I 70 anni del quadro di Maria Mater Sacerdotis Maria è sempre stata presente nella storia e nella vocazione di padre Mario Venturini. A partire dal 21 settembre 1924 egli si rivolge a lei con un nuovo nome, quello di Mater Sacerdotis, che doveva unire i due concetti di Virgo Sacerdos (Vergine Sacerdote, con uno speciale ruolo di mediazione sacerdotale) e Mater Sacerdotum (Madre dei sacerdoti, a lei particolarmente affidati). Mater Sacerdotis – Madre del Sacerdote – esprime dunque il sacerdozio tutto speciale di cui gode Maria in virtù della sua divina maternità e nel contempo il suo essere Madre di Gesù, Sacerdote eterno, Madre di tutti i ministri sacri a lei affidati sotto la croce nella persona dell’apostolo Giovanni e Madre di tutti i cristiani, popolo sacerdotale in virtù del Battesimo. Da questo momento in poi padre Venturini penserà a come poter “descrivere” in un’immagine questo speciale ruolo di Maria. La prima realizzazione iconografica è quella dell’arco trionfale della Chiesa di Trento, consacrata nel novembre 1936; è dipinto su tela supportato da un telaio di legno. L’intero arco ritrae tre momenti essenziali della vita di Maria in relazione al Sacerdozio di Cristo e al Sacerdozio che, in maniera peculiare, appartiene anche a lei: l’Annunciazione, lo Stabat Mater e quest’ultima immagine appunto, in cui Maria apre a Giovanni i misteri del Figlio crocifisso e instaura con lui una nuova intimità e relazione materna. L’autore del trittico è Duilio Corompai, originario della Moravia e nato a Venezia nel 1876. Già nei primi anni del ‘900 aveva eseguito un gran numero di pale d’altare e di affreschi, soprattutto in Veneto e in Trentino. Padre Venturini l’aveva conosciuto probabilmente per i suoi affreschi nell’abside del Duomo di Cavarzere, distrutto però durante la guerra. A questo artista padre Venturini affida non solo le tele e gli affreschi della Chiesa di Trento, dedicata al Cuore Sacerdotale di Gesù, ma anche un quadro che potesse rendere nella maniera migliore la devozione a Maria Mater Sacerdotis. È così che il 15 settembre 1943, esattamente 70 anni fa, padre Venturini può pregare dinanzi a questa nuova opera, olio su tela di cm 88x118. Ecco cosa scrive commosso padre Mario il 6 dicembre 1943: Un quadro nuovo! Desideravo che ci fosse nella Comunità un quadro che rappresentasse Maria SS. Madre del Sacerdote, riproducendo in proporzioni minori il dipinto dell’arco nella nostra Chiesina. Il Signore appagò il mio desiderio: il quadro, dipinto ad olio su tela, fu preparato dallo stesso pittore che aveva decorata la Chiesa e il giorno 15 Settembre, festa di Maria SS. Addolorata, alla presenza dei Sacerdoti della Comunità e della Villa M. Immacolata, venne solennemente benedetto e poi collocato nella Cappellina di Casa. Predicando il questo luogo e avendo il Quadro dinanzi allo sguardo, mi fu facile svolgere l’argomento “Maria SS. Madre del Sacerdote” illustrando la scena che il dipinto rappresenta. Ma il quadro non è che una pallidissima idea di fronte alla realtà! Oh quante e quanto tenere le cure di questa Madre per ogni Sacerdote in particolare! Quali attenzioni Essa ebbe in particolare per me nel corso di tanti anni. Madre santa, che io ti sia sempre grandemente affezionato e per riconoscenza faccia conoscere anche agli altri Sacerdoti questo tuo titolo che risponde alla missione che Gesù ti affidò ai piedi della croce: Mulier, ecce filius tuus! Nel 1955 padre Mario dà inizio alla costruzione della Cappella delle Figlie del Cuore di Gesù. Tale luogo di preghiera viene dedicato proprio a Maria Mater Sacerdotis e per questo decide di donare il quadro del Corompai, che viene collocato al centro, sopra l’altare. Lì rimane fino al 1973, anno nel quale le Sorelle restaurano la cappella, ricoprendo la parete absidale con grandi mosaici: quello di destra rappresenta fedelmente l’iconografia del quadro del Corompai. L’originale rimane alla preghiera e custodia delle Sorelle ed è ora collocato nella sala Capitolare e delle conferenze. Con la stessa emozione di padre Mario, dopo 70 anni, possiamo anche noi ammirare quest’opera d’arte e esprimere a Maria la nostra riconoscenza per l’assistenza particolare che non fa mancare a ognuno di noi e in particolare ad ogni sacerdote.