Fabrizio Fanticini
Rilascio del Diploma
Supplement nelle istituzioni
AFAM e scala dei voti
ECTS
“ Lo spazio europeo dell’Istruzione Superiore:
prospettive e strumenti per le istituzioni AFAM”
Giovedì 2 dicembre 2010 - Accademia di Belle Arti di
Napoli
Premessa
Ho realizzato questa mia presentazione
in modo più discorsivo che sintetico
affinché, all’esigenza, possa essere
utilizzata anche come guida operativa
alla compilazione del Diploma
Supplement
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Una nostra missione primaria:
• Dare ai nostri diplomati gli strumenti per consentir loro il
proseguimento degli studi, presso un altro Istituto italiano
o estero, avendo pienamente riconosciute le competenze
acquisite.
• Far sì che nell’ambito dell’offerta occupazionale
nazionale e internazionale, essi possano competere ad
armi pari con i loro colleghi formatisi in altri Paesi.
A tal fine la Commissione Europea ha
messo a disposizione dell’intero spazio
dell’alta formazione europea il
Diploma Supplement
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Cos’é il Diploma Supplement?
Il Diploma Supplement ( Supplemento al Diploma) è
lo strumento essenziale per rendere trasparente la
tipologia e la qualità della formazione ricevuta, il
cui scopo è:
• rendere possibile il riconoscimento da parte di
qualsiasi istituto di formazione italiano o estero del
curriculum formativo seguito e i crediti formativi
ottenuti.
• essere strumento utile anche all’ingresso nel mondo
del lavoro, attraverso una chiara e dettagliata
certificazione delle peculiarità della formazione
ottenuta.
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Quali i requisiti richiesti?
1. Il Diploma Supplement deve essere rilasciato
automaticamente e gratuitamente ad ogni
studente alla conclusione di un ciclo di studi.
2. Deve essere redatto in almeno due lingue
comunitarie (di norma quella inglese oltre alla
nazionale).
3. Deve essere conforme al modello messo a
disposizione dalla Commissione Europea.
4. Deve essere completo in tutte le sue parti,
timbrato e firmato dal Direttore dell’Istituto.
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Con riferimento al punto 1
Il Diploma Supplement non
è un
certificato bensì il supplemento ad
una certificazione del ciclo di studi
concluso.
Chiamandolo certificato saremmo costretti ad
apporci la marca da bollo perdendo così
la gratuità del rilascio!
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Cosa occorre per compilare il DS?
Occorre avere a disposizione:
• dati anagrafici degli studenti;
• esami sostenuti durante il corso di studi;
• relativi voti, date degli stessi e CFA;
• dati relativi al corso di studio e alle
discipline allo stesso afferenti;
• nominativi dei docenti.
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Una esigenza primaria
Se i dati appena elencati non sono organizzati
in un database che ne consenta la fruizione
rapida esente da errori di trascrizione, la
procedura di compilazione diviene
decisamente più lenta e spesso
problematica.
Sono quindi caldamente consigliate l’uso di
tecnologie informatiche oltre ad una
particolare cura nella conservazione e
archiviazione dei dati.
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Analizziamo il DS nelle sue parti
Questo il modello europeo:
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Analizziamone ora punto per punto
una sua realizzazione
Il DS si apre con un Preambolo il cui testo deve
corrispondere al seguente:
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Il punto 1:
i dati anagrafici del diplomato
In questa sezione deve essere prestata attenzione al corretto
inserimento di nome e cognome soprattutto per i diplomati
extraeuropei, mentre al punto 1.3 lo stato da indicare è
quello di nascita e non quello di residenza o, tantomeno, la
nazionalità.
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Punto 2: Informazioni sul Titolo di Studio
È indispensabile una premessa:
dovremo sempre distinguere i corsi ordinamentali da
quelli ancora sperimentali, tenendo ben presente
che il DS viene rilasciato a conclusione di un
periodo formativo.
Nel settore AFAM ordinamentali sono per ora solo i
Trienni di I Livello che iniziano da quest’anno
accademico. Ne consegue che i primi DS che
faranno riferimento agli ordinamenti approvati
verranno redatti solo fra tre anni. Per tutti i corsi
ancora sperimentali (Bienni di II livello e Trienni
di I livello almeno fino al 2013) di riferimento
dovrà essere quanto previsto e dichiarato al
momento dell’iscrizione al corso.
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A tale proposito, voglio sottolineare che il
modello di DS del Conservatorio di Parma
proposto come esempio, fa riferimento ad un
ipotetico documento rilasciato nel 2013 ad un
diplomato di Triennio Ordinamentale;
Riporta quindi codici e diciture contenute negli
Ordinamenti approvati che non dovranno
essere usate prima di allora.
Nel corso di questa presentazione segnalerò i
punti che a tal proposito dovranno essere
oggetto di attenzione.
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Se il punto 2.1 non presenta problemi per il 2.2
dovremo tenere presente quanto appena detto:
Per i Bienni e i Trienni fino almeno al 2013 dovrà
essere indicato ND; solo al conseguimento di
un Triennio Ordinamentale, al punto 2.2 potrà
essere riportata ad esempio (Area) :
DISCIPLINE INTERPRETATIVE
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Punto 2: Informazioni sul Titolo di Studio
Al punto 2.5 dovrà essere indicata la lingua
prevalente utilizzata per la didattica durante il
corso.
A tutt’oggi è quasi sempre l’italiano, ma in un
futuro molto prossimo potranno esserci corsi
tenuti in un’altra lingua e non più solo quella
nazionale.
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Punto 3:
Informazioni sul livello del Titolo di Studio
Questa sezione non presenta particolari
problematiche.
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Punto 4: Informazioni sul curriculum e sui
risultati conseguiti
È questa la sezione che presenta le maggiori
particolarità degne di attenzione.
La modalità di frequenza in Italia è di norma il
“Tempo pieno”, ma è frequente in Europa,
soprattutto tra gli studenti lavoratori, il “Tempo
parziale” dove il periodo di studi viene allungato
a favore di un alleggerimento dell’impegno orario
annuale, tale da consentire lo svolgimento di una
attività lavorativa parallela.
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Punto 4.2: Requisiti per il conseguimento
del titolo
È qui necessario indicare gli obiettivi formativi del
corso. Una volta che è stata resa disponibile una
bozza degli Ordinamenti dei Trienni, molti Istituti
hanno fatto riferimento agli obiettivi indicati
all’interno di quel documento provvisorio, ma
nella fase sperimentale ogni Istituto ha avuto la
possibilità di elaborare dei propri obiettivi.
Fino al 2013, quando usciranno dai nostri Istituti i
primi diplomati dei Trienni ordinamentali, in
questo punto si dovranno indicare gli obiettivi
formativi dichiarati al momento dell’iscrizione
al corso.
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Punto 4.2: Tipologie delle attività
formative e distribuzione dei CFA
Con questa tabella si vuole rendere evidente sia la
distribuzione dei crediti formativi accademici tra
le diverse tipologie di attività formative che la
quantità di CFA obbligatori e a scelta dello
studente
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Punto 4.3: Curriculum, crediti e voti conseguiti
Come sempre i codici e il nome delle discipline saranno quelli adottati al momento
dell’iscrizione.
Naturalmente il totale dei crediti deve risultare 180 per un Triennio e 120 per un Biennio,
anche se lo studente ha frequentato corsi aggiuntivi, fuori dal piano di studi; questi,
come la Mobilità Erasmus o quant’altro abbia contribuito alla formazione oltre al
normale curriculum potrà essere indicato al punto 6.1 che vedremo tra poco.
Eventuali periodi formativi svolti all’estero o il riconoscimento di insegnamenti pregressi
possono essere evidenziati all’interno della tabella con vari sistemi; eccone uno:
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La SCALA ECTS
Prima di affrontare il punto 4.4, è indispensabile
comprendere la logica e il meccanismo della
Scala ECTS.
La funzione di questo strumento è quella di
consentire la traduzione dei risultati conseguiti
con un sistema di valutazione in un altro,
garantendo una equivalenza del giudizio.
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La SCALA ECTS - 2
Il principio da cui prende le mosse la Scala ECTS è il
seguente:
In Europa i sistemi di valutazione sono estremamente
diversificati, tanto che se dobbiamo convertire un
voto 3 da un sistema con una scala di 4, ad uno in
centesimi, non abbiamo alcun criterio valido da
seguire, anche perché non abbiamo conoscenza di un
parametro fondamentale: quello della maggiore o
minore severità di giudizio.
La Scala ECTS parte quindi da un altro presupposto,
quello che i risultati della formazione a livello
europeo si attestano su livelli qualitativi
percentualmente simili tra tutti gli istituti europei.
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La SCALA ECTS - 3
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La comparazione dei voti attraverso la Scala ECTS si
basa sulle percentuali che il singolo voto ottiene
rispetto tutti gli altri.
Attraverso la comparazione delle percentuali
contenute nelle tabelle che ogni istituto deve
dichiarare, verrà automaticamente determinato il
voto convertito nel nuovo sistema.
Cerchiamo di comprendere meglio il meccanismo
tornando al punto 4.4 del DS.
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Il punto 4.4
Dovremo calcolare la percentuale per ogni voto assegnato nel nostro
Istituto in ogni disciplina, all’interno di uno spazio temporale di
cinque anni (dall’anno di conseguimento del titolo a cinque anni
prima) e creare una tabella come quella riportata sopra.
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La conversione dei voti
Immaginiamo che si debba immatricolare uno studente proveniente
da uno stato estero dove viene utilizzato un sistema con una
scala di 9 voti.
Dobbiamo tradurre nel nostro sistema in trentesimi un voto 7.
Confronto la tabella del mio Istituto con quella contenuta nel DS
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La conversione dei voti
Basterà che, partendo dal voto più alto, sottragga la sua percentuale
dal 100% proseguendo così con tutte le percentuali degli altri
voti e avrò immediatamente la traduzione del voto:
il 7 dell’istituto estero che adotta un sistema a 9 voti, viene tradotto
in un 29 del mio Istituto con buona approssimazione
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La conversione dei voti
Facciamo un altro esempio con la traduzione di
un sistema a scala di 5 voti, immaginando di
dover tradurre in trentesimi un 4:
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La conversione dei voti
Come è ben visibile, esiste una certa discrezionalità
nella conversione del voto; in questi due casi ho
adottato il criterio utilizzato più
frequentemente, ovvero di assegnare il voto più
alto compreso nel range delle percentuali.
Naturalmente questo non è l’unico criterio;
verificando che gli obiettivi e i contenuti
formativi di quella determinata disciplina svolta
nell’istituto di provenienza non corrispondono a
quelli definiti nel nostro, è possibile assegnare
un voto differente all’interno del range stesso.
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Torniamo al DS: il punto 4.5
Oltre al risultato della votazione finale e alla data del
conseguimento del titolo, va indicata la modalità con cui
avviene il computo di tale votazione; questa modalità è
differente da Istituto ad Istituto, quindi va riportata ad
opera dell’istituzione stessa.
Ciò che vediamo nell’esempio è quella relativa al
Conservatorio Arrigo Boito di Parma.
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Il punto 4.5 /2
Nella successiva tabella ECTS delle votazioni finali
(sempre con il campione dei cinque anni precedenti la data
del conseguimento del titolo), se non tutti i voti sono stati
assegnati, per evitare lunghissime quanto inutili elencazioni
possono essere omessi quelli che producono una
percentuale di 0,0% come nell’esempio seguente:
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Il punto 4.5 /3
Un aspetto rilevante è che non tutti i corsi hanno
una votazione finale in centodecimi: il
Biennio Formazione Docenti ne è un esempio.
Gli Istituti che hanno attivato questo corso o che
hanno corsi simili dovranno predisporre una
tabella ECTS specifica calcolata sulle
percentuali dei voti in centesimi.
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Il punto 5
Come potete ben vedere questo punto non
presenta alcuna problematica.
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Il punto 6
Anche il punto 6 non presenta particolari problemi.
Al 6.1 riporteremo tutte quelle informazioni aggiuntive utili a
fornire una fisionomia chiara del percorso formativo seguito
dal diplomato, come studi all’estero, stage e quant’altro sia
stato seguito al di là del normale curriculum istituzionale.
Al 6.2 oltre all’indirizzo con cui raggiungere il sito web
dell’Istituto (che naturalmente deve essere tenuto aggiornato e
contenere il massimo numero di informazioni riguardo i corsi),
anche qualsiasi altro indirizzo utile all’approfondimento di
struttura, attività o quant’altro possa essere efficacie fonte di
informazione.
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I punti 7 e 8
Al punto 7 verrà apposta data, timbro dell’Istituto e firma del
Direttore,
Mentre il punto 8 è la descrizione del sistema AFAM il cui
testo deve essere riportato conformemente al modello
proposto dal MIUR, terminante con il seguente schema:
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Gli allegati
Con il punto 8 si conclude il DS nelle su parti
obbligatorie.
Ma se crediamo in questo documento come
efficace strumento per consentire il pieno
riconoscimento in ambito internazionale non
solo dei titoli, ma anche del livello di
competenze raggiunte dai nostri diplomati,
opereremo per implementare anche la
realizzazione degli allegati, pur non essendoci
alcun obbligo nella realizzazione degli stessi.
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Gli allegati 2
Proviamo ad immaginare l’utilità per un nostro
diplomato di disporre di allegati dove si specifichi
non solo nome, docente, crediti, voto e data
d’esame delle varie discipline, ma anche:
• obiettivi formativi,
• prerequisiti,
• contenuti formativi,
• metodi didattici,
• modalità di svolgimento dell’esame,
• programma presentato all’esame,
• bibliografia.
In breve, la reale portata e la specificità di ogni
percorso formativo.
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Gli allegati 3
Inutile nasconderci che sono poche le segreterie
didattiche che dispongono a tutt’oggi di questi
dati organizzati in modo facilmente fruibile.
Ma proprio per questo credo sia giusto iniziare ora
ad impostare procedure che ci porteranno tra
qualche anno a poter realizzare per ogni attività
formativa del corso schede di insegnamento
come l’esempio seguente dell’Università di
Trento, o il successivo dell’Università di
Padova:
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Gli allegati 4
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Gli allegati 5
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Strumenti
Nel sito del Miur, all’indirizzo
http://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0015
Atti_M/7433Proget_cf4.htm
si possono trovare le linee guida per la
compilazione del DS oltre ad altri
documenti utili.
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http://www.processodibologna.it/content/index.php?action=read_cnt&id_cnt=6086
All’interno del nostro sito,
www.bolognaprocess.it
ed esattamente all’indirizzo sopra indicato (percorso:
HomeAree tematicheAlta Formazione Artistica
Musicale),
potrete trovare innumerevoli documenti utili, oltre ad un
semplicissimo foglio di calcolo di Excel che ho
realizzato per facilitare le procedure di traduzione dei
voti dalla tabella ECTS.
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