La piazza dell’Isolotto
dal 1954 al futuro
per l’Assemblea della Comunità
dell’8 settembre 2013
La vicenda Ina casa nel villaggio Isolotto a Firenze parte dalla legge
Fanfani, cui seguono gli espropri dei terreni, ricchissimi di attività, gli orti, i
campi, le discariche che davano lavoro a spazzaturai e cernitori, e di
antichi manufatti rurali, l' avvio dei cantieri, fino alla consegna dei 1.600
nuovi alloggi (9 mila vani). Mentre dappertutto si puntava sui casermoni e,
anche a Firenze, in seguito, prenderà piede un' architettura di tipo solo
funzionale, all' Isolotto, ispirandosi piuttosto al modello delle new towns
inglesi, si fanno case vernacolari, piccole, basse, aperte, diverse l' una
dall' altra, che facilitano le relazioni, i contatti, e subito una piazza, una
chiesa, un portico. Anche i materiali, i colori, e il verde che «cuce» le parti
dell' edificato, richiamano l' antico paesaggio, e insomma l' immagine
finale è quella di una «città nella città», dove, come diceva La Pira (e
prevedeva lo stesso piano dell' Ina casa), «rapporti sociali e convivenza
dovevano essere i primi risultati da ottenere». E se è vero che ancora per
anni mancheranno servizi cruciali - bus, scuole - sarà proprio la forte
mobilitazione per ottenerli, a cementare la coesione sociale, a tutt' oggi
valore aggiunto dell' Isolotto.
Dettaglio della planimetria di progetto della
Piazza dell’Isolotto
Centro del quartiere, la piazza è in prossimità dell'Arno e in
corrispondenza con la Passerella, il ponte pedonale che porta alle
Cascine. Su un lato ci sono i portici, con vari negozi; sull'altro la strada
(Viale delle Magnolie) e al centro la pensilina sotto la quale si tengono il
mercato e le celebrazioni della Comunità di Base dell'Isolotto. Dalla
parte opposta al fiume si trova la chiesa.
Confluiscono in piazza il Viale delle Magnolie (strada principale
dell'Isolotto in direzione nord-sud) con il suo ideale proseguimento, la
passerella; il Lungarno dei Pioppi e la parallela Via dei Ligustri; l'asse
pedonale anch'esso parallelo all'Arno, costituito dal Viale dei Bambini e
dal Viale dei Pini. Sul lato opposto ai portici (lato ovest) si ergono i
cosiddetti "Grattacieli", edifici a 6 piani progettati da Fagnoni.
Messa in piazza
Messa in piazza
Festa 1° maggio
Incontro in piazza tra
la Comunità dell’Isolotto e la Comunità Rom
La piazza di fronte alla chiesa
Il mercato quotidiano
I portici
La «piazza piccola» – parcheggio
A piazza oggi, vista dall’alto
2003 – progetto dell’arch. Franca Vannoni
2003 – progetto dell’arch. Franca Vannoni
2003 – progetto dell’arch. Franca Vannoni
Idee in Piazza – 15 luglio 2013 – primo incontro indetto dal
Quartiere 4 e dal Comune di Firenze per raccogliere idee
sulla riprogettazione della piazza dalla popolazione
•
Le piazze delle città italiane rappresentano i luoghi privilegiati per lo studio dello
sviluppo urbano di un determinato centro, non solamente dal punto di vista
urbanistico ma anche da quello economico, sociale, funzionale e rituale.
Storicamente infatti la piazza è definibile come uno spazio d’uso pubblico e di
significativa qualità architettonica e urbanistica, centro di convergenza o baricentro di
un determinato territorio urbano. La piazza centrale o il sistema di piazze che
costituiscono il cuore della città costituisce di per sè il luogo prescelto della
rappresentazione della centralità della presenza delle pubbliche istituzioni, civili e
religiose, perchè è delimitata dai principali monumenti cittadini in cui si incarnano le
più significative memorie storiche e ogni privilegiata funzione pubblica. La piazza è
luogo di riunioni, di spettacoli, di prediche, di cerimonie, di processioni, nonchè il
luogo privilegiato dello scambio e dell’attività commerciale, del contatto della
comunità con il mondo esterno, dell’informazione in quanto simbolo materializzato
della storia pubblica di quella comunità. Pertanto dal punto di vista culturale storico,
scientifico, le piazze prodotte nell’ambito della cultura urbana dell’Occidente
costituiscono lo spazio formale della comunità insediata, il nucleo spaziale ove si
realizza l’intersezione di storia civile, movimenti culturali, tendenze artistiche, cultura
materiale, immaginazione collettiva, proiezioni simboliche, ritualità consolidate,
tradizioni popolari e consuetudini comportamentali. (cfr. C. Dardi, Place d’Italie, in
“Agorà”, n.1, Roma 1987). Per tutti questi motivi e per altri a questi intrecciati la
piazza costituisce uno degli elementi focali all’interno della storia degli insediamenti
nel loro complesso.
La sconfinata campionatura e la variegata complessità delle piazze d’Europa, quale
si è venuta configurando nel corso del suo ultimo millennio di storia, emerge in tutta
evidenza quale significativa ed operante presenza strettamente interconnessa con la
storia delle città europee e con la storia stessa d’Europa.
•
La piazza costituisce il nucleo stesso della civiltà urbana. Nel Rinascimento
la piazza si sovrappone al tessuto urano, determinando ambiti geometrici
che individuano un’immagine legata alla “nuova” civiltà. Mentre nei secoli
XVIII e XIX il “decoro” e la ricerca dell’immagine tendono a sostituirsi alla
funzione e la piazza assume il ruolo scenico di valorizzazione di un edificio
laico o religioso, facendo prevalere la rappresentazione della scena urbana
del concetto di socialità. Si tende cosi a riproporre la sovrapposizione
individuata dalla piazza rinascimentale, accentuandone una spiccata ricerca
scenografica, legata a vere e proprie sistemazioni estetiche della città. Nella
seconda metà del secolo XIX compare, vicino alla componente estetica, la
necessità di dare ordine al movimento dei veicoli che iniziano l’invasione
dello spazio urbano. La piazza perde, allora, la sua funzione aggregatrice di
vita collettiva per divenire centro e fulcro di direttrici di movimento,
prodromo di gran parte dell’architettura del XX secolo. Ogni significato della
piazza ha perso di univocità, come una strada, è una delle articolazioni
possibili dello spazio pubblico e la ricerca di una vita sociale si trasforma
generalmente in qualcosa di molto simile alla piazza-mercato, immagine di
un centro di scambi e commercio, un luogo in cui si arriva, si parcheggia
facilmente e all’interno del quale ci si muove per fare acquisti, guardare,
divertirsi. Accanto a questo modello trovano una loro specificità altri tipi di
piazza, come la piazza-giardino, dei quartieri residenziali e la piazzacelebrativa costruita intorno d un monumento o ad una funzione pubblica,
ultimo baluardo di una concezione aulico-classica del secolo scorso
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La piazza dell`Isolotto dal 1954 al futuro