Nuove misure del progresso
per una politica diversa
Donato Speroni
“Everything should be made as simple as
possible, but not simpler”.
Albert Einstein
Donato Speroni - Seminario Radicali italiani
24/02/2012
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Di che cosa stiamo parlando?
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Significato e problemi nell’andare “oltre il Pil”
Rapporti tra nuove misure del progresso e
contabilità ambientale
Esperimenti in corso nel mondo
Il nuovo Bes italiano
L’impatto sulla politica
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La“statistica del 21° secolo”:
Raccogliere, elaborare, diffondere dati che
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siano condivisi ed effettivamente utili per le
scelte politiche e il controllo democratico
consentano confronti internazionali ma
rispecchino anche le specificità locali
Siano non soltanto “statistica” ma anche
“societistica”: attenzione non solo alle
informazioni “per il Principe”, ma agli individui,
al sociale, all’ambiente
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Superamento del Pil: se ne parlava già nel
1968: il famoso discorso di Bob Kennedy
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Per troppo tempo e in misura troppo intensa abbiamo subordinato i valori
individuali e collettivi alla mera accumulazione dei beni materiali. Il nostro
Prodotto interno lordo (Pil) include anche l’inquinamento dell’aria e la
pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le carneficine sulle
nostre strade. Comprende le serrature speciali per le nostre porte e le
prigioni per la gente che le viola. Conteggia la distruzione delle sequoie e la
perdita delle nostre bellezze naturali nell’urbanizzazione caotica.
Al tempo stesso, il Pil non tiene conto della salute dei nostri bambini, della
qualità dell’educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non include
la bellezza della nostra poesia, la forza dei nostri matrimoni, l’intelligenza
del nostro dibattere pubblico o l’integrità delle nostre autorità. Non misura né
il nostro spirito né il nostro coraggio, e neppure la nostra devozione al
Paese.
In poche parole, misura tutto, fuorché quello che rende la vita degna di
essere vissuta. Ci può dire tutto dell’America, tranne il perché siamo
orgogliosi di essere americani.
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Che cosa è successo in questi 40 anni?
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Il movimento degli indicatori sociali ha posto
l’accento sui dati non economici
Si è cominciato a misurare la felicità individuale
(scala di Cantril) e si sono scoperti riscontri
oggettivi al benessere percepito
Il paradosso di Easterlin ha messo in evidenza
che oltre un certo livello la felicità non cresce col
reddito ma dipende da altri fattori
Alcuni economisti (Bartolini) affermano anzi che
gli incrementi di Pil distruggono felicità
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Il 2009 è il punto di svolta
oltre 40 anni dopo il discorso di Bob Kennedy, nel giro di pochi
mesi:
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In Francia la commissione Stiglitz – Sen – Fitoussi
ha analizzato il processo e presentato proposte
tecniche di miglioramento
Il G 20 di Pittsburgh ha invitato a elaborare metriche
nuove
L’Unione Europea ha lanciato il progetto “Beyond
Gdp”
A Busan (Corea) l’Ocse ha mobilitato 2000 tra
statistici, economisti, politici, Ong, di 100 paesi in un
grande congresso sulle “misure del progresso” e ha
lanciato “wikiprogress”
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“Oltre il Pil” due anni dopo
la commissione Stiglitz
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L’impianto del rapporto Stglitz è confermato:.
Occorre:
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Arricchire le informazioni sulla produzione e distribuzione
della ricchezza
Corredarle da altre informazioni relative al benessere
(“felicità”)
Misurare la sostenibilità, attraverso la misura delle
variazioni di capitale economico, ambientale, umano e
sociale
Sono emersi però numerosi problemi
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Oltre il Pil? Sì, ma con meno illusioni
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La contabilità nazionale è un ramo della statistica che
garantisce la confrontabilità internazionale ed è in continuo
miglioramento.
Perdono terreno i teorici della “misura della felicità”
Abbiamo bisogno di più dati condivisi, soprattutto sul capitale
sociale e umano. Giovannini (Istat) : “non abbiamo una teoria
della rivoluzione”.
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Sappiamo cioè a quali condizioni l’economia può avere un tracollo o quando un
ecosistema diventa insostenibile, ma non quando un sistema sociale diventa
ingestibile. E le rivoluzioni ci prendono di sorpresa.
C’è un consistente problema di investimenti, perché i dati
sociali sui quali si costruiscono le misure del benessere sono
quasi sempre meno tempestivi dei dati economici .
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Oltre il Pil? I punti ancora da risolvere
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E’ possibile contrapporre al Pil un superindice che aggreghi
tutti gli indicatori dei singoli domini? Finora lo ha fatto solo Il
Canada con il Canadian Index of Well Being e (in parte) il
Bhutan con il suo Gross National Happiness Index
Oppure è meglio presentare un cruscotto di indicatori,
statisticamente più corretto, ma di minore effetto mediatico?
Nella misura del benessere, quanta importanza dare agli
indicatori soggettivi del tipo scala di Cantril (“Quanto sei
soddisfatto della tua vita in una scala da 0 a 10?”)
Come coniugare gli indicatori del benessere con quelli di
sostenibilità, cioè del benessere futuro?
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1) Migliorare, non rottamare il Pil
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Il calcolo del Gdp (gross domestic product: il Pil in inglese)
segue criteri definiti internazionalmente che favoriscono la
confrontabilità tra i Paesi
Più significativo del Pil pro capite il reddito effettivamente
disponibile per le famiglie e quello corretto dai servizi pubblici,
il lavoro domestico, il tempo libero
E’ utile indagare sulle mediane (che ci dicono come sta la
famiglia o l’individuo “di mezzo”) e non solo sulle medie
E’ utile valutare il Prodotto interno al netto dei consumi di
capitale
La contabilità nazionale resta comunque fondamentale per
misurare la ricchezza prodotta
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2) Misure soggettive/oggettive
di benessere e felicità
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La Gallup, ma anche altri (Australia, per esempio) misura il
benessere soggettivo (Swb) con la scala di Cantril: da zero a
dieci quanto sei soddisfatto della tua vita? E’ una misura con
molti difetti. Però è utile
Il benessere oggettivo non è facile da misurare: per esempio,
qual è il tasso ottimale di divorzio? Anche il suicidio può avere
significati diversi nelle diverse società
Le correlazioni tra benessere soggettivo e valutazioni sui
campi che lo influenzano (soldi, salute, famiglia, amici,
sicurezza, fiducia in chi governa, religiosità, ambiente ecc.)
forniscono un profilo interessante di ciascuna comunità.
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3) La misura della sostenibilità
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In pratica è lo “stato patrimoniale” di un sistema Paese,
esteso a comprendere:
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Il capitale economico
Il capitale ambientale e la biodiversità
Il capitale umano (livelli di educazione e formazione: Pisa,
Program for international student assessment, e nuovo indice
basato sui 50enni
Il capitale sociale (reti di relazioni, adesione ai valori collettivi)
Soprattutto per l’ambiente, ci sono numerosi indici che
aiutano a capire se la produzione di oggi danneggia il futuro:
taglio foreste tropicali, depauperamento riserve ittiche ecc.
Nessuna misura è davvero soddisfacente, anche perché
quasi tutte si concentrano sulla sostenibilità ambientale, ma
nessuno ci fornisce un modello di sostenibilità sociale
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E’ possibile sostituire il Pil con un
indicatore composito più ampio?
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Il tentativo più importante in questa direzione è lo Human Development
Index dell’Undp, che include reddito, speranza di vita e “literacy”. Il
rapporto diffuso per il ventennale tien conto tra l’altro, di ambiente e
governance. Sul sito dell’Undp puoi farti la tua classifica.
Nascono anche indicatori “privati” come il Bcfn Index di Barilla: 35%
lifestyle, 20% variabili economiche, 15% sostenibilità, 30% componenti
sociali e interpersonali
Il Buthan parla da anni di Gross National Happiness. Si tratta di una
elaborazione rigorosamente matematica, ma ancora sperimentale e molto
legata alle specificità locali
I due più istituti nazionali di statistica più avanzati nel mondo hanno scelto
strade diverse: il Canadian Index of Wellbeing è un indicatore composito,
Measuring Australia’s Progress è un “cruscotto”
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Italia: il Bes, benessere equo e sostenibile
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Iniziativa Cnel Istat, che condurrà a un primo
rapporto entro fine anno
Un gruppo di indirizzo che ha proposto i domini
Una commissione scientifica che sta scegliendo gli
indicatori
Interazione con gli utenti attraverso una grande
indagine preliminare e il sito misuredelbenessere.it
con un questionario (oltre 2mila risposte) e un blog
In prospettiva, convegni sul territorio prima di
stabilire definitivamente il paniere degli indicatori.
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I domini proposti per il Bes
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1) Ambiente
 9) Paesaggio e
patrimonio culturale
2) Salute
3) Benessere economico  10) Ricerca e
innovazione
4) Istruzione e
 11) Qualità dei servizi
formazione
5) Lavoro e conciliazione  12) Politica e istituzioni
dei tempi di vita
 La proposta integrativa più
condivisa: “Qualità del cibo”
6) Relazioni sociali
7) Sicurezza personale
8) Benessere soggettivo
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In conclusione: la partita è politica
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Si vogliono evitare gli errori dei Mdg, con un
maggiore coinvolgimento della base. Ma la
confrontabilità diventa un problema
Ci sono resistenze da parte dei Paesi di nuova
industrializzazione alla introduzione di nuove
metriche. A cominciare dalla Cina, che però sta
cambiando posizione
Altri temono che i nuovi indicatori servano solo a far
fare bella figura a qualche Paese
Il processo però è avviato: il vecchio Pil non basta e
deve essere integrato
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Le prospettive delle misure
del progresso nel mondo
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Attraverso il sito wikiprogress, l’Ocse continua a seguire
tutti gli sviluppi nazionali e internazionali
Potete costruirvi il vostro indicatore con il Better life index
In ottobre a Nuova Delhi si terrà il 4° convegno
mondiale sulle misure del progresso
Il tema delle misure di sostenibilità sarà certamente
trattato anche alla prossima conferenza Rio+20
Uno “sponsorship group” ad hoc del Sistema statistico
europeo ha messo a punto un Rapporto finale che verrà
discusso in una conferenza a Parigi in giugno.
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E poi ci sono i Millennium
development goals da rivedere…
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Sta entrando nella fase “calda” il dibattito in sede Onu sul
rinnovamento degli Obiettivi del Millennio (Mdg), che scadono
al 2015.
I mdg sono spesso visti in modo conflittuale rispetto alle
misure del progresso. Da parte dell’Un statistical division si è
spesso sostenuto che bisogna concentrare l’attenzione su
obiettivi di sviluppo,per i Paesi più arretrati, “snobbando” gli
obiettivi di benessere (che comprendono anche aspetti come
coesione politica, soddisfazione nei rapporti familiari ecc.) che
interessano i Paesi più ricchi uniti nell’Ocse
In prospettiva potrebbe esserci una divaricazione di obiettivi.
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Domanda finale: tutto questo lavoro
servirà a migliorare la politica?
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Giovannini cita le esperienze di Australia e Nuova Zelanda:
ogni provvedimento legislativo viene valutato non solo in base
alla sostenibilità economica, ma anche agli impatti sociali e di
sostenibilità ambientale .
“Sarebbe opportuno riflettere su come dotare il Paese di una
sede indipendente (come il General Accountability Office
americano) che svolga questo tipo di analisi, eventualmente
con il sostegno delle istituzioni (Istat, Banca d’Italia, ecc.) in
possesso di informazioni e competenze utili a tal fine”. La
proposta di fiscal council non basta“in quanto la valutazione
delle politiche deve ricomprendere gli aspetti sostanziali degli
interventi e non solo quelli di carattere finanziario”.
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Tuttavia…
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Più in generale, qualsiasi indicatore statistico,
per quanto ben fatto, può avere impatto
politico solo se è condiviso. E questo richiede:
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Consenso tra le diverse parti politiche
Attenzione qualificata dai media
Cultura statistica nell’opinione pubblica
… Insomma, è una bella scommessa!
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Grazie!
Il seguito su:
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