01 Sommario n° IL QUADRIFOGLIO Anno 1 _ n° 01 agosto/settembre ‘05 08 editoriale pag. 04 p APPENNINO, UNA RETE TANTE STORIE p STRATEGIE DI MARKETING PER LA VALORIZZAZIONE pag. 05 0DELLE PRODUZIONI TIPICHE LOCALI pag. 06 arte p ITINERARIO: DOVE NASCE L’ARTE pag. 08 enogastronomia Direttore responsabile Micaela Vitri 11 Progetto grafico, editoriale e impaginazione Eurekanet srl Via A. Costa, 65 - 61100 Pesaro pag. 1 1 benessere p DIMENTICARE LO STRESS IN BEAUTY FARM DA SOGNO pag. 1 3 zoom eventi p 35° FESTIVAL SANTARCANGELO DEI TEATRI 1/10 LUGLIO 2005 p UN’ESTATE ALL’INSEGNA DEL MEDIOEVO In redazione Federico Venturini Silvia Venerucci Hanno collaborato Tonino Pencarelli, Laura Giovannini, Luca Grande, Daniela Morini, Stefano Mancini, Francesca Pecorari, Stefania Pinna, Samiha Hamdi. p IL BUON VINO DELL’APPENNINO CENTRALE È SERVITO 13 pag. 1 6 NELL’ALTO CHIASCIO pag. 1 7 p LA MAGIA DEL MEDIOEVO A BADIA TEDALDA p A MONTONE RIVIVE LA DONAZIONE DELLA SANTA SPINA pag. 1 8 14/21 AGOSTO pag. 1 9 p A CAGLI L’ARENA DIVENTA SPETTACOLARE! p SCOPRIRE UN TERRITORIO pag. 20 RIPERCORRENDO LE VIE DEL CONTRABBANDO pag. 2 1 p A PENNABILLI SONO DI SCENA I PREZIOSI D’EPOCA pag. 22 I mercatini d’Appennino pag. 23 17 03 editoriale Appennino, una rete tante storie di Federico Venturini p L’esperienza maturata con la realizzazione del portale www.appennino.info ha moti- vato un progetto editoriale più completo, finalizzato ad una promozione integrata capace di raggiungere un’utenza diversificata. L'impegno di questi mesi ha consolidato la capacità del portale di evolversi come un efficace punto di unione di un vasto territorio, spesso erroneamente considerato in maniera slegata e disomogenea, ma che ha motivo di essere considerato il cuore d’Italia e trova il suo punto di forza, in Italia come all’estero, proprio nell’identità comune. p Il Portale si è quindi sviluppato caratterizzandosi come un potenziale strumento d'in- formazione e approfondimento, una guida in continua evoluzione rispetto a quelle risorse e quegli strumenti cui possono accedere i "navigatori".La costante attività nel valutare, selezionare e presentare per aree tematiche, aggiornare e monitorare le risorse trova ora un ulteriore canale di comunicazione in una rivista cartacea , che a sua volta sarà promozione del portale stesso. Unitamente alla possibilità di promuovere il territorio, vi sono altre rilevanti potenzialità di comunicazione e interazione a distanza che la carta stampata consente di realizzare. Se in primis c’è la possibilità di raggiungere utenti che normalmente non accedono al web, occorre considerare anche quella fascia di pubblico che si trova sul territorio temporaneamente (sia a scopi turistici sia professionali o personali), la quale può trovare nella rivista un valido e rapido strumento di informazione sugli eventi, le iniziative e le risorse del luogo. La Rivista s'inserisce infatti all'interno di una progettualità più vasta e si propone come ulteriore strumento da condividere in una prospettiva di collaborazione e partecipazione. p Per questo il piano editoriale sarà sviluppato di volta in volta in relazione anche alle singole iniziative dei partners del progetto, al fine di promuovere tutto il territorio in maniera omogenea. Considerato che la rivista uscirà con un primo numero trimestrale e sarà distribuita inizialmente come free press , punterà poi ad essere poi inserita a pieno titolo nel mercato editoriale. p La presentazione e la diffusione su supporto cartaceo di quei contenuti che rispondono alla politica editoriale dello stesso portale, permettono di progettare una pubblicazione che non faccia di editoriali e servizi esaustivi, consentendo una modalità di accesso, d'uso e di fruizione degli stessi contenuti ma in modo differente e più approfondito. La pubblicazione periodica che presentiamo cerca dunque di avvalersi e di valorizzare queste caratteristiche specifiche ai supporti cartacei, per realizzare uno strumento tradizionale che sia anche uno spazio a beneficio dei singoli partner del progetto. Intendiamo quindi contribuire alla produzione di un insieme complessivo di conoscenze e caratterizzare la rivista come uno strumento d'approfondimento e perfezionamento. Si vuole inoltre sostenere un confronto costruttivo tra le varie località interessate, nella prospettiva di metterne in luce anche le peculiarità, oltre all’omogeneità, per promuovere, valorizzare e sostenere, possibili connessioni e sinergie nei diversi settori. 04 Il rapporto fra Internet e turismo è sempre stato una molla di sviluppo e di innovazione. Il più delle volte però, ciò che viene rappresentato del turismo sul web è l’aspetto più commerciale e massificato. Raramente si dà spazio al caratteristico, al particolare, al dettaglio. L’immagine del luogo turistico molto (troppo!) spesso è stereotipata e banalizzata. Si prediligono i circuiti di massa, si trascurano le tipicità meno conosciute. Il Progetto Appennino (www.appennino.info) in questo marca la differenza. Fin dalla sua origine, infatti, si è strutturato come una sinergia di territorio noti e meno noti, con l’obiettivo fisso di aggregare proposte che altrimenti al turista sarebbero rimaste nascoste o inaccessibili. E’ stato quindi naturale passare dalla sinergia al link, e individuare negli strumenti della comunicazione sul web la soluzione naturale per raccontare il locale, il tipico, l’identità che deriva dal legame con la terra. > Schermate del sito www.appennino.info Assaggi@ppennino E’ il canale per la promozione e commercializzazione online dei prodotti tipici. Contrariamente ai grandi player dell’ecommerce, Assaggi@ppennino consente al piccolo produttore di accedere alla vendita online e al singolo cliente di accedere ad una gamma di prodotti che non troverebbe altrove. Né su altri circuiti di e-commerce, né tanto meno nei circuiti di vendita al dettaglio. Uno strumento unico, per l’acquisto di prodotti unici, che raccontano una storia. BookShop La ricchezza editoriale delle piccole case editrici può essere finalmente valorizzata dal Bookshop, ovvero un canale per la pubblicazione dell’offerta editoriale del e sul territorio. All’utente è quindi possibile accedere ad una vasta scelta di pubblicazioni e di guide che di certo non si trovano comunemente in libreria. Un canale di forte promozione culturale, che riesce ad esprimere al meglio la storia e la cultura locale, senza trascurare le tradizioni enogastronomiche, l’ambiente, la tradizione religiosa. Appennino in tour Appennino in tour è la vetrina dell’offerta turistica del territorio. Da qui è possibile apprezzare a pieno la varietà dell’Appennino centrale: dai laboratori di lavorazione della pietra, al pranzo a base di erbe tipiche, dal tour delle rocche medievali e rinascimentali, al trekking nell’Alto Tevere. Proposte tanto esclusive, quanto improbabili in una Agenzia di viaggi. Per questo Appennino in tour offre la possibilità di contattare direttamente gli organizzatori di questi eventi e di effettuare la prenotazione online. Borsino delle ruralità Infine il Borsino delle ruralità si rivolge ad un pubblico di nicchia interessato all’acquisto di immobili rurali. Un punto di riferimento per chi medita l’acquisto di casali, rustici, o una casa per le vacanze nel verde. Ecco la vera novità di Appennino: usare le tecnologie del web, piegandole alle peculiarità e alle caratteristiche del territorio. Di certo, non il contrario. 05 più ricche, in cui il “prodotto tipico locale” diventa un fattore di attrattiva per il turismo o l’escursionismo tematizzato sull’enogastronomia e la variabile critica per proposte economiche a maggior valore economico. Strategie di marketing per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali di Tonino Pencarelli - (Straordinario di economia e gestione delle imprese nell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”) Il tema della valorizzazione dei prodotti tipici è divenuto da qualche anno un argomento centrale per le imprese produttrici e per i sistemi territoriali ove le produzioni tipiche vengono realizzate. Non sempre tuttavia nel dibattito corrente il concetto di prodotto tipico assume lo stesso significato, configurandosi talvolta come prodotto agroalimentare esclusivo di una data area territoriale, ovvero come offerta che rientra nel novero delle produzioni “Made o Styled in Italy”, ossia tipicamente italiane, ovvero come produzioni locali, connaturate anche se non in modo esclusivo a determinati luoghi. Il concetto che assumiamo come qualificante il prodotto tipico è di tutto ciò che è caratterizzato da precisi connotati storico-culturali e materiali radicati nel territorio di origine. In prima approssimazione, pertanto, un prodotto tipico locale è un sistema di offerta proposto da una o più imprese radicate in un territorio geograficamente, culturalmente e storicamente delimitato che viene percepito dalla domanda come un pacchetto di elementi tangibili (prodotti agroalimentari, prodotti artigianali, manufatti) ed intangibili (informazioni, cultura, storia, saperi, tradizioni, ecc.) caratterizzato da un’immagine o da un’identità di marca unitaria. Esiste dunque un legame intimo e per molti versi indissolubile tra produzioni tipiche locali e territorio, essendo queste componenti percepite unitariamente dal consumatore ed essendo esse qualificanti le produzioni stesse, come nel caso di molti prodotti enogastronomici, in cui la connessione con le 06 condizioni pedologiche, climatiche ed ambientali è fattore genetico e di esistenza dell’offerta. Sotto questo profilo, la concezione di prodotto tipico è più ampia di quella alla quale si alluderebbe circoscrivendo il concetto di “tipicità” ai soli prodotti oggetto di interventi legislativi nazionali o comunitari per la protezione della denominazione di origine (marchi DOC, Denominazione di Origine Controllata, DOP, Denominazione di Origine Protetta, IGP, Indicazione Geografica Protetta). Va inoltre sottolineato che la portata concettuale di prodotto tipico può essere estesa anche alla dimensione territoriale ove questo trova origine, oltre a tutto quanto si riesce ad organizzare sistemicamente grazie alla produzione tipica locale, come nel caso di attività di servizi, eventi, attività culturali e di formazione, attività ricreative, e così via. Se seguiamo il modello di Pine e Gilmore dell’economia delle esperienze, potremmo dire che le produzioni alimentari, mano a mano che si trasformano da offerte economiche di semplici commodity a offerte economiche di prodotti industriali, o di servizi o di esperienze e trasformazioni, impongono ai produttori politiche di marketing differenti, in cui ai fini della creazione del valore per l’acquirente l’accento si sposta dalle azioni rivolte tipicamente a raggiungere il cliente finale ad azioni indirizzate ad attirare il cliente nei luoghi e nei tempi scanditi dalle produzioni tipiche. Il passaggio dall’economia tradizionale a quella moderna suggerisce l’opportunità di accrescere il livello di posizionamento del- l’offerta per estrarre maggior valore dal cliente: questo impone ai produttori di spostarsi dal business delle produzioni agroalimentari al business dei servizi, delle esperienze e delle trasformazioni, proponendo offerte che, seppure collegate all’enogastronomia, possono essere percepite ad un livello di valore superiore a quelle dei business tradizionali. La sfida in questo caso consiste nel trasformare la vendita di bottiglie di vino o di forme di formaggio o di ortaggi in offerte di servizi di ristorazione o di esperienze di degustazione enogastronomica valide come forme di offerta in sé, ovvero come proposte all’interno di sistemi di offerta più ampi e complessi (fiere, sagre, mostre, concerti ed altri eventi ) volti a valorizzare il territorio. Si tratta in altri termini di concepire l’esperienza o le trasformazioni come oggetti autonomi di scambio e non come strumenti per facilitare gli scambi di altri tipi di prodotti, siano essi commodity, beni o servizi . Quando si agisce nel business delle commodity o dei beni industriali le politiche di valorizzazione delle produzioni tipiche locali rientrano nel novero delle problematiche di marketing management classiche, in cui la questione chiave è spingere le produzioni verso i consumatori finali, avvalendosi degli strumenti concettuali ed operativi del marketing integrato. Quando si entra nel business dei servizi e soprattutto in quello delle esperienze, la questione chiave sotto il profilo del marketing è attrarre i consumatori finali nei luoghi ove le produzioni tipiche locali si realizzano: in sostanza la valorizzazione delle tipicità locali avviene inserendo i prodotti tipici all’interno di forme di offerta Ma il passaggio delle produzioni tipiche locali dall’economia delle commodity all’economia delle esperienze impone per siffatte produzioni anche una concezione più estesa di quella insita nella definizione proposta in apertura del lavoro. La prospettiva dell’economia delle esperienze suggerisce di considerare un prodotto tipico locale come un sistema di offerta proposto da una o più imprese ed istituzioni radicate in un territorio geograficamente, culturalmente e storicamente delimitato che viene percepito dalla domanda come un pacchetto di elementi tangibili (prodotti agroalimentari, prodotti artigianali, manufatti), intangibili (informazioni, cultura, storia, saperi, tradizioni, ecc.) e di offerte di servizi ed esperienze (servizi di intrattenimento, eventi, folklore, ecc.) caratterizzato da un’immagine o da un’identità di marca unitaria. In questa nuova definizione, volutamente ampia, possono ad esempio rientrare nel concetto di offerte tipiche territoriali il tartufo di Acqualagna, prodotto agricolo tipico locale dei territori di Acqualagna, Comune della provincia di Pesaro e Urbino, il miele, l’olio d’oliva, o il formaggio tartufato ivi realizzati, ossia prodotti agroalimentari (artigianali ed industriali) aromatizzati al tartufo, o la fiera del tartufo di Acqualagna, evento enogastronomico che si svolge periodicamente in autunno nel Comune di Acqualagna che si fonda sulla offerta di prodotti a base di tartufo e sull’offerta di servizi e di esperienze aventi il tartufo come tema conduttore. Infine, annoveriamo come offerte tipiche territoriali anche eventuali corsi di formazione realizzati in strutture didattiche collegate all’enogastronomia, quali le cosiddette fattorie didattiche ricavate in strutture agrituristiche locali. In definitiva, nella prospettiva del consumatore moderno alla ricerca di continue e nuove emozioni e di nuovi modi di essere, la domanda di prodotti alimentari si trasforma in domanda di esperienze ed eventi culturali ed è con queste profonde trasformazioni che l’offerta deve misurarsi nelle politiche di prodotto innovative. Sotto questo profilo, peraltro, per consentire l’accesso di turisti nei luoghi di produzione, le politiche di prodotto devono anche considerare l’esigenza di predisporre adeguate strutture ricettive e di accoglienza per permettere l’ospitalità ai visitatori dell’area. Sul piano manageriale e del marketing, quando il business delle produzioni tipiche locali evolve dal concetto di semplice estrazione e commercializzazione di materie prime a offerta di esperienze memorabili e a trasformazioni del modo di essere della clientela, s’impongono mutamenti radicali riguardo ai segmenti target cui si rivolge l’offerta, spostandosi da fasce di clientela progressivamente più esigenti e sofisticate. Cambiano pertanto le modalità di affrontare le tradizionali leve del marketing mix. Ll politiche di commercializzazione evolvono da approcci che puntano a trasferire materie prime e beni artigianali ed industriali nei luoghi di residenza dei consumatori nei tempi e nelle quantità da essi desiderati, avvalendosi dei tradizionali circuiti distributivi fisici ovvero dei nuovi circuiti di commercio elettronico, ad approcci che puntano a richiamare clienti nei luoghi ove l’offerta di esperienze e di trasformazioni si innesta con l’atmosfera, la cultura, la storia, le condizioni climatiche dei territori ove le produzioni agroalimentari hanno origine. Un progetto interessante che cerca di portare a sintesi questo approccio per la valorizzazione dei prodotti tipici è stato quello realizzato lungo la dorsale appenninica e che ha coinvolto numerosi Enti Locali, istituzioni ed organizzazioni imprenditoriali del Centro Italia, mediante la realizzazione di un portale territoriale tematico www.appennino.info avente lo scopo di valorizzare i prodotti di eccellenza e le risorse turistiche dell’area appenninica. Il portale accoglie informazioni su tematiche d’interesse per gli amanti dell’enogastronomia e del Centro Italia (eventi, cultura, ricettività ed itinerari turistici, ristorazione, e così via) e permette di realizzare anche proposte di commercio elettronico alle aziende dell’area. Si tratta dunque di uno strumento che è in grado di sviluppare attività di comunicazione per tutti gli attori localizzati nell’Appennino, favorendone la visibilità a costi ridotti ed incentivando la costruzione di una visione comune e l’integrazione tra le risorse del territorio. > Prodotti agroalimentari ed enogastronomici tipici territoriali, come il tartufo di Acqualagna, tipico di Acqualagna; il miele, l’olio d’oliva o il formaggio tartufato ivi realizzati, ossia prodotti agroalimentari aromatizzati al tartufo. 07 arte arte p Dalla Itinerario: dove nasce l’arte di Micaela Vitri Un itinerario di 3 giorni tra Toscana e Marche si trasforma in un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio di alcuni degli artisti più celebri della storia. > in alto: Caprese Michelangelo, casa natale di Michelangelo Buonarroti. > in basso: Talla, casa di Guido Monaco D’Arezzo. La memoria rimane custodita negli spazi, dove le suggestioni e i fermenti culturali rivivono come se il tempo non fosse mai passato. Dalle case natali di Guido D’Arezzo, Michelangelo e Raffaello agli spazi ricchi di arte contemporanea di Gualtieri e Cesarini, si snodano 5 tappe nel verde della dorsale appenninica. Primo giorno Partendo dalla Toscana, la prima tappa è Talla nel Casentino, sede del museo Guido d’Arezzo, situata a circa 20 km dall’uscita Valdarno dell’autostrada Firenze-Roma. Da qui percorrendo 26 km per la strada provinciale di Chitignano (tempo necessario circa 27 minuti) si giunge a Caprese Michelangelo, paese natale di Michelangelo Buonarroti. Secondo giorno Il mattino si parte alla volta delle Marche. Da Caprese Michelangelo si passa a Talamello nella Val Marecchia. Un totale di 56.7 km attraverso sp 91, poi sp 76, quindi sp 1 e statale 258. (un’ora circa). Celebre 08 come capitale del formaggio di fossa, dopo la visita al Museo Gualtieri a Talamello è d’obbligo il pranzo con un’assaggio della specialità locale. Nel pomeriggio, percorrendo un tratto di 46 km passando per la provinciale fogliense (45 min), si arriva a Urbino. La casa di Raffaello è solo uno dei tanti gioielli della città ducale quindi, dopo cena, una passeggiata nel centro storico è d’obbligo. Da mezzanotte in poi il cuore pulsante della città, piazza della Repubblica, torna ad animarsi di gente che qui si incontra anche solo per un drink. Toscana alle Marche, le cinque tappe nei borghi storici degli Appennini sono l'occasione per visitare i luoghi in cui sono nati alcuni dei più illustri artisti della storia passata e contemporanea. Partendo da Talla nel Casentino, paese d'origine del grande cantore medioevale Guido d'Arezzo, il viaggio nel tempo inizia con la visita al Museo della Musica a lui dedicato. Dal medioevo si passa al Rinascimento attraverso la visita alla casa natale di Michelangelo, all'interno del castello di Caprese Michelangelo. Il giorno seguente ci si sposta nella Val Marecchia a Talamello, dove recentemente è nato il museo dedicato a Fernando Gualtieri, uno dei più grandi pittori contemporanei, francese d'adozione ma originario del paese marchigiano. Da qui si giunge alla capitale del Montefeltro, per la doverosa visita alla casa natale di Raffello. Dopo la cena e il pernottamento a Urbino, l'ultimo giorno si conclude nella vicina Fossombrone con una delle più ricche collezioni di arte contemporanea nella casaMuseo Cesarini. Immerso nelle dolci colline del Casentino il nucleo medievale di Talla, denominato la Castellaccia, ospita il Museo intitolato a Guido d'Arezzo, proprio in quella che si suppone sia la sua casa natale. Nel Museo della musica rivive l'universo multiforme e affascinante di un'epoca lontana, le cui implicazioni giungono fino ad oggi attraverso l'uso di temi di origine medievale o di teorie didattiche ricollegate alla chironomia gregoriana e, quindi, alla figura stessa del grande cantore Guido Monaco d'Arezzo. L'itinerario museale intende illustrare le diverse fasi di sviluppo della musica, sia in ambito sacro che profano, dall'epoca del canto gregoriano fino a quella dell'inizio della cosiddetta Ars Nova intorno alla metà del Trecento. Una speciale sezione consente poi di "fare musica", richiamando attraverso una tastiera suoni e strumenti dell'epoca, mentre una selezione significativa di musiche medievali, può essere ascoltata dai visitatori mediante un sistema di riproduzione in cuffia. Informazioni ed aperture su richiesta: Comune di Talla tel. 0575/ 597512 p Dal Casentino si passa alla Val Tiberina, dove da secoli ci si chiede se Michelangelo Buonarroti è nato a Chiusi o a Caprese, due paesi che si contrastano la gloria di aver dato i natali al sublime ingegno. Oggi come conferma c’è anche un documento scritto dal padre dell’artista, venuto alla luce solo recentemente. Si tratta di una atto di natività,che fu mandato a Michelangelo a Roma il 16 di Aprile del 1548 da suo nipote Leonardo, tratto dal libro delle ricordanze del padre. Immerso in un paesaggio ricco di castagneti, l’antico borgo di Caprese conserva ancora la sua struttura perimetrale. Entrati nel castello si ha di fronte la Casa Comunale, l'antica podesteria dove nacque Michelangelo. All'interno, si possono osservare le riproduzioni al naturale dei suoi capolavori e ammirare interessanti opere dei più grandi scultori contemporanei. L’edificio non ha subito nessuna modificazione nè esternamente nè internamente e la suggestione deriva dal fatto che si trova tuttora nelle condizioni che poteva essere quando lo abitò Michelangelo. Informazioni: tel. 0575/740536. p Percorrendo per circa un’ora le strade provinciali dalla Val Tiberina all’alta Val Marecchia, si arriva a Talamello che merita una sosta, oltre che per il rinomato formaggio di fossa, per un vero gioiello dell’arte contemporanea. In questo caso non si tratta di una casa natale, ma di un intero paese d’origine che rivive nell’ispirazione artistica di Fernando Gualtieri, annoverato dai ciritici d’arte di tutto il mondo tra i massimi pittori viventi. Nato a Parigi nel 1919 da genitori emigrati,l’artista Inizialmente trascorre una vita difficile di “boheme”, poi si afferma e si conferma come il pittore de “La Splendeur du Réel” (Lo Splendore del Reale). Nel corso degli anni aquisisce fama internazionale, tanto da essere conosciuto come “Gualtierì”, con l’accento alla francese sulla sillaba finale, ma il suo forte legame con il paese d’origine dei nonni e dei genitori rimane intatto e nel 1982 il consiglio comunale gli conferisce la cittadinanza onoraria di Talamello. Nel 2000 Parigi celebra il "Giubileo Gualtieri" con una esposizione al "Carousel du Louvre" con il patrocinio del presidente Jacques Chirac ed il sindaco gli consegna la medaglia d'oro del comune di Parigi. Nello stesso anno il il pittore dona al Comune di Talamello 14 opere e nel 2002 l’amministrazione trasforma il vecchio teatro Amintore Galli in Museo Gualtieri. Informazioni: tel. 0541 – 922893. Orario di apertura: Dal 16 ottobre al 14 aprile tutti i giorni festivi esclusi Natale, Capodanno, Pasqua, ore 10,30 - 12,30 / ore 15,00 alle ore 18,00. Dal 15 aprile al 15 ottobre tutti i giorni, esclusi il lunedì e martedì, ore 10,30 - 12,30 /ore 15,30 alle ore 19,00. > a destra: veduta panoramica di Fossombrone > a sinistra: Talamello in Val Marecchia. Terzo giorno Infine al risveglio la visita prosegue a Fossombrone, raggiungibile in solo 18 km di strada (24 min). La visità alla casa-museo Cesarini richiede circa un’ora e mezzo e infine il tour si conclude con un prelibato pranzo, i cui sapori rimarrano indelebili nella memoria come i colori di queste suggestive colline. Infatti nei piatti tipici della Valle del Metauro non può mancare il pregiato tartufo di Acqualagna. 09 arte enogastronomia p Solo la tappa ad Urbino meriterebbe almeno 2 giornate, ma nell’ambito delle nostre monografie è d’obbligo una visita almeno a Casa Raffello. L'edificio fu acquistato nel 1460 da Sante di Peruzzolo da Colbordolo, nonno del pittore e lì il figlio Giovanni Santi creò la propria bottega. L'architettura è quella tipica del Quattrocento minore urbinate che traeva ispirazione dal Palazzo Ducale. Motivi quattro-cinquecenteschi sono ancora presenti in cornici di porte, nei sediletti in pietra situati nei vani delle finestre e in un soffitto a cassettoni. Al primo piano c'è la stanza dove la tradizione vuole che il pittore sia nato. Molto pittoresco è il cortiletto che un tempo doveva essere interamente porticato e collegato con la bottega. Qui il divin pittore passava le sue giornate osservando il padre e respirando l’arte che presto lo avrebbe reso uno dei più grandi di tutti i tempi. Informazioni: tel.0722/2631. Orario di apertura: feriali dalle 9 alle 14, festivi dalle 10 alle 13. > in basso: veduta panoramica di Urbino 10 p Dall’atmosfera rinascimentale di Urbino, in poco meno di mezz’ora, si passa a quella di un mecenate dell’arte novecentesca nell’abitazione del notaio Giuseppe Cesarini di Fossombrone che, dopo la sua morte nel 1977, si è trasformata in una vera e propria Casa Museo. L’intero complesso è un meraviglioso esempio di architettura del ‘500, con tanto di cortile inter- no, venne in parte restaurato nel 1685 e poi ristrutturato da Cesarini alla fine degli anni '40. Conserva il fascino della casa museo con l'arredo e le opere d'arte presenti al tempo del collezionista. La Quadreria, nata quale raccolta personale del notaio, offre una documentazione di prim’ordine dell’arte italiana nel periodo fra le due guerre con opere di Carpi, Carena, Funi, Marini, Messina, Morandi, Severini, Tosi e numerosissimi altri . Molto ampia è inoltre la raccolta di dipinti del forsempronese Anselmo Bucci (1887-1955), celebre artista formatosi nella Parigi di inizio secolo e poi a lungo fra i protagonisti dell’arte italiana. L’abitazione è inoltre un significativo esempio di "casa colta" : il salotto rosso con le sue vetrate sul "giardino del Narciso", il salotto rosa elegante e raffinato, la ricca sala da pranzo, i tendaggi, le porcellane, le specchiere dorate immettono direttamente il visitatore nel clima di una ricca e colta famiglia borghese degli anni ‘30-’40. Informazioni: tel. 0721-714650/716324. Orari di apertura: da martedì a sabato dalle 15 alle 18, i festivi e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Si conclude qui il nostro viaggio alle origini dell’ispirazione artistica che, come in una macchina del tempo, partendo dal Medioevo ci ha portati fino ai giorni nostri, attraverso la campagna toscana e marchigiana, tra i colori e i sapori degli Appennini. Il buon vino dell’Appennino centrale è servito di Samiha Hamdi Storia, tradizioni, territorio. Elementi unici che si fondono per dare vita agli inimitabili sapori dell’enologia dell’Appennino, una catena che unisce e che dà una forte identità ad un'ampia area dell’Italia centrale. Le paste, i salumi, la piadina, i formaggi, il tartufo vengono accompagnati da vini doc e docg bianchi e rossi, famosi già al tempo dei romani e degli etruschi. Il territorio dell’Appennino Centrale presenta condizioni climatiche e territoriali favorevoli alla coltivazione della vite, dovute alle ampie zone collinari che si succedono, intervallate da fiumi a carattere torrentizio. Dalle viti umbre, dalle alture marchigiane, dalle vigne toscane e dalle colline romagnole arrivano sulla tavola vini tipici d’eccellenza che fanno la gioia dei buongustai, elencarli è già una sinfonia. Oggi si guarda con interesse un’area che sta maturando, e grazie a cambiamenti relativi alla fisionomia dei vigneti, a oculate scelte produttive legate a minori rese per ettaro, a lavori in cantina mirati all'ottenimento di vino di qualità piuttosto che di quantità. Per questo l’area appenninica dell’Italia centrale si affaccia sul mercato nazionale con prospettive di ampio respiro. Nell’area del bacino imbrifero del fiume Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino, alle pendici delle basse colline, si possono menzionare zone vocate alla coltivazione delle uve. La nascita del Bianchello sembra risalire a qualche secolo avanti Cristo (X-VIII) per merito forse degli etruschi. La sua diffusione nella vallata del Metauro si impose sin dal 500 a.C. con un vitigno denominato Bianchello o Greco Bianchello o Biancame, tanto che Tacito lo annovera come la principale causa della sconfitta di Asdrubale, comandante cartaginese, che morì tra le colline del Metauro, dopo la storica sconfit- ta subita dall'esercito romano nella famosa battaglia del Metauro, a causa si dice, dello stato di ubriachezza dei suoi soldati. Solo questo cenno storico può far comprendere le qualità di questo vitigno. Sono numerose le famiglie che producono in proprio (talvolta anche sconosciute) il proprio Bianchello, tanto che se ne potrebbe tracciare un vero e proprio itinerario all'interno del basso Metauro. Molto probabilmente è differente da cantina a cantina, non stupisce che ogni anno sorgano vere e proprie “contese” su chi possegga il vino migliore. Le cantine cosiddette “fai da te” rappresentano una ricchezza inestimabile per il luogo, sia per la cordialità delle famiglie produttrici, è sempre possibile assaggiare del buon vino ed ascoltare aneddoti della tradizione locale, sia per la bellezza storico artistica del paesaggio. Tra queste cantine merita menzione quella del Bianchello cosiddetto della “Folce” in cui veri e propri artisti del vino con il loro prodotto artigianale riescono a raccontare in modo sublime tutti i sapori di questa terra. Sempre nelle colline marchigiane la Vernaccia rossa di Pergola è diventato “Vino Doc”. Da oggi in poi si chiamerà Pergola Doc e lo si potrà degustare nelle versioni Rosso, Passito e Novello. 11 enogastronomia > a destra: didascalia didascaliadidascaliadidascaliadidascaliadidascaliadidascalia benessere In tema di ottimi vini non si può non menzionare la bella Toscana, dai vigneti delle cittadelle della provincia di Arezzo si ottengono vini che non sfigurano di fronte ai pregiati Doc delle altre zone toscane. Il clima e la terra sono generosi nel favorire la viticoltura al punto che, pur essendo un’area circoscritta, è possibile trovare una vasta varietà di vini. Oggi anche l’Umbria fa sentire la sua voce proponendo il Vinsanto umbro. Non molti lo sanno, ma uno dei prodotti più tradizionalmente legati alla cultura dell’Alta Valle del Tevere è il Vinsanto, che qui viene fatto da sempre dando come risultato un prodotto di peculiari caratteristiche, che per la sua qualità non ha assolutamente nulla da invidiare al più celebre toscano. Il vinsanto fa parte integrante della tradizione Altotiberina e viene ancora oggi diffusamente prodotto a livello familiare, con procedimenti antichi e tradizionali, rimasti invariati nel tempo, a cominciare dalla scelta delle uve, che devono essere ben mature, con grappoli radi e sani e di varie qualità, principalmente con il Trebbiano toscano e la Malvasia, ma anche il Grechetto, il Canaiolo bianco, il San Colombano, la Vernaccia, e dalla raccolta, che deve avvenire nelle ore centrali del giorno, quando i grappoli sono ben asciugati dalla rugiada del mattino, e con estrema accortezza, prestando la massima attenzione a che gli acini rimangano integri. Fondamentale è la fase successiva di appassimento, che avviene per un periodo prolungato appendendo le uve in ambienti ben asciutti ed areati. Nella tradizione contadina, i grappoli venivano appesi alle travi della cucina, dove il camino garantiva il calore necessario, ed il fumo che usciva conferiva un gusto ed un aroma del tutto peculiari al prodotto finale. Dalla spremitura di queste uve appassite, esce un mosto dolcissimo che viene messo in piccole botti dette “caratelli”, al cui interno si trova la “Madre”, una massa densa costituita dai sedimenti residui degli anni precedenti, che consente di avviare la fermentazione e che anno dopo anno trasmette e conserva le caratteristiche di gusto ed aroma che sono proprie di ogni vinsanto. Nel caratello, il vinsanto rimarrà per un periodo molto lungo, non inferiore ai tre anni, nel quale si alterneranno in modo naturale fasi di ebollizione e di riposo, legate all’andamento delle temperature stagionali, e si svolgeranno altri processi di invecchiamento, che daranno come risultato finale un prodotto unico, con caratteristiche organolettiche che lo renderanno esclusivo e distinguibile da ogni altro vinsanto. In Romagna il vino vanta un'antichissima tradizione, in quanto elemento di unione del territorio. Un detto malizioso afferma: “Se vuoi sapere se ti trovi in Emilia o in Romagna, chiedi da bere. Se ti offrono acqua, sei in Emilia, se ti offrono un bicchiere di vino, sei in Romagna”. Infatti, oltre alla storia e al paesaggio, sono i sapori delle produzioni tipiche a caratterizzare il territorio, primi tra tutti i vini con le pregiate produzioni delle Doc di Romagna di cui fanno parte il Sangiovese, il Trebbiano, la Cagnina e il Pagadebit. Le viti sono dislocate per lo più in pianura e questo fa sì che il frutto di Bacco abbondi e scorra generosamente sulle tavole e nelle feste. La caccia ai piaceri del palato e delle tradizioni locali corre fra cantine, enoteche, ristoranti, agriturismi e aziende che si coniugano armoniosamente con le bellezze dell’area appenninica centrale. Un luogo dove si possono scoprire paesaggi dal fascino intatto, dove è possibile sentire il profumo delle tradizioni e rilassarsi nella quiete che la natura incontaminata di questi luoghi offre. Visitare l’Appennino e assaporare il buon vino offerto da queste generose terre permette di conoscere culture e tradizioni molto vicine tra loro, ma allo stesso tempo uniche nella loro storia, meritevoli di essere considerate un vero e proprio tesoro nazionale. 12 Dimenticare lo stress in beauty farm da sogno di Nicoletta Longhi e Micaela Vitri Immersi nel verde dell'Appennino, centri termali e beauty farm danno vita ad una nuova filosofia del benessere fisico e mentale. > a fianco: piscina termale dello stabilimento Grand Hotel Terme Roseo a Bagni di Romagna È finito il tempo delle diete drastiche e delle massacranti ore di palestra intensiva. Oggi c’è un modo più dolce per tornare in forma, non soltanto fisico, ma anche mentale, per dimenticare lo stress della routine è sufficiente partire e lasciare che mani esperte e antiche acque si prendano cura di noi. p Tra le tante località termali dell'Appennino una delle più antiche è in ROMAGNA, situata al confine con la Toscana, Bagni di Romagna è circondata dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Mentre si passeggia o si conversa nei caffè del borgo, si respira aria di parco, balsamica per la prossimità delle foreste e pura come l’acqua che da qui scende a dissetare la riviera romagnola. Il verde, la sere- nità, la purezza degli elementi si aggiungono ai benefici delle acque termali a cui la città deve origine e nome. Le prime strutture termali risalgono all'epoca della dominazione romana, ancora oggi l'acqua è quella antica e pura che viene da secoli lontani, portando fino a noi le sue benefiche virtù. Il territorio è vario, stimolante, ricco di storia e il soggiorno garantito da comodi alberghi, fattorie, agriturismi, residences. Oggi tre moderni stabilimenti ne esaltano le antiche qualità terapeutiche con una offerta tra le più ampie in Italia, che comprende anche centri di bellezza e benessere, beauty farm, centri fitness. Si tratta di tre moderni stabilimenti: S.Agnese (tel. 0543/911555), Euro Terme (tel. 0543/911414), Grand Hotel Terme Roseo (tel. 0543/911016) che ne esaltano infatti le antiche qualità terapeutiche con una offerta tra le più ampie in Italia, che comprende anche Centri di bellezza & benessere, Beauty farm, Centri fitness. Ciascun stabilimento, oltre che di piscina termale, è dotato di palestra e reparto di fisiochinesiterapia ove vengono effettuati trattamenti elettromedicali (ionoforesi,tens, faradica, galvanica, diadinamiche, elettrostimolazioni, infrarossi ultravioletti ultrasuoni magnetoterapia, laser, biofeedback, radarterapia, idrogalvanoterapia), trattamenti riabilitativi (kinesiterapia passiva ed attiva, rieducazione segmentaria, rieducazione funzionale per il recupero del motuleso) e back school per la prevenzione delle cervicalgie e lombalgie croniche. 13 benessere benessere I medici termali sono affiancati da medici specialisti per le varie attività: idrologia, cardiologia, medicina interna, otorinolaringoiatria, pneumologia, dermatologia,reumatologia, fisiatria, medicina sportiva, ginecologia, chirurgia vascolare, gastroenterologia, scienza dell'alimentazione e medicina estetica. p In UMBRIA le Terme di Fontecchio sono di origini romana e offrono tantissime opportunità e varietà di trattamenti. Sentirsi rinati, a Fontecchio, è una sensazione comune: non solo le acque, ma anche l'ambiente circostante contribuisce a un soggiorno ideale per rinvigorirsi e rilassarsi. Sono di due tipi le acque che sgorgano dalla sorgente a pochi chilometri da Città di Castello: bicarbonato-alcaline sulfuree e oligominerali. Immerso nel verde di un grande parco, con una piscina esterna aperta da giugno a settembre, oggi lo stabilimento termale offre una vasta gamma di trattamenti: fangoterapia, antroterapia, idromassoterapia, per la cura delle artropatie di natura infiammatoria; diverse metodiche inalatorie per le affezioni delle vie respiratorie; idropercorsi vascolari per l'apparato circolatorio e terapia idroponica per l'apparato digerente. Le terme di Fontecchio (tel. 075/862851) sono dotate inoltre di centri specializzati diagnostici e terapeutici: cardiologia e pneumologia, centro di riabilitazione ortopedica e pneumologica, otorinolaringoiatria, angiologia e neurologia. E il centro termale offre anche ginnastica e massaggi in acqua, idromassaggi, bagno all'ozono, bagno turco, sauna, massaggi 14 tradizionali e shiatzu, massaggi ajurverdici, riflessoterapia, digitopressione, riabilitazione neuromotoria e terapie fisiche. Al Centro benessere la bellezza in prima linea con trattamenti estetici a base di acqua e fango termali, trattamenti corpo dimagranti ed anticellulite, dite, massaggi estetici e linfodrenanti, trattamenti viso, solarium. All'interno del parco l'Hotel delle Terme è collegato all'adiacente struttura termale. Dotato di tutti i comfort offre ai propri ospiti le più svariate opportunità di svago: bar, gelateria, ristorante, pizzeria, pista da ballo estiva, piscina e campi da tennis. Le numerose camere sono dotate di tutti i servizi (telefono, tv, frigobar, ecc.) che contribuiscono a rendere il soggiorno gradevole e rilassante. A un chilometro di distanza dalle terme sorge la Beauty farm Eremo dei cappuccini (tel. 075/862851), antico convento situato su un colle immerso nel verde che si affaccia sull'Alta Valle del Tevere che oggi offre ospitalità ai turisti: una struttura con sette camere in stile che vicino alla Fonte dei cappuccini, dalla quale sgorgano acque oligo-minerali. Tutte le strutture (termali e di ospitalità) sono tali da garantire un facile accesso ai disabili. La Struttura propone numerose opportunità basate su una combinazione di trattamenti di balneoterapia e angoterapia con sedute di ginnastica in piscina o nel parco e massaggi. Un'equipe specializzata ha studiato programmi basati su una sinergia che unisce cure termali e trattamenti estetici che utilizzano principi naturali, mira- ti a raggiungere un benessere totale psicofisico. Gli ospiti usufruiranno della vicina strutture termale e dei servizi offerti dall'Hotel delle Terme, compresi il pistorante, la pizzeria, la piscina, campi da tennis, campi da bocce, minigolf, parco gioco bambini, etc… p In TOSCANA il Casentino è da sempre celebre per le sue acque e Dante per primo lo ricordava: “...li ruscelletti che del verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno facendo lor canali freddi e molli…”. Qui nasce l' Arno e anche numerosi altri torrenti dalle acque purissime ed abbondanti, fra i quali lo Staggia, nome dal quale - dopo numerose mutazioni e contrazioni -prese origine il nome di Stia. Fra le molte sorgenti che zampillano nel territorio di Stia va citata in primo luogo l' antica Fonte di Calcedonia, che sgorga dalle pendici del Monte Falterona a circa 1200 metri di altitudine all'interno di un territorio incontaminato, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il Comune di Stia, intendendo valorizzare questa risorsa naturale, ha inteso attivare il progetto termale creando all'interno del Parco del Palagio Fiorentino un complesso caratterizzato da un futuristico padiglione dotato dei servizi necessari per permettere un utilizzo sempre più ampio dei benefici dell'acqua della Fonte di Calcedonia. Stia permette così al visitatore un soggiorno assolutamente salutare, che ritempra lo spirito e rigenera il corpo. L'acqua che zampilla nel Parco termale di Stia, che per la sua composizione rientra nel gruppo delle acque oligominerali bicarbonate-alcaline, ha provate qualità organolettiche ed ottima tolleranza, è indicata nelle diete iposodiche degli ipertesi, contro lo stress, ha un eccellente potere diuretico, una efficace azione antiflogistica ed anti- spastica sulle vie urinarie, tanto da renderle il merito di far parte dei mezzi termali utili alla salute. Perciò Stia è un luogo unico dove la natura risponde al bisogno di benessere ed offre l'opportunità di unire una brillante e rilassante vacanza nel cuore della Toscana con i benefici di un' acqua termale che depura l'organismo e permette di ritrovare un' ottima forma. L’acqua di Calcedonia è commercializzata con il nome Eau de Santé sotto il celebre marchio Maxim’s dalla Maison de l’Eau, società italo-francese appartenente al gruppo Pierre Cardin. p Nelle MARCHE i principali centri termali sono Montegrimano Terme e Macerata Feltria, luoghi in cui il binomio salute e bellezza era già conosciuto dalla sapienza della antica civiltà romana che vi si insediò. Ora le tecniche e le perle di saggezza della tradizione si uniscono alle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche in campo estetico e del benessere, e ci offrono proposte davvero interessanti per trascorrere soggiorni o weekend di remise en forme, interiore ed esteriore. Montegrimano Terme, un silenzioso paesino nella Valle del Conca, a metà strada tra i monti e il mare, ospita l’Hotel Villa di Carlo e Centro Benessere Erba Vita (tel. 0541/972128, 800257443) che propone innovative metodologie e trattamenti naturali affinchè l'ospite possa ritrovare l'equilibrio naturale, la salute e la vitalità.Tra le varie proposte del centro di medicina nuturale, la vinoterapia è quella che maggiormente attrae l'attenzione. I chicchi d'uva contendono dei principi attivi utili per combattere i radicali liberi, nutrire e levigare la pelle. Non c'è niente di meglio che un bel massaggio con olio essenziale di vinacciolo e un'immersione in vasca idromassaggio con vino rosso e acqua termale. Potrete trascorrere giorni rigeneranti in un ambiente sereno, dove ritroverete il benessere bevendo acqua termale e tuffandovi nelle varie piscine idrotermali ricche d'importanti sali minerali, l'ideale per tonificare muscoli e tessuti e stimolare il circolo venoso. L'altro Tempio del Benessere nell’Appennino marchigiano è sicuramente Macerata Feltria, terra dei duchi di Urbino e dei Malatesta. Il borgo di Macerata Feltria discende dalla romana Pitinum, ala quale devono il nome le sue terme, che sfruttano le antiche sorgenti naturali solfuree Apsa e Certalto. Il clima collinare , asciutto e temperato, amplifica i benefici delle acque, utili all’apparato respiratorio e digerente, alla pelle e alla circolazione. Virtù che vengono sfruttate dal moderno Centro di cure termali (tel. 0722/73245) per la cura e la prevenzione di molte patologie, ma anche dal Centro benessere delle stesse terme per vari trattamenti estetici dermatologici e cosmetici. Le acque solfuree, ricche di sali ed elementi benefici, unite a oli essenziali per bagni termali aromatizzati, fanghi e massaggi aiuteranno l'ospite delle terme di Macerata Feltria a ritrovare l'armonia vitale. Un centro all'avanguardia che offre un eccellente servizio medico e si avvale di un equipe di medici, terapisti ed estetisti altamente qualificati. Per ulteriori informazioni è attivo il call center dei Centri termali con telefonate a basso costo: 199.720693. 15 zoom eventi Un paese senza teatro che si è fatto esso stesso teatro! zoom eventi di Stefano Mancini di Daniele Morini p Artisti, nazioni, culture, raccolte dal 1 al 10 luglio in un piccolo paese, che non essendo dotato di un teatro, si fa esso stesso teatro, con le piazze, le contrade e l’antico sferisterio come scena di spettacoli che segnano la storia teatrale contemporanea. A Santarcangelo, situata a pochi chilometri dall’Adriatico, in provincia di Rimini, denominata da Roberto Bacci “Cittadella del Teatro”, quest’anno si è svolto il 35° Festival internazionale Sant’Arcangelo dei Teatri. Fedele al modello che vede una costante cura del confronto tra la creazione italiana e quella straniera, dedicato alla scena teatrale contemporanea, in una prospettiva d’incontro e di lavoro piuttosto che di presentazione delle opere. Al festival per la sezione musicale erano presenti espressioni artistiche provenienti da ogni parte del mondo, dagli Acoustic Motion della Gran Bretagna, ai Dhol Foundation indiani e la Shibusa Shirazu Orchestra giapponese, solo per citarne alcuni. E’ ormai consolidata la presenza del tendone per il Circo Inferno Cabaret, che di anno in anno continua a stupire con incontri, musiche e video sul filo delle “identità liquide”. L’avvenimento clue della manifestazione 2005 sono i nuovi spettacoli di Teatro e Danza con le performance di: Amir Reza Koohestani, Amid the clouds (Iran) - Cane, Psicosi delle 4 e 48. Preludio Cosmesi, Avvisi di cedimento strutturale Cristian Ceresoli e Antonio Pizzicato, Voce sola - Egumteatro, L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi - Fanny & Alexander, Vaniada e Adescamenti – Francesca Proia, Buio Luce buio - Francesco Scavetta e Luigi Ceccarelli, Knut - João Fiadeiro, I am here (Portogallo) Laboratorio Nove e Luca Camilletti, Fine - Lucia Ragni e Antonino 16 UN’ESTATE all’insegna del Medioevo nell’Alto Chiascio 35° FESTIVAL Santarcangelo dei Teatri 1/10 luglio 2005 p Dopo Luorio, Le cose sottili nell’aria - Luisa Cortesi e Massimo Barzagli, Di stanze - Mk e Esc, Sostanza sonora (Italia/Francia) - Patrizio Esposito, Monitor Iraq 1991-2003 Raimondo Brandi, Security - Socìetas Raffaello Sanzio e Scott Gibbons, ConcertoCrescita VIII - Teatro Persona, Terezin Virgilio Sieni e Francesco Giomi, Concerto. Tanti artisti rigorosamente in ordine alfabetico perché tutte le rappresentazioni esprimono un’emozione, creando sentimenti e suggestioni in un’atmosfera unica, che non può lasciare indifferente nemmeno lo spettatore al suo primo impatto con la cultura teatrale. Per informazioni: Santarcangelo dei Teatri Via Andrea Costa, 28 47822 Santarcangelo di Romagna (RN), Italia Tel. +39 0541.626185 Fax +39 0541.620560 > in alto: La Piazza di Sant’Agata durante il mercatino di antiquariato il mese di maggio caratterizzato dalle feste eugubine della Corsa dei Ceri e del Palio della Balestra si apre il periodo delle rievocazioni storiche. Nei centri storici di città e paesi dell’Eugubino-Gualdese tornano gli echi di suoni e musiche d’altri tempi, come quelli che fanno da colonna sonora al Torneo dei Quartieri di Gubbio, una gara di tiro con la balestra antica all’italiana, disputata tra i balestrieri dei quattro quartieri cittadini: San Martino, San Giuliano, San Pietro e Sant’Andrea. La contesa, fissata ogni anno per il 14 agosto, è preceduta e seguita dai cortei storici in costume medioevale e per l’occasione si riscoprono angoli, botteghe e mestieri dimenticati da tempo. E’ la vita quotidiana del XIV secolo, l’epoca in cui fu più fiorente la città di Gubbio. Le antiche tradizioni medioevali tornano a rivivere anche nel borgo di Valfabbrica, tra Gubbio e Assisi, grazie alla Festa d’Autunno. Nonostante il nome, la manifestazione è un saluto all’estate più che un benvenuto all’autunno, visto che da anni ormai si tiene nel primo fine settimana di settembre. Tra gli eventi principali c’è la suggestiva sfilata in costume, ispirata alle fogge dei secoli XII e XIII, che precede le sfide tra Pedicino, Badia e Osteria. I tre rioni si cimentano, al campo della giostra, nella gara degli anelli e del saracino che si conclude con l’assegnazione del Palio. Nell’ultimo fine settimana di settembre, invece, è Gualdo Tadino a tornare indietro nel tempo fino agli splendori del Quattrocento. Sulla piazza principale della cittadina si disputa il Palio di San Michele Arcangelo. Le quattro porte, San Benedetto, San Donato, San Facondino e San Martino, si sfidano in altrettante gare dal sapore d’altri tempi: il tiro con l’arco, quello con la fionda, le corse con i somari, con il carretto e “a pelo”. A fare da cornice ai Giochi de le Porte ci sono le taverne dei quattro rioni, che offrono prelibati piatti della cucina tipica locale. Il sabato sera, si muovono in città verso piazza Grande anche i quattro cortei storici: dame e messeri, tamburini e cavalieri, priori e popolani sembrano riportare Gualdo Tadino ai fasti del XV secolo. Infine l’ultima domenica di settembre è il giorno della sfida vera e propria. La contrada vincente si aggiudica il Palio, ma soprattutto l’onore di mettere al rogo la Bastula, la strega malefica che, secondo la leggenda, incendiò la città nel 1237. I portaioli festeggiano intorno al fuoco del rogo che rapidamente si consuma: il simbolo della rivincita della città su tutte le avversità e le sciagure. > in alto a sinistra: una scena del Torneo dei Quartieri di Gubbio > in basso: gli sbandieratori al Torneo dei Quartieri di Gubbio 17 zoom eventi zoom eventi A MONTONE rivive la Donazione della Santa Spina 14/21 agosto LA MAGIA del Medioevo a Badia Tedalda di Stefania Pinna di Francesca Pecorari p Da uno dei borghi ufficialmente riconosciuto tra i “più belli d’Italia” arriva una rievocazione storica dalle tinte ancora forti e suggestive: è la “Donazione della Santa Spina”, in programma ogni anno durante la terza settimana d’agosto (quest’anno dal 14 al 21) e il giorno del Lunedì dell’Angelo a Montone, piccolo Comune dell’alta Umbria. Tra le mura che ancora rinchiudono come in uno scrigno il meraviglioso centro storico, a Montone due volte l’anno si rivive l’atmosfera del 1500, tra prodi capitani di ventura e delicate fanciulle. E così ritorna in vita la straordinaria vicenda di Carlo Fortebraccio, figlio di Braccio da Montone: nel 1474, mentre era al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia, avendo ricacciato i turchi che minacciavano le coste veneziane, ebbe in dona una Spina della Corona che trafisse il capo di Cristo. La spina fu donata al popolo montonese dallo stesso Carlo, che tornò al paese con una scorta armata, e venne collocata per la devozione di tutti nella chiesa di San Francesco dei Minori Conventuali. Oggi tre rioni (Porta del borgo, Porta del monte e Porta del verziere) si sfidano per celebrare il dono della spina della corona del Cristo. p Giocolieri, figuranti, dame e paggi, cava- lieri lanciati al galoppo per centrare con l’asta gli ambiti anelli: è l’antico e sontuoso Palio dei Castelli della Badia Tedalda. Il fine settimana successivo a Ferragosto Badia Tedalda si trasforma: si spengono le luci elettriche, le strade si popolano di arcane figure. E tra cortei, fiaccolate e sfide a cavallo si rinnova la suggestione di una grande festa popolare. Siamo in Valtiberina, in un lembo di terra toscana al confine con la Romagna e le Marche. Badia Tedalda è un borgo di origine romana, dominato da una millenaria abbazia benedettina. Gli abitanti sono poco più di 500, ma il primo fine settimana dopo Ferragosto l’atmosfera si riscalda e le strade si riempiono di figuranti e giocolieri, di turisti e visitatori: comincia il Palio dei Castelli. Di notte le luci del borgo si spengono e la cittadina ricade in un buio antico rischiarato soltanto dalle torce, come mille anni fa. I monaci benedettini, il sabato sera, guidano la fiaccolata fino alla Chiesa di San Michele Arcangelo, mentre le antiche locande “Del Pozzo”, “Del Castello”, “Del Porco” e “Degli Spiriti”, tra i vicoli del borgo, offrono libagioni e piatti tipici del Medioevo. È una sera di antica devozione e anche di vigilia, popolata da saltimbanchi, menestrelli, osti e locandiere, e allietata da giochi di fuoco, teatro e spettacoli di strada. L’indomani pomeriggio, come da lunghissima tradizione, si corre il Palio dei Castelli: 10 cavalieri, in rappresentanza dei Castelli sudditi dell’antica Badia (Badia Tedalda, Caprile, Cicognaja, Fresciano, Montebotolino, Pratieghi, Presale, Rofelle, San Paterniano, Santa Sofia), si sfidano in piazza. Gli sfidanti devono centrare, lanciati al galoppo, degli anelli di diverse dimen- 18 sioni e infilzarli con l’asta. Al cavaliere del castello vincitore l’onore di ricevere e di custodire per un anno il “Drappo dei Castelli della Badia Tedalda” oltre a un premio che consiste nel Piatto Bicrociato d’argento di Sant’Angelo Michele de’ Tedaldi. La sfida vera e propria è preceduta dal grandioso corteo storico, costituito da oltre 100 figuranti che sfilano con tipici costumi medievali. Partecipare a quest’evento significa immergersi in emozioni che parevano perse nei secoli, tornare indietro nel cuore di un Medioevo grandioso e rituale. Così Badia Tedalda per un intero, magico fine settimana di agosto, torna ad essere la Badia benedettina sovrana dei castelli circostanti, al centro di un evento di rara suggestione. Per informazioni: Pro-Loco di Badia Tedalda, tel. 0575/714014. Oggi sono soltanto due le ostensioni della reliquia durante l’anno: il Lunedì dell’Angelo e la settimana della penultima domenica d’agosto (quest’anno dal 12 al 18 agosto), in occasione della quale a Montone si celebrano gli antichi fasti nella Contea dei Fortebracci: il Castello Arietano rivive gli antichi splendori in un’atmosfera fiabesca, si anima di notte della vita quattrocentesca, tra i profumi antichi della cucina nelle taverne. Le taverne sono senz’altro una delle maggiori attrattive per i turisti, che possono deliziarsi il palato con i piatti preparati dalle donne dei rioni. Rione Porta del Borgo, Rione Porta del Monte e Rione Porta del Verziere durante la settimana della rievocazione si sfidano rappresentando scene di vita medievali e cimentandosi nel tiro con l'arco, al fine di conquistare il Palio della Santa Spina ed eleggere la propria Castellana. La festa culmina la domenica con il grande corteo storico, dove dame, cavalieri, arcieri e tamburini vi faranno immergere in tempi perduti. Per informazioni: Pro-loco Montone - tel. 075/9307019 > in alto a sinistra: un cavaliere al Palio > in alto a destra: veduta di Badia in una foto d’epoca > a destra: La Porta del Verziere > in basso: due momenti del Palio dei Castelli 19 zoom eventi zoom eventi A CAGLI l’arena diventa spettacolare! Tre occasioni di escursione in notturna per vivere un’avventura unica di Laura Giovannini p Teatro e Spettacolo non vanno in vacanza: l’estate cagliese si prospetta ricca di importanti eventi. E’ nella suggestiva cornice dell’Arena Sant’Emidio a pochi passi dal centro storico della cittadina, che la rassegna denominata SpettacolArena, promossa dall’Istituzione Teatro Comunale di Cagli e il Comune, vedrà la partecipazione di artisti di alto livello nazionale ed internazionale. Da anni l’Istituzione Teatro Comunale di Cagli, nella convinzione che la cultura sia un importante strumento di qualificazione territoriale e propulsore di crescita economica e sociale, promuove rassegne e spettacoli di grande spessore anche attraverso progetti di gestione innovativi come le “Brevi Residenze”. La spettacolare estate di Cagli parte il 3 luglio con il concerto della “BANDABARDO’”. Il noto gruppo toscano presenterà al pubblico dell’Arena, oltre ai vecchi cavalli di battaglia, l’album “Tre Passi Avanti” un lavoro dalle tinte più calde ed appassionate, che lascia emergere ritmi ed armonie nuove. Il secondo appuntamento il 14 luglio è dedicato alla comicità e la satira. Dopo “Non c’è problema” e “Giù al Nord” torna a Cagli ANTONIO ALBANESE diretto da Giampiero Solari con uno spettacolo “Personaggi” che, come sempre, stupisce per la sottile ironia ed il sorprendente spirito umoristico. La rassegna continua con un evento promosso dal Teatro Stabile delle Marche nell’ambito del Festival ScenAria. L’8 agosto un insolito GORAN BREGOVIC assieme alla sua Wedding & Funeral Band presenterà “Karmen con lieto fine” una Carmen con la 'k'. Diversa da quella di Bizet, anche se il personaggio principale è ancora una donna gitana. Il famoso compositore, con la sua Orchestra, darà vita ad uno spettacolo teatrale-musicale sull’intricata storia d'amore tra una moderna Carmen e Fuad, trombettista e cantante gitano, un intreccio di sentimenti, poesia e miseria sapientemente raccontati nello stile unico dell’artista. Per concludere in bellezza, il 19 agosto l’Arena ospiterà i nostalgici fans degli anni 70. Nell’ambito del Festival 70s Flowers “Racconti e miti di una rivoluzione” promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino, all’Arena si terrà l’Evento Speciale in omaggio a Frank Zappa. THE GRANMOTHERS RE-INVENTED la band originale del grande compositore propone uno strepitoso repertorio zappiano decisamente eterogeneo. > in alto a destra: la locandina della rassegna > in basso a sinistra: veduta del centro di Cagli 20 Info-line 0722.986530 0721.700226 Prevendite Botteghino del Teatro Comunale di Cagli 0721.781341 aperto 4 giorni prima dello spettacolo dalle ore 17 alle 19.30. SCOPRIRE un territorio ripercorrendo le vie del contrabbando di Luca Grande p Tra i silenzi ed i rumori della notte, appro- fittando del chiarore di luna ed avventurandosi nei sentieri più nascosti, questa estate ognuno potrà diventare contrabbandiere. Niente paura, non si tratta di un’attività illegale! Le escursioni in notturna con guida sono organizzate dal Museo della Polvere da sparo e del Contrabbando di Chitignano ed hanno lo scopo di completare la visita museale ed offrire un’esperienza particolare per conoscere al meglio un’attività che proliferava nei tempi passati. Potremo quindi scoprire i segreti delle lavorazioni, vedere e studiare gli arnesi utilizzati ed infine ripercorrere in parte le vie che furono del contrabbando lungo l’itinerario della Polveriera dell’Inferno, costeggiando il torrente Rio fino ad arrivare ad uno dei pilli meglio conservati e nascosti della zona. Le escursioni, denominate appunto Una notte da contrabbandieri, sono programmate per le giornate del 18 giugno, 23 luglio e 17 settembre 2005. Il museo di Chitignano è parte dell’ Ecomuseo del Casentino una rete di musei organizzata in sistemi, ossia in temi che caratterizzano tutto il territorio o legati ad un luogo specifico (ad es. il Museo dell’Acqua di Capolona). Gli argomenti sono diversi, a testimoniare la ricchezza di questa regione, ed ognuno merita un approfondimento: dal Museo della Casa Contadina al Sistema Archeologico, dal Museo del Carbonaio al Museo del Bosco e della Montagna. La filosofia di fondo è chiara. Un ecomuseo è un racconto: una struttura museale tradizionale dotata di documenti, foto, ricostruzioni, testimonianze, arricchita da laboratori didattici e da itinerari sul campo che ci danno l’opportunità di scoprire direttamente paesaggi suggestivi e luoghi storici. Il rapporto tra la natura e l’uomo si può semplificare forse nel confronto e nell’unione tra l’ambiente, le risorse, le avversità di un territorio e le risposte dell’ingegno umano e del suo spirito di adattamento. La gente casentinese e la memoria di quello che è avvenuto nei secoli ci spiegano che, in una valle come il Casentino, l’insediamento dell’uomo non è avvenuto in maniera distruttiva, ma è stato un armonioso relazionarsi con gli ambienti esistenti. Ne è esempio anche il Museo della Castagna di Raggiolo, che racconta un elemento importante delle tradizioni e della storia rurale della Toscana. Per informazioni e prenotazioni, obbligatorie in alcuni periodi dell’anno: www.ecomuseo.casentino.toscana.it > in alto: Chitignano, “Via della Verna”; cartolina dell’ottobre 1931 21 zoom eventi A PENNABILLI sono di scena i preziosi d’epoca I MERCATINI d’antiquariato Il cuore dell’Appennino, come uno scrigno, mostra i tesori custoditi dal tempo. Oltre alla prestigiosa Mostra di Pennabilli, i mercatini d’antiquariato si ripetono con costante periodicità in diversi borghi storici. Meritano di essere visitati per il brulicare incessante di gente, per gli oggetti preziosi e bizzarri che si possono trovare, oppure per una semplice passeggiata nella piazza e per le vie dei suggestivi centri storici. Inoltre con un po’di fortuna in questi mercatini non sarà difficile trovare delle buone occasioni a prezzi ottimi. di Silvia Venerucci Città di Castello. Gli espositori sono ospitati nell'area che comprende piazza Matteotti, Loggiato Bufalini, Loggiato della Pretura ed il primo tratto di via Mario Angeloni. QUARTA DOMENICA DEL MESE Sansepolcro "La domenica del tarlo": È un tradizionale mercatino di antiquariato, scambio e collezionismo. Per l’occasione il bellissimo centro storico si popola di bancarelle, dove sarà possibile trovare preziosi oggetti di antiquariato e collezionismo. PRIMA DOMENICA DEL MESE p A Pennabilli, immersi nella storia e nel Santarcangelo di Romagna "La Casa del Tempo": Il mercatino di antiquariato e cose vecchie di Sant'Arcangelo è uno dei più apprezzati e frequentati del centro Italia. In mostra mobili ed arredi, argenterie, ceramiche, orologi e collezionismo vario, di epoca Ottocentesca fino al 1960 circa. Ingresso gratuito. verde del Montefeltro, tra antichi borghi fortificati traboccanti di arte e poesia, paesaggi incontaminati, ospitalità genuina, si è conclusa con grande successo la XXXV MOSTRA MERCATO NAZIONALE D’ANTIQUARIATO. Una delle poche esposizioni che possono vantare una storia così lunga e che si differenzia dalle altre mostre di antiquariato che animano i borghi dell’entroterra di tutta Italia, per la continua ricerca della qualità delle opere esposte e per l’accurata selezione di antiquari dall’Italia e dall’estero. Pennabilli Antiquariato è tradizionalmente vetrina privilegiata del mobile d’alta epoca e, data la posizione geografica, del mobile laccato Marchigiano, di cui offre magnifici esempi. Chi è entrato a Palazzo Olivieri nelle tre settimane di rassegna si è trovato di fronte il meglio del panorama antiquariale nazionale, i pezzi più preziosi, dai dipinti del primo Cinquecento, a rare ceramiche rinascimentali, dagli eleganti trumeaux al Biedermeier, dall’iconografia russa, ai tappeti, ai gioielli e agli argenti. Chi voleva un ricordo meno 'impegnativo' della visita, accanto a capolavori di valore inestimabile, ha trovato anche l'antiquariato minore, di epoca più recente ma comunque di qualità. La presenza dei più qualificati antiquari, professionisti seri e preparati, è stato senza dubbio uno tra i principali fattori di successo della Mostra, ciò che ha fatto la differenza e che ha garantito anche al visitatore inesperto di operare un acquisto sicuro. 22 Urbania "Mercatino Casteldurante": Sempre ogni prima domenica del mese le vie del centro storico di Urbania si animeranno di bancarelle con artigiano e scambio di usato. p Inoltre tutti i venerdì di luglio e di ago- sto, sempre a Sansepolcro, ci sono i Venerdì del Tarlo con artigianato, collezionismo e scambio, dalle ore 18 alle 24. In occasione del mercatino gli esercizi commerciali del centro storico rimangono aperti. rà anche nella sua veste serale, che prevede le bancarelle in la piazza e per le vie di Badia Tedalda a partire dalle ore 16. p Il primo di novembre a Urbania torna, come ogni prima domenica del mese, il Mercatino Casteldurante con artigianato e scambio usato. p Il 6 e 7 d’agosto, si tiene a Macerata Feltria la Mostra Preziosi d’Epoca. Tutte le sere in oltre, spettacoli, musica, intrattenimenti, ristorazione con prodotti tipici. Sfilata di moda nella serata di apertura. p Nelle giornate 25 settembre e 30 ottobre le vie del centro di Meldola si vestono d´antico con la mostra mercato di oggetti invecchiati nel tempo. Protagonisti di questo appuntamento sono gli espositori di oggetti, articoli da collezionismo e di artigianato artistico locale. L´evento si svolgerà dalle ore 7.30 alle 21.00. p Tutti i sabati sempre dei mesi di Luglio e di Agosto, si svolge a Badia Tedalda, il mercatino di hobbismo, dell’artigianato e dell’antiquariato che da quest’anno si ripropor- SECONDA DOMENICA DEL MESE Anghiari "Memorandia - Le cose che raccontano": Mercato di Antiquariato, Modernariato e Collezionismo nel centro storico del paese. Sempre in Toscana, la stessa domenica a San Giustino c’è "Castelli e cascine". Pennabilli Antiquariato continua ad essere un appuntamento di prestigio, non solo per gli addetti ai lavori ma per il mondo della cultura in generale, annoverando tra i suoi visitatori e ospiti personalità di riguardo del mondo della politica, della letteratura, della poesia. Questa XXXV edizione si è fregiata della presenza di S.S. Tenzin Gyatso XIV Dalai Lama che ha inaugurato la “campana di Lhasa”. Tra le altre iniziative collaterali l’edizione 2005 ha proposto a Palazzo Olivieri, una mostra di importanti reperti pre-romanici, fenici, egiziani ed etruschi importati dalla Collezione Cucci e i tradizionali incontri settimanali di cultura con Tonino Guerra, incentrati su letteratura, il cinema e la creatività. Sassocorvaro “Passeggiando tra i ricordi”: Artigianato, antiquariato, modernariato e collezionismo sono sulle bancarelle nel centro storico di Mercatale per tutta la domenica, dalle 8.30 alle 19.00. TERZA DOMENICA DEL MESE > in alto: uno stand all’interno della mostra Gubbio "Retrò"; "Mercato dell’antiquariato e del collezionismo": Rassegna espositiva di antiquariato ed oggettistica antica di pregio promossa, dall'amministrazione comunale di 23