Compatibilita’ ambientale nelle strategie di riforma della Banca mondiale VIII Presentazione V International Medi Forum on the Protection of Nature Capitalizing on the Environment Villa Mondragone Monte Porzio Catone (Roma) 8 novembre 2007 Antonio Tricarico Coordinatore Campagna per la riforma della Banca mondiale (CRBM) [email protected] www.crbm.org Tel.: +39.06.78 26 855 Fax: +39.06.78 58 100 Il caso Banca mondiale • La Bm rimane la piu’ grande istituzione di sviluppo al mondo (soldi pubblici globali) • ‘’Banca della conoscenza’’, che sviluppa visioni • Valutare quanto la variabile ambiente e’ stata inserita dalla Banca nel suo modus operandi • Conflitto tra modello di sviluppo centrato sulla crescita economica e priorita’ non economiche che emergono dall’agenda internazionale. • I limiti dell’attuale sistema della Finanza per lo sviluppo per far fronte alle sfide di oggi – vedi emergenza climatica La critica alla Banca mondiale • Casi controversi alla meta’ degli anni ’80 – dighe in India, autostrade in Amazonia, foreste in Indonesia. • Critiche dal campo amplificate dalla societa’ civile a Washington e nei paesi donatori. • Alla fine degli anni ’80 la Banca si apre ed assume economisti ambientali di punta ed esperti sociali (Daly, Goodland, Cernea) • Nasce l’approccio ‘do no harm’ ed una prima generazione di safeguard policies. • Non basta, emergono problemi di implementation ed interpretazione delle politiche Anni ‘90 • Casi emblematici – Narmada in India – portano la Bm a dotarsi di un meccanismo di appello per le comunita’ locali ed a rafforzare alcune policies • Messa in discussione della trickle-down economics, centralita’ di poverty reduction • Era Wolfensohn, necessita’ di dare ownership a stakeholders, mainstreaming dell’ambiente • Fattore costo, tempo, ed emergere del settore privato (PPP) mettono la Bm subito in difficolta’ La contro-riforma in Banca • Recente lettera di Robert Goodland nel Guardian • Nuove policies per rendere i processi di valutazione snelli (alcuni nuovi temi) • Country-system approach • Discrezionalita’ nel seguire le safeguard policies (BTC project) • Incapacita’ di muoversi dal ‘do no harm’ al ‘do good’ (portfolio shift) • Ritorno di progetti discutibili Un ritorno al passato • Sostegno a India per nuove dighe • Piantagioni di palma da olio in Indonesia, impatto su mangrovie • Monocolture di soia in Brasile • Centralita’ dei prestiti per il settore privato • ‘IFC pone un grave rischio all’ambiente ed alla reputazione della Banca’, IEG evaluation • Forte sostegno ai combustibili fossili, nuova frontiera La Banca di Zoellick • Nuovo Presidente dopo scandalo Wolfowitz (sempre americano) • Rafforzamento dell’IFC e centralita’ del settore privato come principale attore di sviluppo • Paradosso di profitti privati che finanziano la lotta alla poverta’ • World Development Report 2008 su agricoltura – green revolution II?, clima, export-oriented, investment Quale visione sull’ambiente? • Nucleo economico della Banca e’ ancora li’ • Costi ambientali sono un limite al mainstreaming, chi li deve sostenere? • Mancanza di una strategia quadro orizzontale • Vice presidenza sviluppo sostenibile accorpata con infrastrutture • Competizione di altri donatori al ribasso • Nuovo clima politico • Focus su nuovi meccanismi finanziari e di mercato come panacea (carbon trading) Il caso cambiamento climatico • La Bm ha sempre anticipato i negoziati sul clima • Global Environment Facility dal 2001 (una delle quattro priorita’ e’ il clima) – limiti della GEF, mancato mainstremaing • Dal 1995 Activities Jointly Implemented, precursore del CDM • Dal 1997 Prototype Carbon Fund prima di Kyoto Extractive Industry Review, 2003 • Multistakeholder review richiesta dalla societa’ civile internazionale in seguito a gravi impatti ambientali, sociali e sui diritti umani del settore minerario, carbone e oil&gas – focus su IFC • Si riconosce impatto negativo di sviluppo del settore nella gran parte dei casi – non contribuisce a poverty reduction • Questione del rispetto dei diritti umani e della good governance centrali • Riconoscimento del ‘Free, Prior and Informed Consent’, soprattutto nel caso dei popoli indigeni • Richiesta di phase out immediato di sostegno della Bm a carbone, entro cinque anni del petrolio, gas considerato combustibile di transizione • Ghg accounting per progetti della Bm La Bm e i cambiamenti climatici • Raccomandazioni della EIR non recepite dal board della Bm, cosi’ come nel 2000 quelle della World Commission on Dams • La strategia energetica della Bm ancora non ha obiettivi di portfolio in termini di sostegno a fonti rinnovabili ed efficienza energetica (revision 2001 e successive) – rapporto IPCC recente • Forte sostegno a combustibili fossili soprattutto nei paesi emergenti (clean coal in Cina ad esempio) che sono principali client • Pesanti impatti ambientali e sui diritti umani (area del Caspio) Quanti soldi ai combustibili fossili • Portfolio energetico della Banca oscilla tra 2 e 3 miliardi USD l’anno • Nel 2006 solo 4% dei finanziamenti del settore delle rinnovabili - fonte Friends of the earth • Dal 1992 ad oggi la metà dei progetti estrattivi finanziati, e ben l’80% nel caso del petrolio, sono stati mirati all’export di risorse petrolifere verso il Nord. • Dal 1992 ad oggi più di 20 miliardi USD in combustibili fossili, per emissioni – nel ciclo di vita dei progetti - pari a più delle emissioni globali di CO2 nel 2005 – fonte IPS • Dal 2005 al 2006 investimenti nel settore estrattivo +95% (+75% per il petrolio) – fonte Bank Information Centre Pronunciamenti del Parlamento italiano • Dal luglio 1999 la Commissione ambiente del Senato ha chiesto al governo ed alla Banca mondiale phase out di combustibili fossili • Mozione Senato nel novembre 2006 in cui si chiedeva subito il 20 % a rinnovabili e phase out, nonché valutazione di impatto serra dei progetti finanziati dalla Banca mondiale (Citigroup e Bank of America effettuano questa valutazione oggi) • Da notare nuovi strumenti finanziari UE per energia e rinnovabili Global REEE Fund– impegno avanzato della EIB al riguardo, e della OPIC americana Investimenti nelle energie pulite? • Mandato del G8 alla Bm per definire un ‘Clean Energy Investment Framework’ entro meta’ 2008 • Banca come catalizzatore di investimenti • Poco chiaro se i paesi donatori contribuiranno alle nuove facility (problema di addizionalita’) • Tecnologie controverse ‘low carbon’ sono pomosse nel nuovo approccio – nucleare, grandi dighe, clean coal • Forte spinta su carbon storage e carbon trading • Mancanza di promozione sistematica di rinnovabili ed efficienza energetica Adaptation e lotta alla poverta’ • Per la prima volta nel rifinanziamento dell’IDA si parla di adaptation • Scollegato da azioni di mitigation chiare, rischio di promozione di grandi dighe in Africa (DRC) • Profitti di IFC tendono a finanziare lotta alla poverta’, nuova ondata di PPP • Mancanza di una strategia quadro sul clima nella Banca – focus su settore elettrico, poco su trasporti ed altri Forest Carbon Partnership Facility • Bm mira a stabilire una Global Forest Partnership e quindi una Forest Carbon Partnership Facility per finanziarla • Questione deforestazione e gestione sostenibile di foreste al centro dell’iniziativa e legame con poverty reduction • Approccio al carbon offset e ad altri mercati di offset (biodiversita’, acqua) che rischia di produrre pesanti impatti su ambiente locale e popoli indigeni • Ruolo di Knowledge Bank per influenzare post-Kyoto process e centralita’ del settore privato. • La Banca non riesce ad andare oltre l’accompagnamento di meccanismi di mercato esistenti Quale ruolo per la finanza per lo sviluppo • Finanziamento dei beni pubblici globali • Stabilita’ climatica caso esemplare • Possibilita’ di nuovi meccanismi che vanno a rivedere le forme di governance e finanziamento di questi • Attuale dibattito su Innovative Financing Mechanisms • Differenziare tra finanza pubblica e privata (ruolo marginale, ma specifico per i GPGs) Global Development? • Vedere centralita’ di politiche pubbliche e regolamentazioni sulla finanza pubblica • Andare oltre la logica dell’aiuto • Idea di fondi globali a cui tutti contribuiscono e tutti possono attingere secondo priorita’ multilaterali • Meccanismi innovativi di finanziamento (tassazione su esternalita’ negative) • Cosi’ maggiore ownership dei governi del Sud ma anche responsabilita’ • Esperienza UE dei fondi strutturali Conclusioni • Non necessariamente sara’ questa Bm a gestire questi fondi – bisogno di riforma di governace • La Bm ad un bivio: essere Banca o agenzia mondiale di sviluppo? • Per il momento ottenere un vero ‘do no harm’ con policy che riprendano gli impegni della comunita’ internazionale e produrre un portfolio shift verso la sostenibilita’