12 LA STAMPA MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE 2014 . Cuneo e provincia .51 In breve SANITÀ. IL PIANO DI SAITTA PER RIDURRE I COSTI Ospedali,laRegionenontoccalaGranda Confermati ruoli e funzioni anche se con nomi diversi. Riconosciuto il ruolo di Ceva CAMILLA PALLAVICINO CUNEO La revisione della rete ospedaliera che oggi l’assessore Antonio Saitta presenterà in Giunta, sembra cambiare poco o nulla dell’organizzazione attuale della provincia di Cuneo. Rispetto alla precedente proposta di riforma della Giunta Cota cambiano i nomi e così il S.Croce e Carle da ospedale di riferimento diventa Hub; Mondovì, Savigliano e Alba da ospedali «cardine» diventano Dea di I livello, mentre Bra e Saluzzo restano ospedali «di territorio». Tra questi ultimi manca il nosocomio di Ceva che nella riforma targata Pd diventa ospedale di area disagiata: mantiene il pronto soccorso, la medicina e la chirurgia programmata, ma dovrebbe perdere quella d’urgenza. «Essere ospedale di area disagiata - commenta il sindaco Alfredo Vizio – è un riconoscimento della nostra effettiva situazione. Proprio in virtù di questa qualifica chiediamo che venga mantenuta anche la chirurgia d’urgenza così come l’oculistica, la nefrologia e la riabilitazione». Fossano non viene citato fra gli ospedali perché ormai DIBATTITO A DOGLIANI «La politica e le istituzioni difendano il Sacra Famiglia» «Politica e istituzioni difendano l’ospedale di Dogliani». Anche don Luigino, parroco del paese, ha voluto esprimersi lunedì sera sul futuro dell’Ospedale Civico Sacra Famiglia, a rischio per la situazione economica della Fondazione che lo gestisce. Si è rivolto all’europarlamentare Alberto Cirio, al viceministro alla Giustizia Enrico Costa, al dirigente del distretto monregalese Asl Cn1 Enrico Ferreri e al consigliere regionale Franco Graglia. Invitati dal sindaco Franco Paruzzo hanno seguito il dibattito sui conti del gestore. L’ospedale è un’eccellenza, sede di «118», radiologia e della Casa del Ventilato, per malati di Sla e pazienti con gravi carenze respiratorie. Ma il bilancio è in passivo: meno 450mila euro nel 2013, 500 mila nel 2014. Fra le cause il mancato accreditamento regionale al reparto del ventilato, con costi che gravano sul gestore. Boves Morto dopo operazione Oggi l’addio all’operaio 1 Si svolgono oggi, alle 14,30, nella parrocchiale di Rivoira, i funerali di Livio Vallauri, 45 anni, operaio alla Michelin e capogruppo degli Alpini di Boves, morto venerdì d’arresto cardiaco nella sua abitazione, il giorno dopo un’operazione al piede. Lascia la moglie Lidia Dutto, i figli Nadia e Luca, i genitori Francesca e Giacomo, i fratelli Giovanni e Silvano. [MT. B.] 1 L’Ospedale Santa Croce di Cuneo in una foto di repertorio con i suoi ottanta posti letto di lungodegenza e riabilitazione ( post acuzie), è stato in pratica riconfermato nel suo ruolo di centro di riabilitazione di II e III livello. Questo per quanto riguarda le strutture, altra cosa invece sarà la riorganizzazione dei reparti di cui però ancora non si conoscono i dettagli, «ma che dovrebbe essere legata – spiega Gianni Bonelli direttore generale dell’Asl Cn1 – soprattutto al volume minimo di interventi, come registrato nel Piano Nazionale Esiti. Per alcune specialistiche, come l’area ginecologica, il nostro punto di forza è stata l’unificazione delle equipes di Savigliano e Mondovì che ci ha garantito volumi di attività di un certo rilievo. Dove invece il nostro numero di interventi è piuttosto contenuto, come per i tumori del fegato e del pancreas, la riorganizzazione delle competenze prevede che vengano operati solo al Santa Croce e Carle». Caraglio «Investire in un mondo a tasso zero» 1 «Investire in un mondo a Edy Cillario Alberto Cirio «Promesse mai mantenute ha detto Edy Cillario presidente dimissionario della Fondazione -, ma il ventilato resta una realtà in cui credere». Poi la questione dei fondi destinati all’Ospedale dall’amministrazione Chionetti, circa 400 mila euro in 5 anni. «Nulla di male – ha risposto Cillario - , altri lo hanno fatto in passato per difendere un servizio al territorio». «Un incontro che andava fatto – ha commentato Cirio - , ma ora la concertazione deve diventare privata». Della stessa opinione l’onorevole Costa, disponibile a cercare interlocutori a livello governativo. [Z. M.] tasso zero»: conferenza oggi, alle 18, alla Cittadella della Banca di Caraglio. [MT. B.] Busca «Celiachia: sintomi e qualità della vita» 1 Stasera, alle 20,45, nel salone della Croce rossa, incontro su «Celiachia: sintomi e qualità della vita». [MT. B.] Mondovì Ogg l’addio a un ingegnere 1 Si svolgono, oggi alle 15,30, nella parrocchia di frazione Merlo, i funerali dell’ingegner Avventino Salvatico, 61 anni. Collaborò con il Comune per organizzare il sistema di protezione civile. Lascia la compagna Ornella e la sorella Esternina. [EM. B.] Sale San Giovanni BOVES. L’IMPUTATO GIÀ CONDANNATO PER MINACCE CUNEO. LA SOCIETÀ RIBA-CASALINGHI Gli annunciano lo sfratto A processo per bancarotta Spacca vetri e taglia alberi “Colpa dell’anziano papà” «Sentivo battere colpi molto forti, era come se stesse spaccando tutto». Così, ieri, in tribunale la vicina di casa di Giorgio Pistillo, bovesano a processo con l’accusa di danneggiamento aggravato per aver spaccato i vetri del capannone vicino al condominio dove abitava in affitto, in via Roncaia. La Procura gli contesta anche di aver tagliato con un seghetto cinque alberi di susine dal giardino. Motivo? Secondo la vicina il padrone di casa «contro cui l’imputato inveiva» aveva in- timato alla compagna di Pistillo di liberare l’alloggio. Il padrone di casa, a sua volta sentito come testimone, ha detto di non conoscere il motivo di tanta violenza sulle cose. Per un fatto avvenuto lo stesso giorno Pistillo è già stato condannato dal tribunale per minacce aggravate. Deve pagare una sanzione pecuniaria di 45 mila euro per aver minacciato – con il seghetto che usava per tagliare gli alberi - un giovane che passava di lì in moto e che secondo l’imputato faceva troppo rumore. [B. M.] Rassegna del 19 novembre.pdf La commercialista «Il figlio era escluso dalle decisioni sull’azienda» Una cocciutaggine che ha portato la ditta al fallimento mentre «visto il buon patrimonio immobiliare, si sarebbero potute risolvere tutte le questioni con i creditori». Lo ha detto ieri, in tribunale, la commercialista che serviva la società Riba di Cuneo specializzata nella vendita di articoli casalinghi all’ingrosso. A processo c’è Giancarlo Riba, che insieme ai genitori - secondo l’accusa - amministrava la ditta (è difeso dallo studio legale Maiorano). Il padre ha patteggiato, la madre prosciolta. La società fallì nel 2008 e l’imputazione è di bancarotta. La professionista, sentita come teste, ha sostenuto che ad occuparsi di tutto era il padre ultraottantenne. «Non era lui che si occupava della gestione del negozio - ha argomentato -. Faceva tutto il pagina 52 padre, prendeva le decisioni, nonostante fosse molto anziano. Il figlio si occupava delle vendite. Negli ultimi anni la nostra consulenza si era molto ridotta, il padre curava la contabilità, il bilancio, il magazzino, pagava gli stipendi al figlio e alla nuora, faceva tutto lui. Ora ci sono problemi con la pensione perché non sempre ha versato i contributi». Quando già gli affari non andavano bene su una cosa il figlio riuscì ad imporsi: trasferire l’attività da Cuneo a Borgo Gesso (più conveniente). La commercialista: «Ci hanno creduto fino all’ultimo, anche se coscienti che le cose andavano male. Avevano un patrimonio immobiliare col quale avrebbero potuto risolvere le transazioni con i creditori. Invece il fallimento è stato gestito male e hanno prosciugato tutto». [B. M.] Muore a 52 anni stroncato da infarto 1 Saranno celebrati oggi al- le 14,30, nella chiesa di S. Giovanni Battista, i funerali di Andrea Prato, morto a 52 anni, stroncato da infarto nella sua abitazione. Era originario di Nucetto: la famiglia è proprietaria della panetteria del paese. Lascia la moglie Carla, la madre Rita, il fratello Alberto e la sorella Raffaella. [MU. B.] NECROLOGIE Con sentimenti di ininita tristezza e rimpianto l’Associazione Italia-Israele di Cuneo è vicina con affetto alla famiglia di Davide Cavaglion amico indimenticabile di sempre. – Cuneo, 17 novembre 2014 Sanità Socio-Assistenziale Copia di 39c02b0bc8ccced2250278fc28e45537 TORINO CRONACA la Repubblica MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE 2014 V SU INTERNET Altre notizie di cronaca sul sito torino.repubblica.it Pianeta sanità Saitta taglia i primari via 200 degli attuali 800 ma nessun “licenziato” TAGLI IN CORSIA La riduzione del 25 per cento dei primari dovrebbe colpire soprattutto i piccoli ospedali di provincia dove il piano di riorganizzazione prevede che siano tagliate molte specialità mediche e soprattutto chirurgiche Molti ruoli già adesso erano coperti solo da supplenti Polemica sul piano di riordino per i rilievi del Tar SARA STRIPPOLI L 25 per cento dei primariati della sanità piemontese dovrà essere tagliato. Una riduzione da 840, gli attuali primari della nostra Regione, ai 630 che resteranno dopo la riorganizzazione. È lo scenario che si dovrebbe aprire con la delibera di giunta di oggi, che sarà poi consegnata domani a Roma ai tavolo dei ministeri di economia e salute chiamato a valutare complessivamente il piano di riordino della sanità piemontese. In totale si perderanno 210 primariati. Un taglio che partirà nelle seconda parte del 2015 con la mancata sostituzione dei primari che andranno in pensione per concludersi a fine 2016, secondo i diktat del Mef, nel 2017 si augura invece l’assessore alla sanità Antonio Saitta. I numeri sono pesanti, ma su 840 primari piemontesi, solo 500 sono in servizio oggi con la giusta qualifica. Più di 300 sono solo “facenti funzione”, cioè medici che hanno coperto un posto vacante senza essere nominati primari. Fra questi, sono inclusi anche i primari “a scavalco”, quelli che hanno assunto la direzione di un reparto della stessa I L’assessore Antonio Saitta Con la riduzione verranno però messi a concorso anche 110 nuovi posti Chiamparino: “Mi auguro che dietro le proteste non ci siano interessi personali” specialità in un altro ospedale. Il lato positivo del piano è che, contestualmente, dopo uno stallo di anni, saranno banditi 110 nuovi posti di primario. Nessuno dunque perderà il posto, ma semplicemente non sarà sostituito al momento di andare in pensione. Saitta comunque, come ha dichiarato in più occasioni, non pare favorevole a mantenere primariati “a scavalco”, pertanto non sarà questa la soluzione scelta nella riorganizzazione. Per ora non c’è la mappa della distribuzione dei tagli, ma il carico si farà più pesante soprattutto per le strutture più piccole, quelle destinate a perdere delle specialità secondo il criterio fissato dal “programma esiti” dell’Agenas, che stabilisce le cifre di interventi minimi da eseguire a garanzia di sicurezza. Un altro criterio adottato è quello del bacino d’utenza, cioè dei cittadini e dei potenziali pazienti cui il servizio è destinato. Il tema della riduzione dei primariati è piuttosto delicato, tanto che finora i numeri sono rimasti blindati. E non è un caso che ieri il presidente Sergio Chiamparino in aula abbia parlato delle resistenze sul piano di riorganizzazione dicendo di au- gurarsi «che dietro le proteste non si nascondano in realtà gli interessi di qualche primario». L’ultima fibrillazione della vigilia della comunicazione ufficiale del piano riguarda la sentenza del Consiglio di Stato, che in un parere datato 6 novembre, si è espresso muovendo numerose critiche al decreto di regolamento sulla “definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi” del ministero della salute. Il decreto attuativo del Patto della Salute a cui fanno riferimento le Regioni, Piemonte compreso ovviamente, per i loro piani di riorganizzazione. Il centrodestra, con Gianluca Vignale, ha subito cavalcato la notizia chiedendo a Saitta di sospendere la delibera in programma oggi. Saitta sdrammatizza e spiega: «I rilievi formali del Consiglio di Stato non inficiano l’applicazione della legge sull’adeguamento della rete ospedaliera agli standard e proprio a quella normativa le Regioni fanno riferimento». Spiace che il gruppo di Forza Italia, conclude: «Strumentalizzi questo parere. Noi andremo avanti per arrivare ad un reale aumento di efficienza». © RIPRODUZIONE RISERVATA Scure anche sulle emodinamiche, in bilico sei strutture INQUE o sei emodinamiche saranno chiuse in Piemonte e i numeri potrebbero dunque calare dagli attuali 21 ai 15 della riforma targata Saitta-Moirano. Sei vanno di pari passo con gli ospedali “hub”, ovvero le sei strutture piemontesi dedicate all’alta complessità con Dea di II livello, altri 9 saranno negli ospedali “spoke” con Dea di primo livello. Se questi sono i numeri, comunicati dall’assessore nel corso della riunione con le organizzazioni sindacali, le scelte dovreb- C bero essere coerenti con la riorganizzazione della rete ospedaliera. La battaglia sarà dura e la decisione di alcuni sindaci Pd di Tortona di restituire la tessera del partito in opposizione alla scelta di declassare il Dea di Tortona è solo una delle prime scintille che Saitta e Chiamparino si attendono. Pare inevitabile che la scure scenda sull’emodinamica di Moncalieri, dove sembra si siano messi ormai il cuore in pace, e anche quella di Ciriè è nell’elenco. Altrettanto inevitabile la chiusura Rassegna del 19 novembre.pdf SAN LUIGI L’ospedale di Orbassano è uno di quelli destinati a perdere il laboratorio di emodinamica pagina 49 al San Luigi, conseguenza diretta della perdita del Dea di II livello. Un altro laboratorio a forte rischio è quello di Savigliano, che dovrà essere sacrificato vista la vicinanza con Alba. Domodossola potrebbe vincerla su Verbania se si conferma la scelta della vigilia su chi la spunta per il Dea. Qualche vittima ci sarà anche nel privato: Villa Maria Pia a Torino, o il San Gaudenzio di Novara? Se dovrà essere penalizzata ancora Torino, un punto interrogativo aperto potrebbe essere il Maria Vittoria, che il centrodestra non aveva toccato. Vero che può giocare la carte dei suoi 85 mila passaggi al pronto soccorso, ma sulla bilancia non può non pesare che l’hub Giovanni Bosco disti solo cinque minuti di ambulanza. «Abbiamo incontrato l’assessore sul filo di lana alla vigilia della presentazione della delibera - dice Paolo Nuccio, Cgil medici - speriamo di essere interpellati quando dalla cornice si passerà ai contenuti». (s.str.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità Socio-Assistenziale 12 45 67 18 48 .Cronaca di Torino STAMPA .LA MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE 2014 gg Dossier/ I nodi della Regione “Le guerre dei primari non ci fermeranno” Il presidente Chiamparino difende il piano dell’assessore Saitta sulla riorganizzazione degli ospedali piemontesi “La giunta regionale è pronta ad ascoltare le controproposte, ma non sarà ostaggio di nessuna lotta di potere” ALESSANDRO MONDO sogni, in particolare quelli legati ai malati cronici», gli ha fatto eco l’assessore al Bilancio Aldo Reschigna. Saitta ha passato il pomeriggio a sistemare gli ultimi tasselli. Tra i nodi in sospeso, la scelta tra Mauriziano (favorito) e San Luigi come ospedale «hub» nel quadrante Ovest. Tra i Dea di primo livello se la giocano Domodossola (favorita) e Verbania. Ma oltre alla mappatura delle strutture bisogna capire quali e quanti reparti verranno accorpati. Nessun cedimento: «La delibera sulla revisione della rete ospedaliera sarà approvata in giunta domani (ndr: oggi per chi legge), come da programma». E un monito, alla maggioranza oltre che all’opposizione: «Bisogna stare sul territorio, ma senza lasciarci coinvolgere da polemichesenzaqualità.Spessodietro le polemiche sulle denominazioni, Dea di primo livello, ospedale di riferimento, ospedale di territorio, si nascondono questioni di potere tra primari più che l’esigenza di fornire il migliore servizio ai cittadini». Scontro sull’Irpef Scontro in aula anche sui conti della Regione, con riferimento alla manovra fiscale, e all’incontro Chiamparino-Padoan. «Non sono uno che ama fare piangere i ricchi, anzi vorrei far sorridere tutti, ma con il quoziente familiare per le detrazioni sulle famiglie numerose l’alleggerimento è per tutti - ha rivendicato il presidente -. Senza la manovra non ci saremmo neppure avvicinati al 2015». «No alle lotte di potere» Un richiamo di massima, quello fatto da Sergio Chiamparino in Consiglio regionale, che nelle ore precedenti il via libera alla riforma ospedaliera acquista un significato specifico. In altri termini: non intende farsi legare le mani, lasciandosi coinvolgere in lotte tra reparto e reparto. Si muove il governo Le pressioni Un riferimento esplicito alle pressioni esercitate su di lui e sull’assessore Antonio Saitta da un fronte eterogeneo di sindaci e amministratori locali (in ebollizione l’Alessandrino), spezzoni della maggioranza riluttanti a rendere conto sui territori di tagli e ridimensionamenti. Non a «Bisogna stare sul territorio senza farsi coinvolgere da proteste senza qualità» REPORTERS Il Mauriziano è favorito sul San Luigi come riferimento a Ovest Sono giorni decisivi per le ultime scelte della sanità piemontese. A Torino uno dei nodi principali riguarda l’ospedale riferimento del quadrante ovest: il Mauriziano dovrebbe vincere la sfida con il San Luigi caso, ieri il capogruppo del Pd Gariglio ha serrato ancora una volta i ranghi: «La riforma creerà malumori ma è indispensabile. Nel caso, andremo sul territorio e lo spiegheremo ai nostri sindaci». Ne conviene Grimaldi, Sel, che però chiede un’attenzione particolare ai reparti di chirurgia: a prescindere dalla riclassificazione dei presidi sanitari. 150 2,5 milioni miliardi Il risparmio atteso nel 2015 dal piano degli ospedali e dalle altre misure sulla Sanità Il disavanzo, certificato dalla Corte dei Conti, maturato dalla Regione negli anni Le polemiche Poi l’opposizione. I Cinque Stelle (Bertola, Batzella) contestano il merito e il metodo della riforma, cioè l’assenza di un dibattito preventivo rispetto all’approvazione. Non ultimo, il fatto che Chiamparino abbia anticipato il piano durante l’incontro avvenuto lunedì con il ministro dell’Eco- Rassegna del 19 novembre.pdf nomia Padoan. Ne è seguito un botta e risposta con il presidente: «I miei capelli saranno grigi ma il mio cuore è rosso, forse di più...», ha detto replicando ai sarcasmi sulla sua «esperienza» (in senso anagrafico). Anche Forza Italia (Pichetto), pur apprezzando al- cuni punti del piano - «il riordino della Sanità può essere uno dei motori di questa Regione» - lamenta l’assenza di chiarezza. Il «giallo» La giornata ha riservato una sorta di «giallo». Secondo Vignale, pagina 54 Forza Italia, i rilievi formali del Consiglio di Stato sui tempi e sui contenuti del regolamento attuativo del Patto nazionale della salute strozzano la riforma-Saitta nella culla. «Falso - replica l’assessore -. Non viene meno l’applicazione della legge sull’adeguamento della rete ospedaliera agli standard nazionali, riferimento delle Regioni. Il Consiglio di Stato indica che il Patto della salute non si attui nel triennio 2014/2016 ma nel triennio 2015/2017: è nella logica delle cose, dato che siamo a fine anno sarà così». Per Chiamparino la Sanità sarà un motore «se a fine 2015 usciremo dal piano di rientro e potremo investire in tecnologie ed edilizia sanitaria». «La riforma permetterà di rispondere a nuovi bi- Soddisfazione per l’apertura di Roma alla richiesta di aiuto del Piemonte, gravato da conti disastrosi. Ieri sono partiti gli approfondimenti tra i tecnici del ministero e quelli della Regione per trovare la quadra nella legge di stabilità: la riprova, secondo Chiamparino e Reschigna, che i risparmi già decisi a livello locale sono stati giudicati convincenti. «Non sono tipo da voler far piangere i ricchi ma l’aumento delle aliquote Irpef era indispensabile» Sanità Socio-Assistenziale 1 23 51 LA STAMPA MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE 2014 Provincia .57 . ROVINCIA P Chivasso, nuovo sportello informativo Da domani e tutti i giovedì dalle 9 alle 12, in via sperimentale, presso la sede della Società Operaia Agricola di Mutuo Soccorso della frazione Castelrosso, in piazza Assunta 15, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune è presente con uno sportello informativo decentrato. [D. AND.] Per le vostre segnalazioni [email protected] Pinerolo Avigliana Con la variante ponte Area Riva al Comune saranno restituiti Parte il progetto terreni all’agricoltura di trasformazione Approvato il documento con le linee urbanistiche Interventi per 20 milioni di euro, ecco cosa cambia ANTONIO GIAIMO GIUSEPPE MARITANO Terreni edificabili che torneranno all’agricoltura. Meno condomini e un recupero delle vecchie abitazioni. Depennate strade a grande scorrimento previste nel vecchio piano regolatore e mai realizzate. Tutto questo è racchiuso in quel documento urbanistico definito «Variante Ponte», importante strumento per progettisti che servirà come anello di collegamento fra il vecchio piano regolatore varato nel 1998 e quello nuovo, che al momento non si è ancora deciso quando dovrà essere redatto. Il patto di stabilità Problemi economici bloccano al momento l’assegnazione di un incarico importante, ma anche gravoso per le casse di un Comune che non deve uscire dal patto di stabilità. Ed ecco che diventa importante e strategico che la città si doti un documento con linee guide che serviranno a disegnare la Pinerolo del futuro. Spiega l’assessore all’Urbanistica Franco Magnano: «Il vecchio piano regolatore prevedeva che Pinerolo si sarebbe sviluppata sotto il profilo demografico, passando dai 36 mila abitanti degli anni ’90 a oltre 50 mila. Previsione errata. Oggi a Pinerolo siamo 34.800. È necessario rivedere le scelte del passato». Primo passaggio obbligatorio, quindi, è rivedere i metri quadri destinati all’edificazione. «Un primo taglio è stato effettuato nell’area di Abbadia Alpina - continua REPORTERS Calo demografico Le previsioni errate degli Anni Novanta hanno costretto l’amministrazione a ridurre le aree edificabili di Pinerolo l’assessore - in un primo tempo erano previsti nuovi condomini, ma adesso tutta quest’area sarà modificata, si costruirà ma con cubatura inferiore». Villette o bassi fabbricati. Ci sono poi dei nodi infrastrutturali. «Era prevista una strada che avrebbe dovuto collegare via Saluzzo alla zona delle Macine con la costruzione di un ponte sul torrente Lemina -continua - ebbene questa strada non si farà e nell’area delle Macine, nei pressi dal ponte Sannino, 15 mila metri quadri saranno nuovamente coltivabili». Edilizia popolare Esiste anche una maggior attenzione verso la richiesta di case di edilizia popolare. Conclude Magnano: «Ai proprietari dei terreni che saranno utilizzati per queste forme di edilizia verranno date delle concessioni per invogliare a cedere i terreni». Ma nella Variante Ponte si devono anche esaminare gli aspetti legati alle aree destinate al commercio e al terziario. E fra i problemi non risolti esiste anche quello relativo alla grande costruzione mai finita, definita «il pipistrello», alla periferia di Pinerolo. Si è conclusa ad Avigliana la vicenda dell’area Riva, un terreno al centro della città, che da anni è oggetto di discussioni e diatribe. Il sindaco Angelo Patrizio ha firmato l’accordo con il dottor Giovanni Riva e il nipote Guido Toschi per la cessione del terreno. In cambio, l’ex proprietario, potrà trasferire la cubatura nell’ex rifiuteria comunale di via Benetti dove sorgerà un centro residenziale. «Con questo atto - dice il primo cittadino - abbiamo la possibilità di realizzare il nuovo centro della città, partendo da piazza del Popolo». Un progetto tutto da disegnare, che verrà realizzato con i suggerimenti dei cittadini. L’operazione che il Comune si appresta ad avviare, avrà un costo di 20milioni di euro che verrà realizzata dai privati. La piazza sarà completamente rifatta, con la demolizione dell’attuale sede dei vigili urbani, del mercato del pesce e del vecchio centro commerciale Gambrinus. Sarà realizzato un parcheggio sotterraneo di duecento metri quadri, costruiti negozi caratteristici con dei portici. L’attuale scuola media Defendente Ferrari verrà utilizzata per il comando della polizia locale e le associazioni, mentre la nuova struttura, sorgerà nella parte di terreno verso la collina. Nell’intervento è previsto il recupero dell’ex area industriale della Sigea, nei pressi della stazione dei carabinie- FOTO MARITANO Firmato l’accordo Nell’intervento è previsto il recupero dell’ex area Sigea, che sarà trasformata in una zona residenziale con dei negozi ri, trasformandola in una zona residenziale con dei negozi. Sull’area Riva verrà posata una grande tensostruttura, rivolta verso il parco, per ospitare spettacoli e manifestazioni. «La piazza - afferma il sindaco - diventerà un punto di incontro, in sostanza il salotto della città, dove si creerà aggregazione. Certamente ci vorrà del tempo ma l’importare è iniziare». E’ previsto anche un miglioramento della viabilità, con l’inserimento di piste ciclabili e un collegamento diretto con il borgo medievale, per per- mettere ai turisti e ai residenti di raggiungere velocemente i due punti caratteristici del territorio. Tra i primi interventi che il Comune intende realizzare già dai prossimi mesi, la recinzione per permettere una prima sistemazione del terreno, in modo da poterlo utilizzare per le varie iniziative. Contemporaneamente inizierà la progettazione della piazza con degli incontri con i cittadini e i tecnici del Comune. L’intenzione dell’amministrazione è di avviare al più presto lo studio per accelerare i tempi di attuazione. Carmagnola Ancora un incidente Susa Scivola con lo scooter e muore sotto al Tir Lo scooter su cui viaggiava Mauro Rossi, 56 anni di Torino, finito sotto al Tir Domenica un presidio per il Punto nascite MASSIMO MASSENZIO La provinciale 129 per Poirino, la strada «maledetta», ha fatto un’altra vittima. Il limite dei 50 orari non è bastato a prevenire l’ennesimo incidente sulla stretta lingua d’asfalto che attraversa i campi e l’abitato di borgata Casanova. Ieri pomeriggio, a poche centinaia di metri dalla storica abbazia, Mauro Rossi, 56enne di Torino, ha perso la vita in un terribile scontro frontale tra il suo scooter e un grosso Tir. Le cause sono ancora al vaglio della polizia municipale di Carmagnola, che ha posto sotto sequestro l’autoarti- colato Renault e quel poco che è rimasto del Kimko Downtown guidato da Rossi. Prima di essere trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Lorenzo l’autista del Tir, dipendente di una società di Alba, ha detto agli inquirenti di aver fatto il possibile per cercare di evitare l’investimento: «Me lo sono visto arrivare incontro. Ho frenato, ma è stato inutile». Lo scontro è avvenuto poco le 15, sul lungo rettilineo che porta verso l’abbazia di Casanova. Mauro Rossi viaggiava verso Porino a bordo del suo potente scooter, mentre il camion Renault proveniva dalla direzione opposta. L’asfalto Rassegna del 19 novembre.pdf FRANCESCO FALCONE bagnato dalla pioggia dei giorni scorsi era stato appena asciugato da un tiepido sole autunnale e la visibilità sembrava ottima. Eppure, per cause ancora da accertare, il centauro torinese avrebbe perso il controllo del mezzo cadendo rovinosamente a terra. In base alla ricostruzione della polizia municipale lo scooter sarebbe scivolato per diversi metri prima di essere travolto dal Tir, sull’altro lato della carreggiata. L’autista ha tentato una frenata disperata, ma l’impatto è stato tremendo e non ha lasciato scampo allo sfortunato motociclista. La sp 129 è stata chiusa per oltre due ore. pagina 55 Le mamme che hanno partorito a Susa non si arrendono. E chiedono ai sindaci della Valle di mobilitarsi per far cambiare idea alla Regione sulla prospettata chiusura del Punto nascite valsusino. «Chi ci governa ha deciso di tagliare la nostra sanità», attacca il comitato a difesa dei servizi ospedalieri di Susa, che nelle scorse ore ha indetto una manifestazione pubblica per contestare i tagli decisi a Torino. L’appuntamento è per domenica mattina, alle 10,30 in piazza d’Armi, di fronte al- Presidio davanti all’ospedale l’ingresso dell’ospedale. «Rivolgiamo l’invito ai cittadini della Valle e ai sindaci perché agiscano prima che in Regione sia votato il piano di riorganizzazione. Altrimenti a Susa non si nascerà più, e presto anche il pronto soccorso sarà declassato», è il grido d’allarme lanciato dal comitato. Sanità Socio-Assistenziale 1 23 56 LA STAMPA MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE 2014 . VCO .55 g Futuro dei Dea, è il giorno della decisione San Biagio o Castelli: alle 10 la Regione dirà quale sarà declassato e la Uil prepara il ricorso al Tar RENATO BALDUCCI VERBANIA E’ il giorno della verità per la sanità del Vco, che attende di sapere le decisioni della Regione sul declassamento a pronto soccorso di uno dei due Dea. La scelta che oggi farà la giunta Chiamparino - la riunione inizia alle 10 - spaccherà ulteriormente una provincia rimasta tripolare sotto ogni aspetto. Sono ore di attesa che gli ossolani vivono ancora con un po’ di diffidenza ma più ottimisti sul futuro del San Biagio. I verbanesi sono pronti alla mobilitazione per salvare il Castelli. Da Torino non trapela nulla per quanto riguarda il Vco, ma solo che la Regione ha deciso di salvare gli ospedali di Courgnè, Susa, Ovada, Susa, situati in aree ritenute disagiate, con meno di 20 mila passaggi l’anno e bacino di utenza inferiori agli 80 mila abitanti. Il Movimento 5Stelle denuncia che «ancora ieri l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, non era in grado di condividere con il Consiglio regionale la bozza di delibera. Segno di forti questioni ancora aperte in maggioranza». Arriva anche nel frattempo l’intervento di Valter Zanetta. «La Regione ha l’occasione di dimostrare che la legge Delrio vale a qualcosa e quindi il Vco ha una specificità - dice il coordinatore provinciale di Forza Italia - noi siamo per il mantenimento dei due Dea, non ci sono alternative». Intanto la Uil funzione pubblica annuncia un passo in difesa dei due Dea, ancora prima della decisione che sarà presa a Torino. «Impugneremo al Tar qualsiasi scelta che non preveda i due Dea, sarebbe una decisione vergognosa e intollerabile - dice il sindacalista Angelo Gallina In realtà ce n’è già uno solo, operante sull’ospedale unico plurisede, inventato da chi oggi ne chiede le chiusura. La soluzione non porterà a nessun risparmio economico. I sindaci di Domodossola e Verbania si uniscano, altrimenti faremo la fine dei polli di Renzo che litigano sapendo che prima o poi moriranno entrambi». Poi, una frecciata Intervista LUCA BILARDO VERBANIA I l campanile prima della tessera. Si può riassumere così il momento che sta vivendo il Pd del Vco. E così pur essendo democratici i sindaci di Verbania e Domodossola e dello stesso colore anche il governo regionale si sta vivendo una sorta di «tutti contro tutti». Segretaria Antonella Trapani, non è un buon periodo per guidare il Pd nel Vco. «Come non lo è per governare l’Italia, il Piemonte, il Vco e qualsiasi Comune. Sono i problemi che deve af- La battaglia sulla Sanità A lato l’ospedale di Domodossola, il prescelto dalla rappresentanza dei sindaci Sopra il comitato «Una Verbania possibile» che ha raccolto le firme pro Castelli al sindaco di Omegna: «Con la sua scelta Mellano vedrà azzerarsi il suo pronto soccorso». Lunedì sera a Domodossola l’argomento ha fatto capolino in Consiglio comunale. Il sinda- co Mariano Cattrini ha spiegato «che il documento presentato dall’Ossola ha fatto riflettere molto e non ha visto indifferente la Regione». Il Consiglio comunale domese si è ricompat- tato proprio sulla sanità. Lo conferma Lucio Pizzi (Pdl) che ha ritirato la mozione con la quale chiedeva polemicamente di uscire dall’Unione dei comuni. «Abbiamo fatto un buon la- voro assieme a Cattrini - dice Pizzi - , poiché sentivamo il rischio di influenze politiche sul nostro territorio». Spiegato solo in parte il silenzio del Pd ossolano sulla sanità. «Evidente- mente per noi è un momento difficile - ha ricordato il capogruppo Pd, Davide Bolognini - . Ha ragione Renzi nel dire che vanno rottamate le scelte regionali degli ultimi 20 anni». Raccolte 6.200 firme per i due presidi Contestate le posizioni di Mellano Verbaniaaspettailverdetto Poivedràcomemobilitarsi LaminoranzadiOmegna chiedeunConsiglioaperto Nessuna mobilitazione di piazza per il momento a Verbania. Tutti attendono quali saranno le decisioni prese dalla giunta regionale prima di mettere in campo le iniziative promosse dal Consiglio comunale. «Aspettiamo e poi vedremo - dice il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini C’è tempo due anni prima che venga realizzato il nuovo piano sanitario. Quindi avremo la possibilità di mettere in campo tutte le iniziative che riterremo adeguate. Intanto continueremo a raccogliere le firme. In nemmeno due giorni siamo arrivati a 6.200 adesioni, molte raccolte dal Pd. Il problema è sentito e questo ci fa ben sperare». Lunedì il Consiglio comunale ha appro- Il sindaco di Gravellona Toce Gianni Morandi interviene nelle polemiche sulla decisione dei due rappresentanti del Cusio (Omegna e Quarna Sopra) a favore del mantenimento del Dea all’ospedale San Biagio. «Di primo acchito, mi verrebbe da dire che sarebbe stato meglio avere il Dea a Verbania, ma ho motivo di ritenere che Mellano, essendo un medico e persona capace di assumersi le proprie responsabilità, abbia meditato a lungo prima di esprimersi - prosegue Morandi -. L’attenzione si è spostata su questa guerra di campanile tra Verbania e Domo dimenticando che il problema vero è la riorganizzazione completa della sani- vato un documento col quale si chiede ai cittadini di mobilitarsi per difendere il Dea e l’ospedale Castelli. Nello stesso tempo s’invita l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, a tenere conto della «specificità montana del territorio». «Noi abbiamo raccolto oltre 4.500 firme in quattro giorni per i due Dea del Vco è un successo. Oggi ci sarà il verdetto ma comunque andrà la petizione rimarrà una testimonianza - ha detto Carlo Bava del comitato Cittadini con voi - Molti hanno firmato in Ossola e val Cannobina». Aggiunge Renato Brignone: «La sfida Ossola contro Verbania è solo politica». Fuori dal Castelli arriva anche lo sfogo di Iolanda Pasini, ossolana e dipendente al Il sindaco Silvia Marchionini Dea di Verbania: «Nessuno dei due va chiuso, anche perché perdere un Dea significa chiudere insieme cardiologia e sala analisi». Su Facebook continua la raccolta di consensi sulla pagina «Due Dea per il Vco» creata da Matteo Marcovicchio di Ncd. «Andiamo avanti nonostante la decisione sia prevista oggi – dice Marcovicchio -. Con Internet riusciremo a raggiungere più persone possibili e dimostrare che il Vco è contrario a questa politica». [B.AR./F.RU.] Il campanile prima del partito “Ma il Pd ha un’idea chiara” nizzazione permetterà di mantenere il livello alto. A Saitta critico i tempi: una decisione così non può essere presa in pochi giorni, serve più confronto». La segretaria del Vco: “E’ finito l’ospedale plurisede” «Non avevamo gli elementi tecnici per dire se era meglio il San Biagio o il Castelli e così l’unico parametro sul quale si sarebbe scelto sarebbe stata la distanza chilometrica». frontare chi vuole prendere decisioni, anche difficili. Sicuramente sulla sanità perderemo voti, ma non ci interessa». Il partito visto da fuori dà l’idea di essere immobile, non in grado di controllare i suoi sindaci. E’ così? «No, la nostra posizione è chiara: l’ospedale unico plurisede non funziona più. Non perché il progetto sia sbagliato, ma perché non lo si è mai attuato fino in fondo. Bisogna specializzare il Castelli e il S. Biagio e invece il centrodestra per non scontentare nessuno ha fatto doppioni. Abbia- Rassegna del 19 novembre.pdf Antonella Trapani Perché dopo il direttivo provinciale non avete preso una posizione chiara sulla sanità? mo provato ad andare avanti, ma questo modello non è sostenibile. I sindaci sono chiamati a rispondere ai cittadini Ma alla fine per il Pd Vco il e comprendo le loro posizioni, Dea meglio a Domodossola benché non o a Verbania? «Non lo sempre sinSCONTRO INTERNO so, tonia col par«Capisco i nostri sindaci h a n nperché o entito. Non nego che se fos- ma è dovere della politica trambi punti si nel ruolo di fare scelte anche difficili» d i fo r z a e Marchionini criticità. Il farei come lei, ma non si pos- Castelli ha i numeri dalla sono più avere due Dea». sua parte, il San Biagio inveQuindi concorda con il piano ce le strutture. Poi nessuna delle due città è così centradella Regione? «Dobbiamo salvare la sanità le in provincia. Vedremo copubblica e credo che la riorga- sa decide la Regione». pagina 53 tà». Contro la scelta di Mellano e del sindaco di Quarna Sopra Carlo Quaretta si sono scatenati Fratelli d’Italia con Luigi Songa e Lega Nord con Stefano Strada. «Abbiamo chiesto al sindaco Mellano un Consiglio comunale aperto sulla questione del riordino della sanità nel Vco - dicono i due consiglieri comunali di Omegna -. A oggi non abbiamo notizie delle conseguenze che tutto ciò possa avere sul futuro sia del Coq che della sanità territoriale nel Vco». Una voce fuori dal coro è quella di Ezio Barbetta sindaco di Madonna del Sasso. «I dati oggettivi parlano di un maggior numero di ricoveri al Dea di Verbania e di un milione di turisti che ruotano sul lago Maggiore». [V. A.] TRIBUNALE DI NOVARA FALLIMENTO 44/13 -78/13 Lunedi’ 24 Novembre 2014 alle ore 10,00 in Boca (No) via San Francesco d’Assisi 16, si raccolgono manifestazioni di interesse circa: requisiti di attestazione SOA per lavori pubblici N 1649/63/01 autorizzazione N. 63 del 09/04/2010 SCADUTA CAT OG1 CLASS II CAT. OG3 CLASS I CAT. OS1 CLASS II Mercoledi’ 26 Novembre 2014 alle ore 10,00 in Casalvolone (No) via Marconi 39, si raccolgono manifestazioni di interesse circa: requisiti di attestazione SOA per lavori pubblici N. 4759/43/01 del 18/01/2008 SCADUTA CAT. OG1 CLASS II edifice civili e ind.li - CAT. OG3 CLASS II strade – autostrade- ponti- viadottiferrovie- metropolitane Unitamente alle certificazioni verranno venduti i beni mobili delle SOCIETÀ Per informazioni: Istituto Vendite Giudiziarie Novara Telef. 0321 628676 CURATORE Dr. M. Fiora Sanità Socio-Assistenziale