EUROPANEWS n. 69 del 30/08/2013 Anno XXIV sped. in A.P. 45% Art. 2 comma 20/B Legge 662/96 Fil. di Padova Contiene I.P.
N. 69
LUGLIO-AGOSTO 2013
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ACRiB e Assocalzaturifici
uniti contro la crisi
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Puntare anche sull’on-line per battere la crisi
Rallentamento del trend di crescita rispetto al biennio 2010-2011, ma
segnali positivi di ripresa soprattutto per le aziende più dinamiche ed
efficienti, quelle che hanno saputo e sanno reinventarsi cogliendo l’opportunità di riscatto che la crisi offre. Sono questi gli elementi cruciali
dello “Shoe Report 2013”, il rapporto annuale sullo stato del sistema
calzaturiero italiano presentato da Assocalzaturifici.
Il totale dei volumi esportati nel 2012 è diminuito del 6,4% rispetto
all’anno precedente, nonostante tale segno negativo sia stato compensato
da una crescita del valore delle esportazioni, che ha registrato un aumento
del 2,5%.
Il report sottolinea come il 94% dell’export italiano proviene da sette regioni. In particolare le prime quattro – Veneto, Toscana, Marche e Lombardia, in ordine di fatturato estero – coprono ben l’80% delle vendite
oltre confine. Queste regioni hanno dimostrato la tenuta del manifatturiero italiano nonostante la difficoltà dei mercati, recuperando oppure
superando a fine 2012 i livelli pre crisi.
Sul fronte interno perdura un andamento di segno negativo sia nei dati
relativi alle quantità consumate (-3,6%) sia in quelli relativi al valore
(-4,2%), sebbene l’andamento del saldo commerciale netto registri un
aumento del 12,4%. Tale andamento sarebbe confermato anche dalle
proiezioni per i primi tre mesi del 2013, soprattutto per quanto riguarda
i consumi interni (scesi del -4,7% in volume), a fronte di un aumento
della domanda estera in valore pari al 2,1% e di una diminuzione in
quantità pari allo 0,5%.
A Villa Foscarini Rossi di Stra (Venezia) si è tenuto recentemente un
interessante incontro sul futuro del retail. Imprenditori del settore moda
hanno illustrato la loro strategia di vendita, che interessa l’offline, ma
ora sempre di più anche l’on-line. Il web sta infatti crescendo in tutto il
mondo come canale di vendita, non solo per la moda ma anche per le
calzature. A volerlo sono i consumatori. Che sia anche questa una via da
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EUROPANEWS n. 69
del 30/08/2013 Anno XXIV
Bisettimanale di informazione,
politica e attualità
Editrice, direzione,
redazione Mopak srl
Strada 66 - 35129 Padova
Direttore Responsabile
Alberto Zuccato
Autorizzazione
del Tribunale di Padova
n° 1214 del 12/5/90
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EDITORIALE. Puntare anche sull’on-line per battere la crisi
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TheMICAMshanghai, ad ottobre la nuova fiera in Cina
Si terrà dall’11 al 13 ottobre 2013, presso lo Shanghai Exhibition Centre, la
seconda edizione di theMICAMshanghai con la presentazione delle collezioni per la primavera-estate 2014. Già definito anche il calendario della terza
edizione, in programma dal 26 al 28 marzo 2014 che, collocandosi su queste
date, consolida la strategia di Assocalzaturifici di anticipare i propri eventi
fieristici, avviata con lo spostamento di theMICAM di Milano per l’edizione
in programma nel secondo semestre 2014. Una scelta che, anche nel caso
dell’edizione cinese della manifestazione, risponde a una precisa strategia di
mercato caldeggiata da operatori e imprenditori del settore. “Il processo strategico che ha portato a rielaborare il calendario dei nostri eventi fieristici per
il 2014/2015 – commenta Cleto Sagripanti, presidente theMICAM – fa parte
di una strategia globale che dopo la manifestazione di Milano tocca anche
theMICAMshanghai in un processo di rinnovamento che punta a rafforzare la competitività del nostro sistema fieristico, accogliendo parallelamente
le precise esigenze di aziende e operatori che hanno chiesto di orientarci in
questo senso”.
Laboratorio Bambino, Assocalzaturifici spinge sulla qualità per i più piccoli
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Al via il progetto “Laboratorio Bambino”, un’iniziativa di Assocalzaturifici per sostenere e valorizzare il comparto junior footwear con una campagna internazionale
e iniziative dedicate. Obiettivo della campagna è valorizzare a livello mondiale la
cura del design e del comfort delle calzature bambino Made in Italy, che propongono un alto contenuto moda e allo stesso tempo prodotti di alta qualità in termini
di calzabilità e attenzione ai materiali, per accompagnare i più piccoli nella delicata
fase della crescita. La campagna, accompagnata dal claim “Storia, qualità e stile
italiano nella calzatura da bambino” e dal pay off “Noi piccoli amiamo le scarpe
italiane…”, vuole testimoniare i valori delle calzature bambino Made in Italy attraverso una campagna stampa in Italia, Russia e Cina, una campagna web, con DEM
indirizzate al trade Italia e Russia, e la realizzazione e la diffusione del catalogo
aziende italiane bambino associate ad Assocalzaturifici. Il progetto raccoglie le tante iniziative già portate avanti dall’associazione negli scorsi anni per le aziende del
comparto bambino, ad esempio la ricerca di mercato commissionata a SDA Bocconi “Valutazione di attrattività e strategie di internazionalizzazione per il settore
delle calzature del bambino”, per approfondire la conoscenza del mercato mondiale
della calzatura da bambino e identificare nuovi potenziali mercati internazionali per
i produttori di calzature junior.
Calzature Made in Italy sfilano a Las Vegas
Dopo il successo registrato in occasione della prima partecipazione delle
calzature italiane a Fn Plataform di febbraio, Assocalzaturifici è tornata al
Las Vegas Convention Center dal 19 al 21 agosto con 23 aziende del comparto calzature uomo, donna e bambino che hanno esposto le collezioni primavera/estate 2014 all’interno dell’Italian Pavillion. La presenza negli Stati
Uniti risulta quanto mai significativa se si pensa che essi rappresentano per
l’Italia il terzo mercato in valore e il quarto in volume, con una incidenza
del 9,7% sul totale export valore e del 6% in quantità. Infatti, nel 2012,
il totale delle esportazioni di calzature Made in Italy negli Stati Uniti ha
raggiunto la soglia di circa 12,9 milioni di paia, il 2,5% in più rispetto al
2011, per un valore complessivo di circa 743 milioni di euro, il 5,2% in più
rispetto al 2011 e ben l’11% in più rispetto ai livelli pre-crisi del 2008. Dati
che nei primi tre mesi del 2013 hanno conosciuto solo una lieve flessione
pari all’1% per quanto riguarda il valore delle esportazione, legata più a
cambiamenti nei tassi di cambio che ad un abbassamento della competitività dei prodotti, come testimonia il trend di crescita dei volumi, che hanno
raggiunto la soglia di 3,8 milioni di paia, il 5,3% in più rispetto allo stesso
periodo del 2012. Per supportare e potenziare la presenza della collettiva
italiana a Las Vegas, Assocalzaturifici ha previsto azioni di promozione in
loco in avvicinamento, durante e dopo la fiera prevalentemente rivolte alla
stampa, oltre all’installazione di una lounge dedicata. Fn Platform è organizzata in partnership con Footwear News e attrae più di 600 espositori con
oltre 1.600 marchi, rappresentando un vero punto di incontro dell’intera
area nord americana.
Una folta platea ha partecipato,
lo scorso 18 luglio, all’annuale
assemblea generale dell’associazione Calzaturifici della Riviera
del Brenta presso la sala congressi dell’hotel Sheraton di Padova. Di grande spessore gli ospiti
presenti, tra i quali Valeria Fedeli (Vice Presidente del Senato),
Maria Luisa Coppola (Assessore della Regione Veneto), Cleto
Sagripanti (Presidente di Assocalzaturifici), Roberto Zuccato
(Presidente di Confindustria Veneto), Massimo Pavin e Matteo
Zoppas (rispettivamente Presidente di Confindustria Padova e
Venezia).
Durante l’assemblea - il cui titolo
“Profumo di… speranza” scelto
quest’anno si è rivelato particolarmente in linea con il dibattito
- sono stati premiati due imprenditori che hanno fatto la storia
della calzatura della Riviera del
Brenta: Franco Ballin e Gianni
Massarotto. Un riconoscimento è stato conferito anche alle
aziende Baldan 88 e Manufacture de Souliers Louis Vuitton, che
si sono distinte per aver mantenuto il sistema SGSL in maniera
esemplare per l’anno 2012.
Nel corso dell’evento sono state
discusse molte criticità inerenti
all’attuale panorama economico,
ponendo l’accento sullo scarso
apporto ricevuto dalle Istituzioni che, al contrario, dovrebbero
essere il primo sostenitore del8
ACRiB e Assocalzaturi
Durante l’assemblea annuale dal titolo “Profumo di… speranza”
unità con 10.162 addetti; la produzione è stata di 19,4 milioni di p
ifici uniti contro la crisi
sono stati resi noti i dati del 2012: le aziende si sono ridotte a 554
paia, esportate per il 91% e con un fatturato di 1,6 miliardi di euro
di Diego Mazzetto/foto di Diego Griggio
le imprese italiane. Siro Badon,
presidente ACRiB, nella sua relazione ha sottolineato questo
aspetto affermando: “Un imprenditore qualsiasi, se desidera
aprire o ampliare un’attività in
Riviera del Brenta deve lottare
ben sessantadue giorni; siamo arrivati a tre anni con l’aggravante
che i Comuni gli chiedono anche
delle opere perequative, come
se investire per produrre lavoro, occupazione e ricchezza non
rappresentasse già un contributo
al benessere della collettività. In
un momento di crisi poi, come
quello attuale, quest’assurda burocrazia non semplifica certo le
cose. Personalmente sono convinto che la gran parte di esperti, professori, politici e tecnici
non abbia ben chiara la gravità
della situazione economica che
stiamo vivendo: tutti parlano del
problema, ma nessuno propone le soluzioni. Stando al dato
recentemente offerto dal fondo
monetario europeo, si renderanno necessari ben tredici anni
per tornare in Europa al PIL del
2007. Se così fosse – e mi auguro del contrario – c’è veramente
di che preoccuparsi. Anche alla
luce di questi scenari è tempo
di finirla con un atteggiamento
buonista. Qui se non ci diciamo
le cose come stanno, rischiamo
di non capirci e di non salvarci.
Partiamo dai dati che, anche nel
2012, hanno palesato qualche
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Il presidente di Assocalzaturifici Cleto Sagripanti
difficoltà ma, tutto sommato, ci
consentono di affermare che il
distretto calzaturiero della Riviera del Brenta ha sostanzialmente
tenuto le posizioni. Le aziende
si sono ridotte a 554 unità con
10.162 addetti; la produzione
è stata di 19,4 milioni di paia,
esportate per il 91% per un fatturato di 1,6 miliardi di euro. In
altri termini rappresentiamo più
del 50% del settore calzaturiero
in Veneto e il 10% di quello italiano. Ci confermiamo il primo
esportatore della provincia di
Venezia. Ma, ciò nonostante, la
sensazione che abbiamo è quella
di essere abbandonati a noi stessi. Quello che ai più sta sfuggendo è che il mondo, fuori di qua,
sta comunque andando avanti.
Anche vicino a noi, ad appena
200 chilometri da dove ci troviamo, esistono nazioni che ci
10
offrono vantaggiose condizioni
per investire e crescere. Vogliamo andare tutti in Slovenia o in
Carinzia? E’ questo il modello di
sviluppo al quale voi che ci governate state pensando? Naturalmente noi non siamo d’accordo.
Siamo ben consapevoli del fatto
che dobbiamo mettere in discussione il nostro modello, rivederlo
e adeguarlo ai tempi. Ma, diversamente dal passato, da soli non
possiamo farcela”.
Prima di lasciare il microfono,
Siro Badon ha posto l’accento su
molti altri temi, tra cui quello
riguardante il lavoro irregolare,
sulla necessità di nuovi accordi
con il settore bancario e sull’investimento nei giovani: la vera
forza per la sopravvivenza di un
distretto calzaturiero che ha ormai superato i cento anni di vita.
Cleto Sagripanti, Presidente di
Assocalzaturifici, nel suo intervento ha sottolineato la necessità
di nuovi investimenti per affrontare i momenti di difficoltà, non
prima di aver espresso soddisfazione per la ritrovata unità all’interno dell’Associazione. “Questa- egli ha affermato – vive ed
è efficace nella sua azione solo
se agisce come sintesi di tutte le
anime che la costituiscono. Il distretto della Riviera del Brenta è
certamente un pilastro insostituibile e il suo coinvolgimento ci
consentirà di portare avanti con
maggior intensità il nostro ambizioso programma le cui priorità, tra le altre, sono: Liquidità
al sistema delle imprese; Modernizzazione della Pubblica Amministrazione; Riduzione della
pressione fiscale sul lavoro e le
imprese; Difesa della manifattura italiana e del Made in Italy;
Premiazione di Gianni Massarotto del calzaturificio Martina
Sostegno alla internazionalizzazione delle imprese calzaturiere”.
Dopo l’attesa relazione del sociologo Enrico Finzi incentrata sul
tema “Come avere successo malgrado la crisi”, si è aperta la tavola
rotonda dove gli ospiti, moderati
dal giornalista di Radio 24 Alessandro Milan, hanno affrontato le
problematiche più attuali riguardanti l’andamento dell’economia e
le difficoltà legate al momento di
crisi economica.
Anche Valeria Fedeli, Vice Presidente del Senato, si è soffermata sulla necessità di puntare sulle
capacità artigianali per una svolta
contro la crisi, offrendo al pubblico, nel corso del suo intervento,
interessanti spunti di riflessione:
“Occorre individuare ogni modo
possibile per difendere e rilanciare
il Made in Italy, la sua (e la nostra)
immagine nel mondo” – ha dichiarato la senatrice-“valorizzando e
trasformando in esempio i modelli
produttivi di qualità come quello
della Riviera del Brenta. Quelli che hanno la capacità di creare
un prodotto inimitabile, esclusivo,
che racchiude idee brillanti, tradizione e lavoro esperto. Quelli che
rendono forte il modello di sviluppo italiano fondato sulle economie
di territorio, sulla capacità manifatturiera, su filiere in cui l’artigianato è intrecciato con la piccola impresa industriale e i saperi
si conservano e innovano, senza
mai abbandonare la qualità. Filiere
dove la capacità artigiana, la competenza dei lavoratori, la passione
degli imprenditori si sommano in
un mix vincente.
Carlo Cipolla scriveva che: La missione dell’Italia è produrre all’ombra
dei campanili cose belle che piacciono al mondo. Il Made in Italy è
la cornice che definisce il nostro
passato e dentro la quale possiamo ritrovare il filo per raccontare
e costruire il futuro, per ritrovare il senso di noi stessi e il nostro
posto nel mondo. Ecco perché il
Made in Italy mi sembra il modello più forte, più nostro, più unico, più promettente che abbiamo
in dote. Ecco perché mi è capitato
di parlare del Made in Italy come
un sogno: un sogno che già esiste,
un sogno che voi rappresentate,
un sogno che dobbiamo sostenere e valorizzare. Ecco perché sono
convinta che il Made in Italy è un
programma per il futuro del Paese”.
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Gilberto
Ballin
nuovo
presidente
giovani
calzaturieri
Federico Lovato
La Riviera del Brenta “conquista” la
presidenza dei Giovani Imprenditori
di Assocalzaturifici. Nel corso dell’assemblea annuale tenutasi in Villa Foscarini Rossi a Stra (Venezia) Gilberto
Ballin, dell’azienda di famiglia Moda
di Fausto, è stato nominato nuovo
numero uno del gruppo che riunisce
i giovani dell’associazione di categoria presieduta da Cleto Sgripanti.
Classe 1975, dopo aver conseguito il
diploma di ragioniere presso il Barbarigo di Padova, ha fatto esperienze all’estero presso aziende di grande
rilievo del settore calzaturiero, come
la Ecco in Danimarca, per imparare
i concetti produttivi e commerciali.
Nel 1998 è entrato nell’azienda di famiglia Moda di Fausto nata nel 1979
e, seguendo il consiglio dei genitori,
ha effettuato una prima full immersion nelle fasi lavorative e organizzative dell’azienda, completando la sua
formazione con un corso per modellisti. In breve tempo è diventato il
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responsabile della realizzazione delle
collezioni e della commercializzazione delle calzature Moda di Fausto,
che produce calzature da donna medio fine e sviluppa una buona rete
commerciale in Italia e nel centro
Europa, grazie ai suoi elementi di eccellenza: comfort e innovazione continua.
Dal 2008 al 2012 è stato presidente
dei giovani imprenditori calzaturieri
A.C.Ri.B. e, con la sua dinamicità,
ha coinvolto un nutrito gruppo di
giovani attivi nella vita associativa
territoriale e nazionale.
“Sono orgoglioso di questo incarico,
che dalla Riviera Del Brenta mi porta a rappresentare i giovani imprenditori calzaturieri di tutta Italia – ha
dichiarato Gilberto Ballin, nuovo
presidente Giovani Imprenditori Assocalzaturifici. Ringrazio il mio predecessore Enrico Paniccià per il lavoro svolto finora e guardo ai prossimi
tre anni di presidenza con l’obiettivo
di ampliare e rafforzare il gruppo il
più possibile: è necessario coinvolgere sempre di più i giovani, affinché
vengano inseriti nei laboratori senior
dell’Associazione, perché domani saremo noi i protagonisti e occorre da
subito far sentire la nostra voce, le
nostre proposte e la nostra energia.
Parole d’ordine del mio mandato saranno Aggregazione e Coesione, anche attraverso momenti piacevoli e di
condivisione per superare i particolarismi sia individuali sia territoriali e
creare un gruppo veramente unito”.
Durante l’assemblea annuale, tenutasi a luglio, si è discusso anche di un
possibile futuro per il retail nel settore
calzaturiero. Organizzato in collaborazione con Sda Bocconi, l’incontro
ha messo a confronto alcune esperienze di innovazione retail e sistema
moda, stimolando una riflessione
sulle opzioni strategiche e su quali
possano essere le strade percorribili
dalle imprese calzaturiere per raffor-
zare la propria presenza sullo scenario
internazionale. E la vendita on-line
potrebbe essere una delle soluzioni.
Secondo quanto riportato dal centro studi Confindustria nel 2012 le
esportazioni mondiali in volume
sono aumentate del 2,1%, poco più
di un terzo della variazione nel 2011
(+6,1%) e molto lontano dal rimbalzo messo a segno nel 2010 (+15,3%)
dopo il crollo del 2009. Questo andamento le allontana ancora di più
dal trend che si sarebbe avuto se non
ci fosse stata la crisi. Tante le ragioni
sottostanti questo rallentamento: una
di queste è la scarsa capacità di insediamento commerciale all’estero da
parte delle aziende moda che sono,
per la maggior parte, piccole e medie
imprese.
Sempre Confindustria, nel rapporto
“Esportare la Dolce vita”, sostiene che
“l’Italia sconta la mancanza di retailer
nazionali affermati a livello internazionale che fungano da vetrina per i
prodotti Made in Italy. In alternativa
le imprese devono affidarsi alle grandi catene distributive internazionali o
aprire punti vendita diretti in loco”.
Ma le piccole e medie imprese faticano ad agganciare la grande distribuzione internazionale mentre
è difficile la strada del retail diretto
monomarca, data l’onerosità e la
complessità gestionale. Alla tavola
rotonda, coordinata da Elisabetta
Marafioti di SDA Bocconi, hanno
preso parte Antonio Batticciotto
(responsabile sviluppo strategico e
nuovi Business Malìparmi), il cui
intervento si è focalizzato su come
sviluppare una strategia di rapida
crescita, adottando un approccio
strategico a brand e retail; Daniele
Bruttini (Commercial Head Zalando Italia), che ha portato una riflessione in merito alle caratteristiche,
alle condizioni di successo e alle
potenzialità dei business model on
line; Luca Innocenzi (Chief Marketing Manager Franklin & Marshall)
ha illustrato la recente esperienza di
integrazione tra il canale e-commerce con l’offerta offline della propria
azienda; Giuseppe Miroglio (presidente esecutivo Gruppo Miroglio)
con un’esperienza sull’innovazione
retail che ha portato il gruppo a crescere internazionalmente.
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Expo Riva
Schuh,
laboratorio
di idee
Federico Lovato
Expo Riva Schuh ha chiuso con
successo la sua edizione numero 80,
con 10.850 visitatori (+1,5% rispetto a giugno 2012).
“Expo Riva Schuh è un laboratorio
in evoluzione che celebra 80 edizioni guardando al futuro – afferma
Giovanni Laezza, direttore di Riva
del Garda Fierecongressi. Ad ogni
edizione vengono vendute circa 3
miliardi di paia di scarpe e si moltiplicano concrete opportunità di
business. Da parte nostra non possiamo che continuare a far crescere
questo enorme potenziale costruito
negli anni offrendo nuovi spazi e
servizi: per questa edizione abbiamo ad esempio aggiunto 1.500 mq
di superficie espositiva, coinvolgendo anche nuovi paesi come Etiopia,
Grecia e Singapore”.
Tutto il mondo delle calzature ha
riempito nei quattro giorni di manifestazione i padiglioni della fiera.
Da segnalare la buona presenza da
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paesi extra europei, in particolare
da Canada, Stati Uniti, Giappone,
Cina, Messico e Cile, oltre alla presenza di operatori da Kenia, Sud
Africa ed Egitto.
Da questo laboratorio internazionale di tendenze emergono le linee
guida per le collezioni primavera/
estate 2014: per la donna una calzatura molto open, con calzari che
avvolgono il piede fino alla caviglia
e infradito con lavorazioni artigianali; per l’uomo, emerge l’evoluzione dello stile British insieme alla
novità della scarpa used in pelle naturale, mentre per il bambino, oltre
ai colori fluo, si evidenzia un trend
allegro ispirato ai comics.
“Expo Riva Schuh è un vero e proprio melting pot di idee e di tendenze - spiega Carla Costa, responsabile dell’Area Fiere di Riva del Garda
Fierecongressi. Sempre di più la nostra manifestazione riesce a veicolare e valorizzare nuovi trend e nuove
proposte per le calzature in termini
di innovazione e ricerca, proponendo un giusto mix tra la proposta di
qualità a prezzo contenuto dell’Europa del Sud e la produzione asiatica e latino-americana”.
Expo Riva Schuh ha festeggiato insieme a 1297 espositori (di cui 954
stranieri) un compleanno storico
ripartendo dai tanti nuovi brand
giovani provenienti dai mercati
emergenti come India e Far East;
un grande progetto “glocal” che ha
saputo attirare nella città trentina i
protagonisti della produzione calzaturiera mondiale.
Grazie alla sua posizione anticipata
nel calendario fieristico, la manifestazione rappresenta un importante
momento di confronto per il settore
e una vetrina privilegiata sulla produzione mondiale. Da Riva del Garda passano infatti i grandi volumi
delle calzature vendute in Europa:
la manifestazione si conferma ap-
puntamento strategico per costruire
il campionario per la grande distribuzione, oltre che un momento di
incontro con una qualificata presenza di retailer. Expo Riva Schuh
dà appuntamento alla prossima edizione dall’11 al 14 gennaio 2014.
E sempre in casa di Expo Riva
Schuh si registra il successo dell’edizione indiana. Expo Riva Schuh
India, la prima e unica manifestazione in India dedicata al prodotto
finito di scarpe e accessori in pelle,
archivia positivamente la sua terza
edizione tenutasi ad inizio luglio a
New Delhi, registrando 4.477 visitatori (+18% rispetto allo scorso
anno).
“Expo Riva Schuh India si è confermata un momento importantissimo di networking per tutti i professionisti della filiera produttiva e
distributiva – afferma il presidente
di Riva del Garda Fierecongressi
Roberto Pellegrini. La manifestazio-
ne ha saputo creare una piattaforma
di business capace di fare rete tra gli
operatori indiani e internazionali,
creando un mix vincente tra offerta espositiva, servizi e momenti di
contatto strategici per tutti i brand
italiani ed europei che vogliono
costruire una rete distributiva in
India. Oltre all’esposizione, hanno
avuto infatti grande successo anche
le visite alle aziende manifatturiere
di Agra e a DLF Emporio, il principale shopping mall del lusso di New
Delhi: tutte occasioni di conoscenza
e approfondimento di un mercato
in rapida evoluzione”.
Expo Riva Schuh India è ormai
accreditata a livello internazionale
e ha attirato buyer da diverse parti
del mondo, in particolare dall’area
Saudita, Australia, Africa, America
Centro-Meridionale, oltre alla conferma delle presenze dall’Europa,
soprattutto da Spagna e Francia, e
dalla Russia.
Da segnalare anche la grande qualità dei top buyer intervenuti in fiera in rappresentanza di importanti
brand e catene internazionali: Bata,
Diesel, Fila e Fila India, H&M,
Lee Cooper, Lotto, Mephisto, Park
Lane Shoes, Reebok, Samsonite,
Tempe (gruppo Inditex) e Vivarte.
Molto importante anche la presenza a Expo Riva Schuh India delle
principali catene indiane, tra cui
Catwalk, Inc.5, Liberty, MB Footwear, Metro, Pantaloon, Regal
Shoes, Reliance e Woodland. Inoltre, la strategia ad hoc della manifestazione per i portali di e-commerce
ha portato a sviluppare contatti in
fiera con le principali piattaforme
online indiane, tra cui Ebay.in,
FlipKart.com, Jabong.com.
La manifestazione ha rafforzato il
suo successo anche grazie alla collaborazione con India Trade Promotion Organisation (ITPO) e alla
sinergia con Indian International
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Leather Fair (IILF), la manifestazione dedicata all’industria e alle tecnologie della pelle che si è svolta in
contemporanea a Expo Riva Schuh
India, creando un’offerta unica e
completa nel panorama indiano.
Grande attenzione per la Top
Fashion Area dedicata alle eccellenze del Made in Italy, tra i quali
Antonio Maurizi, Baldinini, Cerutti, Formentini, Gianfranco Butteri,
Giovanni Fabiani e Loriblu. I brand
hanno presentato la loro produzione di altissimo livello, con la quale
intercettare il gusto di una classe
media indiana in costante crescita,
ad esempio con mocassini per l’uomo dal taglio classico e di altissima
qualità e con calzature donna di
forte impatto e dedicate a occasioni speciali come cerimonie e matrimoni.
On stage a Expo Riva Schuh India le collezioni internazionali, che
hanno unito il gusto più tradizionale della produzione artigianale
indiana, con infradito gioiello e
scarpe classiche uomo, alla produzione del Far East, che ha presentato colorate e divertenti flip flop
insieme a un’ampia gamma di calzature sportive. In mostra anche
la cura dei dettagli dell’eccellenza
manifatturiera Made in Italy, con
proposte per l’uomo con eleganti
mocassini dai colori chiari, insieme
alle calzature donna che spaziano
da alte plateau riccamente definite alle più comode ballerine, senza
tralasciare le zeppe, un vero must
per la stagione calda.
Sono stati 182 gli espositori indiani e internazionali sui 9.000 mq
dell’esposizione nei padiglioni 8, 9,
10 e 11 del polo fieristico di Pragati Maidan, tutti numeri in crescita
rispetto alle scorse edizioni. Expo
Riva Schuh India dà appuntamento il prossimo anno a luglio 2014
sempre presso il polo fieristico di
Pragati Maidan a New Delhi.
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19
PITTI IMMAGINE UOMO SALE IN MOTO
SUCCESSO PER LA 84 ma EDIZIONE
Pitti Immagine Uomo, tenutasi
a giugno a Firenze, è arrivata alla
sua 84esima edizione. Nonostante
il periodo e la situazione storica ed
economica che sta vivendo il nostro paese, Firenze si è trasformata
ancora una volta in una vetrina internazionale per un pubblico straniero estremamente variegato in
rappresentanza dei mercati esteri
che più tirano in questo momento. A conferma di ciò l’affluenza
di compratori che ha confermato
le diffuse impressioni di due saloni carichi di proposte, vivacità ed
energia. Questo perché come da
tradizione, in concomitanza al salone maschile ha avuto luogo anche
Pitti Woman che quest’anno è arrivata alla sua 12 esima edizione. Il
mercato ha risposto positivamente
e con fiducia allo straordinario impegno degli oltre mille e cento marchi presenti, in termini di qualità,
ricerca e stile, confortando anche le
aspettative degli organizzatori (Pitti
Immagine) e dei promotori (Centro di Firenze per la Moda Italiana).
“Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine - perché ancora una volta
Pitti Uomo ha presentato un’offerta ampia e differenziata della moda
maschile, premiando innovazione
e ricerca: i brand consolidati del
Made in Italy, una sempre più qualificata platea di aziende estere che
fanno ricerca, marchi emergenti, i
giovani designer, i nuovi artigiani
della moda, una selezione dei più
originali interpreti degli stili urbani
e sportivi, sia nell’abbigliamento sia
negli accessori. I buyer e i giornalisti internazionali hanno decretato
20
il successo delle principali novità
di questa edizione: lo spostamento
di Pitti W - il salone dedicato alle
collezioni donna, in Fortezza, con
l’Arena Strozzi sempre affollata;
Vroom Pitti Vroom, il tema dedicato alle moto; i concorsi e i progetti
dedicati ai nuovi talenti; la Guest
Nation Turchia; le presentazioni
dei Pitti Italics (MSGM, Aquazzura
e Stella Jean), le sfilate degli ospiti
speciali Damir Doma e Kolor”.
La città di Firenze è stata scelta
come punto di riferimento dalle
aziende internazionali per la presentazione dei progetti speciali e
delle nuove collezioni, e per il lancio delle strategie globali all’apertura della stagione. E sono aumentate
anche le richieste di realizzare eventi con nuove modalità in Fortezza, attraverso cui intercettare i top
buyer e la stampa internazionale.
Ad esempio alcune delle principali
novità e anteprime di questa edizione sono state Saks Fifth Avenue che
ha scelto Pitti Uomo come palcoscenico ideale per il lancio a livello
globale della sua prima collezione
di menswear Saksfifthavenue, per
presentare questo nuovo esclusivo
progetto alla fashion community internazionale; Angelo Galasso,
che ha fatto la stessa cosa per presentare la sua SSForever collection,
e lo stile del brand, tra tradizione
ed evoluzione; adidas by Tom Dixon ha presentato l’anteprima della nuova collezione, una innovati-
va proposta di accessori travel e di
sportswear multifunzione creati dal
noto industrial designer britannico;
G-Star ha lanciato all’interno del
suo nuovo spazio in Fortezza il Teatrino Lorenese, il nuovo Exclusive
RAW Crossover project, in collaborazione con un altro brand iconico;
Industries Sportswear Company ha
presentato il lifestyle dei suoi brand
(Henry Cotton’s, Marina Yachting,
18CRR81 Cerruti) alle Costruzioni Lorenesi, e inoltre a questa edizione Marina Yachting e Mazzotta
Art Selection hanno messo in scena Marina Yachting Art Lab, uno
speciale progetto artistico all’interno dello spazio della Cannoniera;
WANT Les Essentiels de la Vie,
tra gli espositori storici della sezione Touch!, ha presentato un nuovo
spazio autonomo ispirato a una garden house, una suggestiva struttura
in legno e vetro creata per mettere
in scena la nuova collezione di ac-
cessori SS 2014 secondo lo stile più
puro del brand canadese; Caruso,
con la sua installazione ispirata alla
più autentica tradizione dell’estate
all’italiana ha evidenziato il motto
”Do as the Italians do”; lo storico
Lanificio F.lli Cerruti dal 1881 si
è alleato con Italdesign Giugiaro
e The Woolmark Company, presentando nella Sala Ottagonale il
nuovo prototipo Parcour; Stefano
Bemer, storico marchio fiorentino
di calzature Made in Italy, ha annunciato il suo nuovo corso con
una presenza speciale in Fortezza e
un evento; Roda è tornato a Pitti
Uomo presentando, con uno spazio
esclusivo, il nuovo progetto “Roda
on the Beach”: capsule di costumi, sneakers, k-way e borse, che
raccontano paesaggi e atmosfere
attraverso i colori e le suggestioni
tipiche dell’universo Roda; Rolling
Stone, in collaborazione con Vitale Barberis Canonico, ha presenta21
to “Rock&Roll Gentlemen’s Style
Guide; ACF – acronimo di Art
Comes First, collettivo di artisti
e creativi tra i più acclamati della
scena della moda – ha presentato
The Hard Graft, il nuovo progetto
speciale realizzato in collaborazione
con Liam Mahrer di Denham e con
Ceri Vintage che ha applicato le
tecniche del mixaggio discografico
al menswear; Locman, la nota casa
di orologeria toscana, ha partecipato per la prima volta a Pitti Uomo
e in assoluto a una manifestazione
di moda, presentando i suoi ultimi
modelli di orologi e la collezione
di borse e occhiali; U.S. Polo Assn
ha presentato la nuova collezione
SS 2014 con una live performance musicale all’interno dello stand,
con protagonista Skin, leader degli
Skunk Anansie ed infine The Bridge, per la prima volta a Pitti Uomo,
che ha lanciato un progetto speciale
in collaborazione con Radio 24.
Si può dire che Pitti Uomo n.84 ha
ridisegnato la mappa del menswear
contemporaneo e la stessa geografia del salone, puntando ancora di
più sul prodotto e sugli stili che in
questo momento trainano il merca22
to. Dai brand in scena al Padiglione
Centrale, passando alle collezioni presentate a Futuro Maschile,
Touch!, l’Altro Uomo, fino ad I
Play, l’ultima nata tra le sezioni, la
moda uomo trova a Firenze la sua
dimensione più completa, innovativa e market oriented. Tra le novità
di questa edizione Pitti Immagine
W fa il suo ingresso in Fortezza,
in una location strategica, l’Arena
Strozzi, sempre più in stretta sinergia con le sezioni di Pitti Uomo a
più alto contenuto di ricerca. In totale sono stati 1043 i marchi di Pitti Uomo, a cui si sono aggiunte le
64 collezioni donna protagoniste a
Pitti Immagine W. E anche a questa
edizione Pitti Uomo ha confermato
la sua grande internazionalità, con
una quota di aziende estere che raggiunge il 40%, complessivamente
da 30 paesi esteri. Un respiro internazionale che si è misurato anche
nel pubblico dei buyer: all’ultima
edizione estiva, su un totale di oltre
30.000 visitatori, sono stati 18.000
circa i compratori arrivati a Firenze, in rappresentanza dei migliori
negozi e dei department store più
importanti del mondo.
Il totale dei visitatori ha raggiunto
quota 30.000 presenze. Compratori esteri provenienti da oltre un
centinaio di paesi hanno registrato una crescita del 4.6% rispetto
all’edizione di giugno 2012, per
un totale che ha superato le 7.700
presenze. Gli italiani si stabilizzano
sui numeri dello scorso giugno, con
circa 10.400 compratori in rappresentanza di quasi 5.000 punti vendita. Nella classifica dei mercati esteri i
più numerosi sono stati i tedeschi
(904 buyer intervenuti) e i giapponesi (867), entrambi sui livelli del
2012; ottime performance per Russia (+14,7%), Hong Kong (+63%),
Stati Uniti (+7%), Cina (+11%),
Corea del Sud (+20%), Turchia
(+14,5%). Dal Sud Est asiatico aumenti significativi per Singapore, Taiwan,
Malaysia e Thailandia; così come
dall’Asia Centrale (Kazakistan,
Azerbaigian e altri) e dal Medio
Oriente (Emirati e Arabia Saudita). In aumento anche i compratori
indiani. In Europa, la Francia ha
tenuto sui livelli passati, mentre si
sono registrate leggere flessioni per
Gran Bretagna e Spagna, e calo più
marcato per Olanda e Austria. In
compenso si sono registrati forti
recuperi da Svizzera, Belgio, Portogallo, l’insieme del Nord Europa
(molto bene Danimarca e Norvegia) e persino dalla Grecia. Ottimi
risultati anche dall’Est europeo:
Ucraina, Polonia, Repubblica Ceca,
Romania. Dagli altri continenti in
crescita le presenze da Brasile, Messico, Colombia, Australia e Marocco.
L’appuntamento con la prossima
edizione è a Gennaio 2014, con
moltissime novità relative alla manifestazione che sicuramente non ci
deluderà e augurandosi un momento migliore per l’Italia ed in generale per l’economia del nostro paese.
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PRESENTATO A VILLA MANFREDINI
“99 COSE DA SCOPRIRE A VENEZIA”
Nel prestigioso salone degli stucchi di villa Manfredini a Campoverardo di Camponogara, lo
scorso 28 giugno si è svolta la
presentazione del libro “99 cose
da fare, da vedere e da scoprire
a Venezia e nel suo territorio”,
scritto dal nostro collaboratore
Diego Mazzetto con il giornalista
Giampiero Rorato.
La villa, aperta straordinariamente al pubblico per l’occasione da
parte del proprietario Giancarlo
Bullado, rappresenta un vero e
proprio pezzo di storia del territorio – e non solo – in quanto fu
dimora, due secoli fa, del celebre
marchese Federico Manfredini,
protagonista della politica europea di fine Settecento – inizio
Ottocento. Ritiratosi a Campoverardo al termine della sua carriera politica, il marchese trasformò la cinquecentesca residenza
acquistata nel 1811 dalla patrizia
famiglia Canal di Venezia in una
vera e propria reggia arredandola con un sontuoso mobilio, una
preziosa raccolta di stampe e una
ricca pinacoteca dove erano presenti opere di grandi artisti tra cui
Tiziano, Dosso Dossi, Guercino
e Filippino Lippi. Opere inserite
tra una stupenda decorazione a
stucco con motivi vegetali, zoomorfi, militari e allegorici presente nelle pareti e nei soffitti delle
stanze al piano terreno e giudicata dai critici tra le più belle realizzazioni compiute nella Riviera
del Brenta.
Dopo la morte del marchese, av-
24
venuta nel 1829, la villa conobbe
un periodo di abbandono, tanto
che agli inizi del ‘900 – in un documento di vendita – è definita
“da abbattere”. Il sopraggiungere della Prima Guerra Mondiale scongiurò la distruzione, ma
nonostante ciò il monumentale
edificio fu oggetto di spoliazioni
e degrado che si protrassero fino
ad alcuni fa, quando fortunatamente fu oggetto di un radicale
restauro.
Nel corso dell’interessante serata
(resa ancora più piacevole dall’intervento musicale con l’arpa da
parte di Maria Vittoria Lovato),
al tavolo dei relatori moderati da
Flavio Giantin si sono avvicendati gli autori, l’illustratore Giuseppe Muriglio e l’editore Alessandro
De Bastiani di Vittorio Veneto
che hanno raccontato la genesi
della guida, nata con l’intento di
accompagnare per mano i lettori
attraverso un percorso ideale alla
scoperta dei tanti tesori nascosti
nei luoghi più impensati e, come
spesso accade, dietro l’angolo di
casa nostra. Antiche ville, dipinti
sconosciuti, tesori archeologici e
storici. Un insieme che, accanto
alle feste di paese e alle ricette tradizionali, compone il mosaico di
una terra antica dove, nel corso di
una storia che si perde nella notte dei tempi, si sono incrociate le
più diverse culture in ambienti
naturali unici, come ad esempio
la laguna e le barene.
D’eccezione gli ospiti d’onore
intervenuti alla serata: Luigino
Rossi e Andrea Tomat. Presidente dell’Accademia di Belle Arti di
Venezia ed ex Presidente del quotidiano “Il Gazzettino”, Luigino
Rossi nel corso del suo intervento ha posto l’accento sull’importanza di una guida di questo tipo
“necessaria per dare risalto al patrimonio lasciatoci in eredità da
chi ci ha preceduto e che noi abbiamo il dovere di conservare per
le future generazioni”.
Dello stesso avviso anche Andrea
Tomat, già Presidente di Confindustria Veneto (organizzatrice del
Premio “Campiello”), che nel suo
intervento ha sottolineato l’importanza di promuovere ciò che
si possiede nel proprio territorio,
“alla luce anche di un possibile rilancio dal punto di vista turistico
in un momento di crisi economica e occupazionale”.
L’accattivante prezzo (9,90 euro),
e la distribuzione in tutte le librerie e le edicole, permetteranno
certamente una larga diffusione
di questo interessante volumetto.
Nella pagina
accanto : da sinistra
Federico Lovato,
Luigino Rossi,
Giancarlo Bullado,
Diego Mazzetto,
Saverio Peron,
e Andrea Tomat.
A destra
la copertina
del libro
“99 cose da fare,
da vedere e
da scoprire
a Venezia e
nel suo territorio”
Nella foto in alto
i relatori della
serata. Da sinistra:
Giampiero Rorato,
Luigino
Rossi, Diego
Mazzetto e Flavio
Giantin
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27
Continua il viaggio di Business
Shoes tra le aziende artigiane del
Nordest: aziende che si distinguono per le capacità manuali, l’inventiva e la passione per la tradizione calzaturiera della Riviera del
Brenta. In questo numero conosciamo l’azienda Armida di Fiesso
D’Artico (Venezia).
Quando si parla di eccellenza
nella produzione di calzature
non bisogna dimenticare, nel
caso del Veneto, i distretti che
più si distinguono per capacità
artigianale ed evoluzione tecnologica: la Riviera del Brenta
per la scarpa di lusso e il Montebellunese per la scarpa sportiva. A fianco delle tante aziende
che quotidianamente producono moltissime paia di calzature,
ci sono realtà come la Armida
di Fiesso d’Artico che opera dal
1978 nel settore della vendita di
macchinari, assistenza, attrezzature e accessori per il settore
calzaturiero e che rappresentano dei partner insostituibili per
capacità e professionalità. “Nel
nostro lavoro – confida Lino
Franco - titolare della Armida
insieme alla moglie Rita e ai
figli Roberto e Serena– il servizio ai clienti è fondamentale.
Quando un cliente ci chiama
per un’emergenza con una mac28
ARMIDA, MACCHIN
A FIANCO DEI C
Lino Franco ha fondato con un socio l’azienda a F
propria presenza nella regione. Il segreto? Offrire
NE ED ACCESSORI
CALZATURIFICI
Fiesso D’Artico nel 1978. Negli anni ha allargato la
e ai clienti il massimo dell’assistenza post vendita
AZIENDE A NORDEST
china, bisogna precipitarsi immediatamente e avere la competenza di farla ripartire perché,
chiaramente, una fabbrica non
può permettersi di stare a lungo
con la produzione ferma”.
Guardando i nomi delle aziende produttrici di macchine con
cui Armida collabora, ci si rende conto di quanta professionalità sia necessaria per avere
conoscenza nel minimo dettaglio dei “pregi” e dei “difetti”
di ogni singolo macchinario:
Angeleri, Atom, Besser, Cgc, Camoga, Colli Fgb, Comelz, Durkopp-Adler, Falan, Fortuna, F.lli
Alberti, Garfas, Iron Fox, La
San Crispino, TR, Matic, MecVal, Volontè, Volber, Pfaff, Ormac, Sarema, Sps, Sabal, Sicomec, e altri.
Ed è un’esperienza che nasce
da lontano, quella maturata
nei titolari dell’Armida. E più
precisamente da quando il signor Lino, terminata la scuola dell’obbligo, decise di andare a imparare il mestiere di
meccanico. “Avevo quattordici
anni – egli racconta – e ai miei
tempi, a quell’età, era normale
confrontarsi con il mondo del
lavoro. La meccanica mi appassionava, e così decisi di iniziare
come garzone presso la Sinfra
di Vigonza. Qui, dai meccanici
più esperti, iniziai a imparare
tutti i trucchi del mestiere fin29
AZIENDE A NORDEST
ché, anni dopo, iniziai a collaborare con la Armida, sempre
di Stra.
Nel 1978 la signora Armida,
titolare dell’azienda, mi propose di entrare in società con lei
insieme con un collega. Qualche tempo dopo la signora decise di ritirarsi definitivamente lasciando a noi la titolarità
dell’impresa. In quel frangente decidemmo di conservare
il nome Armida, diventato un
marchio ormai conosciuto, e
ci dedicammo con passione al
nostro lavoro, allargandoci alla
zona di Montebelluna (ma anche verso Rovigo e Vicenza)
dove, insieme alla Riviera del
Brenta possiamo contare sul30
AZIENDE A NORDEST
la fiducia di tantissime aziende che ci hanno scelto per la
nostra professionalità. Siamo,
infatti, in grado di proporre la
vendita di macchinari, attrezzature e accessori non solo per
calzaturifici ma anche per tomaifici e trancerie. “Per quanto
riguarda il servizio di assistenza ai clienti – afferma Roberto
Lino – l’esperienza maturata in
questi anni, (anche attraverso corsi presso i produttori di
macchinari che ci permettono
un continuo aggiornamento),
ha fatto in modo di poter offrire alla clientela un servizio
specializzato e tempestivo di
assistenza garantito dai nostri
tecnici altamente qualificati.
Inoltre il magazzino interno è
in grado di evadere con la massima celerità le richieste di accessori e ricambi. A completare
l’azienda ci sono poi l’officina e
il magazzino di macchinari che
copre un totale di mille metri
quadri e il parco macchine presente nel parcheggio antistante
dotato di camion con gru in
grado di risolvere qualsiasi esigenza di trasporto”.
Naturalmente
l’evoluzione
nei macchinari per calzature è
quasi quotidiana e la Armida è
sempre aggiornata sulle ultime
novità. “Tra le nostre esclusive abbiamo due macchine della Ormac di Vigevano che ci
stanno dando una grande sod-
disfazione – concludono Lino e
Roberto Franco – la premonta
Challenger Tracer che possiede il rivoluzionario sistema di
iniezione a filo poliammidico (o poliestere) realizzato per
mezzo di due tracciatori programmabili con piste di incollaggio indipendenti dalla punta
sino al raccordo cava e la calzera e montafianchi 795 Flex:
ultima evoluzione dell’affermatissima serie di montaboettemontafianchi a filo termoplastico che risponde alle richieste
di flessibilità delle aziende calzaturiere che devono gestire le
loro produzioni in presenza di
frequenti e dispendiosi cambi
di lavorazione”.
31
Croazia,
debutto
nell’Unione
Europea
di Maurizio De Pra
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Da poche settimane la Croazia
è diventata il ventottesimo Stato membro dell’Unione Europea,
completando un lungo processo
di avvicinamento ai parametri comunitari che ha fatto crescere notevolmente l’economia croata fino
a livelli più vicini a quelli dei partner europei.
Nonostante tutti i passi avanti fatti negli ultimi 15 anni, gli ultimi
tempi hanno visto l’economia croata rallentare sotto la pressione della crisi economica mondiale. Nel
biennio 2009-2010 l’economia
croata è infatti entrata in recessione, con un calo del Pil del 6,9%
nel 2009 e dell’1,4% nel 2010; il
2011 è stato a crescita zero, con
l’economia che non si è mossa rispetto all’anno precedente, mentre
nel 2012 il Pil ha registrato una
nuova flessione del 2%.
Dall’inizio della crisi nel 2008 l’economia ha perso dunque quasi
32
l’11% del Pil a causa di un forte
calo della domanda interna dovuto
a diversi fattori, tra cui il rallentamento della crescita di stipendi e
salari, la diminuzione dei prestiti
bancari, la contrazione dei flussi sul mercato dei capitali e l’alto
tasso di disoccupazione. Per questi
motivi a dicembre 2012 la Croazia ha subito un declassamento da
parte di alcune agenzie di rating,
passando da un grado di tipo “investment” a uno di tipo “speculativo”: le motivazioni ufficiali parlano
della mancanza di adeguate riforme strutturali in grado di incentivare la crescita. Va tuttavia detto
che negli ultimi anni l’affidabilità
delle agenzie di rating si è spesso
dimostrata molto bassa, quindi un
rating più basso non significa certo
che la Croazia stia per fallire; anzi,
i passi avanti fatti negli ultimi anni
e il consolidamento dei fondamentali dell’economia attuato per rien-
trare nei parametri imposti dall’Unione Europea fanno della Croazia
un Paese tutt’altro che allo sbando
e a rischio di fallimento.
In ogni caso la contrazione dei consumi, l’aumento della pressione fiscale e la stretta creditizia ancora
in atto portano gli analisti a prevedere una lieve contrazione dell’economia per tutto il 2013 ( tra lo
0,2% o lo 0,3%). Le previsioni per
il 2013 non sono però tutte allineate, e infatti da un lato il Governo croato prevede una modesta
ripresa (+0,7%) mentre gli esperti
della Commissione Europea prevedono addirittura un calo dell’1%.
Per il 2014 si prevede comunque
l’inizio della ripresa economica destinata a continuare per almeno un
paio di anni: sempre secondo le
previsioni nel 2014-2017 i fattori
trainanti della ripresa dovrebbero
essere l’aumento dei consumi da
parte delle famiglie e la crescita di
esportazioni e investimenti, che
dovrebbero beneficiare di una diminuzione del tasso di disoccupazione e di un contesto finanziario
internazionale migliorato rispetto
all’ultimo biennio. Inoltre ulteriori effetti positivi sull’economia
dovrebbero arrivare dall’ingresso
della Croazia nell’UE, soprattutto
se il Paese sarà in grado di assorbire
una buona percentuale dei circa 2
miliardi di euro di fondi strutturali che saranno stanziati a seguito
dell’adesione.
La composizione del Pil croato è
quello di un’economia moderna,
e vede al primo posto il terziario
(servizi) con oltre il 70%, frutto
del forte processo di deindustrializzazione che ha investito l’economia, che ha visto passare il comparto industriale dal 30% circa
del 1995 all’attuale 17,5% circa.
La flessione registrata dalla produzione industriale nel 2012 (-5,6%)
non desta quindi grosse preoccupazioni anche se si tratta della
peggiore performance dal 2009.
Inoltre i primi mesi del 2013 hanno comunque mostrato dei timidi
segnali di ripresa con la produzione industriale che a fine marzo è
stata superiore del 4,1% rispetto al
marzo 2012, mentre per il periodo
gennaio-marzo si registra un aumento dell’1,1% rispetto al primo
trimestre 2012.
Il sistema economico nel suo complesso risente ancora di forti rigidità strutturali, che permangono
nonostante le riforme annunciate
dal Governo: il 75% della spesa
pubblica è ancora destinato al pagamento degli stipendi, dei sussidi
e dei contributi sociali, mentre il
settore pubblico impiega quasi un
terzo della forza lavoro complessiva. Le misure di contenimento della spesa pubblica finora non hanno
infatti prodotto i risultati sperati
anche se è previsto un miglioramento nei prossimi anni: il deficit
del bilancio statale, che attualmente ammonta a circa il 5% del Pil,
dovrebbe diminuire al 3,6% nel
2013 e arrivare al 2,6% nel 2016.
Tra gli obiettivi della politica economica del Governo figura anche
il contenimento del debito pubblico che dovrebbe rimanere al di
sotto della soglia del 60% del Pil:
nel 2012 ha superato il 53% ma
nei prossimi anni dovrebbe prima
aumentare fino ad arrivare proprio
al 60%, per poi scendere e attestarsi al 57% entro il 2016.
Per quanto riguarda gli altri fondamentali dell’economia, si è assistito a un netto miglioramento
dell’inflazione, che nel 2012 si è
attestato al 3,4%. Per tutto il 2103
si prevede un calo dell’inflazione
che dovrebbe scendere al 3,2% annuo, e poi diminuire ulteriormente nel prossimo anni arrivando al
33
2,3% nel 2014 e al 2% nel biennio
2015-2016.
Male invece il tasso di disoccupazione, che era del 21,1% a fine dicembre 2012 ed è stato del 21,9%
a fine febbraio 2013 (ultimo dato
ufficiale disponibile) pari a circa
375 mila disoccupati. Sul fronte
dell’occupazione non sono buone
nemmeno le previsioni, che stimano un tasso di disoccupazione superiore al 20% per i prossimi due
anni.
Nel 2012 il valore dell’interscambio commerciale croato è stato
pari a 25,8 miliardi di euro, con
importazioni per 16,2 miliardi ed
esportazioni per 9,6 miliardi. Nel
corso del primo trimestre del 2013
l’interscambio, del valore di 5,9
miliardi di euro, è stato inferiore
del 4,8% rispetto a quello realizzato nel primo trimestre del 2012,
con una diminuzione sia delle
34
esportazioni (-8,2%) che delle importazioni (-2,7%).
L’Italia si conferma il primo partner commerciale della Croazia, seguita dalla Germania, dalla Bosnia
Erzegovina, dalla Slovenia, dalla
Russia, dall’Austria e dalla Cina.
L’interscambio con l’Italia supera
i 4 miliardi di euro e corrisponde
al 16,1% dell’interscambio totale
croato.
Nel 2012 si è verificato un lieve calo
dello 0,1% rispetto al 2011 dovuto
alla diminuzione delle esportazioni
croate verso l’Italia che non hanno
compensato le esportazioni italiane verso la Croazia, aumentate nello stesso periodo dell’1,1%.
La struttura dell’interscambio con
l’Italia vede molti prodotti e diversi settori coinvolti. Per quanto riguarda le importazioni dall’Italia,
tra i principali settori vanno segnalati le macchine e i mezzi di tra-
sporto, l’abbigliamento, le calzature, i mobili, la ceramica e i prodotti
per l’allestimento e l’arredamento
interni; per quanto riguarda invece le esportazioni croate verso l’Italia spiccano l’abbigliamento e i
pellami, il legno e i semilavorati in
legno, le pelli grezze non conciate, i prodotti chimici e le materie
plastiche.
Secondo gli ultimi dati disponibili,
nel primo trimestre 2013 l’interscambio con l’Italia è stato di circa
858 milioni di euro, pari al 14,7%
dell’interscambio totale croato, in
diminuzione del 16,5% rispetto
al primo trimestre del 2012. In
particolare le esportazioni italiane
verso la Croazia sono diminuite
del 17,4% fino ad attestarsi a 559
milioni di euro, mentre le esportazioni croate verso l’Italia sono
scese del 14,7%, arrivando a 299
milioni di euro.
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Luciano
Favero:
una vita
per il
calcio
di Diego Mazzetto
Lo scorso 30 giugno una folla di
sportivi, di appassionati e di semplici concittadini si è stretta nella
splendida cornice di villa Farsetti
di Santa Maria di Sala, attorno a
Luciano Favero, “storico” calciatore salese che nel corso della sua
straordinaria carriera ha militato in
importanti squadre nazionali e, in
particolare, nella Juventus. L’evento, presentato dal giornalista Gian
Omar Bison, si è svolto con grande
calore e familiarità ed è necessario,
davvero, fare un plauso all’Amministrazione Comunale e al sindaco
Nicola Fragomeni per l’impeccabile organizzazione che si è conclusa,
dopo la foto di rito con Luciano
“abbracciato” da tutti i suoi tifosi
nel cortile di villa Farsetti, con un
pranzo offerto nelle adiacenze della
villa stessa. Tra le “sorprese”, va registrata la partecipazione all’evento
- attraverso una calorosa telefonata
- di due storici compagni di squa36
dra di Luciano: Antonio Cabrini e
Franco Colomba. Molto apprezzata dai tanti appassionati anche l’esposizione di maglie, riviste, foto e
cimeli riguardanti la carriera di Favero allestita all’interno della villa
in collaborazione con il collezionista Luciano Brigoli.
Nato nell’ottobre del 1957 da una
famiglia di origini contadine (sei
fratelli), Luciano Favero, dopo i
primi calci nella squadretta di un
paese vicino, la Calvi Noale, viene
portato a Varese per un provino.
I tecnici varesini lo dirottano alla
Milanese, società vassalla che alleva
giovani in nome e per conto della
più rinomata consorella lombarda.
Succede, infatti, che Favero disputa
un intero campionato nella Milanese, giocando al sabato sul campo
di Piazzale Corvetto, allenatore Rumignani, un aspirante stratega che
l’anno dopo (siamo nel 1977/78) lo
porta con sé a Messina. Laggiù Fa-
vero, che non ha ancora vent’anni,
disputa 37 partite nel campionato
di serie C.
È un terzino che bada al sodo,
non proprio raffinato nel gesto ma
estremamente efficace. Comincia
così un grande pellegrinaggio in varie piazze del Sud (Messina, Siracusa, Salerno, Avellino), dove Favero
matura tecnicamente affermando
di pari passo la propria personalità
agonistica.
A Salerno trova Facchin, ex ala
sinistra del Torino nella seconda
metà degli anni Sessanta, ai tempi
della prima gestione Fabbri, che
lo trasforma da terzino di fascia in
stopper centrale. Sarà un’esperienza importante, dato che in seguito
Favero giocherà disinvoltamente
sia stopper, sia terzino.
Di mezzo c’è una stagione quasi intera al Rimini, dal novembre 1980
al 1981, dove il ragazzo veneto
attira l’attenzione dei tecnici più
Luciano Favero con il giornalista Gian Omar Bison e il collezionista Luciano Brigoli
qualificati. Ad ottobre di quell’anno Giacomini lo raccomanda al
Torino, ma la società granata non
ha mezzi e Favero viene ceduto
all’Avellino. Nasce la coppia centrale Favero-Di Somma: fare goal
al Partenio diventa molto difficile.
Finché arriva la Juventus, nell’estate del 1984, che cerca un giocatore
serio per sostituire Claudio Gentile. E lo trova in Luciano Favero,
che nel frattempo si è sposato ed ha
messo su famiglia.
«Ero a conoscenza – ricorda Luciano - delle trattative della Juventus
per prelevarmi dall’Avellino e mandarmi alla Lazio quale contropartita di alcuni giocatori; partii per le
vacanze con la consapevolezza di
vestire la maglia biancoazzurra. Fu
proprio in vacanza che ricevetti dalla società la notizia del mutamento di programma; la cosa mi lasciò
letteralmente senza parole e la mia
felicità esplose nel più vivo entusia-
smo. Poi è sopraggiunta una fase
all’insegna della paura di commettere errori; essere accanto a personaggi di fama mondiale mi ha fatto scaturire un senso di inferiorità
e di imbarazzo che ha creato delle
difficoltà al mio rendimento iniziale. Soprattutto ero deluso dalla consapevolezza di vedere i tifosi juventini titubanti ad un mio impiego
nella squadra bianconera; molti mi
giudicavano non all’altezza della situazione. È stato un periodo molto
duro, poi, in una partita casalinga
contro il Napoli, sono riuscito ad
annullare Maradona e la gente ha
cominciato a scoprire anche Luciano Favero, quale protagonista delle
vittorie della Juventus».
Ma la consacrazione arrivò poco
più tardi, in finale di Super Coppa
Europea quando la Juventus trovò
sulla sua strada i “reds” del Liverpool. Gli inglesi Rush e Wark avrebbero ricordato per molto tempo
Luciano Favero e Sergio Brio, che si
alternarono con grande efficacia nella
marcatura dei due attaccanti. Ulteriori conferme arrivarono nei mesi
seguenti con la finale di Coppa Campioni che portarono la Juventus allo
stadio Heysel di Bruxelles dove follia,
terrore e dolore fecero giustamente
passare in secondo piano la vittoria
dei bianconeri.
Per Luciano Favero giunsero negli
anni seguenti altre soddisfazioni,
come la Coppa Intercontinentale di
Tokio che lo portò sul tetto del mondo e lo scudetto 1986, vinto con una
Juve completamente trasformata nel
gioco e negli uomini.
Ma non fu solo “difesa” il compito
di Favero: è doveroso ricordare anche
il suo primo bellissimo goal in bianconero, messo a segno trafiggendo il
portiere dell’Udinese dopo una fuga
sulla destra. Una di quelle “fughe”
che il grande Trap gli aveva insegnato
a fare appena giunto a Torino.
37
VILLA TIEPOLO PASSI A CARBONERA
Immersa nel verde della campagna trevigiana, sebbene si trovi a soli 3 chilometri
dal centro città, facilmente raggiungibile
anche in bici o con mezzi pubblici, Villa
Tiepolo Passi a Carbonera rappresenta un
piccolo gioiello di storia e architettura.
Sorta in posizione strategica su antichissime preesistenze paleovenete e romane,
la villa, iniziata dai Tiepolo nel ‘500, raggiunse le dimensioni attuali nel secolo
successivo su commissione del nobile Ermolao Tiepolo dei Santi Apostoli, Procura38
tore di San Marco e senatore della Repubblica Veneta. Facciamo la sua conoscenza
in un dipinto del Frigimelica visibile nel
“portego” al pian terreno della villa, il cosiddetto “mezzà”. Nel quadro Ermolao ci
trasmette la sua fierezza, con la mano sinistra portata verso il cuore, quasi a simboleggiare la dedizione per l’amata patria e la
famiglia. Davanti a lui alcuni dignitari gli
offrono simbolicamente il dominio della
città di Belluno, della quale fu podestà a
soli 26 anni, mentre alle sue spalle tro-
viamo le personificazioni della Giustizia,
della Lealtà, della Prudenza, le virtù di un
grand’uomo, quale egli si narra sia stato.
Dopo la sua prematura morte la villa passò
al figlio Juan Domenego che commissionò
gli splendidi affreschi delle sale al piano
nobile del corpo centrale e delle barchesse
al frescante Pietro Antonio Cerva, presente nel trevigiano nella seconda metà del
‘600. “Pietro Antonio Cerva bolognese,
celebrato prospettivista – scrisse il Federici nelle sue celebri Memorie Trevigiane –
Nella pagina a fianco la facciata principale
di Villa Passi a Carbonera,
a pochi chilometri da Treviso,
iniziata dai Tiepolo nel ‘500.
Nella foto sopra le antiche Scuderie
Nella pagina seguente gli affreschi
di Pietro Antonio Cerva
nel salone centrale della villa.
molto travagliò nel grandioso
palazzo Tiepolo di Carbonera.
Qui sono dipinte colonne, archi, porte, templi e lontananze
graziose…”
Nella sua mirabile architettura in stile veneziano barocco
- vicina ai modi di Baldassarre
Longhena, anch’egli presente
a Treviso in quell’epoca - villa
Tiepolo accoglie i visitatori nel
grande selciato, il caratteristico
“sélese” dal quale si può ammirare lo straordinario viale prospettico che si estende per due
chilometri e mezzo di fronte
alla villa.
Molto bello anche il giardino
all’italiana con fontana, peschiera, e statue scolpite da
Giuseppe Bernardi, detto il Torretto, maestro di Antonio Canova. Stupendo anche il parco
romantico ai lati del giardino
all’italiana, ricco di montagnole, grotte e alberi secolari.
Dedicata alla Madonna del
Rosario (protettrice della flotta veneziana nella battaglia di
Lepanto), la cappella gentilizia
prospiciente la strada pubblica
risale al 1774 (quella originaria andò a fuoco) è decorata sul
soffitto da un affresco di scuola
del Tiepolo, la Fede Trionfante,
e alle pareti da raffinati monocromi di Giambattista Canal,
nipote del Canaletto. Una curiosità: la chiesetta gode dell’indulgenza plenaria concessa dal
papa Pio VI, valida nella seconda domenica di ottobre, motivo
per cui è particolarmente affollata la messa celebrata tutti gli
anni in quel giorno.
Nell’Ottocento la villa e le
campagne circostanti passarono
40
per vie parentali ai conti Passi
de Preposulo, antica famiglia
bergamasca la cui storia documentata risale all’anno 973.
Da alcuni anni la famiglia Passi ha avviato un progetto di
valorizzazione del patrimonio
d’arte, architettura, paesaggio e
civiltà che appartiene alla loro
villa aprendo i cancelli al pubblico per visite guidate, eventi,
cene nel ristorante della tenuta
agricola (Tesa dei Tiepolo), tutto prenotabile ai numeri: 0422397790 e 329-7406219, o via
e-mail (info@villatiepolopassi.
it).
Alberto Passi, comproprietario
con i fratelli dell’avita dimora,
è anche presidente dell’Associazione per le Ville Venete che ha
qui la sua sede e come scopo la
tutela e la valorizzazione delle
ville venete nella loro globalità.
Presto l’Associazione metterà
online tutte le Ville del Veneto
e del Friuli aperte al pubblico.
“Il nostro desiderio – afferma Alberto Passi – è quello di
raccontare cosa accadde dal
Cinquecento in poi a Venezia
e dunque perché sorsero a migliaia le ville venete; e quindi
mostrare come quella civiltà
sia ancora presente, nelle consuetudini, nel lavoro, nel cibo,
negli svaghi…”
In questo senso è davvero da
non perdere una visita a questa
splendida antica residenza veneziana di campagna: una visita
emozionante, ricca di squarci
di storia veneziana e aneddoti
di vita vissuta in villa dai proprietari. Il tour si conclude nelle antiche scuderie, assaporando le confetture ottenute con
la frutta biologica del brolo e il
prosecco di casa. Il tutto in una
dimensione unica tra arte, storia e natura, il che, una volta di
più, ci rivela quanto sia ricco e
ancora tutto da scoprire il territorio che ci circonda.
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Luglio/Agosto 2013