Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica
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Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso
Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli,
dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito
troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e
conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete:
«Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro
Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i
mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima,
stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami
dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo
precedeva e quella che lo seguiva, gridava:
«Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da
agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva:
«Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
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Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània,
dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato
dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta
serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria
allora prese trecento grammi di profumo di puro
nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù,
poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si
riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda
Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per
tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo
profumo per trecento denari e non si sono dati ai
poveri?». Disse questo non perché gli importasse
dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome
teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano
dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché
essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I
poveri infatti li avete sempre con voi, ma non
sempre avete me».
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Mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse:
«In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con
me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a
dirgli, uno dopo l'altro: «Sono forse io?». Egli disse
loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la
mano nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come
sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo, dal quale il
Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per
quell'uomo se non fosse mai nato!».
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la
benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo:
«Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un
calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza,
che è versato per molti. In verità io vi dico che non
berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in
cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
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A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro
un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato
Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella
rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si
era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito
concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in
libertà per voi il re dei Giudei?».Sapeva infatti che i capi
dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma
i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto,
egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse
loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di
quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di
nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro:
«Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte:
«Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla
folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver
fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse
crocifisso.
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Venuta ormai la sera, poiché era la
Parasceve, cioè la vigilia del sabato,
Giuseppe
d'Arimatea,
membro
autorevole del sinedrio, che aspettava
anch'egli il regno di Dio, con coraggio
andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù.
Pilato si meravigliò che fosse già morto
e, chiamato il centurione, gli domandò
se era morto da tempo. Informato dal
centurione, concesse la salma a
Giuseppe. Egli allora, comprato un
lenzuolo, lo depose dalla croce, lo
avvolse con il lenzuolo e lo mise in un
sepolcro scavato nella roccia. Poi fece
rotolare una pietra all'entrata del
sepolcro. Maria di Màgdala e Maria
madre di Ioses stavano a osservare dove
veniva posto.
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Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre
di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici
per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo
giorno della settimana, vennero al sepolcro al
levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà
rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?».
Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era
già stata fatta rotolare, benché fosse molto
grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane,
seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed
ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate
paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È
risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano
posto.7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a
Pietro: «Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete,
come vi ha detto».
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È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato
nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che
mi tradisce è vicino».
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei
Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai
capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore
aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che
bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona
scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo
baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono.
Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del
sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse
loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con
spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a
insegnare, e non mi avete arrestato.
Si compiano dunque le Scritture!».
Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono.
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Uscì e andò, come al solito, al monte degli
Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto
sul luogo, disse loro: «Pregate, per non
entrare in tentazione». Poi si allontanò da
loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio
e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana
da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la
mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un
angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella
lotta, pregava più intensamente, e il suo
sudore diventò come gocce di sangue che
cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera,
andò dai discepoli e li trovò che dormivano
per la tristezza. E disse loro: «Perché
dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare
in tentazione».
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Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i
malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona
loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le
tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano
dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio,
l'eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli
dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra
di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo?
Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai
alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi,
giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le
nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù,
ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io
ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del
pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a
metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre,nelle tue mani
consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
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Settimana Santa