“David Copperfield”di Dickens
Un romanzo,
un personaggio,
un’infanzia rubata…
Dario P.
Giuseppe F.
Il lavoro minorile nella letteratura
Nel romanzo di Charles Dickens “David Copperfield” si parla anche di
lavoro minorile, quando il povero David, ancora bambino, dopo la
morte della madre, viene mandato a lavorare dal patrigno nella sua
ditta che produceva vino.
“Il magazzino della ditta si trovava a Blackfrias, sulla sponda del fiume. Era
un edificio decrepito, sudicio e affumicato, e al suo interno i solai
erano sfondati e un puzzo nauseabondo di fradicio esalava da quella
baracca. Quando la marea del fiume era alta, vi entrava una grande
quantità di fango, con la bassa marea il locale era addirittura invaso
da topi .“
Questa descrizione ci fa immaginare quali brutte situazioni abbiano
vissuto nel passato tanti ragazzi, che venivano sfruttati e pagati una
miseria… ma...
Il lavoro minorile oggi
Ancora oggi, il lavoro minorile non è scomparso,
infatti ci sono circa 352 milioni di bambini e
ragazzi nel mondo impiegati in attività lavorative.
In questo fenomeno la povertà, gioca un ruolo
fondamentale in paesi come Asia, Africa e America
Latina.
Tuttavia lo sfruttamento minorile è presente anche
in contesti non particolarmente poveri: negli Stati
Uniti lavorano 5 milioni di minori, mentre in Europa,
soprattutto in quella centrale e orientale, il lavoro
minorile è in crescita.
Il lavoro minorile in Italia
In Italia lavorano 144.000 ragazzi tra i 7 e 14
anni e 31 mila di essi possono definirsi
letteralmente sfruttati. Si va dai contesti di
disagio, di povertà e rischio di povertà, al lavoro
visto come l’alternativa positiva rispetto allo stare
in strada, fino all’inserimento dei minorenni in
contesti di imprenditoria familiare nei quali non vi
è assolutamente una situazione di povertà. Esiste
una fascia grigia di bambini coinvolti in attività
lavorative che non si connotano per un elevato
grado di pericolosità o di sfruttamento e che
spesso permettono la compresenza di scuola e
lavoro.
Lavoro minorile nel passato
•
Come nell’antichità, anche nel ‘700 la condizione dei bambini
dipendeva dalla classe sociale cui appartenevano. I figli dei
nobili e dei ricchi vivevano nel lusso e ricevevano una istruzione
adeguata; i figli dei contadini e degli operai vivevano in miseria,
non andavano a scuola e fin da piccoli lavoravano nei campi e
nelle botteghe artigiane.
•
Con la rivoluzione industriale la condizione dei bambini
peggiorò: agli industriali conveniva impiegare i bambini perché
erano pagati molto poco; i genitori in miseria accettavano di farli
lavorare in cambio di denaro.
•
Così, nelle fabbriche, bambini e bambine di 5 o 6 anni stavano
in piedi anche per 15 ore ad annodare fili; invece nelle miniere
venivano utilizzati per estrarre il materiale da gallerie troppo
strette per gli adulti. Per molti decenni i bambini non ebbero
nessuna tutela
La scuola o la scarpa
di Tahar Ben Jelloun
Un giovane maestro ritorna nel piccolissimo villaggio dell’Africa in cui è nato, per insegnare quello che sa ai
bambini. Ma nel “villaggio del nulla”non ci sono sedie banchi e non c'è la lavagna e i bambini non hanno da
mangiare.
Il primo giorno di scuola i bambini si presentano tutti, ma con il passare del tempo qualche bambino non si
presenta più a scuola, e cosi, alla fine del mese, il giovane maestro si ritrova con la metà degli alunni. Il
maestro comincia a preoccuparsi e cosi decide di andare a chiedere spiegazioni al capo del villaggio Hadj
Baba.Questo gli risponde dicendogli che i bambini non hanno l’abitudine di andare a scuola regolarmente,e
che molto probabilmente non prendono sul serio il loro maestro perché ha l’aspetto di un ragazzino. Alla sua
scuola mancano molte cose, e i bambini sono maledetti a causa della siccità, i bambini spariscono cosi come
vengono e non lasciano tracce.
Il maestro allora decide di andare e incontrare un pastore che indica un edificio all’orizzonte che “come un posto
nel quale si guadagnano i soldi”. Si dirige verso l’edificio, entra e si trova di fronte a un centinaio di ragazzi
che cuciono pezzi di cuoio, palloni e scarpe. Vede un manifesto pubblicitario nel quale un campione sportivo
di colore sta per iniziare una corsa, sotto c’era scritto : “Le scarpe da pallacanestro del terzo millennio”.
Allora il maestro comincia a pensare a questa ingiustizia e va a parlare con il titolare delle manifatture , un
occidentale bianco che gli risponde che la scuola non è importante e almeno lui dà la quei bambini dei soldi
per poter comprarsi da mangiare.
Il maestro torna al villaggio da Hadj Baba che lo consola dicendogli che in futuro andrà meglio e forse anche il
maestro riprenderà le sue lezioni: in quel momento la scuola è un lusso che quei bambini non possono
permettersi , riempirsi la pancia per ora è più importante.
Questa storia ci racconta come ancora oggi milioni di bambini non possano andare a scuola e debbano
lavorare per sopravvivere, sfruttati da persone senza scrupoli...
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