Edoardo Mori ARMI Civili e militari Curiosità etimologiche L'etimologia è la scienza che studia l'origine delle parole. Non serve a gran che, spesso giunge a risultati del tutto incerti, ancor più spesso viene utilizzata da dilettanti che farebbero meglio a scrivere oroscopi (famoso è un libro di una multinazionale dei detersivi in cui si trova scritto che il sapone si chiama così perché inventato … a Savona!). E' però certamente interessante scoprire che la parola arma deriva dalla stessa radice da cui deriva ramo ed è in diretta relazione con l'inglese o tedesco arm (braccio). Vale a dire che per gli immaginifici nostri antenati i rami erano le braccia della pianta e l'arma era un ramo (o un prolungamento del braccio?). Ancor più interessante è cercare di scoprire l'origine, sovente controversa e misteriosa, di molte parole attinenti alle armi. In relazione ad esse si verifica ciò che si riscontra per la polvere nera o la piastra a ruota: manca un inventore vero proprio perché al loro impiego si è giunti lentamente, mediante una serie continua di perfezionamenti che rapidamente si diffondevano tra le confraternite dei produttori, notoriamente gelose dei propri segreti. Di conseguenza i nomi dati alle novità erano metaforici od allusivi e venivano storpiati a seconda delle lingue e dei dialetti locali. Artiglieria La parola è in uso già prima dell'invenzione della polvere da sparo per indicare l'insieme delle macchine da guerra e attorno al 1500 è già diffusa sia nei paesi latini che germanici. Qui si ritrova con diverse varianti, quali Archiley, Arkeley, Arculey, Artolleria, ecc. Gli scrittori di cose militari del passato hanno fatto esercizi di fantasia: il francese Vauban suppone che la parola derivi dal francese antico artiller (provenzale arthilha), che significava fortificare o, per altri, fornitore di macchine belliche. L'italiano F. Sponzilli lo vuol far derivare dallo spagnolo artilla (piccola arte) perché la fabbricazione di armi richiede la conoscenza di piccoli segreti del mestiere. Per il generale polacco Siemienowicz deriva dall'italiano artigli perché i cannoni portavano il nome di rapaci (ma, come detto, il nome è anteriore ai cannoni). I linguisti, più semplicemente, hanno ricollegato la parola al latino ars (arte), così che l'artiglieria sarebbe imparentata con il termine artigiano. Da escludere che la parola derivi dall'espressione latina ars telorum (arte di lanciare proietti) perché i nomi volgari non derivano mai da simili costruzioni colte. L'ipotesi più probabile è che artiglieria derivi dal francese antico che però, a sua volta, potrebbe essersi ispirato alla parola latina ars. Pistola Nonostante tutti gli sforzi non si è potuto stabilire l'origine della parola, il che conferma che la fantasia popolare procede per metafore e applica a nuove cose parole che prima indicavano oggetti o idee del tutto diverse. Tipico l'esempio del termine captivus che in latino indicava il prigioniero (il catturato); in italiano cattivo indica una persona non buona, in alcuni dialetti siciliani indica il vedovo; in francese chétif indica invece la persona malaticcia (in cattiva salute). Una prima corrente di pensiero ricollega il termine alla città di Pistoia e si immagina che lì sia stata inventata la pistola. Ciò è sicuramente falso, ma il collegamento con Pistoia potrebbe essere un altro. La città era conosciuta per la fabbricazione di lame per coltelli e pugnali, tanto che da essa deriva, oh sorpresa, persino il termine bisturi. La parola compare in francese già nel 1462 (bistorit) per indicare un pugnale o un rasoio ed è la deformazione gergale di pistorese. Si potrebbe perciò ipotizzare che nel 1400 il termine pistolese e sue varianti, si fosse diffuso per indicare lame corte (nel 1500 la parola indica anche un largo pugnale) e che poi questo termine sia stato applicato anche alle armi da fuoco corte. Altri, affezionati all'idea di un'origine italiana della parola, hanno cercato di derivarla da pestello perché l'impugnatura avrebbe avuto una forma rassomigliante a questo strumento. Val la pena di riferire che in un inventario di Breslau del 1483 compaiono delle armi da fuoco chiamata pisdeallen. Napoleone III, non si sa su quali basi, ebbe a scrivere che la parola derivava dal nome della moneta d'oro, pure chiamata pistola, perché avente lo stesso diametro del calibro delle pistole! Palese invenzione priva di basi reali che dimostra solo quante persone pensino di potersi inventare le regole dell'etimologia. Comunque una simile spiegazione non risolverebbe proprio nulla perché è del tutto sconosciuto il motivo per cui una moneta d'oro prese il nome di pistola. La seconda corrente di pensiero, seguita nei paesi nordici e proposta per primo, nell'ottocento, dallo storico boemo Palacky, sostiene che le pistole sarebbero state usate con una certa frequenza nella guerra degli ussiti (1419-1436) e che il nome deriverebbe dalla parola ceca pištala, che significava "tubo, canna". Quindi il termine sarebbe giunto in Italia dalla Germania e attraverso la Francia. In realtà il termine era usato per indicare strumenti musicali a fiato (fischietto, piffero) e si pronunziava piscgiala (con sc come in piscio la g dolce come in giallo), che è molto lontano dal suono di "pistola". Poco credibile che il nome pistola sia stato preso non dalla lingua parlata, ma dalla lingua scritta! Inoltre gli ussiti indicavano con tale termine non un'arma corta, ma un fucile tipo il tedesco Tannenberg. Altra prova contro questa tesi è che nella stessa Cecoslvoacchia queste armi vengono chimata "pistala" solo dopo il 1530, nel mentre che esse, già molti decenni prima, in testi tedescgi, vengono chiamate con termini quali Pischolu, Pischullen, Pyscheln, Pisdeallen, in testi tedeschi. Calibro La parola viene ricollegata all'arabo qâlib (o qâlab) che indica il modello, il campione, la forma per scarpe. Il solito etimologista orecchiante aveva ipotizzato che la parola derivasse dal latino "qua libra" (di quante libbre?), ma è solo un'amena invenzione. Obice La guerra degli ussiti (1419-1436) che, a quanto pare, ci ha dato la parola pistola, è all'origine del nome un'altra arma e ciò dell'obice. E' certo che francesi e italiani hanno preso questa nome dal tedesco Haubitze che deriva, a sua volta, da un originario haufniz, del tutto corrispondente al ceco houfnice, parola che a sua volta serebbe derivata da una parola "houfen" che indicava una macchina lanciapietre (catapulta, onagro).Però sono state fatte anche altre ipotesi, e persino che la parola ceca sia la deformazione del termine tedesco Hauptgeschütz (pezzo d'artiglieria principale)! Carabina Pare accertato che il termine derivi dal francese carabin che stava ad indicare un cavaliere privo di corazza e il corto fucile con cui era armato. Siccome in arabo karab significa arma da fuoco portatile, si suppone che i francesi abbiano preso il vocabolo dalla vicina Spagna ove indicava il cavaliere arabo armato di fucile. Già nel 1567 il Duca D'Alba disponeva di due compagnie di cavalleggeri armati di carabine. Bascula Il cammino di questa parola è molto lungo perché nasce in Francia come baculer, vale a dire "batticulo", per indicare il gioco dell'altalena; poi essa si è estesa ad indicare la bilancia a bilico e, da questo, per analogia di aspetto, il massello del fucile (in origine si pronunziava "bascùlla"). Fucile Questa è l'etimologia più semplice: anticamente la parola indicava l'acciarino per accendere il fuoco (focile) e quando l'acciarino venne applicato all'archibugio, esso si chiamò archibugio a focile e poi, sinteticamente, focile o fucile. Archibugio Ed a proposito di archibugio non si creda che la parola abbia a che fare con i termini arco e buco, attraverso un'improbabile derivazione dall'olandese, come amenamente afferma il Devoto in un suo dizionario etimologico in cui le amenità non sono rare. La parola deriva dal tedesco e precisamente dal termine Haken indicante un gancio (ricordate la svastica che si chiama Hakenkreuz?) unita alla parola Büchse che originariamente indicava un contenitore cilindrico tornito nel legno di bosso e poi è passata ad indicare ogni scatola o corpo tubolare e, al momento della loro invenzione, le armi da fuoco. Quindi Hakenbüchse era semplicemente il fucile con la canna munita di una barra perpendicolare che veniva appoggiata al muro o ad un ceppo per contenere il rinculo (fucile da ramparo). Qualcun si era immaginato che il gancio all'origine della parola fosse la serpentina dell'acciarino a miccia dimenticandosi però che il termine arcubusari compare già in uno scritto del 1417. Granata La parola deriva del frutto del melograno in quanto riempita di granuli di polvere. Shrapnel Non occorre sforzarsi troppo per trovare l'etimologia della parola, perché è semplicemente il nome dell'ufficiale inglese Henry Shrapnel che la inventò nel 178, durante l'assedio di Gibilterra, riempiendo granate con pallottole. Il primo impiego ufficiale ebbe luogo il 30-4-1804 contro la colonia olandese del Surinam. Baionetta La spiegazione più semplice dell'origine di questo termine è di ricollegarla alla città di Bayonne, nei pirenei francesi, già nota nel medioevo per la costruzione di balestre, tanto che si era diffusa la parola bayonniers per indicare i balestrai. Purtroppo i soliti etimologisti orecchianti, i quali pensano che le parole nascano nel popolo a comando, hanno scritto più volte che la baionetta prese questo nome perché venne usata come arma durante l'assalto a Bayonne nel 1655. La parola compare invece già in uno scritto del 1575 per indicare un pugnale dorato. Moschetto Il nome è sicuramente di origine italiana. Secondo la tesi più diffusa il nome rientrerebbe nella lunga serie di nomi di animali con cui venivano battezzate le bocche da fuoco: smeriglio, falconetto, aspide, colubrina, serpentino, basilisco, ecc.. Il moschetto sarebbe stato lo sparviere così chiamato "perché il maschio è più piccolo della femmina" oppure, secondo altri, perché il piumaggio sul petto presenterebbe un disegno che ricorda una mosca! Altri però fanno osservare che già nelle Storie pistoiesi del quattordicesimo secolo il termine moschetta è usato per indicare il dardo dell'arciere e quindi la derivazione più probabile è quella dalla mosca (che ritroviamo nello spagnolo mosquito) in quanto il dardo, con il suo sibilo o ronzio ben può essere paragonato ad un insetto volante. Trappole E' del tutto probabile che il futuro ci porti ad un eccesso di animali nocivi ed immondi, quali ratti, piccioni, storni, portatori di inquinamento e di gravi malattie per l'uomo e gli altri animali.L'alterato equilibrio ecologico (inevitabilmente collegato al carico demografico su di un certo habitat), gli improvvisi mutamenti climatici, renderanno sempre più probabili improvvisi aumenti nelle popolazioni di questi ed altri animali, che potrebbero rappresentare un pericolo serio. Non dimentichiamo che noi non siamo affatto immuni di fronte a quelle malattie portate dai topi nelle loro migrazioni e che fino al 1600 hanno periodicamente distrutto parte dei popoli degli stati europei. Siccome non è pensabile di affrontare questi animali con le armi convenzionali, credo sia interessante vedere come i nostri antenati risolvevano il problema mediante l'uso di trappole e lacci e cioè con mezzi assolutamente naturali ed ecologici, compatibili con l'ambiente ed atti a favorire la selezione naturale. Ricordo che, del resto, in altri paesi europei, con antica tradizione venatoria, le trappole per la cattura di nocivi o di animali da abbattere sono del tutto leciti. In Italia non è vietata la loro vendita, ma ne è vietato l'uso per l'attività venatoria. E' consentito usare trappole per catturare topi, talpe, arvicole (che non sono animali tutelati) e per le attività di cattura od uccisione per scopi non venatori (eliminazione di animali malati, cattura di uccelli negli aeroporti, riduzione di popolazioni sovrabbondanti, ecc.) I mezzi diversi dalle armi, usabili per la cattura di animali sono: • • • • i lacci le trappole il vischio le reti La concreta realizzazione di questi mezzi non segue regole precise; i nostri antenati erano maestri nello sfruttare nel modo più sapiente l'ambiente e le piccole cose che esso offriva e tutti gli apparecchi che descriveremo richiedono di essere adattati, per costruzione e sistemazione, alla specifica situazione. Il che richiede, oltre alla conoscenza dell'ambiente, una profonda conoscenza delle abitudini degli animali. Si consideri, ad esempio, che il topo è uno degli animali più difficili da catturare e che con lo stesso modello di trappola è difficile catturare oltre qualche esemplare di una popolazione di topi: dopo un po' essi imparano a riconoscerla. Una trappola in cui è stato ucciso un topo deve essere ripulita sulla fiamma perché altrimenti gli altri topi la eviteranno accuratamente. Tutti i mammiferi sono poi estremamente diffidenti nei confronti dell'odore dell'uomo ed è difficile farli avvicinare ad una trappola che non sia stata adeguatamente "mascherata". In genere i cacciatori si servivano di miscele di prodotti maleodoranti, di cui vi risparmio le ricette! Anche la cattura di animali nocivi richiede la stessa applicazione, lo stesso spirito di osservazione, la stessa pazienza, la stessa esperienza che debbono guidare il vero cacciatore.Il rispetto per l'animale, anche se nocivo, impone di studiare sistemi che, per i modi di applicazione ed intervento, provochino una morte rapida e senza inutili sofferenze. Anche se qui, per completezza, illustreremo ogni tipo di trappola, sia chiaro che solo alcune rispondono a tale requisito. Altre potranno essere usate solo se si è sicuri di poter liberare o finire l'animale poco tempo dopo la sua cattura nella trappola. I lacci Lo strumento più antico e di uso più semplice è indubbiamente il laccio. Esso può assumere due forme. • il laccio fisso in cui l'animale si va ad infilare e che si stringe attorno al suo corpo, immobilizzandolo o strangolandolo per effetto della trazione che esercita lo stesso animale; • il laccio mobile che si stringe attorno al corpo dell'animale per effetto di una forza esterna; questa può essere costituita dalla forza di un albero piegato oppure da un contrappeso. Il materiale con cui costruire il laccio varia a seconda del peso della prevedibile preda e della possibilità o meno che essa possa aver modo di tagliarlo con i denti (un topo riesce a rosicchiare ogni cosa salvo il ferro!). Un laccio mobile potrà essere formato da una corda o da una striscia di cuoio, ma in genere si preferisce ricorrere a lacci metallici; lacci molto robusti possono essere costruiti con il cordino dei freni delle biciclette (che però nei lacci fissi tende a riallargarsi). Gli esperti consigliano in genere di usare i sottili fili di rame che compongono un cavo elettrico, ritorti nel numero sufficiente ad assicurare la richiesta tenuta. Il laccio fisso va posto in aperture di tane o staccionate o su stretti sentieri in cui l'animale deve passare necessariamente, in modo che al suo passaggio, si stringa attorno al suo corpo. L'altezza dal suolo e la larghezza del cappio devono ovviamente essere adattate alla prevedibile preda. Il laccio mobile richiede un sistema di scatto ed è la costruzione di questo che farà la differenza. I sistemi di scatto sono moltissimi, limitati solo dalla fantasia e dall'inventiva di chi opera. Un raffinato potrebbe persino usare un sistema a fotocellula oppure recuperare il meccanismo di scatto di una carabina con stecher e usare quello, ma noi ci limiteremo ad illustrare i meccanismi costruiti sul posto con pochi pezzetti di legno, quali usati da ogni trapper degno di questo nome. Quello di impiego pressoché universale è rappresentato nella figura che segue; esso è formato da un cilindretto di legno con una tacca ad angolo retto. Il cilindretto viene legato alla corda tenuta in tensione dalla forza esterna (albero o ramo piegato, contrappeso) e, facendo forza, viene agganciato ad uno spuntone o perno sporgente da un tronco o da un piolo. All'altro lato del cilindretto viene fissato un filo di strappo o d'inciampo o lo stesso cappio: quando l'animale inciampa nel filo che attraversa il sentiero o lo tira per prendere l'esca, o infila la testa nel cappio, il cilindretto scivola dallo spuntone che lo trattiene, liberando così la corda sotto trazione. Il filo di strappo può talvolta essere sostituito da una bacchetta fissata perpendicolarmente al cilindretto e che, urtata, lo fa ruotare su suo asse. L'abilità del costruttore consiste nel dosare esattamente l'attrito cilindretto-perno, in modo che lo sgancio non avvenga prematuramente per un colpo di vento o per il passaggio di un animale di taglia molto inferiore a quella prevista. Il meccanismo può essere reso estremamente sensibile se il perno viene sostituito da una rotella o da un cuscinetto a sfera. La figura che segue rappresenta lo schema di massima di ogni laccio mobile. In questo caso il cappio è fissato alla corda di trazione e lo scatto si sgancia quando l'animale inserisce il capo o una zampa entro di esso. Le figure seguenti mostrano particolari del sistema di scatto Esempio di utilizzo del filo a strappo La figura mostra come cappio e filo di strappo possono coincidere Invece del laccio può essere usata una rete per catturare viva la preda che calpesti la rete. Invece del filo a strappo, l'esca può essere inserita direttamente sul cilindretto Per la cattura di uccelli si è fatto ricorso a mezzi semplificati; tra questi il più diffuso tra i popoli primitivi è l'archetto che ha la struttura illustrata nella figura che segue Un ramo viene ripiegato e ad esso viene collegato un filo doppio che passa attraverso un foro o una fessura ricavata nel tronco. Dal lato opposto il filo presenta un nodo che si troverà all'uscita del foro. Sul foro e sul nodo viene appoggiato un bastoncino leggero ed appuntito che viene trattenuto in posizione orizzontale dalla tensione del filo. La parte finale del filo viene poi allargata ad anello sul bastoncino. Quando un uccello si posa sul bastoncino, attratto da adeguata esca, il bastoncino cade, liberando il nodo ed il filo, e l'uccello rimane intrappolato per le zampe. Invece di un ramo può essere utilizzato un bastone curvato ad arco e fissato poi al terreno. Il congegno può essere meccanizzato secondo lo schema che segue In cui si utilizza la forza di una molla. Il tutto può essere mimetizzato entro un tubo o una canna di bambù ed essere piantato ove occorre. Lo stesso principio era usato in trappole usate un tempo per catturare i falchi e che usavano la forza di un elastico o di una molla. Trappole Capitolo II Le trappole Le trappole vere e proprie ricompredono vari tipi: • • • • in cui la preda cade in una buca (a trabochetto) in cui la preda viene schiacciata (a schiaccia) in cui rimane imprigionata in una gabbia o recipiente (a cateratta, a ritroso) in cui viene imprigionata da una tagliola (a tagliola) Le trappole a trabocchetto sono scarsamente usabili, non foss'altro per il lavoro che richiederebbe lo scavo di una buca! Per i topi giovanissimi ed inesperti si può provare ad usare una sottile tavola di legno che ad una estremità reca incernierata a metà, come un'altalena, un prolungamento di una ventina di centimetri; sul bordo estremo viene posta un'esca. Se la tavola viene ora appoggiata ad un bacino pieno d'acqua e profondo, i topi saliranno lungo l'asse verso l'esca, faranno traboccare l'altalena verso l'acqua e vi cadranno dentro affogandovi. Certi animali (ricci, rospi) che non riescono a saltare o ad arrampicarsi cadono facilmente dentro buche, anche poco profonde, ricavate a fior di terra e con pareti verticali e lisce. Le trappole a schiaccia sono molto efficienti e facili da costruire, in qualunque dimensione, da quella piccola per topi o uccelli a quella con tronchi per grosse prede. Il sistema di scatto più usato è quello costruito con tre assicelle sistemate a forma di quattro: la costruzione è instabile fino a che sulla punta in alto non viene sistemato il carico che consisterà in una lastra di pietra o in una tavola caricata di pietre. Da quel momento la trazione sui vari elementi li terrà uniti, ma sarà sufficiente una scossa all'assicella orizzontale per far crollare il tutto. All'estremità di questa assicella, rivolta sotto la lastra, verrà posta l'esca. La figura che segue mostra una pratica realizzazione della trappola In una forma più primitiva, assumeva la seguente struttura Allo stesso genere di trappola, ma con una struttura più studiata, appartiene la seguente In essa è il peso dell'animale che entra nella trappola a liberare l'assicella di ritegno. Ciò consente di evitare che rimangano uccisi animali più leggeri di quelli cacciati.Il modello seguente si chiama "a forbice" perché costruita in modo di uccidere subito l'animale spezzandogli la schiena Le trappole a cataratta sono formate da scatole o gabbie con uno o due sportelli che si richiudono quanto l'animale entra in esse. Il meccanismo di scatto è semplicismo e sfrutta o il peso dell'animale o la trazione che esso esercita, volontariamente (esca) o involontariamente (ostacolo) su di un filo o un bastoncino. Per catturare uccelli, che non si infilerebbero dentro ad una scatola, si usano trappole del tipo seguente, usata per rapaci. Capitolo III La figura che segue mostra un particolare modello per tronchi, di facile costruzione Una semplicissima trappola per topini può essere costruita con una scodella di ceramica o di vetro e una mezza noce: la scodella rovesciata a campana viene appoggiata in bilico sul bordo della mezza noce in modo che il gheriglio sia rivolto all'interno; il topino entra sotto la scodella, inizia a rosicchiare la noce, fa cadere al scodella e vi rimane intrappolato sotto. Per catturarlo è sufficiente alzare la scodella quel poco che basta per far uscire il codino! Le trappole a ritroso sono quelle in cui l'animale entra in un recipiente seguendo un percorso che non gli consente di arretrare o di tornare indietro perché delle punte od aghi, opportunamente incernierati, cedono nella direzione di entrata, ma si stringono se vengo sollecitate dalla parte opposta. Tagliole Le tagliole sono rappresentate da infiniti modelli in tutte le dimensioni, dalla tagliola di filo di ferro per uccellini o topini fino alle grosse tagliole per lupi ed orsi. Ecco alcune immagini Questi modelli richiedono di lavorare il ferro e quindi sono opera di specialisti. Un dilettante può al massimo costruire trappole in legno o in lamiera, come quelle usate di solito per catturare i topi, in cui il peso del topo che si avvicina all'esca fa abbassare una piastra a cui è collegato un arco di percussione azionato da una molla. Il principio della trappola che imprigiona il piede è stato usato in certe operazioni di guerriglia con costruzioni rudimentali ma efficaci. La seguente è munita di punte a ritroso mentre la seguente contiene due tavole irte di punte che, per la pressione della scarpa, si chiudono attorno alla caviglia. Trappole di altro genere Per completezza si riportano alcune altre applicazioni delle trappole sopra viste, di uso prevalentemente militare. La seguente provoca la caduta di massi addosso a chi passa per un sentiero a mezza costa Quest'altra provoca la caduta di un tronco od altro peso su chi calpesta dei bastoncini posti attraverso un viottolo Quest'altra ancora, costituito da un tronco elastico trattenuto fra due altri tronchi o paletti e munito di uno o più spuntoni, trafigge l'animale che stratta il filo teso attraverso il sentiero (il disegno raffigura la vista dall'alto) Il vischio Una volta il vischio, ottenuto bollendo le bacche del vischio con altre sostanze, era usato per catturare piccoli uccelli mediante le panie, specie di alberetti artificiali su cui venivano inseriti canne, panioni e paniuzze, tutte ben coperte di vischio. Gli uccelli, attratti con la civetta oppure dal fatto che vi erano vicini campi con semi (specialmente canapa), si posavano sui rametti impaniati e con più si dibattevano più restavano invischiati. Si tenga presente che il vischio deve agire sulle ali e sulle piume e che non è sufficiente che restino invischiate le zampe. Questa tecnica è ancora usata in Spagna per la caccia al tordo. su dei bastoni vengono infilati , alla distanza di 6-10 cm l'uno dall'altro, dei fuscelli lunghi una ventina di cm, ben impregnati di vischio; il tordo, cercando di posarsi sul ramo artificale, striscia contro i fuscelli che gli si attaccano alle pene e gli impediscono di volare via. Questo tipo di caccia è molto seletitvo perché consente di liberare gli uccelli di tipo proibito, eventualmente incappati nelle panie. Attualmente si trovano in commercio tubetti di vischio artificiale, molto potente, che riesce a catturare anche grossi topi. Esso può essere preparato con le seguenti miscele che si preparano mescolando a fuoco lento (parti in peso): 1. 2. 3. 4. Colofonia 2 - olio di ravizzone 1 - trementina densa 1 Colofonia 7 - olio di lino 3 Colofonia 12 - trementina 1 - olio di lino 7 Colofonia 11 - olio di sesamo 5 Trappole tecnologiche Trappole ad anidride carbonica Una trappola semplicissima ed assolutamente efficiente può essere costruita con l'anidride carbonica. Come è noto questo è un gas più pesante dell'aria che si può quindi versare, come un liquido, entro un recipiente o una buca da cui ne scaccia l'aria e, quindi, l'ossigeno; qualunque animale che entra nel recipiente perde rapidamente la conoscenza e muore nel modo più indolore.L'anidride carbonica può essere prelevata dalle bombolette per l'acqua di seltz (una bomboletta contiene circa 5 litri di gas) o dalle bombole per i fusti di birra o per la carica di armi a gas compressi; può essere ricavata dal ghiaccio secco o, in caso estremo, può essere generata versando acido cloridrico diluito su frammenti di marmo. In un recipiente coperto il gas rimane a lungo; se la superficie del gas è esposto a correnti d'aria, si verifica una lenta dispersione del gas. E' molto semplice stabilire se nel recipiente vi è ancora anidride e quale è il suo livello, mediante un fiammifero o una candela che si spegneranno appena immersi in essa. Le applicazioni possono essere innumerevoli: dal recipiente in cui gli animali (topi, ad esempio) possono scendere agevolmente, invitati da un'esca, alla finta tana in cui attirare predatori notturni. Lo spessore dello strato di anidride deve essere tale da superare l'altezza dell'animale. Non ho esperienze sulla possibilità di catturare insetti (scarafaggi?) Trappole elettriche I topi molto spesso rosicchiano i cavi e restano fulminati. Lo stesso principio può essere seguito per creare semplici trappole collegate direttamente a due fili della luce. Un tipo potrebbe essere costituito da un tubo che l'animale deve percorrere per raggiungere l'esca; a metà di esso vengano introdotti attraverso due forellini due sottili fili di rame, fra i quali l'animale passerà, chiudendo il circuito.Un secondo tipo potrà essere costruito applicando su di una tavoletta di legno o su di un bastone due spirali di filo di rame, distanziate circa un centimetro l'una dall'altra, in modo che non si tocchino, ognuna collegata ad un polo della corrente; quando l'animale le calpesta, chiude il circuito e rimane fulminato. Trattandosi di circuiti pericolosi anche per l'uomo, devono essere predisposti solo da chi si intende di elettricità e in luogo ove altre persone ignare non possono accedere; essi devono essere muniti di un fusibile di sicurezza per prevenire infortuni gravi e incendi. Ovviamente non devono essere esposti alla pioggia! Nota: alcuni dei disegni che ho fatto io sono penosi. Se qualche lettore vuole inviarmi disegni artistici, li sostituirò ai miei con il suo nome! La Cerbottana La cerbottana è l'arma tradizionale di molti popoli delle zone calde e il suo affermasi o meno è legato alla presenza in quelle zone di veleni vegetali (curaro, stricnina) che consentono di catturare una preda anche con un'arma di modesto potere lesivo. La cerbottana dei popoli primitivi è un tubo di legno che può raggiungere anche quasi quattro metri di lunghezza e richiede perciò forti polmoni e maestria nel suo maneggio. Le frecce sono asticelle di legno di circa 25 cm che al momento del lancio vengono munite di un batuffolo di fibre alla base, così da assicurare la spinta.Talvolta, allo stesso scopo, dietro alla freccia viene inserito un separato batuffolo di cotone. In commercio vi sono molti tipi di cerbottana, di solito costruite con tubo di alluminio con l'anima rivestita di teflon. La loro lunghezza varia dai 60 ai 180 cm con un diametri interno da 10 a 15 mm. I dardi sono degli aghi di acciaio di circa 20 cm, muniti di una impennatura conica di plastica. Per usi venatori vengono prodotti anche dardi di bambù di circa 25 cm. Secondo i venditori, i modelli migliori uniti con i polmoni migliori, possono lanciare il dardo fino a 75 metri con una velocità iniziale di circa 100 ms. e consentono di catturare animali come un coniglio! Una versione moderna e casalinga è facilmente costruibile e, rispetto ad altri arnesi simili, non è considerata neppure un'arma. Se ben costruita, consente di colpire un piccolo bersaglio ad una ventina di metri, con ottima penetrazione: la freccia infatti si pianta tanto nel legno da dover essere estratta con una pinza. Per la costruzione si proceda così. Prendere un tubo di alluminio od ottone del diametro di 10-12 millimetri e lungo 100-120 cm. È possibile usare anche un tubo di plastica, del tipo di quello usato per gli impianti elettrici, ma è difficile che sia perfettamente rettilineo. Se il tubo metallico non è perfettamente levigato, potrebbe essere consigliabile di passare all'interno un tampone con polish, fissato al mandrino di un trapano elettrico. Fatto ciò la cerbottana è pronta; molte di quelle in commercio sono munite di una imboccatura conica a cui adattare le labbra, ma non ho riscontrato alcun vantaggio pratico nella modifica. Successivamente, in fase di aggiustaggio, potrà essere utile montare verso la parte anteriore, un mirino di debita altezza, posto al di sotto della cerbottana , che consenta di mirare direttamente il bersaglio. Ora viene la parte più delicata perché occorre prepararsi le frecce, dalla cui bontà dipende l'efficienza dello strumento. È possibile ovviamente costruirsi le frecce come gli uomini primitivi, ma la tecnica moderna offre soluzioni più facili. Esperimenti compiuti da vari autori hanno mostrato che la soluzione migliore è quella di un ago d'acciaio con una impennatura di carta, più o meno della stessa lunghezza. Si prenda quindi un pezzo di acciaio armonico (quello per le molle, venduto in rotoli) del diametro di un millimetro, lungo 10 cm, lo si raddrizzi per bene, e con una lima se ne appuntisca un po' un'estremità. L'altra estremità va un po' irruvidita per la lunghezza di qualche millimetro così da arrotolarvi attorno una diecina di giri di filo che verrà impregnato con una goccia di colla vinavilica. Questo ingrossamento serve per fissare meglio l'impennatura. Per l'impennatura prendere una striscia di una ventina di cm di carta un po' robusta (carta da lucidi, carta da forno) e avvolgerla a spirale per creare una di quelle "frecce" che tutti i ragazzini sanno fare. Fissare l'ultimo lembo con la colla. Inserire poi la freccia di carta nella cerbottana e tagliarla a filo dell' imboccatura, in modo che si inserisca perfettamente in essa senza sforzare.Ora bisogna fissare la carta all'ago: tagliare circa un cm della punta della freccia di carta in modo che si crei un forellino; mettere un' abbondante goccia di colla sull'ingrossamento dell'ago e infilare l'ago nella freccia in modo che la parte ingrossata si vada a bloccare nel suo fondo. Quando la colla sarà asciutta, la freccia à pronta per il suo impiego e avrà una lunghezza di 15-18 cm. Chi vuole potrà poi sperimentare con filo d'acciaio più grosso o con aghi da materassaio o con vari tipi di punte oppure con diverse lunghezze di impennatura. Potrebbe essere interessante sperimentare se un corto cono di carta applicato a qualche centimetro dalla punta, così da centrare la freccia entro la cerbottana, ne migliori le prestazioni. ATTENZIONE: Le frecce lanciate da una buona cerbottana sono pericolose. Non tirare mai in direzione di persone. Attenzione inoltre a non aspirare la freccia! Dal punto di vista giuridico il tubo senza i dardi è privo di significato. Assieme alle frecce potrebbe essere considerato uno strumento atto ad offendere il cui porto è vietato senza giustificato motivo. Usare la cerbottana per cacciare comporta l'applicazione di sanzioni amministrative e, talvolta, penali. La Fionda It.: Fionda; ted.: Gummischleuder, ingl.: slingshot, fr.: tire-pierre; sp.: taragoma Prima dell'invenzione della gomma la fionda era nota in quella forma, chiamata più correttamente frombola (fr.: fronde, sp.: honda) o fionda di Davide o fionda del pastore. Questa era, in buona sostanza, formata da due pezzi di corda o da due cinghie di tessuto o di cuoio, collegate alle estremità di un pezzo di cuoio concavo, che fungeva da borsa in cui deporre la pietra da lanciare. L'estremità di una delle cinghie terminava con un anello in cui si infilava un dito (in casi più rari il polso). L'estremità dell'altra cinghia veniva stretta dal pollice contro il pugno. Il tiratore faceva roteare il tutto due o tre volte sopra la testa e al momento giusto lasciava andare il capo trattenuto con il pollice, così che la pietra partiva "per la tangente". La frombola venne impiegata dai soldati (frombolieri) di eserciti antichi con buoni risultati. I soldati romani non l'adottarono mai per sé, ma la usarono spesso le loro truppe ausiliarie. Originariamente venivano lanciati dei ciottoli, ma, a partire dal IV secolo a. C., si diffuse l'impiego di "ghiande" (lat.: glans, gr.: moluodis) ovoidali dal peso medio di una cinquantina di grammi (ma se ne trovano anche di 135 grammi!). L'uso della frombola rimase notevole per tutto il medioevo e, assieme all'arco, fu un' importante strumento venatorio; come tale è stato usato, specie da pastori, fino a tutto il secolo scorso. La frombola non è mai stata considerata un'arma nobile e quindi veniva usata dalla minuta fanteria. Le cronache dicono che un provetto fromboliere (famosi gli spagnoli delle isole Baleari), colpiva con sicurezza un avversario a 120-160 passi. Era opinione comune che la frombola colpisse più lontano di un arco, dal che si può dedurre che essa venisse impiegata anche oltre i 300 metri (ed in effetti un etto di piombo che ricade in testa, anche come corpo morto, non doveva far felice l'avversario). La frombola non va confusa con il fustibalus in cui la correggia è fissata all'estremità di un bastone lungo un metro che imprime velocità al proiettile, consentendo una elevata velocità periferica e quindi una elevata forza centrifuga. L'estremità anteriore della cinghia era sistemata in maniera da svincolarsi dal bastone al momento giusto, con un po' di abilità del lanciatore. Il fustibalus venne usato molto negli assedi e, nel 1600, era ancora in uso per lanciare granate anche a 170 metri di distanza. Gli antichi avevano idee fantasiose circa la potenza delle frombole e affermavano che il proiettile di piombo era così veloce da scaldarsi nell'aria fino a sciogliersi! L'idea era così salda che Galileo, nel 1600, dovette ancora dedicare molte pagine de Il Saggiatore per controbatterla. Con l'invenzione della gomma, la frombola è diventata quella che tutti i ragazzi chiamano fionda ad elastici e che si può costruire con una forcella di legno o di metallo a forma di Y e due nastri di gomma ricavati da una camera d'aria. In commercio vi sono poi fionde che usano nastro di gomma a sezione quadrata con una borsa centrale pure di gomma. Queste vengono usate dai pescatori quali "fionde da pastura", ma possono essere usate anche per tirare "a pallini". Nulla vieta ovviamente di usare un fascio ritorto di elastici da ufficio, oppure dei lacci emostatici, oppure più sofisticati materiali moderni. Il difetto della fionda appena descritta è che se gli elastici sono molto robusti, il polso viene sollecitato troppo, si piega all'indietro e, se non si fa molta attenzione, è facilissimo tirarsi il proiettile sul pollice, il che non è affatto piacevole. Un americano, Howard Ellenburg ebbe nel 1953 la geniale idea di munire la fionda di un sostegno che si appoggia all'avambraccio e impedisce al polso di piegarsi. Ciò ha consentito di produrre fionde di elevata potenza impiegando tubo di gomma elastica (gomma da laccio emostatico con diametro interno di 3-4-5-10 mm). Alcuni anni dopo Trumark ideava il metodo di inserire direttamente il tubo di gomma sulle estremità della forcella, ivi fermato per attrito, senza bisogno di legamenti e anche oggi la Trumark produce tra i migliori modelli. Fionda con sostegno, ammortizzatori, barrette di mira Secondo i produttori, con una fionda del genere si possono tirare biglie di acciaio fino a 225 yarde di distanza (oltre 200 metri). Le biglie usate sono di metallo o di polvere di marmo (queste colpendo il bersaglio si polverizzano con una bella nuvoletta) o do ceramica. Il loro diametro è di 6-8 mm per le biglia di acciaio e di 12,7 mm per le biglie di marmo o ceramica. Una biglia di acciaio di 8 mm pesa 2 grammi; l'analoga biglia di piombo pesa 3 grammi. Una biglia di acciaio di 15 mm. pesa 14 gr, di piombo 24 gr). La biglia di piombo da 20 mm pesa ben 47 grammi. In genere la biglia da 15 mm di diametro è più che sufficiente. La fonte migliore di biglie di acciaio sono i cuscinetti a sfere, che ogni meccanico d'auto vi potrà recuperare da parti di motore smontate, ma si possono usare ancor meglio pallettoni di piombo. Un gioco abbastanza di moda negli Stati Uniti è la "fionda a palloni d'acqua: due persone affiancate tengono le estremità di un lungo elastico; una terza persona dietro di loro tende l'elastico come una fionda e lancia delle bolle di plastica piene di acqua, grosse come un arancio, che scoppiano addosso alle vittime, anche a 200 metri di distanza. Sicurezza Attenzione, le fionde potenti vanno usate con precauzione. Innanzitutto chi le usa dovrebbe sempre essere muniti di occhialoni di plastica da sciatore perché è molto elevato il rischio che l'elastico si spezzi o che si stacchi dall'attacco e colpisca un occhio, con sicuri gravissimi danni. Inoltre la biglia acquista una energia notevole, sufficiente a sfondare una tapparella di plastica, la visiera di un elmetto di poliziotto, una vetrata, e quindi a cagionare lesioni anche serie a chi viene colpito e persino la sua morte. Le biglie rimbalzano facilmente ed occorre anche tenere conto di ciò: in altre parole mai tirare addosso alle persone o nella loro direzione. Impiego La fionda può essere utilizzata per il tiro al bersaglio alle distanze di 10 o di 20 metri, oppure (dove è consentito) per la caccia a piccoli animali fino al fagiano o al coniglio. Con la fionda da pescatore, come detto, si può anche tirare una diecina di grammi di pallini, più che sufficienti per stordire uccellini. Per esercitazioni conviene sistemare un bersaglio appeso alla bocca di una grossa scatola di cartone, così da recuperare le biglie. Nelle gare a 10 metri si usa un bersaglio di 18 cm di diametro. La fionda si usa impugnandola saldamente in modo che l'impugnatura sia parallela al suolo e quindi la forcella sia non verticale, ma orizzontale. Alcuni modelli sofisticati recano due barrette tra le due forcelle, così da formare una specie di linea di reticolo per chi mira. Quando si è in tensione le barrette devono essere allineate, il che prova che i due elastici sono stati tirati in modo equilibrato e che formano con la fionda un triangolo isoscele (con i lati eguali). Legge La fionda di modesta potenza, come quella dei pescatori o quella per ragazzi, è un giocattolo di libera vendita e libero porto. Quelle più potenti dovrebbero essere fatte rientrare tra gli strumenti atti ad offendere, portabili solo per giustificato motivo. In nessun caso dovrebbero rientrare tra le armi proprie perché esse utilizzano solo la forza umana, senza amplificarla. Ricordo che la legislazione tedesca vieta il porto senza giustificato motivo delle fionde che abbiano una potenza superiore a 23 Joules e considera giocattoli quelle con potenza inferiore. Ciò significa che una biglia di 10 grammi deve avere una velocità iniziale inferiore a 68 ms (oppure per 2 grammi < 150 ms; per 5 gr < 96 ms; per 15 gr < 55 ms). Calcolo della velocità di una freccia I cronografi, attualmente disponibili a basso prezzo, consentono una misurazione assolutamente precisa della velocità di una freccia scoccata un arco. Per chi si accontenta di una minor precisione e di dati orientativi, non è male conoscere i metodi usati un tempo. Nell'antichità si usava sistemare gli arcieri in un grande cerchio, ad una cinquantina di passi l'uno dall'altro; il primo lanciava una freccia poco sopra la testa del secondo; questo, quando sentiva il sibilo della freccia, scoccava la propria, e così via uno dopo l'altro, fino a che era trascorso un certo tempo misurabile con la clessidra o con altro mezzo. A questo punto, in base al numero dei lanci e alla distanza complessiva percorsa dalle frecce, si poteva calcolare la velocità media delle frecce usate dagli arcieri.Una miglior precisione si ottenne con l'invenzione del cronometro in grado di misurare frazioni di secondo. L'arciere, ad un comando sonoro, scocca la freccia verso un bersaglio posto ad una cinquantina di metri, così che la traiettoria sia piuttosto tesa. Il cronometrista vicino a lui, e che non vede né tiratore né bersaglio, registra il comando di tiro e il suono dell'impatto della freccia e misura così l'intervallo di tempo fra di essi. L'esperimento viene ripetuto più volte. La velocità media in ms delle frecce tirate con quell'arco sarà data dalla formula in cui t indica i vari valori misurati, n il numero delle prove effettuate ed s la distanza tra tiratore e bersaglio. La formula tiene conto del tempo occorrente al suono dell'impatto per raggiungere il cronometrista. Una misurazione esatta si ottenne infine con il pendolo balistico e poi con i cronografi elettrici. La velocità della freccia può essere calcolata anche in base all'energia dell'arco e al peso della freccia. L'energia potenziale a cui l'arco viene "caricato" tendendolo per scoccare la freccia è data dalla formula in cui L è misura in metri di quanto la freccia viene tirata verso il tiratore nel momento in cui l'arco viene teso ed F è la forza in kg occorrente per tendere l'arco di questa misura. L'energia cinetica della freccia di un dato peso m sarà data quindi da Se tutta l'energia potenziale potesse essere trasformata in energia cinetica, si avrebbe da cui Esempio: sia l'allungo della freccia di 50 cm, la forza occorrente di 20 kg (oppure 20·9,81 Newton) e il peso della freccia di 25 gr. La velocità teorica sarà La velocità effettiva sarà un po' minore perché ogni macchina meccanica consuma energia nel suo stesso movimento (vibrazioni, movimento della corda e delle estremità dell'arco, resistenza dell'aria). Per questo motivo essa non può essere utilizzata per la balestra in cui le resistenze interne possono raggiungere il 30%. Va da sé che queste formule consentono di calcolare con facilità il grado di efficienza, il rendimento dell'arco, quando si conosce la velocità effettiva della freccia. Armi in asta 1 - Framea (V Sec.); 2 - Giavellotto normanno; 3 - Spiedo (XV Sec.); 4 - Spiedo dei mercenari; 5 - Picca; 6 Lancia d'acciaio (1890); 7 - Ahlspiess o Quadrellone da breccia; 8 - Corsesca; 9 - Spiedo con arresti; 10 Spuntone; 11 - Spuntone con arresti; 12 - Falcione; 13 - Roncola da guerra; 14 - Roncola da guerra; 15 - Alabarda svizzera (XV Sec.); 16 - Alabarda (XV Sec.); 17 - Alabarda (XVI Sec.); 18 - Falcione da guerra; 19 - Krakuse 20 Guisarma; 21 - Forca con crocchi; 22 - Doppia forca; ALABARDA 1 - Cuspide; 2 - Scure; 3 - Becco; 4 - Bandella della gorbia; 5 - Asta; Armi da botta 1 - Ascia d'arme; 2 - Scure d'arma, azza; 3 - Azza con becco; 4 - Azza; 5 - Mazza di Lucerna; 6 - Azza per cavaliere; 7 - Mazzapicchio; 8 - Mazza ferrata; 9 - Mazza ferrata; 10 - Corsesca con mazza ferrata; 11 Mazzafrusto "stella del mattino"; 12 - Mazzafrusto; 13 - Mazzafrusto "scorpione"; 14 - Trebbio; 15 - 16 -17 -18 Mazza d'arme; Mazza d'arme Mazza d'arme: 1 - testa 2 - pomo; 3 - Costa; 4 - Fusto; 5 - Impugnatura; 6 - Zoccolo Mazzapicchio: 1 - Bocca; 2 - Penna; 3 - Fusto; 4 - Impugnatura; 5 -Disco; 6 - Cappellotto su bottoncino. Azza o scure d'arme 1 - Cuspide; 2 - Scure; 3 - Penna su bocca; 4 - Bandelle (in prosecuzione della gorbia); 5 -Disco; 6 - Asta. Armatura A - Elmetto, celata; B - Goletta; C - Petto; C1 - Resta; C3 - Panziera; C4 - Scarsellone; D - Schiena; D1 - Risalto inferiore della schiena; E - Spallacci; E1 - Guardagoletta; E2 - Lunette, ali anteriori; E3 - Ali dorsali; F - Bracciale; F1 - Avambraccio del bracciale; F2 - Cubitiera; F3 - Antibraccio del bracciale; G - Mittene o manopola; G1 - Manichino della manopola; G2 - Copridito; G3 - Pollice; H - Armatura della gamba; H1 - Cosciale; H2 - Gninocchietti; H3 - Schiniere; H4 - Scarpa; Barda A - Testiera; A2 - Coprinuca; A6 - Guanciale; B - Guardacollo; C - Sella d'arme; C1 - Arcione anteriore; C2 - Arcione posteriore; C3 - Bande; C5 - Staffa; D - Pettiera; E - Fiancali; F - Groppiera; F1 - Sopragroppiera con guardacoda; F2 - Balze; G - Briglie; G1 - Stanghe del morso; G2 - Redini laminate; Elso 1 - Punta; 2 - Nervatura; 3 e 6 - Taglio; 4 e 7 - Filo ; 5 - Sguscio; 8 - Guardia; 9 - Braccio dell'elso o della spranga (a sinistra "di guardia", a destra "di parata"); 11 - Crociera; 12 - Archetto; 13 - Testa di moro inferiore; 14 e 15 - Avvolgimento; 16 - Pomo; 17 - Testa di moro superiore; 18 - Bottone; 20 - Rivetto; 21 - Codolo; 22 - Guardia di terza; 23 - Tallone; 24 - Placchetta; 25 - Anello; 26 - Ponticello; 27 - Manica dell'impugnatura; 28 - Controguardia o guardia di quarta); 29 - Controguardia ; 30 - Ricasso; Katana • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 1 - Samegawa ( o Same) - Rivestimento di pelle di razza del manico (tsuka) 2 - Posizione del menuki (nr. 10) 3 - Posizione del fuchi (nr.11) 4 - Posizione della tsuba 5 - Kurigata - Asola di corno o di metallo (raramente di legno) sul lato esterno (omote; quello posteriore, verso il corpo di chi porta l'arma, si chiama "ura") della guaina, entro cui passa il sageo 6 - Saya (lato omote) - Fodero di legno 7 - Posizione del kashira (nr. 9) 8 - Sageo - Lungo nastro di seta per fissare l’arma alla cintura 9 - Kashira - Placca 10 - Menuki - Piccoli scudetti di metallo con figure in rilievo fissati sul samegawa sotto la nastratura di nastro di seta (tsukamaki) che fascia l’impugnatura di legno (di solito magnolia) 11- Fuchi - Anello di metallo lavorato tra impugnatura e coccia 12 -Tsuba - Coccia di metallo (acciaio, shakudo, ecc.) di forma arrotondata 13 - Kogatana - Coltellino fissato al lato posteriore (ura) della katana 14 -Kogai - Spillone fissato al lato esterno (omote) della katana 15 - Nagako jiri - Punta del codolo 16 - Hitoye - Dorso del codolo 17 - Mekugi-ana - Foro per rivetto di bambù (mekugi) 18 - Shinogi-ji - Parte lucida fra dorso e nervatura 19 - Mune - Dorso della lama 20 - Shinogi - Nervatura 21 - Mitsukado - Incontro di shinogi, ko-shinogi e yokote 22 - Ko-Shinogi - Parte della nervatura dopo lo yokote 23 - Kissaki - Punta 24 - Fukura - Tagliente della punta 25 - Yokote - Nervatura che separa il piatto dalla punta che si restringe 26 - Hamon - Linea di separazione tra metallo temprato e non temprato 27 - Jihada - Parte non temprata della lama 28 -Yakiba - Parte temprata della lama 29 - Jigane - Piatto della lama 30 - Habaki - Manicotto metallico di frizione lama-guaina 31 - Nakago - Codolo Altri termini • • • Horimono - Incisioni sul metallo Daisho - Il paio formato da katana e wakizashi oppure tachi e tanto, portato alla cintura Kaiken - Piccolo pugnale per donne • • • • • • • • • • • • • • • • Kaji - Spadaio Kariginu - Abito cerimoniale indossato dal fabbro nell’ultima fase della creazione della katana Katana-kake - Sostegno a due palchi su cui si espongono la katana e lo wakizashi. Katana-jogi - Lucidatore della lama Ken - Termine generico per spada e talvolta tipo di spada dritta cinese usata in cerimonie religiose (meglio ken-tsurugi) Kozuka - Impugnatura ornata del kogatana Nambam - Stile di esecuzione di armature (yoroi), tsuba e altri oggetti d'arte. L'acciaio importato dall’estero è detto nambam-tetsu Saya - Fodero di legno Sentoku - Lega di rame, zinco e piombo che assume un color cromo Seppa - Piccole guarnizioni di rame dorato o argentato sopra e sotto la coccia Shakudo - Lega di rame e oro che assume colorazioni nere o blu nerastre Shibuichi - Lega di rame e argento che assume colorazioni dal verde al marron Tachi - Sciabola ad un taglio più lunga della katana, usata in battaglia fino al periodo Edo e in cerimonie di corte Tanto - Pugnale portato infilato nella cintura Wakizashi - Corta sciabola portata alla cintura assieme alla katana Zogan - Metodi per la colorazione e ornamentazione del metallo Nota sulla pronunzia giapponese Premesso che è assolutamente sconsigliabile, a tutela del proprio equilibrio mentale, di studiare il giapponese, ecco alcune note essenziali. La lingua giapponese non conosce i generi maschile-femminile e quindi noi siamo liberi di assegnare il genere in base alle nostre regole: diremo quindi "la katana", "il tanto". La trascrizione in caratteri europei rende abbastanza fedelmente il suono delle parole giapponesi. In giapponese non esiste quasi l’accento tonico e perciò ogni sillaba ha lo stesso valore; non si deve perciò pronunziare katàna o katanà, ma kà-tà-nà, senza troppo accentuare l’ultima sillaba poiché, in tal caso, il nostro orecchio, per sua impostazione, sentirebbe il tutto come se avessimo detto katanà! Se provate a pronunziare la frase "chi te lo fa far" come se fosse una parola unica, avrete un’idea di come funziona l’accento in giapponese. Balestra 1 - Nodo del nervo; 2 - Arco di lamine di corno; 3 - Supporto del bolzone o dardo; 4 - Perno della forcella; 5 - Briglia; 6 - Sede per il bolzone; 7 - Cordella della noce (scoperta); 8 - Noce; 9 - Cartella in osso; 10 - Fermo del bolzone; 11 - Chiave; 12 - Traversino (per fissare le cordelle del martinetto); 13 - Briglia o cappio del martinetto; 14 - Scatola con rotismi del martinetto; 15 - Teniere; Martinetto 16 - Crocco a due artigli; 17 - Dentiera, cremagliera; Introduzione al tiro ad avancarica Ora che la nuova legge ha liberalizzato le repliche di armi ad avancarica, non è male avere qualche nozione sul loro caricamento. È del tutto sconsigliabile sparare con armi ad avancarica originali se non sono state sottoposte a prova moderna al Banco di Prova e, per ragioni di sicurezza, è vietato usare in poligoni, in presenza di altre persone, quelle non provate. La Polvere Per le armi ad avancarica si usa polvere nera da caccia nr. 1 con granulazione da 0,6 a 1,2 mm, peso specifico superiore a 1,7 g/cmc e umidità inferiore allo 1% . Non sono adatti altri tipi di polvere nera usati in pirotecnia, la polvere da mina, il polverino, la polvere per mortaretti, ecc. La polvere non deve aver preso umidità, altrimenti forma dei grumi che ne compromettono il caricamento. Una buona polvere deve lasciare pochi residui, non fare polverino e bruciandola sopra un foglio di carta non dovrebbe riuscire ad incendiarla. Gli uomini della prateria avevano trovato un mezzo semplice per versare la "giusta" dose di polvere nel loro fucile: mettevano la palla sul palmo della mano ben aperta e vi versavano sopra tanta polvere quanto bastava a coprirla. Metodo poco sicuro, forse adatto per colpire bisonti e indiani a grande distanza, ma non raccomandabile per il tiro di precisione che richiede una grande uniformità di cariche. La dose media di polvere necessaria è facilmente calcolabile con formule approssimative. Per armi corte Per ogni millimetro di diametro della canna usare 0,1 grammi di polvere; quindi un revolver cal. 38 avrà un diametro di 0,38 x 2,54 = 0,96 cm e richiederà perciò 0,96 g. di polvere. Usando misure anglosassoni la formula diventa "cal. in pollici x 0,5 grani"; quindi 38x0,5= 19 grani =1,2 grammi (attenzione, la formula metrica e quella anglosassome non combaciano in quant osono puramente pratiche ed orientative! La formula in grani porta a una dosa di 1,2 grammi invece di un grammo) Per armi lunghe Per ogni millimetro di diametro della canna usare 0,25 grammi di polvere; vale a dire che per una carabina in cal. 38 ci vorrebbero 2,4 g di polvere. Usando misure anglosassoni la formula diventa "cal. in pollici x 1 grani". Come detto, queste sono dosi medie. Per il tiro di precisione si preferiscono cariche deboli e perciò i tiratori sono soliti diminuire la carica fino al punto in cui i colpi iniziano a disperdersi; quella è la dose inferiore insufficiente su cui operare piccoli aumenti fino ad ottenere i risultati voluti. Nelle repliche la rigatura non è così profonda come nelle armi antiche e quindi non bisogna esagerare con le carica di polvere, altrimenti il proiettile "scavalca" le righe. Per il tiro di alta precisione le cariche andrebbero pesate singolarmente e si dovrebbe, se consentito dai regolamenti, persino usare il tubo di caricamento per evitare che dei grani di polvere rimangano aderenti all'anima della canna unta o sporca. Per gli usi normale è però più che sufficiente usare il dosatore della fiaschetta, ovviamente regolato per la carica desiderata, oppure un misurino, avendo l'accortezza di usare sempre lo stesso stile di versamento: agitare la fiaschetta per rompere eventuali grumi e mescolare bene la polvere, non rovesciare la fiaschetta con troppo slancio, non dare colpi di assestamento alla polvere nel misurino, ecc.). Gli esperimenti compiuti hanno dimostrato che in questo modo lo scarto in più o in meno è di circa l'1% con punte massime del 2%. La polvere viene conservata in fiaschette munite di apposito misuratore che blocca il foro di uscita della polvere dopo che è uscita la dose richiesta. Per ragioni di sicurezza è comunque consigliabile di non versare direttamente la polvere dalla fiaschetta perché in caso di accensione della carica durante il versamento, a causa di residui incandescenti rimasti nella canna, la fiaschetta potrebbe esplodere. Le palle Le palle possono essere acquistate già pronte oppure possono essere fuse in casa con l'apposita pinza ed impiegando piombo già usato per bilanciare gli pneumatici. Le palle devono essere ben rifinite eliminando le sbavature lasciate dalla pinza e rifinendo il loro fondo. La palla, se non si usa la pezzuola, deve entrare con una leggera forzatura nella canna o nel tamburo. Vi sono palle sferiche per armi a canna liscia e palle ogivali per armi a canna rigata. Il borraggio Tra la polvere e la palla, se non si usa la pezzuola, si usa mettere un dischetto di feltro o materiale analogo; vi sono delle fustellatrici che consentono di ritagliarle nel calibro richiesto. La borra è ovviamente indispensabile se si carica l'arma a pallini. Esse, ben impregnate di cera, sono indispensabili nei revolver ad avancarica per impedire che una scintilla faccia esplodere tutti i colpi contemporaneamente; alcuni usano anche mettere un po' di grasso sopra al proiettile, ma gli esperti dicono che serve solo a sporcare le mani ed i vestiti. Al tempo di Napoleone vi erano già cariche preconfezionate (le prime "cartucce") in cui la carta, una volta versata la polvere, veniva usata come stoppaccio; con questo sistema si riuscivano a sparare più di tre colpi al minuto. Non provate ad usare questo sistema con cartoccetti casalinghi perché la carta, se non è stata sottoposta a nitratazione, tende a fermarsi nella canna ancora in fase di combustione, pronta a far esplodere la carica successiva Gli inneschi Essi vengono messi sul luminello alla fine. Se si usano armi a pietra, questa deve essere fissata al cane proteggendola con un pezzetto di cuoio o con una lamina di piombo e non deve essere unta (in questa caso lavarla in acqua calda). Nello scodellino va poi versato un po' di polverino. Il caricamento Il procedimento di caricamento è il seguente. L'anima della canna deve essere pulita e asciutta. Le canne delle armi ad avancarica, dopo l'uso devono essere lavate con acqua calda e ben asciugate. - Si versa la polvere nella canna che va sempre tenuta ben verticale. - - Si inserisce il borraggio e con la bacchetta di caricamento si porta a contatto della polvere. Si inserisce la palla e con la bacchetta si porta a contatto della borra e si dà qualche colpetto di assestamento. Se si usa la pezzuola, questa deve essere ingrassata e delle giuste dimensioni e cioè coprire la palla per non più di due terzi; essa viene appoggiata sulla volata, su di essa si appoggia la palla e con la bacchetta si forza fino a contatto con la polvere. Nei tempi antichi il fondo della fiaschetta veniva usata come un martello per imboccare la palla nella canna, ma è un sistema fortunatamente abbandonato. La palla va premuta contro la polvere, ma non si deve esagerare con la compressione per non schiacciare la polvere e frantumarne i granuli. Una volta stabilita la carica ideale o opportuno segnare sulla bacchetta il punto esatto di massimo inserimento. Si ripete che la regolarità di tiro e cioè rosate piccole, dipendono da assoluta costanza nel caricamento, con costanza di pesi di carica e palle, di borraggio, di intasamento. Occorre fare attenzione a due cose importanti. Questa è la fase più pericolosa in cui possono verificarsi incidenti per accensione della polvere e quindi: 1) La bacchetta va impugnata in modo che in caso di sparo accidentale sia libera di sfuggire dalla mano senza perforarla e non bisogna stare con il viso vicino alla volata. 2) Occorre premere lentamente la palla, eventualmente con colpetti brevi della bacchetta; non cercare mai di affondarla per un tratto luongo; se la palla, come frequente quando si usa la pezzuola, fa da stantuffo e comprime l'aria entro la canna, alcune rapide compressioni successive sono sufficienti a portare l'aria ad una temperatura tale da accendere la polvere. - Si inserisce l'innesco; se è troppo lasco, si schiaccia un poco prima di inserirlo sul luminello. - Quando si maneggia polvere da sparo occorre evitare in modo assoluto che si fumi nei pressi di chi la maneggia o nei pressi del luogo in cui si conserva. Se il colpo non parte... Nel tiro ad avancarica occorre ricordare che vi è sempre un certo ritardo tra percussione e sparo. Sono inoltre frequenti dei ritardi anomali e perciò si deve attendere sempre almeno 10 secondi prima di spostare l'arma dalla linea di mira e, anche dopo questo intervallo, l'arma va sempre considerata come estremamente pericolosa. Se si è sicuri di non aver dimenticato di versare la polvere, si può provare a pulire il luminello con uno spillo di ottone, si inserisce un nuovo innesco e si spara. Si può anche svitare il luminello e sostituirlo se è danneggiato. Se neanche questo sistema funziona, occorre scaricare l'arma dalla bocca applicando sulla bacchetta il cavapalle (una specie di cavatappi). Questo va inserito nella canna e ruotato fino a che si sente che ha fatto solida presa nel piombo. Pulizia delle canne Come detto le canne vanno lavate con acqua calda; possono poi essere leggermente oliate per evitare che arrugginiscano, ma l'olio deve essere eliminato prima del caricamento. Circa ogni 10 colpi la canna va pulita con una pezzuola appena umida. La Legge Per ora le armi ad avancarica liberalizzate possono essere usate da chi è privo di licenza di porto d'armi (lunghe o corte, a seconda dei casi) solo in poligono del TSN. Il regolamento che pone questo limite è illegittimo, ma per ora è meglio osservarlo. La polvere nera può essere acquistata solo da chi è munito di una licenza di porto d'armi oppure richiede specifico nulla osta all'acquisto. Essa va denunziata. Se ne possono acquistare e detenere fino 5 chili, ma è un prodotto molto più pericoloso della polvere senza fumo e perciò è meglio limitare il quantitativo al minimo. I poligoni del TSN interessati ad aprire linee di tiro ad avancarica dovranno organizzarsi per vendere piccoli quantitativi di polvere ai tiratori ed emanare apposite disposizioni di sicurezza per il maneggio delle armi ad avancarica. Nota sulla accensione per compressione Quando si carica l'arma con la pezzuola può accadere, come anticipato, che la bacchetta, giunta ad una decina di cm dalla polvere, non proceda più, ma rimbalzi come se incontrasse una molla. Ciò è il chiaro segno che l'aria non riesce a sfuggire né tra canna e proiettile né dal luminello. In queste condizioni basta insistere con due o tre colpi decisi per far esplodere la carica e per garantire come minimo delle ustioni di terzo grado alla mano, sempre che la bacchetta male impugnata (in alcune società impongono di usare bacchetta con maniglia laterale) non l'abbia lesionata. Se il calcio dell'arma era appoggiato su di un piede o su altra parte del corpo, il rinculo può avere effetti estremamente dolorosi. Specie per gli uomini è assolutamente sconsigliabile di stringre l'arma fra le gambe. Per un fisico è facile comprendere il fenomeno: i rapidi colpi provocano una compressione adiabatica dell'aria con suo riscaldamento, come può controllare chiunque con una pompa da bicicletta; se la canna è già calda, ad es. 60 gradi, basta una modesta pressione di 8 kp/cmq perché l'aria si riscaldi fino a 300 gradi mentre con una pressione di 20 kp/cmq si ottengono ben 500°. Se la canna ha la temperatura di 20°, i valori di temperatura scendono rispettivamente a 240° e 440°. Nell'ottocento vi erano in commercio persino degli accendini basati su questo principio fisico. Questa situazione pericolosa si verifica in genere dopo una serie di colpi, quando la canna è calda. Se non si riesce a far scendere la palla fino a contatto con la polvere con piccole e LENTE spinte progressive, occorre svitare il luminello, pulirlo e far uscire l'aria da quella parte. Non è consigliabile sparare con uno spazio vuoto tra palla e polvere. Per prevenire questo tipo di incidente alcuni tiratori usano soffiare nella canna dopo ogni sparo per assicurarsi che il luminello sia libero; ciò serve anche a spegnere eventuali residue scintille. Piastra a miccia In alto l'arma dopo lo sparo; il copri-scodellino è aperto. Fig. 1: Il cane con la miccia accesa è stato alzato e lo scodellino è stato aperto; Fig. 2: Azionando il grilletto il cane si abbassa o scatta e porta la miccia a contatto del polverino; Fig. 3: Il ritorno del grilletto riporta la miccia alla posizione di partenza (nella maggior parte dei casi il cane viene montato a mano). Meccanismo interno: Il grilletto preme sulla estremità destra della stanghetta che agisce quindi sullo snodo del cane. Successivamente venne introdotto un meccanismo a scatto. Piastra a ruota Il seguente schema illustra ulteriormente lo schema Funzionamento: 1 - La ruota viene montata mediante la chiave; il cane è alzato. 2 - Il polverino viene versato nello scodellino e il cane viene abbassato a contatto della ruota. 3 - Azionando il grilletto la ruota gira contro il pezzo di pirite e genera scintille che dànno fuoco alla carica. Silenziatori - Silencers - Schalldämpfer Tipica immagine di pistola con silenziatore ATTENZIONE: Questo è uno studio storico; i disegni indicano schemi di principio e non dettagli costruttivi. E' pericoloso montare su armi silenziatori improvvisati e può essere fonte di guai giudiziari il fabbricare o detenere silenziatori senza osservanza delle dovute formalità. Il silenziamento dello sparo è richiesto in capo militare e civile per vari motivi: • il silenziatore presenta vantaggi tattici perché non consente di localizzare il tiratore; • il tiratore, sapendo di poter contare sul fattore sorpresa e di non essere soggetto ad una reazione immediata da parte dell’avversario, spara con molta maggior tranquillità. Il silenziatore è quindi un accessorio quasi indispensabile per azioni di commandos che debbano svolgersi di sorpresa. • il tiratore non è soggetto allo shock fisico dello sparo; • riduce l'inquinamento acustico dei poligoni aperti ed il rumore in quelli al chiuso. L’inconveniente della facile localizzabilità delle armi da sparo, anche per effetto della vampata e della fumata prodotta dalla polvere nera, fu rilevato già all'inizio della storia delle armi da fuoco, e, in mancanza di rimedi, si continuò ad usare, per imboscate e per certe cacce, fino alla fine del 700, la balestra o l’arco. Un piccolo passo avanti venne fatto con i fucili a vento che potevano essere uditi ma non visti. Alla fine dell’ottocento gli inventori cominciarono ad interessarsi al problema del silenziamento dello sparo, ma (se si escludono alcuni ingenui tentativi di inventare meccanismi che chiudessero la bocca dell’arma subito dopo il passaggio del proiettile), il silenziatore come lo conosciamo ancora oggi nella sua struttura fondamentale nasce nel 1908 ad opera di Hiram Percy Maxim, figlio del più famoso Sir Hiram S. Maxim, inventore dell’omonima mitragliatrice. Il primo modello, applicato su di un fucile Winchester, non silenziava gran che, ma già nel 1910 H.P. Maxim brevettava un modello di silenziatore veramente efficace, ampiamente commercializzato, avente la caratteristica che il foro per il passaggio del proiettile era eccentrico e non richiedeva quindi la modifica della linea di mira. Negli anni immediatamente successivi, i brevetti di nuovi tipi di silenziatori si moltiplicarono. Prima di passare alla loro descrizione e storia è però opportuno esporre i principi teorici fondamentali alla base della costruzione dei silenziatori. I rumori connessi allo sparo di un’arma derivano da tre fonti: 1) rumori prodotti dal meccanismo di sparo ed espulsione dell’arma 2) rumori prodotti dall’espansione dei gas di sparo dell’arma 3) rumori prodotti dal proiettile nell’aria e al momento dell’impatto. 1) Nelle armi a ripetizione ordinaria vi è solo il rumore dello scatto del grilletto e del percussore che colpisce l’innesco. Nelle armi automatiche vi può essere il rumore della massa batt ente che percuote, retrocede e ricamera una cartuccia. Questi rumori sono quasi sempre mascherati dai rumori dello sparo vero e proprio ed assumono un certo rilievo solo nelle armi munite di silenziatore. Infatti la massa battente a vuoto di un mitra Sten produce un rumore di circa 100 dB, pari al rumore di un’arma ben silenziata. 2) Lo sparo vero e proprio è prodotto dalla rapida espansione dei gas che escono dalla bocca dell’arma con una velocità che può essere doppia di quella del proiettile e con una pressione di alcune centinaia di atmosfere, ed è lo stesso rumore, fatte le debite proporzioni, che produce lo stappamento di una bottiglia di spumante (pressione circa 5 atmosfere) e lo sparo di una carabina ad aria compressa (circa 10 atmosfere). Nel rumore dello sparo si possono distinguere tre componenti fondamentali: a) l’onda precorritrice, causata dal fatto che il proiettile, viaggiando nella canna, accelera e comprime l’aria che vi si trova, così che il proiettile è preceduto da un’onda che raggiunge la pressione di parecchie atmosfere. Quest’onda può cumularsi, in certi tipi di arma, con quella provocata dai gas che, per difetto di aderenza tra canna e proiettile, riescono a superare ed a precedere il proiettile. b) l’onda provocata dal repentino dislocamento della massa d’aria alla bocca dell’arma quando ne esce il proiettile; essa è normalmente trascurabile, ma assume importanza nelle armi silenziate, specialmente se il silenziatore è munito di diaframmi elastici; c) l’onda provocata dall’uscita dei gas caldi dell’esplosione, costituente il rumore dominante delle armi non silenziate. La pressione di quest’onda dipende fondamentalmente dalla pressione dei gas e questa, a sua volta, dalla lunghezza della canna e dal tipo di polvere. Canne corte e polveri progressive hanno come conseguenza alte pressioni di bocca; il contrario avviene con canne lunghe o polveri vivaci. Una canna corta in relazione alla velocità di combustione della polvere (e ciò avviene di regola con i revolver a canna corta e munizioni potenti ) produce un notevole aumento dell’intensità dello sparo, pur non aumentando necessariamente la pressione dei gas, poiché può avvenire che dalla canna escano dei gas incombusti che, combinandosi con l’ossigeno dell’aria, esplodono fragorosamente (fuoco di bocca) . 3) I rumori prodotti dal proiettile durante il suo volo sono ben tre. Il primo rumore è il sibilo, ben noti a tutti i cacciatori che si vengono a trovare sotto il tiro di altri colleghi. Esso è riconducibile sia ai vortici che al risucchio d’aria dietro al proiettile, sia a quel fenomeno che in aerodinamica è conosciuto come "rumore dello strato limite": quando un corpo solido si muove ad alta velocità in un elemento gassoso la viscosità del gas provoca la comparsa di uno strato turbolento in prossimità della superficie del corpo stesso, dello spessore variabile da frazioni di millimetro ad alcuni centimetri, a seconda delle dimensioni del corpo, della sua rugosità superficiale, della densità del gas. In esso si generano così dei vortici che provocano variazioni di pressione e quindi onde sonore che possono raggiungere anche notevole intensità; il sibilo di un apparecchio a reazione raggiunge anche i 140 dB ed un proiettile di arma leggera produce un suono che a 10 metri dalla traiettoria arriva a 95 dB. Questo rumore si propaga anch’esso, naturalmente, con la velocità del suono. Il secondo rumore, analogo al suono del proiettile che rimbalza dopo aver urtato contro un ostacolo, subentra in luogo del sibilo in determinate circostanze ed è quello ronzante e quasi musicale che produce il proiettile non sferico male stabilizzato. Il proiettile così destabilizzato produce il tipico ronzio propagantesi, alla velocità del suono attorno al proiettile. Il terzo suono, detto onda balistica, è quello prodotto da un proiettile che viaggia ad una velocità supersonica e racchiude il suono entro il cosiddetto cono di Mach. Esso non si forma alla bocca dell’arma, ma circa 30-40 cm. più avanti poiché alla bocca i gas hanno velocità superiore a quella del proiettile e quindi la velocità relativa del proiettile non è supersonica; il bang è indipendente dal rumore proprio del corpo che lo produce ed è un suono continuo che si propaga sul terreno, lungo la direzione del proiettile, con la velocità del proiettile stesso. Chi si trova dietro all’arma che spara il proiettile supersonico non può sentire il bang come suono diretto, ma solo come suono riflesso, sempre che non si sommi al rumore dell’onda di bocca; quando il proiettile scende a velocità subsonica si ritornano ad udire i rumori propri del suo movimento (sibilo o ronzio). Se viene silenziato il rumore dell’onda di bocca, non è più possibile localizzare la posizione dell’arma che ha sparato, perché per l’ascoltatore il rumore sembrerà provenire da un punto della traiettoria del proiettile; l’arma sarà localizzabile da chi si trovi dietro lo sparatore. Il rumore dell’onda balistica è molto più schioccante di quello dell’onda di bocca e ciò è dovuto al fatto che mentre la frequenza dominante dell’onda di bocca è di circa 500 Herz quella dell’onda balistica è di circa 3000 Herz. L’intensità dell’onda balistica è pressoché indipendente dal tipo di proiettile di arma leggera ed è pari a circa 136140 dB (ecco il motivo per cui per le orecchie può essere più dannoso essere vicino al tiratore che non lo sparare personalmente). Da quanto esporto risulta evidente che il silenziatore può attenuare solo il rumore prodotto dall’onda di bocca; non può invece influire in alcun modo sui rumori prodotti dal meccanismo dell’arma o dal proiettile e, tanto meno, sul rumore dell’onda balistica. È per questo motivo che in tutte ha armi silenziate, che impiegano munizioni sviluppanti velocità supersonica, si cerca di ridurre la velocità iniziale del proiettile a velocità subsonica o impiegando munizioni con carica di lancio opportunamente ridotta, opporre modificando la canna dell’arma con prese di gas di sparo, che causano una diminuzione di pressione e conseguentemente di velocità. I sistemi finora escogitati per attenuare l’onda di bocca cercano tutti di sottrarre in vario modo energia ai gas di sparo. I sistemi applicati, singolarmente o congiuntamente sono i seguenti. - Espansione dei gas in un contenitore; i gas si mescolano con l’aria ivi contenuta e la comprimono con la conseguente diminuzione della loro pressione e temperatura. Ricordo che la pressione media dei gas alla bocca è di 100-200 atmosfere e la temperatura di oltre 1000°. In pratica qualunque tubo o scatola opportunamente applicato alla bocca dell’arma ed avente un volume pari ad almeno 20 volte quello dell’anima della canna, attenua il rumore di una decina di decibel. Una certa attenuazione si ottiene anche racchiudendo l’arma in una camera d’aria, che si gonfia al momento dello sparo e lascia poi defluire lentamente i gas attraverso il foro prodotto dallo stesso proiettile (cosiddetto "guanto in Churchill"). Funzione analoga può svolgere una borsa per l’acqua calda assicurata alla canna. - - - Assorbimento di calore da parte di radiatori lamellari, di filamenti metallici, di liquidi, e delle stesse pareti di silenziatore. Per questo motivo quasi tutti i silenziatori sono costruiti con metalli conduttori; la sostanza più usata per assorbire il calore è però la lana o la rete di acciaio non troppo fine. Qualche decennio fa (1967, Frankford Arsenal) è stato sperimentato un tipo di silenziatore, tra i più efficaci, costituito da una barra di speciale lega di alluminio spugnosa ottenuta fondendo l’alluminio assieme a dei sali che poi vengo disciolti . La barra, salvo una piccola camera iniziale, è forata con un’anima liscia che ha lo stesso diametro del proiettile ed i gas di sparo si diffondono attraverso la massa spugnosa con una attenuazione dello sparo di quasi 30 decibel. Formazione di turbolenze all’interno del silenziatore per rallentare la velocità dei gas. A questo scopo l’interno del silenziatore viene diviso con diaframmi (che assorbono anche calore) in vari scompartimenti in modo che il gas deve espandersi e ricomprimersi nel passare dall’uno all’altro; i diaframmi inoltre possono essere variamente sagomati o intagliati per far turbinare i gas. In alcuni silenziatori in luogo dei diaframmi vi è una spirale che allunga il percorso che i gas devolvo compiere. Trasformazione in lavoro dell’energia dei gas che per uscire devono comprimere delle molle. In sostanza un silenziatore per armi è del tutto simile ad un silenziatore per motori a scoppio, con l’unica differenza che il primo deve essere forato in modo da consentire il passaggio del proiettile, il che impedisce di ottenere una attenuazione totale del rumore (questa potrebbe essere raggiunta solo con dimensioni del silenziatore praticamente inaccettabili). In alcuni silenziatori il foro per il proiettile è chiuso da uno o più diaframmi di gomma che vengono perforati dal proiettile stesso, oppure sono già incisi a croce in modo da aprirsi al suo passaggio e poi rinchiudersi. Questo artificio consente di guadagnare alcuni decibel di attenuazione in quanto i diaframmi sopprimono quasi completamente l’onda precorritrice, ma presentano l’inconveniente di dover esseri sostituiti quasi dopo ogni sparo. Non è utile applicare utilmente il silenziatore ad un revolver (salvo che si tratti di un Nagant, in cui il bossolo al momento dello sparo avanza e si inserisce nella canna, assicurando la tenuta dei gas)) perché non si riuscirebbe, comunque, ad eliminare il rumore dei gas che sfuggono nella fessura tra il tamburo e la canna. Con le pistole semiautomatiche, se si vuole ottenere un buon silenziamento, occorre evitare le pistole a chiusura labile il cui otturatore si apre quando nella canna vi è ancora una pressione rilevante. La maggior difficoltà costruttiva di un silenziatore consiste nel perfetto allineamento e centraggio dei componenti interni rispetto all’anima della canna in modo che il foro per il passaggio del proiettile sia quanto più possibile piccolo (in genere pochi decimi di millimetro in più del diametro del proiettile), senza compromettere la sicurezza dello sparatore. Infatti all’uscita dalla bocca il proiettile, come già detto, può non essere ben stabilizzato. Un silenziatore arrangiato in casa, o serve a ben poco, oppure rischia di volar via assieme al proiettile, al primo sparo. Un buon silenziatore non altera la traiettoria del proiettile e non influisce sulla precisione dell’arma. Se il silenziatore consente che i gas sorpassino il proiettile, si creano turbolenze che possono portare a perdita di stabilità del proiettile; ciò si verifica anche nei silenziatori con diaframmi di gomma, a causa dello sfregamento contro di essi. Secondo certi studi eseguiti in relazione al caso Marta Russo, la presenza di un silenziatore comporta una aumento dei temperatura sulla base del proiettile, rilevabile in sede di perizia. Sul punto ho i miei dubbi (come, del resto, su tutto il caso, basato su perizie iniziali errate)! Un silenziatore attenua il rumore fino a 30 dB. Però anche silenziatori meno efficienti raggiungono quasi sempre il risultato di rendere il rumore di uno sparo non riconoscile come tale, il che è di solito più che sufficiente. Storicamente il primo silenziatore brevettato è quello di Maxim. Il modello 1908, che assomigliava ad una pompetta del Flit con relativo serbatoio, non funzionava gran che. Già il modello 1909 era sufficientemente efficiente e il modello 1910 è quello definitivo, usato ed imitato in tutto il mondo fino ad oggi, con minime varianti. Esso è diviso all’interno in numerose piccole camere, da diaframmi cavi e sagomati in particolare maniera al fine di assorbire molto calore e di creare turbolenza. Già Maxim comprende che il foro per il passaggio del proiettile può essere eccentrico e che quindi il silenziatore può lasciar libera la linea di mira. Silenziatore Maxim 1910 Diverso tipo di diaframma in una versione appena successiva Come tante altre invenzioni in materia di armi, la scoperta era già nell’aria perché nel giro di pochi mesi, i brevetti si moltiplicano. Silenziatore Klau Nel 1909 P. Klau inventa un silenziatore costituito da una spirale elicoidale racchiusa in un tubo ed avente la funzione sia di dissipare il calore che di trasformare energia, comprimendosi. Simili sono il silenziatore Fiala del 1919 e lo Sionic Mac-Dampfer del 1967; questo, integrato nell'arma, venne montato sulla pistola mitragliatrice Ingram M10 e M11 e sulla versione survival dello Armalite AR-7. Era estremamente efficiente riuscendo a combinare una adeguata turbolenza dei gas con un loro efficace raffreddamento. Il silenziatore Billerbeck, pure del 1909, contiene una quarantina di elementi tronco-conici con il vertice rivolto verso la bocca dell’arma, infilati l’uno nell’altro e separati l’uno dall’altro da molle, cosi che, almeno nelle intenzioni dell’inventore, i gas di sparo comprimerebbero le molle e verrebbero deviati lateralmente e si raffredderebbero sulle pareti dei coni. Nello stesso periodo compare il silenziatore Moderator che unisce il sistema Maxim a quello Klau: esso è diviso da due diaframmi in tre camere di volume decrescente e in ogni camera vi sono fasci di spirali elicoidali, con passo sinistrorso nell’una e destrorsa nelle altre. Del 1910 è il silenziatore Moore, successivamente perfezionato nel 1912. Esso sfrutta al massimo la creazione di turbolenze in quanto il corpo del silenziatore è diviso in tante camere con pareti curvilinee ed il proiettile attraversa il silenziatore dentro ad un tubetto a griglia. Un centinaio di questi silenziatori vennero acquistati dall’esercito americano per essere montati su fucili Springfield. I "Sound Moderator" della Parker Hale, come molti altri silenziatori di origine sconosciuta, sono semplici tubi divisi in camere di espansione da diaframmi metallici. In genere subito dopo la bocca dell’arma vi è una camera più grande delle altre, pari a circa un terzo dell’intero volume del silenziatore. Silenziatore per P38 Il silenziatore AAI (Aircraft Armaments Inc.) venne creato per la pistola P 38. Esso si differenzia alquanto dagli altri perché è molto corto e tozzo; la lunghezza è di soli 12 cm. e il diametro di cm. 7,5. L’interno è diviso da nove diaframmi di alluminio in altrettante camere eguali, di cui le prime due sono vuote e le altre sono riempite con lana di acciaio. La bocca del silenziatore è chiusa con un diaframma di gomma. A differenza degli altri silenziatori il foro nei diaframmi per il passaggio del proiettile è di ben 12 mm. contro i 9,5 prevedibili. Silenziatore per Walther MPK Il silenziatore Walther MPK è stato fabbricato dopo il 1963 per l’omonima arma. Consiste in un tubo di circa cm. 25 x 4,8, contenente un elaborato assortimento di parti geometricamente complicate: tubi, coni, cilindri, eliche, camere di espansione. Il silenziatore è completamente costruito in alluminio e riduce lo sparo ad un suono paragonabile ad uno smorzato battito di mani, seguito da un sibilo. La stessa Walther ha brevettato nel 1969 un altro silenziatore, studiato dallo specialista Siegfried Hubner: trattasi sostanzialmente di un silenziatore a camere in cui la prima è studiata in maniera da immagazzinare parte dei gas e lasciarli uscire solo quando la pressione interna nelle altre camere è scesa oltre un certo valore. Silenziatore di S. Hubner Il silenziatore Beretta, costruito prima della seconda guerra mondiale, contiene numerosissimi (circa 60) diaframmi con rilievi spiraliformi, separati di poco l’uno dall’altro, che creano forte turbolenza e dissipano il calore. Fra altri tentativi famosi ricordiamo il silenziatore Westfall del 1914 (qui sotto) con un sistema misto di molle e diaframmi e il silenziatore francese Unique (qui sotto) degli anni 50, per il calibro 22, non molto efficiente. I modelli commerciali francesi sono in genere dei semplici tubi di una ventina di cm.di lunghezza e 2,5 cm di diametro,con una prima camera di espansione lunga 1/3 e una diecina di camere di espansione che occupano i restanti due terzi. L'attenuazione del suono non supera i 17 dB. Il silenziatore della Heckler & Koch per la pistola mitr. MP5SD riunisce i diaframmi ad imbuto a camere di espansione con rete metallica di raffreddamento. Attenua il suono di circa 20 dB. Silenziatore Heckler & Koch Qui sotto un altro modello tedesco della seconda guerra mondiale per il fucile K98. Un modello precedente aveva i coni di deflessione con lamelle flessibili. Chiudiamo questa breve rassegna con due dei tanti brevetti, assolutamente impossibili, con cui si è cercato di risolvere il problema del silenziamento chiudendo la volata della canna subito dopo il passaggio del proiettile! Tutti i silenziatori non incorporati all'arma vengono montati sulla canna dell’arma nei modi più svariati: o semplicemente infilando l’attacco su di essa e fissandolo con una vite od una fascetta, o con un attacco a baionetta che sfrutta lo zoccolo del mirino, o avvitandolo ad una filettatura già presente sulla canna o creata all’uopo. È anche possibile che il corpo del silenziatore venga infilato sulla canna in modo da contenerla in parte. Arma silenziata con silenziatore integrato Diverse strutturalmente sono le armi silenziate in cui il silenziatore è integrato stabilmente nell’arma stessa, con modifiche anche a parti dell’arma, il che consente di rendere l’arma più maneggevole, di aumentare lo spazio per far espandere i gas e di diminuire la velocità del proiettile a valori subsonici, bucherellando la canna che entra in parte nel corpo del silenziatore. Per chi volesse affrontare il problema con maggior dettaglio, consiglio una visita all'archivio dei Brevetti negli Stati Uniti. Le immagni e talvolta i testi sono in formato tiff e occorre un adeguato plugin per visualizzarle. Acciarino a focile Funzionamento generico: 1 - Si alza la batteria formata da copri-scodellino e martellina, e si versa il polverino; 2 - Si chiude lo scodellino con la batteria e si monta il cane che stringe la pietra focaia tra le ganasce; 3 - Azionando il grilletto, la batteria si rialza di quel tanto che serve per aprire lo scodellino, la pietra focaia percuote la martellina e accende la carica. Vi sono diversi tipi di acciarino (o piastra) a focile. Il più antico è detto piastra a pietra focaia con martellina (o snaphance), nato poco dopo la metà del 1500. Azionando il grilletto il copriscodellino si apre e la pietra sfrega contro la batteria della martellina, tenuta in posizione da una molla. E' noto anche un tipo, detto baltico, in cui il copriscodellino deve essere aperto a mano. L'acciarino alla fiorentina presenta un ingrossamento del collo del cane che impedisce alla pietra di ruotare fino a colpire lo scodellino. L'acciarino alla catalana, o micheletto, ha la molla del cane esterna e (con qualche variante), la batteria dritta è unita al copriscodellino: la pietra, colpendo la batteria, la proiettava all'indietro scoprendo lo scodellino. Il cane presenta talvolta una mezza monta di sicurezza. L'evoluzione termina con l'acciarino alla moderna (1610) in cui batteria, martellina e scopriscodellinoi sono formati da un unico pezzo ad L e il cane ha forma a collo di cigno. Piastra a percussione Fig.1: L'arma è stata caricata con polvere e palla Fig.2: Viene inserito l'innesco sul luminello Fig.3: Il cane percuote l'innesco e fa deflagare la polvere È prevedibile che la nuova legge sull'aria compressa, quando sarà approvato il regolamento, porrà molti detentori nella necessità di stabilire la potenza dell'arma posseduta. E non è facile trovare armieri con il cronografo. Vi è però un metodo abbastanza semplice per misurare in casa propria la velocità del proiettile di un'arma ad aria compressa, e cioè con il pendolo balistico. Ho esposto ampiamente la teoria nella mia pagina Pendolo balistico, ma credo opportuno semplificare ulteriormente la procedura per la sola aria compressa. Ecco come procedere: - prendere un pezzo di sapone da bucato di circa 150/200 grammi e pesarlo esattamente con una bilancia di precisione (± 5 grammi al massimo); - con due fili sottili da cucito sospenderlo ad un bastoncino tipo ago da maglia; la lunghezza totale del pendolo così creato dovrà essere di almeno un metro; - nella parte inferiore del pendolo, al suo centro, piantare uno spillo a cui poter legare un filo; - sospendere il pendolo così creato a due sostegni fissi, in modo che possa oscillare liberamente; - mettere in oscillazione il pendolo e contare il numero delle oscillazioni in un minuto primo; dividendo per 60 si ottiene la durata in secondi di una oscillazione; se ora si fa il quadrato di questo valore e lo si moltiplica per 0,248 si ottiene la lunghezza reale "l" del pendolo, in metri in relazione al suo baricentro (sarà un valore vicino ad un metro); per maggior precisione si possono contare le oscillazioni in due muniti e dividere per 120 oppure ripetere due o tre volte la misurazione e fare poi la media dei valori; - misurare la lunghezza effettiva "L" del pendolo in cm, dal centro del bastoncino di appoggio, alla punta dello spillo - da una fessura posta esattamente sotto lo spillo e al suo stesso livello, far uscire uno spago sottile o un nastrino leggero e floscio e fissarlo alla punta dello spillo. - da circa un metro di distanza (per evitare l'effetto del soffio di aria sparare con l'arma e un diabolo da 0,5 gr. contro la saponetta cercando di colpire il centro della faccia. Se non si riesce a colpire la saponetta da un metro cambiare l'arma o il tiratore! - per effetto del pallino il pendolo inizierà ad oscillare e trascinerà il nastrino fuori della fessura; la prima oscillazione è la più ampia e il nastrino non può rientrare nella fessura, - fermare il pendolo e misurare esattamente la lunghezza (arco, in cm) del nastrino dallo spillo fino alla fessura; ricordare che un errore di mezzo cm nella lettura comporta un errore di 7-8 ms nella velocità; - ripetere la misurazione due o tre volte; - con il valore (o media dei valori) così trovati si può calcolare l'angolo dell'oscillazione che sarà dato da (360 . arco) / 6,28 . L Si otterrà un valore attorno ai 15-20 gradi; con una qualsiasi calcolatrice scientifica calcolare il coseno (si può usare la calcolatrice di Windows, visualizzazione scientifica, premendo il pulsante "cos"; si otterrà un valore di circa 0,9 - 0,95); sottrarre questo valore da 1e si otterrà quindi un valore X di circa 0,05 - 0,1. A questo punto siamo pronti per il calcolo finale da seguire così - sommare il peso del pendolo in grammi al peso del diabolo e dividere il risultato per 0,5 (ancora il peso del diabolo; se ha peso diverso, inserire il valore esatto) - - moltiplicare 19,62 per "l" in metri e per X e estrarre la radice quadrata del risultato (sulla calcolatrice cliccare la finestrella INV e poi x^2); il risultato ottenuto è la velocità del pallino in ms. La velocità al quadrato moltiplicata per il peso del proiettile e divisa per 2000 ci dà l'energia in Joules (si può più semplicemente moltiplicare 0, 00025 per la velocità al quadrato). L'arma non supera i 7,5 J se la velocità è inferiore a 173 ms. (meglio se non supera i 165 ms per andare sul sicuro!). Le Armi chimiche In via generale per armi chimiche si intendono tutti gli aggressivi chimici e i mezzi usati o predisposti per consentire un loro impiego militare efficace. In ambito militare per mezzi chimici si intendono i prodotti chimici industriali destinati ad essere usati in operazioni di combattimento, ed i mezzi tecnici, come bombe, granate, generatori di aerosol, mine, usati direttamente per distruggere uomini o materiali. Rientrano in essi i mezzi incendiari, gli esplosivi, gli aggressivi chimici, i nebbiogeni, le sostanze chimiche che agiscono sull'ambiente o comunque influiscono sulle condizioni di vita. Aggressivi chimici Sono sostanze chimiche industriali idonee all'impiego in combattimento. Esse vennero prodotte ed impiegate in grande quantità nella prima guerra mondiale. Nel 1918 il 30% delle munizioni dell'esercito austro-ungarico erano caricate con essi. Non hanno avuto grande influenza strategica, salvo che in episodi locali, perché non avevano comportato alcun squilibrio di forze. Le perdite umane ammontarono a circa un milione di uomini, di cui circa il 10% mortali. Gli aggressivi chimici sono vietato in base della convenzione dell'aia del 1907 e del protocollo di Ginevra del 1925, oltre che da successive integrazioni. Nella seconda guerra mondiale le forze in campo avevano predisposto l'impiego di aggressivi, ma non si arrivò ad un loro impiego massiccio. Successivamente gli Stati Uniti hanno usato mezzi chimici in Vietnam, tra cui veleni contro le piante, veleni irritanti, aggressivi psicotossici e, in casi isolati, anche aggressivi altamente tossici. Gli S.U. hanno ratificato il protocollo di Ginevra solo nel 1974. Da allora si sono dedicati alla ricerca di nuovi prodotti, lo cosiddette armi binarie. I prodotto diretti a distruggere alberi (defolianti) o culture di prodotti alimentari rientrano piuttosto nei mezzi biologici, anch'essi proibiti da convenzioni. Talvolta sono state usate miscele di aggressivi per aumentarne l'efficacia o l'immagazzinabilità. Ad esempio nella II G.M. l'Inghilterra studiò una miscela di Yprite e Diisopropilfluorofosfato. L'esperienza ha dimostrato che l'efficacia è spesso diminuita in relazione a condizioni meteorologiche o alla configurazione del terreno. A seconda del tipo si raggiunge sul terreno una densità di veleno in relazione all' ambito di impiego; altre volte vi è una esplosione primaria o una nube di detonazione con conseguenze dirette, fisiche o chimiche sugli uomini a diretto contatto con esse. In caso di aggressivi altamente tossici , di inversione termica e di vento di 3-6 ms, si possono avere effetti nocivi fino a 20-50 km In caso di aggressivi altamente volativi possono formarsi delle nuvole di condensazione con effetti successivi in luoghi diversi da quelle previsti. Infine la ricaduta al suolo di prodotto può provocare un inquinamento che compromette l'utilizzabilità del terreno per successive utilizzazioni in combattimento, per ore o giorni. Altri prodotti possono essere usati per il sabotaggio di riserve d'acqua o di scorte di viveri o foraggi o di oggetti d'uso comune. Alcuni prodotti moderni non sono percepibili con l'olfatto e rendono quindi necessari mezzi tecnici di rilevazione tempestiva. Alcuni prodotti sono usati anche per usi di polizia (manganello chimico) e sono il CN e il CS. Ecco la concentrazione letale, dopo un minuto di esposizione, di alcuni aggressivi Nome mg per m³ Fosgene (1915) 3200 Iprite (1917) 1500 Sarin (1939) 100 VX (1960) 36 EA 5774 (1970) 10 - Fosgene (ossicloruro di carbonio), come il difosgene e il cloro appartiene alla categoria dei gas asfissianti che agiscono sui polmoni. Venne usato nella prima guerra mondiale per preparare il terreno al combattimento; esso infatti è molto volatile e si disperde rapidamente dopo aver agito sul nemico - Iprite, HD, gas mostarda; liquido con odore di senape che agisce sulla pelle; è scarsamente volatile e quindi agisce a lungo sul terreno d'impiego. Sulla pelle e negli organi della respirazione provoca formazione di bolle, infezioni, necrosi che guariscono lentamente e possono essere mortali. Alla dose di 0,03 mg per litro è mortale. - Sarin, GB, Trilon 144, T144, aggressivo nervino già usato dall'esercito nazista. Agisce rapidamente già alla dose di 0,07 mg per litro d'aria, bloccando l'enzima della acetilcolesterinase con crampi, dolori, tremori, ecc. È un liquido volatile e si disperde rapidamente nell'ambiente. - VX, Estere di Tammelin, scoperto nel 1957 in Svezia, veleno nervino liquido da usare come aeresol; non evapora e quindi rimane sul terreno per giorni e, in inverno, per mesi. Viene assorbito dalla cute o dalle vie respiratorie. Agisce come il Sarin. - Aggressivi binari: sono aggressivi chimici formati da componenti, per lo più innocui di per sé, che solo al momento dell'impiego (esplosione di una bomba, ad es.) si combinano e diventano pericolosi. Essi facilitano la produzione, la conservazione e il trasporto; inoltre i prodotti base non sono soggetti ai divieti internazionali di produzione di aggressivi bellici; gli effetti solo analoghi a quelli dei veleni nervini Sabotaggio chimico Sono mezzi chimici usati per sabotaggio di acque, alimenti, materiali. Si usano sia tipici aggressivi chimici come il VX, l'Irpite, il Soman, oppure veleni come gli alcaloidi, il fluoroacetato di sodio, il tetraetile di piombo e particolari tossine come quella del botulino. In USA sono state sperimentati veleni come la ricina (semi del ricino) , la palitoxina (anemone di mare) e la saxitosina (molluschi). Anche l'uso di questi prodotti è vietato da convenzioni internazionali. Fitoveleni Sono aggressivi diretti contro le piante. inizialmente usati come erbicidi e poi come defolianti o per distruggere piantagioni. Alcuni inquinano l'ambiente per lungo tempo, altri creano danni dermatologici o sono cancrogeni o teratogeni. In base al colore delle taniche in cui erano contenuti in Vietnam, sono chiamati: Agente blu, acido cacodilico, essicante di foglie e risaie. Agente arancione, estere di butile, defoliante. Agente porpora, estere di buitle, defoliante. Agente bianco, sale di triisopropiplamina, defoliante ad azione prolungata. Aggressivi irritanti Sostante che provocano irritazione insopportabile alla pelle o alle mucose esposte. Le più note sono Adamsite o DM, a base di Difenilaminacloroarsina, che agisce su naso e gola. È colorato in verde. Agisce in meno di tre minuti alla "concentrazione da combattimento" con secrezione dalle mucose, dolore al torace, tosse, nausea e vomito, dolore di testa, sensazione di panico; i sintomi durano alcune ore. CN, CAP, Sale O, cloacetofenone, che agisce sugli occhi. È quindi un lacrimogeno. A dosi elevate (>10 mg per litro d'aria) può essere mortale, ma agisce già alla concentrazione di 0,0003 mg per litro). CS, OSBM, CB, Clorobenzilidemalondinitrile, simile al CN; molto usato in Vietnam contro i sotterranei dei Vietcong in cui veniva spruzzato con generatori portatili di aereosol (M-106, Mighty Mite). Per usi civili e di polizia si preferisce ora usare l'olio di peperoncino, privo di effetti secondari.Al riguardo si osservi come per certe sostanze, come il CS o il CN, sia importante la concentrazione; in concentrazione molto diluita vengono usati in bombolette spray per difesa personale o per usi di polizia e non possono più essere considerati aggressivi chimici militari. Sostanze psicotossiche Sostanze allucinogene o psicomimetiche. Le più note sono lo LSD e lo BZ, 3-chinuclinidilbenzilato. Questo agisce alla dose di 5-10 mg e provoca gravi disturbi di comportamento per oltre dodici ore. Pioggia gialla (yellow rain) Al tempo della guerra dei russi in Afganistan si erano verificate delle piogge di colore giallo, dannose per l'uomo, e si era detto che si trattava di veleni sparsi dai Russi. Accurate indagini hanno dimostrato trattarsi di un fenomeno naturale. Le grandi migrazioni di sciami di api del sud-est asiatico provocavano pioggia di polline ed escrementi contenenti un fungo del genere Fusaria che secerneva una tossina, causa degli avvelenamenti. Riporto qui una sintesi delle informazioni che vengono fornite ai militari italiani sull'argomento. I tre argomenti da trattare quando si parla della difesa Nucleare -Biologica - Chimica sono: o o o Rivelazione Protezione Bonifica La difesa dagliaggressivi chimici: Gli aggressivi chimici hanno la proprietà di praticare negli uomini, lesioni di varia natura e tali da provocarne la morte o menomarne l'efficienza per un periodo più o meno lungo. Rappresentano una minaccia estremamente pericolosa, sia per la varietà di caratteristiche fisiche di azione, sia per la varietà di effetti che possono produrre. CARATTERISTICHE DEGLI AGGRESSIVI CHIMICI In relazione a: Caratteristiche alternative STATO FISICO solidi, liquidi o gassosi. RAPIDITA' DI EFFETTO • • immediati (efficaci dopo pochi secondi) differiti (efficaci dopo un certo tempo) TEMPO DI PERMANENZA • • persistenti (efficaci per ore o settimane) non persistenti (efficaci per minuti) La rivelazione Chimica: o sensoriale (soggettiva) o tecnica (oggettiva) SENSI OLFATTO UDITO VISTA PERCEZIONI percezione di odori inconsueti per l'ambiente e caratteristici degli aggressivi esplosione attutita di proietti, con emissione di vapori e poche schegge - goccioline non giustificabili sulla vegetazione o chiazze scure sul terreno - dense nuvole di vapori aderenti al suolo - aereo che sorvola a bassa quota o che lascia dietro a sé una nube tendente a cadere al suolo Manifestazioni sintomatiche Per la rivelazione individuale tecnica i soldati hanno una dotazione individuale costituita da 2 pacchetti di cartine M72 ; queste sono autoadesive e assorbenti e vengono applicate sullo strato esterno del' indumento. Quando vengono a contatto con l'aggressivo chimico persistente (nervini e vescicanti) cambiano di colore : - Iprite rosso sangue - Tabun, Sarin e Soman - VX arancione verde scuro o nero Il reparto specializzato ha in dotazione la cassetta rivelatrice aggressivi chimici RAC 83: rivela anche aggressivi chimici gassosi. Questa contiene anche un pompetta con la quale si aspira l'aria che va a passare attraverso delle piastrine che contengono del GEL di silicio. Se l'aria contenesse un aggressivo chimico questo verrebbe assorbito dal GEL, il quale a contatto con speciali reagenti chimici cambia di colore e rivela la contaminazione. Protezione da aggressivi chimici La dotazione individuale dei soldati consiste in: - la maschera anti NBC - l'indumento protettivo permeabile Inoltre hanno in dotazione anche un corredo complementare costituito da: - 3 sirette di solfato di atropina (contro i nervini) - 1 blister di pastiglie anti-dolorifiche - polveri anti-shock (da sciogliere in un litro d'acqua) - una garza speciale per ustioni Per la bonifica individuale sono dotati di polvere assorbente (bentonite d'alluminia). Schema riassuntivo degli aggressivi chimici Famiglia NERVINI Nome Letalità Persistenza Effetto Odore Tabun, Sarin, letali semi persistenti immediato inodore Soman; persistente VX TOSSICI DEL SANGUE Acido cianidrico letali non persistente immediato mandorle amare Cloruro di cianogeno VESCICANTI Iprite letale persistente differiti aglio o mostarda SOFFOCANTI Fosgene letale non persistente differito fieno marcio INABILITANTI BZ non letali non persistente differito sconosciuto Vediamo ora in dettaglio i mezzi di protezione: La maschera anti NBC: - è costituita da 4 parti : - il facciale - il filtro - la borsa - la bardatura Il filtro : si avvita alla maschera; - è un recipiente troncoconico contenente carboni attivi impregnati di sostanze basiche finemente suddivise che assorbono gli aggressivi chimici; - ha una scadenza da osservare: ...se esposto all' Iprite o ai Nervini va sostituito dopo 43 ore continuate o frazionate; una volta aperto e contaminato il filtro dura al massimo 5 giorni . ...se esposto all' acido cianidrico il filtro resiste ad un solo attacco, perché l'acido crea dei micro cunicoli nei carboni attivi. Se non si cambiasse il filtro dopo il primo attacco un secondo attacco chimico sarebbe letale. Proprio per questo motivo in operazioni i soldati sonoo dotati di 2 filtri. L'indumento protettivo permeabile: - è una dotazione individuale - ha una durata standard di resistenza agli aggressivi chimici di 24 ore - descrizione: guanti sopracalzari pantaloni giaccone con cappuccio L'indumento protettivo viene chiuso con una cerniera e con il velcro; alle estremità degli arti si stringe con il velcro. Lo strato esterno è idro e olio repellente e inoltre protegge anche dal flash nucleare. Lo strato interno è costituito da un tessuto al carbone attivo spugnoso, che ha il compito di assorbire aggressivi che fossero riusciti a penetrare all'interno. L'indumento protettivo impermeabile: - è dotazione di reparto (specialisti) - è tutto di un pezzo - il tessuto è di gomma leggera - è filtro pressurizzato (ventilazione all'interno) RICHIAMI DI FISICA La balistica è quel ramo della fisica meccanica che studia il moto dei proiettili. Appare opportuno richiamarne, per completezza di trattazione, la terminologia ed i principi fondamentali di più diretto impiego. I corpi hanno la proprietà della mobilità e della inerzia. Dicesi mobilità la facoltà dei corpi di poter occupare successivamente diverse posizioni nello spazio. Un corpo può trovarsi in movimento oppure in stato di quiete o riposo. Dicesi inerzia la proprietà per la quale un corpo non può da solo modificare il suo stato di quiete o di moto. Secondo il principio d'inerzia "lo stato di quiete o di movimento di un corpo abbandonato a se stesso non può essere modificato che da una causa esterna agente sul corpo". Forza è appunto la causa esterna capace di produrre o modificare un moto, cioè di vincere l'inerzia. Gravità è la forza che fa cadere un corpo solido quando è liberamente abbandonato a se stesso e si manifesta come peso sopra un appoggio che impedisce al corpo di cadere. La forza di gravità agisce su tutte le singole molecole che costituiscono un corpo. Il punto invariabile di un corpo, per cui passa la risultante di tutte le azioni eguali e parallele che la gravità esercita sulle diverse molecole è detto centro di gravità. Il movimento di un corpo è caratterizzato dalla traiettoria e dalle leggi del moto. Traiettoria è la linea continua costituita dalle diverse posizioni occupate dal centro di gravità del corpo in tempi successivi (può essere rettilinea, curvilinea, ecc.). Direzione del moto, in un punto qualunque di una traiettoria curvilinea, è la direzione della tangente alla traiettoria in quel punto. Legge del moto è la relazione che esiste tra gli spazi percorsi dal corpo ed i tempi impiegati a percorrerli. Il moto può essere uniforme o vario. Si dice che un corpo possiede moto uniforme quando in tempi eguali e successivi, comunque piccoli, percorre spazi eguali e nella stessa direzione; vale a dire che gli spazi percorsi dal mobile sono proporzionali ai tempi impiegati a percorrerli. Dicesi velocità di un moto uniforme lo spazio percorso dal mobile nell'unità di tempo. La formula del moto uniforme è S = Vt da cui V =S/t e t = S/V Nella rappresentazione grafica con assi cartesiani il moto uniforme è rappresentato da una linea retta. Ogni moto non uniforme è "vario". In esso il rapporto spazio/tempo, cioè la velocità, varia nel periodo considerato. Poiché la velocità varia da un istante all'altro, non potrà più parlarsi di velocità in genere, ma di velocità istantanea (vale a dire la velocità del mobile in un determinato istante, ovvero velocità che il mobile avrebbe in quel momento se cessasse ogni variazione di rapporto spazio temporale ed il moto diventasse uniforme), e velocità media in un dato intervallo di tempo, (vale a dire la velocità riferita al moto uniforme, con il quale il mobile percorrerebbe lo stesso spazio durante lo stesso tempo). Il moto vario è accelerato se la sua velocità cresce col tempo, ritardato se decresce. Se la velocità cresce o decresce proporzionalmente al tempo, il moto dicesi uniformemente accelerato o ritardato. Accelerazione dicesi la misura costante di cui la velocità cresce o decresce durante ogni unità di tempo. Essa è positiva nel moto uniformemente accelerato, negativa nel moto uniformemente ritardato. Indicando con "a" l'accelerazione e con "Vo " la velocità iniziale, la velocità finale "V" sarà data da V = Vo + at per il m.u. accelerato V = Vo - at per il m.u. ritardato Se il corpo parte dallo stato di quiete, si ha Vo = 0 e quindi V = at Graficamente, la curva delle velocità nel moto uniformemente vario è una linea retta. La curva degli spazi è una parabola. Le formule che descrivono il moto uniforme vario sono riportate nella tavola che segue. MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO O RITARDATO NOTA: Nella prima riga sono riportate le formule per il moto accelerato senza velicità iniziale Nella seconda riga quelle con velocità iniziale. Nella terza le formule per il moto uniformemente ritardato. Se in luogo dell'accelerazione -a- si pone la gravità -g- e in luogo di -S- si pone l'altezza di caduta H-, le formule risolvono problemi relativi alla caduta dei gravi (m. u. accelerato) o al lancio dei gravi verso l'alto (m. u. ritardato). Le relazioni tra le forze ed i movimenti che esse causano sono studiate dalla dinamica. Leggi fondamentali della dinamica sono LEGGE DI INERZIA (Keplero): un corpo in riposo non può mettersi da sé in movimento. Un corpo materiale in movimento non può da sé modificare la misura né la direzione della propria velocità. Da un diverso punto di vista si può dire che un corpo che non subisce influenze esterne non può essere che in quiete o animato da moto rettilineo uniforme. UGUAGLIANZA DELL'AZIONE E DELLA REAZIONE (NEWTON): tutte le volte che un corpo agisce su di un altro corpo rigido, questi reagisce sul primo con una forza uguale di senso contrario. MOVIMENTI RELATIVI (Galileo): L'effetto di una forza su di un corpo è indipendentedal movimento anteriormente posseduto dal corpo stesso. Una forza costante che agisce su di un corpo può dar luogo a tre diversi tipi di movimento: a) agendo su di un corpo libero in quiete, gli imprime un moto rettilineo uniformemente accelerato; b) agendo su di un corpo animato di velocità iniziale e nella stessa direzione, gli imprime un movimento rettilineo uniformemente accelerato; c) agendo su di un corpo animato da una velocità iniziale avente diversa direzione, gli imprime un moto parabolico. La gravità è una forza che può ritenersi costante: perciò un corpo nel vuoto cadrà con moto uniformemente accelerato. I problemi relativi alla caduta dei corpi nel vuoto saranno quindi risolvibili con le formule della tabella 1 sopra riportate in cui l'accelerazione "a" sarà rappresentata dalla gravità "g". La gravità è misurata dal doppio dello spazio percorso dal corpo durante il primo secondo di caduta ed il suo valore medio sul livello del mare è di m. 9,81 al secondo per secondo. I valori effettivi variano da 9,781 all'equatore a 9,831 ai poli. Dalla formula V = Vo - gt si ricava che un corpo lanciato in alto si arresta dopo un tempo t = Vo/g Inserendo questo valore di t nella formula H = Vot – (gt²/2) si ricava che il corpo si arresterà dopo aver percorso lo spazio H = Vo²/2g Esempi: Un sasso raggiunge il fondo di un pozzo dopo 5". Quanto è profondo il pozzo, trascurando la resistenza dell'aria? H= 9,81 x 5²/2 = 122,62 m Un sasso è lanciato in alto con velocità iniziale di 49 m/sec. Quale altezza avrà raggiunto dopo 3" e quale sarà l'altezza massima raggiunta? H= 9,81 x 3²/2 = 102,85 m Il tempo in cui si arresterà t= 49/9,81 = 5" L’altezza massima sarà 49²/ (2 x 9,91) = 122,6 m Quando più forze agiscono simultaneamente su di un corpo, ognuna di esse opera effetti indipendenti dalle altre. Se una delle forze F è il peso P del corpo, l'accelerazione corrispondente sarà quella "g" dovuta alla gravità sicché F = Pa/g vale a dire che il valore della forza è misurato dal peso del corpo moltiplicato per il rapporto fra accelerazione "a" dovuta alla forza e quella "g" dovuta alla gravità. Massa è il rapporto fra il peso del corpo e l'accelerazione di gravità M =P/G da cui P= Mg o, in generale, F = Ma Il prodotto Ma rappresenta la misura dinamica di una forza: l'intensità di una forza è uguale al prodotto della massa del corpo a cui è applicata per l'accelerazione del movimento che essa produce. Esempi: Sopra un corpo che pesa 300 Kg. agisce una forza costante che produce l'accelerazione di 3 m/sec². Determinare F F = 300 x 3 / 9,81 = 91,74 kg -Che accelerazione produrrà su di un corpo pesante 500 kg. una forza costante di 50 kg? a = 50 x 9,81 / 500 = 0,981 m/sec -Che forza ha agito su di un corpo pesante kg.2000 per farlo passare in 15" dalla velocità di 10 m/sec alla velocità di 115 m/sec. ? V= Vo + at; 115 = 10 + 15a; a = 7 m/sec F = 200 x 7 / 9,81 = 1427 kg L'unità di massa è quella di un corpo al quale la forza di un kg. imprime l'accelerazione di 1 m/sec². L'unità di forza è quella forza che agendo sull'unità di massa le imprime l'accelerazione di 1 m/sec² . La "quantità di moto" di un corpo in movimento è il prodotto MV della sua massa per la velocità che esso possiede nell'istante considerato. Da ciò il principio importantissimo che le velocità impresse da una stessa forza a corpi di massa diversa sono inversamente proporzionali alle masse dei corpi ed ancora, che quando una determinata forza agisce per lo stesso tempo su corpi di massa diversa, la quantità di moto è la stessa; in pratica quello che si guadagna in massa posta in movimento, si perde in velocità e viceversa. Una forza quindi imprime a due corpi di peso diverso velocità inversamente proporzionali ai rispettivi pesi: V : V’ = P’ : P Una forza imprime a due corpi di peso diverso accelerazioni inversamente proporzionali alle rispettive masse. M : M’ = a’ : a L'impulso è il prodotto di una forza per il tempo durante il quale essa agisce. L'impulso di una forza costante agente su di un corpo che parte dalla quiete è eguale alla quantità di moto Ft = MV Non esistono forze istantanee. Forza di inerzia è quella forza contraria alla forza F e capace di equilibrarla. Il lavoro di una forza costante applicata ad un corpo è dato dal prodotto dell'intensità della forza agente nel senso del moto per lo spazio percorso dal corpo L = FS Unitàdilavoroèil chilogrammetro(kgm )che corrisponde al sollevamento del peso di un kg. all'altezza di un metro. Questo valore è indipendente dalla durata, cioè dal tempo impiegato a compiere il lavoro. Nel nuovo sistema di unità di misura si usa il Joule; 1 kgm = 9,81 J Forza viva: se un corpo è dotato di moto di traslazione, dicesi forza viva il prodotto della sua massa per il quadrato della sua velocità M.V². Affinché un corpo di massa M dalla quiete venga messo in moto con una data velocità V, occorrerà spendere, un lavoro eguale alla metà della forza viva L = MV²/2 detto anche energia cinetica. Se il corpo già possedeva una velocità iniziale V si avrà L = M(V² - Vo²)/2 Inversamente, un corpo in movimento che si ferma è capace di produrre un lavoro. eguale a quello speso per metterlo in movimento e per fargli acquistare la velocità prima posseduta. URTO DEI CORPI Teorema di Carnot: nell'urto tra corpi anelastici o molli si verifica sempre una cessione di forza viva e perciò di lavoro; nello urto tra corpi perfettamente elastici non vi è perdita di forza viva e non si perde quindi lavoro. Nell'urto tra due corpi M e M' molli che si muovono nella stessa direzione con velocità V e V', la velocità comune Vo dopo l'impatto sarà Vo = (MC+ M’V’)/(M+M’) Se i corpi si muovono in senso contrario si avrà Vo = (MV – MV’)/(M+M’) e quindi in generale Vo = (MV± M’V’)/(M+M’) = (PV± P’V’)/(P+P’) Se uno dei due corpi è fermo e quindi V' = 0 si avrà Vo = MV/(M+M’) Nell'urto diretto fra corpi elastici, in pratica, vi è uno scambio di velocità. La perdita di velocità subita dal corpo urtante è doppia di quella che avrebbe subito se il corpo fosse stato anelastico; la velocità acquistata dal corpo urtato è doppia di quella che avrebbe acquistato se fosse stato anelastico. Dati quindi i due corpi elastíci A e B che si muovono stessa direzione con velocità V e V' , le velocità Va e Vb dopo l'urto, e con Vo la velocità che avrebbero acquistato se anelastici, sarà Va = 2V0 – V e Vb = 2V0 – V’ Se le masse dei due corpi fossero eguali, si avrebbe un esatto scambio di velocità; se il corpo urtato fosse fermo e di egual massa di quello che lo investe, si arresterebbe, mentre quello urtato si muoverebbe con la velocità del primo. Conversione di misure anglosassoni moltiplicando cm pollici metri piedi metri yarde metri km miglio miglio mar. m/s ft/s m/s km/h ft/s m.p.h. cm² sq.in. m² s q. ft. cm cub cu.in. dcm cub cu.ft. metro cub 1 (litro) grammo gr.(grano) grammo drs grammo oz kg lb t(tonnellate) ton. kgm. ftlb. at (kg/cm²) psi per 0,3937 2,540 3,2808 0,3048 1,0936 0,914 39,37 0,6214 1,6093 1,852 3,2808 0,3048 3,60 0,2778 0,6818 0,447 0,1550 6,4516 10,764 0,0929 0,061024 16,387 0,0353 28,317 35,315 1,76 15,432 0,0648 0,564 1,772 0,0353 28,349 2,2046 0,45359 0,9842 1,016 7,233 0,1383 14,227 0,0703 si ottiene pollici cm piedi m yarde m pollici miglia km km ft/s m/s km/h m/s m.p.h.(miles per hour) m/s sq.in. cm² sq. ft. m² cu.in. cm cub cu.ft. dcm cub cu.ft. pinte grs (grani) grammo drs (dracme) grammo oz (once) grammo lbs (libbre) kg ton t ft.lb. kgm psi(pounds/square inch) at BALISTICA ESTERNA Nomenclatura della traiettoria Traiettoria è la linea curva percorsa nello spazio dal centro di gravità del proiettile durante il suo movimento. O Origine della traiettoria; è il centro della bocca dell'arma (volata) al momento della sparo. B Punto di arrivo e cioè il bersaglio mirato; è il punto in cui la linea di sito interseca la traiettoria. C Punto di caduta; corrisponde all'intersezione del ramo discendente della traiettoria con la linea di orizzonte dell'arma. Può coincidere con il punto B se questo si trova sulla linea di orizzonte. V Vertice della traiettoria, cioè il punto più alto che la divide nel ramo ascendente (OV) e nel ramo discendente (VC). OP Linea di proiezione; è il prolungamento dell'asse della canna al momento in cui il proiettile abbandona l'arma; in termini geometrici è la tangente all'origine della traiettoria. OT Linea di tiro. È il prolungamento dell'asse della canna puntata, prima dello sparo; passerà nella posizione P per effetto del rilevamento. OB Linea di sito di un punto B della traiettoria; è la retta che congiunge l'origine della traiettoria col punto stesso; è cioè la linea retta che congiunge la volata con il bersaglio. x Ascissa di un punto B (ad es. OM), è la distanza del punto B dall'origine misurata sull'asse orizzontale. xo Ascissa al vertice (ON). X Gittata OC, è la distanza tra l'origine e il punto di caduta. Y Altezza della traiettoria o ordinata massima o ordinata al vertice; è il punto della traiettoria più alto sulla linea dell'orizzonte. h Ordinata di un punto B (es. BM), è l'altezza del punto B rispetto all'orizzonte. BOC Angolo di sito ε . POB Angolo di partenza γ . POC Angolo di proiezione φ compreso fra la linea di proiezione e l'orizzonte . POT Angolo di rilevamento ρ ; è l'angolo formato dalla linea di proiezione con la linea di tiro. TOB Angolo di elevazione α ; è l'angolo formato dalla linea di tiro con la linea di sito e corrisponde al cosiddetto alzo. TOC Angolo di tiro ι che la linea di tiro forma con l'orizzonte. OCR Angolo di caduta ω è l'angolo acuto formato dalla tangente alla traiettoria nel punto di caduta con la linea d'orizzonte. OBL Angolo di arrivo θ ; è l'angolo formato dalla tangente alla traiettoria con la linea di sito nel punto di arrivo B; non confonderlo con l'angolo di impatto che è l'angolo formato dalla tangente alla traiettoria con il terreno nel punto B e dipende perciò dall'andamento del terreno. *** La balistica è quel ramo della fisica che studia il moto dei proiettili che avviene all'interno della canna dell'arma (balistica interna), nello spazio esterno (balistica esterna) e, infine, entro il bersaglio colpito (balistica terminale). Nello spazio esterno il proiettile percorre una traiettoria che è il risultato di tre distinte forze (qui trascurando dati che interessano solo per missili o proiettili a lunghissima gittata): l'impulso iniziale che gli imprime un moto uniforme e rettilineo, la resistenza dell'aria che si oppone ad esso in senso contrario, la forza di gravità che tende a far cadere il proiettile verso il suolo con moto uniformemente accelerato. La resistenza dell'aria assume un ruolo rilevante per proiettili veloci e quindi, per proiettili molto lenti (artiglierie antiche, frecce, sassi) può essere pressoché trascurata (per un mortaio ottocentesco la differenza rispetto alla traiettoria nel vuoto era soltanto del 10%). Il calcolo del moto di un proiettile nel vuoto è alquanto semplice. ricaviamo che dopo un secondo (t) il proiettile sarà caduto dello spazio s fino al punto A, dopo due secondi fino al punto B, dopo tre secondi fino al punto C, e così via. Collegando tutti i punti A, B, C, ... si ottiene la traiettoria percorsa dal proiettile. Essa è rappresentata da una parabola simmetrica in cui l'angolo di partenza è eguale all'angolo di caduta, la velocità iniziale è eguale alla velocità finale e il vertice la divide in due rami simmetrici. Essa può essere calcolata conoscendo solo i parametri V (velocità iniziale) e (angolo di partenza). La gittata X si ottiene dalla formula da cui si deduce che la gittata massima si ottiene con un angolo di partenza di 45° quando il valore del seno dell'angolo è eguale ad uno; il che significa, ad esempio, che, trascurando la resistenza dell'aria, una freccia lanciata alla velocità di 100 m/s arriva al massimo alla distanza di 1019 metri. Il tempo di volo del proiettile fino ad una data distanza è dato da Quando il moto del proiettile invece che nel vuoto avviene nell'aria, assume importanza fondamentale la forza ritardatrice dovuta alla resistenza del mezzo. Un proiettile cal. 9 Para con V0 = 330 m/s, che nel vuoto avrebbe una gittata massima di 11.100 metri, nell'aria ha una gittata massima di circa 1500 metri; un proiettile di moschetto è assoggettato ad una forza ritardatrice che riduce la sua velocità finale ad 1/6 di quella iniziale. La traiettoria percorsa non è quindi simmetrica, ma ad un ramo ascendente più lungo, segue un ramo discendente più curvo e corto così che l'angolo di caduta è maggiore dell'angolo di partenza. In linea generale la traiettoria è tanto più curva quanto più lento è il proiettile per il fatto che la forza di gravità agisce più a lungo. Il peso del proiettile, a parità di velocità, non incide sulla maggiore o minore curvatura della traiettoria ed in teoria, a parità di forma e di velocità iniziale, il maggior peso rende più tesa la traiettoria, sia pure in misura trascurabile alle distanze venatorie (infatti se il proiettile pesa di più, a parità di calibro aumenta la sua lunghezza e la densità sezionale e migliora quindi il suo comportamento balistico). In pratica però, specie nelle armi leggere, il proiettile più pesante viene sparato a velocità inferiori rispetto ad un proiettile leggero, con la conseguenza che la sua traiettoria sarà meno tesa. Il calcolo della resistenza dell'aria e della relativa ritardazione, è semplice per velocità inferiori ai 200 m/s per cui si può assumere che la resistenza vari con tasso inferiore al quadrato della velocità, ma diventa difficile a velocità superiori in cui essa varia con un tasso assai maggiore, con un'impennata per velocità prossime al muro del suono, ed è influenzata da numerosi fattori, quali la densità dell'aria alle diverse altezze raggiunte (e con il variare della densità varia la velocità del suono e quindi la ritardazione), i moti di oscillazione e di precessione del proiettile durante il volo, ecc. Ovviamente poi la resistenza varia a seconda della forma più o meno aerodinamica del proiettile e risultati precisi si possono ottenere solo su basi sperimentali, redigendo per ogni proiettile apposite tavole di tiro, cosa che fa ogni esercito per le sue artiglierie. Per calcoli di una certa approssimazione, si sono però studiate delle leggi generali di resistenza dell'aria, più che sufficienti per scopi pratici: dopo aver tracciato sperimentalmente le curve della resistenza dell'aria riferite a diversi tipi di proiettile, si è ricavata una curva intermedia teorica o riferita ad un proiettile tipo; da questa, introducendo un coefficiente (coefficiente balistico, ricavato dal suo calibro e dal suo peso, integrato dal coefficiente di forma "i", ricavato dalla forma del proiettile), che indicano il rapporto tra proiettile tipo e proiettile in esame, si risale ai valori reali. La formula per il coeff. balistico è data da in cui il calibro C è espresso in millimetri. Il valore di i è il dato più difficile da calcolare anche perché varia in relazione alla velocità; in via di prima approssimazione si può ritenere che esso vari da 0,44 per proiettili appuntiti, tipo quelli per moschetto militare, a 1 - 1,2 per proiettili da pistola o rivoltella, fino a 3 - 4 per proiettili cilindrici (wad cutter). In tempi più recenti in luogo del concetto di coefficiente balistico si è introdotto quello di coefficiente aerodinamico Cx che per i proiettili varia da 0,1 a 0,5. Anch'esso non è costante, ma varia in relazione alla velocità espressa in Mach. Il calcolo di una traiettoria di un proiettile moderno è comunque estremamente complicato e richiede l'impiego di matematiche superiori. Si può ovviare con l'impiego di metodi grafici o di tavole di ritardazione già compilate, ma si tratta comunque di attività laboriose. Attualmente sono in commercio numerosi programmi di balistica per computer, limitati però a traiettorie di pratico impiego, di poche centinaia di metri e tese, in cui l'angolo di proiezione non supera i 5°. La gittata massima Non è possibile indicare una semplice formula matematica che consenta di calcolare con buona approssimazione la gittata massima di un proiettile, cioè la massima distanza a cui il proiettile può arrivare nella migliore delle ipotesi. In via molto approssimata può usarsi la mia formula in cui P è il peso in grammi, V la velocità in m/s, C il calibro in millimetri ed i il fattore di forma. Essa è valida principalmente per proiettili oltre i 10 mm Un'altra formula approssimativa richiede la conoscenza della velocità iniziale e della velocità residua ad una data distanza y. La gittata massima sarà data da in cui k è un coefficiente pari a 300 per proiettili da pistola e 400 per proiettili per fucile Nel vuoto, come detto, la gittata massima si ha con un angolo di proiezione di 45°. Nell'aria l'angolo è inferiore (salvo il caso di proiettili di grosso calibro con velocità iniziale superiore a 1400 m/s che viaggiano per un tratto negli strati alti dell'atmosfera) e, per proiettili di armi portatili l'angolo ottimale è compreso tra i 30° ed i 35°, tenendo però presente che la gittata non cresce di molto oltre un certo angolo; così, ad es., un proiettile militare cal. 7,62x54 che con un angolo di 35° raggiunge la gittata massima di 3650 m., con un angolo di 19° raggiunge una gittata di circa 3500 m, inferiore di soli 150 m. Per un orientamento generale si riportano le gittate massime dei più comuni proiettili per armi leggere. Calibro 4,5 mm aria compressa 4,5 mm aria compressa 6/9 mm Flobert .22 corto .22 Long Rifle Velocità m/s 120/165 200/250 225 260 350 Gittata in m. 100/150 200/300 700 1000 1370 .22 Long Rifle HS .22 Winch. Magnum 243 Winch. 6,35 mm 7,65 mm 9 mm corto 9 mm Para .45 ACP 30 M1Carb. 7x70 mm 8x57 mm JS 6,5x57 mm 7x57 mm 6,5x68 mm 370 610 1070 220 285 285 350 300 600 830 830 1020 850 1150 1500 1800 3200 800 1300 1300 1700 1620 2000 3500 3500 4000 4500 5000 Siccome la mia formula non è il massimo per precisione, riporto un utile nomogramma che consente di calcolare i valori per la gittata massima. Non va bene per piccoli proiettili, perché il valore di ingresso nella tavola è troppo piccolo. Nomogramma per la gittata massima, tempo di volo e angolo di proiezione Il seguente nomogramma, tratto dal manuale della Rheinmetall, consente di calcolare graficamente e con buona approssimazione la gittata massima in relazione a calibro e peso del proiettile ed alla velocità iniziale. Esso è basato su di un proiettile teorico (legge di resistenza della Rheinmetall) con Cx= 2 alle basse velocità, e Cx = 4 alle velocità supersoniche. In rapporto alle leggi di resistenza su cui si basano le tavole usuali (Siacci, Saengewald) si ha i=1 fino alla velocità di 320 m/s; da 360 m/s in poi si può assumere i=1,5 In relazione alla gittata massima individuata si può leggere poi e l'angolo di proiezione che consente di ottenerla e il relativo tempo di volo. Facendo un esempio pratico, si procederà così: Calibro 26 mm (raggio 13 mm) Peso 440 gr. Vo 600 ms Occorre trovare il valore da 0 a 40 con cui entrare nella tavola ed esso sarà dato dal fattore di forma i diviso per la densità sezionale Q (kg/mq); se il proiettile ha forma standard i=1 il valore ricercato è dato dal valore reciproco di Q. La superficie della sezione sarà data da 3,14 x 13² = 530 mmq e quindi il valore ricercato, moltiplicato per 10 al fine di eliminare inutili virgole, sarà dato da 10* i / (440/530)= 12 Se ora dal valore 12 eleviamo una perpendicolare fino ad incontrare la linea continua per il valore di 600 ms, troviamo che l'incrocio avviene ad un valore di gittata massima pari a 8 Km. Lo stesso punto di incrocio ci dice che l'angolo di proiezione che consente la gittata massima è di circa 41° e che il tempo di volo è di circa 45 secondi. Il nomogramma va stampato con buona definizione ed in formato A4 e perciò lo unisco zippato. Il tiro verticale Un proiettile sparato verticalmente verso l'alto raggiunge un'altezza pari a circa il 70% della gittata massima. Nel ricadere verso il basso il proiettile aumenta progressivamente la sua velocità, come qualsiasi corpo in caduta libera, finché la ritardazione dovuta alla resistenza dell'aria non eguaglia la forza di gravità; da quel momento la velocità del proiettile rimane costante (velocità limite). Se il proiettile è stato sparato proprio verticalmente, e quindi non compie alcuna traiettoria, ricadrà con il fondo piatto verso il suolo e offrirà una grande resistenza all'aria così che la sua velocità finale sarà di circa 30-50 m/s, non idonea a provocare lesioni ad una persona. Se è stato sparato con un piccolo angolo rispetto alla verticale, si capovolge e ricade con la punta in avanti; un proiettile di pistola può raggiungere i 100 m/s e uno di moschetto i 180 m/s, del tutto idonei a provocare gravi lesioni (si consideri che quest'ultimo può ancora penetrare per 30-40 cm nel corpo umano). Il proiettile ricade in genere nel raggio di una decina di metri dal tiratore, ma può essere spostato dal vento anche di 200 metri. Il tempo che un proiettile di moschetto impiega a ricadere è di circa 30 secondi se con la punta in avanti e di oltre il doppio se è capovolto, il che può dar luogo a ferite apparentemente inspiegabili. L'influenza del vento L'influenza del vento che spira a favore o contro il proiettile può essere trascurato per le normali distanze d'impiego delle armi leggere. Ha invece un'influenza significativa quando soffia trasversalmente alla traiettoria. Il calcolo può essere solo molto approssimativo poiché il vento non è costante, ma soffia a raffiche e non ha velocità costante poiché essa varia in relazione ad ostacoli ed alla distanza dal suolo. Supposto comunque che si possa ipotizzare una certa velocità e che il vento soffi perpendicolarmente alla traiettoria, trova applicazione la formula di Didion la quale ci dice che lo spostamento D, in metri, del proiettile dal punto mirato, ad una data distanza X, è dato dalla velocità del vento W moltiplicata per la differenza tra tempo di volo nell'aria T e tempo di volo nel vuoto per il valore di X considerato, e cioè A titolo di esempio si consideri che un vento di 10 m/s (vento sensibile che alza polvere e piega alberelli), sposta un proiettile di fucile militare, su di un bersaglio posto a 300 metri, di circa 50 cm. Se il vento non è perpendicolare ma forma un certo angolo "α " con la traiettoria, il risultato D dovrà essere moltiplicato per il valore di cos2α . Densità dell'aria La densità dell'aria determina la resistenza al moto del proiettile e, come si è visto, entra in tutte le formule concernenti la resistenza dell'aria Essa varia in relazione alla temperatura ed alla pressione atmosferica e, in misura minore in relazione all'umidità. Con formula molto approssimata, la densità dell'aria, che viene essere assunta pari a 1,225 kg/mc nell'atmosfera standard al livello del mare ed alla temperatura di 15 gradi, può essere calcolata con la seguente formula, nota la temperatura e la pressione atmosferica in millimetri di mercurio, Ricordo che la pressione in mm di mercurio si ottiene moltiplicando la pressione in millibar per 0,75 e che la temperatura, in linea di massima, diminuisce di 0,65 gradi quando si sale di 100 metri. Quando non si conosce la pressione atmosferica ma solo l'altitudine H del luogo ove si sviluppa la traiettoria del proiettile, la formula di cui sopra diventa Per gli usi normali di un'arma nelle nostre regioni, la densità dell'aria può però essere trascurata dallo sparatore; in genere la diminuzione di densità dovuta al crescere dell'altitudine, viene compensata dalla diminuzione di temperatura e, comunque, il fatto di sparare in un'atmosfera meno densa, come avviene in alta montagna, comporta un miglioramento della traiettoria che sarà più tesa. La derivazione del proiettile Una canna rigata ha al suo interno le cosiddette righe che, come la filettatura di di una vite, si sviluppano con un certo passo (tratto di canna in cui il proiettile compie una intera rotazione su se stesso)e con un certo angolo di rigatura (inclinazione della rigatura rispetto all'asse longitudinale della canna); il rapporto che lega l'angolo di rigatura con il passo è dato dalla formula in cui P indica il passo espresso in calibri. La velocità di rotazione dei proiettile è data dalla formula in cui v è la velocità alla bocca. La rotazione del proiettile nell'aria provoca l'insorgere di forze, dovute all'effetto Magnus e all'effetto giroscopico che spostano il proiettile lateralmente. Fino ad angoli di elevazione non superiori a 60-70 gradi gradi lo spostamento è vero destra se la rigatura è destrorsa, verso sinistra se la rigatura è sinistrorsa. Al di sopra dei 70 gradi la direzione dello spostamento diviene oscillante e dopo gli 80 gradi si inverte (a sinistra per rigatura destrorsa.) Per gittate brevi questa derivazione del proiettile viene corretta mediante la taratura dei congegni di mira. In armi in cui non vi sono congegni di mira, oppure per distanze che superano quella per cui i congegni sono tarati, occorre tener conto della derivazione, per nulla trascurabile e che, con buona approssimazione è data dalla formula in cui X è la gittata in metri e l'angolo è quello di proiezione.Il risultato D è espresso in metri. Un'altra formula, ancora più approssimata ci dice che la derivazione, in metri, è pari a 0,11 moltiplicato per il tempo di volo al quadrato (il valore 0,11 è un valore medio che andrebbe calcolato per ogni proiettile). Raccolta di formule approssimate Qui di seguito riporto alcune formule molto approssimative che consentono di ottenere valori orientativi partendo da altri valori noti. 1) Ordinata per una distanza x non troppo grande 2) Angolo di proiezione nota la gittata massima 3) Angolo di proiezione noto il tempo di volo 4) Ordinata massima 5) Ordinata massima noto il tempo di volo (formula di Haupt) 6) Ordinata massima noti gittata e angoli di partenza e caduta 7) Ascissa del vertice nota la gittata 8) Ascissa del vertice nota la gittata e la velocità iniziale 9) Ascissa del vertice noti la gittata, l'ordinata e l'angolo di partenza 10) Velocità del proiettile al vertice 11)Angolo di caduta noti tempo di volo, gittata e velocità di caduta 12) Angolo di caduta noti gittata, ordinata e angolo di partenza 13) Velocità di caduta Tavola di raffronto tra i valori calcolati con le formule approssimate e i valori effettivi Cal. 8x57 Cal 9 Para Cal.7,5 cm =10° Cal.7,5 cm =40° calcolato esatto calcolato esatto Formula calcolato esatto 1 y 3 φ 2°47' 4 yv 38 m 5 " 6 3°7'30" calcolato esatto 79,3 79 9°48' 11° 10°2' 10° 45°8' 40° 41 94 85 99,3 99 1251 1251 37,95 41 82 85 101 99 1237 1251 " 36 41 82 85 99 99 1255 1251 7 xv 1100 m 1168 660 740 1188 1102 2980 2833 8 " 1151 1168 639 740 1136 1102 2850 2833 9 " 1250 1168 737 740 1101 1102 2854 2833 10 Vv 240 239,6 170 170 11 ω 6°38' 6°6' 24°36' 25° 10°54' 10°50' 54° 45°25' 12 " 9°20' 6°6' 27°34' 25° 10°48' 10°50' 45°45' 45° 25' 13 Vc 253 m/s 245 89 81 241 230 209 208 14 X-x 345 349 1298 1466 15 " 340 349 1298 1466 16 h 66 55 1084 1029 17 t 7",6 7",47 23" 22",35 18 T 5",7 5",51 8",6 8",1 8",8 9" 23" 31",92 19 T 5",22 5",51 7",6 8",1 9",75 9" 33",7 31",92 20 y 41,37m 41 101 85 99 1235 1231 99 IL COEFFICIENTE BALISTICO Nella pagina dedicata alla balistica esterna abbiamo già visto che cosa si intenda per coefficiente balistico (Cb). Il suo calcolo teorico è alquanto complicato perché non è facile descrivere matematicamente la forma di un proiettile (lunghezza e raggio di curvatura della parte ogivale, rotondità, appiattimento, incavatura della punta, rastrematura della coda) al fine di determinare quel valore essenziale che è il fattore di forma -i-. Quasi tutti i programmi di balistica richiedono l'introduzione del Cb e forniscono una funzione per calcolarlo in base alla sola conoscenza della perdita di velocità che il proiettile subisce su di una certa tratta. Il Cb usato dai programmi basati su tavole di ritardazione tipo Ingall o Lovry e che utilizzano il metodo semplificato proposto dall'italiano Siacci alla fine dell'ottocento è fornito dalla formula in cui il peso è in grammi, il diametro in millimetri, -i- è il fattore di forma e 1,422 serve solo per adattare la formula alle misure decimali (se si usano le misure in grani e pollici, va tolto). La formula è relativa all'atmosfera standard su cui è stata calcolata la curva di ritardazione per il proiettile tipo e che corrisponde ad una densità dell'aria che, a seconda dei casi, va da 1203 a 1225 gr/mc. Per altre condizioni atmosferiche occorre moltiplicare il valore trovato per un fattore di correzione d-, dato dal rapporto tra la densità reale e quella standard. Il valore della densità reale è data dalla formula in cui Hm è l'altitudine sul l.m. in metri e -t- è la temperatura in gradi centigradi; la temperatura avrà ovviamente valore positivo o negativo a seconda che sia sopra o sotto zero. Il fattore di correzione -d- sarà perciò dato dal valore A questo punto perciò l'unico valore ancora ignoto è il fattore di forma che però può essere agevolmente calcolato in base al coefficiente aereodinamico Cx del proiettile, a sua volta calcolabile dalla perdita di velocità su di una data tratta. Il Cx è dato dalla seguente formula in cui V1 è la velocità iniziale in ms, V2 è la velocità finale, S è la lunghezza del tratto considerato in metri, F è la sezione del proiettile in metri quadrati e P è il peso in Kg. Se la formula viene moltiplicata per 1000 i valori di F e P possono essere espressi in millimetri quadrati e in grammi. Il coefficiente delta sta per la densità dell'aria effettiva; quindi 1,225 a 15° al l.m oppure quella calcolata con la formula di cui sopra (senza ovviamente la correzione). A questo punto si può passare direttamente al calcolo del coefficiente di forma -i- che sarà dato dalla formula La velocità in questo caso va espressa in Mach che si ottiene dividendo la velocità iniziale in m/s per la velocità del suono nell'aria, pari a circa 340 m/s. Delta indica la densità dell'aria. Se si vuole una maggior precisione si può calcolare la velocità del suono in relazione alla temperatura dell'atmosfera effettiva (l'umidità influisce poco) in base alla formula vel = 331,6 + 0,6t in cui -t- è la temperatura del'atmosfera in C°. Unico dato che rimane ancora da stabilire è il valore della funzione di resistenza del proiettile standard f(v). Le funzioni più usate sono quelle dello stesso Siacci e quella tedesca EberhardSängewald. Siccome però il metodo di calcolo più usato è quello del Siacci, ho riscontrato che molti programmi e molti produttori di palle usano la sua formula. Il Siacci ha fornito la formula per la sua curva di resistenza ed è la seguente Nei calcoli balistici il risultato viene poi ulteriormente diviso per 100. Per opportuno riscontro si tenga presente che i risultati da ottenere sono i seguenti: V 100 200 300 400 500 600 f(v) 0,0120 0,0492 0,1545 0,5153 0,8708 1,2324 700 1,5962 800 1,9607 900 2,3255 1000 2,6904 1100 3,0554 1200 3,4203 A riprova della validità del metodo e per consentire al lettore di controllare la corretta esecuzione dei propri calcoli, facciamo un esempio con il proiettile 8x57 militare, peso 12,8 gr., velocità iniziale 755 ms, velocità a 100 m = 706 m/s, diametro 8 mm. Cx sarà dato (con atmosfera standard) da mentre -i- sarà dato da 0,28 moltiplicato per il quadrato della velocità in Mach, moltiplicato per 1,225 e diviso per il doppio del valore di f(v) per 755 ms pari a 2x1,796 Il risultato sarà i = 0,47 Il Cb sarà infine dato da 12,8 diviso per 0,40 e diviso per 8 al quadrato, il tutto moltiplicato per 1,422 ed eguale perciò a 0,605. Siacci usava una atmosfera di 1,220, ma ciò non cambia in modo significativo il risultato finale. Chi volesse usare in un programma balistico la curva di resistenza di Eberhard, dovrebbe servirsi dei valori di f(v) calcolati da Sängewald e che sono i seguenti: V 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 f(v) 0.00000 0,00001 0,00001 0,00002 0,00003 0,00004 0,00006 0,00008 0,00010 0,00012 0,00014 0,00017 0,00020 0,00023 0,00027 0,00031 0,00034 0,00039 0,00043 0,00048 0,00053 0,00058 0,00063 0,00060 0,00074 0,00081 0,00087 V 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 f(v) 0,04843 0,04893 0,04944 0,04994 0,05045 0,05096 0,05147 0,05198 0,05249 0,05301 0,05353 0,05405 0,05458 0,05510 0,05563 0,05616 0,05670 0,05723 0,05777 0,05832 0,05886 0,05942 0,05997 0,06053 0,06110 0,06166 0,06224 V 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 f(v) 0,61871 0,62250 0.62628 0,63006 0,63384 0,63762 0,64140 0,64518 0,64896 0,65274 0,65652 0,66031 0,66409 0,66788 0.67167 0,67546 0,67926 0,68305 0,68685 0,69065 0,69445 0,69825 0,70206 0,70587 0,70968 0,71350 0,71731 V 601 602 603 604 605 606 607 608 609 610 611 612 613 614 615 616 617 618 619 620 621 622 623 624 625 626 627 f(v) 1,38960 1,39349 1,39737 1,40125 1,40514 1,40902 1,41291 1,41679 1,42068 1,42457 1,42846 1,43236 1,43625 1,44014 1,44404 1,44794 1,45184 1,45574 1,45964 1,46354 1,46745 1,47135 1,47526 1,47917 1,48309 1,48700 1,49092 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 0,00093 0,00100 0,00107 0,00114 0,00122 0,00130 0,00138 0,00146 0,00154 0,00163 0,00172 0,00181 0,00190 0,00200 0,00210 0,00220 0,00230 0,00241 0,00252 0,00263 0,00274 0,00286 0,00298 0,00310 0,00322 0,00334 0,00347 0,00360 0,00373 0,00387 0,00400 0,00414 0,00428 0,00443 0,00457 0,00472 0,00487 0,00503 0,00518 0,00534 0,00550 0,00567 0,00583 0,00600 0,00617 0,00634 0,00652 0,00669 0,00687 0,00706 0,00724 0,00743 0,00762 0,00781 0,00800 0,00820 0,00840 0,00860 0,00880 0,00901 0,00922 0,00943 0,00964 0,00986 0,01007 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 0,06282 0,06340 0,06399 0,06459 0,06519 0,06580 0,06642 0,06705 0,06769 0,06833 0,06898 0,06965 0,07032 0,07100 0,07169 0,07240 0,07311 0,07383 0,07457 0,07531 0,07607 0,07684 0,07762 0,07841 0,07922 0,08003 0,08086 0,08170 0,08255 0,08342 0,08430 0,08519 0,08609 0,08700 0,08793 0,08887 0,08982 0,09078 0,09176 0,09275 0,09375 0,09476 0,09579 0,09683 0,09796 0,09895 0,10003 0,10112 0,10222 0,10334 0,10447 0,10562 0,10680 0,10799 0,10922 0,11049 0,11179 0,11313 0,11451 0,11593 0,11739 0,11890 0,12046 0,12206 0,12372 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 0,72113 0,72495 0,72878 0,73260 0,73643 0,74026 0,74409 0,74793 0,75176 0,75560 0,75914 0,76328 0,76712 0,77086 0,77481 0,77865 0,78250 0,78635 0,79019 0,79404 0,79490 0,80175 0,80560 0,80946 0,81331 0,81717 0,82102 0,82488 0,82874 0,83259 0,83645 0,84031 0,84417 0,84804 0,85190 0,85576 0,85962 0,86348 0,86734 0,87121 0,87507 0,87893 0,88280 0,88666 0,89053 0,88439 0,89826 0,90212 0,90599 0,90986 0,91372 0,91759 0,92145 0,92532 0,92919 0,93305 0,93692 0,94079 0,94466 0,94852 0,95239 0,95626 0,96013 0,96400 0,96786 628 629 630 631 632 633 634 635 636 637 638 639 640 641 642 643 644 645 646 647 648 649 650 651 652 653 654 655 656 657 658 659 660 661 662 663 664 665 666 667 668 669 670 671 672 673 674 675 676 677 678 679 680 681 682 683 684 685 686 687 688 689 690 691 692 1,49484 1,49876 1,50269 1,50661 1,51054 1,51448 1,51841 1,52235 1,52630 1,53024 1,53419 1,53815 1,54210 1,54607 1,55003 1,55401 1,55798 1,56196 1,56595 1,56994 1,57393 1,57793 1,58194 1,58595 1,58997 1,59399 1,59801 1,60205 1,60608 1,61013 1,61418 1,61823 1,62229 1,62636 1,63043 1,63451 1,63859 1,64268 1,64678 1,65088 1,65499 1,65911 1,66323 1,66735 1,67148 1,67562 1,67976 1,68391 1,68807 1,69223 1,69639 1,70056 1,70474 1,70898 1,71311 1,71730 1,72150 1,72570 1,72991 1,73412 1,73834 1,74257 1,74679 1,75103 1,75527 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 0,01029 0,01051 0,01074 0,01097 0,01120 0,01143 0,01166 0,01190 0,01214 0,01238 0,01263 0,01287 0,01312 0,01337 0,01363 0,01388 0,01414 0,01440 0,01466 0,01493 0,01520 0,01547 0,01574 0,01601 0,01629 0,01657 0,01685 0,01713 0,01742 0,01771 0,01801 0,01830 0,01859 0,01889 0,01919 0,01950 0,01980 0,02011 0,02042 0,02074 0,02105 0,02137 0,02169 0,02201 0,02233 0,02266 0,02299 0,02333 0,02366 0,02400 0,02434 0,02468 0,02502 0,02539 0,02575 0,02611 0,02647 0,02684 0,02720 0,02755 0,02791 0,02827 0,02863 0,02900 0,02937 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 0,12543 0,12720 0,12902 0,13091 0,13286 0,13488 0,13697 0,13914 0,14139 0,14372 0,14614 0,14865 0,15126 0,15396 0,15677 0,15969 0,16272 0,16587 0,16914 0,17254 0,17609 0,17976 0,18360 0,18760 0,19176 0,19608 0,20055 0,20520 0,21000 0,21496 0,22008 0,22537 0,23081 0,23642 0,24219 0,24812 0,25420 0,26045 0,26686 0,27341 0,28008 0,28684 0,29367 0,30054 0,30744 0,31430 0,32109 0,32781 0,33448 0,34105 0,34763 0,35399 0,36035 0,36663 0,37283 0,37895 0,38503 0,39097 0,39686 0,40268 0,40842 0,41409 0,41968 0,42519 0,43063 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 0,97173 0,97560 0,97947 0,98334 0,98720 0,99107 0,99494 0,99881 1,00268 1,00658 1,01043 1,01431 1,01812 1,02199 1,02585 1,02972 1,03359 1,03746 1,04133 1,04520 1,04906 1,05293 1,05680 1,06067 1,06454 1,06841 1,07227 1,07614 1,08001 1,08388 1,08775 1,09161 1,09548 1,09935 1,10322 1,10709 1,11096 1,11482 1,11869 1,12256 1,12643 1,13030 1,13416 1,13803 1,13190 1,14577 1,14964 1,15351 1,15737 1,15124 1,16511 1,16898 1,17285 1,17671 1,18058 1,18445 1,18887 1,19219 1,19606 1,19992 1,20379 1,20766 1,21153 1,21540 1,21926 693 694 695 696 697 698 699 700 701 702 703 704 705 706 707 708 709 710 711 712 713 714 715 716 717 718 719 720 721 722 723 724 725 726 727 728 729 730 731 732 733 734 735 736 737 738 739 740 741 742 743 744 745 746 747 748 749 750 1,75951 1,76376 1,76801 1,77227 1,77653 1,78080 1,78507 1,78935 1,79363 1,79792 1,80221 1,80650 1,81080 1,81510 1,81941 1,82373 1,82804 1,83236 1,83669 1,84102 1,84535 1,84969 1,85403 1,85838 1,86273 1,86709 1,87145 1,87582 1,88019 1,88456 1,88894 1,89332 1,89771 1,90210 1,90650 1,91090 1,91530 1,91972 1,92413 1,92856 1,93298 1,93741 1,94185 1,94630 1,95074 1,95519 1,95966 1,96412 1,96560 1,97307 1,97755 1,98204 1,98654 1,99103 1,99554 2,00005 2,00457 2,00909 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 0,02976 0,03011 0,03049 0,03086 0,03124 0,03163 0,03201 0,03240 0,03279 0,03318 0,03358 0,03397 0,03437 0,03477 0,03518 0,03559 0,03600 0,03642 0,03684 0,03726 0,03769 0,03812 0,03854 0,03898 0,03942 0,03986 0,04031 0,04076 0,04122 0,04168 0,04214 0,04261 0,04308 0,04355 0,04403 0,04451 0,04499 0,04548 0,04596 0,04645 0,04695 0,04744 0,04794 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 0,43601 0,44131 0,44653 0,45169 0,45678 0,46180 0,46674 0,47163 0,47644 0,48120 0,48588 0,49051 0,49507 0,49957 0,50402 0,50841 0,51274 0,51272 0,52124 0,52542 0,55955 0,53364 0,53769 0,54171 0,54569 0,54966 0,55358 0,55749 0,56141 0,56530 0,56917 0,57303 0,57690 0,58073 0,58445 0,58835 0,59215 0,59594 0,59975 0,60335 0,60734 0,61113 0,61492 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 590 591 592 593 594 595 596 597 598 599 600 1,22313 1,22700 1,23087 1,23474 1,23861 1,24247 1,24634 1,25021 1,25408 1,25795 1,26181 1,26568 1,26955 1,27342 1,27729 1,28116 1,28503 1,28889 1,29276 1,29663 1,30050 1,30437 1,30824 1,31211 1,31598 1,31985 1,32372 1,32759 1,33146 1,33534 1,33921 1,34308 1,34696 1,35083 1,35471 1,35858 1,36246 1,36633 1,37021 1,37409 1,38796 1,38184 1,38572 I valori superiori a 750 ms possono essere calcolati con la formula f(v) = -1.015454 + .004008577 V Penso di fare cosa utile ai lettori riportando la tavola di tiro per la cartuccia militare 8x57, calcolata con la massima esattezza e utile per controllare la bontà di un programma balistico o l'esattezza dei propri calcoli. Tavola di tiro della cartuccia militare 8x57 sS (schweres Spitzgeschoss) per Mauser K98k. Velocità iniziale 755 ms - Peso palla gr. 12,8 - Polvere gr. 2,85 Angolo di rilevamento +3'40" - Densità sezionale 26,2 gr/cmq Dist anza 100 200 Angolo proiezione 3'10" 6'10" Angolo caduta 3'20" 6'20" Vertice x 50 101 y 0,02 0,1 Tempo volo 0,14 0,28 Vel. Energia finale kgm 706 325 660 284 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 9'30" 13'0" 17'10" 21'50" 27'20" 33'40" 40'50" 49'0" 58’20" 1°9'0" 1°20'40" 1°33'30" 1°47'0" 2°1'30" 2°16'50" 2°33'0" 2°49'50" 3°7'30" 9'50" 14'20" 19'40" 26'40" 35'40" 46'50" 1°0'30" 1°17'10" 1°37’ 0" 1°59'50" 2°25'20" 2°52'50" 3°21'50" 3°52' 0" 4°23'20" 4°56'20" 5°30'30" 6° 6'30" 152 205 259 315 373 433 494 557 621 685 748 811 873 934 994 1052 1110 1168 0,2 0,4 0,7 1,1 1,6 2,3 3,2 4,5 6,0 8,0 10,5 13,5 17,0 20,0 25,0 29 35 41 0,44 0,61 0,79 0,98 1,20 1,43 1,69 1,96 2,26 2,56 2,89 3,23 3,58 3,94 4,31 4,70 5,10 5,51 616 574 534 495 459 426 395 357 343 322 306 293 283 271 266 259 252 245 247 215 186 160 137 118 102 88 77 68 61 56 52 49 46 44 41 39 APPENDICE Per chi avesse voglia di sperimentare con altre funzioni di ritardazione, riporto alcune delle altre più comuni funzioni. Funzione f(v) secondo Majevsky Velocità 0 m n - 240 1,400 x 10^(-2) 2 240 - 295 5,834 x 10^(-5) 3 295 - 375 6,709 x 10^(-10) 5 375 - 419 9,404 x 10^(-5) 3 419 - 550 3,940 x 10^(-2) 2 550 - 800 2,616 x 10^(-1) 1,7 800 - 1000 7,130 x 10^(-1) 1,55 Il valore f(v) è dato da -m- moltiplicato per la velocità elevata al valore di -n-. Nella tabella 10^(-2) significa 10 elevato a meno due. Valori di f(v) secondo la legge di resistenza inglese del 1909 R Retardation fps.s. V Velocity fps. R=A V^m V(feet/sec) A m 4000-2600 15366E-07 1.67 2600-2000 58495E-07 1.5 2000-1460 59814E-08 1.8 1460-1190 95408E-12 3 1190-1040 23385E-22 6.45 1040- 840 59939E-12 3 74422E-08 1.6 840- 0 Valori di f(v) secondo Ingall R Retardation fps.s. V Velocity fps. R=A V^m V(feet/sec) A m 3600-2600 4.0648825E-03 1.55 2600-1800 1.2479524E-03 1.7 1800-1370 1.3160125E-04 2 1370-1230 9.5697809E-08 3 1230- 970 6.3368148E-14 5 970- 790 5.9353046E-08 3 790- 4.6761777E-05 2 0 BALISTICA INTERNA Volata di una canna con rigatura ed i "pieni" e "vuoti". La balistica interna studia i fenomeni che accadono dal momento della percussione dell'innesco della cartuccia fino al momento in cui il proiettile esce dalla bocca dell'arma, divenendo oggetto di studio della balistica esterna. A seguito della violenta percussione del percussore sulla capsula dell'innesco, la composizione innescante viene schiacciata contro l'incudinetta della capsula (nel caso della percussione anulare l'innesco viene schiacciato contro il metallo dell'orlo del fondello); la composizione detona producendo un intenso dardo di fiamma che, attraverso i fori dell'innesco, raggiunge la carica di polvere, dando inizio alla sua deflagrazione. Questa sarà più o meno veloce in relazione alla forza dell'innesco, al tipo, conformazione e quantità della polvere, alla densità di caricamento (rapporto tra volume della polvere e spazio nella cartuccia), alla compressione esercitata sulla polvere, alla forza con cui il proiettile è trattenuto dal bossolo, ecc.. La polvere deve poter bruciare completamente prima che il proiettile esca dalla canna, sia perché così tutta l'energia viene sfruttata, sia per evitare che i residui si infiammino fuori della bocca dell'arma (vampa di bocca). La polvere brucia sempre perpendicolarmente alla sua attuale superficie e la quantità di gas prodotti dipende in ogni istante dalla pressione sviluppatasi e dalla forma geometrica dei granelli di polvere. Se la superficie del granello diminuisce durante la combustione (granelli tondi o a lamelle), si ha una polvere degressiva (offensiva), se aumenta (grani o tubetti con più fori) si ha una polvere progressiva; se rimane costante (tubetto con un foro) si ha una polvere neutrale. La velocità di deflagrazione può venire influenzata da trattamenti della superficie del grano. Le polveri offensive sono più indicate per armi a canna corta in cui non ha senso una pressione che si esplica dopo che il proiettile ha abbandonato l'arma; le polveri progressive sono preferite nelle armi a canna lunga e in tutti quei casi in cui si preferisce non sottoporre ad eccessive sollecitazioni le pareti dell'arma.? La deflagrazione della polvere sviluppa una grande quantità di gas (circa un litro per ogni grammo di polvere) che si dilatano per effetto del calore (oltre 2000 gradi); un litro di gas, racchiuso in uno spazio minimo e sottoposto a tale temperatura produce un aumento di pressione che in un fucile a palla giunge a superare i 3000 kg/cm2 (circa 500 atmosfere in un fucile a canna liscia). La pressione così sviluppatasi si esercita in tutte le direzioni: contro le pareti del bossolo che viene pressato contro la parete della camera di scoppio (così assicurando che non sfuggano gas all'indietro), contro il fondello che viene premuto contro l'otturatore, contro il fondo del proiettile che viene spinto in avanti; essa continua a crescere fino al momento in cui il proiettile si svincola dal bossolo e inizia il suo percorso. aumenta quindi lo spazio a disposizione per i gas, ma fino a che la produzione di gas è maggiore dello spazio a disposizione, continua ad aumentare la pressione, il che aumenta la produzione di gas. Raggiunto l'equilibrio tra i due valori, la pressione inizia a calare. La combustione deve essere regolata in modo da non superare certi valori di pressione massima e di pressione alla bocca ed in modo che la combustione si concluda all'interno della canna. Il picco di pressione massima si verifica molto presto, in genere da alcuni millimetri a pochi centimetri di percorso del proiettile e la pressione alla bocca deve essere cinque o sei volte minore. Durante il percorso nella canna il proiettile viene costantemente accelerato nel suo moto così che esce dalla bocca con il massimo della velocità. La pressione invece si riduce a poche centinaia di atmosfere. In genere in un'arma leggera l'aumento della lunghezza della canna non comporta alcun aumento della velocità del proiettile oltre i 60-70 cm. di lunghezza. Nelle armi a canna liscia a pallini, accurati esperimenti hanno dimostrato che, a parità di strozzatura, oltre i 60 cm di lunghezza si ha un aumento di velocità pari a circa 1 m/s per ogni centimetro in più e quindi, nella pratica, un aumento trascurabile. Un parametro importante nei calcoli di balistica interna è data dal "rapporto di espansione" (inglese: expansion rate) che dà il rapporto tra pressione massima, pressione alla bocca, volume interno della canna e volume interno del bossolo: Altro importante parametro è dato dal rapporto tra pressione media e pressione massima. Il valore della pressione media è dato dalla formula in cui m = peso del proiettile in g (dovrei dire massa, ma peso è più chiaro!) mc = peso della polvere in g Vo = velocità alla bocca in m/s S = sezione della canna in mm quadrati L = spazio libero percorso dal proiettile Il valore della pressione massima deve essere misurato sperimentalmente oppure ricavato dalle tabelle dele munizioni o di ricarica delle varie polveri. Calcoli di balistica interna Il balistico tedesco Heydenreich, sulla base di esperimenti compiuti all'inizio del secolo, ha elaborato una serie di formule empiriche che consentono di eseguire i principali calcoli di balistica interna con accettabile approssimazione. Sia Pm = pressione media Pmax = Pressione massima Xpmax = Spazio percorso dal proiettile fino al raggiungimento della pressione massima Vpmax = Velocità del proiettile al raggiungimento della pressione massima Tpmax = Tempo impiegato a raggiungere la pressione massima Po = Pressione alla bocca Xo = Percorso del proiettile fino alla bocca Vo = Velocità del proiettile alla bocca To = Tempo impiegato dal proiettile per raggiungere la bocca Px = Pressione dopo che il proiettile ha percorso lo spazio x Vx = Velocità dopo che il proiettile ha percorso lo spazio x Tx = Tempo impiegato a percorrere lo spazio x I valori ricercati potranno essere calcolati agevolmente mediante l'uso della prima tabella di valori, sulla base della conoscenza di , con le seguenti formule: Una seconda tabella consente invece di calcolare pressione, velocità e tempi in relazione allo spazio percorso, conoscendo il valore del rapporto tra spazio percorso e Xpmax. Le formule da applicare sono: Px = Pmax · G Vx = Vpmax · H Tx = Tp · J Quindi, se sono noti la pressione massima e la velocità alla bocca di una cartuccia, è possibile calcolare i valori lungo tutto il percorso del proiettile entro la canna. Vediamo un esempio pratico di calcolo (da Beat P. Kneubuehl, Geschosse, 1994) Sia un proiettile cal. 38 del peso di g. 10,2. Il peso della polvere sia 0,26 g., lo spazio libero percorso dal proiettile 123 mm, (alla lunghezza della canna va aggiunta la lunghezza del proiettile) la velocità alla bocca 265 m/s, la pressione massima 1600 bar, la sezione della canna 62,77 mm quadrati. Si avrà E quindi: Xpmax = 123·0,0383 = 4,7 mm Tpmax = [(2·)/265] · 0,165 = 0,15 ms Vpmax = 265 ·0,331 = 87,7 m/s Po = 470 · 0, 237 = 111 bar To = [(2·123)/265]·0,754= 70 ms Il valore di sarà dato da 123/ 4,7 = 26,17 Le formule non tengono conto della perdita di pressione tra tamburo e canna nei revolver. Velocità dei gas alla bocca I gas di sparo escono dalla bocca con grande velocità che, per le pistole, supera quella del proiettile; essi quindi, per un breve tratto, oltrepassano il proiettile. La velocità dei gas può essere calcolata con la formula di Laval in cui Vc ed mc sono i valori già visti sopra. La velocità del proiettile a seconda della lunghezza della canna - Calcolo semplificato. La velocità del proiettile, oltre che dal tipo di cartuccia, dipende da vari fattori quali la maggiore o minore marcata forzatura fra le righe della canna, la perdita di energia meccanica conseguente all'attrito all'interno dell'anima, dalle condizioni atmosferiche che influenzano la combustione della carica di lancio, per tacere poi dello stato di conservazione della cartuccia. In genere i fabbricanti indicano la velocità del proiettile delle loro cartucce; i dati sono in genere riferiti a canne di prova di 60 cm di lunghezza, con caratteristiche ottimali, e sono valori medi che possono divergere anche del 5% rispetto alla velocità effettiva. Quando non sia possibile misurare direttamente la velocità del proiettile, ci si dovrà affidare a calcoli teorici. Il fattore principale di cui occorre tener conto è quello della lunghezza delle canna in quanto, specie nelle armi corte, la velocità reale del proiettile può essere di gran lunga inferiore a quella che ci si potrebbe attendere leggendo i dati delle case produttrici. Nei revolver inoltre è necessario tener conto della perdita di pressione dovuta alla maggior o minor fuga di gas fra tamburo e canna (in termini di energia, la perdita può variare dal 10 al 20%). La variazione di velocità dipendente dal variare della lunghezza della canna, naturalmente entro limiti ragionevoli (per una pistola non avrebbe senso una canna lunga meno di 4 cm o più di 40 cm), può essere calcolata in modo alquanto approssimativo assumendo che la variazione di velocità sia proporzionale alla radice quarta degli spazi percorsi dai proiettili nelle rispettive canne. Lo spazio percorso si calcola misurando la lunghezza che intercorre tra la punta del proiettile e la bocca della canna, aggiungendo poi ad essa la lunghezza del proiettile. Si avrà quindi Se, ad esempio un proiettile di pistola sviluppa 320 m/s in una canna di 15 cm., in una canna di 5 cm la velocità sarà di Risultati molto più precisi possono ottenersi se si tiene conto anche della progressività della polvere individuata in base ad una costante. Questa può essere ricavata dalla velocità iniziale del proiettile se si conosce il peso della polvere e la lunghezza della canna. Sia: S = percorso del proiettile in mm nella canna, misurato dalla base del proiettile nella cartuccia alla bocca dell'arma. C = calibro in mm P = peso del proiettile in gr M = peso della polvere il gr R = costante di progressività della polvere La balistica interna ci insegna che la velocità del proiettile sarà data dalla formula (Weigel) da cui si ricava che Stabilita per una determinata cartuccia e una certa lunghezza di canna, la velocità iniziale del proiettile e quindi il valore di R, sarà facile calcolare la velocità per una diversa lunghezza di canna o per una diversa carica, introducendo il valore di R nella penultima formula. Si prenda ad esempio un proiettile cal 9 Para con palla di gr. 7,5 e carica di polvere di 0,26 gr, che sviluppa una velocità iniziale di 332 m/s e supponiamo che sia stato sparato in una canna di 120 mm con un percorso del proiettile pari a 105 mm e senza perdite di gas. La costante R sarà pari a 1716. Se ora assumiamo di impiegare una canna di 80 mm, con un percorso libero del proiettile pari a 65 mm, ed inseriamo questi due valori nella formula di Weigel, otterremo che la velocità iniziale si sarà ridotta a 294 m/s. TABELLA I dei fattori di Heydenreich 0.25 0.26 0.27 0.28 0.29 0.30 0.31 0.32 0.33 0.34 0.35 0.36 0.37 0.38 0.39 0.40 0.41 0.42 0.43 0.44 0.45 0.46 0.47 0.48 0.49 0.50 0.51 0.52 0.53 0.54 0.55 0.56 0.57 0.58 0.59 A 0.0313 0.0330 0.0347 0.0365 0.0383 0.0402 0.0421 0.0440 0.0460 0.0480 0.0500 0.0521 0.0542 0.0563 0.0585 0.0608 0.0631 0.0654 0.0678 0.0703 0.0729 0.0756 0.0784 0.0813 0.0843 0.0875 0.0908 0.0944 0.0981 0.1020 0.1061 0.1099 0.1141 0.1185 0.1230 B 0.139 0.146 0.152 0.159 0.165 0.172 0.178 0.186 0.193 0.200 0.207 0.214 0.222 0.229 0.237 0.244 0.252 0.260 0.268 0.276 0.284 0.292 0.301 0.309 0.318 0.326 0.335 0.343 0.352 0.361 0.370 0.379 0.388 0.397 0.406 C 0.324 0.326 0.327 0.329 0.331 0.333 0.335 0.337 0.339 0.341 0.343 0.345 0.347 0.350 0.351 0.354 0.356 0.359 0.361 0.364 0.366 0.369 0.371 0.374 0.377 0.380 0.383 0.386 0.390 0.393 0.396 0.399 0.403 0.406 0.409 D 0.216 0.220 0.226 0.231 0.237 0.242 0.250 0.256 0.263 0.269 0.278 0.282 0.288 0.294 0.300 0.304 0.313 0.319 0.325 0.332 0.340 0.346 0.354 0.363 0.372 0.382 0.394 0.407 0.421 0.437 0.454 0.470 0.487 0.505 0.524 F 0.725 0.732 0.740 0.747 0.755 0.762 0.770 0.777 0.785 0.792 0.800 0.807 0.814 0.822 0.829 0.836 0.844 0.851 0.858 0.886 0.873 0.880 0.888 0.895 0.902 0.910 0.918 0.926 0.934 0.942 0.950 0.958 0.966 0.974 0.983 TABELLA 2 dei fattori di Heidenreich 0.25 0.50 0.75 1.00 1.25 1.50 1.75 2.00 2.50 3.00 3.50 4.00 4.50 5.00 6.00 7.00 8.00 9.00 10.00 11.00 12.00 13.00 14.00 15.00 16.00 17.00 18.00 19.00 20.00 25.00 30.00 35.00 40.00 G 0.741 0.912 0.980 1.000 0.989 0.965 0.932 0.898 0.823 0.747 0.675 0.604 0.546 0.495 0.403 0.338 0.284 0.248 0.220 0.199 0.181 0.164 0.150 0.137 0.125 0.117 0.109 0.102 0.096 0.073 0.058 0.048 0.041 H 0.392 0.635 0.834 1.000 1.130 1.262 1.366 1.468 1.632 1.763 1.875 1.983 2.068 2.140 2.269 2.363 2.445 2.509 2.566 2.615 2.659 2.702 2.740 2.777 2.811 2.837 2.862 2.887 2.910 3 003 3.075 3.162 3.223 J 0.610 0.780 0.903 1.000 1.081 1.154 1.219 1.282 1.394 1.495 1.589 1.682 1.769 1.851 2.012 2.163 2.309 2.451 2.589 2.725 2.858 2.988 3.116 3.253 3.390 3.502 3.618 3.740 3.816 4 455 5.031 5.657 6.261 BALISTICA ESTERNA La traiettoria nel vuoto Riprendiamo qui più ampiamente la trattazione della traiettoria di un proiettile nel vuoto, già in parte anticipata nella pagina "balistica esterna". Quando si devono calcolare i dati della traiettoria di un corpo pesante lanciato o sparato con bassa velocità iniziale, la resistenza dell'aria può essere trascurata e possono applicarsi le formule per la traiettoria nel vuoto, molto più semplici dal punto di vista matematico. Se il proiettile è leggero la resistenza dell'aria può diventare preponderante e le formule per il vuoto diventano inapplicabili (provate a lanciare a distanza una piuma ed un sasso e capirete perché il rapporto peso-volume è importante!). Come abbiamo visto nella pagina introduttiva alla balistica esterna, nel vuoto il proiettile sarà soggetto a sole due forze indipendenti l'una dall'altra: l'impulso iniziale impressogli ed il peso (pari al prodotto della massa e dell'accelerazione di gravità. L'impulso iniziale tende ad imprimere al corpo un moto uniforme e rettilineo. La forza peso tende a far cadere il proiettile verso il suolo con moto uniformemente accelerato ( 9,81 m/sec2). La componente orizzontale della velocità è costante in direzione ed in valore. Supponendola terra piatta e ferma (supposizione più che idonea nei casi in cui possono applicarsi praticamente le formule per la traiettoria nel vuoto), la combinazione dei due moti dà come risultato un percorso parabolico da parte del proiettile. Una valutazione matematica del problema ci consente di affermare che in questa parabola: - la traiettoria è determinata solo dalla velocità iniziale, indipendentemente dalla forma e dal peso del proiettile (= ogni corpo lanciato);- l'asse della parabola è perpendicolare e, passando attraverso il vertice della curva, la divide in due rami (ascendente e discendente) simmetrici;- l'angolo di partenza è eguale all'angolo di caduta;- la velocità iniziale è eguale alla velocità di caduta; - la gittata massima si ha per un angolo di partenza di 45°. I valori numerici che descrivono i vari elementi della traiettoria sono collegati fra di loro da semplici relazioni matematiche, così che, noti alcuni di essi, possono agevolmente ricavarsi gli altri. Per comprendere meglio le formule relative, anticipiamo la esemplificazione pratica della traiettoria di un giavellotto, con tutti i dati numerici. Essi ben poco si discostano dalla realtà; si consideri che la traiettoria atmosferica tanto più si avvicina a quella nel vuoto quanto più pesante è il proiettile e più bassa la velocità iniziale; ad esempio nel caso dei mortai la differenza tra gittata reale e gittata nel vuoto è soltanto del 10% e la differenza era ancora minore per le artiglierie antiche. Per un proiettile di pistola la differenza è invece di circa 10 volte! Sia quindi da calcolare la traiettoria di un giavellotto con velocità iniziale di 30 ms e con angolo di partenza di 40°. Il significato delle lettere si ricava dalla seguente figura: Dalle formule che poi riporteremo si otterranno i seguenti dati: = 40° = 40° yv = 18,955 m xv = 45, 174 X = 90,349 m T = 3' 93 Vv = 22,98 ms Dopo 1,5 secondi , i valori del punto P delle coordinate x e y saranno x = 34,47 m y = 17,89 m = 11° 14' 44" Vx = 29,42 ms Vy = 4,56 ms Ed ecco ora le formule in base alle quali, noti alcuni elementi della traiettoria, si può risalire ad altri elementi ignoti. Valori di un punto qualunque della traiettoria. x : Ascissa di un punto qualunque e quindi nell'esempio dato, dopo 1,5 secondi, x= 30 (1,5 cos 40°)=34,47 m Oppure in cui si avrà il segno - nel ramo ascendente e il segno + nel ramo discendente. y: Ordinata di un punto qualunque della traiettoria Con i dati dell'esempio si otterrà y = 17,889 m. Oppure Oppure Oppure Oppure Valore di : angolo tra la tangente nel punto considerato e l'asse delle ascisse (< 90° nel ramo ascendente, > 90° nel ramo discendente). Nell'esempio si avrebbe da cui q= 11° 14' Oppure Oppure t: tempo di volo fino ad un punto qualunque della traiettoria ad esempio Oppure Vx e Vy : componenti della velocità V in un punto qualunque ad esempio: Vx = 30 cos.40° = 22,98 ms. Oppure Valori al vertice della traiettoria Oppure Oppure Oppure Oppure Oppure Questa è la nota formula di Haupt valida, con buona approssimazione, anche nell'atmosfera. Per il tempo di percorso ma, più semplicemente E per la velocità al vertice da Oppure Valori all'origine della traiettoria Oppure Quest'ultima formula consente di ricavare l'angolo di partenza per una determinata gittata X desiderata, conoscendo la gittata massima del proiettile. Valori nel punto di caduta Oppure Oppure Oppure Oppure Valori massimi della traiettoria quando l'angolo di partenza è eguale a 45° quando l'angolo di partenza è uguale a 90° Perciò l'ordinata massima è uguale alla massima altezza h raggiungibile dal proiettile sparato verticalmente; quindi Bersaglio fuori del piano di orizzonte Le formule riportate sono valide per il caso in cui il bersaglio (o il punto di caduta del proiettile) si trovi sulla linea dell'orizzonte OC dell'arma. Se si suppone invece che il terreno sia in uniforme salita o discesa nella direzione del tiro, che il terreno formi cioè con l'orizzonte del pezzo un determinato angolo b, saranno naturalmente diversi sia la gittata che il tempo di volo. Le formule più comuni applicabili saranno le seguenti in cui a seconda che si spari in salita (+) o in discesa (-). La gittata effettiva O-Z diventa OZ raggiunge il valore massimo quando la linea di proiezione è la bisettrice dell'angolo YOZ, cioè quando Queste formule ci consentono di risolvere problemi della vita quotidiana. Ad esempio ci si chiede;: un uomo è in grado di lanciare, in pianura, una pietra a 68 metri di distanza; egli si trova ora sull'argine di un lago avente l'inclinazione di 26 gradi verso il basso ed a 60 metri al di sopra della superficie del lago; ; riuscirà a tirare un sasso nell'acqua? Dal fatto che l'uomo può lanciare un sasso a 68 metri, deduciamo che è in grado id imprimere alla pietra una velocità iniziale pari a La gittata massima sarà ottenuta con un angolo di lancio pari a e sarà perciò eguale a contro i 67 metri raggiungibili in piano. Risolvendo il triangolo rettangolo OHZ si trova che il che sta a significare che il punto di caduta Z è ancora lontano dalla superficie del lago. Se la pietra fosse stata lanciata orizzontalmente (linea OH), e questo è il problema fondamentale nel calcolo del lancio delle bombe d'aereo), essa avrebbe raggiunto una distanza pari a IL PENDOLO BALISTICO Per stabilire al velocità di un proiettile non vi è strumento migliore di un cronografo, il cui acquisto è però giustificato solo per chi, come perito balistico o ricaricatore di cartucce, deve ricorrervi di frequente. Chi invece ha bisogno solo occasionalmente di calcolare la velocità di un proiettile, può ricorrere al vecchio metodo del pendolo balistico, in grado di fornire dati più che attendibili senza alcuna spesa (personalmente ho usato un pendolo fatto con una patata per controllare la velocità di pallini ad aria compressa, e funzionava benissimo). L'idea di usare un pendolo per determinare la velocità di un proiettile risale a Cassini Junior (1707) e lo strumento derivatone, detto pedolo balistico, venne perfezionato da successivi studiosi (B. Robins, Diddion, Morin, Piobert) ed è stato l'unico ad essere impiegato fino a circa un secolo fa, contribuendo a porre le basi della balistica moderna. Il principio teorico alla base del pendolo balistico è estremamente semplice: l'arma viene puntata contro una massa pendolare, costituita da materiale atto a trattenere il proiettile ed a realizzare un urto anelastico. Allo sparo quindi il proiettile si conficca nella massa pendolare trasmettendole un impulso; dal teorema della conservazione della quantità di moto e dalle leggi del moto pendolare si deduce la quantità di moto della massa pendolare dall'ampiezza della sua oscillazione, e quindi la velocità del proiettile. Sia infatti P il peso della massa pendolare e p il peso del proiettile; P+p sarà il peso del pendolo con il proiettile infisso; si poi V la velocità acquisita dal pendolo e v la velocità del proiettile prima dell'urto. Sarà p·v = (P+p)·V da cui V = (p·v) / (P+p) Sotto l'influenza dell'urto il pendolo acquista una velocità e quindi una forza viva E, espressa dalla formula che lo fa alzare di un certo spazio h ove si trasforma in energia potenziale Ep Ep= (P+p) ·h Siccome E =Ep, si possono fondere le due espressioni e ricavare che che è la formula relativa alla caduta dei gravi. Questo valore dovrà corrispondere a quello derivato dall'impulso e quindi si potrà scrivere: da cui L'altezza h non è misurabile direttamente, ma può essere espressa trigonometricamente in funzione della lunghezza l del pendolo e dell'ampiezza dell' angolo dell'oscillazione secondo la formula h= l ·(1 - cosã) (uso per necessità pratiche il simbolo ã per indicare l'angolo alfa) per cui, in definitiva, la formula da applicare è la seguente in cui l'unica incognita è data dall'angolo alfa, da misurarsi di volta in volta. A sua volta, la lunghezza l del pendolo non può essere misurata direttamente poiché ciò che interessa non è la lunghezza effettiva, ma quella riferita al centro di oscillazione del pendolo composto, che si usa in pratica. Essa quindi deve essere determinata indirettamente dalle leggi fisiche del moto pendolare: si determina con un cronometro la durata D in secondi di una oscillazione, contando ad esempio il numero delle oscillazioni compiute in un minuto primo, e da esso si ricava la lunghezza in metri secondo la formula l = 0,248·D² Invece di misurare l'ampiezza dell'angolo di oscillazione del pendolo, può essere più semplice misurare l'ampiezza s dell'arco percorso da un suo punto e da essa risalire all'angolo alfa mediante la formula ove L in questo caso rappresenta la distanza effettiva tra il punto attorno a cui oscilla il pendolo e il punto che traccia l'arco. Realizzazione pratica Vediamo ora come si possa costruire praticamente il pendolo. Esso deve rispondere ai seguenti requisiti: a) deve avere una lunghezza tale da rendere sufficiente lenta l'oscillazione; la lunghezza L dovrà quindi essere di 1 - 1,5 metri. b) la massa pendolare deve avere un peso tale non compiere , in relazione al proiettile sparato, una oscillazione superiore a 20° e deve essere sospesa in modo da poter oscillare in un solo piano senza sbandamenti, rotazioni ed oscillazioni parassite. In linea di massima dovrà avere un peso, in grammi, pari al prodotto della velocità del proiettile in m/sec per il suo peso in grammi. Quindi dovrà pesare circa kg 1 per il cal. 22, kg 1,5 per il cal. 7,65 e il cal. 9, e così via. c) Il blocco deve essere conformato in modo che il proiettile vi penetri e vi resti infisso; per alcuni proiettili sarà sufficiente un blocco di legno, per altri occorrerà provvedere, oltre al legno, degli strati di piombo od altro metallo che impediscano la perforazione completa. In pratica andrà bene qualsiasi scatola metallica, a forma di parallelepipedo o di cilindro, in cui sistemare strati di legno, sabbia, piombo, e sospeso mediante quattro fili sottili e non elastici, riuniti a due a due con anelli , ad un qualunque sostegno stabile. Al di sotto della scatola, sul prolungamento dell'asse perpendicolare del pendolo, verrà fissato un indice scorrente lungo un arco munito di una scala metrica, come indicato in figura. Per misurare lo spostamento massimo dell'indice per effetto dello sparo, bisognerà studiare un sistema qualunque, dal fine pennello all'estremità dell'indice, al filo trascinato da esso, alla polvere sfiorata da un "baffo", che non offra resistenza al moto. Uso del pendolo balistico Per prima cosa bisogna pesare il blocco con precisione. Poi occorre sparare contro il blocco, ad una distanza che eviti l'influenza del gas di sparo (oppure attraverso un diaframma forato) e cercando di colpire il centro del blocco per evitare oscillazioni irregolari. Occorre ricordare che ad ogni sparo successivo al primo, il peso del blocco deve essere aumentato del peso dei precedenti proiettili infissi in esso e che va tenuto conto di perdite di materiale. Dopo aver sparato si legge quale è stato lo spostamento massimo del pendolo e da esso si ricava la velocità del proiettile. La lettura deve essere fatta con una certa precisione perché, ad esempio, con un pendolo di 130 cm di lunghezza, un errore di lettura di 4 mm (10' di grado), comporta un errore nel calcolo di 5-6 m/sec. Esempio Sia da misurare la velocità di un proiettile cal 9 corto e si abbia Peso del pendolo P , gr. 1500 Peso del proiettile p gr. 6 Lunghezza teorica del pendolo l , m 1,20 Lunghezza totale del pendolo L , cm 130 Arco percorso, cm 40 Applicando l'ultima formula troviamo l'angolo alfa e quindi Se si è sparato contro il pendolo da una distanza di metri 1,5, e tenendo conto delle resistenze interne del sistema, si otterrà un valore abbastanza esatto della velocità iniziale aumentando quello sopra trovato dell' 1%. Balistica del pallino da caccia e delle palle sferiche Il comportamento della rosata è stata oggetto di ampi studi, anche da parte di Autori italiani; qui ci limiteremo all'esame della possibilità di calcolo numerico delle traiettoria di singoli pallini componenti la rosata. I pallini, quando escono dalla bocca dell'arma, formano un blocco ancora alquanto compatto, salvo pochi pallini deviati in modo anomalo per urti contro il vivo di volata. Già a pochi metri dall'arma però, l'aria si fa strada fra i singoli pallini i quali iniziano a risentire l'influsso della sua resistenza in modo diverso, a seconda del peso e delle deformazioni subite per il contatto con l'anima della canna, o per compressioni nella cartuccia o per urti reciproci, ecc. I pallini vengono così a formare uno sciame allungato con la maggior concentrazione verso la sua parte anteriore (il centro di gravità della rosata si colloca a circa 2/3 della sua lunghezza). Per calcoli di estrema precisione, quali non si richiedono nella pratica venatoria, deve tenersi presente il fatto che la resistenza dell'aria sui singoli pallini che si trovano ancora molto ravvicinati l'uno all'altro, è minore di quella che il pallino subirebbe se fosse isolato. Di conseguenza i pallini sparati da una canna strozzata presentano una diminuzione di velocità minore rispetto ai pallini sparati da una canna cilindrica, ed ancora minore rispetto ad un pallino sparato singolarmente. Per il calcolo della ritardazione subita dai pallini si può far ricorso alle tavole dello Ingalls o del Lovry (ed ovviamente al software basato su di esse), ma non è facile impostare il giusto coefficiente balistico che esse calcolano per proiettili non sferici. Ad esempio, impiegando le tavole del Lovry, si ottengono risultati esatti se, per una velocità iniziale di 360 ms, si adotta il coefficiente i = 2,2 per pallini di 3-4 mm di diametro, mentre per pallini di 2 mm. il coeff. è pari a 2,4. Per la palla sferica di 18,5 mm. il coeff. diventa pari a 1,65. Formula approssimativa Per un calcolo approssimativo della perdita di velocità di un proiettile su di una determinata tratta si può ricorrere alla seguente formula, precisa per pallini di 4 mm, ma accettabile per pallini da 2 a 6 millimetri di diametro nell'ambito delle distanze venatorie (25-60 metri). La formula è in cui V è la velocità finale, D la tratta in metri e d il diametro del pallino in mm. Calcolo preciso Per una maggior precisione si può far ricorso alle tavole di ritardazione compilate dal Journée proprio per palle sferiche e di cui riportiamo più sotto un estratto. L'uso delle tavole è il seguente. Prima di tutto occorre calcolare il coefficiente balistico della palla in cui d è il diametro in mm e P il peso in grammi e indica la densità dell'aria (standard = 1,22). Ricordo che il peso di una palla, per una densità standard del piombo di 11,1 gr per centimetro cubo, è data da A titolo di esempio si veda come il Cb di un pallino di 3 mm sarà pari a 0,07 e quello di una palla sferica cal. 12 (18,5 mm) di 0,0115. Sia ora da calcolare la velocità residua a 100 metri della palla sferica cal .12 sparata con la velocità iniziale di 360 ms. Dalla tavola si legge che il valore R relativo a V=360 è 1,6208; a questo valore si aggiunge ora il valore del coefficiente balistico moltiplicato per la distanza considerata e quindi Cb · 100 = 0,01128 · 100 = 1,128; R= 1,128 + 1,6208 = 2,7488 in corrispondenza del quale leggiamo la velocità ricercata, pari a poco meno di 260 ms. (il valore esatto può ricavarsi per interpolazione). Tempi di volo La seconda colonna della tavola (i cui valori vanno divisi per 100) consente di calcolare il tempo di volo. Proseguendo nell'esempio appena fatto, in corrispondenza di V=260, si legge il valore T = 0,007010 e in corrispondenza di V = 360, T = 0,003290 Il tempo di volo sarà dato dalla differenza di questi due valori divisa per il coefficiente balistico e quindi 0,00372 : 0,01128 = 0,329 secondi. Una volta calcolati i tempi di volo e le velocità residue alle varie distanze, gli altri elementi della traiettoria possono essere calcolati con i sistemi noti per proiettili di armi a canna rigata. Gittata massima dei pallini La gittata massima dei pallini si ottiene con angoli di proiezione che vanno dai 14° per i pallini da 1 mm a 25° per la palla cal. 12. In modo molto empirico, la gittata può assumersi essere pari a tanti metri quanti dà il prodotto di 80 per i diametro del pallino (quindi il pallino di 3 mm arriverà a 240 metri). Un risultato più soddisfacente (valido dal pallino da 1 mm. fino alla palla cal. 12) è fornito dalla formula Dispersione dei pallini Il diametro della rosata non aumenta in modo lineare con l'aumentare della distanza; vale a dire che se a 10 metri la rosata ha un diametro di 15 cm, alla distanza di 20 metri essa non sarà di 30 cm, ma un poco più ampia. È impossibile fornire una regola matematica che consenta di calcolare con precisione la dispersione dei pallini, anche perché ogni strozzatura ha, in definitiva, un suo particolare comportamento. A titolo puramente orientativo si può utilizzare la formula la quale ci dice che si assume eguale ad 1 il raggio del circolo che a 5 metri dall'arma contiene il 50% dei pallini, il raggio alla distanza x sarà pari a y volte; in altre parole se a 5 metri il raggio del circolo contenente il 50% dei pallini è di 3, 5 cm, a 60 metri il raggio di tale circolo sarà di 22 volte più grande e quindi di 22 . 3,5 = 77 cm. Si tenga presente che questo è un valore intermedio per pallini di circa 2, 5 mm. e che la rosata per pallini di minor diametro è un po' più ampia e quella per pallini più grossi, un poco più ristretta. TAVOLA DI JOURNÉE Velocità R T·100 -------------------------------------30 16,612 19,94 35 15,654 17,23 40 14,696 14,50 45 13,952 12,86 50 13,208 11,21 55 12,600 10,11 60 11,993 9,007 65 11,479 8,217 70 10,965 7,429 75 10,553 6,836 80 10,142 6,244 85 9,7486 5,782 90 9,3556 5,321 100 8,6541 4,583 105 8,3376 4,382 110 8,0211 3,980 115 7,7326 3,730 120 7,4441 3,479 125 1,1794 3,267 130 6,9146 3,056 135 6,6706 2,875 140 6,4266 2,694 145 6,2006 2,538 150 5,9746 2,283 155 5,7651 2,253 160 5,5556 2,124 165 5,3601 2,006 170 5,1646 1,887 175 4,9913 1,783 180 4,8179 1,679 185 4,6479 1,587 190 4,4779 1,495 195 4,3192 1,414 200 4,1604 1,332 205 4,0122 1,260 210 3,8639 1,118 215 3,7272 1,124 220 3,5904 1,060 225 3,4667 1,006 230 3,3429 0,9507 235 3,2294 0,9025 240 3,1159 0,8542 245 3,0152 0,8130 250 2,9144 0,7719 255 3,8241 0,7365 260 2,7337 0,7010 265 2,6522 0,6696 270 2,5707 0,6389 275 2,4970 0,6113 280 2,4233 0,5845 285 2,3566 0,5611 290 2,2899 0,5377 295 2,2290 0,5170 300 2,1682 0,4964 305 2,1127 0,4782 310 2,0571 0,4600 315 2,0064 0,4439 320 1,9556 0,4278 325 1,9091 0,4135 330 1,8626 0,3992 335 340 345 350 355 360 365 370 375 380 385 390 395 400 405 410 415 420 425 430 435 440 445 450 455 460 465 470 475 480 485 490 495 500 505 510 515 520 525 530 535 540 545 550 555 560 565 570 575 580 585 590 595 600 605 610 615 620 625 630 635 640 645 650 655 1,6197 1,7767 1,7365 1,6963 1,6585 1,6208 1,5851 1,5594 1,5154 1,4814 1,4489 1,4164 1,3851 1,3538 1,3237 1,2936 1,2645 1,2354 1,2073 1,1791 1,1518 1,1244 1,0979 1,0713 1,0454 1,0195 0,99422 0,96897 0,94429 0,91960 0,89545 0,87130 0,84765 0,82400 0,80079 0,77758 0,75478 0,73196 0,70958 0,68718 0,66513 0,64308 0,62147 0,59986 0,57844 0,55701 0,53586 0,51470 0,49381 0,47292 0,45228 0,43164 0,41119 0,39074 0,37048 0,35022 0,33015 0,31007 0,29022 0,27037 0,25036 0,23089 0,21131 0,19173 0,17228 0,3864 0,3735 0,3619 0,3502 0,3396 0,3290 0,3197 0,3094 0,3004 0,2913 0,2829 0,2744 0,2665 0,2586 0,2512 0,2437 0,2367 0,2297 0,2231 0,2165 0,2102 0,2039 0,1980 0,1920 0,1863 0,1806 0,1752 0,1698 0,1646 0,1594 0,1544 0,1494 0,1446 0,1399 0,1353 0,1307 0,1262 0,1218 0,1177 0,1133 0,1092 0,1050 0,1011 0,09707 0,09321 0,08935 0,08561 0,08187 0,07805 0,07424 0,07071 0,06718 0,06375 0,06032 0,05697 0,05362 0,05036 0,04709 0,04391 0,04072 0,03762 0,03451 0,03147 0,02844 0,02547 660 665 670 675 680 685 690 700 0,15283 0,13353 0,11422 0,09506 0,07589 0,05683 0,03777 0,00000 0,02250 0,01960 0,01669 0,01385 0,01101 0,00823 0,00545 0,00000 I pallini d'acciaio A metà degli anni 80, a seguito della scoperta che negli specchi d'acqua i pallini di piombo provocavano inquinamento e grave danno per i volatili, si è fatto ricorso all'uso di pallini di acciaio, unica alternativa possibile. Trattasi di pallini di acciaio dolce con un peso specifico di gr. 7,8 per cm cubo (piombo =11 gr) e una durezza di 90-100 HV (piombo = 1525 HV) . I pallini d'acciaio hanno perciò una densità seziona le minore di quella dei pallini di piombo e quindi vengono rallentati maggiormente dalla resistenza dell'aria. Per compensare questo comportamento sfavorevole occorre usare pallini di maggior diametro (circa mezzo millimetro) rispetto a quello di piombo che si userebbe per lo stesso tiro; ciò comporta però un minor numero di pallini e, per compensare questo inconveniente occorre aumentare lo spazio a loro disposizione nella cartuccia, riducendo al minimo lo spessore della borra, con le conseguenti variazioni balistiche. Il numero di pallini rimane comunque un po' inferiore come si vede dalla seguente tabella. Uso Metallo Diametro Peso singolo Peso tot. Nr. pallini Lepre Pb 3,20 0,193 31,5 160 " Fe 3,70 0,207 31,5 150 Anitra Pb 2,70 0,116 31,5 270 " Fe 3,20 0,134 31,5 230 Trap Pb 2,41 0,083 31,5 380 " Fe 2,60 0,070 31,5 450 Skeet Pb 2,00 0,047 31,5 670 " Fe 2,30 0,050 31,5 630 Balistica interna I pallini di acciaio sono pressoché indeformabili e perciò, oltre che per il ridotto borraggio offrono una resistenza poco elastica ai gas, non ne ammortizzano la pressione così che la pressione massima in canna viene raggiunta in un tempo (0,20 millisecondi) che è la metà di quella che si riscontra nelle cartucce con piombo (0,40 ms). La pressione comunque rimane in limiti accettabili (650 bar contro 620 per il piombo) e non vi sono problemi per la chiusura dell'arma. Un pericolo è invece rappresentato dalla strozzatura della canna. Quando il bicchierino di plastica (che contiene i pallini e protegge la canna da graffi) giunge all'angolo della strozzatura, a causa della indeformabilità dei pallini viene frenato bruscamente e la parte centrale della carica si muove in avanti; ne derivano elevate sollecitazioni radiali che possono provocare rigonfiamenti nella canna, ben visibili dopo qualche decina di colpi. Il rigonfiamento sarà tanto maggiore quanto più grossi sono i pallini , quando più accentuato l'angolo di strozzatura, e quanto più debole la canna per spessore o resistenza dell'acciaio. Gli esperimenti compiuti dalla Dynamit Nobel hanno dimostrato che con pallini fino a 2,5 mm non vi è alcun pericolo di rigonfiamento. Invece in armi vecchi e con canne sottili e impiegando pallini da 3,2 mm. si ha rigonfiamento già dopo 50 colpi e con 500 colpi la canna è da buttare. Ad ogni modo, anche usando pallini da 3,7 mm non si è verificata alcuna situazione di pericolo per il tiratore né variazioni nella rosata. Balistica esterna Il robusto contenitore dei pallini ritarda il momento in cui il pallini iniziano a scostarsi e quindi la rosata è più stretta; inoltre lo sciame è più corto perché i pallini non si deformano e viaggiano tutti con velocità quasi eguale. La copertura sul bersaglio non è quindi proprio l'ideale, come avverrebbe con una cartuccia a piombo, perché vi sono troppi pallini al centro e meno pallini nel cerchio esterno. Si consiglia quindi di scegliere una strozzatura di uno scalino inferiore rispetto a quella che si userebbe con il piombo (ad es. 1/2 strozzatura invece di 3/4), cosa che inoltre riduce il pericolo di rigonfiamenti se si usano pallini grossi. La velocità alle varie distanze, data Vo = 400 m/s è approssimativamente la seguente Diametro 3,7 mm 3,2 mm 2,3 mm 25 m 230 220 195 50 m 170 150 115 75 m 125 115 75 Distanza Il minor numero di pallini impone di ridurre la distanza di tiro se si vuole avere una copertura ottimale del bersaglio. Non si dovrebbero superare i 30 metri. Ai fini della sicurezza si consideri che un pallino di 2,6 mm, come usati per lo skeet, hanno una gittata massima di 210 m contro i 250 di un pallino di piombo; però il pallino di acciaio quando rimbalza perde molta meno energia di quello di piombo e rimbalza più lontano.I pallini d'acciaio provocano danno ai boschi perchè i tronchi colpiti danneggiano poi le macchine per lavorare il legno Teoria della rosata Le nozioni di balistica esterna necessarie per calcolare la traiettoria dei pallini da caccia sono esposte nel precedente capitolo. Qui cercheremo di esporre le nozioni basilari sulla rosata e sulla efficacia venatoria dei pallini. Non ci occuperemo delle munizioni per tiro al piattello. I pallini sono prodotti con una lega di piombo indurita da antimonio, con un peso specifico medio di circa 11,1 gr/cm³. Vi sono in commercio anche pallini di acciaio, ma non sono di interesse venatorio. A seconda delle esigenze venatorie si usano pallini di vario diametro, con i seguenti dati. Diametro mm Peso gr Sezione mm² Densità sez. g/cm² Nr. di pallini in 10 gr. circa 10,0 5,8 9,0 4,3 8,0 3,0 7,0 2,0 6,5 1,6 5,15 0,8 4,75 0,62 4,30 0.46 4,5 0,531 15,89 3,34 19 4,25 0,447 14,14 3,16 22 4 0,373 12,56 2,97 27 3,75 0,307 11,05 2,78 33 3,5 0,250 9,65 2,59 40 3,25 0,199 8,28 2,40 50 3 0,157 7,07 2,21 64 2,75 0,120 5,92 2,03 83 2,5 0,091 4,90 1,85 110 2,41 0,080 4,57 1,78 123 2,25 0,066 3,98 1,66 152 2 0,047 3,14 1,48 213 1,75 0,031 2,40 1,29 322 Tabella con misure di vari pallini Si tenga presente che nei vari paesi esistono poi numerazioni convenzionali e che ad ogni numero non corrisponde ad una frazione tonda di millimetro; in Italia, ad esempio,una delle numerazioni usuali è la seguente; possono però esservi variazioni rispetto ad altre tabelle. Il numero 2/0 si legge "due zeri". Nr. mm Nr. mm 12 1,5 3 3,41 11 1,68 2 3,62 10 1,78 1 3,9 9½ 2 0 4,06 9 2,3 2/0 4,3 8 2,2 3/0 4,5 7½ 2,5 4/0 4,5 7 2,42 5/0 5 6 2,6 6/0 5,15 5 2,79 9/0 7,4 4 3,05 11/0 8,6 I pallini superiori ad un certo diametro vengono chiamati volgarmente "pallettoni", ma non vi è un criterio uniforme su dove porre la linea di distinzione. In alcuni paesi (Germania, Inghilterra, USA) si usa una denominazione particolare per pallini con diametro superiore a 6 mm, in altri oltre i 5 mm, in Italia invece solo per pallini la cui numerazione è indicata in zeri. Non è comunque distinzione che abbia un qualsivoglia fondamento giuridico poiché per la legge si deve solo distinguere fra munizione spezzata e munizione a palla unica. I pallini vengono sparati da canne cilindriche o da canne conformate con particolari modelli e misure di restringimento degli ultimi centimetri di volata, detti strozzature. I pallini che escono da una canna cilindrica tendono ad allargarsi radialmente perché la resistenza dell'aria ha all'inizio maggior presa sugli strati esterni dello sciame di pallini che non su quelli al centro. Inoltre il borraggio può avere inizialmente una velocità superiore a quella dello sciame e "bucarne" la parte centrale. La funzione della strozzatura è di evitare questi inconvenienti. Disposizione dei pallini e borra, sparati con canna cilindrica, a 1,2 metri dalla volata Pallini e borra, sparati da canna molto strozzata, a 1,2 metri dalla volata I pallini dello strato esterno vengono compressi e rallentati per il maggior attrito e comprimono il gruppo al centro che acquista maggior velocità e li sorpassa; la borra viene frenata e rimane indietro. Inoltre i pallini esterni vengono assoggettati ad una forza che li dirige verso l'asse della canna e compensa quindi la loro tendenza ad allargarsi radialmente; solo i pallini che si sono molto deformati per l'attrito contro le pareti della canna sfuggono a questo recupero. Il risultato è che lo sciame di pallini si allunga un po' di più rispetto a quello sparato dalla canna cilindrica, ma però un maggior numero di pallini viene indirizzato a viaggiare parallelamente all'asse delle canna. Perciò la dispersione radiale inizia più tardi quando la resistenza dell'aria riesce ad agire all'interno dello sciame, in modo diverso sui singoli pallini (punto di apertura). L'effetto della strozzatura sulla velocità dei pallini è del tutto trascurabile. Lo scopo della strozzatura non è quello di concentrare al massimo la rosata di pallini, ma quello di avere, alla distanza voluta, la copertura ottimale della rosata che deve avere una certa dimensione per garantire che il bersaglio venga colpito senza troppa difficoltà, ma da un numero di pallini sufficiente ad ucciderlo. Come si è detto i singoli pallini acquistano velocità e direzioni diverse per effetto delle variazioni di forma entro la canna, e conseguente spostamento del centro di gravità, per le diverse forze a cui vengono assoggettati dalla strozzatura, per gli urti reciproci entro la canna e fuori di essa; la strozzatura allunga lo sciame e perciò diminuiscono le probabilità che pallini arretrati, ma di forma migliore, raggiungano pallini anteriori deformati e che entrambi rimbalzino fuori dello sciame. Si consideri che il 10-15% dei pallini è fortemente deformato e che almeno un terzo dei pallini ha qualche deformazione (pallini da 2 mm; la percentuale sale fino al 65% per pallini da 4 mm). I pallini poi non viaggiano sempre in modo rettilineo, ma, come ogni altro proiettile, con deviazioni spiraliformi attorno alla linea di traiettoria: se si spara a 20 metri ad un bersaglio la cui metà sinistra è imperforabile, si vede che a 40 metri la metà sinistra di un secondo bersaglio viene egualmente colpita da pallini che a 20 metri si trovavano necessariamente sul lato destro. Le dimensioni e la distribuzione della rosata vengono rilevate con un bersaglio posto ad una data distanza e, salvo alcuni pallini anomali, la sua forma è pressoché circolare; la distribuzione dei pallini entro questo cerchio è alquanto imprevedibile, ma è evidente che in una buona rosta la densità deve essere maggiore al centro che non ai margini. Avviene così che un corpo avente la superficie frontale di 90 cm² (corrispondente ad una pernice), viene colpito da numerosi pallini se si trova al centro della rosata e da un minor numero di pallini se si trova spostato verso il suo margine. Siccome il selvatico deve essere colpito da più pallini, si avrà una buona rosata quanto più uniformemente i pallini sono distribuiti all'interno del cerchio, così che in ogni suo punto il selvatico abbia le stesse probabilità di essere colpito dal numero di pallini richiesto, visto che non è facile coglierlo proprio al centro della rosata! A breve distanza si avrà una rosata piccola e con troppi pallini. Poi la rosata e la dispersione dei pallini aumentano con la distanza finché alla distanza ottimale di tiro, per una data carica, si avrà la distribuzione dei pallini migliore; aumentando ancora la distanza, aumenta la rosata, ma si restringe via via la zona centrale in cui è garantita la densità richiesta dei pallini. La velocità iniziale dei pallini ai fini degli studi di balistica viene convenzionalmente assunta come pari a 360 ms, anche in considerazione del fatto che qualche decina di ms in più o in meno alla bocca, diventano poi pochi ms alle distanze venatorie e del fatto che questa risulta essere la velocità ottimale sotto molti punti di vista. Una velocità superiore richiede notevole aumento delle pressioni con un peggioramento della rosata non accompagnato da alcun vantaggio alla maggior distanza raggiungibile. Una velocità inferiore aumenta di molto la bontà della rosata, ma diminuisce troppo la penetrazione del pallino. Se un fucile dà una buona rosata solo con cariche deboli, non è buon fucile. Nei primi metri di traiettoria non è poi possibile determinare la velocità dei singoli pallini in quanto la carica si comporta aerodinamicamente come un proiettile e ogni pallino inizia ad avere una traiettoria autonoma solo quanto è esposto alla resistenza dell'aria con esclusione degli influssi reciproci con gli altri pallini. La distanza a cui ciò avviene dipende dalla velocità iniziale, dal diametro del pallino, dal tipo e grado di strozzatura e dalla deformazione subita dai pallini. Il Burrard (studioso inglese) assume come distanza minima quella di 3 yarde (m. 2,75) e misura a partire da essa la velocità iniziale dei pallini. In Germania si usa misurare la velocità a 5 m dalla bocca, distanza a cui con sicurezza ogni pallino viaggia per conto suo e si riscontra che se essa è pari a 360 ms, la velocità alla bocca può variare da 385 a 395 ms a seconda di misura dei pallini, calibro, peso della carica. Ecco la perdita di velocità dei pallini alle varie distanze: mm Distanza in metri 10 12,5 15 4,5 20 25 30 35 40 45 50 550 60 75 100 338 327 317 299 281 265 250 237 225 214 205 196 176 156 4,25 336 325 314 295 276 260 245 231 219 208 198 189 170 145 4 334 322 311 290 271 254 239 225 213 202 192 183 163 138 3,75 332 319 307 285 266 248 233 219 206 195 185 176 155 125 3,5 330 316 303 281 261 242 226 212 199 187 177 169 147 115 3,25 328 313 300 276 255 236 218 204 191 179 169 161 137 107 3 326 310 296 271 249 229 211 196 183 171 160 150 126 99 2,75 323 306 292 265 241 221 203 188 174 162 151 141 115 80 2,5 320 302 287 258 233 213 194 177 162 150 138 127 99 64 2,25 316 297 281 250 225 203 182 163 148 135 122 111 80 45 2 20 311 291 273 242 215 190 167 146 128 113 99 88 57 Tabella della perdita di velocità di un pallino di dato diametro a varie distanze, posto che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s mm Distanza in metri 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 75 100 4 0,0278 0,0433 0,0598 0,0781 0,0964 0,1170 0,1379 0,1611 0,1845 0,2102 0,2362 0,329 0,495 3,5 0,0278 0,0436 0,0606 0,080 0,0989 0,1200 0,1423 0,1670 0,1915 0,2200 0,2479 0,349 0,535 3 0,0278 0,0439 0,0613 0,0810 0,1013 0,1240 0,1475 0,1742 0,2008 0,2322 0,2615 0,376 0,585 2,5 0,0278 0,0442 0,0625 0,0831 0,1047 0,1290 0,1551 0,1840 0,2146 0,2472 0,2817 0,405 0,667 2 0,0278 0,0448 0,0643 0,0859 0,1097 0,1360 0,1653 0,1975 0,2326 0,2722 0,3160 0,481 0,885 Tabella del tempo impiegato a percorre varie distanze posto che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s mm Distanza in metri 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 75 100 4 2,44 2,06 1,77 1,54 1,34 1,18 1,04 0,92 0,83 0,74 0,67 0,61 0,48 0,34 3,5 1,65 1,38 1,17 1,00 0,86 0,75 0,65 0,57 0,50 0,45 0,40 0,35 0,27 0,18 3 1,06 0,86 0,72 0,60 0,50 0,43 0,36 0,31 0,27 0,24 0,21 0,19 0,13 0,07 2,5 0,60 0,48 0,38 0,31 0,25 0,21 0,18 0,15 0,12 0,10 0,09 0,08 0,05 0,02 2 0,31 0,23 0,18 0,14 0,11 0,09 0,07 0,05 0,04 0,03 0,02 0,02 0,01 0,002 Tabella dell'energia del pallino alle varie distanze posto che la velocità a 5 metri dalla volata sia eguale a 360 m/s La curvatura della traiettoria dei pallini può essere trascurata perché ampiamente compensata dalle dimensioni della rosata così da non richiedere compensazioni al momento della mira. Un pallino di 2,5 mm cade di 1,9 cm a 20 m, di 5,5 a 30, di 12,3 a 40 metri; un pallino di 3,5 mm cade di 1,8 a 20 m ,di 4,9 a 30, di 10,3 a 40 e di 19,3 a 50 metri. I fucili del resto sono tarati a 35 metri di distanza e a 10-15 cm sopra il centro ideale della rosata così che lo scarto massimo effettivo non supera i 10-15 cm. Come detto, mentre la rosata sul bersaglio viene rappresentata come un cerchio, in effetti i pallini formano uno sciame allungato con una maggior presenza di pallini nella parte anteriore; se si divide lo sciame in due parti contenente lo stesso numero di pallini, si constata che il punto di divisione (centro di gravità dello sciame) si trova ad 1/3 dai pallini di testa. Sperimentalmente non si rilevano significative influenze della temperatura, dell'umidità dell'aria, dell'altitudine, sulla velocità iniziale e sulla traiettoria, anche se i cacciatori usano aumentare le cariche in inverno (ma in inverno gli animali sono più protetti da piume e pelo). Maggiore e significativa può essere l'influenza del vento laterale, specialmente se si spara in aria (a terra il vento e minore e vi è la protezione di piante e cespugli). Con un vento di 5 m/s un pallino di 2,5 mm viene spostato di 10 cm a 25 m, di 20 cm a 35, di 35 cm a 45 m. (le deviazioni si raddoppiano se il vento soffia a 10 ms). Bisogna però tenere presente che nel tiro a volo anche il selvatico viene spostato nella stessa direzione dei pallini. La carica di pallini Il peso della carica di pallini per un dato calibro non può variare di molto: una carica troppo pesante aumenta la pressione dei gas ed aumenta il rinculo; se l'arma è pesante si può usare una carica maggiore perché il rinculo sarà minore; un'arma leggera richiede una carica leggera per non avere un rinculo poco piacevole. La carica normale per un cal. 12/70 è di 35-36 gr, per un 16/70 di 30-31 gr, per un 20/70 di 26-27 gr. In cartucce maggiorante (Magnum, Super speed) si può però arrivare fino a cariche di 46 grammi per il calibro 12. Quando si usano pallini di grosse dimensioni, il peso della carica può essere aumentato un poco, senza che si verifichi un aumento di pressione perché con più i pallini sono grossi minore è l'attrito fra i singoli pallini. Il problema dell'attrito è ora divenuto secondario per l'uso di borre di plastica che racchiudono il pallino fino all'uscita dalla canna. L'aumento di diametro della rosata In molti testi si legge che l'aumento della rosata non sarebbe proporzionale alla distanza dall'arma, ma un po' minore. Ciò ovviamente non può avvenire, in contrasto con le leggi della fisica. I pallini hanno un comportamento diverso nei primi 10-12- metri di percorso rispetto al tratto successivo e se si prende in esame l'intera traiettoria, effettivamente si riscontra la non linearità dell'allargamento. Se però si stabilisce la dispersione a 35 metri, la dispersione a 25 metri o a 45 metri non potrà che essere proporzionale alla distanza. Ciò non è accertabile con precisione assoluta per il fatto che i pallini, come si è detto, procedono con un moto spiraliforme e di conseguenza la distribuzione sul bersaglio in un dato istante finisce per essere casuale e non predeterminabile. Inoltre una misurazione esatta richiede un bersaglio molto ampio che consenta di visualizzare tutti i pallini; la valutazione cambia infine notevolmente a seconda che si consideri l'intera rosata oppure solo la sua parte centrale. Si ripete perciò è fonte di errore (ad esempio) valutare le dimensioni della rosata a 40 metri in base alla rosata misurata a 10 metri. L'aumento della dispersione è maggiore per i pallini piccoli che per i pallini grossi. Quelli piccoli iniziano a disperdersi più vicini all'arma e si deformano più facilmente dei pallini grossi. Se si prendono in considerazione tutti i pallini della rosata, anche i più esterni, si riscontra così che la dispersione dei pallini di 2,5 mm può essere superiore del 50% a quelle dei pallini di 3,5 mm. Se si prende in considerazione solo la parte centrale della rosata, in cui si trovano i 5/6 dei pallini si ha una dispersione superiore solo del 10-25 %. Lo stesso fenomeno non si riscontra più con pallini di 4 mm! Va detto però che ogni strozzatura provoca una diversa dispersione così che ha poco senso cercare di elaborare una teoria generale. In linea molto approssimativa si può ritenere che se su di un bersaglio di dimensioni qualsiasi, alla distanza di 35 metri si contano 100 pallini, alle diverse distanze si abbia il seguente numero di pallini Distanza Strozzatura media Strozzatura stretta Strozzatura strettissima 30 125 127 35 100 100 100 40 80 75 72 45 64 56 52 50 52 43 36 55 42 33 28 60 34 24 Bisogna quindi fare molto attenzione alle canne troppo strozzate perché oltre la distanza per cui si cerca di avere la concentrazione ottimale, la dispersione della rosata può poi aumentare in modo da essere del tutto insufficiente. Per valutare molto approssimativamente le dimensioni dell'intera rosata alle varie distanze, si può fare ricorso alla tabella elaborata da M. Baker. Le dimensioni sono in pollici. Strozzatura Distanza in yarde 10 15 20 25 30 35 40 Cilindrica modif. 19 26 32 38 44 51 57 Cilindrica 15 20 26 32 38 44 51 Mezza 12 16 20 26 32 38 45 Piena 9 12 16 21 26 32 40 Le dimensioni della rosata non sono correlabili al calibro dell'arma; in piccoli calibri si riscontra sovente un maggior numero di pallini con traiettoria anomala. Si ripete comunque che è impossibile dare indicazioni che non siano approssimative. Fucili aventi canne con identiche dimensioni interne e strozzatura identica al centesimo di millimetro, hanno prestazioni differenti e basta la cromatura delle canna per modificarle. Una approssimativa valutazione delle dimensioni della rosta alle gittata massima dei pallini è importante per valutare il rischio di persone che si trovino a quella distanza e in quella direzione. Esperimenti svolti in Germania hanno dato i seguenti risultati Distanza in m. Diametro rosata in m Pallini di 2,5 Pallini di 3,5 mm mm 30 2,5 1,9 40 3,8 2,9 60 7 5,3 80 11 8,3 100 17 12,8 120 26 19,5 140 38 28,5 160 58 43,5 180 80 51 Ciò significa che se si spara verso un selvatico con pallini di 2,5 mm e dietro di esso, a 180 metri di distanza, vi è una persona, questa può essere colpita anche se si trova spostata di 40 metri rispetto alla linea di tiro! Questo senza tenere conto di possibili rimbalzi, di deviazioni anomale, di cartucce con dispersore (che danno a 20 metri il bersaglio che altrimenti si avrebbe a 35 m), di strozzatura per skeet, ecc.. Secondo le norme di prudenza elaborate in Germania, quando si caccia con altre persone, non si dovrebbe sparare verso di loro sotto un angolo minore di 10 gradi; ciò significa che a 40 metri di distanza il compagno deve trovarsi almeno a 7 metri dalla lepre (a 20 gradi e a 14 metri se si usa un dispersore). Non sarebbe male che ogni cacciatore si abituasse a valutare istintivamente questo angolo. La lunghezza della rosata La lunghezza della rosata non deve essere confusa con la lunghezza dello sciame di pallini in volo. Se si spara su di uno specchio d'acqua, verso un anatra ad una trentina di metri, è facile constatare a vista che i pallini colpiscono una striscia di acqua lunga più di 10 metri. Questa striscia non deriva dal fatto che lo sciame di pallini assume una forma allungata, ma da un normale fenomeno balistico. Se a 35 metri l'intera rosata ha un diametro di circa un metro, vuol dire che alcun pallini si troveranno al livello dell'acqua ed altri ad mezzo metro circa da essa, alcuni più veloci, altri più lenti; percorrono perciò traiettorie diverse e i pallini più lenti o più bassi colpiranno l'acqua circa 20 metri prima dell'anatra, quelli più alti e più veloci a circa 20 metri dopo l'anatra (dati puramente esemplificativi, ovviamente); la conseguenza è una lunga strisciata di pallini sull'acqua e una differenza di tempo di volo tra pallini anteriori e pallini posteriori di 0,2- 0,3 secondi. Ciò non significa ovviamente che non sia importante mirare bene un selvatico che fugge davanti a noi in linea retta perché comunque la concentrazione richiesta di pallini si ha solo attorno al punto mirato. La lunghezza dello sciame di pallini Il problema delle dimensioni e disposizione dello sciame di pallini lungo la traiettoria, è stata oggetto di numerosi studi i quali, in fin dei conti, hanno concluso che è un problema di scarso interesse. In modo abbastanza indipendente da carica e da strozzatura, i pallini si allungano in uno sciame a forma di grappolo d'uva, con la parte più ampia in avanti e che a 35 metri di distanza è lungo 3-3,5 metri al massimo, ma anche minore se i pallini sono uniformi e non deformati. I pallini migliori si troveranno ovviamente nella parte anteriore e quelli deformati o più piccoli nella parte posteriore. Il centro più nutrito della sciame, che contiene circa il 75% dei pallini, si trova a circa un terzo (un metro circa) dai pallini anteriori. Sciame di pallini Se si spara ad una lepre che passa di traverso a 35 metri, supposta una velocità finale di 226 ms per pallini di 3,5 mm, questi impiegheranno circa 0,144 secondi a colpire il bersaglio; siccome gli ultimi sono tre metri indietro ne impiegheranno 0,131 con una differenza di 0,013 secondi. Ammesso che la lepre abbia fretta e corra alla velocità di 15 ms, in quel tempuscolo potrà percorrere solo una ventina di centimetri e perciò non potra uscire dalla parte nutrita della rosata. Se però il cacciatore ha mirato bene, con il giusto vantaggio, in modo che i primi pallini colpiscano la testa, i pallini del centro dello sciame, a circa un metro dai primi, la colpiranno dopo che la lepre avrà percorso meno di 10 centimetri, vale a dire alla spalla. Se si fa lo stesso calcolo per un fagiano che viaggia a 25 ms di velocità, i dieci centimetri diventano circa 15. Quale curiosità ricordo che certi cacciatori pasticcioni usavano mescolare pallini grossi a pallini piccoli convinti di avere così una cartuccia buona per tutti gli usi. È una emerita sciocchezza perché così facendo si ottengono, dopo una diecina di metri, due sciami perfettamente separati, ognuno dei quali contiene un numero di pallini del tutto insufficienti a uccidere il selvatico (a 35 metri i due sciami saranno ad una distanza, l'uno dall'altro, di circa 1,5 metri!). Controllo della rosata Esporrò qui il metodo ufficiale seguito in Germania per controllare la regolarità della rosata e che consente un'ottima valutazione di canne per caccia e cartucce. Per i fucili da tiro viene usato un diverso bersaglio. Bersaglio per prova della rosata Il bersaglio di controllo è un cerchio di 75 cm di diametro con un cerchio interno di 37,5 cm. La corona circolare è divisa in dodici settori e il cerchio interno è diviso in quattro settori; ogni settore ha la superficie di 276, 125 cm². Questa misura è stata scelta in modo che due settori adiacenti (552 cm²) corrispondano alla superficie massima di una lepre, mentre una pernice corrisponde ad 1/3 di un settore (92 cm²) e un fagiano e un anatra a 2/3 (184 cm²). La prova viene effettuata sparando una serie di 5 cartucce eguali dalla distanza di 35 metri. Se una delle 5 rosata diverge dalle altre per più del 25% di impatti, occorre sparare altre cinque cartucce e la rosata anomala va scartata in quanto attribuibile ad anomalia della cartuccia. Per ogni rosata si passa poi a valutare la copertura di ogni settore (due settori per la lepre) che sarà considerata sufficiente se, tenuto conto del diametro del pallino richiesto per l'animale in considerazione, si contano almeno: - almeno 12 pallini da 2,5 mm in un settore e cioè almeno 4 pallini per la superficie di una pernice (1/3 di settore); - almeno 6 pallini da 3 mm in un settore e cioè almeno 4 pallini per la superficie di un fagiano (2/3 di settore); - almeno 6 pallini da 3,5 mm in due settori contigui, corrispondenti alla superficie di una lepre. In questo caso bisognerà sommare via via a+b, b+c, c+d, d+a, e+f,f+g,... fino a q+e. Nella figura è insufficiente solo il settore g+h e si hanno 89 pallini sul bersaglio con 15 settori coperti a sufficienza. La rosata sarà tanto migliore quanto maggiore è il numero dei settori coperti e quanto maggiore è il numero di pallini complessivo. In presenza di un buon numero complessivo di pallini sul bersaglio, ma concentrati piuttosto sui settori centrali, non si deve concludere che l'arma spara male, ma solo che è più adatta per tiri lunghi; è perciò consigliabile di ripetere la prova a 40 metri di distanza. Relazione tra selvatico e pallino La balistica terminale della carica di pallini differisce fondamentalmente da quella del proiettile singolo. Questo deve trasferire la sua energia al corpo e quindi è costruito in modo da deformarsi e frantumarsi e da provocare distruzione meccanica dei tessuti, oltre a onde d'urto distruttive. Diverso il comportamento della carica di pallini che è già frantumata e quindi scarica immediatamente e completamente tutta la sua energia su di una superficie molto maggiore. Si consideri che già alla bocca la carica di un calibro dodici ha una superficie di 2,5 cm², il che è otto volte quella di una palla calibro 8 mm. A cinque metri la superficie di impatto sarà 20-30 volte superiore ( 6-10 cm di diametro) con una energia di oltre 200 kgm (circa 2000 Joule) il che spiega l'effetto fulminante della carica a pallini a breve distanza, anche su animali di grossa taglia. La carica di pallini conserva una energia sovrabbondante anche a distanze sui venti metri a cui, ad esempio, una lepre di 3 o 4 kg può essere colpita da un numero di pallini sufficienti a dare circa 30 kgm di energia, vale a dire quanto un buon calibro 38. Il meccanismo dell'energia non è sufficiente a spiegare il motivo per cui il selvatico viene ucciso anche a distanza doppia sebbene colpito da un numero ridotto di pallini che talvolta penetrano di poco sotto la cute. Il vero meccanismo è stato scoperto facendo esperimenti scientifici su animali: si è così visto che lo stesso animale che rimaneva fulminato da una scarica di pallini che appena bucavano la pelle, quasi non riportava danni se veniva colpito mentre era narcotizzato. Si è perciò concluso che la morte non deriva direttamente dalle ferite, di per sé lievi, ma dallo shock nervoso cagionato dal fatto che più pallini colpiscono contemporaneamente più terminazioni nervose sparse sul corpo. In medicina legale questo fenomeno è conosciuto come "morte per inibizione riflessa" che talvolta può verificarsi anche per una sollecitazione improvvisa di una singola piccola ridotta regione del corpo (gli atemi delle arti marziali o la morte improvvisa di chi si butta in acqua). Per uccidere il selvatico è perciò necessario che venga colpito da un sufficiente numero di pallini che scatenino questo riflesso e paralizzino il cuore. Sotto questo aspetto può essere più letale una carica di pallini piccoli che una di pallini grossi, sempre che i pallini piccoli abbiano energia sufficiente a produrre ferite sotto cute. Ovviamente un numero di pallini minore che penetrino in profondità entro il selvatico sono idonei ad ucciderlo, se colpiscono punti vitali o provocano emorragia, o ad immobilizzarlo se spezzano arti. Nello scegliere il pallino si deve perciò cercare di ottenere entrambi i risultati con un pallino che assicuri sia una certa penetrazione sia un numero sufficiente di impatti, secondo il criterio sopra visto per la valutazione della rosata. Non si deve cercare di affidarsi solo alla penetrazione, ad esempio usando pallini molto grossi, perché diventa elevato il rischio che il selvatico passi tra i pallini indenne, oppure che venga ferito da uno solo e vada a morire altrove. Si deve poi tenere presente che l'effetto nervoso viene prodotto solo se i singoli pallini hanno una energia sufficiente a provocarlo. Ad esempio per una pernice si calcola che ogni pallino debba avere all'impatto una energia di almeno 0,11 - 0, 15 kgm. Questo non significa ovviamente che si possa sparare alla distanza di 100 metri se il calcolo teorico ci dice che un certo pallino possiede ancora l'energia richiesta a tale distanza! Rimane infatti ferma l'esigenza che il selvatico venga colpito da un numero sufficiente di pallini. Ad esempio i pallettoni da 8 mm potrebbero uccidere una volpe a 100 metri; però si devono usare a non più di 20-25 metri perché oltre tale distanza è un puro caso colpire la volpe con più di un pallino. Il cacciatore che spara ad un selvatico con pallini più piccoli di quelli teoricamente più adatti, deve ricordarsi che deve ridurre la distanza di tiro; se spara con pallini più grossi corre il rischio di fracassare l'animale, se troppo vicino, o di mancarlo, se si trova oltre la distanza di copertura ottimale della rosata. Secondo Journée la distanza massima a cui si può sparare ad un selvatico con buona sicurezza di ucciderlo, e non solo di ferirlo, è la seguente Specie Superficie Peso kg Diametro m Distanza Pernice 90 0,35 2,5 43 Anatra 150 0,85 3 45 Fagiano 200 1,25 3,25 46 Lepre 3,5 3,5 48 Volpe 6,5 3,75 50 In letteratura si trova talvolta cenno del fenomeno della "passata" che si verifica quando un selvatico in volo, trafitto da un singolo pallino, cade stecchito. Sono state escogitate varie teorie ma senza giungere a conclusioni definitive. È probabile che anche in questo caso insorga una specie di shock nervoso. Egualmente poco chiara è la ragione per cui, a seconda della carica delle cartuccia, talvolta l'uccello cada senza spargere una goccia di sangue, talvolta invece sanguini vistosamente dalla ferite. Il "vantaggio" Quando si spara ad un bersaglio in movimento non si deve mirare al centro di esso, ma un po' più in avanti, rispetto alla direzione del movimento, perché i pallini impiegano un certo tempo a raggiungere il bersaglio e in quel tempo il bersaglio si è spostato. Si consideri che sulla distanza di 35 metri i pallini viaggiano alla velocità media di 285 m/s e impiegano circa 0,12 secondi a percorrerla; se il selvatico vola a 20 ms, in tale tempo avrà percorso 2,4 m; se esso passa trasversalmente di fronte a noi si dovrà sparare a detta distanza davanti alla sua testa. La formula per calcolare questo spazio è data da (Velocità del selvatico) * (distanza) / (Velocità media pallini) La velocità media si ottiene sommando velocità iniziale a velocità finale dei pallini e dividendo per due. In teoria si dovrebbe tenere conto anche dei tempi di reazione del cacciatore e del sistema meccanico dell'arma, ma questi vengono corretti dallo stesso cacciatore che al momento dello sparo non blocca l'arma ma continua a muoverla, assecondando il movimento del bersaglio. Se il bersaglio si muove in diagonale rispetto al cacciatore, il calcolo diviene molto più difficile; se il selvatico viaggia con un angolo di 70° rispetto alla linea trasversale, il che equivale a dire che la sua direzione di moto è di 20° rispetto alla linea di mira (si trascura qui la precisione teorica), il valore dello scostamento si otterrà moltiplicando il precedente valore per cos70° oppure per sen20°. Nella pratica si ottiene lo stesso risultato utile calcolando il vantaggio non in metri, ma in "lunghezze dell'animale"; se un fagiano che vola trasversalmente ci appare lungo 60 cm il vantaggio da dare sarà dato da 240/60 = 4 fagiani; se esso si allontana in diagonale sarà sufficiente mirare "4 fagiani in avanti" secondo la lunghezza che il fagiano ci presenta per effetto della prospettiva. La penetrazione del pallino Circa la penetrazione di pallini in tessuti molli, sono stati fatti esperimenti su blocco di gelatina constatandosi che alla distanza di 35 metri e pallini da 2,5 mm la penetrazione è attorno ai 60 mm, se di 3 mm di diametro, la penetrazione è attorno ai 70 mm, se di 3,5 mm attorno agli 80 mm. Con pallini da 2,5 mm si è avuta, alle varie distanze, la seguente penetrazione Distanza in m Penetrazione in mm 15 69 20 64 30 50 40 33,6 50 23,5 Munizioni a pallini per revolver Le cartucce per revolver sono vendute per la difesa da serpenti; esse sono caricate, nel cal. 38, con circa 135 pallini da 1,3 a 1,5 mm. Questa carica produce alla distanza di 15 metri una rosata di circa un metro di diametro. Essi, a tale distanza, non sono in grado di superare un abbigliamento invernale. Al fine di usare queste cartucce anche per difesa personale non letale, sono state fatte prove con pallini di dimensioni maggiori. Con pallini da 2,5 mm la rosata è ancora nutrita, ma anch'essi a 15 metri di distanza riescono appena a penetrare oltre un cappotto, senza ferire la cute. Con pallini da 3,5 mm si producono ferite. I pallini da 4,5 mm superano agevolmente gli abiti e penetrano per 3 cm in un blocco di plastilina; però in una cartuccia ve ne stanno solo una ventina. Si è quindi pensato di caricare queste cartucce con una miscela di pallini di varie dimensioni, in modo da avere una rosata nutrita e aumentare l'effetto di shock. La miscela più congrua è risultata quella con il 50% di pallini da 2,5 mm, il 25% da 3,5 mm e il 25% da 4,25 mm., con un totale di circa 50 pallini. Usando polveri e cariche vivaci (ad es. 4,5 grani di Kemira N 310) si ottengono velocità di poco inferiori ai 300 ms in canne da 3 pollici. Con queste cartucce si è riscontrato che una sagoma umana veniva colpita da circa 40-45 pallini a 5 metri, da 25-35 pallini a 10 metri, da 20-25 pallini a 15 metri. Oltre questa distanza, la rosata risulta molto sguarnita al centro. A distanza ravvicinata tutti i pallini perforano 15 mm di legno; a 5 metri passano quelli da 3,5 e 4,25 mm, a 10 metri solo alcuni dei pallini da 3,5 riescono a passare, a 15 metri solo quelli da 4,25 passano (al 90%) Invece la penetrazione nella plastilina, dopo aver superato 5 mm. di strati di tessuto, è stata la seguente Diametro a 5 m a 10 m a 15 m 2,5 6 mm 2 mm 0 mm 3,5 11 " 5" 3" 4,25 21 " 16 " 11 " La penetrazione dei pallini da 4,25mm nella plastilina non protetta da tessuto è stata di 30 mm. La probabilità di colpire agli occhi, sparando a 15 metri, è risultata dello 1% Bibliografia Lampel W, Jagdballistik, Melsungen 1971 Lampel - Marhold, Waffen Lexikon, München 1994 Haglund B. - Claesson E. (Husqvarna) , Mina Jaktvapen, Stockholm 1957 Burrard, The modern Shotgun, 3 vol. , London 1952 Journée, Tire des Fusils de Chasse, Paris 1947 v. Wissman, Der Schrotschuss, Hamburg 1968 BALISTICA TERMINALE La balistica terminale studia il comportamento del proiettile nel bersaglio. Qui ci occuperemo solo di quei pochi problemi di balistica terminale che possono essere oggetto di una valutazione matematica, riservando ad un'altra voce la trattazione dei fenomeni attinenti piuttosto alla medicina legale. Uno dei fenomeni che meglio si presta ad uno studio scientifico è quello della penetrazione del proiettile nei vari mezzi, pur considerando che la diversità dei materiali e la diversità di comportamento dei singoli proiettili, a seconda della loro struttura e della velocità al momento dell'impatto, non consentono il ricorso ad un modello matematico generale, ma soltanto a formule empiriche. Accade infatti, da un lato, che proiettili ad alta velocità si deformino facilmente all'impatto e, d'altro lato, che proiettili molto veloci non facciano a tempo a trasferire la loro energia al bersaglio. Punto di partenza per calcolare la penetrazione del proiettile nella maggior parte dei materiali è la sua energia cinetica o forza viva; essa può essere calcolata con la formula in cui G rappresenta il peso in grammi e V la velocità in m/s. Se si elimina il valore 9,81 si ottiene il risultato in Joule (1kgm = 9,81 J). Le formule che proporremo sono state elaborate per proiettili di pistola incamiciati ed a punta tondeggiante e presuppongono un impatto sul bersaglio ad angolo retto. Se il proiettile colpisce il bersaglio con un angolo minore, il che può accadere per effetto dei movimenti di precessione, anche se il piano del bersaglio è perpendicolare alla traiettoria), la sua capacità di penetrazione sarà naturalmente minore fino a giungere, oltre un certo angolo, al rimbalzo. Nell'attraversare materiali in più strati può anche accadere che il proiettile, che inizia a penetrare già inclinato, venga ulteriormente deviato nell'attraversamento del primo strato, così da non essere più in grado di attraversare il secondo su cui scivola semplicemente (è all'incirca il fenomeno per cui un raggio di luce viene rifratto quando dall'aria penetra nell'acqua). In linea di massima i risultati ottenibili con le formule sono utilizzabili anche per proiettili di carabina e per proiettili non incamiciati in quanto lo scarto nella penetrazione rispetto al proiettile tipo, se non intervengono deformazioni, può assumersi come costante e lineare e quindi facilmente verificabile in via sperimentale; ad esempio si riscontra sperimentalmente che la penetrazione di proiettili di piombo nel legno o nel ferro è inferiore di circa il 20% rispetto a quella di un proiettile incamiciato di eguale calibro. Particolare cautela occorre nell'applicare le formule a proiettili semicamiciati, proprio per la grande varietà di deformazioni che possono subire. Nelle formule che seguito i simboli sono usati, salvo diversa indicazione, con il seguente significato: P: penetrazione in cm riferita alla punta del proiettile V: velocità di impatto in m/s G: peso in grammi C: calibro in mm. S: sezione del proiettile in cmq Penetrazione nel ferro La penetrazione di proiettili nel ferro (blindature, carrozzerie, ecc.) è stata oggetto di ampi studi in campo militare e la formula più usata è quella di Krupp con cui possono risolversi problemi quali: - un proiettile di pistola cal. 9 Para può perfora la blindatura di un'auto a 100 metri di distanza? quale velocità possiede il proiettile dopo aver perforato una lamiera di un millimetro? Si badi che la formula di Krupp è valida solo per l'attraversamento di uno strato omogeneo di metallo; ad esempio un proiettile cal 9 Para perfora alla velocità di 330 m/s una piastra di circa 2,1 mm di spessore o tre piastre da 0.7 mm pressate assieme; se invece le tre piastre sono distanziate l'una dall'altra, ad es. di un centimetro si assiste al fenomeno un po' paradossale ma scientificamente spiegabile, per cui ne perfora ben 15 per un totale di 10,5 mm ! Penetrazione nel legno La penetrazione nel legno di abete è presa comunemente come indice dell'efficacia di un proiettile. Essa può essere calcolata con la formula di Weigel oppure con quella di Hatscher che ha il vantaggio di tener conto del fattore di forma i, il che è utile specialmente per proiettili di fucile Penetrazione nell'osso La formula che per proiettili idi pistola incamiciati fornisce i migliori risultati è Per proiettili a punta arrotondata si deve sostituire la costante 0,44 con 0,30 e per proiettili wad-cutter con la costante 0,15. Dalla velocità al momento dell'impatto vengono detratti 60 m/s che rappresentano la perdita di velocità per effetto del solo impatto; ciò significa, in altre parole, che un proiettile con velocità inferiore a 60 m/s produce sull'osso solo un effetto contusivo, ma non ne spezza il tessuto. Questa cosiddetta velocità limite di 60 m/s è riferita a proiettili per pistola a punta tondeggiante o a palle sferiche; nel caso di proiettili con elevata densità sezionale oppure molto appuntiti, è chiaro che la velocità limite sarà inferiore. Se il proiettile attraversa altri tessuti (indumenti, muscolo), bisognerà ovviamente tenerne conto. Penetrazione nella cute Il limite di velocità a cui un proiettile è ancora in grado di bucare la cute umana è stata studiata per proiettili di pistola o per palle sferiche e risulta valida la formula del Sellier in cui Ds rappresenta la densità sezionale. Questa è data dal rapporto G/S. Dalla formula si ricava, ad esempio, che un pallino da caccia di 3 mm di diametro non riesce a perforare la pelle, ma procura solo una contusione, se non raggiunge la velocità di 78 m/s. La stessa formula può essere usata anche per indumenti; sostituendo il valore +100 a +22 si ha la velocità limite per la tuta da combattimento americana a sei strati di tessuto. Penetrazione nei tessuti molli del corpo umano Sulla base di studi compiuti sulla gelatina balistica il Sellier è pervenuto alla formula in cui dalla velocità di impatto V viene detratta la velocità limite relativa alla cute, il cui spessore viene però computato come spessore di tessuto muscolare Le formule sopra riportate non sono solamente delle curiosità matematiche, ma possono orientare nella soluzione di problemi di balistica giudiziaria, di cui si riportano alcuni esempi. 1) Un uomo è stato colpito da un colpo di pistola da circa 100 metri di distanza che ha forato il cranio da parte a parte per complessivi cm. 1 di osso; è possibile che sia stata usata una cal. 7,65 ACP? Un tale proiettile con velocità iniziale di 285 m/s, a 100 metri ha ancora una velocità di 240 m/s. Le perdite di velocità che subisce all'impatto sono di 35 m/s per impatto con la cute e di 60 m/s per l'impatto sull'osso; 10 m/s li perde nella perforazione dei primi 5 mm. di osso ed entra quindi nel cervello alla velocità di 135 m/s; a questa velocità perfora 12 cm di tessuti molli perdendo altri 35 m/s; ulteriori 60 m/s li perde all'impatto con la parete opposta del cranio e altri 10 m/s per la sua perforazione. Residuano quindi solo 30 m/s, proprio al limite della possibilità della completa perforazione (sperimentalmente si è accertato che da distanza ravvicinata solo l'80% dei proiettili cal 7,65 perfora il cranio da parte a parte; è quindi possibile, ma improbabile che vi sia riuscito a 100 metri di distanza). 2) Una persona viene colpita da un colpo cal. 9 Para da circa 100 metri di distanza, con perforazione della colonna vertebrale e fuoriuscita dalla parte opposta. È sufficiente un colpo di pistola (V= 280 m/s) o deve ipotizzarsi un colpo di mitra (V= 400 m/s) ? Le perdite di velocità sono di 60 m/s per impatto e attraversamento cute ed abiti, 60 m/s per impatto con l'osso spesso 2 cm, 20 m/s per la sua perforazione; rimangono solo 140 m/s insufficienti per perforare tutto il ventre e la cute e gli abiti nella parte anteriore; deve quindi ipotizzarsi che il colpo sia stato sparato con un mitra. Penetrazione in materiali vari Per il calcolo della penetrazione in vari materiali, quali terra o mattoni, si può usare la formula di Petry in cui P è il peso in gr, C il calibro in mm, V la velocità di impatto in ms e k un coefficiente con il seguente valore 0,64 muro di cemento 0,94 muro di pietra 1,63 muro di mattoni 2,94 terra sabbiosa 3,96 terra normale 5,87 terra argillosa La penetrazione Pn in cm sarà data da Quale riscontro si tenga presente che per un proiettile di pistola cal 7,65, la penetrazione in terra sabbiosa sarà di circa 18 cm. Penetrazione sperimentale in cm del proiettile militare 30-06 (Vo =845 m/s, P= 9,7 g) alla distanza di 180 metri media massima Ghiaia 17,7 Muro di mattoni 11 20 16.5 Sabbia asciutta Sabbia bagnata Argilla Terra sciolta 20,7 23,3 73,5 50 18,5 18,5 62 50 La probabilità di colpire Il calcolo delle probabilità consente di calcolare quante probabilità vi sono che un evento possibile, ma non certo, si verifichi. La probabilità P che un evento si verifichi è data dal rapporto tra eventi favorevoli ed eventi possibili: la probabilità che esca il sei lanciando un dado una sola volta è data da P = 1/6 = 0,166 dal che si ricava che il valore di P non può mai essere superiore ad uno, poiché in tal caso si ha la certezza che l'evento si verifichi. La probabilità che l'evento non si verifichi sarà evidentemente data da 1-P La probabilità che si verifichino contemporaneamente un certo numero di eventi indipendenti l'uno dall'altro è pari al prodotto della probabilità di ciascun evento. Se la probabilità di colpire un bersaglio è P = 0,1 la probabilità di colpirlo due volte di seguito sarà P · P = 0,01 Viceversa la probabilità di non colpirlo due volte di seguito sarà data da P = (1 - 0,1) · (1 - 0,1) = 0,89 e così via. Diverso è naturalmente il problema di stabilire quante probabilità si avrebbero di colpire il bersaglio almeno una volta sparando 5 colpi. Passaggi un po' complicati portano alla formula P = 1 - (1 - 0,1)elevato alla quinta = 0,4 Se la probabilità di colpire varia ad ogni colpo, ad esempio da 0,1 a 0,15 a 0,2, ecc. (si pensi ad un bersaglio che si avvicina sempre più al tiratore!), la formula diventa P = 1 - (1 - 01) · (1 - 0,15) · (1 - 2) .... Per eseguire calcoli di questo tipo occorre perciò apprendere come calcolare il valore di P, cosa abbastanza facile. Ogni arma a palla, anche se provata al banco, non è in grado di concentrare i proiettili in un unico punto, ma li disperde attorno al punto mirato entro un'area di dispersione che possiamo assumere come circolare. Se il centro del bersaglio e il centro del circolo di dispersione non coincidono, ciò significa che vi è un difetto da correggere nel sistema di puntamento. La dispersione naturalmente aumenta, in modo poco più che proporzionale, con l'aumentare della distanza dell'arma dal bersaglio; aumenta inoltre quando al fattore meccanico si aggiunge quello umano: ogni tiratore, a seconda della sua abilità, del suo stato psicofisico, a seconda delle circostanz ambientali, concentrerà più o meno i colpi sul bersaglio. Questa dispersione del tiro può essere valutata con metodi statistici. Di norma lo studio della dispersione del tiro con artiglierie sul terreno, e quindi rispetto a bersagli orizzontali, in cui i tiri presentano una dispersione ellittica, essendo la dispersione maggiore in lunghezza che in larghezza. Noi invece ci vogliamo occupare solo del tiro contro bersagli verticali ove la dispersione, come si è detto, può ritenersi circolare e quindi sarà sufficiente, per i successivi calcoli, di individuare lo scarto quadratico medio dei singoli proiettili rispetto al centro della rosata. Supponiamo di avere sparato dieci colpi contro un bersaglio e di aver ottenuto la rosata di figura 1. Figura 1 Per prima cosa occorre individuare il centro medio della rosata. Ciò si può ottenere in modo empirico tracciando prima un asse orizzontale in modo che vi siano metà dei colpi sopra e metà dei colpi sotto di esso, e poi un asse perpendicolare al primo che lasci metà dei colpi a sinistra e metà dei colpi a destra: il punto d'incontro rappresenta il centro ideale della rosata. Per calcolare ora lo scarto quadratico medio, vale a dire la media dei quadrati delle deviazioni di ogni singolo colpo dal centro medio, occorre misurare la distanza di ogni colpo dal centro medio ed elevare il valore trovato al quadrato. La radice quadrata della media dei valori così trovati ci darà il valore M ricercato. Invece di misurare la distanza dal centro ideale di ogni colpo, si può, più semplicemente, come nell'esempio di figura 1, calcolare lo scarto di ogni valore di X e di Y rispetto al valore X-Y del centro medio e poi estrarre la radice quadrata della somma dei loro quadrati, con normale applicazione del teorema di Pitagora. Nell'esempio si avrebbe che le coordinate del centro medio sono X = 35,6 e Y = 26,5 e che le coordinate dei singoli colpi, la differenza D dal valore medio, i loro quadrati, avrebbero i seguenti valori: X 32 41 33 42 28 36 28 37 41 38 356 D 3,6 5,4 2,6 6,4 7,6 0,4 7,6 1,4 5,4 2,4 D² 12,96 29,16 6,76 40,96 57,76 0,16 57,76 1,96 29,16 5,76 242,4 Y 19 21 26 28 31 33 22 24 32 29 265 D 7,5 5,5 0,5 1,5 4,5 6,5 4,5 2,5 5,5 2,5 D² 56,25 30,25 0,25 2,25 20,25 42,25 20,25 6,25 30,25 6,25 214,5 da cui si ricava direttamente lo scarto quadratico medio per X = 24,24 e per Y = 21,45. Il valore di M sarà infatti dato dalla radice quadrata della somma (24,24 + 21,45) = 6,76 cm (manca il segno di radice!) Il valore così trovato consente di determinare il parametro più importante di tutta la teoria del tiro e cioè lo scarto probabile S. Per comprenderne il significato si pensi ad un'arma che spara una serie di colpi dal punto O in direzione OX B O -----------------|-----|----|------X a a Il punto medio di caduta sia B; se si prendono in esame due strisce di terreno prima e dopo il punto B e se a è piccolo, in esse si riscontrano pochi colpi e quindi la probabilità di colpire quella striscia è piccola e la maggior parte dei colpi cadrà fuori di essa. Per un certo valore di a vi saranno tanti colpi fuori della striscia quanti entro di essa. A questo punto la probabilità che un proiettile cada entro la striscia è pari a 0,5 e cioè ad un colpo su due. Questo valore a corrisponde al parametro S e il valore 2S indica la larghezza di una striscia di terreno posta simmetricamente a lato del punto medio e che ricomprende la metà dei colpi sparati che si trovano più vicini al punto medio, la metà dei punti migliori. Se il ragionamento, invece che alla sola dispersione longitudinale sul terreno viene riferita alla dispersione in altezza e in larghezza su di un bersaglio verticale, si otterrà che se nella larghezza 2S cade il 50% dei colpi, in un quadrato ne cadrà lo 0,5x 0,5 e cioè lo 0,25%; in un cerchio infine avente il raggio S, ricadrà il 20% circa dei colpi (il cerchio iscritto in un quadrato ha una superficie inferiore di circa 1/5 a quella del quadrato stesso). Il valore di S che, nel caso sia calcolato per una dispersione unidimesionale, è dato dalla formula S = 0,6745M, nel caso di una superficie è dato dalla formula S = 0,4769M. Nel caso della figura 1 si avrebbe perciò S = 6,76 x 0.4769 = 3,22 cm. Il calcolo della distribuzione dei colpi all'interno di un cerchio, stabilito il valore di S, è un po' complicato in quanto occorre far riferimento ad un valore di P dato dalla funzione in cui K = Raggio/S ed e = 2,718. Più semplicemente il valore di P in funzione del valore K può essere ricavato dalla seguente tabella. K 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 1,9 2 P 0,002 0,009 0,020 0,036 0,056 0,079 0,106 0,136 0,168 0,203 0,240 0,279 0,319 0,360 0,401 0,441 0,482 0,521 0,560 0,597 K 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 2,6 2,7 2,8 2,9 3 3,1 3,2 3,3 3,4 3,5 3,6 3,7 3,8 3,9 4 P 0,633 0,667 0,700 0,730 0,759 0,785 0,810 0,832 0,852 0,871 0,888 0,903 0,916 0,928 0,938 0,948 0,956 0,963 0,969 0,974 K 4,1 4,2 4,3 4,4 4,5 4,6 4,7 4,8 4,9 5 5,1 5,2 5,3 5,4 5,5 5,6 5,7 5,8 5,9 6 P 0,978 0,982 0,985 0,988 0,990 0,9919 0,9934 0,9947 0,9958 0,9966 0,9973 0,9979 0,9983 0,9987 0,9990 0,9992 0,9994 0,9995 0,9996 0,9997 Dalla tabella si vede che per R = S e quindi K = 1, un cerchio con raggio eguale ad S contiene il 20,3% dei colpi; un cerchio con raggio pari a 2S, e quindi con K = 2, il 59,7% dei colpi, e così via. Per contro dalla tabella si legge che il cerchio avente una probabilità del 50% di essere colpito, si ottiene moltiplicando S per un valore K di circa 1,75 (che si ottiene mediante interpolazione tra 0,482 e 0,521) e quello con probabilità del 75% moltiplicandolo per 2,47. Si potranno quindi risolvere i seguenti problemi relativi a bersagli circolari. 1) Quale raggio ha il cerchio che contiene il 50% e il 75% dei colpi, data la rosata di figura 1? Soluzione: R(50) = 1,7456 · S = 1,4756 · 3,22 = 5,62 cm R(75) = 2,4686 · S = 2,4686 · 3,22 = 7,95 cm 2) Con una pistola sono stati sparati numerosi colpi contro un bersaglio con 10 zone (anelli) aventi raggio 4, 8, 12, 16, 20, 24, 28, 36, 40 cm. e si è contato che entro il cerchio di 20 cm è caduto circa il 60% dei colpi. Quale è il valore di S e quale percentuale di colpi è caduta nei singoli cerchi? Soluzione: Dalla tabella si vede che per P = 60 si ha K = 2; il valore di S sarà dato dal rapporto R/K e quindi da 20/2 = 10 cm. Si procederà poi al calcolo di K per i vari raggi e da esso a quello delle relative percentuali; le percentuali dei singoli anelli si otterranno poi per differenza. 3) Nel problema n. 2 si voglia stabilire la percentuale di colpi in un determinato anello del bersaglio. Soluzione: Sarà sufficiente determinare la percentuale relativa ai due cerchi che delimitano l'anello e fare la differenza. Se, ad esempio, il cerchio interno ha raggio R = 3S e quello esterno R = 4S, si ricava che la percentuale sarà data da 97,4% - 81,7% = 10,3%. Se occorre conoscere la percentuale di colpi in un solo settore del cerchio o dell'anello, sarà sufficiente dividere i risultati trovati per il rapporto tra cerchio e settore; se, ad esempio, il settore è sotteso da un arco di 36º la percentuale dei colpi ad esso relativa sarà di 1/10 di quella calcolata per il cerchio di 360º. 4) Se S = 4 cm quale percentuale di colpi contiene un cerchio con raggio 10 cm ? Soluzione: K sarà eguale a 10/4 e cioè 2,5 da cui si ricava P = 0,75%, vale a dire che un colpo su 4 uscirà dal cerchio. Si osserva in proposito che conoscendo la percentuale di colpi all'interno di un determinato cerchio, si può direttamente calcolare S senza dover misurare i singoli scarti di ogni colpo; dalla percentuale infatti si risale a K e il rapporto R/K ci darà il valore di S. Ancora più semplicemente si potrà tracciare il cerchio contenente il 20% dei colpi per ottenere R = S. In molti casi però il tiratore si trova di fronte non figure geometriche quali il bersaglio da tiro a segno, ma figure irregolari e asimmetriche, come la sagoma di un veicolo o di un uomo, rispetto a cui non è facile eseguire il calcolo matematico sopra esposto. In tali casi si ricorre alla cosiddetta «rete di dispersione di Gauss» illustrata in figura 2, Figura 2 la quale consiste di un quadrato di lato pari a 10S, suddiviso in quadratini aventi lato 0,5S, per ciascuno dei quali è calcolata la percentuale di probabilità di colpirlo (i valori indicati in ogni quadratino vanno divisi per 100!). Se la probabilità di colpire una striscia orizzontale o verticale, non limitata in lunghezza e larga 0,5S, è pari, ad esempio al 13,2% (vedi strisce centrali), la probabilità di colpire il quadrato formato dal loro incrocio sarà dato, secondo le regole del calcolo della probabilità nell'ipotesi di più eventi indipendenti, da 13,2 · 13.2 = 1,74%, come per l'appunto sta scritto nei quadratini centrali. Per calcolare la probabilità di colpire un determinato bersaglio, sarà quindi sufficiente disegnare la sagome del bersaglio nella stessa scala usata per la rete di Gauss (in figura, usando carta millimetrata, 1 cm = 0,5S) e poi sovrapporre la sagoma facendo coincidere il suo centro con il centro della rete. La somma delle percentuali dei quadratini coperti darà la percentuale di probabilità di colpire quel bersaglio. Se la sagoma copre un quadratino solo in parte, il valore di esso verrà ridotto percentualmente. Se poi la sagoma viene spostata di un lato di un certo numero di quadratini, si otterrà la percentuale di probabilità per il caso in cui il centro medio della rosata sia spostato rispetto al centro del bersaglio. Per conoscere infine verso quale punto del bersaglio irregolare occorre mirare per ottenere la massima probabilità di colpirlo, bisognerà procedere per tentativi, spostando la sagoma sulla rete fino ad ottenere il valore massimo di probabilità. Il metodo esposto consente di risolvere eleganti problemi di un certo interesse per la balistica giudiziaria (anche se i giudici hanno bisogno di certezze e non di probabilità). Accade abbastanza spesso che il feritore di una persona affermi di aver sparato ai piedi della stessa oppure di lato e di averla colpita in punti vitali per sbaglio; il calcolo delle probabilità consente di valutare l'attendibilità della dichiarazione, specialmente quando l'arma presenta una notevole dispersione dei colpi. In alcuni casi si potrebbe tenere conto anche della abilità nel tiro dello sparatore, ma bisognerebbe avere la certezza che egli durante le prove di tiro spari effettivamente secondo le sue possibilità. Per risolvere il quesito si procederà quindi a determinare il valore di S dell'arma (o del tiratore) alla distanza del caso e si abbia, ad esempio, che a 50 metri S = 30 cm. Allora ogni lato di un quadratino corrisponderà a 15 cm e, per una sagoma umana di normale corporatura, si potrà disegnare il contorno come in figura. Se lo sparatore afferma di aver sparato ai piedi della vittima, la sagoma andrà sovrapposta sulla rete il modo che il centro della rete si trovi in corrispondenza dei piedi. La probabilità di colpire il corpo al tronco sarà data dalla somma dei valori dei quadratini coperti dal tronco e cioè 0,32 + 0,32 + 0,16 + 0,16 + 0,08 + 0,08 + 0,03 + 0,03 .... ecc. con i quadratini coperti parzialmente, ottenendosi una percentuale di circa 1,4%; vale a dire che su 100 colpi sparati in quelle condizioni solo 1 o 2 potevano colpire il tronco nonostante che lo sparatore avesse mirato ai piedi. Quindi la versione dello sparatore è appena accettabile. Se invece la vittima fosse stata raggiunta al capo, la probabilità di colpirlo scenderebbe a meno dello 0,01%, decisamente inverosimile. La validità del metodo trova conferma eseguendo il calcolo in via puramente matematica. A tal fine inseriamo la sagoma, come in figura 3, in un settore di anello circolare, usando una scala per cui sia S=30 cm. Il valore ricavato è anche in questo caso pari allo 1,4%. Figura 3 Raggio R = 150 cm Raggio r = 75 cm KR = 150 : 30 = 5 Kr = 75 : 30 = 2,5 P5 = 99,66 P2,5 = 75,90 99,66 - 75,90 = 23,97% 360 : 21º = 17 23,97 : 17 = 1,4% La precisione del calcolo della probabilità dipende dalla precisione con cui è stato calcolato il valore S, precisione che più aumenta quanto più ampia la serie di colpi sparati. Affinché i risultati però non risultino falsati da tiri anormali occorre escludere dalle serie di colpi quelli cosiddetti anomali, cioè quelli che per imprevedibili fattori (errore del tiratore, difetto della carica o del proiettile, ecc.) si discostano da quelli che derivano invece dalle normali irregolarità del tiro. In via approssimativa si considera anomalo quel colpo che in una serie di colpi non supe-riore a 10 ha uno scarto superiore a 5S e, in una serie superiore a 10 colpi, ha uno scarto superiore a 6S. Un calcolo più preciso può farsi usando il fattore di anomalia di Chauvenet il cui uso è il seguente. Prima di tutto si calcola il valore di S sui dati relativi ad un certo numero di colpi sparati, come spiegato all'inizio. Poi si controlla se vi sono scarti il cui valore sia superiore al prodotto di y·S in cui y è il fattore di anomalia di Chauvenet, correlato al numero di colpi sparati, secondo la seguente tabella: nr 4 y 2,27 5 6 7 8 9 10 12 20 2,43 2,57 2,67 2,76 2,84 2,91 3,02 3,32 Se ve ne sono, questi sono considerati tiri anomali e vengono esclusi, rifacendosi poi da capo il calcolo di M ed S. Nella rosata di figura 1 si avrebbe, ad esempio, 2,91 x 3,22 = 9,3 cm; siccome nessun colpo ha una distanza maggiore dal centro della rosata, vuol dire che non vi sono tiri anomali. Errori nel tiro Errore di partenza Nei calcoli eseguiti finora abbiamo sempre supposto che l'angolo di proiezione coincidesse con l'angolo di tiro, che cioè la posizione della bocca dell'arma e il prolungamento del suo asse non si spostassero durante lo sparo. In effetti i due angoli non coincidono mai, ma divergono di un piccolo angolo detto angolo "di rilevamento". Quindi l'angolo di proiezione ϕ sarà eguale all'angolo di tiro, più o meno un certo angolo ρ L'angolo di rilevamento di cui si tiene conto solitamente è quello cadente nel piano verticale, ma al momento dello sparo si verificano anche spostamenti nel piano orizzontale. Tutti questi spostamenti sono dovuti alle sollecitazioni meccaniche che l'intera arma subisce durante lo sparo e più precisamente durante la prima fase del rinculo, ovvero quella che si verifica mentre il proiettile percorre la canna. La pressione assiale contro il piano di culatta, quella contro la spalla del bossolo, la forza scambiata tra proiettile e canna e, infine, le vibrazioni che l'accompagnano, provocano un movimento istantaneo tipo "colpo di frusta". E' da rilevare che la prima fase del rinculo è caratterizzata dalle massime pressioni all'interno dell'arma e dalle massime deformazioni elastiche del materiale. Si verificano, quindi, le massime accelerazioni, alle quali però, corrispondono spostamenti relativamente piccoli. In realtà l'effetto di rinculo che ognuno può macroscopicamente osservare si verifica dopo che il proiettile ha abbandonato l'arma, cioè quando essa "restituisce" al tiratore l'energia immagazzinata. Nella prima fase del rinculo l'arma non ruota attorno al punto di appoggio (la spalla del tiratore, nel caso del fucile) ma attorno al suo baricentro. Ai fini balistici, l'effetto pratico è una variazione, negativa o positiva, dell'angolo di tiro. Questa variazione è strettamente dipendente dal tipo di arma, dal sistema di costruzione delle canne, dalla loro forma, dal materiale usato, dal sistema di incassatura, dalla carica impiegata e da fattori contingenti (ad esempio un diverso stato di umidità dell'aria può indurre movimenti nel legno dell'incassatura che viene a poggiare diversamente contro la canna ed a modificarne le vibrazioni). In linea di massima, l'angolo di rilevamento è negativo in alcune artiglierie, ma è sempre positivo nelle armi portatili. Nelle armi di grosso calibro può raggiungere il valore di un grado, mentre nei fucili è dell'ordine di alcuni minuti di grado. In caso di traiettorie brevi e tese l'angolo di rilevamento può quindi superare di più volte l'angolo di tiro. Così, ad esempio, in un fucile semiautomatico cal.7,9 mm. (Vo = 755 ms.) puntato sui 100 m. , l'angolo di tiro è di 3' e l'angolo di rilevamento è pari a 12'. Può così verificarsi in casi particolari il fenomeno apparentemente strano secondo cui, diminuendo la velocità del proiettile, questo colpisce più in alto e non più in basso, come ci sarebbe da attendersi. Ciò deriva dal fatto che varia il tempo di percorrenza della canna e quindi il proiettile più lento la abbandona nel momento in cui la sua rotazione (impennamento) ha acquistato una maggiore ampiezza. Questo fenomeno può comportare notevoli variazioni nella precisione tra un'arma azzerata al banco e la stessa arma impiegata dalla spalla oppure con canna appoggiata malamente a supporti che ne modificano le vibrazioni. Il cacciatore o il tiratore, comunque, non devono preoccuparsi dell'angolo di rilevamento poiché di esso si è tenuto conto nell'azzerare l'arma. Se invece si debbono eseguire calcoli con armi di altro tipo o per lunghe gittate, trascurare il rilevamento, può comportare un errore significativo. La misura dell'angolo di rilevamento non è molto semplice in quanto occorrerebbe, con arma fissata al banco, stabilire su di un bersaglio posto ad alcuni metri, il punto esatto in cui il prolungamento dell'asse della canna incontra il bersaglio e poi, sparando un colpo, osservare quanto questo dista, in altezza, dal punto precedente. La difficoltà di stabilire il punto in cui l'asse della canna incontra il bersaglio, può essere aggirata ricorrendo al calcolo. Il procedimento da seguire è il seguente. Mirando con la tacca di mira e il mirino si spari contro un bersaglio verticale posto ad esempio a 5 metri; il centro del foro prodotto dal proiettile sia P; si misuri accuratamente la distanza k della sommità del mirino dall'asse della canna e l'analoga distanza h della tacca di mira nonché la distanza l (elle) tra i due punti di mira e sia, ad esempio: h = 27,5 mm, k = 25 mm, l= 600 mm Il valore dell'angolo e sarà dato da Da cui ε = 0° 14' 19" Il valore di "i", a sua volta, sarà dato da i = tang ε * 5000 = 20,8 mm MA = (k - i) = 4,2 mm La distanza cercata tra i punti A e P è quindi di 4,2 mm e perciò l'angolo di rilevamento sarà dato da tang ρ = 4,2/5000; r = 0° 2' 53" La torsione dell'arma La torsione di un'arma, la sua inclinazione cioè verso un lato o l'altro, così che la linea di mira non si trovi nello stesso piano verticale dell'asse della canna, è causa di un errore di tiro. Per comprendere il fenomeno si esamini la figura in cui è rappresentato il caso limite dell'arma adagiata su di un fianco, con uno spostamento di 90' rispetto alla posizione normale (si pensi ad una pistola appoggiata su di un tavolo, invece che impugnata). La linea di mira è calcolata in modo da compensare la caduta del proiettile alla distanza di azzeramento e quindi l'arma, in posizione normale e mirando il bersaglio B,spara in effetti in direzione di A; se l'arma viene adagiata sul fianco destro, la canna verrà a trovarsi diretta verso A con uno spostamento verso destra AB=BA'. Nel procedere verso il punto A' il proiettile subirà l'influenza della attrazione terrestre e, in definitiva, colpirà il punto B' in cui AB=A'B'. Si può quindi concludere che la torsione dell'arma verso destra o verso sinistra comporta uno spostamento del proiettile dal medesimo lato della torsione nonché uno spostamento verso il basso e che la torsione comporta una diminuzione della gittata in funzione diretta dell'angolo di torsione. Sulla base di considerazioni abbastanza semplici si dimostra che quanto più la traiettoria è tesa, tanto minore è l'errore cagionato dalla torsione per cui, posto quale indice della radenza di una traiettoria R = X/yv lo spostamento laterale del proiettile, per angoli di torsione non troppo grandi, sarà dato da BA' = 2X*sen2y/R e lo spostamento verticale da A'B' = 4X ( cosy - 1)/R in cui y indica l'angolo di torsione. Esempio: Sia da calcolarsi l'influenza della torsione di un fucile pari a 15°, in relazione al proiettile già esaminato 7x64 e sia quindi Vo = 850 ms; X = 300 m; T = 0,411" ; yv = 0,17 m; R = 1764 Lo spostamento in altezza può quindi ritenersi trascurabile, mentre lo spostamento laterale è indubbiamente rilevante. Nella pratica venatoria è normale che l'arma subisca una torsione di alcuni gradi senza che il cacciatore possa accorgersene, ma fino a 5 gradi l'errore è trascurabile (nell'esempio, uno spostamento di circa 5 cm.). Sparando da posizioni anormali può accadere facilmente che la torsione sia maggiore e quindi tale da influenzare l'esito del tiro. E' appena il caso di dire che in gare di tiro una torsione anche modesta, può compromettere seriamente il risultato. L'accorciamento della traiettoria per effetto della torsione è dato dalla formula X(cosy -1) E la diminuzione del tempo di volo dalla formula T(cosy - 1) Ad esempio nel caso appena visto si avrebbe Diminuzione di X = 300 (cos15°-1) = - 10,2 m Diminuzione di T = 0,41 (cos 15° - 1) = - 0,014" Vediamo comunque di semplificare ulteriormente le cose, visto che non sono rilevanti i millimetri. In linea generale vale la regola che torsione a sinistra = colpo basso a sinistra torsione a destra = colpo basso a destra In via semplificata, posto F quale spazio di caduta del proiettile nel tempo di volo sino al bersaglio si avrà BA' = F sen y A'B' = F cos y Il calcolo dimostra che nel tiro venatorio fino a 100 metri la torsione fino a 5° (che è quella che può ancora sfuggire al cacciatore non attneto) è trascurabile. L'errore per la torsione aumenta con più l'arma è azzerata per lunghe distanze. Nei calcoli fatti si è sempre considerato che l'arma fosse azzerata sul bersaglio. Un proiettile lento ssubisce la torsione più di uno veloce. La seguente tabella contiene alcuni esempi pratici. Palla Angolo 100 m BA' A'B' 200 m BA' A'B' 300 m BA' A'B' 6,5x54 M. Sch. 1° 0,2 0 1 0 1,7 0 5° 1,1 0 5 0,2 13,1 0,6 10,3 gr 10° 2,2 0,2 10 0,9 26 2,3 7 x 64 1° 0,1 0 0,6 0 1,5 0 10,5 gr 5° 0,6 0 2,8 0,1 7,3 0,3 10° 1,3 0,1 5,7 0,5 14,5 1,3 7 Rem. Mag 1° 0,1 0 0,4 0 1,0 0 9,4 gr 5° 0,5 0 2,1 0,1 5,2 0,2 10° 0,9 0,1 4,2 0,4 10,3 0,9 Vo=670 ms DOA 140 m Vo=880 ms DOA 175 m Vo=1005 ms DOA 210 m IL FATTORE DI FORMA i Il coefficiente aerodinamico (Cx) di un proiettile ne descrive esattamente il comportamento aerodinamico alle varie velocità e in una data atmosfera, tenendo conto di tutti i fattori: peso e volume del proiettile, forma della punta, del corpo e della coda, tipo di superficie, atmosfera. Esso può essere calcolato mediante calcoli aerodinamici piuttosto complessi. Il coefficiente balistico (Cb) di un proiettile, come visto alla relativa voce, è ricavato dal calibro e peso di un determinato proiettile, secondo una formula valida esclusivamente per una certe legge di resistenza (il che non esclude che leggi diverse adottino la medesima formula) che si basa su di un proiettile ideale. Se il proiettile concreto in relazione a cui si vuole eseguire un calcolo ha la stessa forma, è sufficiente variare peso e calibro per potergli applicare la legge di resistenza usata; se invece il proiettile ha una forma diversa, occorre introdurre un valore correttivo che tenga conto della diversa penetrazione aerodinamica. Questo valore correttivo viene chiamato fattore di forma "i" (talvolta anche coefficiente di forma) che, ovviamente, per il proiettile ideale ha il valore di 1. Un'immagine renderà più chiaro il concetto. Coeff. Cx di alcuni proiettili ideali o reali: 1 - Proiettile cilindrico cal. 10 cm. 2 - Palla sferica. 3 - Proiettile ideale di Majewsky. 4 Proiettile ideale di Eberhard. 5 - Proiettile ideale di Siacci. 6 - Proiettile ideale legge sovietica 1943. 7 - Proiettile Flak cal. 8,8 cm. Il fattore di forma di una palla sferica, ad esempio, sarà dato da quel coefficiente che ci consente, moltiplicando i valori della curva 3 della legge di Mayewsky, di ottenere i valori rappresentati nella curva 2. Come si vede agevolmente dalla figura, questo valore varia molto a seconda della velocità ed ha un senso solo se applicato a brevi tratti di traiettoria. Talvolta è costante per velocità supersoniche (si veda come decorrano pressoché parallele le curve 2, 4 e 6 oltre i 500 ms), ma è soggetto a variazioni notevoli in prossimità del muro del suono. Siccome però i balistici in qualche modo i loro calcoli li dovevano fare, hanno convenuto di usare un fattore di forma globale che rappresentasse, per ogni proiettile, la miglior approssimazione possibile. Conoscendo i dati balistici di un proiettile (peso, calibro, velocità iniziale e velocità finale su di una data tratta) è possibile risalire al suo coefficiente di forma, relativo ad una data legge di resistenza, con le formule indicate alle voci coefficiente balistico e tavole di ritardazione. Se non si dispone di questi dati si deve ricorrere ad altri mezzi. Il più pratico è fornito dalla tavola di Burgless-Coxe che ha il seguente aspetto Siccome essa deve essere usata a grandeza naturale, l'immagine ingrandita può essere scaricata cliccando qui. Immagine in scala di Burgless-Coxe La figura serve per individuare, sovrapponendolo ad essa, il raggio in calibri dell'ogiva del proiettile che si studia. Individuato il raggio, si entra con esso nella seguente tabella Punta Normale Tozzo, cilindrico " parte curva di 0,9 cal. " " " 0,8 " " " " 0,7 " " " " 0,6 " Ogiva con raggio di 0,5 " " " 1 " " " 1,5 " " " 2 " " " 3 " vel. > 600 ms " " 3 " vel. < 600 ms " " 4 " vel. > 600 ms " " 4 " vel. < 600 ms " " 6 " vel. > 600 ms " " 6 " vel. < 600 ms " " 8 " vel. > 600 ms " " 8 " vel. < 600 ms " " 10 " vel. > 600 ms " " 10 " vel. < 600 ms palla sferica vel. < 300 ms " " vel. > 300 ms " " vel. > 400 ms 2,30 1,85 1,50 1,30 1,10 1,40 1,10 0,95 0,85 0,70 0,75 0,60 0,70 0,55 0,65 0,49 0,60 0,44 0,55 2,00 1,70 1,40 Punta piatta o cava il cui diametro è espresso in calibri 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 1,15 1,00 0,90 0,75 0,80 0,65 0,75 0,60 0,70 0,55 0,65 0,50 0,60 1,20 1,10 0,95 0,80 0,85 0,70 0,80 0,65 0,80 0,60 0,70 0,55 0,66 1,25 1,15 1,00 0,90 0,95 0,75 0,85 0,70 0,85 0,65 0,75 0,60 0,70 1,30 1,25 1,10 1,00 1,05 0,85 0,95 0,80 0,95 0,75 0,85 0,70 0,80 1,40 1,35 1,25 1,10 1,15 1,00 1,10 0,95 1,10 0,90 1,00 0,85 0,95 I concetti di raggio di curvatura e di appiattimento in calibri sono chiariti nell'immagine che segue L'uso della tabella è questo: individuato più o meno il raggio di curvatura dell'ogiva si entra nella tabella in cui nella prima colonna (punta normale) sono indicati i valori per proiettili a punta tondeggiante o appuntita. Se invece il proiettile è a punta appiattita o cava, il valore andrà ricavato dalle restanti colonne. Particolari conformazioni del proiettile comportano ulteriori diminuzioni del fattore di forma. Se il corpo del proiettile (parte tra la coda rastremata e l'ogiva) è più corto di 5 calibri il fattore di forma va così diminuito Corpo = 4 calibri - 0,01 Corpo = 3 calibri - 0,03 Corpo = 2 calibri - 0,04 Corpo = 1 calibri - 0,05 Il cono di base (rastrematura) con un angolo standard di 15° comporta una diminuzione del coeff. di forma di -0,08; la presenza di mantellatura sporgente (Scharfrand) comporta un aumento di +0,15; la presenza di punta di piombo fuori della mantellatura e lunga più di 0,3 calibri un aumento di +0,06. Vediamo ora un esempio. Sia il proiettile 8x57 JS HMB Norma a base rastremata e punta di piombo, sopra raffigurato, con ogiva pari a 32 mm. e quindi 4 calibri. Si avrà in relazione ad una velocità iniziale di 755 ms: -valore della tabella 0,60 -arrotondamento della punta pari a 0,5 calibri +0,40 -cono di base -0,08 -punta di piombo +0,06 e quindi un fattore di forma pari a 1,02 La ritardazione Noti il coefficiente balistico e il coefficiente di forma, sarà facile calcolare la ritardazione del proiettile ad una data velocità; questa è l'accelerazione negativa subita dal proiettile per effetto della resistenza dell'aria. La resistenza dell'aria in kg si calcola moltiplicando il coefficiente balistico per il valore di f(v) ricavato da una delle varie leggi di resistenza (vedi la pagina sul coeff. bal.) secondo la formula dove C è il calibro in metri, v la velocità in ms e d/do indica il rapporto fra la densità dell'aria e la densità standard pari a kg 1,225. La ritardazione si ottiene dividendo la Resistenza per la Massa; questa è data dal Peso in kg diviso per la gravità e, in conclusione la ritardazione Rit. sarà data dalla formula Se invece di far ricorso ai valori di f(v) si calcola sulla base del coefficiente aerodinamico Cx, la ritardazione sarà data da in cui A è la sezione del proiettile in centimetri quadrati, delta la densità dell'aria in kg per metro cubo, v la velocità in Mach. Per chi volesse controllare il risultato dei propri calcoli, vediamo un esempio pratico. Si voglia conoscere la ritardazione di un proiettile cal 8x57 militare alla velocità di 750 ms. Il peso è 12 gr. Il raggio di ogiva è di 10 calibri e il fattore di forma è i=0,445. Applicando le funzioni di Sängewald si ha che f(750)=2 Applicando invece il valore di Cx pari a 0,30 per la velocità di 2,2 Mach, si ha In entrambi i casi la ritardazione sarà data da Riporto qui sotto una pratica tabella in cui sono indicati i valori di Cx per i proiettili ideali di Eberhard (Sängewald) e Mayewsky. Ovviamente i valori tabulati per le rispettive funzioni sono più esatti. Mach 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 1,9 2 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 2,6 2,7 2,8 2,9 ms 34 68 102 136 170 204 238 272 306 340 374 408 442 476 510 544 578 612 646 680 714 748 782 810 850 884 918 952 980 cx Sän. Cx Majewsky 0,194 0,228 0 194 0,228 0,194 0,228 0,194 0,228 0,194 0,228 0,195 0,228 0,198 0,228 0,216 0,259 0,268 0,313 0,463 0,430 0,598 0,573 0,632 0,626 0,647 0,643 0,652 0,643 0,651 0,643 0,644 0,643 0,635 0,633 0,624 0,623 0,611 0,613 0,602 0,603 0,592 0,594 0,583 0,586 0,578 0,571 0,559 0,549 0,540 0,531 0,521 CALCOLO E TRACCIAMENTO DI UNA TRAIETTOTRIA CON METODO GRAFICO Quanto abbiamo appreso nei primi capitoli ci permette già di calcolare, con un' accettabile approssimazione, la traiettoria di qualunque proiettile, noti solamente la velocità iniziale, l'angolo di proiezione e le caratteristiche del proiettile stesso. Un sistema che ci consente questo risultato è quello grafico di Brauer. Abbiamo visto come l'aria eserciti una forza ritardatrice sul proiettile e abbiamo imparato a calcolare l'entità di questa forza . Volendo ora conoscere la velocità del proiettile dopo un certo tempo di volo, ad esempio dopo un secondo, non è possibile detrarre semplicemente dalla velocità iniziale la ritardazione corrispondente a tale velocità poichè, via via che la velocità diminuisce, cala anche la resistenza dell'aria ed il calcolo esatto della diminuzione di velocità comporterebbe il ricorso a matematiche superiori. Non si commetterà però un grande errore se, invece di assumere la ritardaziore corrispondente alla velocità iniziale, si assumerà per essa un valore medio, corrispondente all'incirca al valore aritmetico medio della velocità nel tempo considerato Vm= ½( Vo + V1) così che anche il vettore della ritardazione media sarà intermedio rispetto ai vettori corrispondenti a V1 e Vo . I parametri di questo vettore, direzione e dimensione, possono essere ricavati agevolmente con una semplice costruzione grafica. La figura riporta sull'asse delle ascisse le velocità e su quello delle ordinate le ritardazioni. Per un determinato tipo di proiettile si è supposta già calcolata e si è riportata la curva delle ritardazioni, con il metodo già illustrato nel capitolo relativo al coefficiente balistico. La ritardazione si ottiene moltiplicando il coeff. balistico per il valore f(v) relativo alla velocità del proiettile nell'istante preso in considerazione. In figura, sia OA il vettore che rappresenta, in entità direzione, la velocità iniziale del proiettile. Si voglia trovare l'analogo vettore-velocità alla fine del primo secondo di volo. Dopo mezzo secondo di volo il proiettile, per la legge dei gravi, avrà raggiunto una velocità di caduta pari a AB = g/2 = 4,9 ms Eseguendo la somma dei vettori, CB rappresenterà quindi la velocità media durante il primo secondo di volo, nel vuoto. Per ottenere la velocità finale dopo un secondo dovremo detrarre da CB una certa ritardazione dovuta alla resistenza atmosferica: indichiamola con BD, riservandoci di illustrare in un secondo tempo il procedimento seguito per ricavarne l'entità. Dal punto D abbassiamo un tratto verticale DF=AB; OF rappresenterà vettorialmente la velocità al termine del primo secondo. In realtà si è commesso un errore, in quanto avremmo dovuto abbassare DF partendo da B, ma si tratta di un'approssimazione accettabile, considerato che la caduta per gravità raggiunge velocità assai inferiori a quella di volo. La velocità media dopo il primo secondo di volo atmosferico, quindi, non sarà più OB , ma OC , che si ricava dividendo per due il tratto BD; il punto C si ottiene unendo A ad F . La ritardazione BD corrisponderà, con buona approssimazione, a quella relativa alla velocità media OC. Se facciamo centro in O tracciando un arco di raggio 0C incontreremo l'asse delle velocità nel punto C'; a questa entità di velocità corrisponderà una ritardazione di entità pari a BD. Per ricavarla occorrerà costruire il triangolo isoscele di base pari all'altezza D'EB' , in cui DB = D'B' = EC'. Ebbene,un triangolo di tali caratteristiche si ottiene quando l'angolo di base β ha tangente uguale a 2 e cioè β = 63° 26' In pratica si procederà nel modo seguente. Non è necessario tracciare tutte le linee di cui alla figura, che finirebbero per sovrapporsi. E' conveniente usare carta millimetrata che facilita molto il lavoro; su di essa e scegliendo una scala adeguata, ma piuttosto piccola (ad esempio di 1:1000) si tracceranno l'asse delle ascisse per la velocità e quello delle ordinate per la ritardazione. Applicando le nozioni apprese nel capitolo precedente, si calcolerà la ritardazione del proiettile alle varie velocità, ad esempio ogni 50 m/sec. di incremento (ma in prossimità della velocità del suono potrà essere consigliabile assumere intervalli più brevi) e si traccerà così la curva della ritardazione in funzione della velocità. Dopo si procederà come segue: dal punto A si abbassa il tratto AB che con scala 1:1000 sarà pari a mm.4,9; con l'aiuto di un righello (il compasso ha un braccio troppo corto), si riporta 0B' = OB e si traccia un angolo di 63°26' fino ad incontrare la curva delle ritardazioni nel punto E. Si ricava quindi C'. Con il righello si riporta su OB OC'= OC e si trovano i punti D ed F. Si misura OF e il valore trovato, rapportato alla scala 1:1000, sarà la richiesta velocità finale dopo un secondo di volo. Dal punto F si abbassa di nuovo un tratto perpendicolare di mm. 4,9 (ed anzi, al fine di accelerare il lavoro, quando si traccia DF conviene tracciare direttamente il tratto DH lungo mm.9,81) e si procede come prima per ottenere la velocità V alla fine del 2° secondo. La curva congiungente i vertici dei vettori che hanno origine dal punto O prende il nome di "ODOGRAFA" e riveste grande importanza negli studi di balistica razionale e di meccanica. Vediamo ora un esempio pratico. Sia da calcolare la traiettoria di un proiettile cal. 9 mm. parabellum del peso di 8 gr., sparato con la velocità iniziale di 327 m/sec. e con un angolo di proiezione di 24°. Tracciata in fig.2 la linea delle ascisse e la linea di proiezione, si riporterà su di questa, in scala, il tratto OA pari a 327 metri. Dopo di ciò si procederà al calcolo della curva di rítardazione. Posto che il coefficiente di forma sia pari ad 1 e utilizzando le tavole di Sängewald si avrà Cb = (0,9² . 3.14 .1)/4 = 0,636 Rit. = (Cb . 9,81 . f(v))/8 = 780 . f(v) Si otterrà, quindi, per una serie di velocità, la relativa ritardazione V/ms Rit/ ms2 30 0, 83 50 2,32 90 7, 51 ... ... 260 67 280 83 300 108 Questi valori, riportati rispettivamente sull'asse delle ascisse e delle ordinate, consentiranno di tracciare la curva visibile in figura. Dopo di ciò si procede come già descritto, individuando il punto B, riportando OB = OB', fino a ricavare il punto C sul tratto OB. Il tratto OC, misurato, ci darà la velocità media del proiettile durante il primo secondo di volo e, quindi, l'arco di traiettoria percorso in tale spazio di tempo. Il tratto OF, misurato, ci darà invece la velocità finale del proiettile dopo un secondo di volo. Dal punto F si ripartirà per calcolare i dati relativi al successivo secondo di volo, e così via, come mostrato in figura, fino a che velocità media e velocità finale finiranno per coincidere. Per il prosieguo del calcolo è necessario misurare anche la inclinazione dei vettori delle velocità medie rispetto all'ascissa (ad esempio per il primo, l'angolo AOB). I valori ricavati in figura saranno Sec 1 V. media 282 V. finale 235 Angolo +24 2 213 189 +21, 5 3 173 156 +19 4 144 132 +15,5 5 123 115 +11,5 6 108 101 + 6,5 7 96 90 + 1 8 87 84 - 5 9 80 78 -12 10 76 75 -19 11 75 73,5 -26 12 73 73 -33 13 73 73 -39 14 73 73 -45 15 73 73 -50 16 73 73 -56 I valori delle velocità finali così trovati corrispondono quasi perfettamente con i valori riportati in letteratura. Per costruire ora la traiettoria del proiettile, sarà sufficiente tracciare, uno di seguito all'altro, secondo l'entità e la direzione, i singoli vettori delle velocità medie. Naturalmente bisognerà scegliere una scala che consenta di contenere il tracciato entro il foglio (ad es. 1:5.000). Come mostrato in figura si riporterà il primo vettore 0-1 pari a 282 ms. e formante un angolo di 24° con l'asse delle ascisse; dal punto 1 si riporterà il vettore 2, pari a 213 m/sec. e formante un angolo di 21,5°; con il piano, e così via fino a raggiungere di nuovo l'asse delle ascisse dopo 15,6 secondi di volo. I dati ottenuti, raffrontati con quelli riportati in letteratura sono ottenuti in letteratura gittata 1590 m. 1460 m. ascissa al vert. 1025 m. 930 m. ordinata " " 310 m. 300 m. tempo di volo 15, 6" 14,6" angolo caduta 56° 60°, velocità caduta 73 m. 65 ms Come si vede lo scarto, specialmente considerando il tipo di traiettoria con elevato angolo di proiezione, è quasi accettabile e migliorabile con una più precisa individuazione del coefficiente di forma. Nel tracciare il disegno non occorre necessariamente procedere per intervalli di un secondo, ma possono scegliersi intervalli maggiori o minori, in modo da dividere la traiettoria in almeno 12-15 tratti. Dovendo procedere, ad esempio, al calcolo della gittata massima di un proiettile da moschetto, potrebbe essere utile calcolare la diminuzione di velocità ogni due secondi; naturalmente in tal caso, raddoppiando l'intervallo di tempo, bisognerebbe raddoppiare il tratto AB e i valori della ritardazione sulle ordinate; se si procedesse di mezzo secondo in mezzo secondo, occorrerebbe dimezzare detti valori. Il sistema si presta anche al calcolo della traiettoria di proiettili d'artiglieria; questa normalmente raggiunge altezze notevoli e non è lecito quindi trascurare la diminuzione della densità dell'aria. Un risultato accettabile si otterrà introducendo nella formula per il calcolo della ritardazione un valore della densità dell'aria ottenuto facendo la media aritmetica tra il valore al suolo ed il valore al vertice. DISEGNARE UNA TRAIETTORIA Esiste un metodo semplicissimo per tracciare la traiettoria di un proiettile sulla base di pochissimi dati: l'angolo di proiezione, la gittata e il tempo di volo (oppure l'ordinata al vertice della traiettoria). La curva così disegnata differisce dalla curva reale in modo non apprezzabile nella scala grafica abitualmente usata. Il metodo è stato proposto dal balistico tedesco Schmidt e parte dall'idea di assimilare la traiettoria ad una parabola asimmetrica e con asse inclinato, quale si avrebbe nel vuoto se il proiettile fosse assoggettato ad una forza costante agente in direzione dell'asse della parabola e quindi trasversalmente. Questa forza può essere immaginata come la risultante della forza di gravità effettiva e di un'altra forza diretta all'indietro e che rappresenta la resistenza dell'aria; sebbene questa forza, a differenza della resistenza dell'aria, sia immaginata come costante in grandezza e direzione, essa ben ne simula il risultato globale in quanto dedotta dal dato effettivo della gittata e della ordinata al vertice della traiettoria (la quale ordinata si ricava anche con buona approssimazione dal tempo totale di volo secondo la formula di Haupt: yv = 1,25 T² Per il tracciamento grafico della curva, lo Schmidt fa uso della proprietà della parabola secondo cui la linea che congiunge la metà di due tratti di tangente, misurati dal punto di contatto al punto di incontro, è a sua volta una tangente della curva. Si tracci in scala la linea AZ (fig.1) corrispondente alla gittata X del proiettile; in A si tracci l'angolo di proiezione ϕ . Alla distanza yv , già nota o ricavata con la formula di Haupt, si tracci BD parallela ad AZ, si raddoppi quindi il tratto AB, così che sia AB = BC; la congiungente CZ sarà la tangente all'angolo di caduta ω che potrà essere misurato o calcolato trigonometricamente. La linea BD congiungente i punti intermedi delle tangenti AC e CZ, sarà a sua volta una tangente; il punto di contatto si otterrà dividendo BD a metà e il punto -1- così ottenuto sarà il vertice della traiettoria. Si dividano ora a metà i tratti A-B e B-1 del ramo ascendente e i tratti D-Z e D-1 del ramo discendente, ottenendo i punti E-F-G-H-; si congiunga E con F e G con H e si dividano i segmenti così ottenuti a metà; i punti -2- e -3- così ottenuti saranno altri due punti di contatto di tangenti e quindi punti della parabola ricercata. Si dividano a metà i tratti 2-E ed A-E, e si congiungano i punti trovati; la metà della congiungente sarà un ulteriore punto della parabola. Allo stesso modo si procederà per il ramo discendente fino ad avere un numero sufficiente di punti (in genere 5 o 7) che, congiunti fra di loro, forniranno la traiettoria ricercata. Questa, per chiarezza, non è tracciata in figura. Il disegno risulterà facilitato se si userà carta millimetrata, osservando che i punti E ed H e quelli successivi ricavandi sui tratti BA e DZ sono pari a 1/2, 1/4, 1/8 della altezza Yv. Nel caso si volesse proseguire la curva al di sotto della linea di orizzonte, come può richiedersi in alcuni casi, è agevole proseguire la costruzione considerando che, se si prolungano verso l'esterno i semi-segmenti di tangente sopra ricavati (ad esempio 3H) di una quantità eguale e si congiunge il punto H' trovato con il prolungamento ZH''=HZ, il punto P dato da H'H"=H''P sarà anch'esso un punto della curva. Il sistema dello Schmidt consente di raggiungere una ancor maggiore precisione se è noto anche l'angolo di caduta: è chiaro che in tal caso i due rami della traiettoria verranno costruiti separatamente tracciando la tangente CZ secondo l'angolo effettivo La traiettoria utile Figura I La balistica esterna ha il compito di consentire il calcolo di gittate di ogni genere, sia per proiettili di piccolo calibro che di artiglierie. Alla maggior parte delle persone accade però ben di rado di dover calcolare traiettorie di chilometri, ma hanno bisogno di conoscere i dati di tiro della propria arma nell'ambito della gittata di pratico impiego, vale a dire tre o quattrocento metri al massimo per i fucili a palla e un centinaio di metri al massimo per le armi corte. I dati relativi a questo tipo di traiettoria possono essere calcolati con ottima precisione, partendo dai pochi dati forniti dal produttore delle munizioni o dai dati misurati con un cronografo. Il calcolo, relativo a traiettorie molto tese e con angolo di proiezione minimo, richiede una notevole precisione poiché non si può trascurare, come avviene per le lunghe gittate, la circostanza che la linea di proiezione non coincide con la linea di mira. Come si vede dalla figura I, in cui la curvatura della traiettoria è stata volutamente esagerata per meglio rappresentare il fenomeno, la traiettoria interseca due volte la linea di mira; una prima volta ad una distanza di 20-40 metri dalla bocca dell'arma e una seconda volta alla distanza per la quale l'arma è stata azzerata. Un primo punto di partenza per lo studio della traiettoria venatoria è dato dalle tabelle balistiche che le fabbriche di munizioni forniscono per le proprie cartucce e di cui quindi occorre apprendere l'uso ed il significato. Le tavole europee hanno il contenuto di quella qui riportata per una cartuccia della RWS Cartuccia RWS 7x64 HMK - DATI BALISTICI Peso del proiettile 11,2 gr Peso della polvere 3,75 gr Lunghezza del proiettile 34 mm Lunghezza della canna 650 mm Pressione massima 3600 kg/cm² Velocità a 10 m. 840 m/sec Distanza Energia m Kgm 0 412 50 370 100 334 150 300 200 272 300 219 Velocità m/sec 850 805 765 725 690 620 Tempo di volo sec 0 0,060 0,123 0,190 0,260 0,411 DISTANZA DEL PUNTO DI IMPATTO DALLA LINEA DI MIRA IN CM Dist m DOA a m 170 Con cannocchiale e taratura a: 100m 150m 200m 300m Senza cann. 100m 50 100 150 200 300 +1,5 +4 +2 -4,5 -31 -0,5 * -4 -12 -42 +0,5 +2,5 * -7 -35 +2,5 +6 +5 * -24 +6,5 +14 +17 +16 * +1 * -5,5 -15 -48 Il significato dei dati è presto detto; sono indicate le ordinate progressive di cinque traiettorie secondo cinque diverse distanze di azzeramento e con impiego di cannocchiale (convenzionalmente supposto avere l'asse ottico a 5 cm sopra l'asse della canna) e quelle di una traiettoria con impiego dei punti di mira meccanici, convenzionalmente supposti essere a due cm sopra l'asse della canna. È indicata inoltre la traiettoria per la distanza ottimale di azzeramento (DOA), con cannocchiale. I dati ci dicono quindi che per un azzeramento ottimale a 170 metri, se il bersaglio è posto a 100 metri il proiettile colpirà 4 cm più in alto e che se il bersaglio è posto a 300 metri il proiettile colpirà 31 cm più in basso rispetto al punto mirato. I valori delle ordinate sono riferiti, si ripete, a linee di mira convenzionali; quindi per avere dati veramente precisi, validi nel caso specifico, occorre misurare l'effettiva distanza tra asse del cannocchiale e asse della canna (ad esempio esso può essere superiore a 5 cm nei combinati); occorre poi tener conto delle variazioni di velocità del proiettile a seconda della lunghezza della canna e degli altri fattori già visti. Nella tabella è indicata molto opportunamente anche la velocità a 10 metri dalla volata perché la velocità iniziale viene calcolata teoricamente da essa. Le tabelle dei paesi anglosassoni sono alquanto più sintetiche ed in genere, invece di indicare le ordinate progressive, si limitano ad indicare il valore della mid-range trajectory e cioè il valore dell'ordinata presa a metà della gittata e misurata rispetto alla linea di sito. Talvolta esse sono compilate secondo il modello europeo ma con i dati riferiti a 100, 200, 300 yarde e secondo una linea di mira per cannocchiale pari a un pollice e mezzo (3,8 cm) sopra l'asse della canna. Un concetto da chiarire è quello delle distanza ottimale di azzeramento (DOA): questa indica quella gittata alla quale la traiettoria percorsa dal proiettile non supera mai la distanza (positiva o negativa, di 4 cm dalla linea di mira; in altre parole ciò significa che se la DOA di un proiettile è di 170 metri, qualunque bersaglio posto tra la bocca dell'arma e tale distanza (alla quale debbono aggiungersi 20-30 metri in cui il proiettile scende al di sotto della linea di mira per un valore inferiore e 4 cm, verrà colpito con uno scarto massimo di 4 cm riferito alla linea di mira. Questo ovviamente in linea teorica se non intervengono cause di dispersione del tiro. È chiaro che la DOA ha interesse solo per il cacciatore il quale non può di certo mettersi a misurare la distanza a cui si trova il capo di selvaggina e pretende solo di colpire più o meno dove ha mirato, senza preoccuparsi della curvatura della traiettoria. Se invece si spara ad un bersaglio ad una distanza ben definita, l'arma deve comunque essere azzerata per detta distanza affinché l'errore di puntamento non sia eccessivo e non si cumuli con gli altri fattori di dispersione del tiro. In alcune tavole anglosassoni è indicata anche una distanza ottimale di azzeramento a breve distanza (10-30 metri) il cui significato sarà subito chiaro osservando la figura I: siccome la traiettoria incontra due volte la linea di mira, invece di azzerare l'arma rispetto al punto DOA, è possibile azzerarla al punto dove la traiettoria incontra la linea di mira per la prima volta; ciò può tornare utile quando non si disponga di una sufficiente distanza sul poligono e ci si accontenta di una prima taratura approssimativa. Giova ricordare che i dati più attendibili forniti dalle tabelle sono quelli relativi ai tempi di volo, facilmente misurabili, ed alle velocità residue alle varie distanze; invece le ordinate progressive in genere non vengono misurate, ma sono calcolate e spesso risentono di errori derivanti dal sistema di calcolo usato. Per eseguire calcoli relativi ad una data traittoria utile, fino a circa 500 metri, occorre apprendere come sia possibile integrare ed estendere i valori tabellati. Nei calcoli che seguono abbiamo sempre preso come base i dati della tabella del proiettile 7x64 HMK della RWS. Calcolo dei tempi di volo intermedi Il tempo di volo è dato dal rapporto tra spazio percorso e velocità t = s/v ove v sta ad indicare la velocità media del proiettile nel tratto in questione. Una sufficiente approssimazione si ottiene assumendo come velocità media la velocità a metà percorso così che il tempo di volo a 100 metri sarà dato da 100 diviso per la velocità a 50 metri, quello a 150 dividendo 150 per la velocità a 75 metri, ecc. Ad esempio dovendosi cacolare il tempo di volo a 200 metri, si dividerà 200 per la velocità a 100 metri di distanza, pari a 765 m/sec, ottenendosi t = 0,261 sec (in tabella 0,260). Se la velocità a metà percorso non è nota, potrà usarsi il valore ottenuto facendo la media tra valore iniziale e finale sul tratto. Ad esempio il tempo di volo per la distanza di 75 metri si otterrà dividendo 75 per la media tra 805 e 765 (= 785 m/sec), ottenendosi t = 0,095 sec. Nota: la media può essere aritmetica (sommare i due valori e dividere il risultato per due) oppure geometrica (moltiplicare i due valori ed estrarre la radice quadrata). Un valore perfetto può ottenersi trovando le due medie, facendo la media aritmetica e la media geometrica dei due valori trovati e così via, finché i due valori coincidono. Calcolo delle velocità noti i tempi di volo Questo sistema è dovuto a W. Weigel e, oltre ad essere molto preciso, è veramente utile al comune sperimentatore poiché il tempo di volo alle varie distanze è il dato più facilmente misurabile con gli apparecchi elettronici in commercio. La precisione ottenibile dipende evidentemente dalla esattezza dei dati a disposizione e quindi, per quanto possibile, si deve evitare di ricorrere a data interpolati, quali quelli ottenuti nell'esempio precedente. Il Weigel parte dalla considerazione che la perdita di velocità in un determinato tratto della traiettoria dipende dal coefficiente balistico del proiettile e dalla velocità a metà di essa; così, ad esempio, il calo di velocità da V50 a V100 è calcolabile in funzione di V75; ogni differenza di velocità tra due punti simmetrici rispetto alla distanza di 75 m sarà esprimibile in funzione della stessa V75. Si potrà quindi scrivere, ad esempio Vo - V150 = 3 (V50 - V100) e così via. Se ora noi disponiamo dei tempi di volo a 100-200-300 metri, possiamo già calcolare direttamente tre velocità a 50-150250 metri e cioè: V50 = 100/0,123 = 813 m/sec V150 = 100/ (0,260 - 0,123) = 729 m/sec V250 = 100/ (0,411 - 0,260) = 662 m/sec Per il punto intermedio di 125 m. si potrà egualmente scrivere V50 - V200 = 3 (V100 - V150) e per il punto intermedio di 175 metri: V100 - V250 = 3 (V150-V200) E da queste relazioni si ricava V100 = (3V50 + 6V150 - V250) / 8 Nell'esempio sarà quindi V100 = (3·813 + 6·729 - 662) / 8 = 768 m/sec V200 = (6V150 + 3V250- V50) / 8 e quindi V200= (6·729 + 3·662 - 813) / 8 = 693 m/sec V0 = 3 (V50 - V100) + V150 V0 = 3·(813 - 768) + 729 = 864 m/sec V25 = (3V0 + 6V50 - V100) / 8 V25= (3·864 + 6·813 - 768) / 8 = 837 m/sec V300 = V100 - 2(V150 - V250) V300 = 768 - 2(729 - 662) 634 m/sec V400 = V0 - 2(V100 - V300) V400 = 864 - 2·(768 -634) = 596 m/sec V500 = V0 - 5(V200 - V300) V500 = 864 - 5·(693-634) = 569 m/sec Sarà perciò possibile, noti solo tre tempi di volo del proiettile, risalire con una buona approssimazione alle velocità dello stesso per vari tratti dell'intera traiettoria venatoria. Calcolo di velocità intermedie Qualora siano noti V0, V150 e V300, si può ricorrere al metodo consigliato da W. Lampel che consente di calcolare le velocità intermedie di 50 in 50 metri con sufficiente approssimazione per i proiettili standard usati per caccia. Siano ad es. V0 = 850 m/se; V150 = 735 m/sec e V300 = 620 m/sec e si calcolino del differenze: V0 - V150 = 125 V150 - V300 = 105 Si calcolino ora a = 37% di 125 = 46,25 b = 70% di 125 = 87,5 c = 36% di 105 = 37,8 d = 69% di 105 = 72,45 Sarà poi V0 - a = 850 - 46 = 804 (V50) V0 - b = 850 - 87,5 = 762 (V100) V150 - c = 725 - 37,8 = 687 ( V200) V150 - d = 725 - 72,45 = 620 (V300) con buona corrispondenza ai valori tabulati. Tracciamento di una traiettoria venatoria qualsiasi Non sempre si dispone dei dati relativi alla traiettoria di un proiettile, oppure può essere necessario calcolare una traiettoria per un punto di azzeramento ed una linea di mira diversi da quelli indicati nelle tavole commerciali. Un sistema molto valido è quello proposto da F. Avcin il quale calcola le ordinate progressive della traiettoria in relazione ai tempi di volo secondo la formula in cui X è la distanza di azzeramento. Si voglia, ad esempio tracciare la traiettoria del proiettile preso ad esempio, con arma azzerata a 300 metri. Le ordinate progressive saranno date da e così via ottenendosi y150 = + 23,7 cm y200 = + 22 cm Se si calcola anche il tempo di volo per 350 metri, pari a 0,503 sec., si potrà calcolare anche l'ordinata la per y350 = - 27,4 cm (negativa in quanto al di sotto della linea di sito). I valori così trovati e riportati in un grafico come in fig. II, consentiranno di tracciare la traiettoria voluta. Naturalmente per le ordinate occorre scegliere una scala treo quattro volte maggiore di quella usata per le ascisse (cioè per rappresentare le distanze). Figura II Supponendo ora che si spari con un cannocchiale la cui linea di mira si trovi 5 cm sopra l'asse della canna, sarà sufficiente riportare la misura di 5 cm al di sopra di O nel punto A; la linea congiungente il punto A con il punto di azzeramento, rappresenta la linea di mira attraverso il cannocchiale e da essa potranno misurarsi le varie distanze dalla traiettoria e cioè le ordinate progressive rapportate alla linea di mira in considerazione. Le ordinate progressive rispetto alla linea di mira si ottengono, matematicamente, sottraendo dal valore trovato rispetto alla linea di sito, la quantità data dalla formula in cui h indica l'altezza dell'asse del congegno di mira sopra la linea di mira, in metri; ad esempio per h = 0,05 m e y100 = + 0,20 m, si avrà come si può misurare dal grafico. L'ordinata al vertice della traiettoria può essere letta dal grafico. Per cartucce da caccia aventi traiettoria tesa, si può assumere che essa sia posta poco oltre la metà della gittata e cioè e quindi, nell'esempio, Xv=(300/2)·1,1 = 165 m. Alla distanza Xv perciò, la distanza della linea di mira dalla linea di sito si è ridotta circa alla metà e si può quindi accettare la regola empirica secondo cui l'ordinata massima della traiettoria riferita alla linea di sito è pari all'ordinata sopra la linea di mira a metà gittata, aumentata della metà dell'altezza della linea di mira. Perciò se in tabella si legge che l'ordinata a 150 m è eguale a +17 cm sopra la linea di mira con cannocchiale di 5 cm, l'ordinata massima rispetto alla linea di sito sarà pari a 17 + 5/2 = 19,5 cm (in figura due esso è pari a cm 22, valore da ritenersi più esatto rispetto a quello ottimistico della tabella). Se ora dal punto C si traccia quella corda alla curva che non disti da essa più di 4 cm, si otterrà il punto D, la cui ascissa individua esattamente la distanza ottimale di azzeramento (DOA), pari, nella figura a 161 m. Infine la distanza OE indica la distanza a cui la traiettoria taglia per la prima volta la linea di mira (distanza breve di azzeramento), pari a m. 20. La distanza tra la linea di mira e la traiettoria a 350 metri (pari nell'esempio a 26 cm), ci dice che sparando con l'arma azzerata a 300 metri contro un bersaglio che invece si trova a 350 metri, si commette un errore di ben 26 centimetri. Angolo di proiezione Tracciando la tangente alla traiettoria all'origine O e abbassando da essa la perpendicolare al punto di caduta, questa perpendicolare misura lo spazio di caduta h del proiettile alle varie distanze. Da questo valore si ricava direttamente l'angolo di proiezione applicando la semplice formula trigonometrica Nell'esempio sarà tangφ = 0,75/300, da cui l'angolo sarà 0° 8, 35,66". Dalla figura I si rileva che l'angolo di proiezione è opposto al vertice, e quindi eguale, all'angolo formato dalla linea di proiezione con la linea di mira. Supponendo che la linea di mira sia posta a 5 cm sopra l'asse della canna, la distanza breve di azzeramento sarà data direttamente dalla formula 0,05/tangφ = 20 m, come già ricavato dal grafico. Caduta del proiettile rispetto alla linea di proiezione La caduta del proiettile h, sopra calcolata, tiene conto del fatto che nell'atmosfera la caduta del proiettile viene rallentata dalla resistenza dell'aria e da una certa portanza del proiettile, così che essa è sempre inferiore a quella che si avrebbe nel vuoto. Nel vuoto infatti la caduta sarebbe stata data dalla formula h = (g·T²)/2 e sarebbe stata pari a 83 cm invece dei 75 reali. Da questo fenomeno deriva la difficoltà di calcolare con sistemi semplici la traiettoria di un proiettile, pur essendo nota la sua legge di resistenza, perché la diminuzione della componente rappresentante la forza di gravità, variabile in relazione a molti fattori, produce un aumento della gittata rispetto a quella che si otterrebbe supponendo che la caduta avvenisse secondo la legge valevole per il vuoto e, in misura minore, supponendo che la caduta avvenisse verticalmente nell'aria. In via alquanto approssimativa, la caduta del proiettile nell'aria può essere calcolata adottando coefficienti di correzione della forza di gravità. Il primo coefficiente è quello proposto dal Siacci, valido per gittate piuttosto brevi e tese, e fornito dalla formula Nell'esempio si avrebbe Se ora moltiplichiamo 83 cm per 0,912, otteniamo proprio il valore di 75, 5 cm (naturalmente si poteva anche inserire il valore di 9,81·0,912 = 8,9 come valore di "g" nella formula della caduta nel vuoto). Il secondo è stato proposto da Mc Shane-Kelly-Reno ed è espresso in funzione del rapporto R = Vc/Vo in cui Vc indica la velocità alla distanza considerata; il valore della gravità sarà dato dalla formula g = 5,126 + 6,337R - 1,65R² Nell'esempio si avrebbe R = 620/840 = 0,738 e g = 8,9 come con la formula di Siacci. LE TAVOLE Dl RITARDAZIONE Tavola di Lovry G1 La complessità dei calcoli balistici ha indotto molti Autori a predisporre dei prontuari "di calcoli fatti" da cui, noti alcuni dati fondamentali (velocità, coefficiente balistico), con semplici calcoli aritmetici, si può risalire ai valori della proiettile . Tra queste tavole, particolarmente utili per il traiettoria delle armi leggere sono quelle dette "di ritardazione" in cui, partendo da una determinata legge di un proiettile standard, viene indicato lo spazio percorso dal proiettile per passare da una velocità ad una velocità inferiore ed il tempo impiegato a percorrere tale spazio. A questi dati possono aggiungersene altri, ad esempio per calcolare l'angolo di proiezione riferito ad una determinata gittata. Una volta trovati i valori standard, essi sono facilmente rapportabili ad un determinato proiettile, mediante l'introduzione del coefficiente balistico del proiettile stesso. La tavola di ritardazione di cui ora spiegheremo l'uso è stata appositamente studiata per conto della Winchester; essa, nel 1947, compì una lunga serie di esperienze per determinare la legge di resistenza dei vari tipi di proiettili usati nelle armi leggere e sulla base di esse E. D. LOWRY ha pubblicato nel 1965 una serie di tavole di dati calcolati con l'elaboratore elettronico. Le tavole sono naturalmente calcolate per essere usate con misure anglosassoni, ma in effetti l'unico dato non appartenente al sistema decimale da utilizzare é quello relativo alla velocità del proiettile che dovrà essere espresso sempre in piedi al secondo ( si ricorda che il fattore di conversione da metri a piedi è eguale a 3,2808). Le tavole del Lowry, basate sul metodo di calcolo della traiettoria in un unico arco del Siacci, consentono di ottenere un'ottima precisione per traiettorie fino a 1.000 metri e angolo di proiezione inferiore a 5°; una precisione sufficiente per gli usi pratici può però ottenersi anche per angoli di proiezione fino a 10° e gittate di 4.000-5.000 metri. Sebbene le tavole del Lowry siano state studiate per armi leggere, nulla impedisce di usarle anche per proiettili di maggior calibro con una opportuna scelta del coefficiente balistico. La precisione dei risultati ottenibili con le tavole di ritardazione dipende fondamentalmente dalla accurata scelta del coefficiente balistico del proiettile o, per meglio dire, del coefficiente di forma "i" che rappresenta l'incognita nella formula del coefficiente balistico. Se di un determinato proiettile è nota la perdita di velocità nel percorrere un determinato tratto, il coefficiente di forma può essere ricavato agevolmente dalle stesse tavole di ritardazione; altrimenti il fattore "i" deve essere dedotto dalla forma del proiettile Per l'uso delle tavole del Lowry e per proiettili di arma leggera possono assumersi, in prima approssimazione, i seguenti valori i = 0,6 per proiettili molto appuntiti; i = 0, 7 per proiettili moderatamente appuntiti; i = 0,85 per proiettili moderatamente appuntiti e punta leggermente appiattita; i = 1 per proiettili moderatamente arrotondati; In mancanza di meglio può farsi ricorso al coefficiente utilizzabile per le tavole di Ingall oppure si può cercare di individuare il coefficiente dai dati balistici noti di un proiettile molto simile. Il coefficiente balistico da usare con le tavole del Lowry è dato dalla formula C = Peso / (i · diametro²) dove il peso è indicato in libbre e il diametro in pollici. In misure decimali esso sarà dato da C = Peso-kg / (i · diametro²-cm) · 14,22 In cui il valore 14,22 serve solo per la conversione delle misure. Usando le misure usuali per i proiettili la formula diventa C = Peso-gr / (i · d²-mm) · 1,422 Noto C il valore di "i" sarà dato da i = Peso/(C · diametro²) ovverosia con misure decimali i = Peso-gr / ( C · diametro²-cm) · 1,422 Le tavole del Lowry sono tre, per tre differenti tipi di proiettili che sperimentalmente hanno dimostrato un comportamento aereodinamico troppo diverso fra di loro per poter essere rappresentato da un'unica curva. La tavola G1 è quella di più generale applicazione per ogni proiettile di arma leggera, da caccia o militare, con forma e mantellatura normale. La tavola GL serve per ogni proiettile a punta di piombo o a punta cava. La tavola G5 serve per tutti i proiettili con una forma di coda particolarmente favorevole, quali quelli con base rastremata (Torpedo) o quelli traccianti. Qui riportiamo la tavola G1, ampliata fino alle velocità iniziale di 1341 ms. Essa è formata da cinque colonne di dati. La prima colonna indica le velocità decrescenti di dieci in dieci piedi, ma espresse in metri al secondo; la seconda colonna indica la stessa velocità in piedi; la terza colonna indica il valore S da usare dei calcoli e cioè, in piedi, lo spazio percorso in rapporto alla diminuzione di velocità verificatasi. La quarta colonna indica la differenza tra due valori contigui di S al fine dei calcoli di interpolazione; la quinta colonna indica infine in secondi il tempo impiegato a percorrere lo spazio indicato dalla colonna S. Problemi Vediamo ora quali siano i problemi risolvibili mediante l' aiuto delle tavole di ritardazione. risolvibili I) Trovare il coefficiente balistico di un proiettile, nota la perdita di velocità subita nel percorrere un determinato tragitto. Chiamato X il tratto percorso dal proiettile, Sc il valore tabulare relativo alla velocità all'inizio del tratto e So il valore di S relativo alla velocità finale, il coefficiente balistico C sarà dato da C = X/(Sc - So) Esempio: Trovare il coeff. bal. del proiettile cal. 7x64 HMK sapendo che Vo = 850 m/s V150 = 725 ms X= 150 Le velocità sono già tabulate per valori di circa 3 metri in 3 metri (cioè 10 piedi) e non vale assolutamente la pena di interpolare i valori; perciò si prenderà il valore più prossimo a 850 e cioè 850,392 che può tranquillamente essere utilizzato senza interpolazione e nella colonna S leggiamo il corrispondente valore di 4331. In corrispondenza alla velocità di 725 m/s troviamo un valore di S pari a 5721. E quindi, trasformando i 150 metri in piedi C= 150 . 3,2808/(5721-4331) = 0,354 Noto il coefficiente balistico, si può trovare il valore "i" con la formula indicata in precedenza. Il peso del proiettile 7x64 è di gr. 11,2 Esempio: Si ricorda che il valore di "i" varia leggermente con il variare della velocità e che perciò il valore del coefficiente balistico va calcolato in relazione ad un tratto piuttosto breve e per velocità prossime a quelle su cui si baseranno i calcoli successivi (ad esempio se il calcolo precedente fosse stato eseguito per X=300 m. si sarebbe ottenuto i = 0,88 (Cb=0,3688) e il calcolo mediante le tavole, di V 150 avrebbe dato 730 m/sec. con un errore di 5 ms). II) Trovare la velocità residua dopo che il proiettile ha percorso la distanza X, noti la velocità all'inizio del tratto e il coefficiente balistico. Usando gli stessi simboli impiegati nel problema I), la formula sarà Sc = S+ (X/C) Esempio: Vo = 850 ms X= 300 m. C= 0,3688 I1 valore di S corrispondente a Vo è eguale a 4331 I1 valore di S alla distanza di 300 metri sarà dato da In corrispondenza di questo valore di S si trova che la velocità sarà di 620 ms, come indicato nelle tavole della casa produttrice. III) Trovare il tempo di volo t noti il coefficiente balistico, la velocità iniziale e lo spazio percorso. ln primo luogo occorre trovare la velocità residua Vc come mostrato al punto II); noti quindi Vo e Vc si leggono dalle tavole i corrispondenti valori di To e di Tc; il tempo di volo sarà dato da t= C . (Tc - To) Sia da trovare il tempo di volo impiegato a percorrere 300 metri dal proiettile di cui ai problemi I) e II) Vo = 850 ms X = 300 m C = 0,3688 Il valore di T corrispondente alla velocità di 850 ms è pari a 1,2412 Il valore di T corrispondente alla velocità di 620 ms è pari a 2,36 T= 0,3688 (2,36 - 1,2412) = 0,412 secondi La casa produttrice indica il valore di 0,411 secondi. Dai tempi di volo si può quindi calcolare direttamente il coefficiente balistico, senza prima risalire alle velocità Vo e Vc IV) Trovare la velocità iniziale noti il coefficiente balistico e la velocità finale al termine del percorso X Il valore di So sarà dato dalla formula So= Sc - (X/C) E il valore di V relativo a So ci darà la velocità iniziale ricercata. Ad esempio, usando i dati già noti A cui sappiamo corrispondere la velocità di 850 ms V) Trovare la gittata noti la velocità iniziale, la velocità finale, l'angolo di proiezione e il coefficiente balistico. La soluzione è data dalla formula X= C . cosϕ . (Sc - So) La formula indicata può servire in via molto approssimativa a calcolare la gittata massima di un proiettile per arma leggera se si conosce la velocità di caduta in quanto, come abbiamo visto nell'apposito capitolo, già con angoli di proiezione inferiori a 5° si raggiungono gittate che poco si discostano da quella massima. Correzioni per adattare le tavole alle effettive condizioni atmosferiche. Nel sistema di calcolo adottato e relativo a condizioni standard di 15° centigradi, 750 mm. di pressione e 78% di umidità relativa (kg. 1, 203 per mc.), le diverse condizioni atmosferiche modificano esclusivamente il coefficiente balistico. Sarà quindi sufficiente, in tutte le formule precedenti, moltiplicare C per il fattore di correzione indicato nella tabella allegata Esempio: Sia da calcolare una traiettoria alla pressione atmosferica di 730 mm. ed alla temperatura di 20 gradi. In corrispondenza ai due valori si legge nella tabella il fattore di correzione 0,956. Se il coefficiente balistico C in condizioni standard era C=0,533 il coefficiente balistico corretto sarà dato da 0,553 x 0,956 = 0,528 Altre tavole di ritardazione Altre tavole di ritardazione molto citate ed usate, sono quelle del Col. James M. Ingalls pubblicate all'inizio del secolo in una circolare dell'esercito americano. Esse erano basate sugli esperimenti compiuti all'epoca in Germania ed in Francia con proiettili di artiglieria, ma si prestano bene anche per il calcolo della traiettoria di proiettili per armi leggere. Per il calcolo del coefficiente di forma ci si può servire della tavola di Bugles e Coxe (vedi pagina dedicata al coefficiente di forma). L'uso delle tavole di Ingalls è del tutto identico a quello indicato per le tavole del Lowry. Interpolazione I dati tabulati sono relativi a variazioni di velocità di 10 piedi in 10 piedi al secondo fino a 1200 f/s; di piede in piede fino a 120 f/s. Se si deve eseguire un calcolo relativo ad una velocità intermedia occorre far ricorso alla cosiddetta interpolazione che non è altro che una semplice proporzione. Si prendano ad esempio i dati del problema II) Vo = 850 ms X= 300 m. C= 0,3688 Dalla tavola leggiamo V 850,392 (m) 847,344 (n) S D 4331,0 (p) 4363,4 (q) 32,4 La differenza tra i valori delle velocità m ed n è d = 3,048 La differenza tra 850 e 847,344 è e = 2,656 Se assegniamo ai valori le lettere indicate di fianco ad esse avremo che E quindi S= 4363,4 - (32,4 . 2,656)/3,048 =4335,17 Questo valore, inserito nella soluzione del problema II dà un risultato di S = 7004 con una differenza trascurabile rispetto al valore trovato in precedenza. Si tenga presente che spesso i valori di velocità alle varie distanze dalla bocca dell'arma indicati dalla case produttrici, non sono valori misurati, ma valori calcolati con le tavole di ritardazione così che se si cerca di fare dei calcoli su tali dati, ci si ritrova nella classica situazione del cane che si morde la coda! ALLEGATI Tavola G1 di Lovry Vel ms 1341,12 1338,072 1335,024 1331,976 1328,928 1325,88 1322,832 1319,784 1316,736 1313,688 1310,64 1307,592 1304,544 1301,496 1298,448 1295,4 1292,352 1289,304 1286,256 1283,208 1280,16 1277,112 1274,064 1271,016 1267,968 1264,92 1261,872 1258,824 1255,776 1252,728 1249,68 1246,632 1243,584 1240,536 1237,488 1234,44 1231,392 1228,344 1225,296 1222,248 1219,2 1216,152 1213,104 1210,056 1207,008 1203,96 1200,912 1197,864 1194,816 1191,768 1188,72 1185,672 1182,624 V.f/s 4400 4390 4380 4370 4360 4350 4340 4330 4320 4310 4300 4290 4280 4270 4260 4250 4240 4230 4220 4210 4200 4190 4180 4170 4160 4150 4140 4130 4120 4110 4100 4090 4080 4070 4060 4050 4040 4030 4020 4010 4000 3990 3980 3970 3960 3950 3940 3930 3920 3910 3900 3890 3880 S 0 22,2 44,4 66,6 88,9 111,3 133,7 156,2 178,7 201,3 223,9 246,5 269,2 292 314,8 337,7 360,6 383,6 406,6 429,7 452,8 476 499,2 522,5 545,8 569,2 592,7 616,2 639,7 663,3 687 710,7 734,5 758,3 782,2 806,1 830,1 854,1 878,2 902,4 926,6 950,9 975,2 999,6 1024 1048,5 1073,1 1097,7 1122,3 1147,1 1171,8 1196,7 1221,6 D 22,2 22,2 22,2 22,3 22,4 22,4 22,5 22,5 22,6 22,6 22,6 22,7 22,8 22,8 22,9 22,9 23 23 23,1 23,1 23,2 23,2 23,3 23,3 23,4 23,5 23,5 23,5 23,6 23,7 23,7 23,8 23,8 23,9 23,9 24 24 24,1 24,2 24,2 24,3 24,3 24,4 24,4 24,5 24,6 24,6 24,6 24,8 24,7 24,9 24,9 24,9 T 0 0,0051 0,0101 0,0152 0,0203 0,0254 0,0306 0,0358 0,041 0,0462 0,0515 0,0567 0,062 0,0674 0,0727 0,0781 0,0835 0,0889 0,0944 0,0999 0,1053 0,1109 0,1164 0,122 0,1276 0,1332 0,1389 0,1446 0,1503 0,156 0,1618 0,1676 0,1734 0,1792 0,1851 0,191 0,197 0,2029 0,2089 0,2149 0,221 0,227 0,2331 0,2393 0,2454 0,2516 0,2579 0,2641 0,2704 0,2767 0,283 0,2894 0,2958 1179,576 1176,528 1173,48 1170,432 1167,384 1164,336 1161,288 1158,24 1155,192 1152,144 1149,096 1146,048 1143 1139,952 1136,904 1133,856 1130,808 1127,76 1124,712 1121,664 1118,616 1115,568 1112,52 1109,472 1106,424 1103,376 1100,328 1097,28 1094,232 1091,184 1088,136 1085,088 1082,04 1078,992 1075,944 1072,896 1069,848 1066,8 1063,752 1060,704 1057,656 1054,608 1051,56 1048,512 1045,464 1042,416 1039,368 1036,32 1033,272 1030,224 1027,176 1024,128 1021,08 1018,032 1014,984 1011,936 1008,888 1005,84 1002,792 999,744 996,696 993,648 990,6 987,552 984,504 3870 3860 3850 3840 3830 3820 3810 3800 3790 3780 3770 3760 3750 3740 3730 3720 3710 3700 3690 3680 3670 3660 3650 3640 3630 3620 3610 3600 3590 3580 3570 3560 3550 3540 3530 3520 3510 3500 3490 3480 3470 3460 3450 3440 3430 3420 3410 3400 3390 3380 3370 3360 3350 3340 3330 3320 3310 3300 3290 3280 3270 3260 3250 3240 3230 1246,6 1271,6 1296,7 1321,8 1347 1372,3 1397,6 1423 1448,4 1473,9 1499,5 1525,1 1550,8 1576,5 1602,3 1628,2 1654,2 1680,2 1706,2 1732,4 1758,6 1784,8 1811,1 1837,5 1864 1890,5 1917,1 1943,7 1970,4 1997,2 2024 2051 2077,9 2105 2132,1 2159,3 2186,5 2213,8 2241,2 2268,7 2296,2 2323,8 2351,4 2379,1 2406,9 2434,8 2462,7 2490,7 2518,7 2546,9 2575,1 2603,3 2631,7 2660,1 2688,6 2717,1 2745,7 2774,4 2803,1 2831,9 2860,8 2889,8 2918,8 2947,9 2977,1 25 25 25,1 25,1 25,2 25,3 25,3 25,4 25,4 25,5 25,6 25,6 25,7 25,7 25,8 25,9 26 26 26 26,2 26,2 26,2 26,3 26,4 26,5 26,5 26,6 26,6 26,7 26,8 26,8 27 26,9 27,1 27,1 27,2 27,2 27,3 27,4 27,5 27,5 27,6 27,6 27,7 27,8 27,9 27,9 28 28 28,2 28,2 28,2 28,4 28,4 28,5 28,5 28,6 28,7 28,7 28,8 28,9 29 29 29,1 29,2 0,3023 0,3087 0,3152 0,3218 0,3283 0,3349 0,3415 0,3482 0,3549 0,3616 0,3683 0,3751 0,3819 0,3888 0,3957 0,4026 0,4096 0,4166 0,4236 0,4307 0,4378 0,445 0,4521 0,4594 0,4666 0,4739 0,4813 0,4886 0,496 0,5035 0,511 0,5185 0,5261 0,5337 0,5414 0,5491 0,5568 0,5646 0,5724 0,5802 0,5881 0,5961 0,6041 0,6121 0,6201 0,6283 0,6364 0,6446 0,6529 0,6611 0,6695 0,6779 0,6863 0,6948 0,7033 0,7119 0,7205 0,7291 0,7378 0,7466 0,7554 0,7642 0,7731 0,7821 0,7911 981,456 978,408 975,36 972,312 969,264 966,216 963,168 960,12 957,072 954,024 950,976 947,928 944,88 941,832 938,784 935,736 932,688 929,64 926,592 923,544 920,496 917,448 914,4 911,352 908,304 905,256 902,208 899,16 896,112 893,064 890,016 886,968 883,92 880,872 877,824 874,776 871,728 868,68 865,632 862,584 859,536 856,488 853,44 850,392 847,344 844,296 841,248 838,2 835,152 832,104 829,056 826,008 822,96 819,912 816,864 813,816 810,768 807,72 804,672 801,624 798,576 795,528 792,48 789,432 786,384 3220 3210 3200 3190 3180 3170 3160 3150 3140 3130 3120 3110 3100 3090 3080 3070 3060 3050 3040 3030 3020 3010 3000 2990 2980 2970 2960 2950 2940 2930 2920 2910 2900 2890 2880 2870 2860 2850 2840 2830 2820 2810 2800 2790 2780 2770 2760 2750 2740 2730 2720 2710 2700 2690 2680 2670 2660 2650 2640 2630 2620 2610 2600 2590 2580 3006,3 3035,6 3065 3094,5 3124 3153,6 3183,2 3213 3242,8 3272,6 3302,6 3332,6 3362,7 3392,8 3423 3453,3 3483,7 3514,1 3544,7 3575,2 3605,9 3636,6 3667,4 3698,3 3729,2 3760,2 3791,3 3822,5 3853,7 3885 3916,4 3947,9 3979,4 4011 4042,7 4074,4 4106,2 4138,1 4170,1 4202,1 4234,2 4266,4 4298,6 4331 4363,4 4395,9 4428,4 4461 4493,7 4526,5 4559,4 4592,3 4625,3 4658,4 4691,5 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70,104 69,7992 69,4944 69,1896 68,8848 68,58 68,2752 67,9704 67,6656 67,3608 67,056 66,7512 66,4464 66,1416 65,8368 65,532 65,2272 64,9224 64,6176 64,3128 64,008 63,7032 63,3984 63,0936 62,7888 62,484 62,1792 61,8744 61,5696 61,2648 60,96 60,6552 60,3504 60,0456 59,7408 59,436 59,1312 58,8264 58,5216 58,2168 57,912 57,6072 57,3024 56,9976 56,6928 56,388 56,0832 55,7784 55,4736 55,1688 54,864 54,5592 54,2544 53,9496 53,6448 53,34 53,0352 52,7304 52,4256 52,1208 51,816 51,5112 51,2064 232 231 230 229 228 227 226 225 224 223 222 221 220 219 218 217 216 215 214 213 212 211 210 209 208 207 206 205 204 203 202 201 200 199 198 197 196 195 194 193 192 191 190 189 188 187 186 185 184 183 182 181 180 179 178 177 176 175 174 173 172 171 170 169 168 45451,5 45541,9 45632,5 45723,6 45814,9 45906,7 45998,8 46091,2 46184 46277,2 46370,8 46464,7 46559 46653,7 46748,7 46844,2 46940 47036,3 47132,9 47230 47327,4 47425,3 47523,6 47622,3 47721,4 47820,9 47920,9 48021,3 48122,1 48223,4 48325,2 48427,4 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104,0366 104,6482 105,267 105,892 106,5233 107,1621 107,8072 108,4594 109,1188 109,7853 110,4592 111,1404 111,8292 112,526 113,2306 113,9428 50,9016 50,5968 50,292 49,9872 49,6824 49,3776 49,0728 48,768 48,4632 48,1584 47,8536 47,5488 47,244 46,9392 46,6344 46,3296 46,0248 45,72 45,4152 45,1104 44,8056 44,5008 44,196 43,8912 43,5864 43,2816 42,9768 42,672 42,3672 42,0624 41,7576 41,4528 41,148 40,8432 40,5384 40,2336 39,9288 39,624 39,3192 39,0144 38,7096 38,4048 38,1 37,7952 37,4904 37,1856 36,8808 167 166 165 164 163 162 161 160 159 158 157 156 155 154 153 152 151 150 149 148 147 146 145 144 143 142 141 140 139 138 137 136 135 134 133 132 131 130 129 128 127 126 125 124 123 122 121 52206,3 52327,6 52449,6 52572,3 52695,7 52819,7 52944,5 53069,9 53196,1 53322,9 53450,6 53578,9 53708 53837,9 53968,5 54099,9 54232,1 54365,1 54499 54633,6 54769,1 54905,4 55042,5 55180,6 55319,5 55459,3 55600 55741,6 55884,1 56027,6 56172 56317,4 56463,8 56611,2 56759,6 56909 57059,5 57211 57363,5 57517,2 57672 57827,9 57984,9 58143,1 58302,4 58463 58624,8 121,3 122 122,7 123,4 124 124,8 125,4 126,2 126,8 127,7 128,3 129,1 129,9 130,6 131,4 132,2 133 133,9 134,6 135,5 136,3 137,1 138,1 138,9 139,8 140,7 141,6 142,5 143,5 144,4 145,4 146,4 147,4 148,4 149,4 150,5 151,5 152,5 153,7 154,8 155,9 157 158,2 159,3 160,6 161,8 163 114,6635 115,3921 116,1294 116,8754 117,6303 118,3934 119,1663 119,9477 120,7391 121,5392 122,3501 123,17 124,0004 124,8413 125,6922 126,554 127,4267 128,3106 129,2064 130,1129 131,0317 131,9622 132,9046 133,8605 134,8286 135,8098 136,8043 137,8123 138,834 139,8703 140,9206 141,986 143,0666 144,1627 145,2745 146,4023 147,547 148,7081 149,8859 151,0822 152,2966 153,5292 154,7804 156,0513 157,3414 158,6527 159,9847 FATTORI DI CORREZIONE A SECONDA DENSITA' DELL'ARIA Temp. Pressione in millimetri di mercurio C° 720 730 740 750 760 770 ________________________________________________________ -10 1,051 1,066 1,080 1,095 1,109 1,124 -9 1,047 1,062 1,076 1,091 1,105 1,120 -8 1,043 1,058 1,072 1,086 1,101 1,115 -7 1,039 1,054 1,068 1,082 1,097 1,111 -6 1,035 1,050 1,064 1,078 1,093 1,107 -5 1,031 1,046 1,060 1,074 1,090 1,103 -4 1,027 1,042 1,056 1,070 1,085 1,099 -3 1,024 1,038 1,052 1,066 1,081 1,095 -2 1,020 1,034 1,048 1,062 1,077 1,091 -1 1,016 1,030 1,044 1,058 1,073 1,087 0 1,012 1,026 1,041 1,055 1,069 1,083 1 1,009 1,023 1,037 1,051 1,065 1,079 2 1,005 1,019 1,033 1,047 1,061 1,075 3 1,001 1,015 1,021 1,043 1,057 1,071 4 0,998 1,012 1,025 1,039 1,053 1,067 5 0,994 1,008 1,022 1,035 1,049 1,063 6 0,991 1,004 1,018 1,032 1,046 1,059 7 0,987 1,001 1,014 1,028 1,042 1,056 8 0,984 0,997 1,011 1,024 1,038 1,052 9 0,980 0,994 1,007 1,021 1,034 1,048 10 0,977 0,990 1,004 1,017 1,031 1 044 11 0,974 0,986 1,000 1,014 1,027 1,041 12 0,969 0,984 0,997 1,010 1,024 1,037 13 0,966 0,980 0,993 1,007 1,020 1,034 14 0,963 0,976 0,990 1,003 1,017 3,030 15 0,960 0,973 0,986 1,000 1,013 1,026 16 0,956 0,969 0,983 0,996 1,009 1,023 17 0,953 0,966 0,979 0,993 1,006 1,019 18 0,950 0,963 0,976 0,989 1,003 1,016 19 0,946 0,960 0,973 0,986 0,999 1,012 20 0,943 0,956 0,969 0,983 0,996 1,009 21 0,940 0,953 0,966 0,979 0,993 1,005 22 0,937 0,950 0,963 0,976 0,989 1,002 23 0,934 0,946 0,960 0,973 0.986 0,998 24 0,931 0,944 0,956 0,969 0,983 0,995 25 0,927 0,941 0,953 0,966 0,979 0,992 26 0,924 0,937 0,950 0,963 0,976 0,988 27 0,922 0,934 0,947 0,960 0,973 0,985 28 0,918 0,931 0,944 0,956 0,969 0,982 29 0,915 0,928 0,941 0,953 0,966 0,979 30 0,912 0,925 0,937 0,950 0,963 0,975 31 0,909 0,922 0,934 0,947 0,954 0,972 32 0,906 0,919 0,931 0,944 0,956 0,969 33 0,903 0,916 0,928 0,941 0,953 0,966 34 0,900 0,913 0,927 0,938 0,950 0,963 Spazio di testa ( ingl.: Headspace; ted.:Verschlussabstand) Canna sezionata per mostrare la camera di cartuccia La camera con la cartuccia inserita; chiari l'appoggio della spalla del bossolo e il free bore Con il termine "spazio di testa" si intende lo spazio che intercorre tra la faccia anteriore dell'otturatore o della bascula e la superficie delle canna, esterna od interna alla camera di cartuccia, che provvede a bloccare il bossolo nel punto di massima introduzione. Qualcuno lo definisce erroneamente come spazio tra la faccia anteriore dell'otturatore e fondello del bossolo, ma questo è un dato che talvolta può variare da cartuccia a cartuccia, mentre lo spazio di testa è un dato che attiene alla costruzione dell'arma e quindi fisso. Ciò non toglie che, in fin dei conti, la nozione di Spazio di testa stia semplicemente indicare quale è il giusto gioco tra otturatore e fondello della cartuccia. Lo spazio di testa, nel senso ora precisato, varia notevolmente a seconda del tipo di bossolo. Esaminiamo le immagini qui sotto tratte dal famoso Hatscher's Notebook. Cartuccia a percussione anulare Cartuccia con collarino Cartuccia semirimmed Cartuccia senza collarino con arresto sulla bocca. Cartuccia senza collarino Cartuccia cinturata Nella cartuccia il cui bossolo ha l'orlo, lo spazio di testa, sarà di pochi millimetri, pari allo spessore dell'orlo che ha per l'appunto la funzione di bloccare il bossolo facendo contrasto con il piano di culatta, eventualmente munito di scanalatura (munizioni a percussione anulare, munizioni per fucili a canna liscia). La stessa cosa vale per le munizioni semi-rimmed. Invece lo spazio di testa sarà lungo quanto l'intero bossolo se questo è rimless poiché il bossolo viene fermato dal contrasto della sua bocca con il gradino terminale della camera di cartuccia (munizioni per pistola) oppure dal contrasto della spalla del bossolo con la corrispondente spalla della camera. Nel caso di bossoli cinturati (invenzione con significato più commerciale che tecnico) lo spazio di testa è, in teoria, misurato a partire dal risalto anteriore della cintura; in pratica questo è spesso insufficiente ad arrestare la cartuccia ed anche la spalla interviene a fissare il bossolo e a determinare lo spazio di testa. Ogni tipo di bossolo ha quindi comportamenti diversi a causa di variazioni dello spazio di testa. Lo spazio di testa deve essere il minore possibile tenendo però conto che il bossolo non deve interferire con il sistema di chiusura, con il percussore, con il funzionamento semiautomatico. È chiaro che uno spazio di testa errato per eccessiva riduzione potrebbe portare a difficoltà di chiusura dell'arma o a difficoltà di sua apertura dopo lo sparo. Inoltre lo spazio di testa troppo corto può portare a forzare il bossolo nella camera di cartuccia; se la bocca del bossolo finisce per impegnare un po' l'inizio della rigatura si verificheranno senz'altro sovrapressioni pericolosissime. Il pericolo però, specialmente nei bossoli a bottiglia, viene senz'altro da un eccessivo spazio di testa che può essere dovuto: 1. 2. a difetto dell'arma per errori di produzione o per deformazioni successive (molto probabile in vecchie armi o in armi militari riassemblate con carrelli ed otturatori di diversi lotti di produzione e, talvolta, persino di diversi produttori). a difetto del bossolo perché di calibro errato (ad esempio confondendo un 6,5x57 con uno 6,5x54) o perché deformato o accorciatosi nel corso di precedenti operazioni di ricalibratura. Se lo spazio di testa è superiore al dovuto, anche per valori di poco superiori ad un millimetro, al momento dello sparo avvengono i seguenti fenomeni: 1. 2. 3. Il bossolo si dilata alla bocca e l'attrito la fa aderire alle pareti della camera; il fondello, non appoggiato contro l'otturatore, arretra, il bossolo si dilata in lunghezza e spesso si provoca la sua rottura circolare circa mezzo centimetro sopra il fondello. I gas di sparo escono dalla chiusura con pericolo per il tiratore; in alcuni casi anche il castello può scoppiare. L'otturatore, se ha gioco, viene sospinto violentemente indietro con un effetto martello (slapback) che produce ulteriori danni. Uno spazio di testa non adeguato incide anche sulla precisione dell'arma; in letteratura, ad esempio si leggono di problemi riscontrati nella SIG 229 cal. 357 (con appoggio sulla spalla) proprio in relazione a munizioni ricaricate che non rispettavano lo spazio di testa corretto. Tipica rottura per eccessivo spazio di testa Per la misurazione dello spazio di testa occorrono particolari accessori; è impossibile misurarlo correttamente e con la necessaria precisione al decimo di millimetro, con calibri usuali. Un sistema usa, per ogni calibro, tre finti bossoli di acciaio. Il primo, detto GO Gauge deve consentire la chiusura dell'arma senza forzatura. Se vi è forzatura l'arma può sparare di norma munizioni commerciali, ma prima o dopo potrà capitare che l'arma scoppi. Il secondo NO-GO Gauge viene usato su armi nuove o con canna nuova e se non si riesce a chiudere l'arma, vuol dire che è difettosa e va ricontrollata dal produttore. Il terzo, FIELD REJECT, da usare su tutte deve impedire la chiusura in ogni arma; se l'arma si chiude è pericolosa e non deve essere usata. Se l'arma nuova chiude con il NO-GO, ma non con il F-R si può concludere, con prudenza, che è usabile, ma solo con munizioni nuove corrispondenti esattamente alle dimensioni del calibro di prova. Questo sistema ha però i suoi limiti, anche per il fatto che le specifiche del CIP per le munizioni non sempre coincidono esattamente con quelle americane del SAAMI. È in vendita, per calibri di fucile un attrezzino (Universal headspace gauge), con un fondello e una parte anteriore di bossolo collegati da una vite regolabile, che consente di trovare la giusta lunghezza e poi di misurarla con un normale calibro. In mancanza di questi attrezzi, solo modesti consigli pratici: non usare munizioni che impediscono una agevole chiusura dell'arma; non usare munizioni che si inseriscono troppo oltre il piano di culatta, salvo ovviamente particolari conformazioni della testa dell'otturatore; non usare l'arma, se il bossolo nuovo presenta segni di rottura od allungamento; non usare cartucce ricaricate se tendono a rompersi. Percorso libero (ing.:Free bore, Free travel; ted.:Freiflug) e Percorso senza rotazione (ted.: Rotationsloser Geschossweg) Questi due concetti riferiti al proiettile sono spesso confusi l'uno con l'altro. Nelle munizioni per fucili a canna rigata la camera di cartuccia presenta un corpo a cui segue la spalla, a cui segue il cono di forzamento o di raccordo con l'inizio della rigatura della canna. Le dimensioni di questi elementi sono fissate dal CIP e particolare importanza per le pressioni e per la precisione assume la conformazione del cono di raccordo. Il proiettile, prima di essere preso dalla rigatura e di iniziare a ruotare percorre un piccolo spazio senza rotazione che non dovrebbe essere inferiore a due millimetri: esso dipende esclusivamente dalla profondità di inserimento del proiettile nel bossolo. Però non può essere considerato libero perché per un certo tratto è ancora guidato dal collo del bossolo. La nozione più importante ai fini balistici è quella del percorso libero (free bore) e cioè quel tratto che il proiettile percorre dopo essere uscito dal bossolo, ma prima di impegnarsi nella rigatura. Esso dipende dalla lunghezza del cono di forzamento in rapporto alal lunghezza del corpo del proiettile. In questo spazio, anche se molto breve, il proiettile è soggetto a forze laterali prodotte dai gas che riescono a superarlo e a disturbare il suo inserimento nella rigatura, il che comporta deformazioni e minor precisione. Inoltre i proiettile viene frenato bruscamente quando si impegna nella rigatura e ciò provoca vibrazioni della canna. Si hanno fenomeni di erosione della canna nel punto del free bore.Il percorso libero aumenta se il proiettile ha la coda rastremata (boat-tail). Chi ricarica deve quindi fare attenzione a che il proiettile abbia la giusta lunghezza e il giusto inserimento nel bossolo, senza però che esso arrivi fino ad impegnare il cono di forzamento; il verificarsi contemporaneo di più azioni resistenti può far salire la pressione a valori pericolosi. Per quanto concerne il normale caricamento, gli esperimenti hanno dimostrato che se non si superano variazioni di inserimento del proiettile di ± 2 mm, le variazioni di pressione in relazione al diverso inserimento sono trascurabili; si è anche visto che l'aumento di pressione non comporta aumento nella velocità iniziale del proiettile, così che tutto concorre a sconsigliare che esso si verifichi. In sostanza perciò, da un lato, occorre evitare che vi sia un percorso libero perché esso influisce sulla precisione e, dall'altro lato, occorre evitare che il proiettile della cartuccia impegni il cono di forzamento. Come misurare il percorso libero Prende un bossolo già sparato, ricalibrarlo e con un seghetto fare una incisione perpendicolare nel collo, fino alla spalla. Rifinire il taglio con carta smeriglio. Prendere ora il proiettile desiderato e sistemarlo nel collo del bossolo in modo che questo lo tenga appena. Caricare l'arma e chiudere delicatamente l'otturatore; così facendo il proiettile va a toccare l'inizio della rigatura e viene sospinto nel bossolo quel tanto che basta. Misurando ora la lunghezza totale della cartuccia si ricava la lunghezza che deve avere per ottenere un percorso libero praticamente eguale a zero. Il tiro in acqua Molti si saranno chiesti se sia possibile ed utile sparare con un'arma da fuoco sott'acqua, ad esempio per difendersi da uno squalo o per pescare oppure sparare da una barca ad un pesce che si vede nuotare non in superficie. Questa domanda se l'era già posta, attorno al 1877, dopo la lettura di "Ventimila leghe sotto i mari", il generale Uchatius che iniziò a compiere esperimenti. Un fucile Werndl venne fissato sotto una zattera, in posizione orizzontale e ad una profondità di mezzo metro, diretto contro un bersaglio di tavole di legno. I risultati delle prove furono i seguenti. Il caricamento e lo sparo avvennero senza problema alcuno, anche dopo una trentina di colpi. Lo sparo risultava silenziato e appena percepibile ad una quarantina di metri. Lo sparo produceva bolle di gas che gorgogliavano sopra la bocca dell'arma. Alla distanza di 1,5 metri la palla non lasciò alcun segno sul legno; a 1,25 metri lasciò un'impronta profonda 3-4 mm; ad un metro di distanza la tavola, di 2,5 cm di spessore, venne perforata. Vennero compiuti altri esperimenti con un revolver d'ordinanza Gasser: ad 1 metro nessun segno sul legno; a 0,75 m una impronta profonda 46 mm, a 0,65 m il proiettile penetrò per tutta la sua lunghezza nel legno, a 0,5 m trapassò la tavola. Venne compiuto un ulteriore esperimento con il fucile per stabilire se la colonna d'acqua nella canna influisse sulla velocità del proiettile; la canna venne quindi tappata in volata; i risultati non cambiarono minimamente. Infine si sperimentò il tiro dalla riva, sparando con il fucile contro la tavola sott'acqua dalla distanza di 10 metri e facendo in modo da dover penetrare diversi spessori di acqua. Il proiettile non lasciò alcun segno dopo aver passato m. 1,20 di acqua, dopo 0,90 m lasciò un leggero segno, dopo 0,60 m lasciò un segno più profondo e solo con uno strato d'acqua ridotto a 0,30 m riuscì a perforare la tavola. Quindi risultati peggiori rispetto a quelli ottenuti sparando con il fucile immerso. Si può perciò concludere che il tiro in acqua, a causa della sua densità che è circa 800 volte quella dell'aria è di portata ridottissima; non si ottiene un gran miglioramento con proiettili aerodinamici perché comunque essi, dopo un breve percorso, iniziano a ruotare e si mettono di traverso rispetto alla traiettoria.< È stata elaborata una formula il calcolo della penetrazione di palle sferiche nell'acqua (o nella gelatina balistica). La formula è in cui G è il peso della palla in gr e S è la sezione in cm² L'introduzione del coefficiente di forma è importante per spessori limitati; dopo una diecina di cm intervengono i già visti fenomeni di rotazione del proiettile che rendono la sua capacità di penetrazione nuovamente simile a quella del proiettile sferico. IL TIRO VENATORIO CON GRANDE ANGOLO DI SITO Talvolta, e particolarmente nella caccia di montagna, occorre sparare a bersagli che non si trovano sullo stesso orizzonte del cacciatore, ma molto più a monte od a valle. L'arma dovrà assumere quindi una notevole inclinazione verso l'alto o verso il basso: in tali condizioni non può più farsi affidamento sulla teoria della rotazione della traiettoria, che anzi dà luogo ad errori tali da far bellamente mancare il bersaglio. In altre parole, non è possibile sparare ad un camoscio posto a 200 metri sopra di noi, su di una cengia, senza tener conto del diverso angolo di sito, poiché l'arma è azzerata per una traiettoria con angolo di sito modesto (in pratica si comincia a considerare rilevante l'errore oltre un angolo di sito di 30°. Esaminando la figura sarà subito chiara la causa del fenomeno. Un proiettile sparato con l'angolo di proiezione ϕ e angolo di sito nullo, giungerà dopo il tempo -t- nel punto A, ottenuto secondo i principi già esaminati, supponendo che il proiettile si muova prima lungo la linea di proiezione per effetto dell'impulso iniziale e cada poi perpendicolarmente per il tempo -t- per effetto della forza di gravità. Se ora si spara invece con l'angolo di sito ε (è indifferente se positivo o negativo) il proiettile non cadrà per effetto della forza di gravità in A ma bensì in A'; la conseguenza sarà, che, alla medesima distanza di azzeramento, il proiettile seguirà una traiettoria più alta rispetto alla linea di sito (o di mira) e che quindi, per colpire il centro del bersaglio, occorrerà mirare più in basso. La figura non è in scala e le dimensioni sono state volutamente esagerate per evidenziare meglio il fenomeno. La traiettoria del proiettile sparato con angolo di sito diverso da zero può essere agevolmente tracciata con il sistema proposto da Francé Avcin. Egli, in primo luogo, semplifica il problema osservando che l'angolo ϕ , di pochi secondi, può essere tranquillamente trascurato rispetto all'angolo ε ; osserva inoltre che il tratto di traiettoria compreso tra A ed A' è anch'esso trascurabile rispetto all'intero arco dio 150-200 metri in quanto non supera i 15-20 cm di lunghezza. Infatti, come si vede nella figura, l'angolo formato dai tratti HA e HA' è eguale all'angolo ε e perciò il tratto AA' sarà dato dalla formula AA' = (gt² . sen ε )/2 Esempio: sia ε =60° e t= 0,255 sec. La traiettoria potrà perciò essere tranquillamente calcolata come se A' cadesse sul tratto BA usando la formula già vista per le traiettorie venatorie, opportunamente integrata. Le ordinate progressive alle varie distanze, secondo la linea di sito, saranno date dalla formula E le ordinate progressive rispetto alla linea di mira, dalla formula Vediamo, come al solito, un esempio concreto calcolato con riferimento alla cartuccia 6,5 x 57 VM della RWS con pallottola di 6 gr e V= 1010 ms e DOA = 200 m. Dalla tavola della casa, integrata con il metodo già visto si ottengono i seguenti tempi di volo A metri 50 Tempo 0,051 100 0,105 150 0,163 200 0,255 250 0,340 300 0,368 350 0,453 400 0,540 da cui si calcolano le seguenti ordinate progressive per il tiro in piano e per il tiro con angolo di sito di 60° riferite alla linea di mira ε = 0° ε = 60° y50 0,011 y100 0,045 0,072 y150 0,043 y200 * 0,12 y300 - 0,26 0,065 y350 -0,03 metri metri Con queste ordinate può quindi procedersi al tracciamento grafico delle relative traiettorie, sia per ε positivo che negativo, come nella figura ove è stata usata la scala grafica già impiegata nel capitolo sulla traiettoria venatoria. Dall' immagine si vede che il punto in bianco viene a cadere a circa 340 metri di distanza e che a 200 metri il proiettile colpisce ben 12 cm. al di sopra della linea di mira, il che può certamente far mancare il bersaglio o arrecare ferite non mortali. Il tiratore quindi, se da un lato deve preoccuparsi meno della valutazione della distanza a cui si trova il bersaglio, dal momento che il proiettile viaggia sempre al di sopra della linea di mira anche oltre la distanza di 300 metri, d'altro lato deve tener presente che il proiettile colpirà più in alto del punto mirato. Le indicazioni fornite consentono di tracciare agevolmente una serie di traiettorie per diversi angoli di sito (è sufficiente procedere di 15° in 15° più che sufficienti per l'uso del cacciatore). Ciò posto occorre ora esaminare come il cacciatore od il tiratore debbano agire per correggere lo spostamento della traiettoria. Se il bersaglio si trovasse ad essere posto perpendicolarmente alla traiettoria percorsa dal proiettile (si pensi ad un uccello in volo), non vi sarebbero particolari difficoltà poichè sarebbe sufficiente mirare ad un punto posto al di sotto del bersaglio della misura y, per fare centro. In genere però (fig. 3b) il bersaglio si presenta al tiratore come verticale e quindi, per effetto dell'angolo di sito, viene visto sotto una prospettiva molto allungata ed interseca la traiettoria trasversalmente. La conseguenza di ciò è che mirando al centro del bersaglio, il proiettile colpirà invece il punto M posto al di sopra del bersaglio della quantità y'. Bisognerà quindi mirare la punto M' simmetrico al precedente, ma in basso. Questo valore di y' è ricavabile da y mediante la formula y' = y/cosε Esempio: L'ordinata progressiva prima calcolata per la distanza di 200 m. ed ε = 60° è di cm.12; la formula precedente ci dice che y' = 24 cm. Quando l'arma sia dotata di tacche di mira o di alzo che consentano l'azzeramento a distanze variabili, la correzione del tiro può essere ottenuta in maniera abbastanza soddisfacente azzerando l'arma ad una distanza minore di quella a cui è posto il bersaglio e precisamente alla distanza che si ottiene moltiplicando la distanza effettiva per il coseno dell'angolo di sito. Esempio: Sia la traiettoria sopra calcolata con angolo di sito ε = 60° e bersaglio a 200 metri, pari alla distanza ottimale di azzeramento. Se l'arma viene azzerata alla distanza 200 * cos ε = 100 m si otterrà una traiettoria che colpirà il bersaglio con errore trascurabile. Questa traiettoria però è molto tesa fino a 200 metri, ma poi si distacca negativamente dalla linea di sito così che un errore anche modesto, in difetto, nella valutazione della distanza del bersaglio, può causare un errore inaccettabile. Conviene perciò abituarsi a correggere la mira ad occhio. Se l'angolo di sito fosse di 75° si dovrebbe azzerare a 50 metri per fare centro a 200 metri. Il tiro verticale e la caduta libera del proiettile. Bombe d'aereo Il tiro verticale rappresenta un caso particolare di traiettoria. La velocità decresce fino ad essere nulla al vertice della traiettoria (che è rettilinea) e poi il proiettile ricade per il solo effetto della forza di gravità. Nel vuoto l'altezza massima raggiunta è data dalla formula Nell'aria l'altezza massima raggiunta può essere calcolata con la formula empirica in cui P è il peso in grammi, V la velocità in ms, Cal il calibro in mm e in cui la costante varia da 220 per proiettili appuntiti a 185 per proiettili a punta tonda. In via molto approssimativa può ritenersi che l'altezza massima sia pari al 70% della gittata massima. Esempio: Sia il proiettile 8x57 JS con Vo =870 ms e P=10 gr Usando il coefficiente 220 si avrà H= 2565 del tutto corrispondente a quella sperimentale. Per un proiettile 9 para e V = 330 ms, il valore sperimentale è di 1143 metri; per un 7,65 e V =. 300 ms, è 932 metri. Il tempo impiegato dal proiettile a raggiungere la sua altezza massima nell'aria può essere calcolato, con buona approssimazione, mediante la formula Ricordiamo che nel vuoto avremmo avuto Nell'esempio visto per il calibro 8x57 avremmo quindi t = 18,7 secondi. La caduta libera del proiettile nell'aria richiede un esame più approfondito. Esso cadendo acquista un modo accelerato, frenato dalla crescente resistenza dell'aria. Ad un certo punto si verificherà però che la forza ritardatrice della resistenza dell'aria eguaglia la forza di gravità; da quel momento le due forze si equilibrano e il moto diventa uniforme, la velocità diviene costante. È per questo motivo che un chicco di grandine di media grandezza non giunge a terra con una velocità pericolosa, ma a circa 50 ms. Un paracadute, che ha un'ampia superficie, rallenta la velocità di caduta del paracadutista fino a circa 6 ms; ma anche il paracadutista che scende in caduta libera raggiunge, dopo circa 300-400 metri, la velocità massima (cosiddetta velocità limite), che è di circa 50 ms. Ciò avviene anche per i proiettili e le bombe d'aereo. Posto che la ritardazione è data da Ritardazione = (Resistenza x Gravità) / Peso e che l'accelerazione di gravità è pari a 9,81 m/sec², la situazione di equilibrio sarà data quando e cioè quando R=P La resistenza R è espressa dalla formula R = Cb·f(v) e perciò si tratterà semplicemente di trovare per quali valori di v si ha Cb·f(v) = P in relazione a un dato proiettile. Facciamo un esempio pratico. Sai il proiettile 8x57 e sia P= 0,0128 kg e il coeff. di forma i = 0,65. Il coefficiente balistico sarà dato da da cui 0,326·f(v) = 0,0128 = R e quindi f(v) = 0,0128/0,326 = 0,039 Dalle tavole di Sängewald si legge che f(v) 0,039 corrisponde a 180 ms, che è la velocità limite del proiettile in esame. Per un proiettile 9 para si otterrebbe un valore di 96 ms Ovviamente la velocità limite non potrà mai essere superiore alla velocità che il proiettile avrebbe acquistato nel vuoto secondo la formula Il calcolo è valido per proiettili di piccolo calibro che non raggiungono altezze rilevanti, così da poter considerare costante la densità dell'atmosfera attraversata. Esso è valido inoltre solo nel caso che il proiettile ricada con la punta in avanti. Se invece ricade senza capovolgersi, con il fondello verso il basso, aumenta notevolmente il fattore di forma. Un proiettile cal. 9 para, ad esempio, avrebbe un fattore di forma di 2,30 invece che di 1,2 e la sua velocità limite sarebbe di circa 70 ms. Le esperienze compiute hanno dimostrato che il proiettile ricadente, se non riesca a capovolgersi per effetto di una certa angolazione del tiro rispetto alla perpendicolare o per effetto del vento, ricade con la base verso il suolo e roteando vorticosamente con un tipico ronzio, così che viene ad avere un fattore di forma pari a 7,5 e una velocità limite non superiore a 40 ms. In base ai dati teorici e sperimentali si può concludere che il proiettile sparato verticalmente e non capovoltosi (il che però richiede una traiettoria quasi perfettamente verticale) ricade con una velocità bassa, non idonea a ledere la persona. Il proiettile che al vertice della traiettoria segue la normale curvatura di questa e ricade con la punta in avanti acquista invece una velocità superiore a 100 ms e può essere pericoloso; un proiettile cal 9 para, ad esempio, come detto nell'apposito capitolo di balistica terminale, alla velocità di 100 ms può perforare la cute e produrre ferite superficiali. Un proiettile appuntito per fucile militare può perforare la cute e almeno 40 cm di tessuto molle o un cm di osso! Il proiettile di fucile sparato verticalmente, se non spostato dal vento, ricade entro un raggio di 10 metri dal tiratore; ma il vento può spostarlo anche di 200 metri. È quindi molto pericoloso sparare in aria con proiettili appuntiti. Vediamo ora il tempo totale di volo di un proiettile sparato verticalmente. Abbiamo già visto che il tempo di salita può essere calcolato con la formula Per calcolare poi il tempo di caduta con una certa approssimazione, supponiamo che il primo tratto del percorso venga compiuto nel vuoto, stante la limitata resistenza iniziale dell'aria e che sia quindi (Vl = velocità limite): e che quindi il tempo impiegato a percorre il tratto sia dato da Il resto della traiettoria (h - h1) verrà invece percorso a velocità costante e quindi nel tempo Esempio: Sia un proiettile cal. 9 para in cui V = 330 ms, P = 8,5 gr, Vl= 70 ms (cade capovolto), da cui y/max = 1143 m e tempo di salita 12,5 secondi. E quindi, con le formule viste Esperimenti compiuti con il proiettile 8x57 appuntito e sparato capovolto, in modo da avere la sicurezza che ricadesse con la punta in avanti, hanno stabilito un tempo totale di 31". Lo stesso proiettile, sparato normalmente e in modo perfettamente verticale, impiegò invece ben 74" a ricadere; questo risultato si ottiene supponendo che nella fase di caduta esso avesse un coefficiente di forma pari a 7,5 Bombe di aereo La caduta di una bomba da un 'aereo è soggetta alle stesse leggi che regolano la traiettoria di un proiettile. Nel vuoto la bomba continua a viaggiare con la stessa velocità dell'aereo e si trova quindi sempre perpendicolarmente sotto di esso. Le formule per la caduta nel vuoto sono facilmente calcolabili. Se l'aereo viaggia alla velocità Va e con l'angolo theta rispetto all'orizzonte le equazioni del movimento saranno e da cui l'equazione della traiettoria Questa formula si distingue da quella vista per i proiettile per il fatto che il movimento dovuto alla forza di gravità si aggiunge sempre al restante movimento. Da questa formula si ricava la distanza di lancio in base all'altezza y Quindi la bomba cadrà tanto più lontano quanto più grandi sono la velocità dell'aereo e la sua altezza e quanto più piccolo è l'angolo di picchiata. Il tempo di caduta si ricava dalla formula Se l'aereo procede in orizzontale e quindi theta = 0, si avrà Nell'atmosfera il movimento orizzontale della bomba verrà frenato dalla resistenza dell'aria e la bomba resterà indietro rispetto all'aereo. La distanza di lancio X sarà anch'essa ridotta rispetto a quella Xo nel vuoto. La bomba poi cadrà più lentamente per effetto della resistenza dell'aria e quindi impiegherà maggior tempo a raggiungere il suolo con la conseguenza che l'aereo, il quale viaggia a velocità costante, verrà a trovarsi ancora più avanti rispetto alla perpendicolare al punto di caduta (cioè nel punto F1 invece che nel punto Fo) e anche l'angolo di impatto sarà maggiore. La velocità finale di caduta dipenderà dalla forma della bomba, oltre che dall'altezza di caduta. Si tenga presente che i valori della velocità di caduta differiscono in misura alquanto modesta da quelli nel vuoto. Ecco alcuni dati sperimentali in base all'altezza di lancio. Altitudine m. 250 Kg cal. 15,5 500 Kg cal.21 Nel vuoto 3000 232 234 243 4000 264 267 280 5000 288 292 314 6000 307 314 344 7000 324 335 371 In base poi alla forma e al peso si avrà per ogni bomba una velocità limite di caduta insuperabile. Ad esempio per una bomba da 45 kg la velocità limite è di 274 ms mentre per una bomba da 900 kg si arriva fino a 518 ms Il tratto Xr di cui la bomba rimane indietro rispetto all'aereo dicesi distanza di arretramento e l'angolo sotto cui il punto d'impatto B1 viene visto dall'aereo dicesi angolo di arretramento (non sono sicuro che sia il termine usato in aviazione!) che in pratica può essere ritenuto non variare con il variare dell'altitudine. La bomba dovrà essere lanciata quando l'aereo si trova alla distanza orizzontale X dal bersaglio; in quel momento lo vedrà sotto l'angolo epsilon (angolo di ingaggio del bersaglio). Per tale tiro valgono le formule in cui T è naturalmente il tempo di caduta nell'atmosfera. L'angolo epsilon viene quindi calcolato in base alla velocità dell'aereo, all'altitudine, al tempo di caduta e all'angolo di arretramento e ai fattori di disturbo (caratteristiche dell'atmosfera, vento, ecc.). Vediamo un esempio di calcolo. Sia H= 4000 metri, T= 31,7" (nel vuoto 28,6") e la velocità dell'aereo Va= 50 ms I dati sperimentali della bomba ci dicono che in tali condizioni lo spazio di arretramento Xr è pari a 212 metri e quindi l'angolo di arretramento sarà dato da da cui si calcola la distanza di lancio X= Va ·T - Xr = 50 · 31,7 - 212 = 1373 m. Vale a dire che la bomba dovrà essere lanciata quando l'aereo è a 1373 metri dal bersaglio, in orizzontale. L'angolo di ingaggio sarà dato da Proiettili esplosivi I proiettili esplosivi sono nati nella seconda metà del 1800 nel tentativo di aumentare l’efficacia dei proiettili dell’epoca. L’introduzione di proiettili allungati e camiciati in luogo della palla di piombo comportava un notevole inconveniente; la palla di piombo, con scarsa capacità di penetrazione, scarica tutta la sua energia entro il bersaglio raggiungendo una temperatura di circa 300 gradi ed era perciò in grado di incendiare barilotti di polvere od altri materiali similari del nemico; invece il proiettile allungato, con maggior capacità di penetrazione, li passava da parte a parte senza incendiarli. Si penso quindi di ricorrere ad un proiettile che avesse un effetto esplosivo. Il loro impiego non era consigliabile in armi ad avancarica, ma le nuove armi a retrocarica lo rendevano possibile. Il primo proiettile di pratico impiego fu però creato proprio per un’arma ad avancarica: il proiettile esplosivo Podewils per il fucile della fanteria bavarese mod. 1858, basato sul proiettile Minié. Esso conteneva una cartuccetta di ottone formata da una coppetta, un innesco, una carica di polvere nera e un perno. Il proiettile era forato lungo tutto il suo asse longitudinale. La cartuccetta era inserita alla base, nel foro del proiettile Minié, e quindi ben protetta durante trasporto e maneggio. Al momento dello sparo, la pressione dei gas spingeva la cartuccetta in avanti così che il perno fuoriusciva dalla punta di qualche millimetro. La sollecitazione esercitata dalla coppetta contribuiva alla espansione della palla ed alla sua forzatura nella rigatura. All’impatto il perno faceva esplodere la carica di polvere nera. Di poco successiva è la "granata per fucile" prussiana di von Dreyse. È formata da una ogiva di acciaio fuso contenente 2,5 grammi di polvere nera molto fine e chiusa, nella parte inferiore con una spoletta avvitata; in essa vi è una pillola di innesco un manicotto di zinco e dentro a questo, lo spillo di percussione, trattenuto per attrito. Allo sparo il manicotto arretra per effetto della sua inerzia, liberando la punta dello spillo che, all’impatto, viene proiettato contro l’innesco. Notevole diffusione ebbe anche il proiettile Gardner (manca l'immagine) usato nella guerra di secessione americana. Esso conteneva nella parte anteriore una capsula riempita di fulminato di mercurio e collegata con la base del proiettile da un tubicino contenente materiale combustibile e che funzionava da miccia in quanto veniva acceso dalla fiammata dello sparo e trasmetteva l’accensione al fulminato con un ritardo di circa 1,5 secondi. Non è chiaro il livello di sicurezza di questi proiettili riempiti con un materiale così sensibile. Il fabbricante belga di armi Falisse inventò a sua volta un proiettile esplosivo per fucili a retrocarica; il proiettile appuntito contiene una sfera cava di rame che termina con un tubicino chiuso da un innesco. Un ago sito in posizione opposta attraversa la sfera fino all’innesco. Allo sparo l’innesco viene premuto contro l’ago e fa esplodere la polvere nera contenuta nella sfera. Il proiettile esplosivo svizzero era previsto sia per arma ad avancarica che a retrocarica. Nelle armi ad avancarica la bacchetta doveva avere una testa appositamente incavata per non urtare l’innesco che era situato sulla punta del proiettile, contenente la carica di polvere nera. Anche in questi la sicurezza nel trasporto e maneggio non era affatto tranquillizzante. La convenzione di Pietroburgo del 1868 proibì i proiettili esplosivi e gli esperimenti rimasero limitati, per un po’ di tempo, ai proiettili da caccia; da segnalare un proiettile per elefanti con un semplice ago di percussione sulla punta. All’inizio della prima guerra mondiale, nonostante il divieto, i proiettili esplosivi ricomparvero mascherati sotto il nome di proiettili da esercitazione o da osservazione ed in effetti vennero anche usati contro aerei od aerostati (la convenzione ne vietava l’uso contro bersagli umani). Quello usato dagli austriaci nel Mannlicher M 95 contiene (mod. 1910) una miscela di clorato di potassio e di solfuro di antimonio oppure (mod. 1914) una miscela di polvere nera e di polvere di alluminio. Queste munizioni si distinguono da quelle ordinarie per la diversa forma della punta e non richiedono un innesco: la miscela esplode per effetto dell’urto. Nel proiettile del Lebel francese (a sinistra) cal. 8 mm, l’esplosivo molto sensibile è contenuto in una capsula entro la punta del proiettile. Simile è il proiettile giapponese (a destra) , anch’esso con punta piatta. La parte anteriore contiene una miscela di T4 e Pentrite mentre la vera carica è formata da tritolo e lamine di alluminio e sita in una capsula posteriore. Nella seconda guerra mondiale vennero impiegati egualmente proiettili esplosivi (HE) o esplosivi-incendiari (HEI). Quello tedesco contiene nella punta fosforo bianco e dietro ad esso un detonatore con ago di accensione. Un altro modello contiene un nucleo d’acciaio, una miscela tracciante e un detonatore che viene acceso dalla miscela tracciante (questi proiettili sono colorati in nero fino a 2/3 dalla punta). L’esplosivo impiegato era in genere composto da acido picrico e nitrocellulosa. La balistica delle palle slug Articolo già pubblicato sulla Rivista ARMI nel 1999 Invenzioni varie: 1) Sferica - 2) Lethal - 3) Destructor - 4) Palla rigata - 5) Palla con concentratore - 6) Berntheisel-Luneville a frammenti 7) A frammenti - 8) Lavré a frammenti incatenati - 9) Treff di Mahrhold e Peterlongo - 10) Oberhammer - 11) A punta d’acciaio - 12) Kohler - 13) Palla cava M. F. (Dal Waffenlexikon di Lampel-Mahrhold ). *** Dalle lettere di chi mi chiede consigli balistici ho visto come vi sia ben poca chiarezza di idee sull’uso di palle singole (in inglese slug). La maggior parte poi non riesce a comprendere come mai queste palle siano così precise nei bersagli di prova dei venditori e manchino invece il bersaglio sul campo. Un proiettile per essere preciso deve essere stabilizzato. Nei fucili a canna rigata la stabilizzazione si ottiene imprimendo al proiettile a forma allungata, anche fino a 5 calibri, un rapido movimento rotatorio. Nei fucili a canna liscia non è possibile imprimere al proiettile una sufficiente rotazione e si deve ricorrere all’altro sistema consistente nell’ impennatura del proiettile mediante alleggerimento della parte posteriore con una cavità alla base oppure mediante il fissaggio di una borra alla base del proiettile, così che (in entrambi i casi) il centro di gravità risulti spostato in avanti. Possono anche essere aggiunte alette stabilizzatrici; queste comportano una leggera perdita di precisione, ma consentono di usare proiettili molto più lunghi (e quindi con maggior densità sezionale, come frecce e missili), che conservano la stabilità anche in traiettorie molto curve e non richiedono di essere sparati in canne rigate. Il problema di costruire proiettili per fucili a canna liscia dotati di precisione e di lesività, ha assillato centinaia di inventori che nell’ultimo secolo hanno brevettato un incredibile numero di invenzioni, più o meno fantasiose. Alla fine però si è visto che non ci si può discostare dalla soluzione sopra vista e al momento le palle più affidabili sono quelle che uniscono una palla in piombo ad una borra (talvolta sagomata per aumentare l’effetto di impennatura), come avviene nella palla Brenneke e nella palla Gualandi. La palla Blondeau, francese, assomiglia un po’ ad un grosso diabolo. Da sinistra: Palla Alfa,Brenneke Golden Slug, Brenneke (2), Blondeau (Da: B. Kneubuehl, Geschosse). Le alette elicoidali della Brenneke servono principalmente per facilitare la forzatura in canne strozzate, ma imprimono alla palla anche una rotazione di circa 20 giri al secondo. Il bordo tagliente anteriore dovrebbe assicurare un effetto wadcutter sulla pelle del selvatico, ma forse sarebbe stato preferibile favorire l’aspetto aerodinamico. Il peso della palla varia da 20 a 40 gr e la velocità iniziale è di circa 460 ms. Il modello più recente ha borra in plastica. L’unica vera innovazione in materia di slug è rappresentata dalla palla munita di impennatura con alette inventata nel 1983 dal francese ing. Sauvestre (progettista anche del proiettile anticarro a freccia in uso nell’esercito francese) che usa un proiettile sottocalibrato, munito di sabot di plastica che si distacca a breve distanza dalla bocca dell’arma. Palla Sauvestre. Il peso è di 26 gr e la velocità iniziale di 580 ms. Il proiettile, molto allungato ed a punta cava, ha un diametro di soli 11,4 mm ed è formato da un nucleo duro rivestito di piombo; il corpo del proiettile presenta vistose scanalature anulari. Esso viene sparato con una velocità iniziale di circa 500 ms (580 ms nel 12 magnum che usa lo stesso proiettile di 26 grammi ) e a 100 metri ha ancora una velocità di 375 ms (430 per il magnum) con un’energia di 1850 J (2440 J per il magnum). A questa distanza un vento trasversale di 10 ms (cioè una forte brezza che muove cespugli ed alberelli) sposta una palla slug normale di ben 75 cm, la palla Sauvestre di 30 cm, un proiettile per carabina di una diecina di centimetri. Traiettoria della palla Sauvestre con la caduta del proiettile alle varie distanze; il produttore indica un azzeramento ottimale a 107 metri, il che consente di sparare fino a 120 metri con uno scarto dalla traiettoria di +/- 5 cm. Tutti questi proiettili, con peso da 24 a 39 grammi e velocità iniziale di 450-580 ms, provati con appoggio e cannocchiale, forniscono rispettabilissime rosate inferiori ai 5 cm di diametro a 50 metri di distanza.Il motivo per cui invece i cacciatori hanno l’impressione di una scarsa precisione è duplice ed è presto detto. In primo luogo le doppiette non sono adatte per questo tipo di palle. Le armi destinate a sparare a pallini sono azzerate per un tiro a 35 metri e le due canne sono accoppiate in modo che le rispettive rosate si sovrappongano a tale distanza; le canne sono, per così dire, strabiche, e convergono su un punto ideale posto a 35 metri. Sparando a cinquanta metri di distanza accade che la palla sparata con la canna di destra, colpisca parecchi centimetri a sinistra del punto mirato e quella di sinistra parecchi centimetri verso destra, con una differenza totale che fa apparire la rosata come disastrosa. Quindi il problema non sta nel fatto che la palla non sia precisa, ma nel fatto che il fucile non spara nel punto mirato. Ovviamente se il bersaglio è a distanza maggiore, il difetto si aggrava proporzionalmente. Questo difetto non si verifica per sovrapposti e per fucili ad una sola canna, ma quasi sempre subentra il secondo difetto, quello dell’azzeramento, che fa sparare molto più in alto (fino a 35 metri) o più in basso (oltre i 40 metri) del punto mirato. I fucili a canna liscia sono azzerati per la distanza di 35 metri in modo che il centro della rosata sia 10-15 cm al di sopra del punto mirato, misura non adeguata per una palla che a quella distanza cade di soli 5 cm circa. Per far sì di avere una traiettoria che non si discosti dalla linea di mira più di 4 cm (sopra o sotto), l’arma dovrebbe essere azzerata, usando palle Brenneke o Gualandi, alla distanza di 70 metri e, usando palle Sauvestre, alla distanza di 100 metri. Vediamo un esempio pratico con una palla tipo Gualandi o Brenneke del peso di 28 gr e una velocità iniziale di 500 ms., tenendo presente che i valori di velocità iniziale indicati dai produttori sono sempre indicativi perché la velocità effettiva varia poi a seconda del caricamento della cartuccia e della lunghezza della canna. Con azzeramento a 70 metri la traiettoria del proiettile sarà sopra la linea di mira di 3 cm a 50 metri, a 90 metri sarà al di sotto di essa di una diecina di cm, più che accettabili per una tale distanza, senza cannocchiale. Se invece l’arma fosse stata azzerata a 35 metri, il proiettile a 75 metri si sarebbe già trovato più in basso del punto mirato di una diecina di cm che, a 100 metri, sarebbero diventati una ventina. La palla Sauvestre, più leggera e più aerodinamica, con velocità iniziale di 580 ms, può essere azzerata a 107 metri così che a 120 metri lo scarto rispetto alla linea di mira è di soli 5 cm. Se essa viene sparata con arma azzerata a 35 metri, lo scarto a 100 metri è di circa 10 cm e a 75 m di circa 5 cm. La conclusione è quindi che con fucile sovrapposto o semiautomatico a canna liscia, che non sia stato azzerato opportunamente, si possono sparare slug con sufficiente precisione purché il bersaglio non si trovi oltre i 60 metri; il che vuol dire che queste armi vanno benissimo nella stragrande maggioranza delle situazioni che si presentano nella caccia in battuta. La situazione non cambia se invece di palle di peso inferiore ai 30 gr, si sparano cartucce magnum con palla di circa 40 gr. Si guadagna in energia iniziale, ma la traiettoria è più o meno la stessa. Tutte le prove eseguite concordano nel ritenere pressoché equivalenti le palle Brenneke, Gualandi e Blondeau; le palle Solengo e quelle con sabot della Federal e Winchester sono risultate molto meno precise ( a 50 metri rosata di 8-10 cm, contro i 4-5 cm delle precedenti). Dal che si ricava che nel fucile a canna liscia il sabot è controproducente, salvo che nel caso della Sauvestre con impennatura a freccia. Palle Gualandi con borra in plastica fissata alla palla. La palla pesa gr 28,25 (cal. 12/70) e la velocità iniziale è attorno ai 500 ms. Vi sono in commercio anche fucili cal. 12 con canna rigata, appositamente studiati per sparare palle slug. Senza dubbio essi sono azzerati in modo adeguato ma, nel momento in cui si usa una canna rigata, sorge però il problema se abbia senso di usare proiettili che hanno adottato dei ripieghi per poter essere sparati in canne lisce, con tutti i difetti conseguenti. Se la canna è rigata, vuol dire che essa è in grado di stabilizzare un proiettile in forza del movimento rotatorio impressogli e perciò si dovrebbe usare una palla a forma ogivale, capace di dare il meglio sotto il profilo aerodinamico; il guaio è che una palla di piombo allungata in calibro 12, avrebbe un peso eccessivo (già la semplice palla sferica arriva a 37 grammi!), improponibile per pressioni, lentezza e rinculo; se si cerca di risolvere il problema alleggerendo la palla, si ha un aumento della velocità iniziale incompatibile con l'uso del piombo nudo che non reggerebbe alla sollecitazione delle rigature. Sarebbe quindi necessario progettare un’apposita palla sottocalibrata che, per quanto detto, non potrebbe essere che una palla allungata, con sabot resistente alla rigatura. Il vantaggio ottenibile con una simile palla non sarebbe eccezionale, ma comunque utile: l’arma potrebbe essere azzerata sui 100 metri, e la forma aerodinamica ottimale consentirebbe di avere una buona energia anche a tale distanza. Per quanto ne so, al momento le palle per canne rigate disponibili sono: - la palla Golden Slug della Brenneke che però è solo un ripiego: è in piombo nudo, sia pure dorato, ha il profilo anteriore che è ben poco aerodinamico e non può quindi sfruttare i vantaggi della canna rigata. Palla Remington Copper Solid - La palla Remington Copper Solid in lega di rame con sabot che però non è la più adatta per essere sparata in canne lisce e non offre alcun vantaggio aerodinamico. Nessuna delle due è perciò in grado di offrire consistenti vantaggi rispetto al loro impiego nella canna liscia. - Una recentissima produzione della Brenneke pare offrire qualche cosa di nuovo; è la palla Super Sabot sottocalibrata (16 mm).La palla di 31,8 gr con sabot di ottone dovrebbe espandersi fino a 25 mm e, sparata con canna rigata, dovrebbe avere una rosata di 60 mm. a 100 metri.E' molto cara (4 Euro ogni cartuccia). Si veda alla fine l'appendice con l'immagine La palla Sauvesttre, come già detto, ha un'impennatura a freccia e non deve essere sparata in una canna rigata che le imprime un dannoso effetto rotatorio. Molti cacciatori sono assillati dal dubbio se la palla asciutta sia dotata di sufficiente potere di arresto. Se si considera che il fucile a canna liscia per la caccia al cinghiale o ad altri animali aggressivi, viene scelto per la sua manegevolezza perché quando occorre sparare nel bosco o con prontezza di riflessi, consente di sparare al selvatico quasi "al volo", cosa impraticabile con una carabina a canna rigata (non foss’altro perché manca l’allenamento ad imbracciarla per un tiro istintivo) è chiaro che si può anche rinunziare ad un po’ di potere d’arresto che, comunque è più che sufficiente. Una palla asciutta perde in 50 metri di volo circa un quarto della sua velocità; perciò la palla da 39 gr, con velocità iniziale di 460 ms, a 50 metri ha un’energia di circa 2300 Joule; la palla di circa 30 grammi a 50 metri conserva una velocità di circa 340 ms e quindi un’energia di circa 1700 J. Alle normali distanze venatorie, con proiettili studiati per consentire la massima cessione di energia al selvatico, si è quindi nell’ambito di energia e velocità che, secondo gli studi compiuti, consentono di ferire a morte un animale sui 50 kg di peso. A 100 metri la velocità si riduce a circa sei decimi di quella iniziale e i valori sopra indicati diverrebbero, rispettivamente, di circa 1500 e 1100 J, ampiamente al di sotto dei valori ottenibili con una carabina, salvo che si usi la palla Sauvestre che, nel calibro 12 magnum, è paragonabile al 7x64 o all’ 8x57, avendo un'energia di 3250 J a 50 metri e di 2440 J a 100 m.. E' appena il caso di rilevare che, in termini di penetrazione e di lesività è preferibile il proiettile che ha la maggior densità sezionale e quello che ha la maggior velocità all’impatto. Da ciò risulta pure che è un nonsenso montare un cannocchiale su di un fucile per palle asciutte: se si vuol sparare rapidamente e fino a 100 metri (distanza che il proiettile copre in un tempo di circa un terzo di secondo, ragione per cui può accadere di dover sparare due o tre metri avanti al cinghiale in corsa), il cannocchiale dà solo noia; se si vuole sparare oltre i cento metri, mirando con calma, è preferibile usare una carabina. Le conclusioni di quanto esposto potrebbero essere le seguenti: - - - se si spara d'imbracciata a distanze venatorie normali, entro una cinquantina di metri, i vari tipi di palle si equivalgono, sul piano pratico, come energia e precisione. Si distingue per densità sezionale ed energia la palla Sauvestre; se si intende sparare a distanze superiori, fino a cento metri, l'arma va azzerata opportunamente (il che non è possibile per le armi ora in uso) oppure occorre abituarsi a calcolare istintivamente che il proiettile colpirà fino ad una quindicina di centimetri più in basso; fucili a canna rigata non dànno significativi vantaggi, salvo quello di un miglior azzeramento, perché non esistono ancora soddisfacenti proiettili studiati appositamente per essi; il vero vantaggio è quello … giuridico, perché per i fucili semiatomatici in calibro 12 a canna rigata non vi è limite di colpi (salvo particolari disposizioni contenute nel calendario venatorio). Vi è però lo svantaggio di non poter impiegare cartucce a pallini, stante il peggioramento della rosata. Chi usa le palle slug si chiede spesso se esse possano causare dei danni ad un fucile con canne strozzate. I dubbi non hanno molta ragion d’essere perché tutte le palle in piombo in commercio sono state studiate proprio per essere sparate anche da canne strozzate e quindi, salvo diversa indicazione che il produttore è tenuto ad indicare sulla confezione, non vi sono motivi per non usarle. Indubbiamente occorre però non esagerare perché le cartucce slug provocano sollecitazioni anormali alla canne per il fatto che il punto di massima pressione nella canna si sposta di una diecina di centimetri in avanti, ove nei fucili normali la parete della canna già si assottiglia, e per il fatto che la palla viene forzata nella strozzatura. Bisogna quindi evitare di sparare queste munizioni in vecchi fucili della cui resistenza non si sia ben sicuri. Nell’uso delle palle asciutte occorre ricordare che esse vengono facilmente destabilizzate e deviate da piccoli ramoscelli e che rimbalzano facilmente sul terreno od alberi, rimanendo pericolose fin quasi ad un chilometro di distanza. Valori medi di energia delle varie palle: 50 m 100 m Brenneke, Gualandi, ecc. 30 gr. circa 1500 J 1100 J Brenneke, Gualandi, ecc. 40 gr. circa 2000 J 1500 J Sauvestre normale 2500 J 1850 J Sauvestre magnum 3220 J 2450 J Torna a Balistica Appendice Aggiungo alcuni dati ricavati dalla rivista Visier, maggio 2002. Ecco una immagine che rappresenta le palle più diffuse in Europa Nell'ordine: Aguilla Practical - Brenneke RubinSabot - Brenneke SuperSabot - Brenneke K.O. - Cooppal Stream - Diana Akah Federal Premium Sabot Slug - Federal Classic Slug - Geco Competition Slug con palla Brenneke K.O. Da segnalare tra le novità la cartuccia RubinSabot della Brenneke con una palla con impennatura in plastica che ricorda più o meno la Brenneke K.O. La palla pesa 28 gr. ed ha una velocità iniziale di 510 ms (J. 3641) che scende a 410 ms a 50 metri (J. 2285) ed a 334 ms a 100 metri (J. 1562). Più innovativa la palla SuperSabot la quale ha il suo limite nel fatto che, non avendo impennatura, deve essere sparata da canne rigate in modo da essere stabilizzata. La palla pesa 31,8 gr e i valori di velocità ed energia sono 465 ms (J. 3438) alla bocca, 374 ms (J. 2220) a 50 m. e 317 ms (J. 1598) a 100 metri. La palla ha il diametro di 16 mm. ed è all'esterno di una lega di ottone con un nocciolo composito, come si vede nella immagine qui sotto; la parte esterma si deforma a fungo all'impatto con un notevole e rapido trasferimento di energia. La rosata di 5 colpi a 100 metri è risultata inferiore a 7 cm di diametro. BALISTICA ESTERNA Il rinculo delle armi da fuoco leggere Al momento dello sparo chi impugna l'arma riceve l'urto di questa sulla spalla (arma lunga) o sulla mano (arma corta), urto più o meno forte a seconda di svariate circostanze. L'urto è una conseguenza diretta della legge fisica della conservazione dell'impulso. Prima dello sparo, quando arma e proiettile sono in stato di quiete, l'impulso del sistema è eguale a zero. Con lo sparo il proiettile e la colonna di gas di sparo che lo seguono, acquistano un certo impulso nella direzione dello sparo, impulso che viene compensato da un eguale impulso diretto nell'opposta direzione e, quindi, verso il tiratore, che ne subisce gli effetti. L'impulso del proiettile è dato dalla formula Ip = 0,001 * mp * Vo in cui mp indica la massa del proiettile in grammi e Vo la velocità del proiettile in m/s; l'impulso viene espresso in Newton per secondo. La colonna dei gas ha una velocità che è eguale a zero sul fondello del bossolo ed eguale alla velocità del proiettile alla base di esso. Al centro avrà quindi una velocità intermedia, pari alla metà della velocità del proiettile. La massa dei gas sarà eguale alla masse della polvere e perciò l'impulso relativo sarà dato da Ig = 0,001 * mg * Vo/2 in cui mp indica la massa della polvere. Unificando le due formule avremo che l'impulso complessivo (impulso di bocca) sarà dato da Ib = 0,001 * ( mp + mg/2) * Vo Quando il proiettile esce dalla bocca dell'arma, i gas si espandono con una velocità (Velocità di Lavalle) ricavabile dalla formula approssimativa in cui Po è la pressione alla bocca, Vc il volume interno della canna e del bossolo, in mm³ e mg la massa della polvere. Ecco una tabella di dati sperimentali Calibro Lunghezza canna in mm Velocità alla bocca in m/s Pressione alla bocca in bar Velocità dei gas in m/s 9 mm. Luger 100 350 155 670 38 sp. 51 230 365 930 102 265 160 780 102 410 615 745 152 440 350 660 7,62 Nato 450 630 470 670 223 Rem. 405 960 660 750 44 mag. In sostanza, ai fini pratici, si può assumere che in un'arma corta la velocità dei gas sia 600-900 m/s e in un'arma lunga 700-800 m/s Di conseguenza l'arma subirà un ulteriore impulso successivo dato da Is = 0,001 * mg * Vg L'impulso totale retrogrado sarà quindi dato da I = Ib + Is Per azione di questo impulso l'arma acquista una velocità (teorica) all'indietro data da Vr = I / ma in cui ma è la massa dell'arma in grammi. Detto in parole povere, per i non matematici, se il proiettile pesa 100 volte l'arma, mentre il proiettile se ne va in una direzione con la velocità sua propria, l'arma viene sparata nella direzione contraria ad una velocità cento volte inferiore. Questa velocità però poco ci dice sul rinculo, rispetto a cui è più importante l'energia cinetica del sistema. Combinando assieme la formula per l'energia cinetica, data da 1/2 * m* v², con la formula che esprime Vr, si ottiene che l'energia cinetica del rinculo, in Joules, sarà data da Questo è l'aspetto puramente fisico-matematico che non riesce a descrivere la sensazione soggettiva del rinculo. L'assorbimento di una certa energia implica la dissipazione di questa energia sotto forma di lavoro e non è possibile stabilire a priori in quale modo l'arma verrà "frenata" dal corpo del tiratore. Quanto più lunga la frenata, tanto minore la sensazione di rinculo, in rapporto inversamente proporzionale. Ad esempio il calciolo di gomma e l'imbottitura della giacca aumentano lo spazio di frenata e diminuiscono proporzionalmente la forza del rinculo. Se l'arma viene saldamente impugnata o appoggiata alla spalla, viene a formare un tutt'uno con la mano o con la spalla e il valore di ma non sarà dato solo dal peso dell'arma, ma anche da quello della parte del corpo interessata, e la sensazione di urto sarà minore. A complicare le cose interviene l'ulteriore fenomeno dell'impennamento dell'arma. Per esigenze costruttive in quasi tutte le armi la canna è situata sopra il baricentro dell'arma; perciò al momento dello sparo e con l'inizio del movimento del proiettile, l'arma acquista un movimento rotatorio attorno al baricentro, che tende a spostare la bocca della canna verso l'alto e continua anche dopo che il proiettile ha lasciato la canna. Nelle armi corte questo movimento rotatorio può dare una sensazione più spiacevole del rinculo vero e proprio. Nelle armi a canne giustapposte vi può essere anche un movimento laterale, dalla parte della canna con cui si è sparato. Quindi l'energia del rinculo si scompone in due parti riferibili al movimento retrogrado e al movimento rotatorio e la prevalenza dell'una o dell'altra dipende, in parte, anche dal comportamento del tiratore. Se egli controlla bene l'impennamento, tanto più forte sentirà l'urto dell'arma; tanto più egli lascia libera l'arma di impennarsi, tanto minore sarà l'urto.ùCiò spiega come la struttura meccanica dell'arma possa influire sul rinculo: una giusta distribuzione delle masse, un corretto angolo tra canna e impugnatura, determinano la diversa ripartizione delle energie, secondo le necessità ed i gusti del tiratore. La presenza nell'arma di molle e masse in movimento che contribuiscano a dissipare l'energia del rinculo, servono anch'esse da "freno", abbreviando la frenata complessiva. Anche il fisico del tiratore fa la sua parte: la persona corpulenta che impugna l'arma saldamente aggiungerà al sistema una maggior massa muscolare e i maggiori spessori di tessuto molle funzioneranno da cuscinetto ammortizzante aggiuntivo. Da quanto esposto si ricava che si può influire sul rinculo in vari modi. Prima di tutto è ovvio che se si diminuisce l'energia della cartuccia (cioè la velocità iniziale del proiettile), diminuirà anche il rinculo; se non si vuole diminuire l'energia della cartuccia si dovrà: - aumentare la massa dell'arma; il rinculo, in tal caso, diminuirà in modo inversamente proporzionale; diminuire la massa del proiettile; ferma restando la velocità iniziale l'impulso del proiettile è proporzionale alla radice quadrata del rapporto tra le due masse e quindi piccole diminuzioni di peso del proiettile influiscono molto sul rinculo. In parole più semplici: il 10% di peso dell'arma in più, comporta una diminuzione del rinculo del 10%; un aumento del peso del 10% del peso del proiettile ferma la sua velocità) o un aumento del 10% della velocità, fermo il peso, comporta un aumento del 20% del rinculo. In secondo luogo si possono utilizzare come freno gli stessi gas di sparo mediante l'impiego di freni di bocca o di compensatori: se diretti all'indietro mediante opportuni intagli nella canna, per compensare il loro impulso retrogrado, se diretti verso l'alto per compensare il movimento di impennamento. Al di fuori di queste considerazioni tecniche non è possibile fare affermazioni affidabili, anche se molti tiratori giurano su soluzioni personali, che però sono altamente soggettive. Si consideri ad esempio che molti tiratori sono portati a considerare più forte il rinculo quando lo sparo è più rumoroso del solito. In effetti un forte rumore influisce sul rinculo solo se deriva dal fuoco di bocca (accensione dei gas fuori dell'arma) che aumenta l'effetto "razzo". Si è anche riscontrato che al poligono di tiro il rinculo viene sentito molto più forte che non sul campo di caccia perché al poligono il tiratore si concentra sul tiro e si attende il rinculo; in caccia il tiratore pensa solo al selvatico. ---------Bibliografia Beat P. Kneubuehl, Geschosse, Zurigo 1994 Lampel-Marhold, Waffenlexikon, Monaco 1994 J. Hatcher, Hatcher's Notebook, Harrisbourg 1966 Il calibro La nozione di calibro si presta a numerosi equivoci perché assume diversi significati quali: - il diametro interno della canna - il diametro del proiettile per una data canna - il diametro convenzionale di una canna o del proiettile ad essa destinato - la denominazione usuale o commerciale di una cartuccia. Nella terminologia tecnica la parola calibro indica il diametro interno della canna (anima) espresso in una unità di misura (millimetri, decimi di pollice, ecc.) oppure in altra forma. Quest'ultima ipotesi si ha solo per le canne dei fucili a canna liscia in cui si è mantenuto l'antico sistema inglese di indicarne il calibro con il numero di palle di piombo aventi il diametro necessario per essere sparati da esse e che si possono ricavare da una libbra inglese (gr. 453,6) di piombo. Quindi quando si parla di un fucile da caccia, il cal 12 indica che 12 palle di piombo sparabili con esso pesano gr. 453,6; il calibro 20 indica che la canna è più piccola perché per da una libbra di piombo si ricavano non 12 ma bensì venti palle adatte ad esso. Per risalire dal numero delle palle al diametro teorico della canna si impiega la formula in cui n indica il numero di palle. Ho detto diametro teorico perché il diametro ed il peso delle palle possono variare un poco e perciò, in effetti, le misure moderne delle canne sono fissate dal CIP nei seguenti valori. Calibro Diametro nominale nominale Diametro Diametro minimo massimo mm mm mm 4 23,55 23,35 23,75 8 21 20,80 21,20 10 19,50 19,30 19,70 12 18,30 18,10 18,50 14 17,40 17,20 17,60 16 17 16,80 17,20 20 15,80 15,60 16 24 14,90 14,70 15,10 28 14,20 14 14,40 32 12,95 12,75 13,15 36 10,60 10,40 10,80 Nelle armi a canna rigata il problema della misura del diametro della canna si complica perché bisogna stabilire se esso si misura tra i pieni e cioè tra i risalti della rigatura, oppure tra i vuoti. Si usa al riguardo distinguere tra calibro di foratura o fra pieni e calibro fra vuoti; di solito, se non si precisa, si intende che la misura concerne il calibro di foratura e perciò la dimensione minima dell'anima. Il calibro fra pieni viene misurato direttamente; invece per misurare il calibro fra vuoti si preferisce forzare un proiettile di piombo attraverso la canna e poi misurarne il diametro massimo con un micrometro. La differenza tra i due valori è di 0,20-0,35 mm in canne destinate a sparare proiettili con camiciatura dura (acciaio, tombak) e di 0,30-0,50 mm per canne destinata a proiettili di piombo o con camiciatura sottile in rame. La metà di questo valore così misurato indica la profondità della rigatura. Nella pratica quando si parla di calibro di un'arma, non si fa riferimento ai valori tecnici esatti, ma a valori arrotondati e convenzionali. Avviene cioè la stessa cosa che si ha con le automobili in cui, quando si dice che essa è "duemila" di cilindrata non si vuol dire che il volume dei cilindri corrisponde esattamente a 2000 cm/cubi, ben potendovi essere degli scostamenti. Perciò quando si dice che una canna ha un calibro di 7 mm. non si intende che essa sia esattamente sette millimetri, ma solo che essa è idonea a sparare palle del calibro sette mm con tutte le tolleranze previste dalle tabelle del CIP (o dagli usi costruttivi, in quei paesi ove esse non vengono applicate). Così, ad esempio nei vari calibri 7 mm per carabina, la distanza fra i pieni potrà variare da 6,9 a 6,98 mm e la distanza fra i pieni da 7,24 a 7,92 mm. Il calibro della canna nulla ci dice circa la cartuccia che l'arma può sparare. Una palla del diametro di 5, 6 mm può avere dietro di sé un piccolo bossolo con qualche milligrammo di propellente che la spara a poche decine di metri oppure un grosso bossolo con mezzo grammo di polvere che la spara a tre chilometri di distanza. Per continuare il paragone con le auto sarebbe come il volerle classificare in base alle dimensioni del vano motore. Dire che un'arma è in calibro 9 non significa assolutamente nulla, salvo il fatto che la canna ha un diametro di circa 9 millimetri (anche un'arma giocattolo può avere una canna di tale misura!). È per questo motivo che quando si parla di calibro intendendo la cartuccia idonea ad essere impiegata in una certa arma, è sempre necessario aggiungere una ulteriore indicazione oltre a quella del diametro. Ed è qui che per il profano la questione si complica ulteriormente perché il sistema di identificazione delle munizioni europeo diverge da quello anglosassone che, per ulteriore complicazione, non è uniforme. Ben di rado le munizioni sono individuate solamente sulla base dei dati dimensionali, ma la maggior parte delle cartucce ha un nome convenzionale in cui, accanto al dato numerico relativo al calibro, ed altre volte anche al bossolo ed al proiettile, si aggiungono denominazioni varie, quali il modello di arma che le impiega, il nome dell’inventore o del produttore, ecc.). Se una cartuccia è stata prodotta solo per un determinato modello di arma, si usa indicarne solo il calibro in millimetri o in decimi di pollice, seguito dal nome dell’arma. Per comprendere, tramite un esempio, la complessità del problema, si consideri che il calibro per pistola 9x19 mm. (ma in effetti il bossolo è 19,15 mm.!) si trova indicato anche come 9 Luger, 9 Parabellum, 9 lungo Beretta M38, 9 lungo, 9 M38, 9 mm Pistolen- Patrone 08, 9 mm Pistolen-Patrone 400(b), 9 mm Pistolen-Patrone M 1941, 9 mm Suomi, 9 mm Swedish m/34 e m/39, 9 mm 40 M Parabellum. Importante: le misure europee in millimetri non sono convertibili matematicamente nelle misure anglosassoni e viceversa; i calibri 9 europei corrispondono a 353 millesimi di pollice, ma vengono indicati in USA come cal. 38 che corrisponde a 0,96 cm. Ricordare sempre che le denominazioni sono convenzionali. Calibri delle munizioni a percussione anulare Per le armi a canna rigata vi è una categoria di munizioni, quelle a percussione anulare, che segue sue regole particolari e che comprende attualmente (in passato vi erano cartucce a percussione anulare di grosso calibro) cartucce da bersaglio da sala in cal. 4 mm, la serie delle cartucce Flobert e la serie della cartucce cosiddette "cal. 22". Esse sono impiegate sia in pistole e rivoltelle che in armi lunghe. Le cartucce Flobert sono destinate ad armi di modestissima potenza e hanno una ridotta carica di polvere, sono in cal. 5,6 mm, 6 mm, 9 mm (un tempo anche 7 mm), a cui sempre si accompagna la dicitura Flobert, e possono essere sia a palla che a pallini. Quelle a palla hanno un bossolo di ottone corto, inferiore ad un centimetro, quelle a pallini un bossolo di alcuni centimetri di lunghezza. Le cartucce cal. .22, pur essendo a percussione anulare, hanno una normale carica di polvere e compaiono in vari tipi, a seconda della lunghezza del bossolo e del conseguente diverso quantitativo di polvere contenuta. Il diametro del proiettile è indicato in centesimi di pollice (.22) e corrisponde a circa mm 5,6. Inquesto, come in tutti gli altri casi, si deve ricordare che la misura del calibro è puramente nominale e non va presa come una misura assoluta. I tipi di cartucce cal .22 sono: .22 corto o short (bossolo di mm 10,6) .22 lungo o long (bossolo di mm 15,55, lunghezza complessiva di mm 22,5) .22 L.R. (long rifle) (bossolo di mm 15,55, lunghezza complessiva di mm 25,20) .22 extra long (bossolo di mm 18,30) .22 Winchester Magnum (bossolo di mm 26,80) oltre ad un’altra decina di tipi, meno usuali. Calibri delle munizioni per rivoltelle Le rivoltelle, salvo pochi modelli specificamente adattati all’impiego delle stesse munizioni usate per le pistole semiautomatiche, usano specifiche munizioni, caratterizzate dall’avere il fondello sporgente con un orlo (flangia, corona) rispetto al corpo del bossolo. Alcune di queste munizioni, di solito relative a rivoltelle in dotazione ad eserciti europei alla fine dell’ottocento, sono individuate in base al calibro espresso in millimetri e al nome dell’arma oppure che l’indicazione che trattasi di munizioni per armi d’ordinanza: cal. 11 m. Gasser, cal. 10,35 mm (ordinanza italiana, cioè per le rivoltelle in dotazione all’esercito italiano dal 1872 in poi), cal. 10,4 mm ordinanza svizzera) cal. 9 mm ordinanza belga, cal. 10,6 mm ordinanza tedesca, cal. 8 mm Lebel (ordinanza francese), cal. 9 mm ordinanza giapponese, cal. 8 mm Rast & Gasser (ordinanza austriaca), cal. 7,62 mm Nagant, cal. 9 mm ordinanza danese, e poche altre. Rari quelle non di origine militare: il cal 8 mm Pieper, e il cal. 5,5 mm Velodog. Altre cartucce sono di origine inglese, originariamente caricate con polvere nera, e vengono indicate esprimendo il calibro in millesimi di pollice; per evitare equivoci con i calibri per pistola si usa aggiungere talvolta la dicitura "revolver": cal. .380 Revolver (creato nel 1868 e prodotto fino ad oggi), cal. .380 ordinanza inglese, cal. .450 Revolver, cal. .320 Revolver, cal .476 Enfield, cal. .455 Webley. I calibri .380 e .320 Revolver compaiono poi nelle due versioni lungo o corto. Anche in questo caso giova ripetere che le misure sono puramente nominali; 380 millesimi di pollice equivalgono a 9,56 mm, ma in effetti il proiettile ha un diametro di circa 9,15 mm; 320 millesimi di pollice equivalgono a 8,12 mm, ma il proiettile ha un diametro tra i 7,7 e i 7,8 mm. Rari sono i calibri americani per revolver indicati in millesimi di pollici; il più noto è il 357 Smith & Wesson Magnum. Le cartucce americane infatti, di regola esprimono il calibro in centesimi di pollice (prima del numero si può mettere il punto, per indicare che si è omesso lo zero, secondo l'uso americano oppure si può scrivere senza il punto). Poiché i maggiori fabbricanti di revolver sono le ditte Colt e Smith & Wesson, le più comuni cartucce portano il loro nome e quindi si hanno le seguenti denominazioni: .32 Colt, .32 Colt New Police, .38 Colt lungo, .41 Colt lungo, .45 Colt, .32 S&W, .38 S&W, .38 S&W Special, .44 S&W; oltre ad esse, senza indicazione dell’arma, tutta la serie di munizioni potenziate, dette Magnum: .357 Magnum:, .41 Magnum:, .44 Magnum:, ecc. Non si deve confondere il calibro .38, ora visto, con la pistola semiautomatica P-38 (= Pistole 1938) che, ovviamente, usa munizioni per pistola. Calibri delle munizioni per pistola Mentre per le rivoltelle ogni munizione ha un unico nome, per le pistole avviene che la stessa cartuccia abbia nomi differenti a seconda del paese di produzione e dell’arma in cui è stata impiegata. Di regola l’indicazione tecnicamente più esatta è quella formata da due numeri, il primo dei quali indica il calibro, il secondo la lunghezza del bossolo; usualmente però si indica solo la prima cifra, aggiungendovi, come per i revolver, diciture varie. I calibri più comuni sono: - Cal. 6,35 mm Browning o 6,35 x 15,8 Browning; in America viene chiamato .25 ACP (Auto Colt Pistol) o .25 AP - Cal. 7,63 mm Mauser; in America è chiamato .30 Mauser - Cal. 7,65 mm Browning o 7,8 x 17,5 Browning; in America è detto .30 Browning o .32 ACP - Cal. 7,65 mm Parabellum o 7,65 Luger o, in America, .30 Luger - Cal. 8 mm Roth-Steyer o 8,2 x 18,8 Roth - Cal. 9 mm corto o 9 mm Short o 9 mm Short Browning o 9 mm x 17; in America: .38 Colt Auto o .380 ACP o .380 AP; era la cartuccia della pistola Beretta mod. 34 in uso all’esercito italiano fino agli anni ottanta. - Cal. 9 mm lungo o 9 x 19 o 9 mm Parabellum o 9 mm Luger; è la cartuccia usata in Italia e in molti paesi per le pistole mitragliatrici e per pistole semiautomatiche in dotazione alla polizia o ad eserciti. Il nome Luger deriva dal fatto di essere stata realizzata per la pistola creata da Georg Luger, poi diventata famosa come P-08; il nome Parabellum è di origine commerciale dal noto proverbio latino. -Cal 9 mm Steyer o 9 mm Mannlicher -Cal. 38 Auto Pistol o 38 ACP -Cal. 45 Auto M11 o 45 ACP o 45 Colt Automatic; è la cartuccia della pistola d’ordinanza americana e di alcune loro pistole mitragliatrici. -Cal. 9 x 21 (in uso solo in Italia per motivi giuridici) -Cal 45 HP (in uso solo in Italia per motivi giuridici) Calibri delle munizioni per fucili a canna rigata In Europa il calibro delle cartucce per fucili a canna rigata, salvo quelli a percussione anulare cal. 22, già visti, viene indicato con due cifre: la prima indica il calibro nominale, la seconda la lunghezza del bossolo, così che si avranno, ad esempio i calibri 6,5 x 57, 7x 64, 7,5 x 55 (ordinanza svizzera), 7,62 x 63, 8 x 57 (ordinanza tedesca per il fucile Mauser mod ‘98), 6,5 x 52 (ordinanza italiana per il fucile mod ‘91), ecc. In alcuni casi, in aggiunta alla seconda cifra o in sua sostituzione, viene usato il nome dell’ideatore o del fabbricante: 7 mm von Hofe, 7 x 51 Sup. S&H, 6,5 Remington Magnum ecc. Gli americani usano diversi sistemi non bene coordinati. In genere si ha l’indicazione del calibro in millesimi di pollice, seguito dal nome dell’inventore o del fabbricante: .222 Remington, .224 Weatherby, .223 Winchester, .250 Savage, .270 Weatherby, .303 British (cioè ordinanza inglese), ecc. Altre volte sono state conservate denominazioni tradizionali che non hanno più alcun significato: ad esempio nella cartuccia .30-30 la seconda cifra indica la carica di polvere nera, espressa in grani, usata anticamente; però attenzione: la cartuccia .30-06 (che corrisponde al calibro europeo 7,62 x 63 mm) si chiama così perché adottata nel 1906; la cartuccia .30 M1 Carbine trae il nome dall’essere stata destinata alla carabina mod. M1. In rari casi, come quello appena visto, e per il cal. 308 Winchester, corrispondente al cal. 7,62 Nato di impiego militare, accade che vi sia una duplice denominazione. Oltre alla denominazione ufficiale del calibro, la cartuccia può essere ulteriormente specificata mediante indicazioni aggiuntive relative al bossolo (flangiato, con o senza collarino, a bottiglia, ecc.) o al proiettile (mantellato, semimantellato, a punta molle, a punta piatta, wadcutter, ecc.). Il peso del proiettile non entra a far parte della individuazione del calibro perché può variare. Fucile ad ago Il fucile ad ago venne inventato dal prussiano Johann Niklaus von Dreyse (1787- 1868) che anche lo realizzò. Egli nel 1824 aveva fondato una fabbrica di capsule per fucili a percussione a Sömmerda e si accorse che gli inneschi esplodevano anche per effetto della percussione di un ago. Costruì (1827) quindi una cartuccia che conteneva anche l'innesco, ma il caricarla dalla bocca dell'arma con la bacchetta era troppo pericoloso. Decise così di creare un sistema a retrocarica. L'arma fu perfezionata per molti anni e solo nel 1841 vene acquistata in 60.000 esemplari dall'esercito prussiano. Essere rimasero nascoste nell'arsenale di Berlino fino ai moti del 1848, forse per ragioni di segretezza. Comunque solo nel 1866 venne riconosciuto come un valido sistema di arma a retrocarica. l merito di Dreyse è anche quello di aver costruito il primo otturatore alla base delle armi di ordinanza di fine ottocento. La cartuccia è cilindrica, di carta, riempita per la metà di polvere, su cui è posto l'innesco; la palla è posta al di sopra di questo e la cartuccia era poi chiusa come un sacchetto. L'ago perciò doveva perforare la base della cartuccia, raggiungere l'innesco attraverso la polvere (si dovette studiare un sistema per far sì che l'ago retrocedesse dalla cartuccia per nno essere "bruciato" dalla deflagrazione). Il funzionamento era il seguente: si apriva l'otturatore e si inseriva la cartuccia nella camera; chiudendo l'otturatore veniva compressa la molla dell'ago e l'arma era pronta per lo sparo. L'arma non disponeva di un sistema efficiente di tenuta dei gas, in quanto l'otturatore era semplicemente premuto contro contro la volata della canna che presentava una rastrematura conica. Però dietro alla cartuccia, attorno al tubicino di guida dell'ago, era ricavata una camera in cui si espandevano i gas di scoppio,così che l'allargamento della canna fosse eguale a quello della testa dell'otturatore, in quanto sottoposti alla stessa pressione Fucile a ripetizione 1 - Copricanna; 2 - Asta della cassa; 3 - Baionetta; 4 - Ritto dell'alzo; 5 - Molla dell'alzo; 6 - Cursore dell'alzo; 7 - Estrattore; 8 - Otturatore con manubrio; 9 - Percussore; 10 - Bottone del percussore; 11 - Vite del calciolo; 12 - Calciolo; 13 - Calcio con maglietta; 14 - Vite del ponticello; 15 - Ponticello o guardamano; 16 - Grilletto; 17 - Fermo dell'otturatore; 18 - Leva di scatto; 19 - Suola; 20 - Molla dell'elevatore; 21 - Elevatore; 22 - Canna con castello (o con culatta o telaio); 23 - Fissaggio del copricanna; 24 - Fascetta intermedia; 25 - Fascetta anteriore; 26 - Canna;. La strozzatura A - Foratura normale choke. B - Foratura a nicchia. C - Foratura Skeet nr. 2 D - Foratura ad arco acuto. E - Foratura a campana. F - Foratura Skeet nr. 1 Un tempo le canne lisce per il tiro a pallini erano tutte cilindriche ed avevano il difetto di produrre rosate irregolari con pallini molto dispersi. La scoperta che si poteva migliorare il tiro con un restringimento della parte finale della canna (strozzatura) sembra sia da ascrivere agli americani F. Kimball e C. Askins (1870), anche se gli inglesi si vantano di un brevetto anteriore. Ad ogni modo il primo a mettere in commercio un fucile con strozzatura è stato l'inglese W. W. Greener. Più propriamente si dovrebbe parlare di diversi metodi di foratura della canna al fine di ottenere forature cilindriche o forature strozzate o forature allargate o inverse (figura, lett. E ed F). Foratura cilindrica Le canne così forate hanno lo stesso diametro per tutta la loro lunghezza, dalla fine della camera di cartuccia fino alla volata. La copertura a 35 metri su di un cerchio di 75 cm di diametro è del 35-40%, insufficiente per usi venatori. Foratura cilindrica migliorata o "concentrica" La canna ha per tutta la sua lunghezza un andamento conico e si restringe appena solo in volata. A distanza normale si ha una copertura del 45-50%. Foratura choke o strozzata È la più comune; in essa la canna è cilindrica fino a circa 5-8 cm dalla volata, poi è conica per un breve tratto e continua cilindrica fino alla volata. La borra viene rallentata dal restringimento e non interferisce con la rosata e i pallini esterni vengono trattenuti uniti a quelli centrali con un miglioramento generale della rosata. La differenza tra i diametri dei due tratti di canna, prima e dopo il tratto conico, dànno la misura della strozzatura così che per il calibro 12 si avranno: - Full-choke (strozzatura piena, un asterisco) con un restringimento da 0,75 ad un massimo di 1,0 mm. (in genere 0,875 mm); Tre quarti-choke (improved modified choke, due asterischi) con un restringimento da 0,55 ad un massimo di 0,875 mm (di solito 0,76 mm); Mezzo-choke (half-choke o modified choke, tre asterischi) con un restringimento da 0,38 ad un massimo di 0,5 mm (di solito 0,45 mm);- Un quarto-choke (quarter-choke o skeet nr. 2, quattro asterischi) con un restringimento, di solito, di 0,25 mm. ttenzione: i valori in decimi di millimetro indicati variano a seconda del calibro; in una canna cal 20 il restringimento per il full-choke sarà di 78 decimi di millimetro.Questi dati sono però solo orientativi per i costruttori, ciascuno dei quali usa sue proprie misure in modo da ottenere la copertura che ci si attende da quel grado di strozzatura; quindi al produttore non bisogna mai richiedere una strozzatura di tanti decimi di millimetro, ma solo il grado di strozzatura desiderato. a copertura sul bersaglio, inoltre, non continua ad aumentare quanto più si restringe la canna e per ogni canna vi è un valore oltre il quale un aumento della strozzatura peggiora solamente la rosata. Vi sono numerosi tipi di forature strozzate. La più diffusa è ovviamente la strozzatura normale. In Germania sono state sperimentate la foratura ad arco acuto, senza alcun tratto finale cilindrico, e la foratura a nicchia, però senza successo commerciale. Quest'ultima però trova applicazione quando si debba ricreare la strozzatura in una canna accorciata, o modificare una canna cilindrica, sempre che vi sia a disposizione uno spessore sufficiente. Strozzature skeet Queste sono state studiate per il tiro skeet in cui si richiede maggior dispersione a breve distanza. La foratura skeet nr. 1 è una foratura normale choke in cui il tratto finale si allarga verso la volata tanto da avere alla fine un diametro maggiore di quello della parte cilindrica della canna. La foratura skeet nr. 2 è la strozzatura di "un quarto-choke". La strozzatura ha effetto diverso a seconda del diametro dei pallini fino a quelli di 3,5 mm. Oltre tale misura l'effetto quasi sparisce e conviene usare strozzature minine. on una buona strozzatura si ottengono coperture sul bersaglio del 70-75% e talvolta fino allo 80%. Le strozzature per fucili da tiro devono essere particolarmente curate. In via approssimativa si può ritenere che a seconda della strozzatura si abbiano le seguenti coperture a 35 metri di distanza: Full choke 70% Tre quarti 65% Mezza 60% Un quarto - Skeet nr. 2 55% Cilindrica migliorata 50% Cilindrica 35-40% Skeet nr. 1 40-45% Fermo restando, si ripete, che ciò che conta non è la misura della strozzatura, ma il risultato concreto sul bersaglio; poco importa come il costruttore ha ottenuto il buon risultato e se la strozzatura è di 8 decimi o di 3 decimi! In una doppietta da caccia la strozzatura va scelta in relazione alle prevedibili distanze di tiro. Un tempo era dimostrato statisticamente che il primo colpo veniva sparato sui 25 metri ed il secondo sui 35 metri; si consigliava quindi una canna da 4 asterischi (o stellette o cerchietti o +) a destra e una da tre o da due asterischi a sinistra. Se si prevede di sparare a 35-40 metri la seconda canna potrà anche essere full-choke. Per tiri a distanze minori o maggiori non è sufficiente lavorare sulla strozzatura della canna ma occorre far ricorso a munizioni speciali con dispersore o concentratore dei pallini. Per il tiro a palla asciutta gli esperimenti compiuti da Brenneke hanno dimostrato che la miglior precisione si ottiene con la foratura normale. A ciascuno il suo: il contenuto di questa pagina è stato preso dal Waffenlexikon di Lampel- Marhold Atlante storico delle armi lunghe In questo sezione ho raccolto un ampio assortimento di immagini di armi lunghe militari. I modelli illustrati sono 550 tra fucili a ripetizione ordinaria, fucili semiatomatici ed automatici, pistole mitragliatrici e fucili di assalto. Le immagini sono tratte dal libro russo di A.B. Juk, ripubblicato a Mosca nel 1994. Mi risulta che sia poi stato ripubblicato in Cecoslovacchia nel 1997. Ritengo che esse non siano coperte da coyright perché all'epoca in cui sono state pubblicate per la prima volta, l'Unione Sovietica non aderiva alle convenzioni. internazionali sul diritto d'autore. Se mi sono sbagliato, me ne scuso e sono a disposizione degli aventi diritto per ogni chiarimento. Alessandro Borisovich Juk è nato in Ucraina nel 1922 ed è stato disegnatore e grafico per le forze armate sovietiche. Questo suo libro ebbe grande successo ed egli ottenne un premio importante. Stato Argentina Fucili a ripetizione manuale Fucili semiautomatici 564.htm Australia Pistole mitragliatrici Fucili d'assalto 630.htm 691.htm 629.htm 691.htm Austria 562.htm 612.htm 630.htm 691.htm Belgio 564.htm 614.htm 632.htm 693.htm Brasile 565.htm 633.htm 694.htm Canada 578.htm Cecoslovacchia 597.htm 709.htm 619.htm 670.htm 725.htm 602.htm Cile 597.htm 671.htm Cina 579.htm 654.htm 709.htm 642.htm 701.htm 602.htm Columbia 579.htm Costa Rica 579.htm Danimarca 573.htm 612.htm 616.htm Egitto 575.htm 646.htm Estonia 675.htm Finlandia 593.htm 619.htm 669.htm 723.htm Francia 593.htm 614.htm 669.htm 723.htm 619.htm Germania 570.htm 612.htm 602.htm 616.htm Giappone 601.htm Grecia 573.htm 638.htm 696.htm 676.htm 729.htm India 703.htm Indonesia 646.htm Inghilterra 565.htm Iran 575.htm Israele Italia 578.htm 612.htm 635.htm 694.htm 646.htm 701.htm 650.htm 705.htm 616.htm Iugoslavia 599.htm 675.htm Lussemburgo 654.htm Messico 581.htm Norvegia 583.htm Olanda 581.htm Paraguay 583.htm Perù 583.htm 654.htm Polonia 583.htm 656.htm Portogallo 585.htm 656.htm Repubblica Araba 612.htm 654.htm 710.htm 617.htm 676.htm Rep. Dominicana 585.htm Russia 586.htm 614.htm 602.htm 617.htm 656.htm 712.htm 659.htm 714.htm 589.htm Singapore Spagna 710.htm 701.htm Romania Siam 712.htm 712.htm 576.htm 648.htm 701.htm 704.htm Svezia 598.htm 621.htm 675.htm 727.htm Svizzera 597.htm 621.htm 673.htm 725.htm Tailandia 722.htm Taiwan 722.htm Turchia 591.htm 668.htm Ungheria 568.htm 636.htm Uruguay Usa 669.htm 589.htm 614.htm 664.htm 619.htm Venezuela Vietnam 696.htm 570.htm 636.htm 719.htm Argentina 2-1 - Mauser 1891 2-2 - Mauser 1891, carabina 2-3 - Mauser 1909 2-4 - Mauser 1909, carabina Belgio 3-1 - Mauser 1889 3-2 - Mauser 1889, Belgio 3-3 - Mauser 1889/1936 Austria 65-1 - Steyer-Solothurn SI-100 65-2 - Steyer MP-69 65-3 - Collimatore per MP-69 ??? 65-4 - AUG 77 Argentina 66-1 - Halcon M1943 66-2 - Halcon M1946 66-3 - Hafdasa Z4 (Hispano Argentina Fabrica de Automoviles) 66-4 - Halcon ML 57 1889/1936 FUCILI D'ASSALTO Australia 100-1 - LI -A1-F1 100-2 - LI A1 100-3 - SAR Austria 101-1 - Mod. 58 101-2 - AUG Argentina 102-1 - FARA-83 PISTOLE MITRAGLIATRICI - MODELLI BASE Australia 64-1 - Sten MK I 64-2 - Sten MK II 64-3 - Owen MK I/42 64-4 - Owen MK I/43 64-5 - X3 (F1), del 1962 Austria 1-1 Mannlicher 1885 1-2 Mannlicher 1889 1-3 Mannlicher 1890 carabina per cavalleria 1-4 Mannlicher 1895 1-5 Mannlicher 1895 carabina 1-6 Mannlicher 1895 Stutzen 1-7 Mannlicher 1895 carabina La carabina Steyer mod. 1890 è il capostipite della serie Mannlicher mod. 1895, cal. 8x52 R, caricatore di 5 colpi. Furono prodotte dalla OEWG STEYR e dall'arsenale di Budapest Russia 48-1 - Roscshepej o Rostschepej o Roshchepey 1905 48-2 - Fiodorov 1907/13 (anche Fjodorow o Federov) 48-3 - Fiodorov 1916, automatico USA 49-1 - Browning 1918 Francia 50-1 - RSC (o RSZ?) 17 50-2 - RSC 18 Belgio 51-1 - FN ABL M49 Argentina (segue) 66-5 - MEMS M-52/60 66-6 - MEMS M-67 66-7 - PA-3-DM Belgio 67-1 - RAN 67-2 - Vigneron M2 del 1953 67-3 - Uzi 67-4 - FN P90 Belgio 103-1 - FN FAL 103-2 - FN FAL (1958) 103-3 - FN FAL 103-4 - FN FAL (1964) 103-5 - FN KAL 103-6 - FNK 3-4 - Mauser 1924/30 3-5 - Mauser 1924/30, carabina Brasile 4-1 - Mauser 1908 4-2 - Mauser 1912/1933 Inghilterra 5-1 - Lee-Metford Mk II 5-2 - Lee-Enfield Brasile 68-1 - ENARM MSM 68-2 - ENARM MSM 68-3 - IMBEL (Industria de Material Belico de Brasil) MD-1 68-4 - IMBEL MD-2 68-5 - IMBEL MD-2 A1 68-6 - LAPA CM mod. 2 68-7 - M9 M1-KEV 68-8 - Uru Brasile 104-1 - IMBEL MD1 104-2 - IMBEL MD1 104-3 - LAPA FA mod. 03 Inghilterra 105-1 - L1 A1 105-2 - IV e LSV 105-3 - L85 A1 Canada 114-1 - FN K1 114-2 - FN K2 Cina 115-1 - Tipo 56 115-2 - Tipo 68 Cecoslovacchia 33-1 - Mauser mod. 23 33-2 - Mauser mod. 24 33-3 - Modello 16/33, carabina per polizia Cile 34-1 - Mauser 1895 34-2 - Mauser 1895, fucile corto 34-3 - Mauser 1895, carabina Svizzera 35-1 - Schmidt-Rubin 1889 35-2 - Schmidt-Rubin 1889/1900 35-3 - Carabina cavalleria 1893 USA Finlandia Francia Cecoslovacchia 57-1 - Pedersen 1922 57-2 - Thomson 1923 58-1 - Lathi L-36 (Pelo) 59-1 - M1949 (MAS-49) 59-2 - M1949/56 60-1 - Krnka, 1920 60-2 - Modello S 1929 57-3 - Garand 1936 (M1) 57-4 - Johnson 1941 9) Francia (segue) 91-5 - Jevarm 91-6 - Hotchkiss Universal 60-3 - ZK-29 (ZN-29) Cecoslovacchia 92-1 - SK-383 92-2 - SK-247 92-3 - SK-466 92-4 - SK-467 Francia (segue) 127-3 - FA MAS Cleron Cecoslovacchia 128-1 - Mod 52 o prototipo??? 128-2 - Mod. 58 R 128-3 - Mod. 58V Svizzera 129-1 - SG510-4 Cecoslovacchia 33-1 - Mauser mod. 23 33-2 - Mauser mod. 24 33-3 - Modello 16/33, carabina per polizia Cile 34-1 - Mauser 1895 34-2 - Mauser 1895, fucile corto 34-3 - Mauser 1895, carabina Svizzera 35-1 - Schmidt-Rubin 1889 35-2 - Schmidt-Rubin 1889/1900 35-3 - Carabina cavalleria Cecoslovacchia (segue) 92-5 - SK-476 92-6 - SK-476 92-7 - SK-47 92-8 - Modello 23 92-9 - Modello26 92-10 - Modello 61 (Skorpion) Cile 93-1 - Famae Canada (segue) 15-4 - Ross 1905 Mark II Giappone 16-1 - Mauser Typ 88, cal 7,92 mm 16-2 - Mauser Nuova Asia 16-3 - Mauser Cian Kaishi Columbia 17-1 - Mauser mod. 12 cal 7 mm. Costa Rica 18-1 - Mauser 1910 cal. 30-06 Cina 79-1 - Pulemet mod. II 79-2 - Tipo 85 Lussemburgo 80-1 - SOLA (Societé Luxembourgeoise d'Armes) Messico 81-1 - Mendoza XM-3 81-2 - Mendoza XM-3 Perù 82-1 - MGP-84 82-2 - MGP-87 Giappone (segue) 38-7 - Arisaka mod. 38, carabina 38-8 - Tipo "I" 38-9 - Arisaka mod. 44, carabina 38-10 - Arisaka mod 99 38-11 - Arisaka mod 02 Germania Cina Russia Dopo il 1945 40-1 - Tipo Mauser 43 41-1 - Simonov MKS-16P-47 39-1 - Carabina 1945 Cecoslovacchia 42-1 - P6 1950 Germania (segue) Grecia Danimarca 8-16 - Volksgewehr VG 2 9-1 - Mannlicher-Schonhauer 1903/14 9-2 - Mannlicher-Schonhauer 1903, carabina 10-1 - Krag-Jorgensen 1889 8-17 - Volksgewehr VG K-98 carabina 10-2 - Krag-Jorgensen 1889, carabina Germania (segue) 72-16 - Walther MP-L 72-17 - Walther MP-K 72-18 - Heckler-Koch MP 5A2 72-19 - Heckler-Koch MP 5A3 72-20 - Heckler-Kock MP 5K 72-21 - Heckler-Koch MP 5A1 72-22 - Heckler-Koch 5K A5 72-23 - Heckler-Koch MP 5K-PDV Danimarca 73-1 - Mauser 1945 Danimarca 108-1 - Madsen M62 Repubblica Dominicana 109-1 - Cristobal M2 109-2 - M1962 (carabina automatica) 109-3 - Mod. 1962 Israele 110-1 - FN FAL 110-2 - Galil ARM Germania 52-1 - G-41M 52-2 - G-41B 52-3 - G-43 52-4 - FG-42, primo mod. 52-5 - FG-42, secondo mod. Danimarca 53-1 - Madsen-Ljungman Italia 54-1 - Scotti mod. 1931 54-2 - Beretta, mod. 1931 Danimarca (segue) 10-3 - Krag-Jorgensen 1889, carabina per cavalleria 10-4 - Krag-Jorgensen M1928 fucile sniper 10-5 - Madsen mod. 47/53 10-6 - Madsen-Larsen 10-7 - Mauser M52 Egitto 11-1 - Mauser 98 Iran 12-1 - Mauser M98/29 12-2 - Mauser M98/29, carabina 12-3 - Mauser M49, carabina Egitto 74-1 - Akaba Israele 75-1 - Uzi 75-2 - Mini Uzi 75-3 - Micro Uzi Indonesia 76-1 - Mod. 8 1957 76-2 - Beretta 38-49 76-3 - Star Svezia 95-1 - M37-39F (Suomi) 95-2 - Mod. 45 Estonia 96-1 - Tallin-Arsenal Iugoslavia 97-1 - Mod. 49-57 97-2 - Mod. 56 Turchia (segue) Finlandia Francia 30-3 - Mauser 1905, carabina 30-4 - Mauser M88/35 30-5 - Lebel 1907/15, carabina 31-1 - Moisin M27 31-2 - Moisin M28 31-3 - Moisin M28/30 31-4 - Moisin M39 32-1 - Lebel M1886/93 32-2 - Lebel M1886 P-35 carabina 32-3 - Lebel 1892 carabina Uruguay 89-1 - Modello 1945 (Beretta M 1938A) Finlandia 90-1 - Suomi M-31 90-2 - Jati-Matic 90-3 - Jati-Matic Francia 91-1 - MAS-38 91-2 - MAT-49 91-3 - MGD 91-4 - MGD Finlandia 126-1 - M60 126-2 - M71 S 126-3 - M76 B 126-4 - M76 T 126-5 - Valmet M82 Francia 127-1 - MAS 127-2 - MAK Ungheria (segue) 6-3 - Mannlicher M43 Venezuela 7-4 - Mauser M 24 Germania 8-1 - Fucile 88, o Gewehr (Mauser) 88 8-2 - Carabina 88 8-3 - Particolare del mod. 91 8-4 - Fucile 98, I mod.,(Mauser 98) 8-5 - Fucile 98, II mod. Vietnam (segue) 71-1 - MAT 7,62 mm Germania 72-1 - Bergmann 1918 MP18 72-2 - MP28/II 72-3 - MP19 72-4 - MP34/I Inghilterra (segue) 105-4 - L85-A1 con cannocchiale 105-5 - SA-80 Ungheria 106-1 - AKM 106-2 - AMD Germania 107-1 - MKB-42V Giappone 38-1 - Murata mod. 22, variante A (sotto quella B) 38-2 - Murata mod. 22, carabina 38-3 - Arisaka mod. 30 38-4 - Arisaka mod. 30, carabina 38-5 - Arisaka mod.35 38-6 - Arisaka mod.38 Repubblica araba 98-1 - VXP 98-2 - VW-84 Giappone 99-1 - Bergmann 1920 99-2 - Tipo 100 o Tipo 0 99-3 - 8 mm, Tipo II 99-4 - 8 mm. Tipo II 99-5 - Mod. 65 99-6 - Mod. 66 Giappone 132-1 - Tipo 64 132-2 - Tipo AR-18 Israele (segue) 110-3 - Galil SAR 110-4 - Galil (7,62x51) 110-5 - Galil SAR 110-6 - Galil (5,56x45) India 111-1 - Tipo Kalashnikov 111-2 - Tipo Kalashnikov Inghilterra 69-1 - Lanchester MKI 69-2 - Sten MKI 69-3 - Sten MK2 69-4 - Sten Mk3 69-5 - Sten MK IV, mod A 69-6 - Sten MKIV mod. B 69-7 - Sten MKV Spagna (segue) 77-6 - Star Set-70B 77-7 - Star Set-84 77-8 - Z-2 Italia 78-1 - Revelli 1915 78-2 - OVP (Villar Perosa) 78-3 - Beretta M1918 78-4 - Beretta M1918-30 Italia 113-1 - BM 59 MK1 113-2 - BM 59 MKII 113-3 - BM 59 MKIII 113-4 - Beretta P30 M781 (carabina) Svezia (segue) 36-3 - Mauser M38 36-4 - Mauser M40 Jugoslavia 37-1 - Mauser 1910 (Mauser serbo) 37-2 - Mauser 1924 37-3 - M95 37-4 - M90T 37-5 - M1948 Messico 19-1 - Mauser 1902 cal. 7 mm. 19-2 - M1936 19-3 - M1954 Olanda 20-1 - Mannlicher 1895, cal. 6,5 mm 20-2 - Mannlicher 1895 carabina cavalleria 20-3 - Mannlicher 1895 carabina per gendarmeria 20-4 - Mannlicher 1895, carabina nr. 1 20-5 - Mannlicher 1895, carabina nr. 3 20-6 - Mannlicher 1895, carabina nr. 4 Norvegia 21-1 - Krag-Jorgensen 1894, 6,5 mm 21-2 - Krag-Jorgensen M95, carabina 21-3 - Krag Jorgensen M12 carabina Paraguay 22-1 - Mauser 1907 Perù 23-1 - Mauser M32 Polonia 24-1 - Carabina 98 (Mauser 1924) Cina (segue) 115-3 - Tipo PQ (copia M16 A1 americano) Corea 116-1 - Devu MARK I 116-2 - Devu Mark II Olanda 117-1 - FN FAL 117-2 - MN-I Repubblica Araba 118-1 - Rashid Polonia 83-1 - Modello 1939, "Mors" 83-2 - M1943/52 83-3 - Modello 63 (P-63) Portogallo 84-1 - FMBP mod. 948 84-2 - FMBP mod. 976 Romania 85-1 - Orita, 1941 di L. Jasek Polonia 119-1 - PMK-DGN-60 Romania 120-1 - AKM 120-2 - Tipo Kalashnikov 120-3 - Mini-Dragunov Singapore 121-1 - SAR-80 Polonia (segue) 24-2 - Modello 98a (Mauser 1898) o .... 1922 24-3 - M 91/98/25 24-4 - Mauser M29 Portogallo 25-1 - Mauser Vergueiro 1904, cal. 6,5 mm 25-2 - Mauser Vergueiro 1904, carabina Romania 26-1 - Mannlicher 1892 cal. 6,5 mm. Italia (segue) 54-3 - Breda, mod. 1935 Repubblica Araba 55-1 – Hakim Russia 56-1 - Degtyarev 1930 56-2 - Konovalov 1925 56-3 - Tokarev 1930 56-4 - Tokarev 1935 56-5 - Simonov 1931 Italia (segue) 54-3 - Breda, mod. 1935 Repubblica Araba 55-1 - Hakim Russia 56-1 - Degtyarev 1930 56-2 - Konovalov 1925 56-3 - Tokarev 1930 56-4 - Tokarev 1935 56-5 - Simonov 1931 Romania (segue) 26-2 - Mannlicher 1893 (carabina 6,5 mm) 26-3 - Mannlicher 1893 (carabina 8 mm) 26-4 - Mannlicher 1893, carabina Russia 27-1 - Fucile S.I. 1887 27-2 - Fucile sperimentale S.I. 27-3 - Fucile Pagana Russia 86-1 - Tokarev 1927 86-2 - Degtiarev 1929 86-3 - Korovin 1930 86-4 - Degtiarev 1931 86-5 - Spitalnii 1940 Russia 122-1 - SKS 122-2 - SKS 122-3 - AK-47 122-4 - AKS-47 122-5 – AKM Russia (segue) 27-12 - Moisin 1891/1930, sniper 27-13 - Moisin carabina 1938 27-14 - Moisin carabina 1944 27-15 - Winchester 1895 Siam 28-1 - Mauser 1908 USA 29-1 - Krag-Jorgensen 1893 29-2 - Remington-Lee 29-3 - Remington-Lee, carabina Russia (segue) 27-12 - Moisin 1891/1930, sniper 27-13 - Moisin carabina 1938 27-14 - Moisin carabina 1944 27-15 - Winchester 1895 Siam 28-1 - Mauser 1908 USA 29-1 - Krag-Jorgensen 1893 29-2 - Remington-Lee 29-3 - Remington-Lee, carabina Spagna 13-1 - Mauser 1893 13-2 - Mauser 1983 (fucile corto) 13-3 - Mauser 1895, carabina 13-4 - Mauser 1916 13-5 - Mauser Standard 13-6 - Mauser 98/43 Spagna 77-1 - Ru-35 77-2 - Star Z-45 77-3 - Parinco, mod. 3R 77-4 - Fontbernat 77-5 - Star Set 62 Spagna 112-1 - CETME mod. B 112-2 - CETME mod. Z 112-3 - CETME mod. L 112-4 - CETME mod. L 112-5 - CETME mod. LK Svizzera (segue) 35-4 - Schmidt-Rubin (o Rubin-Schmidt) 1905, carabina 35-6 - Schmidt-Rubin 1911 35-7- Schmidt-Rubin 1931 Svezia 36-1 - Mauser 1896 36-2 - Mauser 994, carabina Cecoslovacchia (segue) 60-4 - SK-420 (ZK-420). cal 7,92 mm 60-5 - SK-420 (ZK-420). cal 7,00 mm Svizzera 61-1 - SIG SK-46 61-2 - SIG AK-53 61-3 - SIG AM-55 61-4 - M-57 Svezia 62-1 - Madsen-Ljungmann 1942 62-2 - Madsen-Ljungmann 1943 63-1 - Tipo 5 Svizzera (segue) 129-2 - SG-540 129-3 - SG-543 129-4 -SG-542 129-5 - SIG-550 o Sturmgewehr 90 129-6 - Mod. W + FC-42 Svezia 130-1 - MKS (fucile) 130-2 - MKS (carabina) 130-3 - FFW-890 Svizzera 94-1 - Mod. 1934 94-2 - Mod. 41/44 94-3 - MP-46 94-5 - MP-310 USA (segue) 123-18 - Steyr-Mannlicher 123-19 - AAI 123-20 - Colt 123-21 - Heckler e Koch Tailandia 124-1 - RPS-001 Taiwan 125-1 - Tipo 65 29-4 - Lee Navy M 1895 29-5 - Springfield 1903 (Carabina 30-03) 29-6 - Springfield 1903 (Carabina 30-06) 29-7 - Springfield M1903 A1 29-8 - Springfield M1903 A1 29-9 - Springfield M1903 A3 29-10 - M1917 Turchia 30-1 - Mauser M 890 30-2 - Mauser M1903 USA (segue) 87-19 - MK-760 87-20 - FMG 87-21 - Ares FMG 87-22 - Viking 87-23 - Marlin mod. 9 ???? 87-24 - Reising mod. 60 Turchia 88-1 - Mod. 1968 Inghilterra (segue) 5-9 - Lee-Enfield nr. 1 Mark V 5-10 - Lee-Enfield nr. 4 Mark I 5-11 - Lee-Enfield nr. 4 Mark I (fucile standard) 5-12 - Lee-Enfield nr. 5 Mark I (Jungle-Carbine) Ungheria 6-1 - Mannlicher 33M 6-2 - Mannlicher M 35 Inghilterra (segue) 69-8 - Sterling MK1 69-9 - Sterling L2 A3 69-10 - Sterling MK7 69-11 - V42 Ungheria 70-1 - 39M 70-2 - 43M 70-3 - "Danuvia" 70-4 - Mod.53 Vietnam 71-1 - K-50M USA 87-1 - Pedersen 1917-18 87-2 - Thomson 1921 87-3 - Thomson 1928 87-4 - Thomson M1 USA 123-1 - Garand M1 123-2 - Garand M1 A1 123-3 - Garand M2 123-4 - Ruger Mini 14 123-5 - Ruger Mini 14-20 GB 123-6 - Ruger AK-56F 123-10 - M665 123-11 - KAR-15 ARMI DA FUOCO CORTE In questo sezione intendo raccogliere un ampio assortimento di immagini di armi corte. I modelli illustrati sono 565 per le rivoltelle e 886 per le pistole. Le immagini sono tratte dal libro russo "Revolver e pistole" di A.B. Juk, pubblicato a Mosca nel 1983. Ritengo che esse non siano coperte da coyright perché all'epoca l'Unione Sovietica non aderiva alle convenzioni internazionali sul diritto d'autore. Se mi sono sbagliato, me ne scuso e sono a disposizione degli aventi diritto per ogni chiarimento. Alessandro Borisovich Juk è nato in Ucraina nel 1922 ed è stato disegnatore e grafico per le forze armate sovietiche. Questo suo libro ebbe grande successo ed egli ottenne un premio importante. Esso è stato ripubblicato in Inghilterra nel 1995, con aggiunta di molte immagini (oltre 2500 in totale) e note e con una veste grafica diversa, con il titolo: A.B. Zhuk, The Illustrated Encyclopedia of Handguns, Greenhill Books, London. Le armi sono divise per nazione di origine. I numeri individuano l'arma nella pagina che si visualizza cliccando sul link. Il primo dei due numeri individua anche la nazione di origine dell'arma e perciò, ad esempio, pistole che iniziano con il nr. 33 sono tutte tedesche. Rivoltelle 1- Austria 2 - Belgio Pistole 26 - Austria Pistole 9 - Olanda 28 - Argentina 54 - Iugoslavia 29 - Belgio 42 - Messico 39 - Canada 43 - Norvegia 3 - Brasile 17 - Cecoslovacchia Rivoltelle 10 - Polonia 44 - Polonia 50 - Cecoslovacchia 11 - Portogallo 51 - Cile 12 - Romania 40 - Cina 13 - Russia 45 - Russia 41 - Corea 7 - Spagna 37 - Spagna 48 - Finlandia 14 - Stati Uniti 46 - Stati Uniti 16 - Francia 49 - Francia 19 - Svezia 53 - Svezia 5 - Germania 33 - Germania 18 - Svizzera 52 - Svizzera 20 - Giappone 55 - Giappone 15 - Turchia 47 -Turchia 4 - Inghilterra 34 - Danimarca 31 - Ungheria 30 - Inghilterra 32 - Vietnam 35 - Indonesia 21 - A spillo 36 - Iran 22 - Bulldog 6 - Israele 8 - Italia 23 - Velodog 38 - Italia 24 - Copia S &W 25 - Vari 56 - Sconosciute Austria - Revolver • • • • • • • • • • • • 1-1 - Gasser mod. 1870 1-2 - Gasser mod. 1870/1874 1-3 - Gasser montenegrino 1-4 - Gasser-Kropatschek mod. 1870 1-5 - Gasser mod. 1873 1-6 - Gasser mod. 1880 1-7 - Gasser di produzione belga 1-8 - Gasser di produzione belga 1-9 - Gasser 1-10 - Gasser mod. per polizia 1-11 - Rast Gasser 1898 1-12 - Eigner & Co Austria - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 26-1 - Mannlicher 1894 26-2 - Krnka 1895 26-3 - Krnka 1899 26-4 - Krnka 1904 26-5 - Roth- Steyr 1907 26-6 - Mannlicher M96 26-7 - Mannlicher 1900 26-8 - Mannlicher 1905 26-9 - Mannlicher 1905 26-10 - Steyr 1909 26-11 a - Steyr 1909 26-11b - Steyr 1909 27-1 - Erika 27-2 - O.W.A. 27-3 - O.W.A. 27-4 - Little Tom 27-5 - Little Tom, 27-6 - Little Tom 27-7 - Little Tom 27-8 - Steyr 1934 27-9 - Steyr SP o Steyr Daimler Puch del 1957 27-10 - Steyr Daimler Puch mod. Pi-18 Argentina - Pistole • • • • 28-1 - HAFDASA 28-2 - HAFDASA 28-3 - G.M.C. 28-4 - Bersa, mod. 225 Belgio - Revolver • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 2-1 - Mariette 2-5 - Francotte 2-2 - Francotte cal. 577 2-3 - Francotte cal. .450 2-4 - Francotte cal. 7,65 2-6 - Warnant 9-11 mm 2-7 - Warnant 2-8 - Warnant 2-9 - Warnant 2-10 - Pieper 2-11 - Pieper 1889 (Bayard sulle guancette) 2-12 - Pieper cal. 8 mm. 2-13 - Pieper Bayard 1889 2-14 - Pieper Bayard 1905 cal. .32 2-15 - Nagant 1887 cal. 7,5 mm 2-16 - Nagant 1887 2-17 - Nagant 1895 cal. 7,62 mm 2-18 - Nagant 1910 2-19 - sistema Nagant (di Lepage) 2-20 - sistema Nagant (di Pieper) 2-21 - sistema Nagant (di Francotte) 2-22 - Gerard mod. brasiliano prodotta da Lepage 2-23 - Galand C. E. 2-24 - Galand, Paris (precede il Galand & Sommerville del 1869) 2-25 - XDX (imitazione Colt) 2-26 - Pryse 2-27 - Gilion N. 2-28 - Levaux D. D. 2-29 - Levaux D. D. 2-30 - Copia belga del revolver Saint-Etienne 2-31 - Copia belga del revolver Saint-Etienne 2-32 - Chamelot - Delvigne 2-33 - Rongé & Fils 2-34 - Deville B. 2-35 - Spirlet 1869 2-36 - Mercenier 2-38 - Le Novo - C. Galand Belgio - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • 29-1 - Browning mod. 1900 29-2 - Browning mod. 1900 29-3 - Browning 1903 29-4 - Browning 1906 29-5 - Browning 1910/12 29-6 - Browning 1922, cal. 7,65 e 9 corto 29-7 - Browning Baby, cal. 6,35 29-8 - Browning 1935, cal. 9 Para 29-9 - Browning 1935, cal. 9 Para 29-10 - Browning (FN Herstal SA) mod. 130, cal. 7,65 o 9 corto 29-11 - Browning (FN Herstal SA) mod 140 DA, cal. 7,65 o 9 corto 29-12 - H&D , Henrion & Dassy, Liegi (1912-1914), cal. 6,35 29-13 - Bayard (Anciens Etablissement Pieper SA, Her-stal), vari calibri 29-14 - Bayard 1908 29-15 - Bayard 1923 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 29-16 - Bayard 1930 29-17 - Bergmann-Bayard 1908 29-18 - Warnant, L. & J Frères 29-19 - Warnant, L. & J Frères 29-20 - Warnant, L. & J Frères 29-21 - Vici (fabbrica sconosciuta 29-22 - Wilson (fabbrica sconosciuta 29-23 - WS o Wegria-Charlier, 29-24 - Gavage Armand, 29-25 - Delu F. 29-26 - Dictator o Centaure 29-27 - Jieffeco 29-28 - Jieffeco 29-29 - Clément 1903 29-30 - Clément 1903 29-31 - Clément 1903 29-32 - Clément 1907 29-33 - Clément 1907 29-34 - Clément 1908 29-35 - Clément 1909 29-36 - Clément 1909 29-37 - Clément 1912 29-38 - Clément 1912 29-39 - Lepage, 1925 29-40 - Lepage 29-41 - Lepage 29-42 - Manifacture d'Armes à Feu, Liegi 29-4 - 3 Le Martiny 29-4 - 4 Melior 29-4 - 5 Melior 29-4 - 6 Melior new model 29-4 - 7 Melior new model 29-4 - 8 Melior new model 29-4 - 9 Melior new model 29-50 - Melior 29-51 - Mercury (Melior per gli USA) 29-52 - M. L. 29-53 - M. L. 29-54 - Le Monbloc 29-55 - Le Monobloc 29-56 - Pieper mod. N 29-57 - Pieper 1908 29-58 - Pieper mod B 29-59 - Pieper mod. O 29-60 - Pieper 1908 29-61 - Pieper 1909 29-62 - Pieper 1920 29-63 - Pieper 29-64 - Pieper Legia 29-65 - Pieper 29-66 - Radium 29-67 - Le Rapide 29-68 - Teuf-Teuf 29-69 - Francotte Auguste Canada - Pistole • • 39- 1 - Colt Browning mod. 1911 39-2 - Pistol n. 2 Brasile - Revolver • • • • • 3-1 - Taurus 3-2 - Taurus mod. 74 3-3 - Taurus mod. 82 3-4 - Rossi 3-5 - Rossi Inghilterra - Revolver • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 4-1 - Imitazione Smith & Wesson. cal. 30 4-2 - Tranter 4-3 - Tranter 4-4 - Tranter 4-5 - Tranter mod. 1878 4-6 - Adams 1867 4-7 - Adams 1872 4-8 - Thomas 4-9 - Webley 1865 4-10 - Webley 4-11 - Webley 1866, cal. .577 Boxer 4-12 - Webley RIC (Royal Irish Constabulary), 1867 4-13 - " 4-14 - " 4-15 - Webley Mod. II 4-16 - Webley n. 2, 1878, The British Bulldog 4-17 - Webley n. 5 Express 4-18 - Webley Frontier 4-19 - Webley- Pryse 4-20 - Webley-Pryse 4-21 - Webley- Kaufmann, mod. 1880 4-22 - Webley- Green 1879 4-23 - Webley Green 1892 4-24 - Webley- Wilkinson 4-25 - Webley Mark 2, 1894 4-26 - Webley Mark II 4-27 - Webley Mark III, 1897 4-28 - Webley Mark III 4-29 - Webley Mark IV, 1899 (calcio anche a becco) 4-30 - Webley Mark IV 4-31 - Webley Mark IV 4-32 - Webley Mark IV 4-33 - Webley Mark IV 4-34 - Webley Mark IV 4-35 - Webley Mark V, 1913 4-36 - Webley Mark VI, 1915 4-37 - Webley Pocket, 1897 4-38 - Webley Pocket, 1901 4-39 - Webley- Fosbery, 1901 • • • • • 4-40 - Enfield Mark II, 1882 4-41 - Enfield nr. 2 Mark I, 1931 4-42 - Webley Mark IV 4-43 - Webley Mark IV 4-44 - Excelsior Inghilterra - Pistole • • • • • • • • • • • • • 30-1 - Mars 30-2 - Mars 30-3 - Webley-Whitnig 30-4 - Webley-Whitnig Mk 1 e Mk 1 nr. 2 30-5 - Webley-Whitnig Mk 1 e Mk 1 nr. 2 30-6 - Webley-Whitnig 30-7 - Webley-Whitnig 30-8 - South African Model 30-9 - Webley & Scott, Police Model, 1907 30-10 - Webley & Scott, Pocket Model, 1907 30-11 - Webley & Scott 30-12 - Webley & Scott Police Model 30-13 - Colt-Browning Model 1911 Germania - Revolver • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 5-1 - Mod. 1874 cal. .442 per la Sassonia 5-2 - Mauser 1 mod. Zickzack, Mod. 1878 5-3 - Mauser 2 mod. Zickzack, Mod. 1878 (telaio chiuso) 5-4 - Mauser 2 mod. Zickzack, Mod. 1878 (telaio chiuso) 5-5 - Armeemodell 1879 (M/79) (Reichrevolver; marchiato Mauser e Dreyse) 5-6 - Armeemodell 1879/83 (marchiato Mauser e Dreyse) 5-7 - Armeemodell 1879/1883, versione civile 5-8 - Armeemodell 1879/1883, versione civile 5-9 - Dreyse 1893 5-10 - Haenel C.G. 5-11 - Geco, sistema Colt (Genschow & Co.) 5-12 - Arminius HW 3 della ditta HW (Hermann Weihrauch) 5-13 - Arminius HW 38 5-14 - Heym 5-15 - Röhm, RG 10 5-16 - Röhm, RG 10 S 5-17 - Röhm, RG 11 5-18 - Röhm, RG 12 5-19 - Röhm, RG 14 5-20 - Röhm, RG 20 5-21 - Röhm, RG 23 5-22 - Röhm, RG 24 5-23 - Röhm, RG 30 5-24 - Röhm, RG 38 5-25 - Röhm, RG 57 5-26 - Röhm, RG 63 5-27 - Röhm, RG 66M 5-28 - Röhm, RG 88 5-29 - Cicago Cub 5-30 - Reck R-15 • • • • • • • • • • • • 5-31 - Reck R-18 5-32 - EMGE 22 corto 5-33 - EMGE 22 l .r. 5-34 - EMGE 32 5-35 - EMGE 223 e 323 5-36 - Mayer & Söhne 5-37 - Sauer & Sohn, Frontier 2/59 (riproduzione della Colt) 5-38 - Sauer & Sohn, TR 6 5-39 - Sauer & Sohn, TR 6 5-40 - Sauer & Sohn, FR 4 5-41 - Korth Combat 5-42 - Erma mod. ER 440 Germania - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 33-1 - Borchard 1893 33-2 - Luger Parabellum 1900 33-3 - Luger Parabellum M 1906 33-4 - Luger Parabellum M 1908 33-5 - Luger Parabellum M 1904 marina 33-6 - Luger Parabellum M 1908 artiglieria 33-7 - Luger Parabellum M 1908, mod. 1913-1917 33-8 - Luger Parabellum 33-9 - Walther mod. 1, 33-10 - Walther mod. 2 33-11 - Walther mod 3 33-12 - Walther mod. 4 33-13 - Walther mod 5 33-14 - Walther mod. 6 33-15 - Walther mod. 7 33-16 - Walther mod. 8 33-17 - Walther mod 9 33-19 - Walther PP 33-20 - Walther PPK 33-21 - Walther mod. MP 33-22 - Armee Pistole 33-23 - Armee Pistole mod. HP, 33-24 - Walther P-38 33-25 - Walther P-38K 33-28 - Walther TP (Taschenpistole) 33-26 - Walther P-38S 33-27 - Walther Combat-special 33-29 - Walther PP Super 33-30 - Walther TPH 33-31 - Walther P4 33-32 - Walther P5 33-33 - Mauser C /96 o M 18963 33-34 - Mauser C/96 33-35 - Mauser C/96 33-36 - Mauser C/96 mod. 1905 33-37 - Mauser C/96 1898 e 1903 33-38 - Mauser C/96 1912 33-39 - Mauser C/96 1920 33-40 - Mauser C/96 1920 33-41- Mauser C/96, 1926 33-42 - Mauser M 1930 mod. 712 33-43 - Mauser M 1930 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 33-44 - Mauser C/06-08 33-45 - Mauser M 1912/1914 33-46 - Mauser M 1910 33-47 - Mauser M 1910/1914 33-48 - Mauser M 1934 33-49 - 9 Mauser M 1910/14 33-50 - Mauser M 1910/14 33-51 - Mauser M 1910/14 33-52 - Mauser WTP mod I 33-53 - Mauser WTP mod. II 33-54 - Mauser HSc, 1937 33-55 - Bergmann n. 3 33-56 - Bergmann n. 2 33-57 - Bergmann M 1897 33-58 - Bergmann-Simplex 33-59 - Bergmann mod. 2 e 3 33-60 - Bergmann mod 2A e 3A 33-61 - Bergmann Special mod. (1937) 33-62 - Adler 1905 33-63 - Beholla 33-64 - Heim, 33-65 - Gecado 33-66 - Heckler & Koch HK4 33-67 - Heckler & Koch P-9S 33-68 - Heckler & Koch VP-7 33-69 - Heckler & Koch P7 o PSP 33-70 - Helfricht mod. 3 33-71 - Helfricht Mod. 4 33-72 - Haenel mod. I 33-73 - Haenel mod. II 33-74 - DWM 33-75 - Dreyse 33-76 - Dreyse 1907 33-77 - Dreyse 1907 33-78 - Dreyse 1908 33-79 - Dreyse 1908 33-80 - Dreyse 1910 33-81 - Dreyse 1910 33-82 - Dreyse 1910 33-83 - Jäger 33-84 - Sauer 33-85 - Sauer 1913 33-86 - Sauer 1913 33-87 - Sauer 1913 33-88 - Sauer 1913 33-89 - Sauer 1930 33-90 - Sauer WTM 33-91 - Sauer WTM 33-92 - Sauer 38-H (anche Mod. 58) 33-93 - Simson M1927 33-94 - Kaba Special 33-95 - Keszler 33-96 - Kobra 33-97 - Kommer 33-98 - Kommer. mod. 1 33-99 - Kommer, mod. 2 33-100 - Kommer mod. 3 33-101 - Continental 33-102 - Continental 33-103 - Korriphila TP 70 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 33-104 - Korriphila HSP 70 33-105 - Langenhan 33-106 - Langenhan mod. 1 33-107 - Langenhan mod. 2 33-108 - Langenhan mod. 3 33-109 - Leonhardt 33-110 - Lignose mod. 2 33-111 - Lignose mod. 2A 33-112 - Lignose mod. 3 e 3A 33-113 - Mann 33-114 - Mann 33-115 - Menta 33-116 - Menta 33-117 - Menz 33-118 - Menz 33-119 - Menz mod II 33-120 - Menz mod. II 33-121 - Menz mod. II 33-122 - Menz Lilliput M1925 33-123 - Menz Lilliput mod. 1927 33-124 - Menz Mod. III 33-125 - Menz mod IIIA 33-126 - Nordheim 33-127 - Ortgies 33-128 - Ortgies 33-129 - Rheinmetall 33-130 - Reck P-8 o La Fury 8 33-131 - Römerwerke 33-132 - Roth-Sauer 33-133 - Reck SM 11 33-134 - RSM Stingray 33-135 - Zehna 33-136 - Zehna 33-137 - Schwarzlose tipo 1898 33-138 - Schwarzlose tipo 1908 33-139 - Schwarzlose tipo 1908 33-140 - Stenda 33-141 - Stern 33-142 - Stock 33-143 - Stock 33-144 - Stock 33-145 - HS Mod. 5 33-146 - Erma mod. P25 (o E.P.25 33-147 - Erma KGP-68 33-148 - Erma EP652 33-149 - D.R.P. 33-150 - Sunngard Ungheria - Pistole • • • • • • • 31-1 - Frommer 1901 31-2 - Frommer 1910 31-3 - Frommer Stop 31-4 - Frommer Baby 31-5 - Frommer 29M, Army M1929, Pisztoly 29M 31-6 - Frommer 37M, Army M1937 o Pisztoly 37M 31-7 - Frommer 37M • • • • • • • 31-8 - Frommer Liliput 31-9 - Nalava 31-10 - Eiler 31-11- FEG Walam 48 o 48M 31-12 - FEG Walam R61 31-13 - AP o Attila Pistole 31-14 - Togagypt 58 Vietnam - Pistole • • • 32-1 - Dan Quan Khu 32-2 - Copia di una Browning 32-3 - Copia di una Colt Danimarca - Pistole • • • • • 34-1 - M1910/21 34-2 - Schouboe 34-3 - Schouboe 1907 34-4 - Schouboe 1912 34-5 - Schouboe civile Indonesia - Pistole • 35-1 - Pi. A. Iran - Pistole • 36-1 - Mod. 1317 Israele - Revolver • 6-1 - IMI Spagna - Revolver • • • • • • • • • 7-1 - Nagant Arizmendi 7-2 - Nagant F.A.G (Arizmendi e Goenaga) 7-3 - Orbea Hermanos (mod. Tettoni) 1914 (mod. 1916) 7-4 - Orbea Hermanos (mod. Tettoni) 1914 (mod. 1916) 7-5 - Orbea Hermanos (mod. Tettoni) 1914 (mod. 1916) 7-6 - Alpha 7-7 - Alpha 7-8 - Astra Cadix 382 7-9 - Astra Cadix • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 7-10 - Astra 7-11 - Astra Regent 7-12 - Guisasola 7-13 - Guisasola 7-14 - Llama Martiale 7-15 - Orbea Hermanos 7-16 - Orbea Hermanos 7-17 - Ojanguren y Marcaido 7-18 - Ojanguren y Marcaido 7-19 - Ruby Extra (Gabilondo & C.) 7-20 - Ruby Extra, mod. 13 7-21 - S. A. (Trocaola Aranzabal & Co.) 7-22 - S.A. Modello militare 7-23 - Corso 7-24 - Para-Bosino 7-25 - "El Cano" di Arana & Co. 7-26 - T.A.C.(Trocaola Aranzabal & Cia) 7-27 - Errasti "Oscillante" 7-28 - M. 1925 7-29 - Imitazione Colt 7-30 - Imitazione Smith & Wesson 7-31 - Revolver semiautomatico Sulaica e Co. Spagna - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 37-1 - Alkar 37-2 - Astra mod. 900 37-3 - Astra mod. 901 37-4 - Astra mod. 300 37-5 - Astra mod 300 37-6 - Astra mod. 400 ( 37-7 - Astra mod. 903 37-8 - Astra mod. 600 37-9 - Astra mod. 4000 Falcon 37-10 - Astra mod. 800 Condor 37-11 - Astra mod 2000 Cub 37-12 - Astra mod. 7000. 37-13 - Astra mod. 5000 Constable 37-14 - Azul 37-15 - Azul MM31 37-16 - Bernedo 37-17 - Bulwark 37-18 - Boltun 37-19 - Victoria M 1911 37-20 - Campo Giro 1913/16 37-21 - Colonial 37-22 - Continental 37-23 - Llama mod. 1 e mod. 2 37-24 - Llama mod. 3A 37-25 - Llama mod 9A 37-26 - Llama mod. 18 37-27 - Llama mod. 19 37-28 - Llama mod, 19 37-29 - La Lira (anche Triunph 37-30 - Longines 37-31 - Looking Glass 37-32 - Martian • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 37-33 - Martian 37-34 - Martian 37-35 - Mondial 37-36 - Mugica 37-37 - Royal 37-38 - Ruby 37-39 - Thunder (Thander) M1919 37-40 - SEAM 37-41 - Star 1906 37-42 - Star mod. 1914 37-43 - Star mod. 1 37-44 - Star mod. 1 37-45 - Star mod. 1 37-46 - Star M1919 37-47 - Star M1920 37-48- Star modello militare (1920) 37-49 - Star mod. A, 1921 37-50 - Star mod. A e AS 37-51 - Star mod. B 37-52 - Star mod. HD 37-53 - Star mod. BKS Starlight 33-54 - Star mod. PD, 1975 33-55 - Star mod M 1922 33-56 - Star mod. BKM o BM 33-57 - Star mod HK Lancer 33-58 - Star mod. SI e S 33-59 - Star mod DK Starfire 37-60 - Star mod I, 1934 37-61 - Star mod. per ufficiali 37-62 - Star mod.FR e IR 37-63 - Star mod. H e HN 37-64 - Star mod CO 37-65 - Star mod CU 37-66 - Star mod. HK Lancer 37-67 - Star mod. E 36-68 - Star mod. E 37-69 - Tanque 37-70 - Tauler, mod. II 37-71 - Tauler 37-72 - Phoenix 37-73 - Fiel 37-74 - Jo-Lo-Ar 37-75 - Charola y Anitua 37-76 - Sharp Shooter 37-77 - Express 37-78 - Express 37-79 - Express 37-80 - Echasa model Fast 37-81 - AAA 37-82 - Avion 37-83 - Avion 37-84 - Aurora 37-85, 6, 87, 88, 90 - Ignoto 37-91- Action 37-92 -93- 94 - Alkar 37-95 -96 - Apache 37-97 - Astra mod. 2000 37-98 - Astra Firecat 37-99 - Azul 37-100 -101 - Atlas • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 37-102 - Benemerita 1918 37-103 - Bronco 37-104 - Bulwark 37-105 - Bufalo 37-106 - Waldman 37-107-108-109-110 - Walman 37-111 - Venus 37-112 - Venzedor 37-113 -114-115-116 - Vesta 37-117-118 - Victor 37-119 - The Victory 37-120 - Victoria, 37-121 - Vincitor 37-122-123-124-125 - Vite 37-126 - Vulcain 37-127 - Gallus 37-128 - Guisasola Hermanos 37-129 - Gloria 37-130 - Hudson 37-131 - Danton 37-132 -133-134 - Destroyer 37-135 - Defense 37-136 - Le Dragon 37-137 - Douglas 1914 37-138 - Duan 37-139-140 - EA 37- 141 - Singer 37-142 - Singer 37-143-144 - Ydeal 37-145-146 - Kaba Spezial 37-147 - Cow-boy 37-148 - Conlon 37-149 -150 - Colonial 37-151-152 - Colonial 37-153-154-155 - Continental 37- 156 - Crucelegui Hermanos 37-157-158-159 - Liberty 37-160 - Libia 37-161 - Looking Glass 37-162-163 - Marina 37-164 - Marte 37-165 - Marte Erquiaga 37-166 - Martian 37-167 - Merke 37-168 - Minerva 37-169-170 - MS 37-171 - Omega 37-172 - Orbea 37-173-174 - Paramount 37-175-176-177 - Pinkerton 37-178 - Premier 1913 37-179 - Principe 37-180 - Princeps 37-181 -183-183 - Protector 37-184 - Rayon 37-185-186-187 - Regent 37-188-189-190 - Regina 37-191 - Reims 37-192 - Renard 37-193 - Retolaza • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 37-194 - Rival 37-195 - Royal 37-196-198 - Ruby 37-199 - Salvaje 37-200 - SEAM 37-201 - Selecta 37-202 - Celta 37-203 - El Cid 1915 37-204 - Sprinter 37-205-206-207 - Stosel 37-208-209 - Tatra 37-210 - Tiwa 37-211 - Tisan 37-212-213 - Titanic 37-214 - Trust 37-215 - Triomphe 37-216 - Unique 37-217-218-219 - Union 37-220 - Favorit, 37-221 - Fiel nr. 1 37-222 - Fortuna 37-223 - Joha 37-224 - Jubala 37-225 - J. Cesar 37-226 - Campeon 37-227-228-229-230 - Express 37-231-232 - Errasti 37-233 - Etna 37-234 - Jupiter 37-235 - Ignoto 37-236-237 - Ignoto 37-238 - AA 1916 37-239 - AAA 1916 37-240 - Ignoto 37-241 - Fabrique d'armes de guerre 37-242 - Hijos de C. Arrizabalaga, Eibar 37-243 - Ignoto 37-244 - Arizaga 37-245 - Hijos de C. Arrizabalaga 37-246-247-248 - Ignoto 37-249-250 - Allies 37-251 - Alkar 37-252- 253 - Alkar, Fabrica de Armas Alkartasuna, Guernica 37-254 - 258 - Astra, Esperanza y Unceta, Guernica 37-259 - Astra 37-260 - Azul 37-261 - Acha Hermanos 37-262 - Le Basque 37-263 - Beistegui Hermanos, 1914 37-264 - Bolumburu 37-265 - Bristol 37-266 - Bronco 37-267 - Brunswig 37-268 - Waldmann 37-270-271 - Walman 37-272 - Venus 37-273 - Vesta 37-274 - Victoria 37-275 - Vincitoribar 37-276 - Vilar • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 37-277 - Gloria 37-278 - Destructor 37-279 - Demon 37-280 - Destroyer 37-281 - Destroyer 37-282 - Singer 37-283 - Singer 37-284 - Indian 37-285 - Ydeal 37-286 - Izarra 37-287 - Cobra 37-288 - Ca-Si 37-289 - Liberty 37-290 - Libia 37-291 - Lusitania 37-292 - Looking Glass 37-293 - Martina 37-294 - Omega 37-295 - Omega 37-296-297-298 - Paramount 37-296 37-299 - Plus Ultra 37-300 - Praga 37-301 - Princeps 37-302 - Puma 37-303 - Precision 37-304 - Puppel 37-305-306 - Regina 37-307 - Regina 37-308 - Republic 37-309 - Reims 37-310 - Retolaza 37-311 - Royal 37-312 - Royal 37-313 - Royal 37-314 - Roland 37-315-316 - Ruby 37-317 - Aldazabal 37-318 - Echeverria 37-319 - Salaverria 37-320 - Cebra 37-321 - Le Secours 37-322 - Selecta 37-323-324 - Stosel 37-325 - Zulaica 37-326-327 - Titanic 37-328 - Trust 37-329 - Union 37-330 - Urrejla y Compañia 37-331-332 - Fiel 37-333 - Joha, 37-334 - Campeon 37-335 - Ignota 37-336 - Ignota 37-337 -7 - 8 - 9 - Express 37-340-1-2-3 - Express 37-344-345 - Errasti 37-346 - Jupiter 37-347-348 - Ignota 37-349 - Astra 700 37-350 - Boltun • • • • • 37-351 - Walman 37-352-353 - Danton 37-354 - Destroyer 37-355 - Ruby 37-356 - Handy Italia - Revolver • • • • • • 8-1 - Glisenti 1872 8-2 - Glisenti 1886 8-3 - Mod. 1889 8-5 - Mod. 1889 (Tempini) 8-6 - Nuovo revolver Bernardelli 8-7 - Nuovo revolver Bernardelli Italia - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 38-1 - Glisenti 1906 e 1910 38-2 - Brixia 1912 38-3-4 - Beretta mod. 1915 38-5 - Beretta mod. 1915-19 38-6 - Beretta mod. 1923 38-7 - Beretta mod. 1931 38-8 - Beretta mod 1934 38-9 - Beretta mod. 949 Cougar 38-10 - Beretta mod. 318 38-11 - Beretta mod. 418 Bantam 38-12 - Beretta mod. 418 Pantera 38-13 - Beretta mod. 950 cal. 6,35 38-14 - Beretta mod. 951 Brigadier 38-15 - Beretta mod. 70 38-16 - Beretta mod. 70 T 38-17 - Beretta (Armi Roma) mod. 90 38-18 - Beretta mod. 84 38-19 - Beretta mod. 92 38-20 - Sosso 38-21 - Galesi 38-22 - Galesi 1930 38-23 - Galesi mod. 1930 38-24 - Galesi mod. 6 38-25 - Galesi mod. 6 38-26 - Galesi mod. 9 38-27 - Galesi mod. 506 38-28 - Galesi mod. 515 38-29 - Rigarmi 38-30 - Rigarmi mod. Hijo Militar 38-31 - Bernardelli mod. UB 38-32 - Bernardelli 38-33 - Bernardelli 1964 38-34 - Bernardelli PA Baby 38-35 - Bernardelli mod. M.60 38-36 - Bernardelli mod. Usa o M. 38-37 - Sata 38-38 - Titan • 38-39 - Lercker Cina - Pistole • • • • • • • • 40-1-2 - Mauser-C96 40-3-4 - 5 Copie di Browning 40-6 - Copia di Mauser 40-7-8 - Copia di Mauser 40-9 - Tipo 31 40-10 - Nord Cina 40-11 - FN Browning GP-35 40-12 - Mod. 213A Corea - Pistole • • • 41-1 - Tipo 68 41-2 - Copia di Colt Browning 41-3 - Copia di Colt Browning mod. 1903 Messico - Pistole • • 42-1 - Obregon 42-2 - Corla Norvegia - Pistole • 43-1 - Army mod. 1914 Polonia - Pistole • • • 44-1 - VIS-35 44-2 - Smok 44-3 - P-64 o Czak Olanda - Revolver • • 9-1 - Ordinanza olandese 1873 (Hembrug) 9-2 - Revolver olandese ? Polonia - Revolver • 10-1 - Nagant 1895 Portogallo • 11-1 - Ordinanza portoghese 1878-1886 Romania - Revolver • • 12-1 - Rumania 1886 12-2 - Romania 1886 Russia - Revolver • • • • • • • 13-1 - Smith & Wesson russian, primo modello (1871) 13-2 - Smith & Wesson russian, secondo modello (1872) 13-3 - Smith & Wesson russian , terzo modello (1880) 13-4 - Smith & Wesson russian 13-5 - Nagant 1895 13-6 - Nagant 1895 13-7 - Nagant 1895, civile o per polizia Russia - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • • 45-1 - TK 45-2 - TK (TOZ) 45-3 - Korovin 45-4 - Prilutskiy 45-5- 6 - Tokarev TT, 1930 45-7 - Tokarev TT, 1933 45-8 - Tokarev TT, 1951 45-9 - Korovin, 1938 45-10 - Korovin n.9 45-11 - Margolin 45-12 -13 - Rakov 45-14 - Tokarev 45-15 - Voevodin 45-16-17 - Makarov PM 45-18-19 - Stechkin APS 45-20 - PSM Usa - Revolver • 14-1 - Smith & Wesson, mod. 1 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 14-2 - Smith & Wesson, mod. 1 14-3 - Smith & Wesson, mod. 1 14-4 - Smith & Wesson, mod. 2 14-5 - Smith & Wesson, mod. 1 1/2 14-6 - Smith & Wesson, Schofield, Army No. 1 (1875) 14-7 - Smith & Wesson, Army mod. No. 3 (1878) 14-8 - Smith & Wesson, mod. 1 1/2 14-9 - Smith & Wesson, mod. 2 14-10 - Smith & Wesson, dopia azione (1880) 14-11 - Smith & Wesson, doppia azione (1881) 14-12 - Smith & Wesson, doppia azione (1889) 14-13 - Smith & Wesson, doppia azione (1889) 14-14 - Smith & Wesson, mod. safety con sicura sul calcio (dal 1888) 14-15 - Smith & Wesson, mod. safety con sicura sul calcio (dal 1888) 14-16 - Smith & Wesson, 1909 14-17 - Smith & Wesson, 32. Hand Ejector 1896 14-18 - Smith & Wesson, 1896, mod. II 14-19 - Smith & Wesson, 1899, per esercito e polizia 14-20 - Smith & Wesson, 1902 per esercito e polizia 14-21 - Smith & Wesson, New Century 14-22 - Smith & Wesson, Ladysmith I mod. 14-23 - Smith & Wesson, Ladysmith, II mod. 14-24 - Smith & Wesson, Ladysmith III mod. 14-25 - Smith & Wesson, Hand Ejector Pocket, 1903 14-26 - Smith & Wesson, Police 1926 14-27 - Smith & Wesson, 1905 per polizia ed esercito 14-29 - Smith & Wesson, 1905 Serie speciale 14-30 - Smith & Wesson, Hand Ejector U.S. Service o British service 14-31 - Smith & Wesson, Mod. 10 per esercito e polizia 14-32 - Smith & Wesson, Mod. 10 Canna pesante 14-33 - Smith & Wesson, Mod. 12 per esercito e polizia 14-34 - Smith & Wesson, Mod. 15 Masterpiece 14-35 - Smith & Wesson, mod. 19, 357 Combat Magnum 14-36 - Smith & Wesson, mod. 19, 357 Combat Magnum 14-37 - Smith & Wesson, mod. 20, 38/44 Heavy Duty 14-38 - Smith & Wesson, mod. 22 Army 14-39 - Smith & Wesson, mod. 27, 357 Magnum 14-40 - Smith & Wesson, mod. 28, Highway Patrolman 14-41 - Smith & Wesson, mod. 29, 44 magnum 14-42 - Smith & Wesson, mod. 30, Hand Ejector 14-43 - Smith & Wesson, mod. 32, Terrier 14-44 - Smith & Wesson, mod. 33, Regulation police 14-45 - Smith & Wesson, mod. 34, 22/32 kit-gun 14-46 - Smith & Wesson, mod. 36, Chiefs special 14-47 - Smith & Wesson, mod. 38, Bodyguard Airweight 14-48 - Smith & Wesson, mod. 40, Centennial 14-49 - Smith & Wesson, mod. 43, kit-gun airweight 14-50 - Smith & Wesson, mod. 57, 41 magnum 14-51 - Smith & Wesson, mod.58, 41 magnum per esercito e polizia 14-52 - Smith & Wesson, mod. 60, Chiefs special stainless 14-53 - Smith & Wesson, mod. 67 (1972) 14-54 - Colt, conversione Richards per cartucce c.f. (Army Model1 1871, modifica del New Model Army 1860) 14-55 - Colt, idem 14-56 - Colt, mod. Old line 1870 14-57 - Colt, mod. Colt's House Pistol (Cloverleaf Colt & Jim Fisk Pistol 1871-1875) 14-58 - Colt, mod. 1871 Colt Pocket 14-59 - Colt, mod. 1873 New Line, S. A. Pocket 14-60 - Colt, mod . 1874 New House o New Line 14-61 - Colt, mod. 1872 Frontier (munizioni anulari) o 1873 (munizioni a percussione centrale). • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 15-62 - Colt, mod. Frontier Scout 62 14-63 - Colt, mod. Bisley 14-64 - Colt, mod. 1877 doppia azione, Lightnig o Thunderer 14-65 - Colt, mod. 1878 Frontier D. A. 14-66 - Colt, mod. 1889 predecessore del mod. 1892 New Navy o New Army 14-67 - Colt, mod. 1892 New Navy o New Army 14-68 - Colt, mod. New Service, 1898 14-69 - Colt, mod. New Police 14-70 - Colt, mod. New Police 14-71 - Colt, mod. Army M-1917 14-72 - Colt, Army Special M- 1909 14-73 - Colt, mod. Police positive special, 1907 14-74 - Colt, mod. Detectiv special, 1926 14-75 - Colt, mod. Cobra, 1950 14-76 - Colt, mod. Agent , 1955 14-77 - Colt, mod. Police Positive 14-78 - Colt, mod. Police Positive 14-79 - Colt, Poket Positive 14-80 - Colt, Python 14-81 - Colt, Marshal 14-82 - Colt, Commando 14-83 - Colt, Trooper 14-84 - Colt, Diamondback 14-85 - Colt, Detective Special 14-86 - Colt, Police Positive Special 14-87 - Colt, Viper 14-88 - Colt, Metropolitan Mk III, 14-89 - Colt, Lawman Mk III 14-90 - Colt, Trooper Mk III 14-91 - Allens & Weeklock, 1858 14-92 - American Army Co. 14-93 - Brooklin Army Co. 14-94 - Bacons Arms Co. 14-95 - Bacons "Havy" 14-96 - Bacons Peperbox 14-97 - Bacons & Garrington 14-98 - Harrington & Richardson, mod. American. 14-99 - Harrington & Richardson, mod. Young America 14-100 - Harrington & Richardson, mod. Automatic con lama di coltello (1900 circa). 14-101 - Harrington & Richardson, mod. Premier 14-102 - Harrington & Richardson, mod. Worcester (è la città di produzione) 14-103 - Harrington & Richardson, mod. Defender 14-104 - Harrington & Richardson, mod. Defender Special 14-105 - Harrington & Richardson, mod. Defender 1925 14-106 - Harrington & Richardson, mod. 900 14-107 - Harrington & Richardson, mod. 929 14-108 - Hopkins & Allen, mod. Tremis Terror 14-109 - Hopkins & Allen, 1871 XL N. 1 14-110 - Hopkins & Allen, mod. Defender 89 14-111 - Hopkins & Allen, 1879 Dictator 14-112 - Hopkins & Allen, 1879 Ranger N. 2 14-113 - Hopkins & Allen, mod. XL N. 4 14-114 - Hopkins & Allen, mod. XL DA 14-115 - Hopkins & Allen, mod. 14-116 - Hopkins & Allen, mod. Bulldog 14-117 - Hopkins & Allen, 1875 14-118 - Hopkins & Allen, mod. 32 14-119 - Grant 14-120 - Dan Wesson, mod. 12 14-121 - Dan Wesson, mod. 15 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 14-122 - "Pocket Pony" 14-123 - Iver-Johnson 1883 14-124 - Iver-Johnson 1891, mod. Smoker 14-125 - Iver-Johnson "American Bulldog 14-126 - Iver-Johnson 1900 14-127 - Iver-Johnson tipo Smith & Wesson 14-128 - Idem 14-129 - Iver Jonson's -Safety Automatic Hammerless (tipo S&W) 14-130 - Iver-Johnson, mod. 55S Cadett ? 14-131 - Iver-Johnson , mod. 66 Snub 14-132 - Kolb & Co - Baby Hammerless 14-133 - Connecticut Arms 1866 14-134 - Crispin 1865 14-135 - Liberty 14-136 - Maltby, Curtiss & Co., Police Modell 1884 ?? 14-137- Maltby, Henley & Co 1889 (Metropolitan Police) 14-138 - Manhattan Fire Arms Manufacturing Co. 14-139 - Mervin & Bray ? 14-140 - Mervin-Galbert, 1886, russian model (prod. Hopkins-Allen) 14-141 - Mervin-Galbert, 1873 14-142 - Mervin-Galbert 14-143 - Mervin- Galbert DA 14-144 - Meridian Fairarms Co. 14-145 - Marlin "Standard" N. 2, 1878 14-146 - Marlin "OK" 14-149 - National Arm Co ??? 14-147 - Moore 1860 14-148 - Moore 1864 14-150 - Nord American Arms 14-151 - Osgood "Duplex" 14-152 - Plant 14-153 - Plant 14-154 - Pond, 1864 14-156 - Prescott, 1860 14-157 - J. Reid, "My Friend" 1865 14-158 - Remington mod. n. 1 14-159 - Remington mod. n. 3 14-160 - Remington "Rider" 14-161 - Remington, 1875 14-162 - Rupertus "Peperbox", 1887 14-163 - Smith, 1873 14-164 - Whithe Star 14-165 - Whitney 14-166 - Fyrberg Arms, 1903 14-167 - Forehand Arms Co. 14-168 - Forehand Arms Co. 14-169 - Forehand & Wadsworth, Bulldog 1871 14-170 - Forehand & Wadsworth 14-171 - Forehand & Wadsworth, mod. russo, 1873 14-172 - Forehand & Wadsworth, Bulldog 14-173 - Forehand & Wadsworth, British Bulldog 14-174 - Forehand & Wadsworth, 1877 14-175 - Forehand & Wadsworth (tipo S&W) 14-176 - High Standard , "Sentinel" 14-177 - High Standard "Sentinel" MK I e MK IV 14-178 - High Standard tipo Western 14-179 - High Standard ,"Kit-gun" ?? 14-180 - High Standard, Sentinel Mk III 14-181 - Higgins 88 14-182 - Charter Arms "Undercover" • • • • • • • 14-183 - Stoeger Arms Co. "Deputy" 14-184 - Sturm, Ruger & Co., "Bearcat" 14-185 - Sturm, Ruger & Co., "Single-six" 14-186 - Sturm, Ruger & Co., "Blackhawk" 14-187 - Sturm, Ruger & Co., GA-34 14-188 - Union Arms Co., Revolver automatico 14-189 - U.S Revolver Co. Usa - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 46-1 - Colt 1900 46-2 - Colt 1902 46-3 - Colt 1903 46-4 - Colt 1905 46-5 - Colt 1907 46-6 - Colt 1909 46-7 - Colt 1911 46-8 - Colt 1911A1 46-9 - Colt Commander 46-10 - Detonic 46-11- General Officer Model 46-12 - Colt tascabile 46-13 - Colt 1908 46-14 - Colt 380 46-15 - Colt Junior 46-16 - Bauer 46-17 - Bach UP 46-18 - Guardian mod. 270 (G27C 46-19 - H&R 46-20 - H&R 46-21 - Indian 380 46-22 - The Infallible 46-23 - Air Crew 46-24 - Remington mod. 51 46-25 - S&W 1913 46-26 - S&W 1924 46-27 - S&W mod. 39 46-28 - S&W mod. 459 46-29 - S&W mod. 61 Escort 46-30 - AFM, Mark X 46-31 - Sterling mod. PPL 46-32 - Sterling mod. 400 Mark II 46-33 - Sterling mod. 300 46-34 - Savage mod. 1907 46-35 - Savage mod. 1913 46-36 - Savage mod. 1915 46-37 - Savage mod. 1917 46-38 - Savage 1914-18 46-39 - Thomas, 46-40 - Combat 46-41 - Phoenix 46-42 - F.I. mod. D 46-43 - W.A.C. 46-44 - Union 46-45 - Auto Mag Pistol (AMP) mod. 180 Turchia - Revolver • 15-1 - Smith & Wesson 1879 della Turchia Turchia - Pistole • 47-1 - Kirikkale Finlandia - Pistole • 48-1 - L-35 Valtions Kivääritedhas (VKT) Francia - Revolver • • • • • • • • • • • • • • 16-1 - Le Mat 16-2 - Perrin 16-3 - Devisme 16-4 - Galand 1870 16-5 - Galand & Sommerville, Inghilterra 1869 16-6 - Revolver ad 8 colpi tipo Galand 16-7 - Revolver d'ordinanza, 1870 16-8 - Chamelot-Delvigne, 1872 16-9 - Saint Etienne, 1873 16-10 - Saint Etienne versione civile 16-11 - Lebel 16-12 - Lebel 1892 16-13 - L'Agent - tipo Nagant 16-14 - Manurhin MP-73 Francia - Pistole • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Francia 49-1 - Bernardon-Martin 49-2 - Bernardon-Martin 49-3 - Le Steph 49-4 - 5 - Le Français 49-6 - Le Français, 1929 49-7 - Le Français, 1926 49-8 - Le Français 1926 49-9 - Le Français Policeman 49-10 - MAS 1925 No. 1 49-11 - MAS 1932 Type A No. 4 49-12 - MAS 34, 1940 49-13 - MAS 35 S, 1941 49-14 - MAS 50, 1950-53 49-15 - MAB mod. R 49-16 - MAB mod. C o Cavalier 49-17 - MAB mod. D 49-18 - MAB mod. E 49-19 - MAB mod. R • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 49-20 - MAB mod. PA-8 49-21 - MAB PA-15 49-22 - Unique Kriegsmodell 49-23 - Unique L 49-24 - Unique R 49-25 - Unique C-2 49-26 - Unique D-1 49-27 - Unique D-2 49-28 - Unique Bcf-66 49-29 - Unique Mikros mod. 5 o K, 49-30 - Audax 49-31 - Ver-Car 49-32 - Gallia 49-33 - EBAC 49-34 - Kitu 49-35 - MAB mod. A o Defender 49-36 - Le 49-37 - SA 49-38 - Le Sans Pareil 49-39 - Triomphe 49-40 - Unique mod. 10 49-41 - Union 49-42 - HV 49-43 - Lepco o Helepco 49-44 - Unique mod. 10 49-45 - Unique 49-46 - Union 49-47 - Audax 49-48 - Unique mod. 18 49-49- Ver-Car 49-50 - Union France 49-51 - Manurhin PP 49-52 - Manurhin PPK 49-53 - Mikros Cecoslovacchia - Revolver • • 17-1 - Z Revolver 590 "Grand" (fabbrica di Brno o Brünn) 17-2 - Revolver d'ordinanza mod. 1872 e 1872/78 Cecoslovacchia - Pistole • • • • • • • • • • • • 50-1 - Praga 50-2 - Praga 50-3 - Fox 50-4 - CZ 50-5 - Pistol 50-6 - CZ 1924 50-7 - CZ 1924 50-8 - CZ mod. 27 50-9 - Little Tom 50-10 - CZ 1936 50-11 - CZ 1938 50-12 - PZK • • • • • • • • • • • • • • • • • 50-13 - Ydeal 50-14 - Slavia 50-15 - CSZ 50-16 - Duo 50-17 - Jaga 50-18 - Mars 50-19 - Mars 50-20 - Mars 50-21 - Zbrojovka Plzen 50-22 - Perla 50-23 - CZ 523 50-24 - CZ 1950 50-25 - CZ 1945 50-26 - Duo 50-27 - Pistola Z 50-28 - CZ 70 50-29 - CZ 75 Cile- Pistole • 51-1 - FAMAE Svizzera - Revolver • • • 18-2 - Galand-Schmidt, 1878 18-3 - Galand-Schmidt 1892 18-4 - Ordinanza mod. 29 (82/29) Svizzera - Pistole • • • • • • • • • • 52-1 - Arquebusier.r. 52-2 - Arquebusier 52-3 - Chylewski 52-4 - Steyr-Solothurn 52-5 - Parabellum Luger mod. 06/29 52-6 - SIG SP 44/16 52-7 - SIG 47/8 o P 210 52-8 - SIG-Sauer P 220 52-9 - SIG-Sauer P 225 52-10 - SIG Sauer P 230 Svezia - Revolver • 19-1 - Nagant 1887 (russa) Svezia - Pistole • • • 53-1 - Hamilton mod. 1901 53-2 - M/07 53-3 - M/1940 Iugoslavia - Pistole • • 54-1 - Mod. 1931 54-2 - Mod. 57 Giappone - Revolver • • 20-1 - Ordinanza 1926 20-2 - New Nambu Giappone - Pistole • • • • • • • • • 55-1 - Hino 55-2 - Nambu 1903 55-3 - Nambu mod. B (baby 55-4 - Taisho anno 14 55-5 - Nambu mod. 94 55-6 - New Nambu mod. 57 55-7 - New Nambu, mod. 57A 55-8 - New Nambu, mod 57B, cal, 7,65 55-9 - Iato (?), cal. 7,65 Vari di produzione artigianale - Revolver • • • • • • • • • • • • • • • • • • 21-1 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-2 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-3 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-4 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-5 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-6 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-7 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-9 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-10 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-11 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-12 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-13 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-15 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-16 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-17 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-18 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-19 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-20 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux • • • • • • 21-22 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-23 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-24 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-25 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-26 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux 21-28 - Revolver a spillo tipo Lefaucheux Tipo Bulldog - Revolver • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 21-1 - Revolver tipo Bulldog 22-2 - Revolver tipo Bulldog 22-3 - Revolver tipo Bulldog 22-4 - Revolver tipo Bulldog 22-5 - Revolver tipo Bulldog 22-6 - Revolver tipo Bulldog 22-7 - Revolver tipo Bulldog 22-8 - Revolver tipo Bulldog 22-9 - Revolver tipo Bulldog 22-10 - Revolver tipo Bulldog 22-11 - Revolver tipo Bulldog 22-12 - Revolver tipo Bulldog 22-13 - Revolver tipo Bulldog 22-14 - Revolver tipo Bulldog 22-17 - Revolver tipo Bulldog 22-18 - Revolver tipo Bulldog 22-19 - Revolver tipo Bulldog 22-20 - Revolver tipo Bulldog 22-21 - Revolver tipo Bulldog 22-22 - Revolver tipo Bulldog 22-23 - Revolver tipo Bulldog 22-24 - Revolver tipo Bulldog 22-25 - Revolver tipo Bulldog 22-26 - Revolver tipo Bulldog 22-27 - Revolver tipo Bulldog 22-28 - Revolver tipo Bulldog 22-29 - Revolver tipo Bulldog 22-30 - Revolver tipo Bulldog 22-31 - Revolver tipo Bulldog 22-32 - Revolver tipo Bulldog 22-33 - Revolver tipo Bulldog 22-34 - Revolver tipo Bulldog 22-35 - Revolver tipo Bulldog 22-36 - Revolver tipo Bulldog 22-37 - Revolver tipo Bulldog 22-38 - Revolver tipo Bulldog 22-39 - Revolver tipo Bulldog 22-40 - Revolver tipo Bulldog 22-41 - Revolver tipo Bulldog 22-42 - Revolver tipo Bulldog 22-43 - Revolver tipo Bulldog 22-44 - Revolver tipo Bulldog 22-45 - Revolver tipo Bulldog 22-46 - Revolver tipo Bulldog 22-47 - Revolver tipo Bulldog 22-48 - Revolver tipo Bulldog 22-49 - Revolver tipo Bulldog 22-50 - Revolver tipo Bulldog • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 22-51 - Revolver tipo Bulldog 22-52 - Revolver tipo Bulldog 22-53 - Revolver tipo Bulldog 22-54 - Revolver tipo Bulldog 22-55 - Revolver tipo Bulldog 22-56 - Revolver tipo Bulldog 22-57 - 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Rivoltella 1 - Mirino; 2 - Canna; 3 - Asse del tamburo; 4 - Molla di richiamo dell'estrattore; 5 - Tamburo; 6 - Estrattore; 7 Piastra di chiusura; 8 - Molla della chiusura ; 9 - Guancetta; 10 - Leva di chiusura; 11 - Telaio; 12 - Anello per cordellina; 13 - Grilletto; 14 - Molla del grilletto; 15 - Stanghetta 16 - Guancetta; 17 - Vite di fissaggio delle guacette; 18 - Cartella laterale; 19 - Cane; 20 - Coda elastica del cane; 21 - Percussore; 22 - Leva dell'eccentrico; 23 - Chiavistello di fermo del tamburo; 24 - Ponticello o guardamano; 25 - Perno dello snodo; 26 - Leva dell'estrattore LA PISTOLA A ROTAZIONE NAGANT M° 1895 Questa pagina è dedicata alla pistola a rotazione d'ordinanza russa (e poi sovietica) agant modello 1895.Non intendiamo esaurire l'argomento, di farne la storia, o di affrontare problemi tecnici, ma solo di offrire la descrizione di un esemplare, osservato nelle sue caratteristiche peculiari, nei marchi e nei punzoni. Ovviamente alcuni particolari tra quelli qui trattati, i cenni alla particolare soluzione meccanica, e alcuni tra i marchi, sono generalizzabili. L'appassionato troverà forse interessante l'ampio corredo di immagini, anche se ciò influirà, evidentemente, sulla velocità di accesso, ma, si sa, Internet non è un giornale né si sfoglia con la stessa velocità delle pagine di una rivista. Due parole sulla storia Come molti sanno i fratelli Emilio e Leone Nagant, attivi a Liegi, progettarono revolver che furono adottati dagli eserciti e dalle polizie di molti paesi: Belgio, Norvegia, Svezia, Argentina, Brasile. Nel 1892 Leon brevettò un meccanismo che permetteva di ovviare, in un revolver, alla soluzione di continuità tra la camera di scoppio (nel tamburo) e la canna. Il tamburo, dopo la rotazione, avanzava, fino a far entrare il colletto del bossolo (in cui la pallottola era completamente contenuta) nella canna stessa per 1,7 mm.. All'atto dello sparo la fuoriuscita della pallottola prima e la pressione poi facevano aderire il colletto del bossolo alla parte interna della canna, garantendo la tenuta dei gas. Un simile principio era già stato proposto e sperimentato da Witton & Daw, da Coller, da Lang e da altri, ma i f.lli Nagant Vedremo in seguito i dettagli. La Russia decise di adottare il sistema Nagant e fu prodotto il modello 1895, dapprima nelle fabbriche Nagant di Liegi e poi, dal 1898, nella fabbrica d'armi imperiale di Tula (Mosca); le armi fabbricate nell'arsenale di Izhvesk a partire dal 1943 (ma secondo certi testi dal 1939) sono caratterizzate dal marchio recante una freccia all'interno di un triangolo. Dopo il 43-44 il marchio diventa un triangolo iscritto in un cerchio In alcuni vecchi testi l'arma è denominata ""Revolver da tre linee" poiché il suo calibro di 7,62 mm. corrisponde a tre "linee", vecchia misura russa pari a 2,54 mm. L'arma fu prodotta a Tula dal 1895 al 1950, dapprima solo ad azione singola (armamento manuale del cane), poi in entrambe le versioni (azione singola e azione doppia) e successivamente solo in doppia azione (l'armamento del cane può essere effettuato anche con la sola pressione del grilletto). Vi furono anche una versione spagnola prodotta dalla ditta F. Arizmendi & Goeneaga, una versione polacca, dal 1930 al 1935 e una greca (ordinanza 1912, prodtta negli USA) mentre Nagant sovietiche di preda bellica furono utilizzate anche in Finlandia. L'arma qui presentata è una 1895 d'ordinanza russa, fabbricata a Tula nel 1912. L'arma da lato sinistro: ..e dal lato destro: Dati tecnici: La meccanica: lunghezza 230 mm. lunghezza canna 114 mm. peso 0.750 Kg. camere del tamburo 7 rigature 4, destrorse 1 = leva di rotazione (e avanzamento) del tamburo, 2 = camma di avanzamento del blocchetto spingibossolo, 3 = blocchetto spingibossolo. Alla pressione del grilletto (e/o all'armamento del cane) la leva 1, dopo aver fatto ruotare il tamburo lo spinge in avanti per un tratto non sufficiente a inserire il colletto del bossolo nella canna; questa operazione è compiuta invece dal blocchetto spingibossolo 3, che viene fatto avanzare, con un piano inclinato, dall'elevazione della camma 2, di cui si vede, a cane armato, solo la parte inferiore. Che l'avanzamento del cane sia dovuto a due diverse azioni è confermato dal fatto che esso risulta minore a tamburo scarico, potendosi notare come il blocchetto spingibossolo, a cane armato, non aderisce al tamburo quando in esso non vi è una cartuccia in corrispondenza della canna. La cartuccia (produzione Fiocchi) Dati tecnici sulla cartuccia (fonte: Fiocchi) Tipo palla camiciata Peso in grani 98 VELOCITA' (m/s) ENERGIA (j) CADUTA (cm) volata a 25 m. volata a 25 m. a 25 m. 330 300 345 285 - 30 Nella seguente tabella sarà possibile confrontare le caratteristiche del 7.62 Nagant con quelle delle principali cartucce d'ordinanza per revolver più o meno coeve. I dati, di fonte Fiocchi, sono riferiti a quella produzione. NOME TIPO PESO V0 V25 E0 E25 ord. 25 7.62 Nagant -Fiocchi FMJ 98 330 300 345 285 -30 7.5 ord. svizzera FMJ 107 320 295 354 301 -30 10.4 ord. italiana FMJ 177 280 265 449 402 -40 8 Gasser FMJ 126 275 250 308 225 -45 8 Lebel FMJ 111 270 245 262 215 -45 32 S&W lungo FMJ 97 265 240 220 181 -45 455 Webley MK II LRN 262 260 245 573 509 -45 44 S&W Russian LRN 247 250 235 500 442 -50 32 S&W corto FMJ 85 220 200 133 110 -70 Il principio della tenuta di gas nel dettaglio 1 = canna, 2 = tamburo, 3 = bossolo, 4 = pallottola Il sistema brevettato da Leon Nagant nel 1892, all'armamento del cane, fa avanzare il tamburo, e il colletto del bossolo si inserisce nella canna. Allo sparo la pallottola, avanzando, allarga il colletto del bossolo, facendolo aderire alla parete interna della canna. Finché la pallottola non lascia la volata la pressione dei gas mantiene l'aderenza del colletto del bossolo alla parete della canna. Quando la pressione nella canna ritorna al valore atmosferico la molla del tamburo lo riporta in posizione arretrata, permettendo così una successiva rotazione e la ripetizione del ciclo. Il bossolo rimane ovviamente deformato e privo di colletto Lo sportellino di caricamento Abadie Tino Berger Questo scritto è opera dell'esperto svizzero di storia delle armi Tino Berger, che ha già pubblicato alcuni studi su riviste importati tra cui Diana Armi. Cura pubblicazioni per l'associazione NWG (Nordwestschweizerische Waffensammlergesellschaft, Collezionisti d'armi del nord est della Svizzera). Lo pubblico con il suo consenso trattandosi di materiale molto interessante e importante per chi voglia studiare e conoscerte il revolver d'ordinanza italiano Mod. 1889. L'originale è scritto in lingua tedesca ed ho provveduto io a tradurlo, senza troppe pretese di perfezione linguistica, trattandosi d'un testo molto ampio. Tra le innumerevoli invenzioni che vennero ideate nel secolo scorso in relazione alle rivoltelle, merita un'attenzione speciale lo sportellino di caricamento Abadie. Lo sportellino Abadie fu uno dei mezzi più adatti per semplificare e rendere più sicuro e più rapido il caricamento delle cartucce e l'espulsione dei bossoli nelle rivoltelle a castello chiuso senza tamburo a ribaltamento. Siccome purtroppo non sono stato in grado di trovare nel corso della preparazione per quest’articolo le risposte a tutte le domande ancora irrisolte circa la persona d’Abadie e le circostanze della sua invenzione (brevetti, protezioni industriali ecc.), questo riassunto si limita genericamente alla descrizione dei tipi dello sportellino Abadie più conosciuti e più frequentemente impiegati e di altri congegni basati sullo stesso principio. L’autore sarà lieto di ricevere indicazioni che aiutino a completare il mosaico ABADIE qui esposto. Rimandi nella letteratura Nella letteratura moderna sulle armi, come già detto, non si trovano molte informazioni su Abadie. Secondo l’eccellente opera di Rolf H. Müller „Geschichte und Technik der europäischen Militärrevolver" (1982) G. Abadie sarebbe stato un ingegnere francese inventore di un svincolo del cane che porta il suo nome e quest’invenzione sarebbe stata venduta alla fabbrica d’armi „J. Dechorin Fils" a St. Étienne (Francia) senza che questa ne riconoscesse il valore. L'invenzione d’Abadie venne infatti ceduta alla fabbrica d'armi „Louis Soleil" a Liegi (Belgio) nell'anno 1878. Eugen Heer nel suo libro „Geschichte und Entwicklung der Militärhandfeuerwaffen in der Schweiz von 1800 bis zur Gegenwart" (1971) cita una relazione del maggio 1878 di Rudolf Schmidt dove era menzionato un Signor Decharin che a lui (a Schmidt) avrebbe mostrato un svincolo del cane sistema Abadie. Rudolf Schmidt stesso nel suo libro „Die Handfeuerwaffen, ihre Entstehung und technisch-historische Entwicklung bis zur Gegenwart" (1878) menziona uno specifico miglioraramento per rivoltelle (Abadie) di „J. Dechorin fils in St. Étienne...". (Nota l'ortografia differente del cognome „Decharin" o „Dechorin" da R.H. Müller, E. Heer e R. Schmidt!) In „Pistols of the World" (1982) di Ian V. Hogg e John Weeks si può leggere che Abadie sarebbe stato un armaiolo belga titolare di un originario brevetto per un sistema che si trovava abitualmente nelle rivoltelle belghe nelle quali l'asta d'espulsione era inserita nell'albero cavo del tamburo da cui doveva essere estratta e ribaltata per procedere alla espulsione dei bossoli, uno ad uno. Però il suo nome sarebbe legato ad uno sportellino di sicurezza chi si trova in numerose rivoltelle d'ordinanza europee dal 1870 fino il 1900. Il „Der neue Stöckel" (1978) d’Eugen Heer spiega sotto il nome Abadie: „ABADIE (ABADY), Liegi (B), ca. 1860-80. Costruttore + „Fabricant". Partecipava in modo decisivo allo sviluppo delle rivoltelle. Inventava uno svincolo del cane mediante lo sportellino di carcamento. Esportava armi nel Portogallo. Q40; Q54". Q40 significa che le informazioni erano del „Quatre siècles d'armurerie liègoise" di Claude Gaier e Q54 indica come fonte dell’informazione la „Geschichte und Entwicklung der Militärhandfeuerwaffen in der Schweiz" di (che buffo!) Eugen Heer... Il cognome DECHORIN (od ortografie similare) non si trova nel „Der neue Stöckel" d’Eugen Heer. (Nel „Dictionary of Guns and Gunmakers" (2001) di John Walter è menzionato „Dechorin frères" elencato come distributore ed agente per armi e munizioni in rue des Jardins 29, Saint-Étienne, Francia nel1879 .) In un articolo sulle rivoltelle d'ordinanza portoghesi (v. DIANA-ARMI 12/1992) opina Luciano Salvatici che d’Abadie sia un armaiolo francese che abbia lavorato a Beaumont de Lomagne e si sia trasferito più tardi a Belgio; ecco perché tanti autori lo considerano come belga. John Walter, un autore d'altronde noto come serio , scrive nel suo „Dictionary of Guns and Gunmakers" (2001) come Abadie sia stato evidentemente un armaiolo di Liegi probabilmente impiegato dei fratelli Nagant - e come il suo brevettato 1874 si possa trovare su qualche rivoltella Nagant fabbricata tra 1878 e 1890. J. Walter richiama l’attenzione sul fatto che Abadie sia spesso falsamente identificato come ufficiale portoghese perché il „sistema Abadie" si trova - a parte il modello serbo (!) - sulle armi portoghesi… In una brossura della ditta S. J. & D. (Simonis, Janssen und Dumoulin Frères) che sfruttava i brevetti di Georges Abadie si legge: „Le modèle du revolver de guerre qui nous a paru réunir la plus grande somme des qualités spéciales exigées pour ce genre d'armes est celui de l'ingénieur français Abadie." In questa brossura non si lodano solamente le rivoltelle fabbricate da questa ditta, ma sono anche intonate lodi all'industria armiera di Liegi. Dato questo orgoglio pare molto credibile che G. Abadie non fosse belga ma francese, il che probabilmente non faceva proprio piacere ai signori S. J. & D… Naturalmente il nome „Abadie" è menzionato in ogni libro su armi senza però che si possa trovare informazioni ulteriori. Una ricerca fatta nell'estate 1994 al „Mueseu Militar de Lisboa" su „Abadie" da parte de sottodirettore, colonnello Alfeu Raul Maia da Silva Forte, ha portato alla interessante informazione: che inizialmente „Abadie" si scrivesse con due „b", cioè „Abbadie". Inoltre il mio informatore del museo dell' esercito di Lisbona mi comunicava di aver trovato dal 1810-1897 un francese di nome Antoine Thompson d’Abbadie, membro dell’accademia delle scienze, il quale fece un’esplorazione nell’Etiopia e ne scrisse un’opera „Geodesia da Alta Etiópia" (Paris 1873); poco probabile che si tratti della stessa persona ma potrebbe avere avuto qualche connessione col „nostro" signor Abadie, Abady o Abbadie. Principio di funzionamento e scopo Con lo sportellino Abadie - anche chiamato „sicurezza Abadie", „modificazione Abadie", „svincolo del cane Abadie" ecc. si ottiene che con il cane abbattuto e con lo sportellino aperto, quando si arretra il grilletto ruota solo il tamburo di una camera senza che si armi il cane e senza che si spari un colpo. Lo sportellino Abadie consiste di uno sportellino che si può aprire tirandolo all'indietro per liberare le camere del tamburo per il caricamento o per lo scaricamento. Questo però non è qualcosa di speciale: anche altri tipi degli sportelli adempiono questo compito (per esempio i „portellini" ribaltabili verso l'alto delle rivoltelle Lefaucheaux , gli sportellini ruotanti di lato ed in basso nelle Nagant ed altre rivoltelle belghe, tedesche ed inglesi, come nei „Reichsrevolver" o nei „Webley RIC" e nei modelli „Bulldog" per citare solamente i tipi più conosciuti del genere o sportelli che si aprono all'indietro come gli sportelli Abadie, come ad esempio quelli delle rivoltelle sistema Chamelot-Delvigne adottate negli eserciti della Svizzera, Francia e Italia come armi d'ordinanza). La particolarità dello sportellino Abadie è che se esso è aperto ed il cane abbattuto o nella sua posizione di mezza monta, l'appendice del cane viene spinta indietro cosicché al tirare sul grilletto il cane non viene armato, ma solo il tamburo ruota di una camera cosicché non deve - per essere caricato o scaricato - venire ruotato a mano ma mediante l'ulteriore pressione sul grilletto. Questo „lavoro" consuma meno energia che nel tiro in doppia azione, perché viene meno l'armamento del cane. Lo scopo essenziale dello sportellino Abadie è il caricamento e lo scaricamento rapido, sicuro e comodo mediante la sola pressione sul grilletto a sportellino aperto cosicché il tamburo ruota di una camera finché quella coincide esattamente con l'astina d’espulsione. Il fatto che quando si aziona il grilletto, ruota solo il tamburo ma il cane non viene armato, è ottenuto in quanto un piolo o appendice dello sportellino spinge l'appendice fuori dello spazio d'azione del dente (o dente del noce) del grilletto. A seconda della forma e della posizione di quella camma lo sportellino Abadie può effettuare anche altre funzioni ed avere altri effetti, oltre quello del svincolo del cane. Funzioni secondarie Oltre alle denominazioni come „svincolatore Abadie", „modificazione Abadie", „sconnettore Abadie", „svincolo Abadie" ecc. questo geniale dispositivo Abadie è anche chiamato „sicurezza Abadie" perché può funzionare, con lo sportellino aperto, come sicurezza. Col cane armato e con lo sportellino aperto la trazione sul grilletto può provocare le reazioni seguenti: 1) Non succede niente: il cane rimane armato 2) Il cane si abbatte e rimane bloccato in mezza via (circa in posizione „half cock") 3) Il cane si abbatte, ma non completamente e si blocca circa nella posizione di mezza monta o di sicurezza („safety position") 4) Il cane si abbatte completamente così che si spara un colpo. Nell'ultimo caso cioè nella quarta situazione, è chiaro che il disconnettore Abadie può essere considerato come una sicurezza affidabile solo con cautela (sicurezza Abadie) perché non è tanta sicura ma spesso molto poco affidabile Si può supporre che la prima situazione menzionata sopra fosse la più vicina alle intenzioni di G. Abadie . Infatti la prima rivoltella fabbricata in serie che adottava la „modificazione Abadie" - cioè il modello portoghese 1878, come anche il modello successivo, il modello 1886 - portano il nome d’Abadie. Il dispositivo Abadie funzionava in entrambe rivoltelle nel modo primo menzionato: con lo sportellino aperto rimane il cane armato quando è premuto il grilletto e funziona come una vera sicurezza. Questa „sicurezza" del cane armato si ottiene in quanto il piolo o la camma che preme l'appendice del cane all'indietro e fuori del raggio d'azione della leva di scatto, preme contemporaneamente anche questa leva così che il grilletto non può essere mosso e il cane non può sparare. Con camme o perni troppo sottili che consentono di muovere il grilletto, lo sportello non può funzionare come una sicurezza affidabile, ma può solamente fermare il cane, in modo più o meno sicuro in una posizione in cui la spina del cane non può arrivare alla capsula della cartuccia. Primo modello con sportellino Abadie È menzionata in „Les revolvers et les fusils Nagant" (1982) di Claude Feys e René Smeets una rivoltella del museo delle armi a Liegi che pare fosse fabbricata nel 1874 dall'armaiolo Abadie di Liegi. Probabilmente si tratta dell’arma cui si riferisce il brevetto presumibilmente concesso al signor Abadie nel 1874. Purtroppo non sono a disposizione spiegazioni ed immagini di quest’arma. Prime prove con gli sportelli Abadie A parte quanto scritto nella „Section technique d’artillerie" in Francia (v. paragrafo „Rivoltelle sperimentale francesi prima di 1992") il primo che riconobbe i vantaggi dello sportellino Abadie (e del meccanismo a rimbalzo Warnant) fu lo svizzero Rudolf Schmidt, direttore della fabbrica d’armi a Berna. Nel 1876 furono prodotte rivoltelle sperimentali con questo sistema. Rivoltella sperimentale 1876 di Schmidt con leva di smontaggio e sportellino Abadie (Mü) Schizzi da „Atlas zu Schmidt, Handfeuerwaffen" (1878) della rivoltella sperimentale 1877 (Sc) La pistola semiautomatica Sunngard La pistola semiautomatica Sunngard, brevetto tedesco del 1909, è stata creata da Harald Sunngard e propagandata ed offerta a più eserciti come pistola da 50 colpi. Secondo il costruttore era un'arma ideale da combattimento perché bastava invogliare l'avversario a sparare i suoi 7 od 8 colpi di pistola da lontano, per trovarselo poi davanti disarmato ed esposto ai propri 40 colpi residui! L'elevata capacità è ottenuta con due caricatori affiancati entro l'impugnatura (con possibilità di usare caricatori allungati di capacità quasi doppia) e dall'impiego di cartucce di dimensioni ridotte. L'arma era con chiusura a massa. La canna si fissava al castello con due ramponi; la molla di recupero era infilata sulla canna, su cui si infilava il carrello; una ghiera anteriore, avvitata al tubo copricanna del carrello, bloccava il tutto. L'arma venne prodotta in pochi esemplari da sottoporre ai vari eserciti ed in due calibri.Il calibro 8 Sunngard e il cal. 6,35 Sunngard (prodotto dalla Eley), aventi i seguenti dati approssimativi. Cal. 8 Cal. 6,35 Peso totale 4,366 gr 3,93 gr Peso del proiettile 1,88 gr 1,85 gr Peso del bossolo 2,18 gr 1,81 gr Peso della polvere 0,297 gr 0,27 gr Lunghezza totale 23 mm 22,5 mm Lunghezza del bossolo 19 mm 18,2 mm Diametro del proiettile 8 mm 6,35 mm I proiettili avevano punta appiattita e una velocità iniziale di circa 600 ms. L'arma non ebbe successo, probabilmente perché i militari ritenevano il proiettile troppo piccolo. 1-1 - Gasser mod. 1870, cal. 11 1-2 - Gasser mod. 1870/1874, cal.11 1-3 - Gasser mod. montenegrino, cal. 11 1-4 - Gasser-Kropatschek mod. 1870 per ufficiali, cal. 9 1-6 - Gasser mod. 1880 o montenegrino, cal. 11,3 1-7 - Gasser di produzione belga 1-8 - Gasser basculante di produzione belga 1-9 - Gasser gendarmerie, cal 9, DA 1-10 - Gasser per polizia, cal.9 1-11 - Rast Gasser ordinanza 1898, cal. 8, DA 1-12 - Eigner & Co., Vienna, ca. 7,2, SA 2-1 - Mariette, cal. 8, SA 2-5 - Francotte, Auguste Francotte, Liegi, cal. 7,5 o 7.62 Nagant o 8 Lebel, DA 2-2 - Francotte, csl. 557 2-3 - Francotte cal. 450 2-4 - Francotte, cal. 7,65 2-6 - Warnant, L. & J. Warnant Frères, Hognée cal. 9 e 11 mm 2-7 - Warnant, cal. 9 e 11 2-8 - Warnant 2-9 - Warnant 2-10 - Pieper o Bayard, Liegi, cal. 7,62 Nagant 2-11 - Pieper o Bayard, cal. 7,62 Nagant 2-12 - Perfectionne, Pieper, Liegi, cal. 8 Lebel 2-13 - Pieper o Bayard, cal. 8 2-14 - Pieper o Bayard cal. 32 o 38 2-15 - Nagant 1887. Liegi, cal. 7,5 2-16 - Nagant 1887 2-17 - Nagant 1895, cal. 7,62 Nagant 2-18 - Nagant 1910, cal. 7,62 Nagant 2-19 - sistema Nagant (di Lepage) 2-20 - sistema Nagant (di Pieper) 2-21 - sistema Nagant (di Francotte) 2-22 - Gerard mod. brasiliano prodotta da Lepage, cal. 380 2-23 - Galand C. E.,1872, cal. 11 mm Perrin 2-24 - Galand, Paris, 1868(?) (precede il Galand & Sommerville del 1869) 2-25 - HDH, Henrion, Dassy & Heuschen, Liegi (imitazione Colt), ca. 32 o 38 2-26 - Pryse, prodotta da A. Francotte per l'Inghilterra, 1870, cal.450 2-27 - Gilion N., Liegi, cal. 11 2-28 - Levaux D. D., Liegi, cal. 32 2-29 - Levaux D. D., cal. 38 2-30 - Copia belga del revolver Saint-Étienne, Chamelot-Delvigne 2-31 - Copia belga del revolver Saint-Étienne 2-32 - Chamelot - Delvigne 2-33 - Rongé & Fils, Liegi, 6,35 auto 2-34 - Deville B. 2-35 - Spirlet 1869, cal. 11,5 2-36 - Mercenier, cal. 380 2-37 - H.D.H. (o Charles F. Galand?) model Le Novo 2-38 - H.D.H. model Le Novo 3-1 - Taurus Pocket model, cal. 48 sp. 3-2 - Taurus mod. 74, cal. 32 S& W 3-3 - Taurus mod. 82, cal. 38 sp. 3-4 - Rossi 3-5 - Rossi 4-1 - John Calvert, Imitazione Smith & Wesson, Leeds, 1863, cal. 30 4-2 - Tranter, Birmingham, cal. 320 4-3 - Tranter, cal 450 4-4 - Tranter, cal. 380 4-5 - Tranter army model 1878, cal. 450 4-6 - Adams army model, 1867, ca. 450 4-7 - Adams army model 1872, cal. 450 Boxer 4-8 - Thomas ,tipo, Tipping & Lawden, Birmingham, cal. 450 4-9 - Webley 1865, copia S & W 4-10 - Webley, 1865 4-11 - Webley 1866, Boxer o Bulldog, cal. 577 Boxer 4-12 - Webley RIC (Royal Irish Constabulary), 1867, cal. 442 Boxer 4-13 - Webley RIC 4-14 - Webley RIC, mod. 2, cal. 450 4-15 - Webley mod. II 4-16 - Webley n. 2, 1878, The British Bulldog 4-17 - Webley n. 5 Express, vari calibri 4-18 - Webley Frontier 4-19 - Webley- Pryse 4-20 - Webley-Pryse 4-21 - Webley-Green, target model 1892 4-22 - Webley-Green army model 1879 4-23 - Webley Kaufmann army model 4-24 - Webley-Wilkinson 4-25 - Webley Mark I, 1894 4-26 - Webley Mark II 4-27 - Webley Mark III, 1897 4-28 - Webley Mark III 4-29 - Webley Mark IV, 1899 (calcio anche a becco) 4-30 - Webley Mark IV 4-31 - Webley Mark IV 4-32 - Webley Mark IV 4-33 - Webley Mark IV 4-34 - Webley Mark IV 4-35 - Webley Mark V, 1913 4-36 - Webley Mark VI, 1915 4-37 - Webley Pocket, 1897 4-32 - Webley Mark IV 4-33 - Webley Mark IV 4-34 - Webley Mark IV 4-35 - Webley Mark V, 1913 4-36 - Webley Mark VI, 1915 4-37 - Webley Pocket, 1897 4-44 - Excelsior 5-1 - Mod. 1873 e 1874 copia di S & W, cal. .442 (10,75) per la Sassonia 5-2 - Mauser 1 mod. Zickzack, Mod. 1878 5-3 - Mauser 2 mod. Zickzack, Mod. 1878 (telaio chiuso) 5-4 - Mauser 2 mod. Zickzack, Mod. 1878 (telaio chiuso) 5-5 - Armeemodell 1879 (M/79) (Reichrevolver; marchiato Mauser e Dreyse), cal. 10,6 5-6 - Armeemodell 1883 (marchiato Mauser e Dreyse), cal. 10,6 5-7 - Armeemodell 1883, cal. 10, 6 versione civile 5-8 - Armeemodell 1883, versione civile, cal. 10,6 - Dreyse 1893, cal. 10,6 5-10 - Haenel C.G., Suhl, cal. 9 5-11 - Geco, sistema Colt (Genschow & Co.), cal. 38, 5-12 - Arminius HW 3 della ditta HW (Hermann Weihrauch), cal. 22 l.r. 5-13 - Arminius HW 38, cal. 38 sp. 5-14 - Heym, Münnerstadt, vari calibri 5-9 5-15 - Röhm, RG 10 5-16 - Röhm, RG 10 S 5-17 - Röhm, RG 11 5-18 - Röhm, RG 12 5-19 - Röhm, RG 14 5-20 - Röhm, RG 20 5-21 - Röhm, RG 23 5-22 - Röhm, RG 24 5-23 - Röhm, RG 30 5-24 - Röhm, RG 38 5-25 - Röhm, RG 57 5-26 - Röhm, RG 63 5-27 - Röhm, RG 66M 5-28 - Röhm, RG 88 5-29 - Cicago Cub (Reck) 5-30 - Reck R-15 5-31 - Reck R-18 5-32 - EMGE ,Gerstenberger & Eberwein, 22 corto 5-33 - EMGE 22 l .r. 5-34 - EMGE 32 5-35 - EMGE 223 e 323 5-36 - Mayer & Söhne 5-37 - Sauer & Sohn, Frontier 2/59 5-38 - Sauer & Sohn, TR 6 5-39 - Sauer & Sohn, TR 6 5-40 - Sauer & Sohn, FR 4 5-41 - Korth Combat 1972, vari calibri 5-42 - Erma mod. ER 440, cal. 38 sp. 6-1 - IMI, 1950, cal. 9 para 7-1 - Nagant (Nagan, Nagans) Arizmendi, cal. 7,62 Nagant, dopo il 1914 7-2 - Nagant F.A.G (F. Arizmendi e Goenaga, Eibar), prima del 1914 7-3 - Orbea Hermanos mod. 1916, Tettoni, cal. 10,35 it 7-4 - Orbea Hermanos (mod. Tettoni) mod. 1916, cal. 10,35 itt 7-5 - Orbea Hermanos mod. 1914 (poi mod. 1916), cal 44 S & W 44 7-6 - Alpha, Armero Especialistas Reunidas, Eibar, ca. 38 long Colt 7-7 - Alpha, cal. 38 long Colt 7-8 - Astra Cadix 382, cal. 38 sp. 7-9 - Astra Cadix mod. 326, cal. 32 S & W 7-10 - Astra Magnum, cal. 357 magnum 7-11 - Astra Regent, cal. 22 l.r. 7-12 - Guisasola, Eibar, cal. 38 long Colt 7-13 - Guisasola 7-14 - Llama Martial 7-15 - Orbea Hermanos 7-16 - Orbea Hermanos Vitoria) 7-17 - O.M, Ojanguren y Marcaido, Militar y Policia 7-18 - O.M., Ojanguren y Marcaido, Eibar, mod. 1926 7-19 - Ruby Extra mod. 12(Llma y Gabilondo & C., 7-20 - Ruby Extra, mod. 13 7-21 - S. A. Suinaga y Aramperri, Eibar, cal. 38 long Colt 7-22 - T.A.C., Trocaola Aranzabal y Cia, Eibar, cal. 44 sp. 7-23 - T.A.C. Corzo o Corso 7-24 - T.A.C. Para-Bosino 7-25 - "El Cano" di Arana & Cia, Eibar 7-26 - T.A.C. (Trocaola Aranzabal y Cia 7-27 - Oscillante, A. Errasti, Eibar 7-28 - M. 1925, Rural Model Cia, Eibar, cal. 22 l.r. 7-29 - Imitazione Colt 7-30 - Imitazione Smith & Wesson 7-31 - Revolver semiautomatico Zulaica y 8-1 - Glisenti 1872 (Chamelot-Delvigne), ordinanza, cal. 10,35; in genere prodotto in Belgio 8-2 - Glisenti 1886 (Chamelot-Delvigne), ordinanza, cal 10,35 8-3 - Mod. 1889, Bodeo, ordinanza (Chamelot-D. modificato da Bodeo), cal. 10,35 8-4 - Mod. Bodeo 1889 8-5 - Mod. 1889 (prodotto da Soc. Metallurgica Bresciana, già Tempini) 8-6 - Nuovo revolver Bernardelli 8-7 - Nuovo revolver Bernardelli 7,62 N. 9-1 - Ordinanza olandese 1873 Abadie 9-2 - Revolver olandese 10-1 - Nagant 1895 per Polonia, Ng 30, cal. 11-1 - Ordinanza portoghese 1878-1886, tipo 12-1 - Romania 1886 Dimancea, prodotto in Inghilterra 12-2 - Romania 1886 13-1 - Smith & Wesson russian, primo modello (1871), cal. 10,67 13-2 - Smith & Wesson russian, secondo modello (1872), cal. 10,67 13-3 - Smith & Wesson russian, terzo modello (1880), Cavalry, cal.10,67 13-4 - Smith & Wesson russian, terzo modello 13-5 - Nagant 1895 3-linee, cal. 7,62 13-6 - Nagant 1895 13-7 - Nagant 1895, civile o per polizia 14-1 - Smith & Wesson, mod. 1 14-2 - Smith & Wesson, mod. 1 1 (1875) 14-3 - Smith & Wesson, mod. 1 (1878) 14-4 - Smith & Wesson, mod. 2 14-5 - Smith & Wesson, mod. 1 ½ 14-6 - Smith & Wesson, Schofield, Army No. 14-7 - Smith & Wesson, Army mod. No. 3 14-8 - Smith & Wesson, mod. 1 ½ azione (1889) 14-9 - Smith & Wesson, mod. 2 azione (1889) 14-10 - Smith & Wesson, dopia azione (1880) safety con sicura sul calcio (dal 1888) 14-11 - Smith & Wesson, doppia azione (1881) safety con sicura sul calcio (dal 1888) 14-12 - Smith & Wesson, doppia 14-13 - Smith & Wesson, doppia 14-14 - Smith & Wesson, mod. 14-15 - Smith & Wesson, mod. 14-16 - Smith & Wesson, 1909 ? 1899, per esercito e polizia 14-17 - Smith & Wesson, 32. Hand Ejector 1896 1902 per esercito e polizia 14-18 - Smith & Wesson, 1896, mod. II New Century 14-19 - Smith & Wesson, 14-20 - Smith & Wesson, 14-21 - Smith & Wesson, 14-22 - Smith & Wesson, Ladysmith I mod. Ejector Pocket, 1903 14-23 - Smith & Wesson, Ladysmith, II mod. Regulation Police, 1920 14-24 - Smith & Wesson, Ladysmith III mod. per polizia ed esercito 14-25 - Smith & Wesson, Hand 14-26 - Smith & Wesson, 14-27 - Smith & Wesson, 1905 14-29 - Smith & Wesson, 1905 serie speciale 14-30 - Smith & Wesson, Hand Ejector U.S. Service o British service 14-31 - Smith & Wesson, Mod. 10 per esercito e polizia 14-32 - Smith & Wesson, Mod. 10 canna pesante 14-33 - Smith & Wesson, Mod. 12 per esercito e polizia 14-34 - Smith & Wesson, Mod. 15 Masterpiece 14-35 - Smith & Wesson, mod. 19, 357 Combat Magnum 14-36 - Smith & Wesson, mod. 19, 357 Combat Magnum 14-37 - Smith & Wesson, mod. 20, 38/44 Heavy Duty 14-38 - Smith & Wesson, mod. 22 Army 14-39 - Smith & Wesson, mod. 27,cal. 357 Magnum 14-40 - Smith & Wesson, mod. 28, Highway Patrolman Wesson, mod. 33, Regulation police 14-41 - Smith & Wesson, mod. 29, 44 magnum Wesson, mod. 34, 22/32 kit-gun 14-42 - Smith & Wesson, mod. 30, Hand Ejector Wesson, mod. 36, Chiefs special 14-43 - Smith & Wesson, mod. 32, Terrier 14-44 - Smith & 14-45 - Smith & 14-46 - Smith & 14-22 - Smith & Wesson, Ladysmith I mod. Ejector Pocket, 1903 14-23 - Smith & Wesson, Ladysmith, II mod. Regulation Police, 1920 14-24 - Smith & Wesson, Ladysmith III mod. per polizia ed esercito 14-25 - Smith & Wesson, Hand 14-26 - Smith & Wesson, 14-27 - Smith & Wesson, 1905 14-54 - Colt, conversione Richards per cartucce a percussione centrale (Army Model 1971, modifica del New Model Army 1860) 14-55 - Colt, idem 14-56 - Colt, mod. Old line 1870 14-57 - Colt, mod. Colt's House Pistol (Cloverleaf Colt & Jim Fisk Pistol 1871-1875) 14-58 - Colt, mod. 1871 Colt Pocket 14-59 - Colt, mod. 1873 New Line, S. A. Pocket 14-60 - Colt, mod . 1874 New House o New Line 14-61 - Colt, mod. 1872 Frontier (munizioni anulari) o 1873 (munizioni a percussione centrale) 15-62 - Colt, mod. Frontier Scout 62 14-63 - Colt, mod. Bisley 14-64 - Colt, mod. 1877 doppia azione, Lightnig o Thunderer 14-65 - Colt, mod. 1878 Frontier D. A. 14-66 - Colt, mod. 1889 predecessore del mod. 1892 New Navy o New Army 14-67 - Colt, mod. 1892 New Navy o New Army 14-68 - Colt, mod. New Service, 1898 14-69 - Colt, mod. New Police 14-70 - Colt, mod. New Police 14-71 - Colt, mod. Army M-1917 14-72 - Colt, Army Special M - 1909 14-73 - Colt, mod. Police positive special, 1907 Positive 14-74 - Colt, mod. Detectiv special, 1926 Positive 14-75 - Colt, mod. Cobra, 1950 14-76 - Colt, mod. Agent , 1955 14-77 - Colt, mod. Police 14-78 - Colt, mod. Police 14-79 - Colt, Poket Positive 14-80 - Colt, Python 14-81 - Colt, Marshal 14-82 - Colt, Commando 14-83 - Colt, Trooper 14-84 - Colt, Diamondback 14-85 - Colt, Detective Special 14-86 - Colt, Police Positive Special 14-87 - Colt, Viper 14-88 - Colt, Metropolitan Mk III 14-89 - Colt, Lawman Mk III 14-90 - Colt, Trooper Mk III 14-91 - Allens & Weeklock, 1858 14-95 - Bacons "Havy" 14-92 - American Army Co. 14-96 - Bacons Peperbox 14-93 - Brooklin Army Co. 14-97 - Bacons & Garrington 14-94 - Bacons Arms Co. 14-98 - Harrington & Richardson, mod. American. 14-99 - Harrington & Richardson, mod. Young America 14-100 - Harrington & Richardson, mod. Automatic con lama di coltello (1900 circa). 14-101 - Harrington & Richardson, mod. Premier 14-102 - Harrington & Richardson, mod. Worcester (è la città di produzione) 14-103 - Harrington & Richardson, mod. Defender 14-104 - Harrington & Richardson, mod. Defender Special 14-105 - Harrington & Richardson, mod. Defender 1925 14-106 - Harrington & Richardson, mod. 900 14-107 - Harrington & Richardson, mod. 929 14-108 - Hopkins & Allen, mod. Tremis Terror XL DA 14-109 - Hopkins & Allen, 1871 XL N. 1 14-110 - Hopkins & Allen, mod. Defender 89 Bulldog 14-111 - Hopkins & Allen, 1879 Dictator 14-112 - Hopkins & Allen, 1879 Ranger N. 2 32 14-113 - Hopkins & Allen, mod. XL N. 4 14-114 - Hopkins & Allen, mod. 14-115 - Hopkins & Allen, mod. 14-116 - Hopkins & Allen, mod. 14-117 - Hopkins & Allen, 1875 14-118 - Hopkins & Allen, mod. 14-119 - Grant 14-120 - Dan Wesson, mod. 12 14-125 - Iver-Johnson "American Bulldog 14-121 - Dan Wesson, mod. 15 14-126 - Iver-Johnson 1900 14-122 - "Pocket Pony" 14-127 - Iver-Johnson tipo Smith & Wesson 14-123 - Iver-Johnson 1883 14-128 - Iver-Johnson tipo Smith & Wesson 14-124 - Iver-Johnson 1891, mod. Smoker 14-129 - Iver-Johnson (tipo S&W) 14-130 - Iver-Johnson, mod. 55S Cadett 14-131 - Iver-Johnson , mod. 66 Snub & 14-132 - Kolb & Co, Baby Hammerles 14-133 - Connecticut Arms,1866 14-134 - Crispin 1865 14-135 - Liberty 14-136 - Maltby, Curtiss & Co. 1884 14-137- Maltby, Henlay & Co. 1889 14-138 - Manhattan Fire Arms Co. 14-139 - Mervin & Bray 14-140 - Mervin-Galbert, 1886, russian model (prod. Hopkins-Allen) 14-141 - Mervin-Galbert, 1873 14-142 - Mervin-Galbert 14-143 - Mervin- Galbert DA 14-144 - Meridian Fairarms Co. 14-145 - Marlin "Standard" N. 2, 1878 14-146 - Marlin "OK" 14-149 - Williamson, National Arms Company, Brooklyn, cal. 45 teat-fire 14-147 - Moore 1860 14-148 - Moore 1864 14-150 - Nord American Arms 14-151- Osgood "Duplex" 14-152 - Plant 14-153 - Plant 14-154 - Pond, 1864 14-156 - Prescott, 1860 14-157 - Reid J., "My Friend" , 1865 14-158 - Remington mod. n. 1 14-159 - Remington mod. n. 3 14-160 - Remington "Rider" 14-161 - Remington, 1875 14-162 - Rupertus "Peperbox", 1887 14-163 - Smith, 1873 14-164 - White Star (Hopkins & All)en 14-165 - Whitney 14-166 - Fyrberg, 1903 14-167 - Forehand Arms Co. 14-168 - Forehand Arms Co. Wadsworth, British Bulldog 14-169 - Forehand & Wadsworth, Bulldog 1871 Wadsworth, 1877 14-170 - Forehand & Wadsworth Wadsworth (tipo S&W) 14-171 - Forehand & Wadsworth, mod. russo, 1873 "Sentinel" 14-172 - Forehand & Wadsworth, Bulldog 14-173 - Forehand & 14-174 - Forehand & 14-175 - Forehand & 14-176 - High Standard , 14-177 - High Standard "Sentinel" MK I e MK IV Sentinel Mk III 14-178 - High Standard tipo Western 14-179 - High Standard ,"Kit-gun" "Undercover" 14-180 - High Standard, 14-181 - Higgins 88 14-182 - Charter Arms 14-183 - Stoeger Arms Corporation, "Deputy" GA-34 14-184 - Sturm, Ruger & Co., "Bearcat" Revolver automatico 14-185 - Sturm, Ruger & Co., "Single-six" 14-186 - Sturm, Ruger & Co., "blackhawk 14-187 - Sturm, Ruger & Co., 14-188 - Union Arms Co., 14-189 - U.S Revolver Co. 15-1 - Smith & Wesson 1879 della Turchia, cal. 44 RF e poi CF 16-1 - Le Mat 16-2 - Perrin, cal. 10,4 16-3 - Devisme, J. B. Devisme, Parigi , cal. 11 16-4 - Galand 1870 16-5 - Galand 16-6 - Revolver ad 8 colpi tipo Galand 16-7 - Ordinanza Lefaucheux 1870, cal. 11 civile 16-8 - Chamelot-Delvigne, 1872 16-9 - Saint Étienne, 1873 16-10 - Saint Étienne, versione 16-11 - Lebel 16-12 - Lebel 1892 16-13 - "Agent", tipo Nagant 16-14 - Manurhin MP-73 17-1 - ZKR 590 o Grand (fabbrica di Brno) 18-2 - Galand-Schmidt, 1878 (Svizzera) Svezia) 18-3 - Galand-Schmidt 1892 (Svizzera) 1926 18-4 - Ordinanza mod. 29 (82/29) (Svizzera) 19-1 - Nagant 1887 (russa per la 20-1 - Ordinanza Giapponese 20-2 - New Nambu Revolver a spillo di varie piccole ditte 21-1 - Lefaucheux Eugène, Parigi, cal. 12,7, mod. marina 1858 per uso civile 21-2 - Typo Lefaucheux, Belgio 21-3 a 21-5 - Tipo Lefaucheux, Belgio Revolver a spillo tipo Lefaucheux, di varie piccole ditte 21-12 - Rolland & Renault, Liegi (?) Revolver a spillo tipo Lefaucheux, di varie piccole ditte 21-15 - Barrelesss, E. Renault, Liegi Barreless, Orbea Hermanos, Eibar 21-17 e 19 - Gasser, Vienna 21-21 - Renault 21-22 - Verney-Canon, St. Étienne Revolver a spillo tipo Lefaucheux, di varie piccole ditte 21-27 - tipo Chamelot-Delvigne Revolver tipo Bulldog di varie piccole ditte Revolver tipo Bulldog di varie piccole ditte Revolver tipo Bulldog di varie piccole ditte Revolver tipo Bulldog di varie piccole ditte Revolver tipo Bulldog di varie piccole ditte Revolver tipo Bulldog di varie piccole ditte Revolver tipo Bulldog di varie piccole ditte Revolver tipo Velodog 23-26 a 23-28 - Revolver tipo Velodog 24-1 a 24-4 - Imitazioni Smith & Wesson Imitazioni Smith & Wesson Imitazioni Smith & Wesson Revolver vari di piccole ditte Revolver vari di piccole ditte Revolver vari di piccole ditte Pistole sconosciute Austria 26-1 Mannlicher 1894 ,cal. 6,5 26-2 Krnka 1895, cal. 8 26-3 Krnka 1899, cal. 8 26-4 Krnka 1904, cal. 8 26-5 Roth- Steyr 1907, cal.8 26-6 Mannlicher M96, cal. 7,65 26-7 Mannlicher 1900, cal 7,63 26-8 Mannlicher 1905, cal 7.63 26-9 Mannlicher 1905, cal,. 7,63 27-6 Little Tom, cal. 7,65 27-7 Little Tom, cal. 6,35 27-8 Steyr 1934,cal. 7,65 27-9 Steyr SP o Steyr Daimler Puch del 1957, cal. 7,65 27-10 Steyr Daimler Puch mod. Pi-18 , cal. 9 Para (diventerà la GB 80) Argentina 28-1 HAFDASA cal 45 ACP (Ballester-Rigaud e B.-Molina) 1930-1940 28-2 HAFDASA cal. 22 l.r. (Hispano Argentina Fabrica de Automoviles SA) 28-3 G.M.C. (Garbi, Moretti y Compania, Mar del Plata), cal. 22 l.r. (circa 1940). 28-4 Bersa, mod. 225, cal. 22 l.r. (Fabrica de Armas Bersa SA, Ramos Mejia) Belgio 29-1 Browning mod. 1900, cal. 7,65 29-2 Browning mod. 1900, cal. 7,65 29-3 Browning 1903, cal. 9 mm Br. lungo 29-4 Browning 1906, cal. 6,35 29-5 Browning 1910/12, cal. 7,65 29-6 Browning 1922, cal. 7,65 e 9 corto 29-7 Browning Baby, cal. 6,35 29-8 Browning 1935, cal. 9 Para 29-9 Browning 1935, cal. 9 Para 29-10 Browning (FN Herstal SA) mod. 130, cal. 7,65 o 9 corto 29-11 Browning (FN Herstal SA) mod 140 DA, cal. 7,65 o 9 corto 29-12 H&D , Henrion & Dassy, Liegi (1912-1914), cal. 6,35 29-13 Bayard (Anciens Etablissement Pieper SA, Herstal), vari calibri 29-14 Bayard 1908, cal. 7,65 e 9 corto 29-15 Bayard 1923 (copia della Browning 1910) 29-16 Bayard 1930, cal 6,35 29-17 Bergmann-Bayard 1908 29-18 Warnant, L. & J Frères, cal. 7,65 29-19 Warnant, L. & J Frères, cal. 6,35 29-20 Warnant, L. & J Frères, cal. 6,35 29-21 Vici (fabbrica sconosciuta), cal. 6,35 29-22 Wilson (fabbrica sconosciuta), cal. 6,35 29-23 WS o Wegria-Charlier, 1908 Liegi, cal. 6,35 (grilletto sul dorso!) 29-24 Gavage Armand, ca. 1930 Liegi, cal. 7,65 29-25 Delu F., Liegi, cal. 7,65 29-26 Dictator o Centaure (Liegi 1910-1914) 29-27 Jieffeco, Janssen & Fils, Liegi, 1907 ca. 29-28 Jieffeco, Janssen & Fils, Liegi, 1907 ca. 29-29 Clément 1903 29-30 Clément 1903 29-31 Clément 1903 29-32 Clément 1907 29-33 Clément 1907 29-34 Clément 1908 29-35 Clément 1909 29-36 Clément 1909 29-37 Clément 1912 29-38 Clément 1912 29-39 Lepage, 1925 29-40 Lepage 29-41 Lepage cal. 6,35 29-42 Manifacture d'Armes à Feu, Liegi 29-43 Le Martiny, cal. 6,35 29-44 Melior, Liegi 29-45 Melior, Liegi 29-46 Melior new model 29-47 Melior new model 29-48 Melior new model, cal. 6,35 29-49 Melior new model 29-50 Melior, cal. 6,35 29-51 Mercury (Melior per gli USA) 29-52 M. L., Manufacture Liègeoise d'Armes à Feu Sa, Robar & Companie 29-53 M. L., idem 29-54 Le Monbloc, Jules Jacquemart (1911 ca., Liegi) 29-55 Le Monobloc 29-56 Pieper mod. N, cal. 7,65 29-57 Pieper 1908, cal. 6,35 29-58 Pieper mod B, cal. 7,65 29-59 Pieper mod. O, cal. 7,65 29-60 Pieper 1908, cal. 7,65 29-61 Pieper 1909, cal. 7,65 29-62 Pieper 1920, cal. 6,35 29-63 Pieper, cal. 6,35 29-64 Pieper Legia 29-65 Pieper, cal. 6,35 29-66 Radium 29-67 Le Rapide (Jules Bertrand , Liegi) 29-68 Teuf-Teuf (produttore sconosciuto) 29-69 Francotte Auguste,1912 ca., cal. 6,35 Inghilterra 30-1 Mars, cal. 8,5, brevetto Gabbet Fairfax 1900, prodotto da Webley & Scott 30-2 Mars cal. 45 30-3 Webley-Whitnig della Webley & Scott, 1904 30-4 Webley-Whitnig Mk 1 e Mk 1 nr. 2 della Webley & Scott, 1912 30-5 Webley-Whitnig Mk 1 e Mk 1 nr. 2 della Webley & Scott, 1912 30-6 Webley-Whitnig della Webley & Scott, 1909 30-7 Webley-Whitnig della Webley & Scott, 1910 30-8 South African Model della Webley & Scott, 1920 30-9 Webley & Scott, Police Model, 1907 30-10 Webley & Scott, Pocket Model, 1907 30-11 Webley & Scott, Hammerless Pocket Model, 1910 30-12 Webley & Scott Police Model 30-13 Colt-Browning Model 1911 (per la I° G.M.) Ungheria 31-1 Frommer 1901 della Fegyvergyàr Részvénytarsasàg, Budapest , cal. 8 mm Roth; la Frommer 1906, identica di aspetto, cal 7,65 Roth, ha il caricatore estraibile. 31-2 Frommer 1910, cal. 7,65 e 9 corto; sicurezza sul dorso (talvolta). 31-3 Frommer Stop, cal. 7,65 e 9 corto 31-4 Frommer Baby, cal. 7,65 e 9 corto 31-5 Frommer 29M, Army M1929, Pisztoly 29M (prodotto da Fèmàru Feyver és Gépgyàar Részvénytarsagàg 31-6 Frommer 37M, Army M1937 o Pisztoly 37M 31-7 Frommer 37M cal 7,65 31-8 Frommer Liliput, 1923, cal. 6,35 31-9 Nalava, cal. 6,35 31-10 Eiler, cal. 6,35 31-11 FEG Walam 48 o 48M (copia della Walther), cal 7,65 e 9 corto 31-12 FEG Walam R61, cal 9 Mak. (simili la RK 69 e la PA-63) 31-13 AP o Attila Pistole, cal. 7,65 o 9 corto 31-14 Togagypt 58, cal. 9 Para Vietnam 32-1 Dan Quan Khu, probabile copia di pistole cinesi 32-2 Copia di una Browning 32-3 Copia di una Colt Germania 33-1 Borchard 1893 33-2 Luger Parabellum 1900, cal. 7,65 para 33-3 Luger Parabellum M 1906, cal. 9 para 33-4 Luger Parabellum M 1908, cal. 9 para 33-5 Luger Parabellum M 1904 marina, cal 9 para 33-6 Luger Parabellum M 1908 artiglieria, cal. 9 para 33-7 Luger Parabellum M 1908, modificata 1913-1917, cal 9 para 33-8 Luger Parabellum cal 7,65 para e 9 para 33-9 Walther mod. 1, 1910, cal, 6,35 33-10 Walther mod. 2, 1913, cal. 6,35 33-11 Walther mod 3, 1919, cal. 7,65 33-12 Walther mod. 4, 1914 ca., cal. 7,65 33-13 Walther mod 5, 1915, cal. 6,35 33-14 Walther mod. 6, 1915, cal 9 para 33-15 Walther mod. 7, 1915, cal. 6,35 33-16 Walther mod. 8, 1920, cal. 6,35 33-17-18 Walther mod 9, 1921, cal. 6,35 33-19 Walther PP, 1930 33-20 Walther PPK , 1931 33-21 Walther mod. MP 33-22 Armee Pistole, ca. 1937, cal. 7,65 para (cane interno) 33-23 Armee Pistole mod. HP, 1937, cal. 7,65 e 9 para (cane esterno) 33-24 Walther P-38 33-25 Walther P-38K 33-28 Walther TP (Taschenpistole), 1961 33-26 Walther P-38S 33-27 Walther elaborata da Detlef Joniskeit, Combat-special 33-29 Walther PP Super, 1975, cal. 9x18 Police 33-30 Walther TPH (Taschenpistole mit Hahn),1968, cal. 6,35 33-31 Walther P4 , 1976, cal. 9 para 33-32 Walther P5, 1977, cal. 9 para 33-33 Mauser C /96 o M 1896, cal. 7,63 33-34 Mauser C/96 33-35 Mauser C/96 33-36 Mauser C/96 mod. 1905 33-37 Mauser C/96 1898 e 1903 33-38 Mauser C/96 1912 33-39 Mauser C/96 1920 33-40 Mauser C/96 1920 33-41 Mauser C/96, 1926 33-42 Mauser M 1930 mod. 712 (a raffica su modifica di Josef Nickl) 33-43 Mauser M 1930 (a raffica con modifica di Karl Westinger) 33-44 Mauser C/06-08 (1908/12) 33-45 Mauser M 1912/1914 33-46 Mauser M 1910, cal. 6,35 33-47 Mauser M 1910/1914, cal. 6,35 33-48 Mauser M 1934 33-49 Mauser M 1910/14 33-50 Mauser M 1910/14 33-51 Mauser M 1910/14 33-52 Mauser WTP mod I, 1922, cal. 6,35 33-53 Mauser WTP mod. II, 1938, cal. 6,35 33-54 Mauser HSc, 1937 33-55 Bergmann n. 3, 1897 33-56 Bergmann n. 2, 1896 33-57 Bergmann M 1897 33-58 Bergmann-Simplex (probabile copia belga, otturatore a massa) 33-59 Bergmann mod. 2 e 3, cal. 6,35 33-60 Bergmann mod 2A e 3A, cal. 6,35 33-61 Bergmann Special mod. (1937) ,cal. 7,65 33-62 Adler 1905, cal. 7,25 33-63 Beholla (Becker & Hollander), 1916, cal. 7,65 33-64 Heim, C.E. Heinzelmann, ca. 1930, cal. 6,35 33-65 Gecado (G.C. Dornheim), prodotta in Spagna, cal. 6,35 33-66 Heckler & Koch HK4, 1964 33-67 Heckler & Koch P-9S, 1972 33-68 Heckler & Koch VP-70, 1970 33-69 Heckler & Koch P7 o PSP, 1973-75 33-70 Helfricht mod. 3(brevetto 1920, nota anche come Helkra) 33-71 Helfricht Mod. 4 33-72 Haenel mod. I, ca. 1921 33-73 Haenel mod. II, disegnato da H. Schmeisser, 1927 33-74 DWM (Deutsche Waffen- und Munitionsfabrik), 1922 33-75 Dreyse (Rheinische Metallwaren- und Maschinenfabriken)) 1907, progetto di Louis Schmeisser 33-76 Dreyse 1907 33-77 Dreyse 1907 33-78 Dreyse 1908 33-79 Dreyse 1908 33-80 Dreyse 1910 33-81 Dreyse 1910 33-82 Dreyse 1910 33-83 Jäger (Franz Jäger & Companie), 1914, Suhl, cal. 7,65 33-84 Sauer 1913, J.P. Sauer & Sohn., Suhl 33-85 Sauer 1913, cal. 6,35 33-86 Sauer 1913, cal.7.65 33-87 Sauer 1913, anni 30 33-88 Sauer 1913, anni 30, cal. 6,35 33-89 Sauer 1930 Behördenmodell 33-90 Sauer WTM, 1925 33-91 Sauer WTM, 1928 33-92 Sauer 38-H (anche Mod. 58), 1939 33-93 Simson M1927 (Simson & Companie, Suhl) 33-94 Kaba Special (Karl Bauer, Berlin) 33-95 Keszler, Friedriech Pickert, 1907 ca. 33-96 Kobra (produttore ignoto) ca. 1927 33-97 Kommer (Theodor Kommer, Zella-Mehlis) 33-98 Kommer. mod. 1 33-99 Kommer, mod. 2 33-100 Kommer mod. 3 33-101 Continental ca. 1920 (Rheinische Waffen- und Munitionsfabrik. Köln) 33-102 Continental, cal. 7,65 33-103 Korriphila TP 70 (Korriphila Präziasionmechanik GmbH, Ulm 33-104 Korriphila HSP 70 33-105 Langenhan (Friedrich Langenhan) Armee Model, 1913, cal. 7,65 33-106 Langenhan mod. 1, 1918, civile, cal. 7,65 33-107 Langenhan mod. 2, cal. 6,35 33-108 Langenhan mod. 3, cal. 6,35 33-109 Leonhardt (Hans Gehring, Arnstadt?); copia Beholla 33-110 Lignose mod. 2, 1921, cal. 6,35 33-111 Lignose mod. 2A 33-112 Lignose mod. 3 e 3A 33-113 Mann (Fritz Mann, Suhl), 1920, cal. 6,35 33-114 Mann, cal. 7,65 e 9 corto 33-115 Menta (August Menz) Suhl, 1920 ca., cal. 7,65 (copia Beholla) 33-116 Menta, cal. 6,35 33-117 Menz (August), dopo 1918, copia Beholla, cal, 7,65 33-118 Menz, cal. 6,35 33-119 Menz mod II, cal.7,65 33-120 Menz mod. II 33-121 Menz mod. II, cal.6,35 33-122 Menz Lilliput M1925, cal. 6,35 33-123 Menz Lilliput mod. 1927, cal. 4,25 33-124 Menz Mod. III (simile P&B), cal. 7,65 e 6,35 33-125 Menz mod IIIA, cal. 7,65 33-126 Nordheim (G. von Nordheim), Suhl, 1912, cal. 7,65 33-127 Ortgies (Heinrich Ortgies & Companie o Deutsche Werke AG), 1920, vari calibri 33-128 Ortgies, cal. 6,35 33-129 Rheinmetall GmbH, Sommerda, 1921, cal. 7,65 33-130 Reck P-8 o La Fury 8 (Karl Arndt Reck) cal. 6,35, 1950 (?) 33-131 Römerwerke AG, Suhl, 1925, cal. 22 l.r., canna intercambiabile a 6,35 33-132 Roth-Sauer (J.P. Sauer & Son, Suhl), 1910, cal. 7,65 (vedi Austria, K. Krnka) 33-133 Reck SM 11, cal. 6,35 33-134 RSM Stingray (Reck?), cal. 6,35 33-135 Zehna (Eduard Zehner, Suhl), ca.1918, cal. 6,35 33-136 Zehna cal. 6,35 33-137 Schwarzlose tipo 1898, produttore ignoto Suhl (?), cal. 7,63 33-138 Schwarzlose tipo 1908, A.W. Schwarzlose GmbH, Berlin, cal. 7,65 33-139 Schwarzlose tipo 1908 33-140 Stenda (Stenda-Werke GbmH, Suhl), ca. 1920, cal. 7,65 33-141 Stern (Albin Wahl, Zella-Mehlis) 1920, ca. 6,35 33-142 Stock (Franz Stock AG, Berlin), 1925, cal.7,65 33-143 Stock, cal. 7,65 33-144 Stock, cal. 6,35 33-145 HS Mod. 5 (Herbert Schmidt GmbH, Oberndorf), cal. 6,35 33-146 Erma mod. P25 (o E.P.25), Erma-Werke & Co., München Dachau circa 1950, cal. 6,35 33-147 Erma KGP-68, cal. 7,65 e 9 corto (chiusura a massa!) 33-148 Erma EP652, cal. 22 l.r. 33-149 D.R.P. (Menz ?) cal. 4,25 Danimarca 34-1 M1910/21 (Haerens Tøjhus, Copenhahen 1922), cal. 9 Bergmann-Bayard, copia della pistola belga 34-2 Schouboe Dansk Rekylriffel Syndikat A.S.), 1902, cal. 11,35 34-3 Schouboe , 1907, cal. 11,35 34-4 Schouboe 1912, 9 para ed altri calibri 34-5 Schouboe civile, cal. 7,65 Indonesia 35-1 Pi. A. (Fabrik Sendjata Ringan Pindad, Bandung), cal. 9 para; copia FN GP35 Iran 36-1 Mod. 1317 (Walther), cal. 9 corto Spagna 37-1 Alkar (Fabrica de Armas Alkartasuna, Guernika), cal. 7,65 37-2 Astra mod. 900 (Unceta y Compañia, Guernica), 1927, cal. 7,63 Mauser 37-3 Astra mod. 901, 1928, cal. 7,63 M. 37-4 Astra mod. 300 (Unceta + Esperanza), cal. 7,65 e 9 corto 37-5 idem con piccole varianti 37-6 Astra mod. 400 (Esperanza y Compañia prima, e Unceta poi), 1921, cal. 9 mm largo 37-7 Astra mod. 903, 1932, cal. 7,63 Mauser 37-8 Astra mod. 600, 1943, cal. 9 para 37-9 Astra mod. 4000 Falcon, 1956, calibri vari 37-10 Astra mod. 800 Condor, 1958, cal. 9 para 37-11 Astra mod 2000 Cub, 1954, cal. 6,35 o 22 l.r. (con canna lunga, Astra Camper) 37-12 Astra mod. 7000, cal. 22 l.r. 37-13 Astra mod. 5000 Constable, 1969, vari calibri 37-14 Azul (Eulogio Arostegui, Eibar), cal. 6,35 37-15 Azul MM31 (Beistegui Hermanos for Eulogio Arostegui, Eibar, 1931), cal. 7,63 Mauser, anche a raffica 37-16 Bernedo (Vicot Bernedo y Compania, Eibar, cal. 7,65 e 6,35 37-17 Bulwark (Beistegui Hermanos, Eibar), cal. 6,35 37-18 Boltun (Francisco Arizmendi, Eibar), cal. 6,35 37-19 Victoria M 1911, Unceta y Compania, Guernica, cal. 6,35 37-20 Campo Giro 1913/16, Esperanza y Unceta, Guernica, cal.9 largo 37-21 Colonial, Fabriques d'armes de Grande Précision, Eibar, cal. 7,65 37-22 Continental (Tómas de Urizar of Barcelona), cal. 6,35 37-23 Llama mod. 1 e mod. 2, Gabilondo Y Compañia, Elgoeibar, 1933, vari calibri 37-24 Llama mod. 3A, 1955, cal. 9 corto e altri 37-25 Llama mod 9A, 1954, cal. 45 ACP 37-26 Llama mod. 18, cal. 6,35 37-27 Llama mod. 19, cal. 6,35 37-28 Llama mod, 19, cal. 9 corto 37-29 La Lira (anche Triunph), Garate, Anitua y Compañia Eibar, 1910 ca., cal. 7,65 . Copia della Mannlicher 37-30 Longines, Cooperativa Obrera, Eibar, cal. 7,65 37-31 Looking Glass, Acha Hermanos, Eibar, cal. 6,35 37-32 Martian, Martin Bascaran, Eibar, vari calibri 37-33 Martian cal. 7,65 37-34 Martian cal. 6.35 37-35 Mondial, Gaspar Arizaga, Eibar, cal. 6,35 37-36 Mugica, José Mugica, cal. 9 para 37-37 Royal, Beistegui Hermano y Compañia, Eibar, cal. 7,63 Mauser 37-38 Ruby, Gabilondo y Urresti, Elgoeibar, cal. 45 ACP 37-39 Thunder (Thander) M1919, Martin Bascaran, Eibar, cal. 6,35 37-40 SEAM, Sociedad Española de Armas y Municiones, Eibar, cal. 6,35 37-41 Star 1906, Bonifacio Echeverria y Compañia, Eibar, cal. 6,35 37-42 Star mod. 1914, cal.7,65 37-43 Star mod. 1, cal. 7,65 37-44 Star mod. cal. 7,65 37-45 Star mod. 1, cal. 7,65 37-46 Star M1919, cal. 6,35 37-47 Star M1920, cal. 6,35 37-48 Star modello militare (1920), cal. 9 largo o 45 ACP 37-49 Star mod. A, 1921, cal. 7,63 37-50 Star mod. A e AS, cal. 9 largo 37-51 Star mod. B, cal. 9 para 37-52 Star mod. HD, cal. 9 largo (anche a raffica) 37-53 Star mod. BKS Starlight, 1970, cal. 9 para 33-54 Star mod. PD, 1975, cal. 45 ACP 33-55 Star mod M 1922, cal.9 corto 33-56 Star mod. BKM o BM, 1977, cal. 9 para 33-57 Star mod HK Lancer, cal.22 l.r. 33-58 Star mod. SI e S, 1946 (poi dal 1970 SS e SIS) vari calibri 33-59 Star mod DK Starfire, cal. 9 corto 37-60 Star mod I, 1934, cal. 7,65 e IN cal. 9 corto 37-61 Star mod. per ufficiali, cal. 7,65 37-62 Star mod.FR e IR, 1955, cal. 22 l.r. e 7,65 37-63 Star mod. H e HN, 1934, cal. 7,65 e 9 corto 37-64 Star mod CO, 1941, cal. 6,35 37-65 Star mod CU, 1957, cal. 6,35 37-66 Star mod. HK Lancer, 1955, cal. 22 l.r. 37-67 Star mod. E, 1926-32, cal. 6,35 36-68 Star mod. E 37-69 Tanque, Ojanguren y Vidosa, Eibar, cal. 6,35 37-70 Tauler, mod. II, Gabilondo y Compañia, Elgoeibar, cal. 7,65 e 9 corto 37-71 Tauler mod. III cal. 9 corto 37-72 Phoenix, Tómas de Urizar of Barcelona, cal. 6,35 37-73 Fiel, Erquiaga, Muguruzu y Compañia, Eibar, cal. 6,35 37-74 Jo-Lo-Ar, Hijos de Calixto Arrizabalaga, Eibar, cal. 7,65 e 9 corto 37-75 Charola y Anitua, Eibar, 1897(?), cal. 5 mm 37-76 Sharp Shooter, Hijos de Calixto Arrizabalaga, Eibar, cal. 7,65 e 6,35 37-77 Express, Tómas de Urizar de Barcelona, cal. 7,65 37-78 Express cal. 6,35 37-79 Express ca. 6,35 37-80 Echasa model Fast, Echave y Arizmendi, Eibar, vari calibri 37-81 AAA, Manifacture des arma, 1919 Eibar 37-82 Avion, Azpiri y Compañia 37-83 Avion 37-84 Aurora 37-85-86-87-88-89-90 produttore ignoto 37-91 Action, Modesto Santos, Eibar 37-92 -93- 94 Alkar, Fabrica de Armas Alkartasuna 37-95 -96 Apache, Ojanguren y Vidosa, Eibar 37-97 Astra mod. 2000 (1924) 37-98 Astra Firecat 37-99 Azul, Eulogio Arostegul, Eibar 37-100 -101 Atlas, Acha Hermanos y Compañia 37-102 Benemrita 1918, D.F. Ortega de Seija, Madrid 37-103 Bronco, 1918, Echave y Arzimendi, Eibar 37-104 Bulwark, Beistegui Hermanos, Eibar 37-105 Bufalo, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-106 Waldman, F. Arizmendi y Goenaga, Eibar 37-107-108-109-110 Walman, F. Arizmendi y Goenaga, Eibar 37-111 Venus, Tómas de Urizar 37-112 Venzedor, Casimir Santos, Eibar 37-113 -114-115-116 Vesta 37-117-118 Victor, Francisco Arizmendi, Eibar 37-119 The Victory 37-120 Victoria, 1911 e 1916 37-121 Vincitor 37-122-123-124-125 Vite, Esperanza y Unceta, Guernica, 1912-1913 37-126 Vulcain 37-127 Gallus, Retolaza Hermanos, Eibar 37-128 Guisasola Hermanos, Eibar 37-129 Gloria, 1913, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-130 Hudson 37-131 Danton, Gabilonod y Compañia 37-132 -133-134 Destroyer, Isidro Gaztañaga, Eibar 37-135 Defense 37-136 Le Dragon, Tómas de Urizar de Barcelona 37-137 Douglas 1914, Lasagabaster Hermanos, Eibar 37-138 Duan, F. Ormachea, Eibar 37-139-140 EA, Eulogio Arostegui, Eibar 37- 141 Singer, Francisco Arizmendi, Eibar 37-142 Singer 37-143-144 Ydeal, Francisco Arizmendi, Eibar 37-145-146 Kaba Spezial, fatta per Karl Bauer di Berlino 37-147 Cow-boy 37-148 Conlon, Azpiri y Compañia, Eibar 37-149 -150 Colonial, Fabrique d'armes de grande précision, Eibar 37-151-152 Colonial 37-153-154-155 Continental, Tómas de Urizar de Barcelona 37- 156 Crucelegui Hermanos 37-157-158-159 Liberty, Retolaza Hermanos o Fabrique d'armes de grande préci-sion 37-160 Libia, Beistegui Hermanos, Eibar 37-161 Looking Glass, Acha Hermanos, Eibar 37-162-163 Marina, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-164 Marte, Erquiaga, Muguruzu y Compañia, Eibar 37-165 Marte Erquiaga, Muguruzu y Compañia, Eibar 37-166 Martian, Martin Bascaran, Eibar 37-167 Merke, F. Ormachea, Eibar 37-168 Minerva, Fabrique d'armes de grande précision, Eibar 37-169-170 MS, Modesto Santos, Eibar 37-171 Omega, Armero Especialistas 37-172 Orbea, Orbea y Compañia, Eibar 37-173-174 Paramount, Apaolozo Hermanos, Eibar 37-175-176-177 Pinkerton, Gaspar Arizaga, Eibar 37-178 Premier 1913, Tómas de Urizar de Barcelona 37-194 Rival, Fabrica de Armas Union, Eibar 37-195 Royal, M. Zulaica y Compañia, Eibar 37-196-198 Ruby Arms & Co., Gabilondo y Urresti, Elgoeibar 37-199 Salvaje, Ojanguren Y Vidosa, Eibar 37-200 SEAM, Societad Espagñola de Armas y Municiones, Eibar 37-201 Selecta 1918, Echave y Arizmendi, eibar 37-202 Celta, Tómas de Urizar de Barcelona 37-203 El Cid, 1915, Casimir Santos, Eibar 37-204 Sprinter, Garate, Anitua y Compañia, Eibar 37-205-206-207 Stosel, Retolaza Hermanos, Eibar 37-208-209 Tatra 37-210 Tiwa 37-211 Tisan, Santiago Salaberrin, Eibar 37-212-213 Titanic, Retolaza Hermanos, Eibar 37-214 Trust, Fabrique d'armes de grande précision, Eibar 37-215 Triomphe, Apaolozo Hermanos, Zumorraga 37-216 Unique, 1924, Unceta y Compañia por Manifactures des Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye 37-217-218-219 Union, Esperanza y Unceta, Guernica 37-220 Favorit, 37-221 Fiel nr. 1, Erquiaga, Muguruzu y Compañia, Eibar 37-222 Fortuna, Esperanza y Unceta, Guernica 37-223 Joha 37-224 Jubala, Larranaga y Elartza, Eibar 37-225 J. Cesar, Tómas de Urizar de Barcelona 37-226 Campeon, 1919, Crucelegui Hermanos, Eibar 37-227-228-229-230 Express, Garate, Anitua y Compañia, Eibar 37-231-232 Errasti, Antonio Errasti, Eibar 37-233 Etna, Santiago Salaberrin 37-234 Jupiter, Fabrique d'armes de grande précision, Eibar 37-235 Ignoto 37-236-237 Ignoto 37-238 AA 1916, Azanza y Arrizabalaga, Eibar 37-239 AAA 1916, A. Aldazabal, Eibar 37-240 Ignoto 37-241 Fabrique d'armes de guerre 37-242 Hijos de C. Arrizabalaga, Eibar 37-243 Ignoto 37-244 Arizaga Gaspar, Eibar 37-245 Hijos de C. Arrizabalaga, Eibar 37-246-247-248 Ignoto 37-249-250 Allies, Berasaluce Arietio-Aurtena y Compañia, Eibar 37-251 Alkar, Fabrica de Armas Alkartasuna, Guernica 37-252- 253 Alkar, Fabrica de Armas Alkartasuna, Guernica 37-254 - 258 Astra, Esperanza y Unceta, Guernica 37-259 Astra 37-260 Azul, Euologio Arostegui, Eibar 37-261 Acha Hermanos, Ermua 37-262 Le Basque, Eulogio Arostegui, Eibar 37-263 Beistegui Hermanos, 1914 37-264 Bolumburu, Gregorio, Eibar 37-265 Bristol, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-266 Bronco 1918, Echave y Unceta, Guernica 37-267 Brunswig 1916, Esperanza y Unceta 37-268 Waldmann 1913, F. Arizmendi y Goenaga, Eibar 37-270-271 Walman, 1914, F Arizmendi y Goenaga, Eibar 37-272 Venus, Tómas de Urizar de Barcelona 37-273 Vesta, Hijos de A,. Echeverria, Eibar 37-274 Victoria 1911, Unceta y Compañia, Guernica 37-275 Vincitor, 1914, M. Zulaica y Compañia, Eibar 37-276 Vilar, 1914, Retolaza Hermanos o Gregorio Bolumburu 37-277 Gloria,1915, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-278 Destructor, Iraola Salaverria y Compañia, Eibar 37-279 Demon, Manifactura de Armas Demon, Eibar 37-280 Destroyer, Isidro Gaztañaga, Eibar 37-281 Destroyer 37-282 Singer, F. Arizmendi y Goenaga, Eibar 37-179 Principe, Tómas de Urizar de Barcelona 37-180 Princeps, Tómas de Urizar de Barcelona 37-181 -183-183 Protector, Santiago Salaberrin or Echave y Arzimendi, Eibar 37-184 Rayon 37-185-186-187 Regent, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-188-189-190 Regina, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-191 Reims, Azanza y Arrizabalaga, Eibar 37-192 Renard, Echave y Arizmendi, Eibar 37-193 Retolaza, Retolaza Hermanos y Compañia, Eibar 37-283 Singer 37-284 Indian, Isidro Gaztañaga, Eibar 37-285 Ydeal, Francisco Arizmendi, Eibar 37-286 Izarra, Bonifacio Echeverria, Eibar 37-287 Cobra, Arizmendi, Zulaica y Compañia, Eibar 37-288 Ca-Si, Fabrique d'Armes de grande précision, Eibar 37-289 Liberty, 1914, Retolaza Hermanos o Gregorio Bolumburu 37-290 Libia, Beistegui Hermanos, Eibar 37-291 Lusitania, La Armera Elgoeibarresa, Elgoeibar 37-292 Looking Glass, Acha Hermanos, Eibar 37-293 Martina, Martin Bascaran, Eibar 37-294 Omega, Armero Especialistas, Eibar 37-295 Omega 37-296-297-298 Paramount, Apaolozo Hermanos, Eibar 37-296 37-299 Plus Ultra, 1932, Gabilondo y Compañia, Elgoeibar 37-300 Praga, Sociedad Española de Armas y municiones, Eibar 37-301 Princeps, Fabrique d'Armes de grande précision, Eibar 37-302 Puma, Fabrique d'Armes de grande précision, Eibar 37-303 Precision, Fabrique d'Armes de grande précision, Eibar 37-304 Puppel, Ojanguren y Vidosa, Eibar 37-305-306 Regina, Gregorio Bolumburu, Eibar 37-307 Regina 37-308 Republic 37-309 Reims, 1914, Azanza y Arrizabalaga Eibar 37-310 Retolaza 1914, Retolaza Hermanos, Eibar 37-311 Royal (Novelty), M. Zulaica y Compañia, Eibar 37-312 Royal 37-313 Royal 37-314 Roland, Francisco Arizmendi, Eibar 37-315-316 Ruby Arms Co., Gabilondo y Urresti, Elgoeibar 37-317 Aldazabal Leturiondo y Cia, Eibar 37-318 Echeverria, Hijos de A. Echeverria, Eibar 37-319 Salaverria, Iraola Saverria, y Compañia, Eibar 37-320 Cebra, Beistegui Hermanos o Arizmendi, Zulaica & Co., Eibar 37-321 Le Secours, Tómas de Urizar de Barcelona 37-322 Selecta, 1919, Echave y Arizmendi, Eibar 37-323-324 Stosel, Retolaza Hermanos, Eibar 37-325 Zulaica, 1914, M. Zulaica y Compañia, Eibar 37-326-327 Titanic, 1914, Retolaza Hermanos, Eibar 37-328 Trust, Fabrique d'Armes de grande précision, Eibar 37-329 Union, Unceta y Compañia, Guernica 37-330 Urrejla y Compañia, Eiber 37-331-332 Fiel, Erquiaga, Muguruzu y Compañia, Eibar 37-333 Joha, 37-334 Campeon, 1919, Crucelegui Hermanos, Eibar 37-335 Ignota 37-336 Ignota 37-337 -7-8-9 Express, Garate, Anitua y Compañia, Eibar 37-340-1-2-3 Express 37-344-345 Errasti, Antonio Errasti, Eibar 37-346 Jupiter, Fabrique d'Armes de grande précision, Eibar 37-347-348 Ignota 37-349 Astra 700, Unceta y Compañia, Guernica 37-350 Boltun, Francisco Arizmendi, Eibar 37-351 Walman, Arizmendi y Goenaga, Eibar 37-352-353 Danton, Gabilondo y Compañia, Elgoeibar 37-354 Destroyer 1919, Isidro Gatzañaga, Eibar 37-355 Ruby Arms Co., Gabilondo y Urresti, Elgoeibar 37-356 Handy, 1917 Italia 38-1 Glisenti 1906 e 1910, Metallurgica Bresciana già Temprini, cal.7,65 para e 9 Glisenti 38-2 Brixia 1912, cal. 9 Glisenti 38-3-4 Beretta mod. 1915, cal. 7,65 e 9 Glisenti 38-5 Beretta mod. 1915-19, cal. 7,65 38-6 Beretta mod. 1923 cal. 9 Glisenti 38-7 Beretta mod. 1931, cal.7,65 (in figura il modello per la marina) 38-8 Beretta mod 1934, cal. 9 corto 38-9 Beretta mod. 949 Cougar, cal.9 corto 38-10 Beretta mod. 318, cal. 6,35 (il mod. 1919 in piccolo) 38-11 Beretta mod. 418 Bantam, cal. 6,35 38-12 Beretta mod. 418 Pantera, cal. 6,35 38-13 Beretta mod. 950 cal. 6,35 38-14 Beretta mod. 951 Brigadier, cal.9 para 38-15 Beretta mod. 70 cal. 7,65 (71, 72, 73, 74 simili in calibri diversi) 38-16 Beretta mod. 70 T, cal. 7,65 (mod. 101 in cal. 22 l.r.) 38-17 Beretta (Armi Roma) mod. 90 cal. 7,65 38-18 Beretta mod. 84 cal. 9 corto (anche 81, 81 BB, 84 BB, 82 BB, 85 BB, 87 BB in calibri minori) 38-19 Beretta mod. 92, cal. 9 para 38-20 Sosso, Giulio Sosso, Torino, 1934 (I) e 1938 (II), cal. 9 para 38-21 Galesi 1923 (Industria Armi Galesi - IAG Collebeato, Brescia), vari calibri 38-22 Galesi 1930, vari calibri 38-23 Galesi mod. 1930 38-24 Galesi mod. 6, vari caibri 38-25 Galesi mod. 6 38-26 Galesi (An. Ic. Armi Galesi) mod. 9, cal. 6,35 38-27 Galesi (Armi Galesi, Brescia AG) mod. 506, cal. 6,35 38-28 Galesi mod. 515 cal. 7,65 38-29 Rigarmi (Rino Galesi RG, Brescia), cal. 6,35 e 22 .r. 38-30 Rigarmi mod. Hijo Militar, cal. 7,65 e 22 l.r. 38-31 Bernardelli (Vincenzo Bernardelli & C. Gardone V.T.) 1947, mod. UB, cal.9 para 38-32 Bernardelli cal. 7,65 e 9 corto 38-33 Bernardelli 1964, cal. 6,35 38-34 Bernardelli PA Baby, cal. 22 l.r. 38-35 Bernardelli mod. M.60, cal. 7,65 e 22 l.r. 38-36 Bernardelli mod. Usa o M.80 , cal. 7,65 e 22 l.r. 38-37 Sata (Sabatti e Tanfoglio), 1954, cal. 6,35 38-38 Titan (GT, Giuseppe Tanfoglio), cal. 6,35 38-39 Lercker, cal. 6,35 Canada 39- 1 Colt Browning mod. 1911(Nord American Arms & Co., Quebec), cal. 45 ACP 39-2 Pistol n. 2, John Inglis & Company, Toronto, cal. 9 para Cina 40-1-2 Mauser-C96 (copia), cal. 45 40-3-4-5 Copie di Browning 40-6 Copia di Maser 40-7-8 Copia di Mauser 40-9 Tipo 31 del 1931 cal. 6,35 40-10 Nord Cina, tipo 19, 1944, cal. 8 Nambu 40-11 FN Browning GP-35 (fatte in Belgio e Canada), 1940-45), cal. 9 para 40-12 Mod. 213A, Norinco, cal. 9 para Corea 41-1 Tipo 68, 7.62 Tokarev 41-2 Copia di Colt Browning 41-3 Copia di Colt Browning mod. 1903 Messico 42-1 Obregon, (Fabrica National de Armas, Mexico City) cal. 45 ACP 42-2 Corla ( Fabrica de Armas, Zaragoza), cal.22 l.r. Norvegia 43-1 Army mod. 1914 cal. 11,25 Polonia 44-1 VIS-35, Fabryka Broni, Radom, cal. 9 para 44-2 Smok, Fabryka Nakulski, Gniezno, cal. 6,35 44-3 P-64 o Czak, Zaklady Metalowe Lucznik, Radom, cal. 9 Mak. Unione sovietica 45-1 TK di Sergio Korovin, fabbrica Toz,Tula 1926, cal. 6,35 45-2 TK (TOZ) 45-3 Korovin, cal. 7,65 45-4 Prilutskiy, 1928, cal. 7,65 45-5- 6 Tokarev TT, 1930, cal. 7,62 45-7 Tokarev TT, 1933, cal. 7,62 45-8 Tokarev TT, 1951, cal. 7,62 45-9 Korovin, 1938, cal. 7,62, sperimentale 45-10 Korovin n.9, cal. 7,62, sperimentale 45-11 Margolin, cal. 22 l.r. 45-12 -13 Rakov, cal. 7,62, sperimentale 45-14 Tokarev, cal. 7,62, sperimentale 45-15 Voevodin, cal. 7,62, sperimentale 45-16-17 Makarov PM (fabbrica di Izhevsk), cal. 9 Mak. 45-18-19 Stechkin APS (fabbrica di Izhevsk), cal. 9 Mak. 45-20 PSM, (Lashnev, Simarin e Kulikov), cal. 5,45 mm USA 46-1 Colt 1900, cal. 38 ACP 46-2 Colt 1902, cal. 38 ACP 46-3 Colt 1903, cal. 38 ACP 46-4 Colt 1905 cal. 45 ACP 46-5 Colt 1907, cal. 45 ACP 46-6 Colt 1909, cal. 45 ACP 46-7 Colt 1911, cal. 45 ACP 46-8 Colt 1911A1, cal. 45 ACP 46-9 Colt Commander, vari calibri 46-10 Detonic, Detonics Inc., Seattle, vari calibri 46-11 General Officer Model, (Colt 45. mod. 15), cal. 45 ACP 46-12 Colt tascabile cal. 32 ACP 46-13 Colt cal. 25 ACP del 1908 46-14 Colt 380 cal. 380 46-15 Colt Junior, 1957, cal. 25 ACP 46-16 Bauer, Bauer firearms Corporation, Frase (Mich.), 1975, cal. 25 ACP 46-17 Bach UP, OMC, El Monte (Cal.), cal. 380 ACP 46-18 Guardian mod. 270 (G27C), FAI, cal. 25 ACP 46-19 H&R Harrington& Richardson Arms Company, Worcester (Mass.), 1916, cal.32 ACP 46-20 H&R, 1912, cal. 25 ACP 46-21 Indian 380, Indian Arms Corporation, Detroit, 1982, cal. 380ACP 46-22 The Infallible, Warner Arms Corporation, Norwich, 1919, cal. 32 ACP 46-23 Air Crew, Kimball Arms Company, Detroit, cal. 30 M1 Car. 46-24 Remington mod. 51, 1919, vari calibri 46-25 S&W 1913, Smith & Wesson, Springfield, cal. 35 S&W 46-26 S&W 1924, cal. 32 ACP 46-27 S&W mod. 39, cal. 9 para 46-28 S&W mod. 459 ,cal. 9 para 46-29 S&W mod. 61 Escort, 1969, cal. 22 l.r o 25 ACP 46-30 AFM, Mark X, American firearms Manufacturing, San Antonio 46-31 Sterling mod. PPL, Sterling Arms Corp., cal. 25 ACP 46-32 Sterling mod. 400 Mark II, 1976-79, cal. 380 ACP 46-33 Sterling mod. 300 cal.25 ACP e 302 cal. 22 l.r 46-34 Savage mod. 1907, Savage Arms Comp., Utica, cal. 32 ACP 46-35 Savage mod. 1913, cal. 380 ACP 46-36 Savage mod. 1915 cal. 380 ACP 46-37 Savage mod. 1917 cal. 32 ACP 46-38 Savage 1914-18, cal. 25 ACP 46-39 Thomas, A. James, Covina Cal. 1970, cal.45 ACP 46-40 Combat cal. 45 ACP 46-41 Phoenix, Phoenix Arms Company, Utica, 1907, cal. 25 ACP 46-42 F.I. mod. D, Firerarms Int. (copia Star spagnola) 46-43 W.A.C., Warner Automatic Pistol, Brooklyn, (tipo Schwarzlose) 1911, cal. 32 ACP 46-44 Union, unions Arms Cpm. Toledo (Utah), 1903, cal. 32 0o 38 S&W (munizioni per revolver!) 46-45 Auto Mag Pistol (AMP) mod. 180, Pasadena, 1970, cal. 357 o 44 AMP Turchia 47-1 Kirikkale, Kirikkale Tüfek Fabricasi, 1948, cal. 7,65 e 9 corto (copia Walther PP) Finlandia 48-1 L-35 Valtions Kivääritedhas (VKT), Jyväskylä, 1937, cal. 9 para Francia 49-1 Bernardon-Martin, Saint-Étienne, 1906, cal. 7,65 49-2 Bernardon-Martin, Saint-Étienne, cal. 6,35 49-3 Le Steph, Manufacture d'armes Automatiques, Saint-Étienne, cal. 6,35 49-4-5 Le Français, mod. militare, Manufacture Françaises d'Armes e Cycles, SaintÉtienne, 1923, cal. 9 Br. lungo 49-6 Le Français, 1929, cal. 6,35 49-7 Le Français, 1926 cal. 6,35 49-8 Le Français 1926, cal. 6,35 49-9 Le Français Policeman, Manufrance, cal. 7,65 49-10 MAS 1925 No. 1, Manufacture d'armes Automatiques, Saint-Étienne, cal.7,65 lungo 49-11 MAS 1932 Type A No. 4 cal.7,75 lungo 49-12 MAS 34, 1940, cal. 7,65 lungo 49-13 MAS 35 S, 1941, cal.7.65 lungo 49-14 MAS 50, 1950-53, cal. 9 para (militare) 49-15 MAB mod. R, Manufacture d'Armes de Bayonne, 1951, vari calibri 49-16 MAB mod. C o Cavalier, 1933, vari calibri 49-17 MAB mod. D, 1935, calibri vari 49-18 MAB mod. E, cal. 6,35 49-19 MAB mod. R, 1951, vari calibri 49-20 MAB mod. PA-8, 1966, cal. 9 para 49-21 MAB PA-15, 1966, cal,. 9 para 49-22 Unique Kriegsmodell, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye (regime di Vichy), cal. 7.65 49-23 Unique L, 1925, vari calibri 49-24 Unique R, 1951, vari calibri 49-25 Unique C-2, cal. 7,65 49-26 Unique D-1, cal. 22 l.r. 49-27 Unique D-2, cal. 22 l.r. 49-28 Unique Bcf-66 , cal.7,65 e 9 corto 49-29 Unique Mikros mod. 5 o K, cal. 6,35 49-30 Audax, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye cal. 6,35 49-31 Ver-Car, Man. d'Armes Verney-Carron et cie, cal. 6,35 49-32 Gallia, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye, cal. 6,35 49-33 EBAC, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye, cal. 6,35 49-34 Kitu, ignoto, cal. 6,35 49-35 MAB mod. A o Defender, cal. 6,35 49-36 Le Majestic, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye, cal. 6,35 49-37 SA, Societé d'Armes de Paris, cal. 6,35 49-38 Le Sans Pareil, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye, cal. 6,35 49-39 Triomphe Français, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye, cal. 6,35 49-40 Unique mod. 10, cal. 6,35 49-41 Union, M. Seytres, Saint-Étienne, cal. 6,35 49-42 HV, Hourat et Vie, Pau, cal. 6,35 49-43 Lepco o Helepco, Man. d'Armes des Pyrennées Françaises, Hendaye per H. Le Personne, London, cal. 6,35 49-44 Unique mod. 10, cal. 6,35 49-45 Unique cal. 7,65 49-46 Union cal. 7,65 49-47 Audax, cal. 7,65 49-48 Unique mod. 18, cal. 7,65 49-49 Ver-Car, Man. d'Armes Verney-Carron et Cie 49-50 Union France, 1935, cal. 7,63 Mauser e 9 para 49-44 Unique mod. 10, cal. 6,35 49-45 Unique cal. 7,65 49-46 Union cal. 7,65 49-47 Audax, cal. 7,65 49-48 Unique mod. 18, cal. 7,65 49-49 Ver-Car, Man. d'Armes Verney-Carron et Cie 49-50 Union France, 1935, cal. 7,63 Mauser e 9 para 50-7 CZ 1924, cal. 9 corto 50-8 CZ mod. 27, cal. 7,65 50-9 Little Tom, Alois Tomiska, Pilsen, cal. 6,35 50-10 CZ 1936, cal. 6,35 50-11 CZ 1938, cal. 9 corto 50-12 PZK, Posumavska Zbrojovka, Kdyne, cal. 6,35 50-13 Ydeal, Frantisek Dusek, Opocno, cal. 6,35 50-14 Slavia, A. Vilimec, Kdyne, cal. 6,35 50-15 CSZ, Cekoslovenske Statni Zbrojovka, cal. 6,35 50-16 Duo, Frantisek Dusek, Opocno, cal. 6,35 50-17 Jaga, Frantisek Dusek, Opocno, cal. 6,35 50-18 Mars, Posumavska Zbrojovka, Kdyne, cal. 6,35 50-19 Mars, Posumavska Zbrojovka, Kdyne, cal. 7,65 50-20 Mars, Posumavska Zbrojovka, Kdyne, cal. 6,35 50-21 Zbrojovka Plzen, Pilsen, 1919, cal. 7,65 50-22 Perla, Frantisek Dusek, Opocno, cal. 6,35 50-23 CZ 523, mod. 1952, cal. 7,62 50-24 CZ 1950, cal. 7,65 50-25 CZ 1945 cal. 6,35 50-26 Duo, Frantisek Dusek, Opocno, cal. 6,35 50-27 Pistola Z, Ceska Zbrojovka, Praga, cal. 6,35 50-28 CZ 70, cal. 7,65 50-29 CZ 75, Pfesné Stroijrentsvi, Uhrersky Brod, cal.9 para Chile 51-1 FAMAE, Fabrica de Material del Ejercito, Santiago, cal. 6,35 Svizzera 52-1 Arquebusier, Ernest et François Mayor, Lausanne, cal. 22 l.r. 52-2 Arquebusier mod 3, cal. 6,35 52-3 Chylewski (brevetto per caricare con una sola mano), SIG, 1910-15, cal. 6,35 52-4 Steyr-Solothurn, cal. 6,35 52-5 Parabellum Luger mod. 06/29, Eidgenössische Waffenfabrick, Bern, cal. 7,65 para 52-6 SIG SP 44/16, Schweizerische Industrie-Gesellschaft, Neuhausen, cal. 9 mm. para 52-7 SIG 47/8 o P 210, cal. 7,65 para e 9 para 52-8 SIG-Sauer P 220, vari calibri 52-9 SIG-Sauer P 225, cal. 9 para 52-10 SIG Sauer P 230, 1974, vari calibri Svezia 53-1 Hamilton mod. 1901, Thorssin & Sons, Alingsäs, cal. 6,35 53-2 M/07, Husqvarna Vapenfabriks, cal.9 Br. 53-3 M/1940,( tipo Lahti) Husqvarna Vapenfabriks, cal.9 para Jugoslavia 54-1 Mod. 1931 Yovanovich, Arsenale di Kragujevac, cal. 9 corto 54-2 Mod. 57, Zavodi Crvena Zastava, Kragujevac, cal. 7,62 (copia Tokarev) Giappone 55-1 Hino, Komuro, Tokio, 1908, cal.7,65 55-2 Nambu 1903, mod. A, Tokio, cal. 8 55-3 Nambu mod. B (baby), 1909, cal. 7 55-4 Taisho anno 14°, 1925, cal. 8 55-5 Nambu mod. 94, cal. 8 55-6 New Nambu mod. 57, cal. 9 para 55-7 New Nambu, mod. 57A, cal. 9 para 55-8 New Nambu, mod 57B, cal, 7,65 55-9 Iato (?), cal. 7,65 Pistole di origine e marca sconosciute 56-1-2-3-4-5 Ignote Cannone ad avancarica 1 - Assale; 2 - Mozzo; 3 - Vite d'alzo; 4 - Orecchione; 5 - Anello per funi di traino o frenaggio; 6 - Ansa; 7 - Coperchio; 8 - Bocca da fuoco (canna); 9 - Tulipano; 10 Scovolo; 11 - Calcatoio; 12 - Taglia miccia; 13 - Catena con rampone; 14 - Maniglia di sollevamento; 15 - Anello di traino; 16 - Braccio elevatore; 17 - Bottone; 18 Focone; 19 - Anima. Cannone moderno 1 - Manicotto o camicia; 2 - Bocca da fuoco (canna); 3 - Gancio di volata; 4 Scudo; 6 - Segmento di elevazione; 7 - Tamburo di elevazione; 8 - Culla; 9 - Vivo di culatta; 10 - Manovella dell'otturatore; 11 - Culatta; 12 - Quadrante dell'alzo; 13 Percussore; 14 - Otturatore a vite eccentrico; 15 - Risalto dell'otturatore; 16 Volantino di elevazione; 17 - 18 - 19 - Fermo della coscia d'avantreno 20 - Freno di rinculo 21 - Vite di puntamento 22 - Braccio di puntamento 23 - 24 - e 25 Scarpa di bloccaggio 26 - Maniglia 27 - Affusto 28 - Sede dell'occhione di traino; 29 Occhione di traino 30 - Vomere di coda 31 - Coda d'affusto 32 - Sede della leva 33 34 - Leva di sparo con funicella. Cannoni famosi Cannoni famosi: Grande Berta e Cannone di Parigi Il limite di velocità dei proiettili. La Grande Berta - Die Grosse Berta All'inizio del 1900 ci si accorse che la potenza delle artiglierie non era adeguata alle necessità belliche ed in particolare alla necessità di vincere opere di fortificazione sempre più imponenti. Il mortaio da 305 mm del 1897 (Germania) poteva perforare 1,4 m di cemento armato alla distanza di 7 km, ma i militari avevano bisogno di artiglierie con una gittata fino a 12 km e una capacità distruttiva maggiore. Vennero iniziati nuovi studi che portarono al mortaio da 305 mm del 1901, capace di perforare 1,6 m di cemento, ma costruito in pochi esemplari. Nel 1906 veniva dato incarico alla ditta Krupp di costruire un mortaio da 420 mm, che però non rappresentava una novità in Europa: le navi inglesi erano già armate con il cannone L/30 da 413 mm. Nel 1906 la Krupp presentò il mortaio M 12 da 420 mm, per trasporto ferroviario, detto anche apparecchio Gamma, dal peso complessivo, in posizione, di ben 150 tonnellate. La gittata era solo di 14 km ed era perciò soggetto al tiro delle artiglierie da campagna nemiche. Questo mortaio venne adottato ufficialmente solo nel 1912. Ne vennero prodotti 5 pezzi prima della guerra e 10 nel corso della guerra. La scarsa mobilità di questa artiglieria consigliò di ripiegare su di un mortaio più leggero e mobile, trasportabile anche su strada, e cosi venne studiato lo M-Gerät (M 14), che poi sarebbe diventato famoso con il nomignolo di "Grande Berta" (in tedesco Dicke Berta e quindi, più correttamente, la "Grossa Berta"). La gittata era solo di 9300 m con una velocità iniziale di 330 ms, ma impiegava nuovi proiettili aerodinamici e di ottima precisione. Il peso complessivo era di 42 tonnellate, scomponibile in quattro carichi per il trasporto su treno. Due pezzi erano già pronti all'inizio della guerra, dieci venero costruiti successivamente. Questo pezzo divenne famoso nella prima guerra mondiale, quasi fosse una super-arma, anche se in effetti non aveva doti superiori alla norma. Ma la pubblicità serve anche ai cannoni! Va detto comunque che fu impiegata con successo contro le fortificazioni di Liegi, Namur, Anversa, Longwy, Manovillier, nonché sul fronte orientale. Fallì solo l'assalto al forte di Douaumont e a Verdun. Il Cannone di Parigi La Grande Berta viene spesso confusa con un'altra super-arma, del tutto diversa e più importante per gli studi sull'artiglieria: il cannone L/162 di Parigi (Pariser Geschütz). Esso fece la sua comparsa il 23 marzo 1918 quando iniziarono a piovere su Parigi dei proiettili nemici di inspiegabile provenienza poiché il fronte era a 100 km dalla città! Dopo l'arresto dei tedeschi sulla Marna, non era venuta meno l'idea di colpire Parigi e alla Krupp il direttore Rausenberger e il famoso balistico v. Eberhard, si erano messi all'opera. In quel momento la gittata massima pensabile era quella di 40 km raggiunta dal cannone da costa inglese da 380 mm. Un giorno però, nel poligono della Krupp accadde che un proiettile andò perso e finì nel giardino di un parroco, ben 10 km oltre il limite considerato di sicurezza, e quindi con una gittata massima superiore del 20% a quella prevedibile. Eberhard si mise a tavolino e, dopo calcoli su calcoli, scoprì un fatto fino ad allora sfuggito ai balistici: se si spara con un angolo di tiro elevato, superiore a 45°, in modo che il proiettile raggiunga rapidamente gli strati meno densi dell'atmosfera, conservando una elevata velocità, il successivo tratto della traiettoria avviene in condizioni di resistenza minime, con il sorprendente aumento di gittata. Calcolò così che il proiettile doveva essere stato sparato, per errore del puntatore, con un angolo di 55 gradi, fatto che le prove successive confermarono. Perciò, quando i generali richiesero alla Krupp un cannone capace di sparare a 120 km. le basi teoriche erano già pronte. Si trattava di realizzare l'arma con una adeguata velocità iniziale. I calcoli portarono a concludere che si doveva impiegare un calibro da 210 mm con una velocità iniziale di 1650 ms. Sarebbe infatti stato impossibile costruire un cannone di calibro maggiore, con le dimensioni necessarie e, d'altra parte, un calibro più piccolo non sarebbe stato distruttivo. Il proiettile, particolarmente aerodinamico, venne munito di corona di forzamento in acciaio, in quanto quelle di rame non avrebbero retto alle sollecitazioni. Ciò comportò problemi nel caricamento perché il proiettile doveva essere, per così dire, avvitato nella rigatura e presentato nell'esatta posizione alla culatta. Il proiettile pesava 105-120 kg con una gittata massima di 132 km. La carica di lancio era quasi tre volte quella normale e la ditta Nobel dovette studiare una polvere alla nitroglicerina con 825 cal/kg che non rovinasse troppo la canna. La canna aveva la lunghezza di 40 metri e doveva essere sostenuta per evitare che si incurvasse; il peso complessivo era di 400 tonnellate (circa 1000 se si considera il supporto per il trasporto). Al momento dello sparo veniva fatta contemporaneamente sparare una serie di cannoni normali, posti sul territori circostante, al fine di impedire la nemico la localizzazione acustica del pezzo (vi erano già i ricognitori aerei). Vennero costruiti, a quanto sembra, tre esemplari dell'arma (probabilmente tre bocche da fuoco ed un solo affusto). Alla fine della guerra erano in corso di produzione altri 4 esemplari. I tiri su Parigi cessarono però rapidamente: i tecnici non avevano previsto la rapida usura dell'anima della bocca sa fuoco, soggetta a straordinarie sollecitazioni; dopo una ventina di colpi la velocità cominciava a diminuire, costringendo ad aumentare la carica di polvere e dopo circa 60 colpi la bocca da fuoco diveniva inutilizzabile. Si badi che in alcuni testi (come il Dizionario delle Armi di L. Musciarelli), si trovano notizie del tutto fantasiose: spesso si confonde il Cannone di Parigi con la Grossa Berta, si scrive che pesava solo 78 tonnellate, che ne vennero costruiti 10 esemplari e che la batteria era formata da tre pezzi e che venero sparati 898 colpi! Negli anni successivi alla guerra, sorta la necessità di proiettili molto veloci per il tiro antiaereo e anticarro, proseguirono gli esperimenti per vedere se era possibile superare il limite di velocità dei proiettili imposto dall'usura delle canne. Il risultato non fu soddisfacente perché con velocità attorno a 1200 ms le canne divenivano inutilizzabili dopo 150-250 colpi, sparati lentamente. Inoltre, al crescere della velocità richiesta, il peso della polvere necessaria cresceva in modo esponenziale. Se per 1000 m/s la carica di polvere pesava il 40% del peso del proiettile, per ottenere 1300 m/s occorreva un peso di polvere pari a quello del proiettile. Ad esempio mentre 4,3 kg di polvere sono sufficienti per imprimere 500 m/s ad un proiettile cal. 15 cm da 45,3 kg, ne occorrono 20 per imprimergli la velocità di 900 m/s e ben 61 kg per ottenere 1500 m/s! Ciò è la conseguenza del fatto che al momento dello sparo non viene accelerato solo il proiettile, ma anche circa il 40% della carica di lancio al fine di assicurare l'aumento di velocità per tutta la lunghezza della bocca da fuoco. La velocità limite teorica è perciò la velocità a cui un aumento della carica di polvere non comporta più alcun aumento nella velocità del proiettile, e si aggira, per una polvere di 950 cal/kg, attorno ai 2350 m/s. Però, a parte lo spreco di polvere ed a parte la necessità di canne lunghissime, non vi è canna che resista per più di pochi colpi. Si concluse quindi che la velocità pratica non poteva superare i 1000 m/s, velocità che già riduceva la durata di una canna da 150 mm a 350 colpi (contro gli 11.000 alla velocità di 500 m/s!). Nel 1932 venne adottata la polvere RPC/32 con soli 825 cal/kg e ciò consentì di portare la durata delle canne a circa 1000 colpi. Tempo dopo questa polvere, per ragioni di autarchia, venne sostituita con una polvere a base di glicolo e guanidina. Negli anni 1932-1934 Gerlich sostenne di aver risolto il problema e di poter raggiungere velocità fino a 1400 ms. La sua idea era quella di usare canne con foratura conica, e un proiettile con un orlo deformabile attorno al corpo (Flanschengeschoss, lett. proiettile flangiato, anche se la flangia non c'entra affatto), in grado di adattarsi al progressivo restringimento della canna, così che il proiettile avesse nella canna una bassa densità sezionale (e quindi una maggior superficie di spinta) e all'esterno una elevata densità sezionale. L'idea non era nuova perché era già stata proposta, negli stessi termini da un certo Puff nel 1903. Nella pratica però si riscontrò che questo sistema, che complicava enormemente la produzione delle canne e dei proiettili, non presentava vantaggi sufficienti. Si affermarono invece i proiettili con sabot che risolvono egualmente bene l'esigenza delle due diverse densità sezionali. Neppure essi però superano il problema della resistenza della canna e del peso della carica di polvere e quindi si può concludere che allo stato delle cose la velocità massima praticamente auspicabile per un proiettile di arma da fuoco è attorno i 1200 ms. Il lanciafiamme, storia e impiego Lanciafiamme LPO-50 della ex DDR (Germania Orientale) Lo sviluppo delle invenzioni è condizionato dalla tecnica. Leonardo da Vinci ebbe l'idea buona per centinaia di invenzioni, ma la tecnica del suo tempo non ne consentiva la realizzazione pratica. Il fuoco è un'arma eccezionale, sovente molto più distruttivo degli esplosivi, ma il suo impiego diretto come arma è sempre stato alquanto limitato. Dico impiego diretto, perché ovviamente il fuoco è sempre stato usato per provocare incendi in danno del nemico: lancio di frecce incendiarie o di involucri incendiari sui tetti delle città nemiche o sulle navi nemiche, barche incendiarie spinte contro le flotte del nemico, sostanze bollenti o infiammate rovesciate sugli assedianti o sulle loro macchine d'assedio. La prima traccia storica di una macchina sputa-fiamme, (salvo incerte incisioni assire) usata però non come arma, ma come una gigantesca torcia per bruciare le palizzate della città assediata, si trova in Tucidide che descrive l'assedio della fortezza di Delio in Beozia (da non confondere con Delo, isola delle Cicladi e sede del culto di Apollo, come purtroppo avviene in qualche autorevole enciclopedia!) avvenuto nel 424 a. C. I Beoti e loro alleati "segarono per il lungo un grande tronco e lo svuotarono completamente; quindi ricomposero le due metà, come si fa per costruire un flauto; ad una estremità fissarono con catene un braciere collegato con un tubo di ferro che entrava nel tronco; per mezzo di carri l'accostarono al muro, la dove era principalmente costruito con graticci di vite e pali; quando fu vicino soffiarono con grandi mantici nel tronco. L'aria così spinta che, attraverso il tubo di legno giungeva sul braciere pieno di carboni accesi, di zolfo e di pece, sviluppava grandi fiammate con le quali venne incendiato il muro, tanto che nessuno vi poté rimanere ". Nel 360 a. C. lo scrittore Ainaia, il Tattico, insegna come costruire vasi incendiari da lanciare sui tetti del nemico e consiglia un miscuglio di pece, zolfo, stoppa, incenso, trucioli di legno resinoso; egli sa già bene che questi composti non vengono spenti dall'acqua, che anzi li diffonde, e consiglia di usare invece l'aceto. Le frecce incendiarie trovano scarsa applicazione per l'elevato pericolo che il fuoco si estingua a causa della loro stessa velocità (Aristotele, che di frecce ne aveva viste poche, era ancora dell'idea che una freccia potesse accendersi da sola per la velocità del suo volo!). La prima descrizione tecnica si trova in Ammiano Marcellino (Rerum Gestarum, XXIII, 4), nel quarto secolo d. C. e, nello stesso periodo Vegezio introduce nella ricetta il bitume e il petrolio, già noti ai Greci fin dal tempo di Alessandro. Il primo indizio di apparecchi per lanciare liquidi infiammabili si trova in un testo del bizantino Teofane (nato attorno al 760 d. C.) il quale riferisce che l'imperatore Costantino Progonatos (671 d. C.) aveva fatto armare le sue navi "con pentole incendiarie e sifoni" e che qualche anno dopo un certo Callinico aveva introdotto il "fuoco navale" dalla Siria. È a questo periodo che risale la nozione del "fuoco greco" in cui poi molti autori hanno voluto vedere, del tutto a torto, un precursore degli esplosivi; tutte le ricette di miscele incendiarie, che sono rinvenibili nel libro medievale "Liber ignium ad comburendum hostes" di Marco Greco, basato su fonti greche ed arabe, nulla hanno a che vedere con le sostanze esplosive, neppure quando contengono salnitro. Qualche tempo dopo i bizantini scoprivano che mescolando della calce viva nelle miscele incendiarie, si potevano produrre degli ordigni che si incendiavano da soli. Si tenga presente che il termine "sifoni" stava ad indicare quegli apparecchi con una specie di pompa che già i romani usavano per spegnere gli incendi; se si considera che fin dal tempo di Plinio i romani erano in grado di distillare l'acqua ragia, si comprende come l'abbinamento delle due tecniche poteva rendere agevole lo spruzzare il nemico con prodotti molto infiammabili: poco importa poi se già accesi o da accendere dopo averli spruzzati. Nella cronaca Alexiade, scritta (1148) da Anna Comnena, figlia di Alessio,imperatore di Bisanzio e che racconta l'assedio di Durazzo nel 1108, si descrive l'impiego di cerbottane con cui i bizantini soffiavano vampate di fuoco sul volto degli aggressori normanni; anche in questo caso si trattava di zolfo e di resina polverizzata che si infiammava passando su di una fiamma o brace posta alla bocca di un lungo tubo. L'introduzione della polvere da sparo, che agli effetti incendiari unisce quelli esplosivi, mette in ombra le macchine incendiarie e bisogna giungere all'inizio del ventesimo secolo per ritrovarle impiegate in guerra. Esse, con il nome di lanciafiamme, vennero impiegate dapprima dai tedeschi a Malencourt (26 febbraio 1915) e, poco dopo, dagli austriaci sul Carso. Pare che a proporli all'esercito tedesco fosse stato, anni prima, un certo Richard Fiedler. La loro efficacia era molto limitata, ma grande era l'effetto psicologico. Ricordiamo che per indicare un mostro veramente terribile, la favolistica ha sempre usato il drago che sputa fiamme! Schema del modello USA M2A1-7 - Gruppo serbatoio A - Serbatoi per combustibile; B - Serbatoio per il gas compresso; C - Valvola di pressione; D - Tubo di racordo; E - Bocchetta di innesto della lancia Lancia di emissione del mod. M2A1-7 : A - Testa di emissione; B - Canna; C - Tubo per combustibile; D - Gruppo valvola; E - Leva di emissione; F - Impugnatura posteriore; G - Leva di sicurezza; H - Grilletto; I - Impugnatura anteriore. Il serbatoio è di 15 litri, la portata oltre 70 metri. Il principio costruttivo è alquanto semplice: si tratta di proiettare sul nemico, attraverso un tubo, sostanze incendiarie, di solito derivati dal petrolio con flemmatizzanti (addensanti i quali, oltre a rendere il liquido meno scorrevole sul nemico, raddoppiano la portata rispetto al liquido non addensato). La miscela viene incendiata nel momento in cui esce dal tubo, mediante una scintilla o un accenditore pirico. Accanto a lanciafiamme leggeri, a forma di zaino, con capacità di circa 10 litri di liquido e una portata di 20-30 metri, vennero prodotti lanciafiamme di posizione con grande provvista di liquido e portata fino a 50 metri. L'impiego tattico era sia difensivo che offensivo, mediante brevi serie di fiammate, particolarmente indicate per distruggere postazioni di tiro, nidi di mitragliatrici, piccole fortificazioni. Dopo la prima guerra mondiale i lanciafiamme vennero notevolmente migliorati e vennero installati su veicoli; la provvista di liquido raggiunse anche i 500 litri e la portata salì a 120 metri. Il carro sovietico KW porta 570 litri di liquido che gli consentono fin a 57 lanci di fiamme. La pressione necessaria varia ovviamente a seconda del modello; è di circa 25 atmosfere per gli apparecchi portatili e di 150 atmosfere per quelli più grandi. Il congegno di accensione può essere a scintilla (il che, prima dell'avvento dell'elettronica) implicava la presenza di un generatore di corrente), scarsamente efficiente con liquidi flemmatizzati, oppure congegni di accensione pirica costituita da un tamburo rotante contenente un numero di cariche (bengalotto) sufficiente a garantire l'accensione fino all'esaurimento del liquido. Modello italiano T-148 Capacità 3 x 3,3 litri, peso pieno 23 kg, Portata: 20 metri con benzina, 70 metri con benzina addensata. Attualmente il liquido usato per la loro carica è il napalm. La benzina brucia troppo rapidamente per riuscire a trasferire sufficiente calore al bersaglio; perciò nel 1942 gli scienziati di Harward studiarono come migliorarne gli effetti incendiari e scoprirono che una miscela di sapone a base di polvere di alluminio, naftene e palmitato (acidi naftenici e palmitici, da cui napalm) unito alla benzina, la trasformava in una specie di sciroppo che brucia a circa 1000 gradi, contro i 675 gradi della benzina. Nei lanciafiamme il napalm veniva aggiunto nella misura del 6% (nelle bombe si usa il 12-15%). Dopo la seconda guerra mondiale è stato sviluppato un tipo di napalm più maneggevole (Napalm B, o NP2) in cui non si usano più i saponi ma polistirolo e benzene (46 parti polistirolo, 33 parti di benzina e 21 parti di benzene). Questo napalm (che non contiene più napalm!) richiede inneschi speciali ad alta temperatura (alla termìte). Attualmente l'industria militare sta seguendo una strada diversa che assicura risultati ben più efficaci, nello stesso impiego tattico. Trattasi delle bombe FAE il cui più moderno sviluppo è rappresentato dalla nuova arma russa: lo Shmel, un piccolo tubo lanciarazzi (una specie di corto bazooka) di 92 cm e del peso di 12 kg che spara piccole granate di 4,5 kg (bumblebee) cal. 93 mm alla velocità di 125 ms ; la carica di lancio si separa immediatamente dalla granata; gittata utile 1000 metri, gittata efficace dai 20 ai 600 metri. Le granate sono di tre tipi: lo RPO-A termico contenente 2 kg di miscela termobarica, lo RPO-Z illuminante-incendiario e lo RPO-D fumogeno a base di fosforo rosso. Le tre granate sono esternamente identiche, salvo due strisce rosse per il tipo A, una o due strisce gialle per il tipo D e una striscia rossa sul cappuccio per il tipo Z. La munizione incendiaria RPO-Z , sparata in un locale chiuso, infiamma ogni prodotto combustibile nello spazio di 100 metri cubi; sparata all'aperto provoca almeno 20 focolai d'incendio su di una superficie di 300 mq. È opportuno quindi fare qui un breve excursus sulle bombe FAE (Fuel Air Explosive). Esse rappresentano l'applicazione militare delle esplosioni di vapori e polveri che tanti incidenti provocano nelle industrie. Queste esplosioni sono un ben noto fenomeno nelle miniere di carbone, nei silos di granaglie e nelle industrie che lavorano legno o carta. Tutti questi prodotti liberano delle minuscole particelle che, per effetto di correnti d'aria, formano una nuvola in un ambiente chiuso. Se si raggiunge la giusta concentrazione rispetto all'ossigeno, questa miscela di aria e polvere esplode violentemente. La maggior parte delle sostanze organiche (zucchero, cotone, farina, plastica), in forma di polvere, si incendiano a temperature inferiori a 500°. Essenziale è la misura delle particelle che quanto più piccole, tanto più restano in sospensione nell'aria e tanto più facilmente si incendiano. Vi è quindi un ambito di concentrazione ottimale al di sotto ed al di sopra del quale non vi è esplosione. Per i vapori di benzina la concentrazione esplosiva va dal 5 al 15% Vi sono notevoli differenze fra l'esplosione di vapori e quella di esplosivi tradizionali. Per la stessa quantità di energia la sovrappressione dell'onda esplosiva è più alta e l'impulso più basso in un esplosivo tradizionale che non in una esplosione di gas. L'onda d'urto del TNT è di breve durata rispetto all'onda d'urto dell'esplosione di idrocarburi, il che influisce sugli effetti su strutture rigide. In via generale si può affermare che i vapori deflagrano a velocità subsonica invece di detonare a velocità supersonica. Gli effetti della deflagrazione (velocità dell'espansione della fiammata) aumentano notevolmente se l'esplosione avviene in uno spazio chiuso. Le Bombe FAE ("bombe a vuoto" come dette in Russia in quanto consumando istantaneamente tutto l'ossigeno presente nell'aria creano anche una forte onda retrograda) sono più efficaci di esplosivi tradizionali contro persone in rifugi o bunker. L'esplosione agisce contro persone all'aria aperta, materiale di equipaggiamento, veicoli, aerei a terra, ripari di ogni genere, serve per creare varchi in campi minati, per creare spazi di atterraggio per elicotteri, per distruggere nuclei di resistenza nel combattimento negli abitati. Le bombe distruggono ogni vegetazione e cultura. Più bombe lanciate contemporaneamente rafforzano reciprocamente i loro effetti (si calcola che l'efficacia distruttiva sia sei volte quella di un esplosivo convenzionale contro analoghi bersagli). Una bomba FAE è fondamentalmente formata da un contenitore di liquido (ossido di etilene o metano) e da due cariche separate. Dopo che la carica è lanciata o sparata, la prima carica fa esplodere il contenitore e disperde il liquido in modo da formare una nuvola con l'aria. La nuvola circonda oggetti e penetra in strutture. La seconda carica fa deflagrare la miscela o aereosol, che dir si voglia. L'esplosione agisce sulle persone provocando gravi lesioni interne, specialmente ai polmoni, e gravi bruciature. Le vittime inalano i vapori infiammati e, anche in caso di mancata esplosione, i vapori sono altamente tossici. I russi hanno sviluppato anche delle munizioni a effetto rinforzato, impiegando testate con miscela di alluminio e nitrocellusa oppure con slurry di esplosivi miscelati ad un combustibile. In questi casi (bombe termobariche) si raggiungono temperature di 800 gradi con maggiori effetti incendiari. Il FAE è il frutto di studi iniziati dagli americani del 1960 e che portarono a produrre, per l'impiego in Vietnam, la bomba cluster CBU-55B. Questa era formata da tre bidoni contenenti ciascuno 32,6 kg di ossido di etilene liquido. I bidoni, lanciati da velivoli a bassa quota, esplodono all'impatto con il terreno ed il liquido volatilizza producendo una densa nube alta 2,5 metri e del diametro di una quindicina di metri. A quel punto, quando la nube ha la giusta densità, un innesco elettronico la fa esplodere. L'esplosione crea per circa 200 millisecondi una sovrappressione di 22 kg/cmq su di un'area di circa 200 metri quadri. L'impiego delle bombe Cluster era volto principalmente alla bonifica rapida di aree minate e, secondariamente, allo sgombero di vegetazione nella giungla, per creare zone di atterraggio di elicotteri. Risulta che nella guerra del Golfo, bombe FAE siano state impiegate anche contro opere della fortificazione permanente e colonne di mezzi corazzati. E' stata registrata un'ottima efficacia nei confronti delle mine anticarro ed antiuomo a pressione di tipo tradizionale. Scarsa, invece, l'efficacia nei confronti delle mine che detonano dopo una pressione prolungata (come le ottime anticarro italiane prodotte da MISAR, Valsella e Technovar), oppure attivate da una doppia pressione. Le granate termobariche sono efficaci anche contro veicoli con corazzatura leggera e possono danneggiare anche carri armati, fondendo con il calore tutte le parti ottiche esterne e le parti in gomma o plastica. Ovviamente gli effetti sono distruttivi se la miscela entra dentro al veicolo. La bronzatura dei metalli e delle armi Questa è una raccolta di ricette per la coloritura di acciaio e ferro, vecchie di almeno un secolo. Non tutte sono valide e nessuna può essere impiegata senza preventive prove ed esperimenti. L'uso di sostanze chimiche, e specialmente di acidi, non è privo di rischi se non si ha la necessaria pratica. Quando nelle ricette si parla di acqua è opportuno impiegare acqua distillata o almeno acqua oligominerale. Le parti sono indicate in peso. La superficie metallica da colorare deve essere perfettamente levigata e sgrassata. Per la sgrassatura si impiega di solito trielina. Un'ottima detersione si ottiene con il fosfato trisodico alla soluzione massima del 5% (ma può bastare la soluzione al 2% se il grasso non è vecchio o duro), assolutamente non corrosivo; viene spruzzato ad 80-90° di calore sulla superficie metallica inclinata in modo che possa scorrere su di esse. Anticamente veniva usata anche la bollitura dei pezzi in soluzione di potassa caustica a l0% con successivo abbondante lavaggio. Dopo la sgrassatura i pezzi non devono più essere toccati con le mani. Se occorre togliere ossidazioni superficiali si ricorre a pulitura meccanica oppure a bagni di acido solforico diluitissimo (1%) a cui si fa seguire un bagno in acido nitrico in soluzione debolissima. La bronzatura non va confusa con la brunitura. La brunitura e un processo di lucidatura e consiste nel passare sulla superficie metallica il brunitoio munito di pietra dura (agata) che dà una lucentezza compatta e un tono molto più caldo, da cui la parola "brunire". Si fa scivolare la pietra del brunitoio premendola alquanto e appoggiandola al polllice della mano sinistra che la guiderà nei suoi movimenti avanti ed indietro. La superficie deve essere ingrassata (con glicerina ad es.) in modo che la pietra scivoli bene. Si usa sulle superfici metalliche metallizzate a spruzzo o a foglia o con metodi chimici o galvanici. La bronzatura (o brunitura falsa, ossidatura) è un procedimento per ottenere chimicamente un rivestimento del metallo (solfuro, ossido, ecc.) che ne renda più gradevole l'aspetto o che ne preservi la superficie dalla ossidazione. Viene usato anche quando il colore finale non sia quello del bronzo. Canne da fucile * Si mescolano: Soluz. cloruro ferrico (d. 1,28) 14 - Cloruro mercurico 3 Ac. nitrico fumante 3 - Solfato di rame 3 - Acqua 80. Se ne applicano due o tre straterelli, poi si strega ciascuno strato con spazzola d'acciaio. S'immerge poi la canna in soluz. di solfuro potassico al 10%, lasciandovela per 10 giorni, si lava con sapone ed acqua calda e si vernicia con olio di lino. * Bagno di 50 a 100 gr. di nitrato d'ammonio e 0,5 a 5 di cloruro o solfato di manganese. Si sospendono gli oggetti nel bagno come anodi, e come catodi si usano fili di platino. Nitrato di piombo gr. 80 Liscivia di soda (d. 1,269 - 31° Bé) cc. 500 - Acqua gr. 500 Carbonato di manganese, in sospensione, gr. 10. Si opera come nella precedente. * Si applica a pennello questa soluzione Solfato di rame 4 - Cloruro di ferro 4 - Alcool 2 Etere nitrico 1 - Ac. nitrico 1 - Acqua 60. * Si bagnano le canne dopo averle ben deterse, con aceto assai forte, si asciugano, indi si strofinano con un cencio umettato con ac. cloridrico e si lasciano esposte all'aria per circa un quarto d'ora. Si scaldano a bagno di sabbia, a calore moderato, e si strofinano con panno ben secco. Acqua distillata 16 - Solfato di rame 4 - Etere solforico 2 Cloruro di ferro 1. Si mescolano l'etere ed il cloruro di ferro, poi vi si aggiungono gli altri ingredienti; dopo avere agitato per qualche tempo, si applica a pennello, ripetendo l'operazione se si voglia colorazione più intensa. * Solfato di rame 25 gr., Nitrato di potassio 25 gr., Acqua 500 gr. Scogliere i sali nell'acqua e immergere il pezzo ripetutamente con intervalli di alcune ore. Lasciar seccare 24 ore e strofinare bene con un panno. Fissare strofinando con una miscela di cera olio e terpentina. Conservazione di armi * Si sfregano con uno straccio di lana imbevuto di soluz. di allume nell'aceto forte e si asciuga poi con cura. * Unguento mercuriale, mediante tampone di lana. Metallocromia chimica dell'acciaio. Giallo e azzurro * Per piccoli pezzi. Si scalda una sbarra di ferro; quando è rossa si pone sopra un recipiente contenente acqua fredda; il pezzo da colorare, ben deterso con carta smeriglio fina, si pone sulla sbarra di ferro avendo cura che la parte lucida da colorare non sia in contatto colla sbarra stessa; l'acciaio si scalda. diventa giallo pallido, giallo scuro, ed infine azzurro. Quando ha acquistato il grado di colorazione voluto si fa cadere prontamente nell'acqua; esso conserva in tal modo la colorazione che aveva acquistato. * L'acciaio assume colorazione azzurra, simile a quella che si produce ricuocendolo, quando lo si immerga in un liquido bollente formato mescolando le due soluz. seguenti, previamente preparate a parte: a) Iposolfito di soda gr. 140 - Acqua 1000 b) Acetato di piombo gr. 35 - Acqua 1000. Azzurro-violaceo * Occorre detergere l'acciaio, già brunito, in una soluz. di soda caustica, lavarlo con acqua, nell'ac. solforico diluito, nell'alcool e infine ancora nell'acqua Se la colorazione può farsi subito dopo la brunitura, bastano le lavature all'alcool e all'acqua. Si produce poi sul metallo una tenuissima ramatura immergendolo per 10 a 20" in un bagno di: Alcool 300 - Ac. nitrico comune 100 - Solfato di rame 40 - Acqua 1000. Si lava subito nell'acqua corrente. Si trasforma la pellicola di rame in solfuro trattando a freddo con soluz. assai diluita di un solfuro alcalino o di ac. solfidrico. Bastano 2 a 3 gocce di solfuro ammonico per litro d'acqua. Si ha una tinta rosea che essiccando diventa porpora ed infine azzurra. A seconda della durata del bagno si possono ottenere successivamente le seguenti colorazioni: rame-roseo, rame-rosso, rosa, rosso-porpora, rosso-violaceo, viola, azzurroviola, azzurro, azzurroverdastro, verde, verde-giallastro, giallo, ecc. * Per conservare le colorazioni ottenute si fa uso di una soluz. di alcool, etere o ess. di trementina, con 2 a 3 gocce d'olio di lino. Si possono variare all'infinito gli effetti colorando le vernici coi colori solubili nei solventi eterei. * Si fa una soluz. mista di due soluz. al 5 %, l'una di prussiato rosso e l'altra di percloruro di ferro, e vi si immerge il pezzo dopo averlo ben deterso. Si asciuga e si strofina con legno assai tenero. Si riveste con sottile strato di vernice incolora. * Dopo accurata detersione chimica, si immerge il pezzo a freddo per 15U in una soluz. contenente 10 di solfato di rame, 2 % d' ac. cloridrico e 15% di cloruro di zinco. Occorre fare prima la soluz. del solfato di rame, filtrarla e aggiungervi ordinatamente l'acido e poi la soluz. di cloruro di zinco. Dopo aver bronzato i pezzi con questo bagno si lavano e si immergono per circa 3 minuti in un bagno d'iposolfito preparato alcune ore prima e così composto Acqua 1000 - Iposolfito di soda 1500 - Ac. cloridrico 75. Si lavano ancora in acqua calda e si essiccano. * Immersione nella lega fusa Piombo 25 - Stagno 1. * Si bagnano i pezzi con ac. nitrico diluito al 10 %. Si lavano in acqua tiepida, e quando sono asciutti si ungono con olio di lino. * Immersione in una soluz. di Ferrocianuro di potassa 1 - Cloruro di ferro 1 - Acqua 400. Ferro e acciaio - Bronzatura * Trattandosi di ferro o di acciaio si dà il nome di bronzatura a quei procedimenti che hanno per iscopo di ottenere chimicamente un rivestimento del metallo (solfuro, ossido, ecc.) che ne renda più artistico l'aspetto o che ne preservi la superficie dall'ossidazione, estendendo tale denominazione anche ai casi in cui il rivestimento stesso non abbia colorazione imitante il bronzo. Le armi e simili oggetti di ferro e d'acciaio si bronzano sfregandoli fortemente con cloruro d'antimonio fuso. Una sola operazione non basta; occorre ripeterla scaldando leggermente il pezzo. * S'immerge il pezzo nello solfo fuso misto a nerofumo. La superficie, fatta sgocciolare e seccare, resiste agli acidi e può acquistare bel pulimento; ha l'aspetto del bronzo ossidato, forse dovuto alla formazione del solfuro di ferro, una specie di pirite marziale, della quale sono noti i bei riflessi metallici e la resistenza agli agenti chimici. * Si disossidano e disgrassano i pezzi (p. es. con poltiglia di bianco di Spagna e soda); poi s'immergono in un bagno di ac. solforico diluito e si sfregano di nuovo con pomice finissima, ecc. Si espongono allora per 2 a 5 minuti ai vapori di una miscela di ac. cloridrico ed ac. nitrico in parti uguali, poi si scaldano a 300-350° sino a che si sviluppi il color bronzato. Siccome il gas che si sviluppa dall'azione reciproca dei due acidi è perossido d'azoto (vapori nitrosi) assai venefico, occorre operare con le dovute cautele. I pezzi raffreddati si ricoprono per sfregamento con vaselina e si scaldano una seconda volta sino a che la vaselina cominci a scomporsi. Dopo raffreddamento si spalmano ancora di vaselina. I toni che si ottengono con questo procedimento sono di un bel rosso, ed il rivestimento è inalterabile. Aggiungendo al miscuglio dei due acidi, dell'ac. acetico, si ottengono delle belle tinte giallo di bronzo. Tutte le gradazioni di colori, dal bruno-rosso chiaro al bruno-rosso scuro, o dal giallo-bronzo chiaro al giallo-bronzo scuro possono essere ottenute con dei miscugli variati di tali acidi. Queste colorazioni sono inalterabili anche in ambienti che contengano vapori acidi. * Per bronzare un revolver, si pulisca prima bene a lucido. Si prenda poi una cassetta di lamierino di ferro, si riempia di carbone di legna e si metta sopra il fuoco fino a tanto che il carbone sia ben acceso. Si rimescoli il carbone e vi si introduca nel mezzo il revolver acciò abbia tanto calore sotto quanto sopra Si abbia pronta della calce polverizzata, un pezzo di stoppa o cotore ed una tanaglia mantenuta nel fuoco. Si tolga colla tanaglia il revolver ogni 10 minuti dalla cassetta e con sollecitudine si strofini colla stoppa e colla polvere di calce, rimettendolo poi di nuovo nella cassetta Si eviti che la temp. s'innalzi eccessivamente. Il revolver in breve tempo acquisterà una bella tinta porporina e poi una tinta azzurro-chiaro assai bella. Si ripeta però l'operazione diverse volte perchè la prima colorazione azzurra ottenuta non è solida. Quando sia freddo si, unga d'olio. * Si strofina l'acciaio con una piccola quantità di soluz. concentrata di soda; si lava all'acqua calda; si stropiccia con soluz. di cloruro di ferro al 7 %. Dopo essiccato si stropiccia ancora con soluz. di ac. pirogallico al 5 %. Si fa essiccare e si lucida con spazzola. Azzurro * Si ottiene colorazione azzurra bagnando i pezzi, ben detersi, con ac. nitrico diluito al 10 %. Si lavano in acqua tiepida e quando sono asciutti si ungono con olio di lino. * Immersione in una soluz. di: ferrorocianuro di potassa p. 1 - Cloruro di ferro 1 - Acqua 400. * Gli oggetti minuti in acciaio si fanno scaldare fra la cenere di carbone di legna, alla temp. di 300°. Si esaminano di tanto in tanto e si estraggono rapidamente appena, esponendoli all'aria, si veda che abbiano assunto la colorazione desiderata. * Per dare il colore azzurro bruno d'acciaio alla testa delle viti, si ungono, dopo averle ben pulite, con pochissimo olio, e quindi si scaldano alla fiamma ossidante d'un becco Bunsen. Colorazione imitante l'argento * Digrassata con cura la superficie del ferro si bagna con questa soluz.: Cloruro d'autimonio gr. 40 Anidride arseniosa in pol. 10 - Ferro-ematite in polv. 6 - Alcool a 90° litri 1 che si sarà ottenuta scaldando debolmente, a b. m., per una mezz'ora. La spalmatura del ferro si farà con tampone di ovatta. Si otterrà un precipitato di arsenico e antimonio, sulla superficie del ferro, assai bianco. * Nero - Si fanno bollire insieme 10 p. di olio di trementina e 1 di solfo. Si copre il metallo con un leggero strato di tale liquido, indi lo si espone alla fiamma di una lampada a spirito. * In una certa quantità di ess. di trementina si versa goccia a goccia dell'ac. solforico, rimescolando continuamente fino a che non si formi più precipitato. Si getta allora il tutto nell'acqua, si agita, si decanta e si rinnova la lavatura del precipitato, fino a che la carta azzurra di tornasole immersa nell'acqua non si arrossi più. I1 precipitato sarà così spogliato di tutto l'acido e, dopo averlo fatto sgocciolare su di una tela, sarà pronto per l'uso. Se ne riveste il metallo e si fa bruciare nel fuoco. Se s'incontrasse difficoltà nello stenderlo si può diluirlo con un poco di trementina. Si sfrega quindi il metallo con uno straccio di lana unto d'olio di lino, fino a che la superficie apparisca d'un bel nero lucente. * Alla seguente soluz.: Cloruro di bismuto 20 - Bicloruro di mercurio 20 Cloruro di rame 10 - Ac. cloridrico 60 - Alcool 50 - Acqua 500 si aggiunge della fucsina in quantità sufficiente per mascherarne il colore. Si stende la soluz. col pennello o vi si immerge l'oggetto ben pulito e sgrassato. Si lascia seccare, quindi si passa all'acqua bollente per mezz'ora. Si ripete l'operazione fino ad ottenere la colorazione voluta. Poi si passa l'oggetto al bagno d'olio e si scalda al fuoco dopo averlo spalmato di uno strato d'olio. Questo procedimento è adatto per armi di lusso, foderi di sciabole, ecc. Nell'oreficeria serve per scatole di orologi, medaglioni, braccialetti, ecc. * Piccoli oggetti - Immersione in un bagno di cloruro ferrico reso acido con aggiunta di ac. cloridrico. Lavatura in acqua bollente. Spalmatura con olio. * Nero-mat - S'immerge il pezzo, ben deterso, in questa soluzione: Cloruro di mercurio 2 - di rame 1 - Ac. cloridrico 6 - Alcool 5 - Acqua 50. Si può anche applicare la soluz. a spazzola, ripetendo se occorre. Si lava poi con acqua calda. * Colorazioni diverse - Col selenito di rame. Il ferro precipita il rame ed il selenio dai loro sali. Immerso in una soluzione di selenito di rame acidulata con alcune gocce d'acido nitrico, precipita questi due metalli sotto forma d'uno strato fangoso nero, poco aderente. Ma se si lava l'oggetto con acqua, poi con alcool e lo si fa seccare rapidamente sopra un becco a gas, il deposito diviene aderente. Sfregato con un cencio, tale deposito diviene nero-azzurro o nero lucente secondo la composizione del bagno. Il selenito di rame è un sale verde pistacchio insolubile nell'acqua, e poco solubile nell'acqua acidulata con acido nitrico o solforico. È preferibile mescolare una soluz. di solfato di rame ad una di ac. selenioso e acidulare con ac. nitrico per impedire la precipitazione del selenito di rame. Questo procedimento, di Malherbe, è assai comodo per colorare in nero od in azzurro i piccoli oggetti di ferro o d'acciaio (penne da scrivere, sfere da orologio, piccoli pezzi d'armi, ecc.). Riesce meno bene per i pezzi di ghisa. D'altronde, il prezzo elevato dell'acido selenioso riesce d'ostacolo al suo uso per la colorazione di grandi superfici metalliche. I bagni s'impoveriscono assai rapidamente di selenio, perchè si deposita del selenito di ferro, giallo, insolubile. * Per il nero-brillante: Acido selenioso 6 - Solfato di rame 10 - Acqua 1000 - Acido nitrico 4 a 6. * Per il nero-azzurro: Acido selenioso 10 - Solfato di rame 10 - Acqua 1000 - Acido nitrico 4 a 6. Immergendo il pezzo per tempo brevissimo si ottengono alla sua superficie le colorazioni seguenti: giallo, rosa, porpora, violetto, azzurro. * Grigio - Si applica, a pennello, sui pezzi scaldati una soluz. di: Nitrato di rame 7 - Alcool 3 indi si procede al riscaldamento. Si forma una patina d'ossido nero di rame che, stropicciata, lascia una tinta grigia. * Color cioccolato - Mettere il pezzo sotto una campana di cartone o plastica, o dentro ad una scatola, assieme a due scodellini contenenti uno acido cloridrico non troppo diluito e l'altro ammoniaca. Si formano dei fumi di cloruro di ammonio che in alcune ore ossidano con una ruggine sottilissima ed uniforme il pezzo. Ingrassare bene il pezzo. Si ottiene una superficie che imita bene l'ossidazione naturale del ferro antico. * Damascatura - Per damascare ad es. una lama, bisogna, quando è fucinata, lasciarla raffreddare lentamente in modo che il carbone vi si ripartisca inegualmente. Poi, prima di temperarla, immergerla in un acido capace di sciogliere il ferro alla superficie (ac. nitrico); il carbonio messo allo scoperto forma delle vene più o meno grigie secondo che è più o meno abbondante. * A pelle di trota - Questo genere di damascatura che imita le macchiettature della pelle delle trote, è assai usata per canne da fucile. Si fanno sciogliere 60 gr. di solfato di rame in un litro d'acqua calda e quando la soluz. è fredda vi si aggiungono 15 gr. d'acido nitrico e altrettanto d'ac. cloridrico, 30 d'alcool e altrettanto di soluzione diluita di cloruro di ferro. Si applica questo liquido sul metallo, mediante pennello duro; quando si è ottenuto l'effetto desiderato - il che richiede circa 24 ore - si sfrega il metallo con una spazzola metallica, si lucida con legno duro. Volendo si vernicia con vernice alla gommalacca.