzata dall'aggressività, si è previsto ora di realizzare un mini
reparto protetto all'Ospedale neuropsichiatrico cantonale, con alcune celle di sicurezza e
la possibilità di curare i detenuti come veri pazienti e con il vantaggio di poterli sottoporre a
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un secondo parere specialistico, oltre a quello del carcere, che talvolta può cambiare
persino la loro prognosi. Tale innovazione è molto positiva, ed è importante per garantire
dignità ai detenuti malati psichici, che sappiamo essere particolarmente vulnerabili per la
loro aggressività involontaria. Se le istituzioni sono all'altezza dei loro compiti, risulta infatti
possibile proteggere chi frequenta i detenuti potenzialmente violenti, sia all'interno delle
strutture sociosanitarie, sia in congedo, senza infrangere la confidenzialità e il segreto
professionale, uno dei pilastri etici della medicina carceraria.
Strettamente legato al tema della violenza e dell'aggressività, resta il problema del
dosaggio degli psicofarmaci quale forma "dolce" di contenzione e di coercizione: se dosati
in modo prudente e corretto, essi aiutano a convivere con la marginalizzazione che il
carcere causa isolando le persone rispetto alla loro vita precedente, a diminuire la
sofferenza, la depressione e la disperazione. È pero importante che il loro consumo sia
regolarmente monitorato per non eccedere e dar luogo a effetti collaterali indesiderati che
possono portare fino al decesso.
A proposito delle misure di contenzione dei detenuti degenti alla Clinica psichiatrica
cantonale (CPC), vorremmo ricordare la mozione 1 dello scorso 25 novembre, firmata dalla
maggioranza della Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione e da alcuni
membri della Commissione speciale sanitaria, riguardante due problematiche tra loro
correlate. La prima è la costatazione che alla CPC un detenuto ha trascorso almeno una
trentina di giorni continuamente legato a una catena di 3 metri; la seconda è che tali ordini
arrivano dalla Polizia e nemmeno il medico primario può opporvisi. La conseguenza di tale
provvedimento è stata che medici, infermieri e pure gli agenti di Polizia hanno dovuto
subire la lesione quotidiana dei diritti fondamentali dell'uomo e della sua dignità. I membri
della Commissione chiedevano di eliminare le catene da ogni contesto di presa a carico e
di istaurare, sul modello romando, l'autonomia medica rispetto alla giurisprudenza
amministrativa, naturalmente nell'ambito di una stretta collaborazione fra chi ha il compito
di curare e chi quello di far rispettare la pena. In questo senso aspettiamo una presa di
posizione da parte del Governo.
Sempre per garantire un trattamento umanamente rispettoso, pensiamo che per quanto
riguarda la tempistica di certe sue decisioni, la Magistratura debba tener conto che i
detenuti della Farera restano in una cella di pochi metri quadrati 23 ore su 24, talvolta
anche per parecchi mesi, senza poter svolgere un'attività occupazionale. Credo che
adesso non si lasci nemmeno più leggere i detenuti durante la fase istruttoria, che può
durare diverse settimane. Mi viene in mente il caso del Presidente uruguaiano, che ha
fatto tredici anni di carcere subendo molte torture, il quale, una volta uscito, non si è tanto
ricordato delle torture vere e proprie, quanto del fatto di non avere potuto leggere. Scrive
Roberto Saviano: «il condannato, in galera, deve essere privato di un'unica cosa: della
liberta; e non anche della dignità».
Considerando la complessità e l'importanza della moderna medicina carceraria, per
assolvere nel modo migliore i suoi compiti, sia dal punto di vista della cura, sia da quello
deontologico, la vera soluzione per la Stampa e la Farera sarebbe creare una rete con
l'Ente ospedaliero cantonale (EOC) e con l'Organizzazione sociopsichiatrica cantonale
(OSC), come d'altronde propone I'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel suo
progetto "Salute e prigione".
Nella mozione presentata all'unanimità dalla Commissione di sorveglianza sulle condizioni
di detenzione, si consigliava l'organizzazione di un servizio unitario di medicina carceraria.
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Mozione: No alle catene, sì all'autonomia di chi cura i detenuti, Roberto Malacrida e cofirmatari,
25.11.2013.
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Purtroppo, nelle raccomandazioni della Team Consult, incaricata dal Governo di
ottimizzare il servizio medico psichiatrico, si prevede soltanto l'assunzione di un infermiere
capo, di infermieri professionisti che sostituiscano gli attuali agenti che fungono da
infermieri e la gestione medico-somatica e medico-psichiatrica da parte di liberi
professionisti a contratto. Se per la parte infermieristica si otterrà in tal modo un
miglioramento, per la parte medica la situazione resterà purtroppo insoddisfacente e non
permetterà, per esempio, di sviluppare una rete di psichiatria forense come auspicato dagli
specialisti del campo. Questa situazione non ci piace, ma ci sembra altresì corretto
osservare che le responsabilità non stanno certo soltanto dalla parte del Governo, perché
per realizzare una rete di medicina carceraria degna di tale definizione occorre poter
contare anche sulla volontà e sulla disponibilità dell'EOC oltre che su quella
dell'Organizzazione psichiatrica cantonale.
DELCÒ PETRALLI M. - Condivido pienamente l'intervento del collega Malacrida. I temi
che ha sollevato preoccupano e saranno trattati dalla Sottocommissione per la
pianificazione sociopsichiatrica. Vorrei fare una domanda al Consigliere di Stato: quando
con la Sottocommissione siamo andati a visitare la CPC ci sono state mostrate le due
camere di contenimento previste per i detenuti e abbiamo chiesto se essi potranno
usufruire dell'ora d'aria, come loro diritto. Ci è stato risposto che dipenderà dagli ordini
della Polizia. I medici della CPC quindi non sanno ancora se i detenuti potranno usufruire
di tale loro diritto. Mi riallaccio inoltre all'intervento del collega Boneff, nel senso che
anch'io vorrei sapere qual è stata la risposta del Consiglio di Stato alla CNPT in merito alle
critiche espresse sulle condizioni di detenzione alla Farera.
ORTELLI M. - Sono d'accordo che la catena non è una bella cosa, non piace neanche a
me. Ho visitato quell'ospedale. Bisogna considerare che ci può essere una situazione
pericolosa, per il detenuto stesso, per gli infermieri, e nei confronti dell'esterno:
ammettiamo che un detenuto dia fuori di testa, vada in corridoio e prenda a pugni un
infermiere, oppure esca in strada e aggredisca qualcuno. Garantire la sicurezza è un
problema che bisogna cercare di risolvere bene. Ripeto, neanche a me piace la catena,
però dobbiamo considerare la gravità dei problemi. Le camere in questione si trovano al
piano terreno, fuori c'è il giardino, ci sono visitatori che vanno e vengono: bisogna pensare
anche alla sicurezza delle persone all'esterno.
Per quanto riguarda la Farera, è vero che una situazione dove si rimane in cella 23 ore su
24 può essere pericolosa, però se una persona si trova sotto inchiesta rinchiusa nella
Farera, probabilmente qualcosa ha fatto. È vero che è dura stare lì rinchiusi, gli spazi sono
quelli che sono, però i detenuti comunque hanno la televisione e sono trattati molto bene
dalle guardie. Non ho mai sentito un detenuto dire che le guardie non sono gentili, anzi
alcuni di loro, detenuti anche in altre strutture, mi hanno detto che sono quasi troppo
gentili. La nostra situazione attuale non è quindi così disastrosa. Il Dipartimento si sta
impegnando per migliorare queste situazioni, però, oltre a pensare ai detenuti, dobbiamo
pensare anche alla sicurezza delle persone coinvolte nella loro gestione.
MALACRIDA R. - Per rispondere forse anche indirettamente alla presidente della
Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione, mi permetto di dire che non si
vuole dare responsabilità alla Polizia per l'uso delle catene: non sta lì il problema. Il
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problema è che la decisione dev'essere medica. Quando non si sa curare bene, si
adoperano le catene; quando invece la cura avviene in modo corretto, in un ospedale
psichiatrico civile, non c'è bisogno di usarle. È solo in questo senso che intendevo rilevare
il problema dell'uso delle catene.
DELCÒ PETRALLI M. - Ricordo alla collega Ortelli che la Farera è un carcere giudiziario.
Questo significa che chi vi si trova non è ancora stato giudicato ed è quindi un presunto
innocente.
DEL DON O. - Temo vi sia un problema che non si vuole affrontare e che giustifica il mio
appello al Dipartimento affinché si aprano le carceri alle consulenze di psichiatri e
psicoterapeuti esterni. In questo modo, potremo forse far fronte alle esigenze di una presa
a carico terapeutica più mirata, approfondita e finalizzata alla riabilitazione. Ritengo inoltre
che bisognerebbe finalmente chinarsi sulla questione di una psichiatria forense in Ticino.
Le problematiche del Ticino non riguardano solamente il momento della perizia,
allorquando bisogna prendere decisioni formali, ma anche i consigli e il supporto che
possono venire dati durante tutto l'anno, visto che il 40% dei detenuti in qualche modo
presenta un disturbo psichiatrico. È un problema grosso al quale bisogna pensare.
Non ho particolari esigenze di attirare l'attenzione su di me, però ho una certa esperienza
in questo campo. Ho lavorato anche a Mendrisio e ho dovuto in qualche modo accettare
certe situazioni che non mi erano piaciute a suo tempo e che in qualche modo ritrovo
ancora adesso. Spero che l'esperienza e la sensibilità che ho riguardo a queste tematiche
possano avere peso nel fare un po' di pressione sul Consigliere di Stato affinché tenga
presente i due elementi ai quali ho accennato.
GOBBI N., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELLE ISTITUZIONI - Ringrazio la
Commissione, la precedente presidente e quella attuale per avere redatto questo rapporto.
Sulla premessa e sul laboratorio stampe non ho osservazioni da fare. Vi ringrazio per le
parole di positività su quanto fatto per rispondere alla necessità di occupare le persone in
detenzione, soprattutto in carcere penale. Riguardo ai problemi della struttura carceraria,
effettivamente essa risale agli anni Sessanta ed è quindi piuttosto anziana. Il Dipartimento
ha preparato un nuovo concetto attualmente allo stadio di studio di fattibilità: nei prossimi
mesi sarà dunque presentato un messaggio richiedente un credito per un concorso
d'architettura o forse anche, eccezionalmente, un credito unico per accorciare i tempi di
realizzazione che di norma sono lunghi. Una volta definito il progetto, che prevederà un
nuovo edificio in grado di ospitare i 130-140 detenuti che oggi si trovano alla Stampa, si
potrà procedere alla demolizione della vecchia struttura per poi passare alle fasi seguenti.
Considerando il lungo periodo che sarà necessario per la realizzazione di questo progetto,
sono comunque stati programmati interventi urgenti di risanamento della Stampa,
interventi finanziati con il credito di manutenzione ordinaria della Sezione della logistica, e
in parte già iniziati.
Nel rapporto si parla anche del clima di lavoro e del personale di custodia. La situazione,
in particolare, in seguito al cambio di direzione dello scorso febbraio, sta migliorando, e il
Dipartimento intende designare il nuovo direttore delle strutture carcerarie prima della
pausa estiva, quindi nelle prossime settimane.
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Per quanto riguarda la gestione dei casi psichiatrici, i lavori per la messa a disposizione di
tre posti in due camere di sicurezza presso la CPC sono iniziati questo mese e saranno
ultimati il prossimo settembre. Questo provvedimento permette di alleggerire la pressione
sulla Stampa e sul suo personale di custodia, confrontato negli ultimi mesi con
un'occupazione del 95-98% dei posti esistenti. Per quanto riguarda il servizio di medicina
e psichiatria carceraria, come indicato nel messaggio del 23 dicembre 2013 concernente
la pianificazione sociopsichiatrica cantonale, ricordo che il Consiglio di Stato nel novembre
del 2013 ha deciso di confermare il principio del servizio unitario autonomo presso le
strutture carcerarie cantonali, mantenendo l'organizzazione esistente che fa capo alle
prestazioni erogate da medici con studio privato. Qui differiamo un po' dalle osservazioni
del deputato Malacrida, ma riteniamo comunque che la soluzione sia perseguibile e
soprattutto sostenibile anche perché in altri Cantoni fino ad adesso ha dato buona prova di
sé. La nuova collaborazione che sta per iniziare invece con l'OSC a seguito della
creazione delle celle a Mendrisio di cui sopra, potrebbe produrre ricadute positive anche
per la futura presa a carico in comune con la direzione del servizio medico delle strutture
carcerarie.
Al Dipartimento sta a cuore il personale di custodia. Dal rapporto fatto dalla Team Consult
sullo stato e il funzionamento delle strutture, il personale era indicato come uno dei punti
deboli. Tale situazione è da ricondurre al fatto che negli ultimi anni la valorizzazione e la
motivazione del personale erano state tralasciate. Il cambiamento a livello di direzione di
cui ho accennato prima ha già prodotto risultati positivi. Ovviamente non bisogna fermarsi,
ma continuare il lavoro, ed è quello che stiamo facendo portando avanti programmi per
migliorare le condizioni di lavoro del personale. Non da ultimo, abbiamo immesso nuovo
personale di custodia proveniente dalle ultime due formazioni fatte nel 2013 e nel 2014.
L'introduzione di nuove forze permette di aiutare il personale esistente, di migliorare il
clima di lavoro e di scaricare determinate pressioni dal carcere della Stampa. In questa
struttura, a differenza della Farera, i detenuti escono, lavorano, hanno tempo libero, hanno
spazi comuni. Ovviamente, laddove i detenuti sono a contatto fra di loro, c'è il pericolo che
si verifichino scontri, in particolare, come già avvenuto in altre carceri, fra detenuti di etnia
diversa.
Un problema relativo alla formazione interna e al lavoro riguarda la reperibilità delle risorse
necessarie. È difficile trovare personale di strutture ordinarie statali disponibile a entrare in
una struttura "chiusa" come quella delle carceri. Ce ne siamo resi conto in particolare dopo
il cambio di direzione, quando le misure di sicurezza d'entrata sono state leggermente
inasprite, o meglio, sono state fatte rispettare con maggiore rigore. Abbiamo rilevato
problemi in particolare con il corpo docente, che peraltro si presta in modo encomiabile
alla formazione dei detenuti presso la Stampa. Per fortuna godiamo di un buon rapporto di
collaborazione col DECS e soprattutto con la Scuola professionale artigianale industriale
(SPAI) di Locarno.
Il settore dei laboratori ci dà delle preoccupazioni. Siamo riusciti a creare il laboratorio per
le targhe e in parallelo sono pure stati adeguati gli spazi di altri laboratori, ma la possibilità
di offrire lavoro e capacità d'impiego ai detenuti rimane purtroppo limitata, soprattutto a
causa dei limiti della struttura.
Armando Boneff e Michela Delcò Petralli hanno sollevato la questione delle osservazioni
fatte dalla CNPT, che ieri ha pubblicato il suo rapporto di attività 2013. Nel novembre del
2013, il Consiglio di Stato ha risposto alle raccomandazioni e alle critiche formulate. Sulla
questione delle celle di contenzione abbiamo ribadito che esse non vengono utilizzate
come misura di sanzione, e che verrà esaminata la possibilità di utilizzare indumenti che si
strappano facilmente per ridurre il rischio di suicidio. La critica principale riguardava il
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carcere della Farera. Cito il loro rapporto: «per quanto concerne le raccomandazioni sulla
necessità di aumentare il tempo di attività per le persone in detenzione preventiva, la
delegazione della Commissione federale è stata informata che non è stata adottata alcuna
misura in tal senso. La Commissione deplora che i detenuti non beneficino nemmeno di
un'attività in cella, e che continuino a trascorrere 23 ore su 24 in cella». Si ribadisce
insomma la raccomandazione già indirizzata al Consiglio di Stato nel novembre 2011.
Dal canto suo, il Consiglio di Stato ha risposto richiamando quanto già espresso in merito
alle osservazioni n. 20, 83 e seguenti dell'anno precedente: la durata media di detenzione
a regime straordinario presso la Farera oltrepassa solo in pochi casi i due mesi, e in
pochissimi casi, per esigenze d'inchiesta, e previa decisione da parte del giudice dei
provvedimenti coercitivi, si protrae oltre i tre mesi. La direzione delle strutture carcerarie
monitora costantemente tali situazioni ed è in contatto con il Ministero pubblico al fine di
contenere al massimo la durata di questo tipo di carcerazioni. La critica può starci, ma
ovviamente deve tener conto della situazione quadro delle strutture. È già difficile offrire
possibilità di lavoro nel carcere penale, ma offrire possibilità di lavoro alla Farera, a
persone che perlopiù rimangono pochi giorni o poche settimane, comporterebbe un onere
troppo importante considerando le condizioni di ristrettezza che abbiamo a livello di
personale e di laboratori. Di conseguenza abbiamo privilegiato l'aspetto della sicurezza ed
è proprio in tal senso che ieri ho risposto alla domanda di alcuni giornalisti: per noi la
priorità rimane la sicurezza, soprattutto in carcere preventivo, dove c'è un'inchiesta in
corso e dove il contatto fra i detenuti va tenuto sotto controllo.
Sulla questione della permanenza in cella 23 ore su 24, si potrebbe sicuramente
migliorare la situazione, ma sarebbe necessario aumentare il personale. I detenuti che
rimangono in carcere preventivo per lungo tempo sono veramente pochi e per questa
ragione non riteniamo di dovere intervenire.
Il deputato Malacrida ha parlato della cura dei detenuti malati psichiatrici. Per il DI queste
persone sono sì dei malati, ma sono soprattutto dei detenuti. È in tale ottica che si è
ritenuto imperativo dare attenzione prima di tutto alla sicurezza. Le camere oggi adibite a
celle presso l'OSC non garantiscono la sicurezza che le nuove celle securizzate
permetteranno, consentendo di eliminare l'uso della catena. Ovviamente, anche in questo
caso, è stato necessario un cambio di approccio da parte della stessa OSC, perché si
tratta di securizzare due stanze di una struttura che, per volontà del Cantone e della
stessa OSC, da tempo ha voluto aprirsi lasciando ai pazienti la libertà di usufruire dei suoi
ampi spazi. Dal punto di vista dell'opportunità, devo in parte dissentire da quanto detto da
Malacrida, in quanto la catena in questo caso è funzionale alla tutela del personale
dell'OSC e serve anche a scongiurare un rischio di fuga che con le strutture attuali esiste.
Con le celle securizzate tale rischio non ci sarà più e quindi, come detto, non sarà più
necessario ricorrere alla catena.
Ritengo comunque preferibile prendere a carico i casi di detenuti malati psichiatrici in una
struttura specializzata, seppure dovendo ricorrere all'uso della catena per motivi di
sicurezza, piuttosto che farlo in carcere, con l'esigenza, tutt'altro che facile da soddisfare,
di apportare le competenze medico-psichiatriche necessarie dall'esterno. Ad ogni modo,
ripeto, con le nuove celle che garantiranno la sicurezza ed eviteranno il rischio di fuga, la
catena non sarà più usata. La mozione sarà evasa prossimamente.
L'approccio del Consiglio di Stato riguardo all'utilizzo di liberi professionisti si discosta da
quanto sostenuto nel rapporto, anche se essi permettono comunque di beneficiare di
competenze esterne aggiornate e ovviare in parte a una certa reticenza, riconosciuta
prima dal deputato Malacrida, da parte dell'EOC e dell'OSC di mettere a disposizione
personale. L'impiego di infermieri professionisti in ambito medico e psichiatrico presso le
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strutture carcerarie ovvierà parzialmente a questa necessità, ma non è evidente trovare
personale disponibile a lavorare in carcere: questo è un altro elemento che dobbiamo
tenere in considerazione e in questo senso devo dire che si stanno ottenendo risultati
grazie soprattutto alla disponibilità del direttore dell'OSC.
Michela Delcò Petralli ha sollevato anche la questione dell'ora d'aria presso la CPC una
volta che le due stanze securizzate saranno disponibili. In merito dovrà essere stilato un
apposito regolamento di funzionamento e in quell'occasione si dovranno trovare soluzioni
per garantire l'ora d'aria.
Orlando Del Don ha caldeggiato l'impiego di consulenti esterni in ambito di psichiatria e
psicoterapia. È quello che cerchiamo di fare, cercando di sviluppare collaborazioni con le
possibilità che già offre il settore. Sulla psichiatria forense, come Dipartimento e come
Ministero pubblico, abbiamo fatto una convenzione con l'Istituto di Losanna e Ginevra.
Ovviamente, qualora si presentasse la possibilità di fare altrettanto nel Canton Ticino, il
Dipartimento è disponibile a trovare soluzioni puntuali, così come è stato fatto, per
esempio, con l'USI e la SUPSI in ambito di perizie di diritto penale. In quest'ottica, non
spetta principalmente al Dipartimento promuovere un'attività di questo tipo. Se i
professionisti del settore del Canton Ticino vogliono organizzarsi in questo senso, magari
anche permettendo un certo contenimento dei costi, sicuramente saremo ben disposti a
entrare in materia.
Penso di avere risposto, per lo meno per sommi capi, alle varie critiche. Ringrazio
nuovamente la Commissione per l'ottima collaborazione garantita, non tanto col Direttore
del Dipartimento, quanto con le strutture carcerarie e la Divisione della giustizia.
Ringraziamo per le critiche costruttive così come per i complimenti per quanto fatto in
questi mesi.
FILIPPINI L., RELATRICE - Ringrazio i miei colleghi per i loro interventi e anche il
Consigliere di Stato Gobbi per le risposte e le puntualizzazioni relative al rapporto da me
redatto.
Le strutture carcerarie ticinesi hanno funzionato anche quest'anno in modo soddisfacente
e abbiamo potuto constatare la professionalità con la quale esse vengono gestite sia da
parte della direzione sia da parte del personale. Abbiamo visitato vari laboratori; nel
rapporto ho voluto mettere in risalto quello per la stampa delle targhe perché è senz'altro
un ottimo esempio di come, attivando determinate strutture qui in Ticino, si possa anche
ottenere un risparmio.
Sia io sia i miei colleghi abbiamo particolarmente gradito la risposta del Consigliere di
Stato Gobbi per quel che riguarda la struttura carceraria, ovvero che essendo un po'
vecchiotta si provvederà a effettuare interventi urgenti. Quest'anno abbiamo voluto tenere
colloqui con gli agenti di custodia perché riteniamo che essi rappresentino un aspetto del
mondo carcerario che viene approfondito troppo poco spesso. Il dialogo fra gli agenti di
custodia e la direzione è molto importante, essendo questi giornalmente a diretto contatto
con la vita dei carcerati. È importante che si migliorino le loro condizioni lavorative, anche
al fine di diminuire i giorni di assenza, che rimangono in media i più alti del Cantone.
La gestione dei casi psichiatrici ha creato un certo dibattito in aula e rappresenta
probabilmente il problema più importante. Certo, un carcerato è un carcerato, però ci sono
casi di persone che malgrado abbiano esaurito la condanna continuano a rimanere nella
struttura carceraria, creando problemi a livello di gestione. In tale ambito, la creazione di
due camere securizzate rappresenta un bel passo avanti da parte del Dipartimento.
Sicuramente, un dibattito a livello cantonale su come tali casi vengono gestiti oltre
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Gottardo – il dottor Malacrida ha sottolineato in questo senso le differenze tra Svizzera
francese e Svizzera tedesca – potrebbe essere un importante punto di partenza.
Nel corso di quest'anno la Commissione si è riunita quindici volte. In due occasioni
abbiamo effettuato visite a sorpresa e in totale abbiamo compiuto ventisette visite ai
detenuti. Abbiamo altresì visitato le carceri pretoriali di Lugano e di Pambio-Noranco, la
Fondazione Torriani e l'Istituto PAO, e la CPC di Mendrisio. Ringrazio i miei colleghi per il
buon clima commissionale e auguro alla nuova presidente, Maruska Ortelli, buon lavoro.
Il rapporto allestito ai sensi dell'art. 25 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti
con Consiglio di Stato è dichiarato evaso.
8. NATURALIZZAZIONI
Rapporti del 2 giugno 2014
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni dei rapporti della Commissione delle petizioni e dei ricorsi: concessione della
cittadinanza o dell'attinenza ticinese ai postulanti.
Messe ai voti, le conclusioni dei rapporti sono accolte con 39 voti favorevoli, 13 contrari e
7 astensioni, rispettivamente 59 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astensioni.
9. INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 4 NOVEMBRE 2013 PRESENTATA NELLA
FORMA ELABORATA DA MATTEO PRONZINI PER LA MODIFICA DI ALCUNI
ARTICOLI DELLA LEGGE SULL'ESERCIZIO DEI DIRITTI POLITICI (LEDP)
Rapporto del 22 maggio 2014
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione speciale Costituzione e diritti politici: si chiede
al Parlamento di respingere l'iniziativa.
È aperta la discussione.
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PRONZINI M. - Vorrei fare tre riflessioni e un ringraziamento. La prima riflessione è che in
questo Cantone, per i politici, le istituzioni sono luoghi che servono ai propri interessi
personali, per costruire le proprie carriere politiche. "Prima donna" di tale modo di agire è
Lorenzo Quadri, un fifone: ha lasciato una "sedia" poco sicura in Consiglio di Stato per
altre più sicure, meno impegnative e ben retribuite. Tali personaggi sono i veri "culi di
pietra" di questo Cantone, persone che utilizzano in modo strumentale gli elettori per i
propri interessi.
La seconda considerazione – nulla di personale, evidentemente – è che abbiamo un
Consigliere di Stato che non ha nessuna legittimità politica, nel senso che non è stato
eletto da nessuno. È stato eletto da "colonnelli delle Sturmtruppen" nelle cantine di via
Monte Boglia.
La terza considerazione, per finire, è che siete fondamentalmente tutti uguali. Al di là di
qualche innocuo intervento infiammato, magari dal pulpito, tutti giocano la parte loro
assegnata dal teatrino della politica, legittimando il modo di fare delle tre scimmiette: "non
vedo, non sento, non parlo".
Infine, vi voglio ringraziare, perché il fatto che le mie proposte vengano sistematicamente
bocciate senza entrare in materia, per principio, così come succedeva negli anni Settanta
alle proposte del PSA, per me è la dimostrazione che l'MPS è sulla strada giusta. Anche il
fatto che le mie proposte vengano riprese a distanza di qualche mese, come pure
succedeva al PSA, è una conferma che rimaniamo sulla strada giusta.
Detto ciò, visto che si tratta di una procedura scritta e che, a parte forse un gruppo politico,
tutti avete sottoscritto il rapporto del collega Agustoni, mi fermo qui.
AGUSTONI M., RELATORE - Non entro più nel merito dell'iniziativa del collega Pronzini,
la quale proponeva, nel caso non ci fossero più subentranti in una lista, di riorganizzare
elezioni generali. Nel caso riguardante la Lega, si sarebbe dovuta tenere un'elezione
complementare per il seggio in Consiglio di Stato. Tale elezione avverrebbe con un
sistema maggioritario, mentre il Gran Consiglio e il Consiglio di Stato vengono eletti con
un sistema proporzionale. Il seggio che in questo momento occupa il Consigliere di Stato
Zali non è stato attribuito sulla base di risultati personali, ma sulla base del risultato della
Lega, che ha diritto ad avere due seggi avendo raccolto un numero sufficiente di voti e
schede. Rimettere in discussione una ripartizione che è stata definita democraticamente
nel 2011 è incompatibile con il nostro sistema elettorale proporzionale. Ciò per rispondere
alla questione della legittimità del Consigliere di Stato Zali: evidentemente egli non ha
ricevuto un'investitura popolare personale, ma il partito che egli rappresenta l'ha ricevuta,
e quindi è giusto che sia il partito stesso a designare il Consigliere di Stato.
Non riesco a capire la critica di Matteo Pronzini quando dice che le sue iniziative vengono
respinte per partito preso. La nostra Commissione si è chinata su quest'iniziativa e
abbiamo chiesto – l'ho fatto io personalmente – se il collega volesse essere audizionato.
Lui ha risposto di no. Io non accetto che qualcuno presenti un'iniziativa, gli si chiede di
essere sentito, rifiuti, e poi venga in Parlamento a dire che le sue iniziative sono respinte
per partito preso. L'iniziativa è stata respinta sulla base dei motivi che ho spiegato, ovvero
che non si possono mischiare i sistemi elettorali. La riflessione è stata fatta. Se c'erano
altri elementi che l'iniziativista voleva portare all'attenzione della Commissione, ha avuto la
possibilità di farlo: non ha voluto che questo tema venisse approfondito, correttezza vuole
che non se ne lamenti adesso in sede di dibattito parlamentare.
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Il Presidente annuncia l'intervento in replica di Matteo Pronzini, suscitando malumori fra i
membri del gruppo della Lega dei ticinesi: il deputato Attilio Bignasca protesta
vivacemente e il deputato Angelo Paparelli, rispondendo a un'osservazione fatta da
Matteo Pronzini esclama: «Magari ta dem un quai cazzot».
Il Presidente risponde a Bignasca richiamando l'art. 67 cpv. 1 e cpv. 7 della legge sul Gran
Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato, che consentono all'autore di un'iniziativa
di intervenire in replica anche nel caso della procedura scritta.
Considerato il clima in sala, Il Presidente decide di sospendere la seduta per riunire
brevemente l'Ufficio presidenziale.
La seduta è sospesa dalle ore 15:05 alle ore 15:30.
Alla ripresa dei lavori, il Presidente comunica le decisioni dell'Ufficio presidenziale:
- si richiama all'ordine Angelo Paparelli per le parole pronunciate (art. 63 cpv. 3
LGC/CdS);
- si richiama Matteo Pronzini esortandolo a rimanere in tema e a non lanciare inutili
provocazioni (art. 68 cpv. 2 LGC/CdS);
- si invita tutti ad assumere un comportamento rispettoso e degno della carica che
ricoprono.
PRONZINI M. - Vorrei rispondere al relatore del rapporto perché ha detto una cosa
inesatta. La situazione è stata la seguente: il segretario del Gran Consiglio mi ha chiamato
per fissare delle date per essere sentito dalla Commissione. Con qualche difficoltà
abbiamo trovato una data nel mese di giugno. Poi il segretario mi ha detto che in ogni
caso in Commissione erano tutti contrari. Al che ho risposto che se erano tutti contrari
sarebbe stato inutile presentarmi per essere sentito, anche perché in questo Parlamento –
ed è giusto che sia così, perché rappresentiamo interessi diversi – sulle mie proposte,
normalmente, c'è opposizione. La cosa è finita lì. Perciò non è esatto dire che non ho
voluto venire in Commissione.
CELIO F. - Avrei votato il rapporto per i motivi spiegati dal relatore, Agustoni. Visto il
comportamento del gruppo beneficiario di questo rapporto, mi astengo.
DELCÒ-PETRALLI M. - Ho deciso di astenermi perché ritengo che sul principio la
mozione di Matteo Pronzini non sia sbagliata.
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto della Commissione speciale Costituzione e diritti
politici sono accolte con 52 voti favorevoli, 2 contrari e 15 astensioni. L'iniziativa è pertanto
respinta.
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10. INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 15 SETTEMBRE 2003 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DA IRIS CANONICA (RIPRESA DA MICHELE GUERRA)
CONCERNENTE LA NUOVA PEREQUAZIONE FINANZIARIA INTERCOMUNALE:
VI SONO ANCORA PUNTI DA COMPLETARE
Rapporto dell'11 giugno 2014
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della legislazione: si chiede al Parlamento di
considerare evasa l'iniziativa invitando il Consiglio di Stato a tener presenti i problemi da
essa sollevati nell'ambito delle modifiche che intendesse proporre alla legge sulla
perequazione intercomunale, nel senso di quanto richiesto dall'iniziativista e da coloro che
hanno ripreso la proposta.
Messe ai voti senza discussione, le conclusioni del rapporto della Commissione della
legislazione sono accolte all'unanimità dei 67 voti espressi.
L'iniziativa è pertanto considerata evasa.
11. - MOZIONE DEL 21 FEBBRAIO 2011 PRESENTATA DAL GRUPPO PS
(NICOLETTA MARIOLINI, CARLO LEPORI E COFIRMATARI) "MOBILITÀ
AZIENDALE E MEZZI COLLETTIVI"
Messaggio del 19 giugno 2012 n. 6654
- INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 21 FEBBRAIO 2011 PRESENTATA NELLA
FORMA GENERICA DAL GRUPPO PS (NICOLETTA MARIOLINI, CARLO
LEPORI E COFIRMATARI) "MOBILITÀ AZIENDALE E MEZZI PUBBLICI"
Ai sensi dell'art. 69c della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma del dibattito ridotto.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: si chiede al
Parlamento di accogliere entrambi gli atti parlamentari.
È aperta la discussione.
LEPORI C. - Con la collega Nicoletta Mariolini sono stato primo firmatario di un'iniziativa
parlamentare generica e di una mozione firmate da tutto il gruppo PS proprio sul tema
della mobilità aziendale. Una premessa: è chiaro che la mobilità privata motorizzata è
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arrivata alla saturazione. Lo possono constatare tutti, e in particolar modo coloro che si
trovano spesso a dover circolare sulle nostre strade in orari di punta. Il sistema ha
raggiunto un livello di non efficienza preoccupante. Il tasso motorio del Ticino ha superato
il 60%: ci sono 629 vetture, senza contare le motociclette, ogni 1'000 abitanti. Il dato per la
Svizzera è attorno al 50%. Lugano è stata catalogata come una delle città più motorizzate
d'Europa. Questa situazione causa grossi problemi e una grave sensibilità del sistema a
piccoli incidenti che a loro volta causano collassi alla circolazione. L'approccio tradizionale
prevede che quando un'infrastruttura raggiunge il limite di utilizzo, ne va aumentata la
capacità.
Tale ampliamento però oggi non è una buona soluzione, non solo per chi è contrario dal
punto di vista di un uso sostenibile del territorio e perché ci vorrebbero decenni, ma anche
perché rischierebbe di essere insostenibile dal profilo finanziario. Penso che abbiate tutti
presente i progetti dell'Ufficio federale delle strade (USTRA): nuove gallerie, nuovi ponti
sul lago, e via discorrendo. L'offerta di trasporto pubblico, che può servire a ovviare alla
crisi della mobilità motorizzata privata, è migliorata. Penso in particolare alla rete TILO,
che sarà ulteriormente migliorata con la galleria ferroviaria del Ceneri e con le nuove
stazioni di Bellinzona che ci permetteranno di arrivare comodamente in questa sala, se
saremo ancora qui quando saranno realizzate. Ma ciò non basta, come complemento ci
vuole la mobilità aziendale per i pendolari. I movimenti di tale categoria sono la metà del
totale dei movimenti privati. Questi primi sono concentrati negli orari di punta per
un'organizzazione del lavoro ancora troppo legata agli orari fissi e poco propensa al
telelavoro. Il problema è che un pendolare deve prima recarsi alla stazione TILO e poi
recarsi anche dalla stazione di arrivo al posto di lavoro. La prima parte del problema si
potrà risolvere migliorando i servizi di bus, o organizzando Park&Ride, mentre la seconda
parte del problema va risolta con mezzi di mobilità aziendale. Già negli anni Ottanta,
l'Associazione traffico e ambiente (ATA) aveva realizzato in quest'ottica un'inchiesta nella
Valle del Vedeggio rilevando una certa disponibilità di personale e di datori di lavoro.
La richiesta di questi due atti parlamentari andava proprio in questa direzione: un'iniziativa
parlamentare generica che voleva ampliare certi articoli della legge sui trasporti pubblici
per fare in modo che il Cantone potesse adottare facilitazioni tariffali. La risposta è che gli
articoli in questione sono già sufficienti: il Cantone può adottare facilitazioni tariffali
finalizzate all'acquisizione di utenti regolari, come ad esempio il personale di certe ditte, a
certe condizioni. L'iniziativa è quindi inutile. Rimarrebbe il quesito di come finanziare tali
aiuti; al riguardo c'era una mozione del collega Vitta che proponeva un fondo, e un altro
atto parlamentare del collega Passalia che proponeva sgravi fiscali. La risposta del
Governo, leggo nel rapporto, è che le proposte attualmente sono a costo zero, ma in
futuro potranno beneficiare delle risorse previste nel messaggio sul cash bonus e delle
risorse derivanti dalla fiscalizzazione dei posteggi messi a disposizione dei grandi
generatori di traffico. Mi sembra quindi che anche l'aspetto finanziario sia risolto in modo
positivo.
La mozione chiedeva, in generale, d'introdurre trasporti aziendali e di sostenere l'uso
collettivo degli autoveicoli (car sharing) tramite l'influsso sui contratti collettivi di lavoro o
con altre misure. La risposta è che i contratti collettivi di lavoro sono difficilmente utilizzabili
in questo contesto. Abbiamo invece rilevato che risultano molto efficienti altre misure
relative alla gestione delle costruzioni, alla legge sullo sviluppo territoriale e al regolamento
posteggi. Il primo messaggio su tali atti è stato molto deludente perché supponeva che
fosse da confermare la politica intrapresa fino ad allora e parlava di un successo perché
alcune ditte avevano aderito al progetto di mobilità aziendale. Era deludente anche perché
sosteneva che si stava già facendo molto per il traffico pubblico e la rete TILO, e che non
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si poteva intervenire anche a livello di contratti collettivi, eccetera. Mi ha quindi fatto
piacere leggere nel rapporto commissionale che nella seduta dell'11 marzo scorso il
Consigliere di Stato Claudio Zali ha adottato un approccio del tutto diverso, non coercitivo,
nel quale sono contemplati la riduzione dei posteggi, la loro fiscalizzazione e l'attribuzione
di bonus per interventi a favore della mobilità aziendale. Zali constatava pure come le
misure messe in atto fino a quel momento, pur se lodevoli, non avevano trovato la giusta
corrispondenza presso i datori di lavoro, e quindi si sarebbe dovuto fare di più. È pure
decisamente condivisibile un'altra frase: «a fronte di una situazione che diventa ogni
giorno più insostenibile, specialmente nel Mendrisiotto e nel Luganese, avanza la
consapevolezza che non è sufficiente eseguire interventi sul piano infrastrutturale,
comunque costosi, e concretizzabili solo nel lungo periodo, ma che occorre individuare
soluzioni che abbiano ripercussioni positive a corto termine per quanto concerne la
riduzione dei flussi di veicoli privati», confermando che le valutazioni attuali in merito alle
nostre proposte differiscono da quelle contenute nel primo messaggio. In tal senso vi
chiedo di aderire al rapporto commissionale.
GOBBI R., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - Nel mio intervento di ieri sui
consuntivi ho messo l'accento sull'importanza di un approccio pragmatico alla tematica
traffico e posteggi. Un approccio che deve continuare sulla strada intrapresa, volta a
sensibilizzare le aziende, anche con incentivi pubblici, per cambiare le abitudini sulla
mobilità. Ci sono alcuni dati incoraggianti relativamente a tale politica: a fine 2012 le
aziende coinvolte nel Piano di mobilità aziendale promosso dal Dipartimento del territorio
(DT) erano 118 e le aziende che avevano aderito all'offerta Arcobaleno, per oltre 3'000
utenti, 173. Inoltre, il 47% delle aziende che hanno preso parte all'analogo programma di
mobilità aziendale lanciato da Svizzera Energia hanno sede in Ticino. Nel nostro Cantone
si contano a oggi circa 125 aziende coinvolte: possiamo quindi affermare che da parte di
queste ultime c'è un forte interesse. La politica giusta è quella della sensibilizzazione e
degli incentivi, e non quella delle misure coercitive quali la fiscalizzazione e la limitazione
dei posteggi. Proprio in tale ambito vi è stato un "incidente di percorso" che ha creato non
poche tensioni: al posto della proclamata procedura consensuale e non coercitiva,
contrariamente a quanto ha affermato il collega Lepori, il DT ha emanato un regolamento
della legge sullo sviluppo territoriale concernente la limitazione dei posteggi senza
consultare l'apposita commissione, come previsto dagli artt. 42 e 43 della legge stessa.
L'intento era limitare il traffico dei frontalieri, ma l'attuazione di tale misura penalizzerebbe
anche i dipendenti e le aziende di tutto il Cantone. Riteniamo che prima di cancellare
posteggi occorra creare alternative, e penso in particolare alla creazione di posteggi in
Italia e a collegamenti con il Ticino. Purtroppo non siamo nella Regio Basiliensis, che ha
saputo risolvere molto bene problemi simili. Paradossalmente, questo regolamento
colpisce anche le aziende ubicate in zone dove il problema del traffico è praticamente
inesistente. In esso traspare la volontà d'intervenire ovunque e non soltanto dove ci sono
particolari problemi. La soppressione di posteggi privati obbligherebbe l'ente pubblico – e
molti Comuni sono già in gravi difficoltà finanziarie – a trovare soluzioni alternative quali la
creazione di autosili, eccetera. II sottoscritto, unitamente ad altri colleghi PLR e PPD+GG,
ha inoltrato un'interrogazione, e contro tale regolamento sono pure stati inoltrati due ricorsi
al Tribunale federale (TF). Anche il ricorso ai contratti collettivi di lavoro per imporre
comportamenti più virtuosi ai dipendenti delle aziende, secondo il gruppo PLR è un'idea
da scartare: le eventuali misure sarebbero applicabili unicamente in ambito lavorativo e
non riguarderebbero invece il tragitto casa-lavoro, ma ciò che preoccupa ancora di più è il
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notevole carico di lavoro amministrativo che si renderebbe necessario per i controlli. La
tematica in ogni caso è di competenza delle varie commissioni paritetiche.
Dal rapporto della Commissione della gestione e delle finanze sembra emergere la volontà
di continuare con la politica fin qui adottata: tale è sicuramente la volontà del gruppo PLR,
che vi invita pertanto a sostenere il rapporto commissionale.
CAMPANA F., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO LEGA - Il nostro stile di vita è
strettamente legato alle modalità di spostamento a cui facciamo ricorso per le nostre
attività: lavoro, studio, svago, eccetera. Sappiamo bene di fare un largo uso
dell'automobile, magari anche quando non ce n'è un effettivo bisogno. L'auto presenta
diversi aspetti positivi, tra i quali, l'autonomia, che però, soprattutto negli spostamenti
urbani, sono spesso superati da elementi negativi quali il tempo perso in coda, difficoltà e
costi di parcheggio, eccetera. I danni generati dall'attuale modello di mobilità, basato
sull'uso a volte indiscriminato dell'auto privata e sulla motorizzazione di massa, sono sotto
gli occhi di tutti: i principali assi di transito sono congestionati, e le regioni sempre più
invivibili. Se una volta l'auto costituiva un simbolo di libertà, velocità e progresso, oggi non
e più così: il traffico, per buona parte importato, è ormai parte integrante della vita urbana,
condiziona le nostre abitudini, sottrae tempo alle relazioni sociali e agli affetti, causa
stress, nuoce alla salute. Le alternative all'uso dell'auto sono spesso poco appetibili,
soprattutto per chi viene da oltre confine, dove non ci sono Park&Ride e le infrastrutture
non sono sufficienti. In assenza di valide alternative, l'automobile resta il mezzo preferito
da tutti, frontalieri compresi. Nell'attuale situazione di crisi complessiva del sistema della
mobilità, non si può fare a meno di attribuire delle responsabilità alla cattiva pianificazione
urbanistica, che non ha tenuto sufficientemente conto dello stretto legame tra territorio e
trasporti. La motorizzazione di massa ha consentito la dispersione degli insediamenti, con
effetti nefasti sull'ambiente e sul consumo di territorio, ed è venuto a mancare il
presupposto fondamentale della città intesa come luogo privilegiato di relazioni e di
scambio di beni e servizi. Nell'ultimo periodo, inoltre, la domanda complessiva di mobilità è
ulteriormente cresciuta in seguito a fenomeni quali il frontalierato, con il conseguente
allungamento delle distanze degli spostamenti casa-lavoro e con l'aumento dei tempi di
percorrenza. Non dimentichiamo poi che, anche a causa dell'incremento dei valori
immobiliari, una quota significativa di popolazione alla ricerca di una casa a costi
accessibili si è spostata dalle aree urbane alle periferie, ma che non sempre il trasporto
regionale si è adeguato alla crescita della domanda, e ha invece visto moltiplicarsi i disagi
per gli utenti. È proprio tra le fasce più deboli della popolazione, nelle periferie, che
troviamo gli "schiavi dell'automobile", coloro cioè che non trovando un'adeguata offerta di
servizi alternativi devono necessariamente ricorrere quotidianamente all'automobile.
Bisogna che si diffonda la consapevolezza che il cambiamento dell'attuale sistema di
mobilità è indispensabile e urgente per migliorare la qualità di vita. Le alternative sono
note e riguardano principalmente il potenziamento di tutte le forme di trasporto collettivo
pubblico locale, la diffusione del trasporto condiviso (car e bike sharing), la facilitazione
degli spostamenti a piedi e in bicicletta.
Occorre un approccio di sistema per incidere efficacemente sulla disastrosa situazione
attuale: non bastano i pochi esempi di buone pratiche, come le aziende che obbligano al
car sharing. Per progettare un buon sistema di mobilità ed elaborare soluzioni all'altezza
dei problemi non si può che iniziare dalla conoscenza e consapevolezza dello stato di
fatto, dalla trasparenza delle decisioni e dalla chiarezza degli obiettivi. Obiettivi e chiarezza
che sembrano ben presenti nelle prime misure messe in atto dal DT, quali ad esempio la
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lotta ai posteggi abusivi. Ora la stessa forza va convogliata affinché le aziende si facciano
loro stesse promotrici per migliorare la viabilità utilizzando e incentivando ad esempio la
condivisione dell'auto tra dipendenti, pratica poco usata, in particolare dai frontalieri: si
prenda ad esempio quanto accade nel Malcantone, dove tutte le mattine entrano migliaia
e migliaia di macchine, ognuna delle quali con una sola persona a bordo.
Allora, avanti con convinzione verso una mobilità sostenibile, affinché nessuno di noi
debba mai dire ai propri figli che abbiamo inquinato l'aria talmente tanto che bisogna
respirare a turno. In conclusione, la Lega sosterrà il rapporto di Sergio Savoia, che
ringraziamo per l'ottimo lavoro svolto.
CANEPA L., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PPD+GG - Con questi atti
parlamentari torniamo a parlare di mobilità aziendale. Ricordo che complessivamente 107
ditte partecipano al progetto di mobilità aziendale: si può certamente fare di più, ma
bisogna capire qual è lo strumento più adeguato al fine di rendere la mobilita più fluida.
Molte associazioni economiche si sono impegnate a più riprese, a spese proprie – e lo
fanno tutt'ora – in un'opera di sensibilizzazione. Sicuramente si potrà insistere
maggiormente sui dipendenti e sui dirigenti delle aziende, ma da qui ad imporre come
muoversi nella trasferta casa-lavoro ce ne passa, anche perché non bisogna dimenticare
che dietro le aziende ci sono le persone, singoli individui che fanno scelte semplici e
quotidiane in maniera irrazionale. Mi spiego meglio: in una discussione sulla mobilità
sostenibile di un paio di anni fa, il collega Passalia vi ha già raccontato di un'azienda della
Valle del Vedeggio. La dirigenza aveva proposto ai propri dipendenti (un centinaio) un
allettante bonus alla fine dell'anno a coloro che avessero condiviso l'auto con altri due
colleghi. Il successo dell'iniziativa fu quasi nullo. Perché? Forse il bonus non era
abbastanza alto? Forse non c'era un buon clima di lavoro tra colleghi? Forse tutti loro e
tutti noi vogliamo stare da soli in auto a cantare a squarciagola? Forse perché
l'inquinamento e l'ambiente non interessano a nessuno? Speriamo di no, altrimenti siamo
messi male. Ritengo che uno dei motivi alla base dei comportamenti quotidiani di tutti noi,
come anche dei dipendenti di questa azienda, è che le abitudini sono difficili da cambiare.
Quante persone fanno scelte pratiche e quotidiane considerando anche le conseguenze
negative per l'ambiente? Non molte, purtroppo, e mi metto anche io in questa categoria.
Eppure siamo tutti d'accordo che si può fare di più e che insistendo sulla sensibilizzazione
dei singoli cittadini nel lungo termine si potranno ottenere risultati positivi.
Ma attraverso quali strumenti possiamo o dobbiamo stimolare la mobilita aziendale?
Vogliamo forse imporre obblighi a livello di contratti collettivi di lavoro? Ma siamo davvero
sicuri che tali misure siano efficaci nel promuovere la mobilità aziendale, anche se in fin
dei conti risultano ininfluenti nel proteggere gli interessi dei lavoratori? In pratica, l'unico
elemento veramente vincolante riguarderebbe l'obbligo del dipendente di usare i mezzi di
trasporto per le trasferte professionali. Ma sfido chiunque – commissioni paritetiche o altri
– a verificarne e controllarne il rispetto. Si può fare tutto, ma in tale modo non stimoleremo
la mobilita sostenibile, e nemmeno tuteleremo gli interessi dei lavoratori. Come chiarito nel
messaggio del Consiglio di Stato, il tragitto quotidiano fra casa e posto di lavoro non
rientra nel tempo durante il quale il lavoratore si tiene a disposizione del datore di lavoro.
Alla faccia della libertà di scelta del mezzo di trasporto. Il Consiglio di Stato ha sottolineato
che non spetta all'autorità cantonale imporre vincoli sulla mobilità dei pendolari nell'ambito
della definizione dei contratti collettivi di lavoro. Vincoli che non soddisfano nemmeno le
parti sociali. Allo stesso modo, il Governo conferma la volontà di seguire la via percorsa in
tema di mobilità aziendale.
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Concludo quindi confermando che il gruppo PPD+GG sostiene la visione del Consiglio di
Stato ripresa anche nel relativo rapporto.
MAGGI F., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO VERDI - Al nostro gruppo fa molto
piacere l'adesione, almeno fino a questo momento, quasi unanime, del Parlamento nei
confronti delle mozioni sulla mobilità sostenibile. Un clima quasi ecumenico. Non è sempre
stato così: quando otto anni fa presentai per i Verdi un'iniziativa parlamentare che
chiedeva l'introduzione obbligatoria del manager del traffico d'area, e del manager di
traffico aziendale per le aziende con più di 50 dipendenti, mi beccai il mio primo "cactus" –
oggi sono a quota tre –, probabilmente perché quando il giornalista de "il Caffè" ha sentito
la parola "manager" si è immaginato salari altissimi. Tale proposta oggi è una realtà
presso la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto, che ha assunto un mobility
manager. Non saprei dire se questa figura riesca a lavorare in modo efficace, perché per
essa è importante avere persone di riferimento all'interno delle aziende per raccogliere le
informazioni del caso e informare sulle possibilità di cambiare il sistema di mobilità.
Ciò che chiedevamo, e che chiediamo tutt'ora – perché abbiamo ripresentato tale iniziativa
– è di formare all'interno delle aziende una persona responsabile che segua corsi e che
tenga i contatti di cui sopra. Non volevamo creare costi aggiuntivi alle aziende. All'epoca,
in seguito a questa nostra iniziativa parlamentare, il Consiglio di Stato aveva deciso di
portare avanti una campagna volontaria, poi effettivamente iniziata nel 2007, alla quale era
seguito un rapporto nel 2011 dal quale proviene il dato delle 107 aziende che avevano
aderito alla campagna. In realtà, di queste 107 aziende, solo una quarantina avevano già
attuato una misura o più, e la maggior parte di esse aveva attuato solamente una misura.
La conseguenza di ciò è che negli ultimi otto anni le strade ticinesi sono arrivate al
collasso. Mi fa piacere che oggi tutti comincino a ragionare, non solo sugli investimenti
infrastrutturali, ma anche sulle misure di gestione del traffico, e che si cambi
completamente registro.
Siamo convinti che occorrano misure incisive e mi sembra che il Consigliere di Stato Zali
sposi questa filosofia: lo ha dichiarato e lo ha dimostrato attuando misure di tale carattere
nella politica dei posteggi. Non condividiamo invece la lettura fatta dal collega Canepa: le
misure volontarie spesso non portano a niente. L'esempio che lui stesso ha portato è in tal
senso emblematico. Se un sindaco chiede ai propri cittadini di non circolare in una piazza
della città, non ottiene nessun effetto, e i pochi che danno il buon esempio continuano
comunque a subire gli effetti negativi del traffico. Con una misura coercitiva, invece, i
risultati sono diversi: se il sindaco chiude la piazza al traffico e basta, tutti i cittadini
beneficiano immediatamente del provvedimento e sono anche più motivati nel cambiare
abitudine. Per ottenere risultati è molto importante dare messaggi chiari e incisivi, di modo
che tutti vedano la situazione migliorare e che tutti siano motivati a collaborare. Fino a
quando faremo campagne d'adesione di carattere volontario su questi temi, le strade non
potranno che essere sempre più intasate. Tra l'altro, tale inefficace politica ci costa anche
molto denaro, perché più le strade sono trafficate, più necessitano di manutenzione.
Vi invito inoltre a tenere presente che tali provvedimenti non solo permettono di migliorare
la mobilità, ma anche di migliorare la salute dei cittadini e di ridurre le spese del Cantone,
sia in ambito sanitario, sia in ambito di gestione del patrimonio stradale.
Come gruppo sosteniamo quindi il rapporto e anche la politica incisiva iniziata dal Direttore
Zali in tema di mobilità aziendale.
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DEL DON O., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO UDC - Il problema del traffico
veicolare in Ticino e del congestionamento cronico delle nostre strade, con tutte le
conseguenze che ne derivano e che tutti noi conosciamo, è diventato nel tempo un
problema maggiore, che necessita ora di soluzioni incisive.
In ambito aziendale questo problema è stato affrontato dal Cantone con iniziative
incentrate sull'informazione, la prevenzione, gli incentivi, la sensibilizzazione e quant'altro.
Queste misure, se in un primo momento sembravano aver dato risultati sensibili e
soddisfacenti, con il passare degli anni si sono rivelate inefficaci. Stando così le cose, e in
previsione di un ulteriore peggioramento delle condizioni di viabilità sulle nostre strade, si
impone un nuovo approccio al problema da parte dell'autorità cantonale. Fermo restando
che le misure di prevenzione, promovimento, sensibilizzazione, informazione, aiuto
finanziario e accompagnamento fino ad ora promosse dal Cantone vanno sostenute e
ulteriormente incrementate, ci si deve porre la questione di sapere fin dove lo Stato deve e
può imporre misure restrittive all'uso del mezzo privato al di fuori dall'orario di lavoro,
tenuto conto che l'ordinanza concernente la legge federale sul lavoro, recita: «Il tragitto
usuale casa-posto di lavoro non rientra nel tempo durante il quale il lavoratore si tiene a
disposizione del datore di lavoro». Detto ciò, voglio ricordare altri due elementi critici: il
principio del rispetto della libertà imprenditoriale e quello della capacità dei singoli di
autodeterminarsi.
In conclusione, dopo avere attentamente valutato tutti i pro e i contro, il nostro gruppo ha
deciso, all'unanimità, che si asterrà dalla votazione in oggetto.
ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - Ho sentito dire cose di
senso analogo, anche se con sfumature diverse, da tutti voi, nel prendere posizione su atti
parlamentari che risalgono al 2011. Indipendentemente dal destino di tali atti parlamentari,
la politica del Dipartimento – perlomeno quella che faccio io – è mutata rispetto al passato.
L'aspetto della mobilità aziendale è in realtà solo uno dei tasselli di un problema più
complesso, ovvero il traffico veicolare. Le soluzioni a tale problema, oltre alla strategia dei
posteggi sulla quale qualcuno si è espresso oggi, vanno trovate incrementando l'offerta di
trasporto pubblico, di Park&Ride (sia su suolo svizzero sia su suolo italiano) e
promuovendo il car pooling. Il Dipartimento si muove con energia in tutte queste direzioni.
Per quanto riguarda la mobilità aziendale, arriverà presto alla vostra attenzione il
messaggio cash bonus per un importo complessivo di 16 milioni di franchi, di cui 2.5 sono
destinati proprio a mezzi che possono andare a incentivare in modo concreto la mobilità
aziendale. In questo senso rispondo anticipatamente al desiderio del promotore degli atti
parlamentari con un messaggio che prevede la messa a disposizione di mezzi finanziari
attraverso un prelievo dall'imposta di circolazione. Credo che siamo d'accordo sull'entità
del problema e sulle direzioni da prendere; avremo sicuramente modo di approfondire le
singole discussioni in futuro.
SAVOIA S., RELATORE - Come abbiamo sentito, siamo più o meno tutti d'accordo sul
contenuto del rapporto, però non è vero che non vi siano state sfumature nei diversi
interventi. Da una parte del Parlamento arriva la richiesta di misure più incisive, mentre
un'altra parte del Parlamento si preoccupa soprattutto che tali misure si basino
sostanzialmente sulla volontarietà, da parte delle aziende, di collaborare. Lo spartiacque
sta in una questione qualitativa, non quantitativa: è sufficiente procedere secondo il
principio della volontarietà delle misure oppure non è più sufficiente? Come ho scritto nel
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rapporto, credo che il tempo delle misure non coercitive, basate sulla buona volontà e la
sensibilizzazione, sia finito: non basta più. Si parla di un centinaio e più di aziende che
hanno aderito al Piano di mobilità aziendale: non sono molte se consideriamo che in
Ticino ci sono oltre 30 mila aziende. Ovviamente non sono tutte aziende di 5 mila
dipendenti, ma non sono nemmeno tutte di 20. C'è dunque un discreto numero di aziende
che scaricano sulla comunità i costi della gestione della mobilità. Diceva qualcuno che non
è compito dello Stato obbligare le aziende a prendere decisioni in sede di contratti collettivi
o altre misure di questo genere. Però, per esempio, è un compito dello Stato assicurare la
salute dei cittadini. È evidente che un aumento indiscriminato del traffico come si è avuto
in alcune regioni del Cantone – pensiamo al Sottoceneri e in particolare al Mendrisiotto –
diventa un problema di salute pubblica. Di conseguenza, lo Stato deve intervenire, non
nell'ambito di una politica di mobilità o territoriale, ma nell'ambito di una politica di salute
pubblica. E quando c'è di mezzo la salute dei cittadini, le misure che devono essere prese
devono essere più incisive: non si discute su questo punto.
Stiamo parlando anche di questioni finanziarie. Spendiamo una cifra ragguardevole tutti gli
anni per il nostro patrimonio infrastrutturale, che viene utilizzato anche da aziende e utenti
della strada che non lo pagano, o lo fanno solo in misura molto limitata. Anche per tale
problema le misure che abbiamo portato avanti finora non sono sufficienti. Ho sempre
notato con ironia il fatto che nei pressi delle scuole si mette il cartello con l'indicazione
"bambini", ma la gente rallenta perché c'è il dosso. Rallenta per non rovinare gli
ammortizzatori della macchina: il cartello "bambini" non basta. Abbiamo investito molti
soldi nel rendere sicure le nostre automobili. Il dottor House nei telefilm diceva: «Se
volessimo far guidare meglio le persone dovremmo appendere un macete al parabrezza:
allora tutti farebbero molta attenzione». La sensibilizzazione ha una serie di bellissimi
effetti, ma è limitata nell'efficacia ed è evidente che quando, da una parte, abbiamo
l'assunzione di costi e, dall'altra, la sensibilità, la considerazione dei primi tende a
prevalere.
Stiamo parlando ora di mobilità aziendale, ma esiste un grosso problema di mobilità non
sistemica in questo Cantone, come ha osservato pure il Consigliere di Stato. Avvengono
una serie di spostamenti non sistemici, per gli acquisti, per il tempo libero, per lo svago,
che comunque gravano sul sistema. L'ambito nel quale possiamo agire più facilmente è
però comunque proprio quello della mobilità aziendale, dove con interventi relativamente
semplici possiamo ottenere grandi risultati. L'impostazione del Consiglio di Stato è
corretta: agire in primo luogo sui grandi attori, su coloro che hanno molti dipendenti, molte
automobili, e che quindi possono più facilmente mettere in atto un piano efficace. Occorre
però dire chiaramente che oggi noi abbiamo bisogno di una politica molto più incisiva e
coraggiosa, magari anche destinata a sollevare qualche controversia, perché siamo
arrivati in quella che si chiama una "situazione di conseguenze": se non faremo nulla o se
continueremo a utilizzare gli strumenti sviluppati negli anni Settanta per regolamentare il
traffico del XXI secolo, evidentemente il problema non lo risolveremo.
Saluto quindi la nuova impostazione del Consiglio di Stato e di Claudio Zali; credo anche
che dobbiamo riconoscere che tale impostazione necessiterà di decisioni forti e che
quest'ultime sono richieste dalla nostra gente che si trova – in una buona metà del
Catone, dove tra l'altro c'è la maggioranza della popolazione – in una situazione
insostenibile. Di fronte a tale richiesta dobbiamo rispondere.
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MAGGI F. - Replico per ricordare che abbiamo presentato un'iniziativa 2 parlamentare bis
sul mobility manager che da due anni è ferma davanti alla Commissione della legislazione
e per auspicare che venga evasa nel senso da noi richiesto in tempi brevi.
CAVADINI S. - Voterò a favore delle mozioni perché ritengo che vadano nella direzione
giusta per risolvere il problema del traffico che oramai è divenuto annoso. Non mi
dilungherò ulteriormente perché credo che il problema sia già stato inquadrato molto bene;
voglio però soffermarmi su un aspetto a mio avviso essenziale: cercare di risolvere il
problema all'origine, ossia laddove il flusso di traffico si crea. Auspico quindi che il DT si
concentri in particolare modo nel trovare soluzioni con l'Italia per far sì che non ci
ritroviamo sulle nostre strade il traffico dei frontalieri. Ricordo che il Parlamento ha votato
l'iniziativa per chiedere la rinegoziazione dell'Accordo sui frontalieri che sta avendo un suo
iter e in tale ambito una possibilità potrebbe essere quella di rinegoziarlo facendo presente
all'Italia che i soldi dei ristorni potrebbero essere principalmente utilizzati per le opere di cui
abbiamo bisogno. Il fatto di bloccare i ristorni non è probabilmente la via giusta per
stabilire una base di dialogo proficua che porti a una soluzione, perché parte dei nostri
problemi in questo ambito provengono dall'Italia, ma anche parte delle nostre fortune
provengono da lì. Perciò dobbiamo assolutamente cercare di trovare un dialogo proficuo e
far capire all'Italia che se abbiamo 60 mila lavoratori frontalieri in Ticino, qualcosa in
cambio ci devono dare. Ma lo dobbiamo fare con il metodo svizzero, quello della trattativa
e della ricerca della soluzione, però rinegoziando quanto non è più attuale.
LEPORI C. - Il collasso del traffico nel Mendrisiotto e in altre regioni del Ticino quali il
Locarnese non è dovuto soltanto ai frontalieri. In Ticino ci sono 215 mila vetture.
Sommiamo pure quelle dei frontalieri: superiamo abbondantemente il quarto di milione, ma
il nostro ruolo non può essere trascurato. Sono d'accordo sull'idea di favorire la
costruzione di Park&Ride in Italia, ma ricordiamoci che quando un lavoratore arriva in una
stazione TILO, è ancora distante dal suo posto di lavoro ed è per tale motivo che il
trasporto aziendale è importante. Il trasporto aziendale non va necessariamente pensato
dall'origine, dall'abitazione, fino al posto di lavoro, anche perché le abitazioni sono diffuse
sia in Italia sia in Ticino, ma piuttosto concentrandosi nel supportare la rete TILO, colonna
vertebrale del nostro trasporto pubblico.
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze
sono accolte con 53 voti favorevoli e 12 astensioni.
L'iniziativa e la mozione sono pertanto accolte.
2
Iniziativa parlamentare generica: Istituzione della figura del manager del traffico d'area e
aziendale mediante decreto legislativo o modifica della legge cantonale d'applicazione della legge
federale sulla protezione dell'ambiente (LALPAmb), Francesco Maggi per il gruppo dei Verdi,
24.09.2012.
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12. - INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 26 GENNAIO 2010 PRESENTATA NELLA
FORMA ELABORATA DA RAOUL GHISLETTA PER IL GRUPPO PS (RIPRESA
DA PELIN KANDEMIR BORDOLI) PER LA PUBBLICAZIONE DEI MANDATI
(MODIFICA DELLA LEGGE SULLE COMMESSE PUBBLICHE)
- INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL 14 OTTOBRE 2013 PRESENTATA NELLA
FORMA ELABORATA DA FIORENZO DADÒ PER IL GRUPPO PPD+GG PER LA
MODIFICA DELL'ART. 7 CPV. 3 DELLA LEGGE SULLE COMMESSE
PUBBLICHE
Messaggio del 13 novembre 2013 n. 6872
Ai sensi dell'art. 69d della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma della procedura scritta.
Conclusioni del rapporto della Commissione della legislazione: si chiede al Parlamento di
accogliere parzialmente le due iniziative approvando il disegno di legge annesso al
rapporto medesimo.
È aperta la discussione.
KANDEMIR BORDOLI P. - La questione dei mandati è oggetto di discussione da molto
tempo. Da anni si discute della scarsa trasparenza e dei criteri con i quali l'Esecutivo li
distribuisce ai professionisti e alle ditte. L'iniziativa parlamentare proposta dal gruppo PS
era nata proprio in seguito agli approfondimenti, che risalgono ormai al 2005/2006,
effettuati dalla Commissione della gestione e delle finanze su questo tema, e dalla
necessità di verificare il principio della parità di trattamento e della legalità in questo
ambito. In particolare, l'obiettivo dell'iniziativa era, e resta, di garantire la trasparenza,
l'accesso alle informazioni e una gestione rigorosa. Durante il dibattito parlamentare sul
Preventivo 2007, il Governo aveva indicato che non aveva niente in contrario a
concretizzare le richieste del gruppo PS, ma come possiamo constatare, ci sono voluti
parecchi anni e due nuove iniziative parlamentari (di Ghisletta e di Dadò) per realizzare
quanto auspicato.
Il sistema politico ticinese ha faticato parecchio ad accettare una legge sulla trasparenza,
nonostante le molte richieste giunte dal Parlamento e dalla società civile. Oggi il principio
della trasparenza è sancito in una nuova legge, che deve però trovare una sua concreta
applicazione in tutti i settori. La trasparenza negli enti pubblici è un valore fondamentale
per la nostra democrazia e per il rapporto tra le istituzioni e il cittadino. Sistemi opachi,
incomprensibili e inaccessibili, minano la credibilità degli enti pubblici.
Quanto votato dal Parlamento deve quindi trovare una sua applicazione, oltre che a livello
di autorità cantonale, anche negli enti locali. È per questa ragione che il gruppo PS
aderisce al rapporto della Commissione della legislazione. Siamo anche consapevoli che
rendere accessibile ai cittadini questa documentazione è già di per sé un passo in avanti,
perché anche se non risolve tutti i problemi, ci permette di rendere il sistema attuale più
trasparente. Chiediamo al Governo di vigilare sull'applicazione della trasparenza anche
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nei Comuni e in altri enti pubblici. Ringrazio quindi per il lavoro la Commissione della
legislazione.
DADÒ F. - Finalmente approda oggi in Gran Consiglio lo spinoso tema della trasparenza
dei mandati pubblici, dopo che per anni se n'e discusso senza giungere a una soluzione
convincente e definitiva. Va innanzitutto rilevato come alla richiesta del gruppo PPD+GG
da me inoltrata il 14 ottobre dell'anno scorso, il Governo abbia risposto in fretta e furia con
un mini intervento di prassi, accompagnandolo con un altrettanto misero messaggio di
poche righe che non rende certamente giustizia all'importante tematica della trasparenza
nei confronti del popolo sovrano. Fa specie che così facendo si sia ritenuto evaso il
discorso, mal celando un certo fastidio, come se si volesse continuare a nascondere
qualcosa. Non è infatti accettabile che il Governo si trinceri dietro il parere, per quanto
ottimo, dell'avvocato Albertini, senza esprimere una significativa considerazione politica
come merita il cuore del problema.
Per anni e anni, la politica e i partiti hanno gestito praticamente tutti gli affari pubblici senza
doverne rendere conto più di quel tanto alla popolazione. Oggi il mondo è cambiato e
l'esigenza di trasparenza è notevolmente mutata, anche se, purtroppo, non si può dire che
questo abbia necessariamente coinciso con un miglioramento generale in termini di qualità
del convivere civile. Non abbiamo chiesto la trasparenza sui mandati per soddisfare i
curiosi e tantomeno per facilitare l'insorgere di polemiche. L'abbiamo chiesta
semplicemente perché nel contesto in cui operiamo è giusto, doveroso, averla. Non c'è
inoltre nulla di male nel rendere consultabili, con facilità e senza gli intralci fin qui utilizzati,
le modalità con le quali vengono distribuiti i soldi di tutti i cittadini che con fatica pagano le
tasse.
A questo proposito, a dieci anni di distanza da una richiesta in tal senso del deputato
Caimi, fa piacere leggere sul Foglio ufficiale del 17 giugno le raccomandazioni emanate
dall'autorità in cui si chiede che per tutte le commesse edili, le forniture e le prestazioni
messe in appalto e non soggette al ClAP, siano abilitati a concorrere solo offerenti,
consorzi e subappaltatori aventi domicilio civile o professionale in Svizzera. Si tratta di
piccoli ma significativi passi avanti nella giusta direzione che vanno salutati con
entusiasmo nonché incoraggiati da tutte le forze politiche che hanno a cuore le sorti del
Paese. Oggi, all'inizio dell'estate, nell'imminente stordimento estivo, va quindi salutato con
soddisfazione il frutto del lavoro commissionale su questa sacrosanta tematica, a noi
esposta in modo particolarmente chiaro nell'ottimo rapporto del collega Agustoni, che
ringrazio.
La discussione è dichiarata chiusa.
Messe ai voti, le conclusioni del rapporto della Commissione della legislazione sono
accolte con 56 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astensioni.
Le iniziative sono pertanto parzialmente accolte.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del disegno di legge annesso al rapporto
commissionale sono accolti con 58 voti favorevoli e 2 astensioni.
L'adesione del Consiglio di Stato è recata dal Direttore del Dipartimento del territorio.
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13. STANZIAMENTO DI UN CREDITO COMPLESSIVO DI FR. 23'500'000.- QUALE
AGGIORNAMENTO DEI CREDITI E CREDITI QUADRO PER LA CONSERVAZIONE
DEL PATRIMONIO STRADALE PER IL PERIODO 2012-2015, COSÌ SUDDIVISO:
- AGGIORNAMENTO DEL CREDITO PER LA SISTEMAZIONE DELLE
PAVIMEN TAZIONI E DEI CIGLI PER UN IMPORTO DI FR. 16'500'000.- AGGIORNAMENTO DEL CREDITO QUADRO PER INTERVENTI DI
RIFACIMENTO E DI RISANAMENTO DI MANUFATTI PER UN IMPORTO DI
FR. 3'000'000.- AGGIORNAMENTO DEL CREDITO PER INTERVENTI MINORI SU MANUFATTI
PER UN IMPORTO DI FR. 2'000'000.- AGGIORNAMENTO DEL CREDITO QUADRO PER OPERE DI PROTEZIONE E
PREMUNIZIONE DAI PERICOLI NATURALI PER UN IMPORTO DI
FR. 2'000'000.Messaggio del 21 maggio 2014 n. 6943
Ai sensi dell'art. 69c della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato,
le deliberazioni parlamentari si svolgono nella forma del dibattito ridotto.
Conclusioni del rapporto della Commissione della gestione e delle finanze: adesione
all'entrata in materia e approvazione dei decreti legislativi annessi al messaggio
governativo.
È aperta la discussione di entrata in materia.
GARZOLI G., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PLR - Dal rapporto del collega Dadò
sul messaggio in oggetto emerge chiaramente che la Commissione della gestione e delle
finanze si è chinata sull'effettiva necessità e urgenza delle opere previste, e quindi sulla
legittimità degli investimenti supplementari che andremo a votare rispetto ai crediti
destinati alla conservazione del patrimonio stradale per il periodo 2012-2015 di cui al
messaggio n. 6587 del 30 novembre 2011, a suo tempo approvato da questo Parlamento.
Con i tempi che corrono per le finanze del nostro Cantone, ogni sorpasso deve essere ben
valutato e il criterio della stretta necessità deve diventare la linea direttrice da seguire
anche per il futuro. Occorre innanzitutto sottolineare che la copertura finanziaria per
l'aggiornamento del credito risulta garantita dall'attuale dotazione, a piano finanziario, degli
investimenti per i settori di competenza del DT, sfruttando i margini di manovra già
concessi. Inoltre, nella fattispecie si tratta di interventi di carattere secondario, perlopiù
destinati alle regioni periferiche, ai quali il messaggio n. 6587 non aveva attribuito una vera
e propria priorità. Il verificarsi di eventi meteorologici eccezionali ha reso urgenti e
necessari una serie di interventi la cui impellenza era peraltro già stata sollevata anche in
Parlamento: si veda ad esempio l'interrogazione sull'interruzione del collegamento
stradale Peccia-Valle di Peccia, con la quale si chiedeva di pianificare al più presto un
intervento in zona Bavorca per evitare l'isolamento di un pezzo di territorio del nostro
Cantone.
Si consideri pure che in occasione della discussione sul messaggio n. 6587 il Consiglio di
Stato aveva chiaramente precisato che in caso di eventi straordinari, quali sono quelli
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verificatisi nell'inverno 2013-2014, il credito quadro non sarebbe di certo stato sufficiente
per coprire i relativi interventi.
Senza entrare nello specifico dei singoli crediti, ben argomentati sia nel messaggio
governativo, sia nel rapporto commissionale, queste considerazioni sono sufficienti, per il
nostro gruppo, a giustificarne e a condividerne l'approvazione.
Vale infine la pena evidenziare come la manutenzione della rete stradale nel nostro
Cantone risulti per forza di cose onerosa, data la morfologia del nostro territorio. Ci si
chiede se a questa peculiarità non debba essere dato ulteriore peso anche nell'ambito
della perequazione intercantonale, a livello federale, della quale il Ticino non beneficia
certo di contributi consistenti rispetto ad altri Cantoni che dal profilo viario presentano
caratteristiche simili. Ma questo è evidentemente un altro discorso.
Con queste considerazioni, il gruppo PLR approverà i crediti in oggetto sottoscrivendo le
argomentazioni contenute nel rapporto della Commissione della gestione e delle finanze.
MINOTTI M., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO LEGA - Riteniamo prioritario
l'aggiornamento dello stato del patrimonio stradale cantonale. La necessità di maggiori
investimenti è ormai un'assoluta evidenza, infatti la qualità di molti tratti stradali, anche in
città, non è più conforme alle norme, e c'è il rischio che con il passare del tempo non si
possa più garantire la sicurezza della circolazione.
Riteniamo più che giustificata la richiesta supplementare di credito, considerato che nel
messaggio precedente (n. 6587) del credito quadro 2012-2015 la priorità era stata data a
interventi principali, e non, come invece nel presente messaggio, a opere per così dire
secondarie, perlopiù riguardanti zone periferiche. Il Consiglio di Stato aveva peraltro già
allora precisato che in caso di eventi straordinari, quali si sono in effetti verificati
nell'inverno 2013-2014, il credito quadro non sarebbe stato sufficiente per finanziare gli
interventi necessari. Ricordo inoltre che, a più riprese, il Parlamento ha manifestato la sua
preoccupazione in merito allo stato del patrimonio delle strade cantonali, invitando il
Governo, per quanto possibile, a investire maggiormente in questo settore. Il medesimo
discorso vale anche per la realizzazione di una nuova galleria artificiale in zona Bavorca,
lungo la strada cantonale tra Peccia e Piano di Peccia. Vista l'importanza e l'urgenza di
tale opera, è indispensabile votare il credito di 3 milioni di franchi prima dell'estate. Questo
caso rientra perfettamente nella tipologia a cui ho accennato prima: si tratta di garantire a
chi vive nelle zone periferiche di poter far capo a beni primari e di potersi muovere in
sicurezza, per urgenze mediche, per recarsi al lavoro o a scuola.
Apprezziamo gli sforzi profusi dalla Divisione delle costruzioni per preservare e tenere alta
la vigilanza sullo stato della rete viaria cantonale, nonostante i crediti siano
manifestamente insufficienti. Auspichiamo che, in particolare nel comparto della
conservazione di pavimentazioni e cigli, gli interventi siano programmati con sufficiente
anticipo, di modo che non si debba ricorrere a interventi d'emergenza che per loro natura
sono più cari e meno efficaci, e che si privilegino gli interventi, o la combinazione
d'interventi, che presentano il migliore rapporto costi/benefici.
Con tali considerazioni porto l'adesione del nostro gruppo a questo importante messaggio
CANEPA L., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PPD+GG - Con il presente intervento
porto l'adesione del gruppo PPD+GG al messaggio in oggetto. La richiesta di credito per
complessivi 23.5 milioni di franchi si inserisce, come quasi ogni anno accade,
nell'aggiornamento – sottolineo "aggiornamento", e non "sorpasso", come erroneamente
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ha detto qualcuno che mi ha preceduto – dei crediti quadro richiesti dal Governo ogni
inizio legislatura. In questo caso si fa riferimento al messaggio n. 6578 e al relativo credito
di 136 milioni di franchi per il periodo 2012-2015.
La prima parte, la più corposa, di 16.5 milioni di franchi, riguarda la sistemazione delle
pavimentazioni e dei cigli. Non mi dilungherò ulteriormente in merito ai conti consuntivi:
anche con questo investimento, più che necessario a seguito di un inverno 2013-2014
ricco di precipitazioni, siamo al di sotto della soglia minima degli investimenti necessari per
una corretta e lungimirante manutenzione. Considerati i mezzi a disposizione, si può solo
fare il minimo indispensabile per garantire almeno la sicurezza e per evitare maggiori
danni in futuro.
La seconda parte di 3 milioni di franchi concerne la soluzione definitiva per la galleria
artificiale in zona Bavorca, sulla strada cantonale tra Peccia e Piano di Peccia. Durante lo
scorso inverno si sono evidenziate le carenze dell'attuale e vetusto manufatto, che oltre a
richiedere importanti opere di conservazione a breve termine, non garantisce la viabilità e
la necessaria sicurezza in caso di valanghe. Nel corso del 2014 ne sono state registrate
ben 27, e 8 di queste hanno comportato lo sbarramento della carreggiata.
Anche per quanto riguarda le ulteriori due richieste (2 milioni di franchi per interventi minori
su manufatti e altri 2 milioni per opere di protezione e di premunizione dai pericoli naturali),
non vi è molto da aggiungere se non sottolineare la necessità di tali investimenti.
In conclusione, la richiesta di credito in oggetto dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno,
che ogni inverno si è confrontati con danni che vanno forzatamente riparati e che i crediti
per la conservazione delle strade cantonali non sono sufficienti.
Vi ringrazio per l'attenzione e v'invito a sostenere la richiesta di credito.
LURATI S., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO PS - Questo messaggio ci riporta coi
piedi per terra. Spesso discutiamo di milioni, di risparmi, di preventivi nei quali i conti non
tornano, e poi basta che arrivi un inverno come quello appena trascorso e tutti i nostri
ragionamenti vanno a farsi benedire.
Anche se lo stato delle nostre finanze è preoccupante, non dobbiamo trascurare la
conservazione del nostro patrimonio stradale, cosa che comporterebbe il rischio di rinviare
alle generazioni future interventi che diventerebbero ancora più costosi di quanto siano
oggi.
In questo senso, proprio tenendo conto della struttura del nostro territorio, andrebbe
compiuto qualche ragionamento a monte per evitare che certe situazioni si riproducano
con tale frequenza. Non mi riferisco tanto alle nevicate e ai temporali, quanto agli
scoscendimenti che probabilmente derivano da una manutenzione insufficiente del terreno
boschivo. Invito tutti i parlamentari a fare un giro nei sentieri delle valli per constatare di
persona la situazione che si è creata, con piante che sono cadute e strade tagliafuoco che
devono essere risistemate.
Proprio ieri abbiamo parlato della legge sul turismo e uno degli elementi importanti che è
emerso è quello della manutenzione dei sentieri. Mi auguro che oltre ai milioni che si
spendono per mantenere i cigli delle strade, se ne spenda qualcuno in più anche per i
sentieri di montagna, che permettono di andare a passeggio nelle nostre valli.
DELCÒ PETRALLI M., INTERVENTO A NOME DEL GRUPPO VERDI - Davanti allo stato
pietoso delle finanze del Cantone, occorrerebbe per una volta decidere in cosa vogliamo
investire. Sembrerebbe che le strade siano un motore incredibile di crescita economica:
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continuiamo a investirvi. Oggi parliamo di un credito quadro di quasi 100 milioni dal 2012
al 2015, due nuovi messaggi del Consiglio di Stato sono appena stati licenziati e
prevedono un investimento, ancora per le strade, di 50 milioni ciascuno. Ogni anno, in
media, investiamo 50 milioni nelle strade.
Ora, non dubitiamo che ci siano interventi necessari, come per esempio quello che avete
citato in Val Bavorca, ma probabilmente bisogna anche rivedere le modalità di richiesta dei
crediti: non più crediti quadro in cui finisce di tutto e di più, ma crediti puntuali per interventi
mirati. Secondo noi, d'ora innanzi bisognerebbe limitarsi a quest'ultima modalità di credito
per controllare le uscite del Cantone.
La protezione dell'ambiente ha grandi ripercussioni sulle spese dello Stato, lo
dimentichiamo sempre. Se si diminuisse il traffico, si risparmierebbe sulla manutenzione
delle strade. Se si facesse qualcosa a livello europeo o mondiale per diminuire le
immissioni di CO2, probabilmente non avremmo eventi atmosferici che si manifestano con
intemperie come quelle che abbiamo subito quest'inverno.
Lo Stato deve anche riflettere su che tipo di pavimentazione vogliamo, per esempio per le
strade di montagna. In altri Cantoni, le strade di montagna non sono asfaltate, ma sono in
terra battuta compressa. L'asfalto dura 15 anni, e nelle strade di montagna,
particolarmente esposte alle intemperie, dura anche meno. In tema di strade dobbiamo
riflettere su dove e come investiamo.
Pur non negando che certi interventi sono necessari, noi del gruppo Verdi non voteremo
più crediti quadro finché Consiglio di Stato e Parlamento non avranno stabilito delle priorità
d'investimento: separate i crediti, sottoponeteceli uno per volta, e forse li voteremo.
ZALI C., DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO - Ringrazio il Parlamento
e la Commissione della gestione e delle finanze per il sollecito trattamento del messaggio,
cosa che probabilmente permetterà di completare la galleria della Bavorca, non per il
prossimo inverno, ma per quello successivo.
CAPRARA B. - Nel 2011 ero intervenuto ricordando che il credito quadro era stato
aumentato rispetto al precedente di oltre il 20%. Era stata un'ottima operazione da parte
del Consigliere di Stato precedente, ma non sono d'accordo di approvare nuovamente un
credito che superi (del 17%) quello precedentemente approvato. Mi asterrò. Capisco i
bisogni, ma come ho detto lunedì, siamo in una situazione di emergenza finanziaria e da
qualche parte bisogna pur iniziare a risparmiare.
SEITZ G. - Non sono assolutamente contrario a stanziare dei soldi per la sicurezza delle
strade, ma voglio parlare di una questione che forse non è stata notata. Sto parlando di
una zona che conosco a Magliaso, in via San Giorgio, dove ci sono una sessantina di tigli
altissimi che hanno 70 anni. Ritengo che questi tigli diano fastidio a causa di una
speculazione edilizia che si sta realizzando in tale zona, che peraltro è splendida. Sono
andato a controllare – è un po' che tengo sott'occhio la cosa – e ce n'è soltanto uno
malato. C'è un progetto che prevede di tagliare gli alberi e d'asfaltare. Vi rendete conto di
cosa vuol dire distruggere 60 piante quasi tutte sane quando abbiamo problemi quali la
sopravvivenza delle api e malattie che minacciano veramente piante come il frassino e il
castagno? Mi astengo.
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La discussione di entrata in materia è dichiarata chiusa.
Messa ai voti, l'entrata in materia è accolta con 46 voti favorevoli, 4 contrari e
12 astensioni.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo concernente
lo stanziamento di un credito di fr. 16'500'000.- quale aggiornamento del credito
per la conservazione delle pavimentazioni e dei cigli sulle strade cantonali per il periodo
2012-2015 annesso al messaggio governativo sono accolti con 46 voti favorevoli,
4 contrari e 11 astensioni.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso decreto legislativo concernente lo
stanziamento di un credito di fr. 3'000'000.- quale aggiornamento del credito quadro per
interventi di rifacimento e di risanamento di manufatti, per il periodo 2012-2015 annesso al
messaggio governativo sono accolti con 48 voti favorevoli, 4 contrari e 11 astensioni.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo concernente lo
stanziamento di un credito di fr. 2'000'000.- quale aggiornamento del credito per interventi
minori su manufatti, per il periodo 2012-2015 annesso al messaggio governativo sono
accolti con 48 voti favorevoli, 4 contrari e 10 astensioni.
Messi ai voti, i singoli articoli e il complesso del decreto legislativo concernente lo
stanziamento di un credito di fr. 2'000'000.- quale aggiornamento credito quadro per opere
di protezione e premunizione per il periodo 2012-2015 annesso al messaggio governativo
sono accolti con 49 voti favorevoli, 4 contrari e 11 astensioni.
14. CHIUSURA DELLA SEDUTA E RINVIO
Alle ore 17:00 la seduta è tolta e il Gran Consiglio è riconvocato per lunedì
22 settembre 2014.
Per il Gran Consiglio:
Il Presidente, Gianrico Corti
Il Segretario generale, Gionata P. Buzzini
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PRESENTAZIONE DI ATTI PARLAMENTARI
MOZIONE
Evadere gli atti parlamentari nel quadriennio. Niente rimandi alle calende greche!
del 26 giugno 2014
I miei atti parlamentari sono seri e secondo esigenze della gente che mi ha votato. Per
sincerarsi basta seguire quanto la gente scrive sui media. I miei atti parlamentari sono
studiati e valutati a fondo con i miei collaboratori e non per mera esigenza partitica. Sono
interessato in primis al tema. Chiedo quindi rapidità ragionevole nell'evaderli.
Il ritardo nell'evadere questi atti da parte del Governo dimostra la "difficoltà" nel trovare la
giusta risposta e mi conferma quindi la serietà e la validità dello stesso, ma che comunque
deve essere evaso in tempi brevi. Niente va rimandato alle calende greche!
Questo vale anche per buona parte dei miei colleghi parlamentari.
Siamo eletti e sicuri di rimanere in carica per un quadriennio ma non sicuri di essere rieletti
per il successivo periodo. Motivo per cui gli atti presentati debbono essere evasi tutti
in quel quadriennio. Nessun trapasso al periodo successivo e passare il tema a nuove
persone, che non hanno studiato a fondo la pratica e quindi di più facile rifiuto.
Partendo da queste precedenti considerazioni, citando solo un mio atto parlamentare
inevaso e facendo uso delle facoltà previste dall'art. 101 della Legge sul Gran Consiglio e
sui rapporti con il Consiglio di Stato, chiedo pertanto all'Esecutivo e lo invito urgentemente
a:
1. Basta cinguetti, mia interpellanza inevasa ancora del 20.09.2012 rispondere e
procedere come da testo. Basta cinguettare! Prima si risponda a tutti gli atti
parlamentari ufficiali inevasi, poi... OK nel virtuale!
2. Tutti gli atti parlamentari seri e che non abbiano prettamente rilevanza partitica vengano
evasi nel quadriennio legislativo di presentazione.
3. Questo termine di evasione deve essere perentorio per tutti quegli atti che vengono
presentati entro il 31 dicembre dell'ultimo anno parlamentare corrente. Fa stato e
decorrenza la ricezione presso la Cancelleria/Segreteria del Gran Consiglio
Giancarlo Seitz
Campana - Pedroni
Ai sensi dell'art. 101 cpv. 3 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di
Stato, la mozione è trasmessa al Consiglio di Stato.
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SEDUTA COSTITUTIVA PER LA LEGISLATURA 1999/2003