FILOSOFI RINASCIMENTALI
Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Firmò i suoi scritti con lo pseudonimo di
.
La sua opera più conosciuta è l'Elogio della follia.
È considerato il maggiore esponente dell'Umanesimo cristiano.
Nacque a Rotterdam tra il 1466 e il 1469, dalla relazione tra Margherita, una donna di
Gouda figlia di un medico, e un prete di nome Geert.
Nel 1487 Erasmo entrò nel convento agostiniano di Steyn, nei pressi di Gouda.
Il 25 aprile 1492 fu ordinato canonico agostiniano a Steyn.
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Nel 1495, con il consenso del vescovo e con un modesto sussidio, si recò
a studiare presso l'Università di Parigi. Successivamente chiederà e
otterrà la dispensa dall’esercizio presbiterale.
Rimase deluso dei professori e della teologia scolastica deteriore che veniva insegnata
a Parigi, fondata su Duns Scoto: «arzigogoli e sottigliezze sofistiche, concepiti da
ignoranti e attaccabrighe; nascono liti su liti e noi, molto compresi, disputiamo su
questioni di lana caprina e solleviamo problemi quasi insopportabili per orecchie pie».
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Fu eccellente latinista e studioso dei classici latini.
Dal 1500 iniziò a
: a lui si deve l’attuale pronuncia detta
o
(la
η ha il suono di e) che distingue meglio i
suoni vocalici rispetto a quella bizantina e attuale, detta
, in cui
vengono pronunciate i le lettere ι, η e υ nonché i dittonghi ει e οι.
Viaggiò molto. Fu a Londra, a Parigi, a Torino, dove l'università gli conferì la laurea in
teologia (1505), a Venezia ed a Roma, dove passò lunghe ore nelle biblioteche, ma fu
soggetto a crisi di malinconia e meditò sul senso della vita e della morte: Carmen de
senectute.
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Un'attività intellettuale intensa
La sua attività intellettuale fu intensa. Completò l'edizione degli Adagia,
“arsenale di Minerva”, ampliata di 4.151 proverbi e sentenze. Tradusse
Plutarco, Platone, Pindaro e si iniziò all'ebraico.
Attraversando le Alpi, abbozzò, “a cavallo”, L'elogio della follia (1509),
che dedicò a Thomas More. Intense conciliare lettere classiche e Sacre
Scritture.
Le prime prese di posizione luterane lo trovano favorevole, ma desiderò anche
salvaguardare l'unità del mondo cristiano e si pronunciò presto contro Martin Lutero
difendendo, contro lui, il libero arbitro e la tolleranza.
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Questa posizione di conciliatore gli valse fama in Europa, ma anche
attacchi di riformati e cattolici.
Stabilitosi definitivamente a Basilea, pubblicò nel 1524 il suo saggio
(De libero arbitrio), al quale Lutero, nel 1525, rispose
con il
(De servo arbitrio).
Morì nel 1536 a Basilea
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Elenco delle opere più significative:
, (Adagia, contengono riflessioni contro la guerra),
(Manuale del milite cristiano, 1504),
• Lucubrationes (1504),
• Annotaziones del Valla al Nuovo Testamento (1505),
(Elogio della pazzia, 1509),
(Educazione del principe cristiano, 1516),
• Querela pacis (1517, appassionato appello per la pace e contro la guerra)
• Ciceronianus (1528),
• Ecclesiastes (1535),
• De puritate Ecclesiae (1535).
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
(1509) Elogio della follia
Elogio della follia (il cui titolo greco è Morías enkómion, Μωρίας
έγκώμιον), è un saggio scritto nel 1509 e stampato inizialmente nel 1511.
Erasmo rivide e sviluppò il suo lavoro, inizialmente scritto in una settimana, durante il suo
soggiorno presso Thomas More (l'autore di Utopia).
.
Si tratta di una finzione burlesca ed allegorica.
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Erasmo vi fa parlare la
che gli esprime una critica virulenta
delle diverse professioni e categorie sociali, in particolare dei teologi, dei
maestri, dei monaci e dell'alto, clero ma anche dei cortigiani sfoggia una
satira corrosiva.
L'opera comincia con un dotto elogio della pazzia.
Il tono diventa più serio in una sequenza di discorsi solenni, quando la follia fa l'elogio
della cecità (intellettuale) e della demenza e quando passa all’esame satirico delle
superstizioni e delle pratiche pie nella chiesa cattolica e alla follia dei pedanti.
Erasmo, profondamente deluso, era da poco rientrato da Roma, dove aveva declinato
delle avances della Curia.
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
A poco a poco la follia prende la voce propria di Erasmo che annuncia la
punizione degli stolti.
Il saggio si conclude con l’elogio della vera pazzia, quella della croce, di cui
parla l’Apostolo Paolo, descrivendo in modo sincero e commovente i veri
ideali cristiani.
Allusioni
Erasmo era un grande amico di Thomas More, con il quale condivideva il gusto
dell'humour freddo e dei motti di spirito. Il titolo greco Μωρίας έγκώμιον “elogio della
follia” può anche essere compreso come elogio di More, cosa che spiega il gioco di parole
del titolo originale, Moriae Encomium.
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Istitutio principis christiani (1516)
Nel 1516, due anni dopo la stesura del Principe di Machiavelli, Erasmo
scrive l’
(L’educazione del Principe cristiano)
dedicata a Carlo V (appena diventato re di Spagna e dei Paesi Bassi e in
procinto di diventare imperatore), nella quale invita il sovrano che vuol mostrarsi “ottimo
principe” a cercare la magnanimità, la temperanza, l’onestà, consistenti nel
•
•
•
•
«[…] non far del male a nessuno,
non depredare nessuno,
non vendere magistrature,
non lasciarsi corrompere dai doni».
FILOSOFI RINASCIMENTALI
Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Istitutio principis christiani (1516)
In questo modo, mentre Machiavelli riscriveva il concetto umanistico di
virtù, facendola coincidere con la
,
Erasmo si volge a
un
, di un
, di
.
«
».
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Erasmo da Rotterdam
(Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Istitutio principis christiani (1516)
E’ evidente quindi che Erasmo non pensa, anzi
Tuttavia, così come Machiavelli arriverà a sostenere laicamente che chiunque realizzi la
virtù politica (illustrata nel Principe) può reggere lo stato, può cioè diventare principe e
produrre “vivere civile”,
:
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Erasmo da Rotterdam