Presentazione del rapporto
congiunturale 2010
dell’economia di Parma
Guido Caselli, direttore centro studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna
Lo scenario internazionale
9,6
8,4
100%
4,5
4,4
3
90%
2,2
1,5
1,6
1
0,6
80%
World
70%
United
States
Euro
Area
Germany France
Italy
Crescita del PIL 2010-2015
2010
Spain
1,6
Japan
Russia
China
India
2011
60%
50%
…nel 2010 se l’Italia ha
viaggiato ai 30 km. orari
la Francia ha viaggiato ai 50,
gli Stati Uniti agli 80,
la Germania ai 110,
il Mondo ai 150,
Cina ed India ai 300 km. orari
Haiti
40%
30%
20%
10%
Italia
Venezuela
Grecia
0%Portogallo
-50%
0%
50%
100%
150%
Fonte: Imf, World Economic Outlook, gennaio 2011
200%
250%
Crescita del PIL 2000-2010
300%
350%
400%
Lo scenario regionale
1,5%
Variazione del PIL
dell’Emilia-Romagna
1,4%
1,0%
… l’Emilia-Romagna ha
viaggiato ai 45 km. orari
Fonte: Unioncamere, Prometeia, novembre 2010
-5,9%
2009
2010
2011
2012
… continuiamo ad
essere una delle aree
più ricche d’Europa,
ma, al tempo stesso,
siamo tra quelle che
negli ultimi anni sono
cresciute meno
Le previsioni per Parma
2,0
1,5
1,2
1,2
1,6
1,4
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
… Parma ha viaggiato ai
60 km. orari
Ferrara
Ravenna
-4,2
Forlì-Cesena
Rimini
Emilia.Romagna
-6,5
ITALIA
2009
2010
2011
2012
Variazione del valore aggiunto
3,5
2,7
1,9
1,7
1,8
2,0
2,0
1,3
1,5
0,0
-0,5
-2,2
-2,5
-3,7
Agricoltura
Manifatturiero
Costruzioni
Commercio,
trasporti
2010
2011
Intermed.
Finanziaria
Altri servizi
Totale servizi
Manifatturiero
3
-2
Parma
-7
Emilia-Romagna
Variazione della produzione.
Anni 2003-2010, imprese con meno di 500 dipendenti
-12
-17
2003
2004
1,7%
2005
1,4%
2006
2007
-2,4%
Fatturato 2000-2009
piccole
Parma
medie e
grandi
Totale
Emilia-Romagna
Micro Piccole
M-G Totale
Alimentare
-1,5%
2,8% 3,9%
0,6% 13,5%
2,7% 12,9%
2,5%
Sistema moda
-8,0%
7,4% -4,6%
-4,9% 9,0%
4,6% 7,8%
3,1%
Legno, mobili
-6,2%
0,6% -6,3%
-4,0% -0,6%
-3,9% -1,9%
-4,1%
Carta, chimica, plastica
micro
2009
Micro (< 2mln) Piccole (2-5 mln.) Medie e grandi (>5 mln.)
ROE
2007-09
FATTURATO
2000-2009
-0,1%
2008
4,9% -1,0%
8,5%
6,7% 16,0%
3,3% 15,4%
3,0%
Metalmeccanica
-2,8%
9,5% 8,0%
0,2% 1,6%
0,4% 2,9%
0,2%
Altro industria
-1,8%
3,5% 8,0%
6,1% -0,9%
3,0% -0,7%
3,3%
2010
ROE 2007-2009
9,6%
9,3%
6,8%
5,6%
micro
piccole
Parma
Rendistato
medie e
grandi
Totale
Emilia-Romagna
Commercio estero
Primi 9 mesi
2.500.000.000
Emilia-Rom.
Primi 9 mesi di ogni anno.
Valori concatenati, anno base 2000
Parma
2010 su 2009
+14,7%
+24,9%
2010 su 2008
-14,6%
+1,9%
2.000.000.000
1.500.000.000
1.000.000.000
500.000.000
1991
1992
Contenuto tecnologico
Basso
Medio basso
Medio alto
Alto
TOTALE
1993
1994
1995
Var.00-09
2,0%
1,4%
-0,3%
17,9%
1,6%
Percentuale di PMI
manifatturiere che nel 2010
hanno esportato:
25,7%
1996
1997
1998
Inc.07-09
28,4%
20,3%
41,9%
9,4%
100%
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
LEVA COMPETITIVA
Qualità
Innovazione
Estetica e design
Prezzi e condizioni pagamento
Tempi consegna e rete distributiva
Ufficio export
Filiali o uff.vendita estero
Stabilimenti produttivi estero
Accordi commercializz. o produz.
Commissiona lavori all'estero
2006
2007
2008
2009
2010
Punteggio Trend
89,2
59,5
37,6
53,8
59,0
2005
33,6%
9,9%
2,6%
11,2%
8,6%
2010 Trend
44,3%
12,3%
4,7%
14,0%
16,0%
Commercio
4,0
Fatturato 2000-2009
3,0
2,0
Micro
Piccole
M-G
TOT.
Commercio ingrosso
-6,2%
-1,3%
0,3%
-0,3%
Commercio dettaglio
-4,7%
-1,6%
-1,8%
-2,2%
Trasporti, magazzinaggio
-4,6%
-1,3%
5,4%
4,6%
Servizi imprese
-8,8%
-7,0%
-3,1%
-4,9%
Servizi persone
-0,8%
2,1%
2,7%
2,2%
1,0
Variazione vendite. Anni 2003-2010
0,0
Parma
Emilia-Romagna
-1,0
ROE 2007-2009
Commercio ingrosso
-2,0
Commercio
dettaglio
Trasporti, magazzinaggio
-3,0
Servizi
imprese
Servizi persone
Micro
Piccole
M-G
TOT.
1,4%
5,0%
3,9%
3,8%
-2,6%
7,2%
5,2%
4,5%
1,3%
6,2%
0,4%
0,9%
-0,2%
7,4%
3,6%
3,5%
-23,4%
8,6%
-6,7%
-4,7%
4,0
-4,0
3,0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Costruzioni
2,0
Variazione fatturato. Anni 2003-2010
1,0
0,0
Parma
-1,0
Emilia-Romagna
-2,0
-3,0
-4,0
COSTRUZIONI
Fatturato
2000-2009
-5,0
ROE 2007-2009
Micro
Piccole
M-G
TOT.
-5,7%
3,2%
-0,3%
7,5%
5,9%
6,3%
10,9%
9,7%
-6,0
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Occupazione
Emilia-Romagna
+83%
Parma
+46%
+451%
Accordi sindacali per
accedere alla CIGS in
essere a novembre 2010
Unità locali
53
Lavoratori 1.301
+652%
2005
2006
ordinaria
2007
2008
2009
straordinaria
2010
2005
deroga
2006
2007
ordinaria
2008
straordinaria
2009
2010
deroga
Ammortizzatori in deroga al
30 novembre 2010
Unità locali
314
Lavoratori
2.400
0,3
0,1
-0,2
-0,8
2009
Previsioni dell’occupazione
2010
Parma
2011
Emilia-Romagna
2012
Secondo i dati sulla forza lavoro
ISTAT nei primi nove mesi del 2010
(rispetto allo stesso periodo del 2009)
in Emilia-Romagna l’occupazione è
diminuita di 7.134 unità, pari ad una
flessione dello 0,4%
Tasso di disoccupazione III trim.
2010: 4,7%
…in sintesi
“L’anno si è concluso all’insegna della recessione in gran parte dei Paesi europei.
Nelle principali economie occidentali vi è una generale incertezza sui tempi e sulla
velocità della ripresa.
(…) emergono i punti di debolezza sui quali agire: la difficoltà di affrontare mercati
sempre più ampi, la difficoltà ad accedere al capitale di rischio, la crisi di managerialità
nel ricambio generazionale e nell’approccio a nuovi mercati.
(…) esistono punti di forza sui quali fare leva: la spinta imprenditoriale, una diffusa
cultura di produzione artigianale, alcuni insediamenti industriali di rilievo, un sistema
universitario diffuso e di qualità.
(…) la ripresa economica premierà i comportamenti strategici delle aziende volti alla
crescita dimensionale e alla presenza sistematica sui mercati esteri. Diversamente forti
problemi di ristrutturazione riguarderanno settori quali il tessile-abbigliamento.
(…) le recenti vicende conducono ad ipotizzare un ripensamento della costituzione in
chiave fortemente regionalista. È inevitabile una crescita delle competenze affidate
alla regione…”
Tratto dal “Rapporto Unioncamere sull’economia del 1993”
La sedia da spostare
E pensare che c’era il pensiero - 1995
La curva a S
Prodotto interno lordo per abitante
Maturità
Discontinuità
Aggiustamenti
NON radicali
al modello
Fermento
Diffusione/affermazione
del modello
ZAMAGNI
CRISI ENTROPICA
CRISI DIALETTICA
nasce da uno scontro che prende corpo in
determinate società e che contiene, al proprio
interno le forze per uscirne.
La rivoluzione francese
Rete economica
Individualismo
Mercato
tende a far collassare il sistema per implosione,
senza modificarlo. Questo tipo di crisi si sviluppa
quando la società perde il senso – cioè la direzione –
del proprio incedere. La caduta dell’impero romano.
SENSO
Direzione condivisa
Identità
Ruolo
Rete sociale
Collettività
Democrazia
MAGATTI
SOCIETA’ TECNO-NICHILISTA
… negli ultimi due decenni la crescita economica ha avuto come unico obiettivo un aumento indiscriminato delle
opportunità individuali, l’economia ha perso di vista qualunque dimensione sociale e di “senso”, cioè
qualunque valutazione - di ordine sociale, politico o morale - che non fosse tecnica.
La storia ci insegna che non si esce da una crisi entropica
con aggiustamenti di natura tecnica o con provvedimenti
solo legislativi, occorre affrontare di petto e risolvere
la questione del senso
Ribaltare i paradigmi, creare la discontinuità
COMPETITIVITA’/COMUNITA’
da: “imprese competitive fanno il territorio competitivo” a “si è competitivi
come imprese e come persone se si è inseriti in un territorio competitivo”
GREEN ECONOMY – SVILUPPO SOSTENIBILE
l’ambiente, da vincolo e freno alla crescita dell’impresa diventa motore di sviluppo
e di innalzamento della qualità della vita.
… lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza
compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
FORMAZIONE
Formare i giovani in funzione della domanda oppure costruire un sistema economico
rispondente ad una visione che unisca le aspettative dei giovani e delle imprese?
WELFARE
… da costo a risorsa. Le politiche di coesione sociale,devono avere
come obiettivo l’identificazione e la realizzazione di un dividendo sociale.
Alessandro Baricco - I nuovi barbari
… è in corso una mutazione che non può essere spiegata con il normale affinarsi di una civiltà,
ma sembra essere, più radicalmente, il tramonto di una civiltà e, forse, la nascita di un'altra
Quando penso ai barbari penso a gente come Larry Page e Sergey Brin (i due
inventori di Google) o Steve Jobs (tutto il mondo Apple) o Jimmy Wales
(fondatore di Wikipedia). Quando penso agli imbarbariti penso alle folle
che riempiono i centri commerciali o al pubblico dei reality show.
Quando penso ai barbari penso a Mozart (il Don Giovanni sembrò
piuttosto barbaro all’imperatore che lo pagò) e quando penso agli
imbarbariti penso alle signorine aristocratiche che strimpellavano ottusamente
sonatine di Salieri nei loro saloni cadenti.
Di solito le grandi mutazioni scattano esattamente quando scattano simultaneamente i due
fenomeni, e in modo spesso inestricabile. Da una parte una certa civiltà marcisce, dall'altra una
nuova civiltà insorge (anche nel senso di ribellione).
E' lo spettacolo davanti a cui ci troviamo adesso: ma bisogna stare molto attenti a isolare,
all'interno di un unico grande movimento, le due forze opposte che stanno lavorando.
… perché non ci arrendiamo all’idea che l’imbarbarimento
è una sorta di scarico chimico che la fabbrica del futuro
non può fare a meno di produrre?
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