Aut. del Trib di Belluno n. 558/08 n.c. POSTE ITALIANE SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CNS BL. - CONTIENE I.P. - Direttore Responsabile: Pellegrinon Giuseppe - Tipografia: Dolomiti Stampa s.r.l., via Campo, 18/F Santa Giustina (BL) dicembre 2012 A !irug u Buone feste FOTO DI: ELISABETTA GRASSI LETTERA DEL PRESIDENTE Anche in questa stagione venatoria, che sta volgendo al termine, si sono verificati alcuni infortuni tra i quali uno particolarmente grave che ha visto la scomparsa del nostro socio Fausto Paganin mentre stava cacciando il capriolo. Nonostante le raccomandazioni alla prudenza, che vengono rivolte ogni anno all’inizio della stagione venatoria, c’è purtroppo l’imponderabile incidente di percorso che è sempre in attesa. C’è chi strumentalizza queste disgrazie lanciando anatemi a destra e manca sui media contro i cacciatori e propone la chiusura della caccia. è un’assurdità! Dobbiamo comunque riflettere perché questi incidenti non accadano più e rivolgiamo un deferente pensiero a tutti gli amici cacciatori scomparsi. sta volta siamo rimasti a casa una settimana e questo ha creato non pochi malumori. Notizia di questi ultimi giorni è che il TAR ha respinto i ricorsi presentati dalle Associazioni anti-caccia ma, purtroppo, questo non ci gratifica. Chi ci risarcisce il danno subito? Noi, in fin dei conti, paghiamo le tasse di concessione Governativa e Regionale per poter esercitare questa nostra passione ed abbiamo il diritto, sempre nel rispetto delle Leggi e Regolamenti vigenti, di esercitarla senza subire in continuazione vessazioni. Ci si domanda, ma com’è possibile che ciò accada sempre all’inizio della stagione venatoria? Non si riesce a trovare, una volta per tutte, una soluzione a questo problema? La nostra Associazione è disponibile a mettersi intorno ad un tavolo con tutti coloro che vogliono risolvere questo annoso e deleterio problema. Nel corso della stagione è accaduto quello che si ripete oramai da qualche anno in merito alla Con Caccia 2000, sempre attuale “caccia in deroga”. con le sue rubriche ed articoli, Vi Anzi, molto peggio, perché que- arriverà anche il calendario 2013. 2 è sempre difficile, se non impossibile, accontentare tutti. C’è chi vorrebbe vedere le fotografie di un cane, chi di una beccaccia, chi di un ungulato piuttosto che di un uccellino. Sfogliatelo sempre con interesse sapendo che la redazione ce la mette proprio tutta per cercare di accontentare il maggior numero di Soci possibile. Colgo l’occasione da queste pagine per porgere un ringraziamento veramente di cuore a tutti quelli che, spassionatamente, collaborano alle rubriche di Caccia 2000 e per formulare a loro, a tutti Voi ed alle Vostre famiglie i miei più calorosi auguri di Buone Feste e Buon Anno. IL PRESIDENTE Sandro Pelli EDITORIALE BASTA…!!! Esigiamo rispetto e dobbiamo difendere la nostra dignità di essere cacciatori Accade spesso, nella vita delle persone e in quella della collettività, che le incomprensioni e le ostilità dell’ambiente, così come le diversità di pensiero, generino dei momenti di sfiducia e di stanchezza nei quali s’inizia persino a mettere in dubbio i principi e i modi di vivere nei quali si è sempre creduto e per i quali si è vissuto. Questo stato d’animo circola da parecchio tempo nel mondo venatorio il quale promuove variegate iniziative sociali ed ecologiche, a tutto campo, che dovrebbero invece portare una positiva percezione della figura del cacciatore. È vero, esiste una diversità di opinione e di visione della vita tra il mondo che pratica la caccia e le associazioni che non la condividono. Noi crediamo però che in questi due campi di pensiero debba sussistere un dialogo e un confronto corretto con lo scopo di arrivare a una migliore gestione di tutte le attività umane nel rispetto reciproco della diversità d’idee. Ciò deve essere imperniato e radicato, in altri termini, in un proficuo e costruttivo dialogo nel quale le diversità di pensiero e i modi di vivere siano comunque soddisfacenti e accettabili da tutti e dove tutti, alla fine, vincono. Solo parole? Purtroppo pare proprio di sì, perché sembra sempre più virulenta, spropositata e diffamatoria la campagna anti-caccia da parte di gruppi di persone che sembrano avere solo l’obiettivo di denigrare e insultare la figura del cacciatore. Non è possibile accettare l’egemonia culturale di queste persone che si schierano su posizioni estreme, anche in difesa di specie animali che creano seri problemi ambientali come, ad esempio, il cinghiale e di sicurezza stradale, come il cervo. Tra cacciatori e anti-caccia sembra non sussistere la possibilità di alcun confronto e ogni dialogo si manifesta, purtroppo, come “tra sordi”. A nulla vale ricordare che il cacciatore non è sinonimo di bracconiere. Sono due figure nettamente diverse e non comparabili. Il vero cacciatore è una persona che ama e difende la natura, il territorio, l’ambiente nel senso più corretto del termine. La caccia, è ben noto, è un’attività praticata ovunque nel mondo e quindi vietarla in Italia non ha alcun senso, ed è al di fuori di ogni logica e di rispetto verso coloro che hanno questa legittima passione. Il bracconiere invece è una persona che compie atti irresponsabili e chiaramente al di fuori delle norme di Legge e non può essere certamente confuso con il cacciatore. Tra le principali associazioni che vogliono vietare la caccia c’è la Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) che è stata fondata a Milano nel lontano 1978. Ha sezioni in alcune Regioni italiane e si fregia del titolo di “ONLUS” (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale). Ciò appare veramente singolare. Infatti non si riesce a capire come mai le venga riconosciuta la cosiddetta “utilità sociale” per l’abolizione della caccia la quale è universalmente riconosciuta come legittima attività sportiva che svolge, tra l’altro, la funzione di gestione e conservazione dell’equilibrio faunistico in un ambiente antropizzato che si evolve continuamente nel tempo. Inoltre, e non da ultimo, gli associati della LAC godono dei benefici fiscali nei versamenti delle quote sociali che pesano sulle tasche di tutti i cittadini e quindi anche su quelle dei cacciatori che sono nettamente contrari sull’attività dell’Associazione. Anche questo è un sorpruso! Mentre il mondo venatorio si rende disponibile a un confronto, le associazioni anti-caccia cercano solamente lo scontro esasperando qualsiasi tipo di situazione offendendo e provocando con arroganza pseudo-intellettuale e populistica la categoria dei cacciatori. Purtroppo dobbiamo constatare che il mondo della caccia è assediato sempre di più da un clima irrespirabile fatto da assurdità e prepotenze di vario genere. Anche a livello locale, nel Bellunese, assistiamo ad una campagna arrogante e diffamatoria contro i caccia- tori ed anche contro qualsiasi attività sociale posta da essi in essere. In questi ultimi tempi poi, dalle solite “campane” i cui rintocchi sono sempre più stonati, stiamo assistendo sui mass media a una veemente ed insultante campagna anti-cacciatori. Si vogliono addirittura proibire le attività sociali promosse dall’Associazione Cacciatori Bellunesi (A.C.B.) quale quella dell’educazione ambientale che hanno luogo nelle scuole elementari di diversi Comuni della provincia di Belluno da ormai molti anni. È incredibile! Affermazioni arroganti ed ingiuriose come: “…non fate entrare i cacciatori nella scuola…”, “… nessun rispetto per chi uccide…”, “… togliete la maschera ed abbiate il coraggio di dire che uccidete…”, “… 3 caccia e ambiente: troppi buchi neri…” non possono essere accettate, né devono passare sotto silenzio. Ma ci rendiamo conto che, anche quando andiamo sull’orto e strappiamo alla terra un rapanello o una carota, uccidiamo un organismo vivente? Ciò vuol dire, per assurdo, che per non uccidere nessuno dobbiamo morire tutti di fame? Ma scherziamo! Non è certamente accettabile passare come una categoria di “assassini”, essere pubblicamente ghettizzati e appestati ai quali viene proibito persino parlare alle giovani generazioni sulle conoscenze naturalistiche e sull’educazione ambientale. Forse, anche i pacchi alimentari che l’A.C.B. dona durante il periodo natalizio alle persone bisognose, devono essere rifiutati perché sono i cacciatori promotori di questo gesto di generosità e di solidarietà sociale? Facciamo parte, a pieno titolo della Società civile e siamo liberi, legittimati ed anche orgogliosi di essere cacciatori. Vogliamo, anzi, pretendiamo di avere il rispetto da parte di tutti, chiediamo di avere la nostra dignità quali cacciatori e non possiamo tollerare né ingiurie, né urticanti e offensive provocazioni e dichiarazioni di condanna sociale. Siamo pronti, per la difesa della nostra figura sportiva di cacciatori, a porre in essere tutte le possibili denunce all’Autorità Giudiziaria affinché rientrino nella normale e rispettosa dialettica le persone ed i rappresentanti delle Associazioni anti-caccia che offendono e denigrano una categoria che ha la sua storia millenaria e la sua legittimità di esistere. Dobbiamo essere uniti e rivolgiamo un invito a tutte le Associazioni Venatorie ed a ogni singolo cacciatore affinché, sempre a testa alta e con lo sguardo fermo, difendano la nostra attività sportiva e denuncino all’Autorità competente tutti gli eventuali soprusi, offese ed ingiurie in modo tale da mantenere integra la nostra dignità di uomini e di cacciatori. Centro Studi Caccia 2000 4 Weidmannsheil maestro Fulvio Quante notti hai passato all’agghiaccio sui tuoi monti ascoltando la grandissima melodia che il cervo amoroso emetteva, rivolto verso i propri contendenti, risvegliando in te il primordiale silenzio spirituale che solo la natura, attraverso i suoi cicli, riscopre e dimostra il nostro profondo amore per essa. Domenica 21 Ottobre 2012, finito il bramito del cervo, Fulvio Ponti ci ha lasciati per avvicinarsi alle verdi praterie celesti accompagnato dai suoi ausiliari che, per tutta la vita, ha addestrato, giudicato e soprattutto condotto per dare un grandissimo servizio al mondo venatorio. Fulvio Ponti grandissimo Tecnico faunistico, grandissimo cinofilo, autore di tantissimi testi riguardanti la gestione faunistica attraverso l’arte venatoria e la conoscenza dei cani da traccia, pioniere docente primario e giudice Enci a livello mondiale per la grandissima arte dell’addestramento, della conoscenza e della conduzione dei cani da traccia. Fulvio è stato il pioniere per quanto riguarda i cani da traccia in Italia, in provincia di Belluno circa trenta anni fa i primi conduttori sono stati formati da lui e lo stesso per quanto riguarda i primi cani, sempre reperiti tramite lui. Negli anni ottanta nella nostra provincia esistevano pochissimi, ma grandi, conduttori di cui non faccio il nome ma loro sanno di chi sto parlando, si contavano sulle dita di una mano, ed ancora oggi la maggior parte di loro continuano a praticare quest’arte, orgogliosi di essere stati suoi allievi e soprattutto suoi amici. In loro vivrà sempre il ricordo del loro amico Fulvio. Fulvio Ponti in provincia di Belluno era molto conosciuto essendo stato il docente di una grandissima parte di noi cacciatori ed avendo così contribuito alla preparazione di tantissimi conduttori cani da traccia e di tantissimi esperti selezionatori per la caccia agli ungulati. Con la nostra amministrazione provinciale, per tanto tempo, ha operato per la costruzione di una miglior gestione faunistica del nostro territorio. Negli ultimi anni è stato direttore della scuola Faunistica Alpe Rosello in provincia di Brescia e penso, senza presunzione, abbia istruito ed educato la maggior parte dei conduttori cani da traccia della nostra Nazione. Potrei scrivere per giorni interi, montagne di parole, ma non riuscirei neppure minimamente a descrivere la grandezza di questo uomo e quanto lui abbia dato e fatto per il mondo venatorio e cinofilo italiano, anzi, potrei dire mondiale. Spero che l’eredità che lui ci ha lasciato non venga mai dimenticata e continui a essere un monito per tutto il mondo venatorio e cinofilo. Mi limito solo a fare una riflessione personale dettata da lui a riguardo della sua grandissima personalità: Fulvio l’ho conosciuto verso la fine degli anni ottanta, sono stato un suo allievo e ne sono orgoglioso, ma soprattutto per me è stato come un padre, un grandissimo amico che mi ha aiutato in momenti difficili della vita anche alcuni giorni prima di iniziare con la sua malattia. La sua scomparsa ha creato in me e nella mia famiglia un grandissimo vuoto che sarà difficile da alleviare. Lui con tutta la sua cultura, la sua sapienza e con tutta la sua intelligenza mi diceva sempre che in primis lui era un CACCIATORE. Fulvio sei stato un grandissimo maestro e mai dimenticheremo i tuoi insegnamenti. Weidmannsheil FULVIO Un tuo grandissimo amico CACCIATORE MAGGIORE VELOCITÀ IN MIRA PIÙ PRECISIONE DI TIRO CARABINA ARGO COMFORTECH 3 GRANDI TECNOLOGIE, 3 GRANDI VANTAGGI ARGO, CRIO e COMFORTECH®, 3 SISTEMI brevettati uniti nella nuova ARGO COMFORTECH® ARGO: bilanciamento e brandeggio ideale CRIO: assoluta precisione e resistenza all’usura COMFORTECH®: massima riduzione del rinculo e dell’impennamento ARGO COMFORTECH®: personalizzabile sulle esigenze del singolo cacciatore A.C.B. www.benelli.it 5 CONOSCERLI MEGLIO a cura di: Elvio Dal Pan LO JAGDTERRIER Le volpi hanno ormai raggiunto in Italia un numero di presenze tale da far temere il diffondersi di epidemie pericolose anche per l’uomo. (La Provincia di Belluno con le recenti epidemie di rabbia silvestre ne è purtroppo un esempio che ci tocca da vicino). La caccia a questo animale è diventata quindi, nel tempo, sempre più necessaria. I bassotti e soprattutto lo jagdterrier contribuiscono in maniera determinante a questo scopo laddove le tradizionali battute con i segugi devono interrompersi: lo jagd, nato cacciatore, è in grado di stanare la volpe dalla profondità delle sue tane sotterranee o addirittura di sopraffarla nel suo stesso ambiente e riportarla in superfice, contribuendo così in modo significativo all’opera di contenimento numerico di questo selvatico già intrapresa dall’uomo. Accanto poi all’utilizzo venatorio dello jagdterrier esiste un’attività sportiva consistente nella simulazione di tale tipo di 40% caccia tramite diversi tipi di prove che si svolgono sia per i terrier che per i bassotti con regolamenti pressochè identici. LE ORIGINI Le origini di questa razza sono piuttosto recenti e quindi abbastanza note. Si narra che al termine della prima guerra mondiale alcuni appassionati cacciatori tedeschi poterono acquistare a poco prezzo, a causa del colore non contemplato per la razza e quindi non iscritti al libro delle origini, un’intera cucciolata di fox terrier a pelo ruvido di colore nero focato. Su questi primi soggetti si basò la successiva sele- SCONTI Abbigliamento mimetico Sconto Tessera A.C.B. Prezzi ottimi su mangimi alta energia di Blandino Michael - LENTIAI - via Belluno, 79 - Tel. 0437 552370 6 zione dello jagd: furono effettuati incroci con welsh terrier, con pinscher e ancora con fox, ma la componente fondamentale della costruzione della razza è sicuramente costituita dai terrier da lavoro Inglesi come il patterdale e il fell terrier con i quali lo jagd condivide notevoli caratteristiche sia fisiche che psichiche. DISTRIBUZIONE DELLA RAZZA In Italia la razza è in discreta espansione, soprattutto negli ultimi anni, grazie a pochi ma appassionati allevatori che ne hanno continuato la riproduzione nonostante la scarsa diffusione che la caratterizzava sino alla metà degli anni ottanta. La qualità dei nostri jagd è andata lentamente migliorando grazie anche all’oculato utilizzo di sangue estero raggiungendo ai nostri giorni livelli ottimi, ma la Germania, madre dello jagdterrier, detiene ancora il primato della qualità di questo cane. In fase emergente appare oggi la Francia, che si è ottimamente strutturata a livello di Società Specializzata (J.C.d.F.) e ha regolamentato tutta l’attività legata allo jagd in modo veramente ammirevole. Nei paesi dell’est si distinguono sicura- mente l’Ungheria e l’ex Jugoslavia, quest’ultima soprattutto ha raggiunto uno standard qualitativo ottimo in entrambi i settori. LO STANDARD Nell’osservare questo cane la sensazione che si prova è quella di una costante determinazione unita a un coraggio indomabile. La sua personalità ricorda da vicino un altro terrier, il bull, nato per il combattimento contro i tori. Nello jagd sono poi ancora presenti quel temperamento e quella giusta aggressività che molte delle razze Terrier, ormai destinate a razze da “compagnia”, hanno con gli anni perso. Osserviamo i principali standart di razza. Corpo: Linea superiore diritta, con dorso potente, rettilineo non troppo corto. Regione lombare e sacrale molto muscolose. Torace cerchiato, non troppo largo. La coda è amputata a circa 1/3 della sua lunghezza, ad eccezione dei paesi aderenti alla F.C.I. con divieto legislativo del taglio della coda e delle orecchie. Il pelo è ruvido, semplice, duro e fitto, oppure liscio e vitreo. Questi, in linea generale e riassuntiva sono i dati tecnici, scritti, stampati e privi di vita, per gli appassionati di questa razza invece resta il compagno, l’amico, il brigante, il cacciatore: il deutscher jagdterrier (terrier da caccia tedesco). Comportamento e carattere: Coraggioso e accanito, sempre pronto al lavoro, tenace e costante, affidabile, socievole e conducibile, poco soggetto alle malattie. Testa: Il cranio è piatto e largo tra le orecchie. è più stretto tra gli occhi e discende senza stop pronunciato verso il muso che risulta un po’ più corto del cranio misurato dallo stop all’occipite. Il collo è potente, non troppo lungo, leggermente arcuato. BIBLIOGRAFIA Lo jagdterrier caccia e prove con i cani da tana, di Alessandro Valente Editoriale Olimpia PAGINA NUOVA 175x95,5 18-07-2012 19:12 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K 7 OTTICA a cura di: dott. Corrà Francesco Leica Sport Optics segna un altro passo avanti nella misurazione di perfezione ai fini venatori. I creatori del primo telemetro tascabile propongono oggi uno strumento in grado di adattarsi alle abitudini del cacciatore. Un software sofisticato e preciso, ma allo stesso tempo incredibilmente semplice da usare e capace di rispondere alle diverse esigenze di mira. Scopriamo tutti i vantaggi del nuovo telemetro Leica CRF 1600B Ogni cacciatore di selezione non può prescindere dal portare con sé uno strumento di misurazione preciso. Oggi esistono binotelemetri di altissima qualità e telemetri tascabili di altrettanta fattura, ma fino ad ora non avevamo avuto ancora la possibilità di provare un telemetro rivoluzionario per precisione, funzionalità e facilità di utilizzo. Che cos’ha di veramente incredibile il nuovo telemetro di Leica CRF 1600B? – è completo. Ogni cacciatore ha i suoi strumenti e soprattutto ha le sue abitudini. Il nuovo telemetro Leica non è soltanto uno strumento preciso, ma uno straordinario compagno di caccia che si adatta con facilità a ogni sistema di mira: alzo, clic e distanza corretta con l’angolo di sito. Ci sono cacciatori abituati da sempre a regolarsi con “l’alzo”, ed è vero che hanno le distanze memorizzate in testa o sulle loro tabelle balistiche, ma leggere l’alzo (corretto rispetto all’angolo di sito, ovviamente) in centimetri direttamente sul display del telemetro è senza dubbio molto più comodo. Al contrario, i nuovi cacciatori, sempre meno timorosi nel metter mano alle torrette, possono scegliere invece di visualizzare sul display il numero esatto di clic per spostare il reticolo in base alla distanza, anche qui corretta rispetto all’angolo. E infine, chi può prescindere dal conoscere “semplicemente” la distanza corretta con l’angolo di sito? Con la terza opzione, il nuovo CRF 1600-B, in tre decimi di secondo, presenta la distanza reale seguita dopo pochi istanti dalla distanza corretta con l’angolo di sito. Ecco cosa vuol dire strumento completo. 8 è il caso di dire che Leica ha aggiunto precisione alla precisione per soddisfare le esigenze dei cacciatori di oggi. Sono sempre di più i cacciatori che si spingono a tiri lunghi e difficili e la precisione della misurazione necessita di essere affiancata da informazioni più complete. è per questo motivo che il nuovo CRF 1600-B rileva in ogni sua misurazione la temperatura, la pressione atmosferica e l’angolo di sito e fonde questi dati in relazione alla palla utilizzata, per dare sempre e in ogni situazione la misura perfetta. Lo strumento mostra i dati su un display LED piccolo e molto nitido che cambia la sua intensità di illuminazione regolandosi automaticamente a seconda della luce esterna: in questo modo la lettura dei dati risulta sempre immediata e agevole. La comodità di lettura è data anche dal sistema intelligente che permette di visualizzare un solo dato alla volta in modo da evitare disturbo sulla visione del selvatico. La modalità scan permette la misurazione precisa anche in movimento. Il nuovo telemetro è un concentrato di tecnologia: un’ottica monoculare con 7x di ingrandimento e correzione diottrica integrata in un corpo leggero di soli 230 grammi. Si usa comodamente con una sola mano e riposto sta tranquillamente nel taschino. L’ottica è brillante e il contrasto perfetto. Lo strumento è totalmente impermeabile e la robustezza è una delle sue caratteristiche tecniche più importanti. Forse non tutti sanno che questo telemetro, come molti altri strumenti Leica Sport Optics viene assemblato nello storico stabilimento in Portogallo dove da decenni Leica produce binocoli e cannocchiali con standard e manodopera importati dalla sede centrale tedesca. La lunga e solida tradizione della produzione in Portogallo seguendo standard di altissima qualità sarà riconfermata a breve con la costruzione di un nuovo avveniristico stabilimento che pare sarà una vera e propria “mecca” della tecnologia al servizio dell’ottica di alta qualità. Staremo a vedere. Infine, cosa molto importante, lo strumento è accompagnato da un libretto di istruzioni semplice con addirittura uno schema riassuntivo contenuto solo in una pagina e che può stare comodamente in tasca. Solo due tasti per avere sotto controllo tutte le funzionalità e non dover perdere tempo e pazienza con eterne programmazioni. Un tasto rosso per passare tra i diversi menù e scegliere: unità di misura, curva balistica, taratura dell’arma e tipo di misurazione; un tasto nero per selezionare e avere velocemente il dato desiderato. Non manca nulla al nuovo telemetro Leica CRF 1600B, nemmeno un prezzo ragionevole. Lo trovate nelle migliori Armerie Rivenditori Leica Sport Optics al prezzo di Euro 745,00 Weidmannsheil! Nuovo CRF1600B – Esternamente identico al modello precedente, ma con un software completamente nuovo. 9 L’angolo del legale a cura di: Avv. Barbara Bastianon Gentili Lettori, mi è stato sottoposto dal Gent. mo Sandro Pelli, un Vostro quesito in merito alla responsabilità del cacciatore o dell’associazione venatoria che abbia installato un appostamento fisso, nel caso in cui un terzo vi acceda senza permesso e subisca dei danni. La responsabilità per danni a terzi dei costruttori degli appostamenti fissi o “altane” si individuano le zone idonee all’installazione delle cosiddette altane, autorizzandone la costituzione e il mantenimento. Nel caso della Provincia di Belluno, è il Piano faunistico provinciale 2009-2014 a definire i suddetti Va detto, innanzitutto, che la aspetti. L. 11 febbraio 1992, n. 157, contenente le “Norme per la Per quanto riguarda, più nelprotezione della fauna selvatica lo specifico, l’accessibilità dei omeoterma e per il prelievo vena- cacciatori e di terzi estranei alle torio.”, all’art. 5 prevede che “Le altane, invece, varie Province regioni emanano norme per l’au- tra le quali, tuttavia, al momentorizzazione degli appostamenti to non figura la nostra - si sono fissi, che le province rilasciano premurate di emanare dei regoin numero non superiore a quello lamenti dedicati appositamente rilasciato nell’annata venatoria all’esercizio venatorio negli ap1989-1990”, precisando poi postamenti fissi di caccia. che “L’accesso con armi proprie all’appostamento fisso con l’uso Tali regolamenti sono tutti struttudi richiami vivi è consentito uni- rati in modo assai simile tra loro, camente a coloro che hanno op- si prenda ad esempio il “Retato per la forma di caccia di cui golamento provinciale relativo all’articolo 12, comma 5, lettera all’esercizio venatorio negli apb). Oltre al titolare, possono ac- postamenti fissi di caccia” della cedere all’appostamento fisso le Provincia di Rimini. Esso, all’art. persone autorizzate dal titolare 12 (capo IV, sezione I) prevede medesimo. ” che “1.Il titolare di appostamento può chiedere l’inserimento è competenza delle province, nell’autorizzazione di nominativi poi, predisporre i piani faunisti- di sostituti che lo rappresentano co-venatori, all’interno dei quali quando è assente. 10 2. Il numero dei sostituti è così definito: a) Appostamenti di terra: massimo due sostituti; b) Appostamenti di terra serviti da laghetto, di acqua e per la caccia ai colombacci: massimo tre sostituti. 3. All’interno dell’appostamento possono esercitare l’attività venatoria cacciatori invitati con la obbligatoria presenza del titolare o di almeno un sostituto; è necessario che gli stessi abbiano optato per la medesima forma di caccia del titolare.” Ciò pare evidentemente escludere di per sé l’accessibilità da parte di terzi estranei non autorizzati, siano essi cacciatori o meno, alle altane installate sul territorio. Tuttavia, per ottenere con certezza e a priori un esonero di responsabilità per danni nei confronti dei terzi, si ritiene opportuno che il cacciatore autorizzato all’installazione dell’altana abbia cura di adottare ulteriori misure. La prima è posta in evidenza dal vademecum “Sicurezza a caccia”, pubblicato dal Comitato Nazionale Caccia e Natura; all’interno di tale documento, nel paragrafo specificamente dedicato alle altane, si può leggere che “se il territorio ove (l’altana) si trova è suscettibile di frequentazione da parte di non cacciatori, un cartello deve avvertire del suo utilizzo riservato alla caccia”(pag. 21). La seconda è contenuta nella Determinazione della Provincia di Treviso n. 3768/2012, avente ad oggetto il “Piano di eradicazione del cinghiale nel Zona Faunistica delle Alpi - biennio 2012/2014”; nell’allegato A a tale atto (“Attività per l’eradicazione del cinghiale dai punti sparo autorizzati dalla Provincia”) si evidenzia il punto 8), il quale dispone che “gli appostamenti “non naturali” - artefatti (altane o simili) - devono essere provvisti di cartelli visibili indicanti il divieto di accesso e la sollevazione di responsabilità per danni a cose o persone a seguito dell’utilizzo improprio dell’appostamento”. re che gli accorgimenti suddetti possano assumere il carattere di regole di condotta generali. In tal modo, infatti, si ricaverebbero delle regole di comportamento che ciascun cacciatore può seguire allo scopo di non incorrere in responsabilità verso terzi nel caso di danni derivati a questi dall’accesso non autorizzato Pur in assenza di provvedimenti all’appostamento fisso installato. sul piano nazionale o regionale che impongano tali comporta- In altre parole, non si richiede menti a tutti coloro che esercita- che il cacciatore chiuda con un no l’arte venatoria mediante il lucchetto l’altana o, tanto meno, ricorso alle altane, si può ritene- vigili costantemente su di essa per impedire l’accesso ai terzi non autorizzati: è sufficiente, invece, ma necessario, che egli si premuri di segnalare diligentemente, mediante affissione in luogo visibile degli appositi cartelli, lo scopo esclusivamente venatorio dell’installazione e il correlato divieto di accesso ai soggetti non autorizzati, precisando altresì il proprio esonero dalla responsabilità per danni di qualsivoglia genere, occorsi a persone o cose in seguito ad utilizzo improprio e/o non autorizzato dell’altana. TAPPARELLE PERGOTEGOLE - TENDE DA SOLE TENDE TECNICHE - TENDE DA INTERNI - ZANZARIERE Residence le Torri - FELTRE (BL) Tel. 0439 302435 Via Nazionale - IMER di Primiero Cell. 393 9114245 11 L’ultima crociata per salvare l’umanità: i proiettili senza piombo a cura di: Nani Cadorin è partita una campagna, a colpi di sentenze dei vari TAR, per bandire l’uso di munizioni per armi rigate con proiettili contenenti piombo, onde evitare un insopportabile inquinamento del pianeta. Come tutte le cose di questo mondo, in caso di successo, essa avrà effetti benefici o fastidiosi. Scartiamo come primo effetto quello di rompere i cosiddetti ai cacciatori: sarà sicuramente raggiunto e, anche se questo era lo scopo dell’iniziativa, essendo benefico per i proponenti e fastidioso per i cacciatori, non può essere classificato in nessuna delle due categorie sopra citate. Parliamo della riduzione dell’inquinamento, scopo dell’iniziativa, senz’altro tanto più lodevole quanto maggiori sono gli effetti sulla salute dell’Umanità. Si può considerare che i proiettili per carabina dei calibri usati per la caccia in provincia di Belluno, e senza troppe eccezioni nel resto dell’Italia, contenga mediamente 9 grammi di piombo. Limitiamoci alla Provincia di Belluno (36.000 Kmq di superficie) in cui l’anno scorso sono stati abbattuti 3.400 12 esemplari di ungulati vari. Si sa che i cacciatori non sono tiratori infallibili, anzi: consideriamo che per ogni capo abbattuto non sia stato sparato solamente un colpo, ma una media di cinque; questo vuol dire che il territorio della provincia è stato inquinato da ben 17.000 proiettili da 9 grammi, cioè da ben 153 Kg di piombo. La caccia non può essere esercitata su tutta la superficie della Provincia, ma data la conformazione del territorio si può pensare che l’area utile sia almeno un terzo, cioè12.000 Kmq. L’inquinamento per Kmq sarà quindi 153/ 12.000 cioè 12,7 grammi/ Kmq, e dato che 1 Kmq equivale ad un milione di metri quadrati, il piombo disperso sarà 12,7 milionesimi di grammo per metro quadrato. Si potrebbe cominciare a pensare se questa concentrazione possa rappresentare un serio pericolo per l’umanità: ma prima di concludere va osservato che per inquinare il piombo metallico deve trasformarsi in qualcosa di solubile, consumando il metallo iniziale. Se ricordiamo che i collezionisti ed appassionati di sto- ria delle armi si recano talvolta a Solferino, dove nel 1869 si svolse una delle più cruente battaglie dell’800, e là durante il periodo dell’aratura ritrovano i proiettili esplosi allora (roba da 35 0 40 grammi!) ancora in perfetto stato, vien da pensare che i nostri miseri 12,7 milionesimi di grammo di piombo ci metteranno un bel po’ a sciogliersi nel terreno inquinandolo: probabilmente non esiste ancora una strumentazione capace di misurare un simile inquinamento. è quindi senz’altro essenziale eliminare questo inquinamento, per il bene dell’umanità. Un secondo effetto benefico, stavolta a vantaggio di un ristretto numero di produttori di munizioni, è che per produrre i proiettili senza piombo non occorre la complicata attrezzatura necessaria per formare la camicia esterna in tombacco, colarci dentro il piombo nella esatta quantità od inserirvi il nucleo ricavato da un filo di piombo che viene poi pressato, infine sagomare la punta ogivale del proiettile: la munizione senza piombo si ricava dalla barra tonda di tombacco, trafilata al diametro del proiettile, con una serie di operazioni che un tornio a controllo numerico è in grado di eseguire in qualche secondo: il passaggio dalla produzione di un calibro a quella di un altro richiede solo la sostituzione della barra e del dischetto contenente il programma per il tornio numerico. Se si aggiunge a questa semplificazione (e riduzione del costo) di produzione il fatto che i proiettili di tombacco oggi vengono venduti ad un prezzo che si avvicina al doppio del prezzo dei comuni proiettili in piombo incamiciato, prezzo destinato ad aumentare non appena l’uso dei nuovi proiettili fosse ovunque obbligatorio per legge, si capisce come l’iniziativa sia altamente benefica per i produttori di munizioni. Questo stesso aumento dei prezzi delle munizioni e dei proiettili sciolti per chi pratica la ricarica è però solo il primo effetto fastidioso per i cacciatori. Un altro ben più importante effetto, che coinvolge sia i cacciatori che la selvaggina, è quello legato alla maggiore solidità dei proiettili in tombacco: questo riduce la possibilità che il proiettile si deformi e si espanda all’urto, ed aumenta le possibilità di ferite non immediatamente mortali: anche se l’animale colpito riporterà una ferita che risulterà mortale nel tempo, condannandolo ad una lenta agonia. Però il capo non ritrovato morto autorizzerà il cacciatore ad un secondo abbattimento, e quindi aumenterà il numero degli animali uccisi…. Un secondo effetto fastidioso è legato al fatto che il peso specifico del tombacco. (8,14 grammi/ cmc) è parecchio inferiore a quello del piombo (11,36 grammi/ cmc); di conseguenza un proiettile in tombacco risulterà parec- chio più lungo di un proiettile in piombo. Una prima conseguenza è che non tutte le carabine esistenti riusciranno a stabilizzare i nuovi proiettili lungo la traiettoria, dato che un proiettile più lungo richiede una rotazione più veloce per stabilizzarsi, e che per una stessa munizione e proiettili dello stesso peso la velocità del proiettile e quindi la sua velocità di rotazione alla volata sono quelle che sono, legate al passo della rigatura della canna. Una stessa canna potrà stabilizzare i proiettili ma non oltre una certa lunghezza. Rimedio? Aumentare la velocità del proiettile; ma le munizioni oggi sono al limite delle pressioni consentite per i vari calibri, e le armi sono costruite per resistere in sicurezza a quelle pressioni; è vero, molte armi moderne sono costruite con criteri di robustezza che sono eccessivi rispetto alle munizioni che sparano, specie se si tratta di calibri ancora validissimi ma nati cent’anni fa, le cui pressioni sono adeguate alle armi di quel tempo: ma questo offre una chance solo ai ricaricatori esperti, che possiedano un calibro come un 7 od un 8 x 57, un 303 British, un 30/06 o magari un 6,5 x 54 Mannlicher: una minoranza. Gli altri si troveranno nella necessità di usare proiettili di peso inferiore (se disponibili...) e magari non adeguati al tipo di selvaggina che intendono cacciare. Conseguenze? Non poche carabine rese praticamente inutilizzabili, e quindi non commerciabili: cosa non gradita al cacciatore che ne possiede, ma ancora più all’armaiolo che ne ha in vetrina, per non parlare del produttore che oltre ad aver in magazzino armi di difficile smercio, dovrà adattare il proprio ciclo produttivo per mettere in commercio armi col passo più corto in grado di stabilizzare i nuovi proiettili Un terzo effetto fastidioso dipende anch’esso dalla differente lunghezza dei due tipi di proiettile: ad esempio, due proiettili da 7mm, peso 140 grani differiranno per circa 8 mm. Nella cartuccia quindi il proiettile sporgerà o verso l’interno del bossolo, o verso la canna. Nel primo caso si riduce il volume del bossolo utile per contenere la carica, e siccome le cariche moderne sono dosate per sfruttare al massimo il volume del bossolo, occorrerà ridurre la carica (e quindi la velocità, a scapito della stabilità) oppure fare sporgere il proiettile verso la canna. Ma nelle camere di cartuccia normalmente è prevista una certa distanza prima che il proiettile impegni la rigatura, per evitare che le pressioni necessarie a muovere il proiettile lungo il colletto del bossolo si sommino a quelle per forzare il proiettile nella rigatura, e le conseguenti sovrapressioni nel momento iniziale dello sparo. Per evitare effetti sgradevoli, occorre accettare un’arma con prestazioni inferiori (carica o peso palla ridotti), e quindi con valore commerciale inferiore nel caso si decidesse di liberarsene. Situazione non rosea, come si vede: l’unica speranza è che le rimostranze per vari motivi di tutto il settore armiero convinca giudici e legislatori a valutare la reale inesistente efficacia nella riduzione dell’inquinamento e, per una volta, a comportarsi secondo logica. 13 L’angolo del veterinario a cura di: Dott. ssa Patrizia Bragagna REAZIONI AVVERSE AL CIBO NEL CANE: allergia o intolleranza alimentare? In questi ultimi anni nel cane, come nell’uomo, abbiamo assistito ad un crescente aumento di casi di reazioni avverse al cibo, sia su base immunologica (ipersensibilità al cibo e allergie alimentari), sia su base non immunogena, le cosiddette intolleranze alimentari (idiosincrasia alimentare, avvelenamento alimentare, reazioni farmacologiche al cibo, errori alimentari). I fattori che entrano in gioco nella determinazione di queste patologie sono: gli agenti aggressivi che giungono nel lume intestinale (dieta, virus, batteri, parassiti), le alterazioni della permeabilità dei villi intestinali e le alterazioni delle difese immunitarie normalmente presenti nella sottomucosa intestinale stessa. Poiché le intolleranze alimentari mimano i sintomi delle allergie alimentari, è pressoché impossibile differenziarle clinicamente e proprio per questo viene usato il termine riassuntivo di reazioni avverse al cibo (RAC). Possono coinvolgere diversi apparati, da soli o in associazione. Generalmente interessano la cute (sotto forma di prurito, alopecia, eritema, ecc) e l’apparato digerente (vomito, diarrea, movimenti intestinali). 14 Per intolleranza alimentare si intende una reazione anormale negativa ma fisiologica e quindi non immunitaria dell’organismo, che si manifesta con difficoltà più o meno gravi nel digerire o metabolizzare un alimento o un additivo in esso contenuto. è importante sottolineare che il cane può ingerire per lungo tempo un alimento senza manifestare alcun sintomo, poiché la sensibilizzazione è sempre preceduta da un lungo periodo latente. La gravità dei sintomi è correlata alla quantità dell’ingrediente responsabile che viene assunta. Un esempio molto diffuso per il cane è l’intolleranza al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte, che determina una diarrea osmotica causata da una deficienza relativa dell’enzima lattasi associata a processi infiammatori del tratto gastro-intestinale oppure al consumo di una eccessiva quantità di latte rispetto alle capacità digestive (es. somministrazione di latte di altre specie nei cuccioli). Per allergia alimentare (o ipersensibilità alimentare) si intende invece una più o meno rapida ed esagerata reazione patologica del sistema immunitario nei confronti di un alimento o di un additivo in esso contenuto. A causa di alcuni squilibri del funzionamento del sistema immunitario, può accadere che l’organismo consideri queste sostanze come estranee e pericolose e metta in atto meccanismi in grado di eliminarle. Rappresenta circa il 5% di tutte le dermatosi del cane, e tra il 10 – 15 % delle malattie allergiche non stagionali. L’incidenza è maggiore nei cani affetti già da altre malattie allergiche. La maggior parte dei casi di ipersensibilità e allergia alimentare nel cane sono provocati da proteine e gli alimenti più a rischio sono: manzo, pollo, formaggi, latte vaccino, uova, soia. Nonostante tutte le proteine alimentari siano da considerarsi potenzialmente allergizzanti, solo una piccola componente del contenuto totale proteico lo è. Nell’uomo, per esempio, sono state individuate perlopiù in glicoproteine di basso peso molecolare. Solitamente il cane reagisce a più elementi della dieta dello stesso gruppo proteico: troviamo così cani allergici a diverse proteine di origine animale e altri solamente a quelle di origine vegetale. Gli additivi quali conservanti e coloranti possono contribuire allo scatenarsi di un’allergia se l’animale è predisposto. A seconda di dove ha luogo la reazione di ipersensibilità e da quanti anticorpi e linfociti sono coinvolti, le conseguenze possono variare da episodi improvvisi, pericolosi per la vita del cane, a episodi ritardati che provocano infiammazione in una sola parte del corpo. sintomi spia che possono far pensare a una reazione avversa al cibo sono molteplici e riguardano vari apparati: Apparato cutaneo: prurito non stagionale, eritemi, lesioni epidermiche alla base o all’interno dell’orecchio e sul collo, irritazione nella zona perianale, arrossamento, edema, alopecia, prurito. Bisogna fare attenzione: alcune sostanze presenti nei prodotti usati per il trattamento delle orecchie possono causare allergia. Apparato gastro-intestinale: vomito, diarrea, flatulenza, meteorismo, frequenti eruttazioni e singhiozzi, coliti, fenomeni di malassorbimento, tenesmo, stipsi alternata a diarrea con presenza di muco nelle feci. La presenza di tre evacuazioni al dì in un cane con forte prurito deve mettere in sospetto il proprietario nei riguardi di questa patologia. Più difficile risulta sospettarla in caso di sintomi gastro-intestinali a carattere cronico, intermittente o addirittura sporadico particolarmente presente in cani con predisposizione familiare. Apparato respiratorio: riniti, sinusiti, sindromi simil-asmatiche ricorrenti con mancanza del respiro, tosse. Apparato oculo-congiuntivale: congiuntiviti ricorrenti, frequenti lacrimazioni Apparato urogenitale: cistiti ricorrenti (anche se capita più spesso nel gatto), urinazioni frequenti Sistema nervoso centrale: fenomeni di iperattività, sbalzi di umore, crisi epilettiche, generale tendenza ad ingrassare (accompagnata da notevole gonfiore addominale), tendenza a non assimilare (accompagnata da fenomeni di coliti frequenti), affaticamento precoce. A livello sistemico: significativa perdita di peso legata a proteinodispersione intestinale da aumento della permeabilità dell’intestino stesso, shock anafilattico. La possibile insorgenza avviene a qualsiasi età, dai 4 mesi ai 12 anni, ma prevalentemente prima dell’anno di età. Fra le razze di cane più sensibili alle allergie e alle intolleranze alimentari troviamo: Pastore Tedesco, Dalmata, Labrador e Golden Retriever, Boxer, Cocker Spaniel, Westhighland White Terrier, Setter Irlandese ma anche molti incroci. La diagnosi. Nei nostri animali gli esami del sangue non riescono ad individuare l’esatta sostanza che determina allergia alimentare: non c’è sufficiente correlazione tra i risultati delle prove allergologiche su sangue e la reale risposta dell’organismo verso un allergene alimentare. Per questo motivo nel cane, ma anche nel gatto, l’unico modo per ottenere una diagnosi certa di allergia alimentare è somministrare una dieta che sia libera al 100% da sostanze verso le quali l’animale può avere sviluppato l’allergia o l’intolleranza stessa, cioè libera al 100% da sostanze delle quali il nostro animale si è sempre (o spesso) nutrito. Questa dieta viene chiamata in vari modi, che possiamo considerare tutti sinonimi. Essi sono: dieta sottrattiva, dieta ad eliminazione, dieta privativa, dieta ipoallergenica. La dieta ad eliminazione può essere comprata nei negozi (dieta ad eliminazione commerciale) o fatta in casa (dieta ad eliminazione casalinga). Esistono diete ipoallergeniche commerciali formulate appositamente per fornire all’animale una fonte alimentare alla quale il cane o il gatto difficilmente può essere allergico (ad esempio: agnello + orzo, cavallo + patate, cervo + patate) ed esistono inoltre, diete ipoallergeniche formulate con alimenti comuni quali il pollo, trattati però in modo da non poter essere assolutamente allergenici: in questo caso si chiamano diete a base di idrolisati proteici. Per alleviare i sintomi nell’immediato, una possibile soluzione è rappresentata dall’utilizzo di brevi cicli di glucocorticoidi (secondo necessità nel corso della dieta) o antistaminici per via orale. è utile anche associare prodotti come integratori nella dieta a base di vitamina E, zinco, biotina ed acidi grassi essenziali Omega 6 e Omega 3, sostanze antinfiammatorie naturali. In presenza poi di prurito molto intenso si consiglia di associare una terapia topica con bagni ipoallergizzanti e dermoprotettivi per riequilibrare la barriera cutanea. è bene ricordare che sia parassiti intestinali che la presenza di batteri patogeni nel piccolo intestino possono essere sia cause di enteropatie croniche, sia predisporre il paziente ad allergia alimentare. Pertanto si consiglia l’adozione di una terapia antiparassitaria ad ampio spettro ed antibiotica. 15 E continuiamo a dire che dobbiamo crescere… di Daniele Saviane Confini……. Nell’era della globalizzazione, del superamento da parte degli Stati dei confini, dell’accoglienza delle etnie diverse, per noi cacciatori non è cambiato nulla. Tutti sono fermi sulle proprie posizioni, a difendere con i denti il proprio orticello, non accorgendoci che ci stanno levando anche la terra da sotto le unghie. Sono socio e presidente della RAC di Puos d’Alpago che, per territorio, è una delle più piccole della provincia di Belluno,incastrata fra le altre quattro Riserve dell’Alpago e sicuramente fra le più antropizzate. Il territorio cacciabile si riduce ogni anno, al contrario della selvaggina, ben presente nella nostra riserva in particolar modo il cervo. Tutto bene quindi, si direbbe. Sotto certi aspetti si, vedi anche la recente collaborazione con la RAC di Farra per la costruzione di un nuovo centro per il conferimento della selvaggina. Essendo la RAC di Puos priva di montagne e grandi spazi,capita di frequente di cacciare a confine con le altre riserve. Da un paio d’anni si verificano spiacevoli comportamenti da parte di alcuni soci della limitrofa riserva di Pieve d’Alpago. In particolare lo scorso anno un nostro cacciatore che si recava in posta al cervo è stato disturbato da diversi colpi di fucile ad anima liscia sparati da un socio della Riserva di Pieve non si è capito bene a che cosa… Sia nella passata stagione che in questa è usanza di alcuni soci della vicina riserva andare a controllare il punto esatto di abbattimento degli ungulati lungo tutto il confine (confine che poi è il greto di un torrente) che questo non si sia verificato nel loro territorio e gli sia stato rubato qualcosa! Signori cerchiamo di essere seri, i problemi che affliggono la caccia sono ben altri che controllare il metro di terra sul confine. La recente sospensione del calendario venatorio ne è un esempio. La guerra fra poveri non ci porta da nessuna parte. Non vergogniamoci di essere cacciatori, cerchiamo di rimanere uniti per salvaguardare i nostri diritti, il mondo ci guarda e, come sappiamo, non tutti approvano la nostra passione. L’intento di questa missiva non è creare polemica. Io in prima persona e tutti i soci della Riserva di Puos siamo stati e siamo tuttora pronti a dare il nostro contributo per migliorare il rapporto fra tutti i cacciatori. Evitiamo dunque comportamenti poco consoni alla Caccia. Loc. Campagna, 2 - 32027 Taibon Agordino (BL) Tel. 329 1086255 • Fax: 0437 643238 • E-mail: [email protected] 16 FORAGGIAMENTO: UN’ESIGENZA GESTIONALE? a cura di: dott. Umberto Zamboni La foto sopra riportata, recentemente inviata da una Riserva (la data di scatto è del 19/10/2012) dove si realizza un prelievo di caprioli pari a 10 capi per 100 ettari, è spunto per una riflessione, peraltro sollecitata dall’invio provocatorio della foto, sul foraggiamento, in questo caso evidente anche fuori dal periodo strettamente invernale. Chi ha qualche esperienza diretta di gestione e osservazione di caprioli, denota come i due soggetti presenti nella foto sono in modo evidente per muta, dimensioni e aspetto generale, da considerarsi soggetti scadenti che rientrano nei criteri del prelievo sanitario o selettivo, come viene comunemente definito. Gli animali debilitati o feriti sono certamente i più assidui frequentatori del luoghi di pasturazione rispetto ad animali in buona salute. Ciò consente, come nel caso se- gnalato dalla foto, una loro individuazione, un’attenta valutazione ed un eventuale prelievo. Sotto questo profilo, squisitamente opportunistico della gestione di una popolazione di capriolo, i punti di foraggiamento sono indubbiamente vantaggiosi. Il foraggiamento, infatti, in sistemi gestionali dove la fauna assume valore economico per utilizzo venatorio che ricreativo, è già da anni entrato nella normale prassi ed è un’attività normata con specifiche discipline che considerano anche parametri ambientali e valori etici. I nuovi concetti gestionali di una popolazione selvatica sintetizzano nella MPS (massima produzione sostenibile) l’obbiettivo complessivo, richiamandosi però ad una visione ecosistemica più completa, riducendo o eliminando gli interventi artificiosi. Certo che però nella concezione comune viene considerata attività qualificante e meritoria un intervento di predisposizione di campetti di foraggiamento o colture a perdere e il cacciatore autore è un benemerito, mentre un apporto di granaglie come quello della foto è spesso contestato o addirittura considerato come adescamento, e vietato. Peraltro i risultati e gli obbiettivi dei due differenti interventi e l’incidenza sulla popolazione è la stessa. Quello che è da rimarcare è che essendo comunque un’azione gestionale non può essere lasciata all’iniziativa dei singoli, ma deve essere compresa in una strategia adottata dalla struttura gestionale competente per territorio, sia Distretto o Riserva o AFV. Il pericolo, come sempre succede nel nostro Paese, è che si proceda con norme legislative e conseguenti sanzioni, con tutte le prerogative negative conseguenti. Per questo il foraggiamento deve far parte di una disciplina etica che consente all’ente territoriale cui compete l’attività venatoria di stabilire periodi, modalità e utilizzo ai fini del prelievo delle strutture e punti di foraggiamento. Tale disciplina potrà essere opportunamente comunicata ed i punti eventualmente resi disponibili durante l’anno anche ad altri fruitori dell’ambiente e della fauna, dando così riscontro dell’attività gestionale. 17 L’arte della tassidermia a cura di: Elvio Dal Pan Come preparare ed imbalsamare gli animali Cura, preparazione e mantenimento delle spoglie e delle pelli da indirizzare alla preparazione tassidermistica. Prima di illustrare le fasi della preparazione vera e propria, ritengo sia importantissimo parlare di come sia necessario trattare con particolare cura le spoglie degli animali (in particolar modo uccelli) che saranno poi avviati ad una eventuale preparazione. Infatti, per un’ottima riuscita del lavoro, molto dipenderà da com’è stato trattato l’animale dal momento della sua morte all’arrivo nelle mani del tassidermista. Se l’animale è morto di morte naturale e non ha ferite d’arma da fuoco o traumi vari, sarà sufficiente conservarlo in luogo fresco e consegnarlo al più presto al tassidermista. Nell’impossibilità di farlo entro qualche giorno, si dovrà provvedere al suo congelamento; in questo caso saranno necessari alcuni semplici ma utili accorgimenti soprattutto se si tratta di uccelli. Le piume, infatti, se piegate o stropicciate e poi congelate difficilmente riprenderanno Fig. 1 18 2aa parte con facilità il loro aspetto naturale; bisognerà quindi aver cura di lisciare l’animale per il verso delle penne sistemandole con cura nel loro aspetto naturale. L’uccello sarà poi adagiato di schiena sopra un cartoncino rigido e posto nel congelatore (fig. 1). Una volta congelato, con le penne perfettamente integre e naturali, potremo porlo in un sacchetto di carta o meglio ancora in una scatola e lasciarlo in congelatore dove, così trattato, potrà rimanere anche per anni. Purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, gli animali destinati all’imbalsamazione sono soggetti provenienti da cacciatori o morti a causa di traumi vari, in questi casi il trattamento prima della consegna al tassidermista dovrà essere adeguato alle loro condizioni a volte piuttosto critiche. Diciamo innanzitutto che se l’animale è in condizioni disastrose possiamo tranquillamente risparmiarci il viaggio dal tassidermista poiché sarà lui stesso a rifiutare il lavoro se le condizioni del soggetto non saranno tali da garantire la buona riuscita della preparazione, se quindi, dopo l’abbattimento o il ritrovamento di un animale sarà nostra intenzione avviarlo verso un laboratorio di tassidermia, dovremo attenerci da subito a delle semplici ma basilari regole. La prima cosa da non fare, che purtroppo molti fanno, è quella di mettere l’animale nella cacciatora, magari insieme ad altri, e li lasciarlo per l’intera giornata, con il pessimo risultato di toglierlo la sera lordo di sangue, suo e degli altri animali , sporco e con le penne tutte stropicciate. Questo costringerà il tassidermista ad un lungo e fastidioso trattamento di pulitura e sistemazione del soggetto prima di iniziare la preparazione la quale avrà sempre e comunque da rimetterci da un simile trattamento per quanto ben fatto, oltre naturalmente ad incidere sul costo finale della preparazione. La prima cosa da fare appena avremo in mano il soggetto, sarà di assicurarci che non sussistano ferite che potrebbero compromettere o complicare il lavoro del preparatore non consentendo una buona riuscita dell’esito finale, crani fracassati, ossa delle zampe rotte e sporgenti, grosse lacerazioni della pelle, abbondanza di sangue su tutto il corpo ecc. Se presenti, saranno sicuramente deleterie in fase di preparazione e quindi sarà il caso di valutare immediatamente se sarà il caso di spendere dei soldi o di avviarlo, insieme agli altri, verso la padella. Nel caso si dovesse scegliere la prima soluzione, dovremo aver cura prima di tutto di tamponare qualsiasi fuoriuscita di sangue o di umori vari dall’intestino o dal becco, cercheremo quindi di individuare per quanto possibile i fori dei pallini e cercheremo quindi di tamponarli con del cotone o della carta assorbente del tipo fazzoletti usa e getta. Con lo stesso materiale andremo anche a tamponare l’intestino attraverso il foro anale e la gola attraverso il becco, evitando così la fuoriuscita di sangue o materiale organico. Una volta eseguite queste semplici operazioni, dovremo aver cura di avvolgere il soggetto in un foglio di giornale o meglio ancora di cartoncino dopo aver sistemato con cura le penne e aver ripiegato la testa sotto ad un’ala e di riporlo in un luogo appartato e se possibile fresco sino a quando non potremo curarcene con più calma (fig. 1). Dobbiamo anche ricordarci che nelle stagioni calde, eventuali uova di mosche deposte nelle ferite si schiudono nel giro di poche ore con i risultati che ben conosciamo, è quindi inutile dire che prima lo consegneremo alle cure di un tassidermista o al gelo di un congelatore, meglio sarà. Per quanto riguarda i mammiferi, le operazioni sono un po’ meno complesse dato che la pelle, come vedremo in seguito, dovrà essere sottoposta al trattamento di conciatura e che in ogni caso togliere sporcizia Fig. 3 e sangue dal pelo è molto più semplice che farlo dalle piume. Anche in questo caso però sarà utile attenersi ad alcune semplici regole. Se la pelle è in buono stato e l’animale è di piccola taglia, possiamo semplicemente riporlo in un congelatore in attesa di consegnarlo al tassidermista, in questo caso, ossa e crani rotti in genere non sono un problema perché ormai quasi tutti i tassidermisti sono orientati a montare la pelle su manichini preconfezionati eliminando così tutte le ossa. Se invece l’animale è di grossa taglia, la cosa diventa un po’ più complicata. Converrete con me che infilare un ungulato intero in un congelatore sarebbe cosa alquanto problematica, Fig. 2 non solo per l’assoluta avversione delle consorti, da sempre convinte che da quelle parti ci debbano entrare solo le verdure e le fettine di vitello, ma anche e soprattutto per una mera questione di spazi e volumi. In genere gli ungulati che sono preparati interi sono consegnati al tassidermista, il quale provvede personalmente alla scuoiatura dell’animale poiché si tratta di operazione alquanto complessa perché ogni tassidermista a un suo metodo personale che meglio si adatta al tipo di montaggio che andrà poi ad effettuare in fase di preparazione del soggetto. Nella grande maggioranza dei casi, i cacciatori preferiscono imbalsamare solo testa e busto degli ungulati, in questo caso sarà opportuno scuoiare l’animale sino al collo e dopo aver staccato la testa dal busto, consegnare il tutto al tassidermista che, dopo aver completato la scuoiatura della testa, tratterrà la pelle a lui necessaria per il montaggio. Se questo per vari motivi non fosse possibile e non ci sia la possibilità di congelare il tutto dovremo provvedere noi stessi a togliere la pelle agendo nel seguente modo: L’incisione dovrà essere fatta sempre lungo la spina dorsale (fig. 2) per animali con le corna, e non dovrà essere fatta per niente per animali senza corna poiché tutto il cranio passerà per l’apertura del collo stesso. Dovremo poi usare la massima cautela nel togliere la pelle dalla testa evitando di rovinarla con lacerazioni che comporterebbero delle inevitabili e per quanto ben fatte, antiestetiche cuciture in fase di montaggio. Il taglio circonferenziale del collo, dovrà essere fatto all’altezza del petto o, meglio ancora se possibile, all’altezza dell’ultima costola (fig. 3) meglio abbondare in pelle che essere parsimoniosi, eviteremo così di dover “ammirare” certe preparazioni che in certi casi sembrano essere passate non per un laboratorio di tassidermia ma per un patibolo munito di ghigliottina. Una volta tolta la pelle, il cranio con le corna potrà anche essere bollito e pulito prima di essere consegnato al tassidermista insieme alla pelle, la quale, sino a quel momento potrà essere conservata sia salata che in congelatore. Se si preferirà la prima soluzione, sarà sufficiente cospargere abbondantemente la pelle nel lato carne con sale grosso da cucina e riporla in luogo fresco e asciutto, così trattata si conserverà anche per parecchie settimane fino alla consegna che dovrà comunque essere effettuata nel minor tempo possibile. 19 passeggiando nel bosco Tratto da “Guarire con le Erbe” Fratelli Melita Editore ATTENZIONE!!! Prima di utilizzare qualsiasi pianta medicinale, si leggano attentamente le eventuali avvertenze contenute nella loro trattazione. Un loro cattivo impiego può causare seri inconvenienti. Talune piante, o loro parti o sostanze da esse ricavate, possono essere addirittura tossiche o velenose. In ogni caso nell’incertezza si ricorra al consiglio di una persona qualificata. DESCRIZIONE: dotata di rizoma la bistorta ha fusto eretto, non ramificato, dotato di nodi. Le foglie basali si presentano picciolate, lanceolate-oblunghe, di dimensioni maggiori rispetto alle superiori. Sono verdi nella pagina superiore e glauche in quella inferiore. I fiori rosa carnicino sono disposti in spighe, fiorisce in primavera-estate. La pianta può raggiungere il metro di altezza. HABITAT: infestante dei pascoli e dei prati, ama i luoghi umidi. Frequente nelle regioni alpine ed appenniniche. RACCOLTA: si utilizza il grosso rizoma ricurvo raccolto in autunno pulito ed affettato per favorirne l’essiccazione al sole. AVVERTENZE: evitare di porre la bistorta a contatto di recipienti in ferro. 20 BISTORTA Polygonum bistorta Questa pianta, dalla caratteristica radice ricurva che le ha guadagnato il nome di bistorta, è comune nei luoghi umidi e paludosi della collina al monte. La pianta contiene tannini, amidi, acido ossalico e gallico ecc. Le sue proprietà sono astringenti, toniche, vulnerarie per cui viene impiegata nelle diarree, nelle perdite bianche delle donne, nelle emorroidi, nelle piaghe. Per combattere la diarrea si consiglia l’impiego del clistere confezionato con 30 g. di rizoma fatto bollire per 5 minuti in 1 lt. d’acqua. Si lascia riposare per un decina di minuti, si filtra e si utilizza nella dose di 150-200 ml. Nel caso di emorroidi si fanno bollire 50g. di risoma per una decina di minuti in 1 lt. d’acqua, si lascia intiepidire e si fanno ripetuti lavaggi nel corso della giornata. Il potere astringente della pianta la rende utile anche per lavare e curare piaghe, escoriazioni e ferite superficiali. Anche in questo caso si utilizza il decotto facendo bollire 20 g. di rizoma per 10 minuti in 1 lt. d’acqua. Dopo aver filtrato si lavano le ferite col liquido o si applicano sulla parte malata compresse imbevute dello stesso. La bistorta non conosce particolari impieghi culinari, benché talvolta i germogli cotti possono in piccole dosi arricchire con il loro sapore piccante le verdure. Il decotto di bistorta (una manciata di rizoma essiccato fatto bollire 20 minuti in 1 lt. d’acqua) può essere utilizzato saltuariamente per lavaggi al viso da chi soffre di pelle grassa. La bistorta contiene un’elevata quantità di tannini che la rendono particolarmente utile in caso di diarree e di emorragie. Un tempo la pianta veniva impiegata anche nella lotta delle malattie polmonari ed in particolar modo come tonico preventivo della tubercolosi. PREPARAZIONE: 10 minuti DIFFICOLTà: bassa ricetta: di AMEDEO SANDRI Tratto dal volume “La selvaggina del Veneto nel piatto” Terra Ferma Edizioni Tartare di capriolo alla senape foto di: Cristiano Bulegato Ingredienti per 6 persone 400 g di polpa magra di capriolo tritata 2 volte 1 cucchiaino di capperi sottaceto 1/2 cucchiaino di scalogno tritato 1/2 cucchiaino di prezzemolo tritato 1 cucchiaio di succo di limone erba cipollina salsa Worcester 1 cucchiaino di senape dolce 6 o 12 fette tostate di pane tipo baguette 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva sale e pepe Preparazione Ponete in una terrina la carne di capriolo tritata e conditela con i capperi tritati, lo scalogno e il prezzemolo, la senape, un’abbondante macinata di pepe, una spruzzata di salsa Worcester, il succo di limone e l’olio. • Aggiustate di sale e amalgamate bene; formate con il composto sei dischi regolari, aiutandovi con un coppapasta e adagiateli su altrettanti piatti freddi. • Guarnite ciascun piatto con un crostino di pane, un filo d’olio e poca erba cipollina tagliuzzata. Centro Carni Gazzi di Gazzi Fabrizio Via Pedemontana, 20 SORANZEN di Cesiomaggiore (BL) Tel. 0439 438161 - Cell. 328 9349009 21 IL PORTO D´ARMI SCADRà AL COMPLEANNO Tratto da www.armietiro.it Il decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, ha stabilito che i documenti di identità e di riconoscimento, tra i quali figura il Porto d’armi, scadranno in futuro il giorno del compleanno del titolare. Per i titoli attualmente in vigore, la durata è prorogata automaticamente alla data di nascita immediatamente successiva alla scadenza naturale prevista in origine. Questa disposizione è stata ribadita dalla circolare della presidenza del consiglio dei ministri del 20 luglio 2012, n. 7, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 207 del 5 settembre 2012. Tesseramento 2012/13 - risultati I dati non sono ancora definitivi in quanto mancano dei riscontri con i versamenti postali. Siamo comunque molto soddisfatti perché, nonostante comportamenti scorretti da parte di alcune persone, il calo fisiologico dei cacciatori (diversi abbandonano per l’età, altri per i regolamenti sempre più restrittivi ed altri perché deceduti) abbiamo avuto un ulteriore incremento rispetto allo scorso anno di oltre 50 nuovi Soci e ci attestiamo complessivamente su un numero di 1150 iscritti. Il Consiglio direttivo ringrazia tutti per la fiducia dimostrata e s’impegnerà ancora di più per tutelare e difendere il nostro sacrosanto diritto di andare a caccia. Contributi per ripristino ambientale 2012 In questi giorni arriveranno alle Riserve con nostri Associati che hanno fatto ripristino ambientale i contributi decisi dalla Giunta dell’Associazione. Anche quest’ anno è stato deliberato di assegnare euro 5,00 pro-capite da moltiplicare per il numero dei soci A.C.B. presenti nella Riserva. Ovviamente il contributo verrà elargito alle Riserve che hanno presentato la domanda e la documentazione richiesta entro i tempi stabiliti. Le Riserve sono state nr. 25 e l’importo distribuito è stato di euro 4.150,00 22 NEWS CALENDARIO 2013 è disponibile per i nostri Soci, presso il Delegato di zona, il calendario 2013 che, ci accompagnerà nell’arco dell’anno. Interessatevi per il ritiro senza far correre a vuoto il responsabile per il recapito e aiutatelo nella distribuzione fra i Soci A.C.B. della Riserva. ERRATA CORRIGE Ci scusiamo per l’errore PILE PERSONALIZZATO 2013 tipografico nel segnalare l’autore della foto del mese di luglio: non è Ivan Carlin, ma Roberto Sacchet. Come saprete, per poter spuntare un prezzo interessante, sono stati ordinati oltre 1000 pile personalizzati. Diversi di Voi l’hanno già preso e sono rimasti molto soddisfatti. Più di uno ne ha acquistati due. Sono ancora disponibili in buona quantità le taglie L – XL e XXL ed una decina di taglia S e M. Per poterle avere bisogna ordinarle presso il Responsabile di zona. Il libro “Uomini, monti e animali” Il libro stampato dall’A.C.B. “Uomini monti e animali” che lo scorso anno avete ricevuto in omaggio come gadget ha avuto un successo incredibile che è andato oltre tutte le nostre più rosee previsioni. Le 2000 copie che avevamo acquistato sono andate a ruba. Per poter soddisfare le richieste dei Soci e dei Simpatizzanti ne abbiamo acquistati ancora un centinaio dalla Casa Editrice e quindi sono disponibili. Se desiderate fare un regalo originale, bello socio riserva di e duraturo ai Vostri Parenti od Amici avete la possibilità di prenotarlo presso il Responsabile della vostra zona o ritirarlo direttamente dal presidente dell’A.C.B. tessera n° anno 2011/1 2 IL PRESIDENT E Sandro Pelli Si ricorda che la Card Soci 2011/2012 resterà valida fino ad aprile 2013 23 POESIA: ULTIMA ALBA di Alessandro Paluselli Dei freschi e nativi ruscelli saranno le mie labbra, tra le nude ed irte rocce resteranno le mie mani. I miei occhi, tra gli abeti, le albe immacolate avranno impresso e dei tramonti ruberanno l’eterno ardore. Sulle stelle alpine albergheranno i miei piedi, a volte, in primavera, tra i bianchi crochi. Per sempre sul mio cuore balzerà la splendida beccaccia e in un sussulto solleverà le coperte di noccioli spazzandoli via, verso quell’attimo incontenibile. Per sempre la mia mente resterà nel silenzio del bosco, ove per incanto solo i suoni di natura sono ammessi e tutti i miei ricordi più cari sono annessi. E per sempre con il cervo resterà la mia anima. Misteriosa nella notte. Imponente nei suoi passi. Infinita ed immensa nel suo possente bramito. A.P. ‘04 SOCIETÀ COOPERATIVA AGRICOLA Via dei Martiri, 61 - Lentiai (BL) - Tel. 0437 750584 - Fax 0437 750584 APERTA: lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.30-12.30 e 17.00-19.00, martedì e giovedì 8.30-12.30 - DOMENICA CHIUSA 24 AUGURI AI SOCI SCRIVETE alla redazione Diventa sempre più difficile trovare argomenti d’attualità che non siano già stati trattati. Argomenti con tematiche diverse per esempio sulle armi, sulle varie malattie del cane, sulle leggi, sui fucili, sull’ottica, ecc. Per poter continuare a trattare nel nostro giornale tali tematiche serve quindi la Vostra indispensabile collaborazione che consiste nell’inviare alla redazione le vostre domande su questi temi ed i nostri Esperti saranno ben lieti di risponderVi. Non fateVi problemi e scrivete, solo così avremo materiale da pubblicare, altrimenti le rubriche del Legale e del Veterinario non ci saranno più. In questo numero sia la rubrica dell’avvocato che del veterinario trattano argomenti su quesiti da voi formulati Indirizzate le Vostre domande a: REDAZIONE CACCIA 2000 c/o Sandro Pelli Via Trevigiana, 8 32035 SANTA GIUSTINA (BL) PER POSTA ELETTRONICA A: [email protected] [email protected] Soci A.C.B che nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2012 hanno compiuto o stanno per compiere gli anni: RISERVA NOMINATIVO NASCITA ETà Belluno DA ROS ANDREA 11-10-1991 21 Agordo DEL DIN ALESSANDRO 27-12-1989 23 Belluno SANDON ELISA 2-10-1989 23 Feltre CAMPIGOTTO MARCO HUBERT 7-12-1987 25 Limana VEDANA PAOLO 6-10-1987 25 Domegge di Cadore DEL FAVERO LEO 22-09-1987 25 Sospirolo CADORE MIRCO 30-11-1985 27 Lentiai SPADA NICOLA 17-10-1985 27 Lamon GRISOTTO DEVIS 11-12-1982 30 Valle di Cadore DA CORTE DANIEL 5-12-1982 30 San Nicolò Comelico COMIS DA RONCO CLAUDIO 18-07-1983 29 Lentiai SPADA MARCO 28-06-1983 29 Domegge di Cadore Canale d'Agordo Arsiè Lamon Mel Sovramonte Santa Giustina Alano di Piave Trichiana Sappada Sovramonte Lamon Lamon Puos d'Alpago Belluno Lamon San Gregorio n. Alpi Alano di Piave Canale d'Agordo San Gregorio n. Alpi Lozzo di Cadore San Tomaso agordino Vas San Gregorio n. Alpi Auronzo di Cadore Gosaldo Lamon Belluno Farra d'Alpago Ponte nelle Alpi Auronzo di Cadore Arsiè Lozzo di Cadore Pedavena Seren del Grappa Trichiana Lamon Auronzo di Cadore Sovramonte Santa Giustina Sappada San Tomaso agordino Arsiè Auronzo di Cadore Sedico Sedico Lentiai Sappada Tambre Sappada Lentiai Tambre Trichiana Lorenzago di Cadore FEDON LUIGI DE VENTURA ERNESTO CESCATO MARIO GUERRIERO ANGELO ZUCCOLOTTO ANTONIO DALLA CORTE GIAMBERTO SCHENAL GUIDO CODEMO NILO COMIOTTO GUERRINO QUINZ CHERUBINO TRENTO BORTOLO FORLIN FILIPPO GAIO VITTORE PIAZZA VITTORIO MASOCH GIANFRANCO CONTE GIUSEPPE R. CADORIN GIOVANNI MAZZIER GIACOMO FONTANIVE ANGELO CENTELEGHE ANNIBALE DA PRA MAURO ROSSI MARTINO SOLAGNA SERENO ARGENTA GIORGIO ZANDEGIACOMO MAZZON BELLANTE GINO FACEN GILDO DALL'ANESE GIUSEPPE BRANDALISE AGOSTINO BORTOLUZZI LORENZO VECELLIO REANE DINO CESCATO MARIO DA PRA GILBERTO COSSALTER SILVANO COLMANET TULIO MAZZER ETTORE RESENTERRA ETTORE DA DEPPO GINO SLONGO LUIGI BIBELIA TIZIANO BENEDETTI ALBINO MAZZUIA GIOVANNI BRANDALISE AGOSTINO CORTE CORINELLO GIULIO DE NARD RENZO CARLIN DINO GERONAZZO MARCELLO BOCCINGHER ALBINO SAVIANE ROMEO BENEDETTI FASIL SILVIO SCARTON SERGIO AZZALINI UBALDO BARP ANGELO DE MICHIEL GIAN ANTONIO 29-10-1920 30-10-1929 21-09-1930 21-09-1930 14-12-1930 14-12-1930 30-12-1931 1-09-1932 3-09-1932 14-11-1932 3-12-1932 20-09-1933 19-10-1933 23-10-1933 1-11-1933 8-11-1933 10-12-1933 27-12-1933 25-09-1934 17-10-1934 3-01-1935 16-09-1935 15-11-1935 9-09-1936 10-10-1936 26-10-1936 2-09-1937 11-09-1937 7-10-1937 30-11-1937 19-10-1938 30-10-1938 4-12-1938 20-12-1938 11-11-1939 13-11-1939 1-12-1939 22-12-1939 16-09-1940 21-09-1940 6-10-1940 20-10-1940 15-11-1940 15-11-1940 25-11-1940 16-12-1940 15-09-1941 25-09-1941 26-09-1941 8-11-1941 23-11-1941 26-11-1941 22-12-1941 30-12-1941 92 83 82 82 82 82 81 80 80 80 80 79 79 79 79 79 79 79 78 78 77 77 77 76 76 76 75 75 75 75 74 74 74 74 73 73 73 73 72 72 72 72 72 72 72 72 71 71 71 71 71 71 71 71 ... e i più giovani 25 scuola di caccia lentiai CORSI ANNO 2013 PREPARAZIONE ESAMI La scuola, per preparare agli esami i nuovi cacciatori, continua sempre, con molto successo, la sua attività. è iniziato da poco un nuovo corso mentre i precedenti hanno dato dei risultati veramente molto lusinghieri. Ai nuovi Cacciatori giungano le più sentite congratulazioni da parte dell’Associazione ed un sentito ringraziamento, per la passione e professionalità dimostrate, al Responsabile degli stessi Sig. Berton Giuseppe. Via Vecellio, 45/B 32100 Belluno T. 0437 31101 [email protected] www.antincendiviel.it materiale materiale antincendio antincendio materiale materiale antinfortunistico antinfortunistico Da oltre 40 anni, Da oltre 40 anni, prevenzione lala prevenzione sicurezza antincendio. ee lala sicurezza antincendio. 26 Via Vecellio 45/B - 32100 Belluno (BL) Via Vecellio 45/B - 32100 Belluno (BL) Tel. 0437 31101 [email protected] Tel. 0437 31101 [email protected] HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO di caccia 2000 Bastianon Barbara, Bellus Luca, Berton Giuseppe, Bragagna Patrizia, Cadorin Giovanni, Cavalli Daniele, Corra’ Francesco, Crosato Alessandra, Dal Pan Elvio, Fuso Alberto, Grassi Elisabetta, Grassi Renato, Losso Cristian, Mezzomo Pierlorenzo, Paladini Luciano, Paluselli Alessandro, Pante Luciano, Pelli Sandro, Pioggia Pasquale, Sacchet Cesare, Sacchet Roberto, Saviane Daniele, Segat Stefano, Sommacal Elio, Tome’ Dino, Troian Luigino, Zamboni Umberto Via Trevigiana, 8 Loc. Formegan 32035 Santa Giustina (BL) Tel. 0437 858153 Fax 0437 88546 [email protected] www.pelliarredamenti.it 27 RICORDI DI CACCIA Simpatico ricordo di un cacciatore da parte di Stefano. Morale: Da chi ha una grande esperienza c’è sempre da imparare. Posso dire di aver conosciuto un vero appassionato cacciatore di lepri, un mio parente che, purtroppo, non c’è più. Di lui conservo un bel ricordo sia come uomo sia come di un grande cacciatore. Ho iniziato le mie avventure di caccia proprio con lui, mio zio e mio papà. Da subito, vista la mia passione, volle insegnarmi molte cose del suo enorme bagaglio di esperienza in questo campo e ora lo posso dire con certezza che ne aveva veramente molta, tutta dovuta alla sua grande passione per questo tipo di caccia. Lui non ne capiva molto della morfologia dei cani e neanche di genealogia, “ie solo paroloi” diceva, “quelà alè ancora della me raza vecia e al gen bon sicur”. Sono 28 convinto che lui sarebbe riuscito ad addestrare per la caccia alla lepre qualsiasi cane, degno di questo nome, magari mettendogli un sasso al collo purchè camminasse con il naso per terra. Mi ricordo quante volte l’ho incontrato nei suoi giri di ispezione, in inverno appena chiusa la caccia, alla prima nevicata per vedere i salti delle lepri che erano rimaste in zona; ma anche d’estate andava a controllare nei cumuli di terra delle talpe o vicino ai sassi dei confini se c’erano le “fatte” delle lepri, grandi o piccole, che poi immancabilmente mi ritrovavo nelle tasche senza saperlo e ti diceva “quà la fat e la gehe nè ma, la via, no parchè ghe nè masa gat”. Era così anche quando lo vedevo, durante l’estate, che con i suoi cuccioloni li portava nelle pasture per addestrarli. Gli dicevo: “ma Bino te sa che non se pol!” e lui: “non cope mia nesuni!”. Il giorno dell’apertura della caccia era pronto sulla porta di casa con scarponi, pantaloni di fustagno, camicia grossa, cacciatora aperta, capello in testa, sempre un po’ storto, la vecchia doppietta, rigorosamente a cani esterni di traverso sulla schiena con il bastone ed i cani a guinzaglio. Arrivati ti diceva: ”molone andè stamatina?” era una domanda assurda pensavo io, tanto poi decideva sempre lui. Una cosa era certa lui, i suoi cani, li portava sempre: vecchi, giovani, bravi o non bravi (cosa rara) non ricordo di averlo visto a caccia senza uno dei suoi amati cani, piuttosto senza il fucile! Di una cagna in particolare mi raccontava: la vecchia Berna, che era molto furba e abile, riusciva a prendere qualche lepre appena scovata tanto da raccontare che in una stagione riuscì a portare a casa ben otto lepri con solo cinque fucilate. Che belle discussioni con lo zio e mio papà quando lui con la sua tenacia si fermava in un posto anche più di due ore e gli altri volevano cambiarlo, perchè i cani facevano fatica a concludere o in altre occasioni dove cambiava posto velocemente incurante delle critiche degli altri. Aveva sempre una risposta alle sue teorie che, nella maggior parte delle volte, erano giuste. Ricordo le più classiche “la al là fat la batuda, la via al là fat la cadena, la nol pol eser parchè ale ciaro de luna”. Quante volte l’ho sentito dire quando uno di noi mancava una lepre: “ghe ol i balin coi oci e polver de possagno” (ci vogliono i pallini con gli occhi e polso fermo) e poi giù una bella risata. Al ritorno della mattinata di caccia dopo la sua classica battuta: “No lè ancora not” che stava a significare che fino all’ultimo c’è speranza, era d’obbligo la tappa a casa sua con il caffè e un bicchiere di vino. Di Bino ho numerosi altri bei ricordi ma vado soprattutto fiero di quello che mi ha insegnato in oltre vent’anni di caccia con lui e lo posso solo ringraziare. Ciao Bino. S. Stefano Il monitoraggio sul territorio della provincia della presenza di orso bruno Corpo di Polizia provinciale di Belluno A partire dalla primavera del 2009, con l’arrivo di un orso che sarebbe divenuto famoso, il fenomeno ecologico della dispersione di giovani individui dalle popolazioni slovena e trentina ha portato ad un certo incremento delle segnalazioni di presenza di questa specie. Nel frattempo le tecniche di indagine genetica sono state perfezionate, e le analisi sui reperti biologici per identificare specie ed individuo hanno raggiunto tempi e costi sostenibili, modificando profondamente le metodologie di monitoraggio e i risultati ottenibili; parallelamente alcuni agenti del nostro corpo hanno acquisito una notevole esperienza nella tecnica del monitoraggio con foto-trappole, portando a risultati di notevole interesse, anche per tutti gli studiosi e tecnici che si occupano di orsi al di fuori della nostra provincia. Con il metodo naturalistico, fino a poco tempo addietro l’unico disponibile se non negli ambiti accademici, consistente principalmente nell’osservazione sul territorio dei segni di presenza di una specie, per ottenere stime sul numero di individui e dati sull’uso dello spazio, soddisfacendo al minimo criteri di obiettività, era necessario un grande sforzo in termini di numero di operatori e tempo dedicato. Con l’attuale impiego delle tecniche di analisi genetica dei campioni ritrovati, il metodo è divenuto “opportunistico”: quando viene segnalata la possibile presenza di un orso, per una pista sospetta, un’incursione in un apiario o un avvistamento, un operatore sul posto cerca i campioni utili, vale a dire pelo o escrementi. Se di orso dovesse trattarsi, quasi sempre personale esperto è in grado di “scovarli”. Quindi l’analisi di tali reperti fornirà la conferma oggettiva della specie, identificherà l’individuo, il sesso, e se di animale già monitorato dovesse trattarsi , anche la valutazione dell’età. Quindi si intuisce quante informazioni sul numero minimo di soggetti diversi e sull’uso del territorio questo metodo può offrire, con uno sforzo minimo e bassi costi per le Amministrazioni coinvolte. Come anticipato, al monitoraggio opportunistico il Corpo di Polizia Provinciale di Belluno oggi affianca il monitoraggio con l’impiego di fotocamere digitali fisse, attivate automaticamente dal passaggio di animali. Individuati i più frequenti punti di passaggio, tali foto trappole vengono lì posizionate, e ad intervalli di 15-30 giorni, filmati e foto scattate vengono visionati; questi, oltre a registrare data ed ora di passaggio, fornendo quindi indicazioni sul comportamento, a volte permettono di distinguere soggetti diversi, grazie alla valutazione comparativa delle dimensioni o a caratteristiche particolari nella colorazione del manto, integrando così i dati ottenuti dalla genetica. Con l’impiego delle tecniche descrit- 2009 M5, maschio adulto prov. Slovenia Kj2G2, maschio adulto prov. Trentino foto di: C. Sacchet te, oggi sappiamo che dal 2009 ad oggi il territorio bellunese è stato frequentato da almeno 6 individui diversi; nel 2012 in particolare gli individui presenti sono risultati 4, come riassunto nella tabella in basso. I soggetti MJ4 e DG2 sono entrambi rilevati costantemente negli ultimi 24 mesi, e sembrano prediligere una particolare zona, compresa tra la Valle del Boite , corso del Piave e Val Cordevole e la frequentazione di altri soggetti negli anni passati in altre parti della Provincia indica che l’intero territorio bellunese presenta condizioni ecologiche favorevoli alla specie. La formazione in futuro di una popolazione stabile nel bellunese come sulle Alpi è un fenomeno tutt’altro che scontato, dipendendo da molti fattori tra i quali il più decisivo sarà l’accettazione delle comunità che vivono in montagna: certo è che l’orso è un indicatore di qualità ambientale, un valore aggiunto che valorizza un territorio che va preservato. Christian Losso, Cesare Sacchet C.P.P Belluno 2010 2011 2012 M5 MJ4 MJ4 MJ4, maschio adulto prov. Trentino DG2, maschio prov. Trentino DG2 Gen15, maschio adulto prov. Slovenia Soggetto giovane non ancora geneticamente riconosciuto 29 NOTIZIE DAI CIRCOLI CIRCOLO DI AURONZO Nella Riserva di Auronzo il piano d’abbattimento, relativo al cervo palcuto, si è completato in poco tempo. Ecco la foto dei due capi più belli abbattuti. Sopra quello del nostro Presidente preso in Val Marzon con carabina Sauer 202 cal. 7 RM. Mentre sotto quello del ns. Socio Zandegiacomo Seidelucio Enrico abbattuto in loc. Federavecchia con carabina cal. 7 RM. NUOVO DIRETTIVO DELLA RISERVA DI LIMANA Le dimissioni, per problemi personali, dalla carica di Presidente da parte di Segat Stefano hanno comportato la convocazione dell’Assemblea dei Soci per rieleggere il nuovo Consiglio direttivo della Riserva. Dopo un sentito ringraziamento a Stefano da parte dei Soci presenti per l’impegno da lui profuso nella conduzione della Riserva si sono svolte le votazioni che hanno dato il seguente risultato: Presidente: Sig. Cibien Manolo Vice Pres.: Sig. Del Bon Enrico Segretario: Sig. Balcon Aldo Consiglieri: Sig. Deola Enrico gestione controllo cinghiali Sig. Bianchet Luciano Sig. Dall’ò Alessandro Sig. D’Isep Dino Sig. Gasperin Doriano Anche la redazione di Caccia 2000 ringrazia Segat Stefano per il lavoro svolto e confida di averlo ancora come prezioso collaboratore di Caccia 2000. Si congratula anche con tutti i nuovi Eletti e formula loro i migliori auguri di buon lavoro. 30 CIRCOLO DI RIVAMonte - voltago CIRCOLO DI FARRA D’ALPAGO Lettera a Fausto Pubblichiamo molto volentieri la foto del nostro Socio Zoppè Camillo della Riserva di Farra d’Alpago, appassionato segugista, che si è classificato al primo posto nel campionato provinciale SIPS su lepre a coppia con il punteggio di 822,5. Complimenti anche dalla Redazione. Ci manchi tanto, Fausto, a me, alle tue sorelle, ai tuoi cognati, ai nipoti a tua mamma e alla tua adorata figlia Valentina. Ci manca la tua allegria, la tua grande disponibilità nei confronti di tutti che nascondevi sotto una scorza all’apparenza rude. Chi ti conosceva bene sa quanto buono fossi e capisce adesso il grande vuoto che ci rimane. Ti ricordo il giorno precedente alla disgrazia, nel giardino di casa mia sorridente a giocare con i miei figli. Non mancavi mai ad un compleanno. Parlavamo di caccia quel giorno di vigilia di apertura e mi assicurasti che quel capriolo che ti aveva beffato diverse volte non l’avrebbe scampata. E così è stato. Eri di parola Fausto. Appassionato cacciatore ed amante della natura come pochi avevi preso tutti i “patentini” di esperto selezionatore, ti mancava solo quello, difficilissimo, al camoscio. Ci mancherà la tua visita, dopo l’abbattimento di un ungulato. Non mancavi mai di dividere un po’ di carne con tutti i parenti. Ci mancherà la tua allegra presenza alle cene di famiglia, che solo tu sapevi rendere così spassose e divertenti. Ti ricordo così, uomo di poche parole con un cuore grande come le tue montagne. Ciao Fausto, To cugnà saioc CIRCOLO DI LIMANA Un grande dono dal nostro angioletto. Un bel cinghiale di 150 kg pulito, preso da Stefano e Paolo in località “Saonera” Limana. Per gli appassionati di statistica: 150 kg pulito. Abbattimento con carabina 300 W.M. 31 PICCOLI BINOCOLI, GRANDI CACCIATORI IL NUOVO CL COMPANION 30. SEMPRE CON TE Ci sono situazioni di caccia in cui peso e dimensioni contenute sono fondamentali. CL Companion (8x30, 10x30) è un’ottica di altissima qualità, piccolo e leggerissimo, nato per la caccia al camoscio, per la cerca, per essere sempre con te in ogni escursione. DESIGN struttura compatta e peso ridotto garantiscono massima maneggevolezza e straordinaria ergonomia OTTICA trasmissione di luce straordinaria e ottimo campo visivo per osservazioni indimenticabili ESTETICA un inconfondibile SWAROVSKI OPTIK, interamente rivestito in gomma SEE THE UNSEEN WWW.SWAROVSKIOPTIK.COM SWAROVSKI OPTIK ITALIA S.R.L. Tel. +39 045 8349069 [email protected] facebook.com/swaroitalia.caccia