Laboratorio Anno 2008 – 2009 CITTADINANZA ATTIVA, COMITATI CIVICI, PROBLEMI DELLA RAPPRESENTANZA. Anna Demarco, Beniamino Benetazzo, Lisa Celeghin, Marta Turato, Maurizio D’Este, Roberto Bonato Coordinatori: Claudio Dalla Dea, Emilio Noaro, Marco Finco, Franco Sato SUSSIDIARIETA’, PARTECIPAZIONE E COMITATI • IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’: - Verticale → Trattato di Maastricht (7 Febbraio 1992) - Orizzontale → art.118, u.c. Cost. italiana • IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’ NEL COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA: a) Origine e significato b) Indicazioni concrete • LA PARTECIPAZIONE NEL COMPENDIO DELLA DOTTINA SOCIALE DELLA CHIESA: a) Significato e valore b) Partecipazione e democrazia • PARTECIPAZIONE E MOVIMENTI SOCIALI → Forme di organizzazione di movimento sociale: - Gruppo d’interesse pubblico Associazione di nuovo volontariato Circolo contro culturale Comitato RIFERIMENTI NORMATIVI • COSTITUZIONE ITALIANA • CODICE CIVILE • STATUTO REGIONE VENETO • TESTO UNICO ENTI LOCALI • STATUTO COMUNALE • REGOLAMENTO DELLE CIRCOSCRIZIONI Criticità della sussidiarietà Rischio di “carsismo istituzionale” Un aspetto critico della sussidiarietà : il “ carsismo istituzionale “ Ossia un sistema per cui, pur esistendo una programmazione pubblica sui territori , manca nella sostanza una strategia di intervento pubblico e quindi un universo privato più o meno riconoscibile gestisce in maniera casuale e non trasparente i servizi e le politiche locali. Cosa erode le fondamenta delle istituzioni rischiando il crollo del welfare locale: le lobby, i governi privati, che indirizzano le politiche sociali a livello locale e i servizi privati attraverso finanziamenti e strategie non sottoposte ad alcuna prova di rappresentanza democratica lo spreco di risorse, disperse in micro iniziative , erogate e allocate da soggetti economici senza che vengano coordinate dalla programmazione dei Comuni associati la ‘ cultura del piagnisteo ‘ che spinge a guardare con precisione a ciò che manca e a sottovalutare sistematicamente quello che c’ è CHE COSA SONO I COMITATI ? Organizzazioni sociali con caratteristiche, struttura ed intenti abbastanza differenti tra loro. Gruppi organizzati, ma debolmente strutturati, di cittadini che si riuniscono su base territoriale e utilizzano prevalentemente forme di protesta ad interventi che danneggerebbe la qualità della vita sul loro territorio o per chiedere miglioramenti di essa. (Donatella Della Porta) COMITATO… … è un Corpo Intermedio tra potere istituzionale e cittadino. Un organismo intermedio che si interpone e rende meno lontano la dimensione privata e quella pubblica. … di solito rappresenta una fetta ben delineata della popolazione, ben inserita nel tessuto sociale: composta da cittadini che hanno capacità di contattare e coalizzare altri cittadini TRE TIPI Comitati a termine: “Non nel mio giardino! Perché proprio qui?” Comitati istituzionali: di lunga durata che si propone di collaborare con l’Amministrazione spesso comunale. Offrono la loro partecipazione professionalizzata Comitati Pro-loco: si fanno carico dei bisogni e delle esigenze dei singoli più deboli nel percorso di una loro ri-socializzazione. Spesso sfociano in associazioni. CARATTERISTICHE sfiducia / fiducia nelle istituzioni. “sorveglianza” sul potere delle istituzioni. trasversalità rispetto alla politica. neutralità ideologica. buon segno di salute della democrazia. LIMITI E RISCHI Auto referenzialità Sovra esposizione dei problemi Azioni discriminanti e/o contro collettività parti della ANALISI SUL CAMPO… INTERVISTE E QUESTIONARI COMITATO STANGA LASCIATECI RESPIRARE CITTA’ VIVIBILE GRILLI DI PADOVA INSIEME PER LA QUALITA’ DELLA VITA AMISSI DEL PIOVEGO ANALISI DEI QUESTIONARI / 1 Il Comitato è un gruppo di cittadini che facendosi parte attiva di una realtà civica raccoglie istanze di chi non è riuscito ad avere soddisfazione dalla politica su particolari problematiche collettive di natura soprattutto ambientale e di sicurezza. Spesso i Comitati nascono sulle emergenze o criticità, perciò la loro forma è per necessità flessibile e la partecipazione degli aderenti ciclica, libera e spontanea, ispirata dall’interesse per il bene comune. La struttura organizzativa del comitato può essere instabile e precaria (comitati a termine), nelle realtà con scarsa identità e progettualità, duratura nel tempo nelle forme associative più composite e professionalizzate. ANALISI DEI QUESTIONARI /2 I Comitati essendo rare volte rappresentati dalle realtà politiche locali individuano i propri interlocutori soprattutto nell’ambito istituzionale rapportandosi a livello locale con Sindaci, Assessori , per passare poi ad interlocutori Provinciali o Regionali o ad Enti ecc… Il Comitato non essendo quasi mai una monade chiusa coltiva rete di relazioni anche con altri /comitati o associazioni vicini per area tematica, con cui istaurare sinergie su obbiettivi comuni. Tra le risorse principali di cui si alimenta il Comitato , si impone il capitale umano diversificato per professionalità, competenze e attitudini, a cui si associano le risorse economiche attinte spesso con autofinanziamento, o raccolte periodiche. ANALISI DEI QUESTIONARI / 3 Il Comitato opera attraverso iniziative pubbliche come: petizioni, raccolte di firme convegni, serate a tema, assemblee riservando al rapporto con i media una attenzione particolare, nella duplice funzione di strumento di informazione e di visibilità mediatica. talvolta in occasioni di criticità particolari e forte tensione civica non vengono a mancare azioni di protesta di grande impatto. Il Comitato tende a strutturarsi spontaneamente. In modo condiviso si individuano alcune figure guida con cariche diversificate: i coordinatori membri del direttivo, figure leader con ruolo di capogruppo e/o presidente e/o portavoce. ANALISI DEI QUESTIONARI / 4 I rapporti con la politica sono importanti nella vita del comitato ma generalmente reclama la propria autonomia dichiarando la non appartenenza ideologica (trasversalità / neutralità). In prossimità delle consultazioni amministrative a volte qualche membro rappresentativo può candidarsi in liste civiche. Spesso nei gruppi maggiormente organizzati l’obiettivo individuato è sostenuto da una dichiarazione d’intenti attraverso strumenti come il manifesto/documento. La necessità di normare il gruppo poi può indurre ad assumere un regolamento o statuto . Il Comitato sussiste fintanto che il problema sollevato non riceve adeguata soluzione, nel raggiungimento della quale a volte innesca un ripensamento sulla opportunità della sopravivenza del gruppo stesso. “perchè i comitati esistono ?” E’ solo una moda ? Bene comune o interessi particolari ? La distanza delle istituzioni dalla società. Delegittimazione del diritto. Quando ci si accorge di essere in presenza di “problemi della rappresentanza” la prima cosa da farsi è di chiedersi: Perché c'è il rischio che la rappresentanza sia percepita come un “problema” dai cittadini ? E poi, i comitati sono una “moda passeggera” o la risposta di una società (ancora) sana ad un malessere reale? Esiste una distanza tra norme e valori. Mancando la continuità tra norma e valore, diminuisce la capacità della norma di interagire con i valori e da cui la tendenza ad una sua potenziale inapplicabilità. Questa distanza rende oscuro il processo decisionale, sottraendolo alle logiche di trasparenza, rendendo difficile, se non impossibile, il controllo da parte della gente. LEVANSKI: LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA diffondere il sapere civico e la consapevolezza del bene pubblico, promuovendo quella cultura della cittadinanza che è alla base della democrazia