LA SESIA 4 CRONACA Venerdì 7 febbraio 2014 I banditi avevano trovato rifugio da “amici”. Ma hanno fatto un errore madornale: riaccendere il cellulare Blitz perfetto: nemmeno un colpo sparato Fermati e arrestati a Cellio i tre pericolosi complici di Domenico Cutrì Clamorosa svolta nelle indagini sulla sanguinosa evasione di Domenico Cutrì, avvenuta a Gallarate lunedì pomeriggio e che è costata la vita, in una sparatoria, ad Antonino Cutrì, fratello del fuggitivo. Tre componenti del gruppo di fuoco che hanno liberato l’ergastolano e hanno ferito due agenti della polizia penitenziaria si nascondevano in una cascina fra Borgosesia e Cellio. Sono tutti pregiudicati napoletani di un certo spessore criminale e legati a doppio filo alla famiglia Cutrì. Nel tardo pomeriggio di mercoledì sono stati arre- Cellio, mercoledì pomeriggio - In una cascina isolata, situata in una delle piccole frazioni che costeggiano la strada che da Borgosesia porta verso Cellio - 15 chilometri circa percorsi da poche auto - un cellulare tenuto spento per più di 48 ore viene riacceso. Un gesto banale, ma che per tre banditi fra i 20 e i 40 anni, è la fine della latitanza. Sono pericolosi e sanno di essere gli uomini più ricercati di tutta Italia ma, evidentemente, fra le montagne della bassa Valsesia, dove si sono nascosti già lunedì, subito dopo l’assalto al “blindo” della polizia penitenziaria, si sentono sicuri. Proprio a Cellio per due notti e tre giorni trovano rifugio a casa di qualche “amico” fidato che li accoglie. Ma quello che i tre banditi non sanno è che i carabinieri di Gallarate e Varese conoscono i loro nomi e, quindi, conoscono anche i loro numeri di cellulare, che vengono tenuti costantemente sotto controllo. I banditi si sentono tranquilli e, mercoledì pomeriggio, non solo decidono di uscire dal nascondiglio per fare rientro nella loro zona (sono tutti residenti fra la provincia di Milano e quella di Varese) ma uno di loro riaccende anche il cellullare, forse per sentire che “aria tira” dalle sue parti. A chilometri di distanza, nella sala intercettazioni della caserma dei carabinieri di Gallarate, il militare di turno salta quasi sulla sedia quando vede il segnale che diventa luminoso. Chiama i superiori e avvisa i colleghi che mettono in campo tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione in casi come questi. Non ci vuole molto. stati, con un blitz da manuale e senza sparare neanche un colpo di pistola, dai carabinieri di Borgosesia al comando del capitano Massimo Colazzo, che li hanno Il telefonino di uno dei banditi aggancia una “cella” telefonica in provincia di Vercelli. Pensionato robbiese autista di prostitute Preso dalla polizia e denunciato Robbio - C’è anche un robbiese tra i denunciati dei carabinieri nell’operazione che ha portato alla segnalazione di quattro autisti a “luci rosse”. Sono stati sorpresi dai carabinieri di Mortara, che fanno riferimento alla compagnia di Vigevano, mentre accompagnavano prostitute romene sulla ex statale dei Cairoli nel tratto RobbioMortara. Tre, con turni diversi, erano gli autisti della stessa lucciola, una romena di 25 anni. Il robbiese invece, P.G., 63 anni, agiva da solo accompagnando una ragazza romena di 21 anni. Il pensionato, già pregiudicato, è accusato di favoreggiamento della prostituzione. Secondo i carabinieri ha accompagnato la giovane romena fra ottobre 2013 e gennaio 2014 sulla ex statale nel territorio comunale di Ceretto. Andava a prenderla alla stazione di Mortara: la ragazza arrivava tutte le sere da Milano dove vive. L’uomo aspettava che la giovane scendesse dal treno, la faceva salire in macchina e la accompagnava a Ceretto, comune a pochi chilometri da Mortara in direzione di Robbio. La mattina, poi, lui la andava a riprendere per riaccompagnarla alla stazione. sa.ba. Nonostante abbia in auto 31,30 grammi di hashish pensa bene di attirare l’attenzione della polizia mettendosi a guidare a zig zag per le strade di Vercelli Ovviamente viene fermato dagli agenti della squadra volante che, quando scoprono i suoi precedenti per reati contro il patrimonio e stupefacenti, si mettono a frugare in auto e, senza fare molta fatica, trovano la droga. L’hashish, suddivisa in due pezzi, si trovava infatti sul sedile anteriore lato pas- bloccati all’interno di un’auto mentre percorrevano la strada che da Cellio porta a Borgosesia. Secondo fonti non confermate i tre avevano cercato rifugio a Cellio subito Ancora qualche minuto e arrivano ulteriori indicazioni: i banditi si trovano a Cellio, a dopo la sparatoria. Erano ricercati su tutto il territorio nazionale. Un quarto uomo è stato arrestato, quasi contemporaneamente, a Napoli. Il commando che ha agito a Gallarate, secondo gli inquirenti, sarebbe stato composto in tutto da sei persone: Antonino Cutrì, rimasto uc- ciso nel conflitto a fuoco con gli agenti penitenziari, più i quattro fermati mercoledì. Dunque rimangono liberi un sesto uomo, probabilmente l’altro fratello di Domenico, che non si trova, e lo stesso ergastolano, attorno ai quali il cerchio si sta ormai inesorabilmente stringendo. 15 chilometri dalla compagnia carabinieri di Borgosesia. Non solo: viene intercettata anche la telefonata che uno dei tre banditi fa al complice che si trova a Napoli, altro errore che permettere di rintracciare pure il quarto complice. Intanto, a Cellio, il segnale del cellulare si muove:evidentemente i banditi si sono messi in auto per ritornare a casa. La telefonata dei carabinieri di Gallarate arriva a Borgosesia. Quello che accade lo possiamo immaginare: il capitano Colazzo (probabilmente anche lui saltato dalla sedia, ndr) conosce bene la strada che da Cellio porta a Borgosesia e si precipita in strada insieme a tutte le pattuglie disponibili. In pochi minuti viene preparato un blitz che si dimostrerà poi vincente e quando l’auto con i tre uomini a bordo passa in un punto preciso, viene bloccata. Si tratta di banditi pericolosi che hanno già aperto il fuoco contro le forze dell’ordine, quindi non si va tanto per il sottile: i tre si trovano mitra e pistole puntati in faccia, vengono trascinati di peso giù dall’auto, buttati a terra e ammanettati. Nessuno spara un colpo. Un blitz perfetto. Subito dopo i tre finiscono in caserma per essere interrogati, soprattutto perché non si può escludere subito che Domenico Cutrì si trovi con loro. Soltanto in tarda serata, quando si è certi che l’ergastolano in fuga non è in Valsesia, i tre banditi vengono portati a Gallarate e poi richiusi in tre carceri diversi del milanese. Nei loro confronti la procura di Busto Arsizio ha emesso un provvedimento di fermo. Gigi Nodaro I numeri dell’attività della guardia di finanza nel 2013 Con la droga in auto Tasse evase per oltre 86 milioni, guida a zig zag in città 26 lavoratori in nero e 19 falsi poveri seggero. Dopo aver portato il vercellese in questura, altri agenti della squadra mobile perquisiscono la sua abitazione dove scoprono altri 2,75 grammi di sostanza stupefacente. Risultato: l’automobilista viene denunciato in stato di libertà per detenzione di sostanze stupefacenti; ma anche per essersi rifiutato di sottoporsi agli accertamenti sanitari per verificare la presenza di sostanze stupefacenti nel suo organismo. re.se. Meccanico trovato morto nella sua abitazione Crescentino - E’ morto ieri mattina, giovedì 6 febbraio, nella sua abitazione di via Giotto, Tiziano Mazzetto. L’uomo, della leva del 1961, era molto conosciuto in città dove ha trascorso la giovinezza con la sua famiglia in via Michelangelo. Appassionato di auto, gli amici lo ricordano al volante del mitico 128 bianco. Tutti lo descrivono come un bravo meccanico; per molti anni ha lavorato nell’officina Alfa Romeo di via San Giuseppe, in seguito nelle cave a Brusasco poi a Borgo Revel. Lo piangono la mamma Lucia, la moglie Tiziana con l’adorata figlia Laura, la sorella Rosetta e il fratello Sergio. Il rosario sarà recitato oggi, venerdì 7 febbraio, alle 20,30 nella parrocchia Beata Vergine Assunta. Le esequie saranno celebrate sabato 8 alle ore 10 in parrocchia poi la salma sarà tumulata nel cimitero locale. re.se. Ammonta a 86milioni600mila euro l’importo dei redditi recuperati alla tassazione dai militari della guardia di finanza del comando provinciale di Vercelli. Constatati 25.7 milioni di Iva evasa. Verifiche e controlli in 282 aziende e 1340 interventi per scontrini, ricevute e “merci viaggianti”, con una media di oltre 4 ispezioni al giorno. A questi risultati devono aggiungersi le 40 persone denunciate per reati vari, che hanno portato al sequestro di valuta e titoli e alla scoperta del riciclaggio di 510mila euro. Eseguiti anche 40 controlli nei confronti di beneficiari di prestazioni sociali agevolate, 18 in materia di agevolazioni per il ticket sanitario e 40 sul pagamento del canone televisivo. Questo, in cifre sintetiche, il bilancio della lotta all’evasione condotta in provincia dal Nucleo polizia tributaria di Vercelli, dalla Compagnia di Vercelli e dalla Tenenza di Borgosesia nel 2013. La lotta all’evasione fiscale condotta dai finanzieri attraverso verifiche e controlli nei confronti di 282 imprese e contribuenti, ha consentito di individuare redditi sottratti a tassazione per 86,6 milioni di euro, con 25milioni700mila euro di Iva evasa. Sono state scoperte 24 imprese sconosciute al fisco che hanno occultato redditi per 51,7 milioni di euro ed evaso l’Iva per 9milioni400mila. I denunciati per reati fiscali sono 52, principalmente per aver presentato una dichiarazione fiscale fraudolenta o per non averla presentata affatto, per l’emissione o l’utilizzo di fatture false oppure per aver occultato o distrutto la contabilità. Ammontano a 2,2 milioni di euro i redditi nascosti al fisco sul fronte dell’evasione fiscale internazionale, attuata mediante i trasferimenti di basi imponibili con tecniche di transfer pricing e black list (acquisti non documentati di prodotti nei paradisi fiscali come Svizzera, Taiwan, Hong Kong e Isole Vergini). Sequestrati agli evasori beni per 7,1 milioni di euro, al fine di saldare il credito dell’erario. Per quanto attiene al lavoro, individuati 26 lavoratori in nero e 80 irregolari. Nell’azione di contrasto alle frodi riguardanti risorse nazionali e comunitarie rivolte al sostegno delle imprese, le fiamme gialle hanno effettuato 28 interventi, scoprendo indebite percezioni di finanziamenti per 3milioni126mila euro e denunciando 19 persone. Analoghe attività di servizio hanno condotto alla scoperta di frodi agli enti previdenziali e assistenziali, riguardanti erogazioni per assegni sociali o a beneficio di persone falsamente dichiarate invalide, oppure concernenti pensioni incassate a nome di morti. Particolarmente impegnative le investigazioni che hanno riguardato i reati contro la pubblica amministrazione: abuso d’ufficio, corruzione, concussione, ecc.. In tale contesto, sono stati 14 i denunciati. Infine, l’azione ispettiva eseguita nel comparto delle "prestazioni sociali agevolate" ha dato modo di smascherare e denunciare 19 “falsi poveri” che hanno ottenuto aiuti economici e servizi sociali. Sul fronte della tutela della legalità dei mercati dall’invasione di prodotti contraffatti o di provenienza incerta o non sicuri per i consumatori, sono stati sequestrati 170mila prodotti insicuri. Le investigazioni condotte nel corso dell’anno a tutela del mercato dei capitali hanno permesso di denunciare una persona per riciclaggio, una per usura e 13 per reati societari, di borsa, fallimentari, bancari e finanziari. Da menzionare la rilevante attività della stazione di Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (S.A.G.F.) di Riva Valdobbia. In montagna sono state soccorse 68 persone e recuperate 5 salme.