1° Istituto Comprensivo
Melilli (SR)
Regione Sicilia
Anno scolastico 2007/2008
Progetto “Identità e Territorio”
finanziato con fondi del Dipartimento Regionale
Beni Culturali, Ambientali ed Educazione Permanente
Servizio Promozione e Valorizzazione
Chiesa San
Sebastiano
e Chiesa Madre
Melilli si sviluppa a 310 metri sul livello del
mare presso una collina che permette di
ammirare il golfo megarese e la zona
industriale Augusta-Priolo. La citta'
rientra nella provincia di Siracusa e
raccoglie piu' di 11.500 abitanti.
La storia cittadina e' molto ricca. La sua
posizione geografica ha sempre giocato
un ruolo strategico come via di
comunicazione per le vicine Augusta e
Siracusa. La citta' rientro' nella Contea
d'Augusta e nel dominio dei Moncada
durante il periodo feudale.
Un terremoto del 10° grado della scala
mercalli, l’undici gennaio 1693 devastò
tutta la Sicilia orientale e fece circa
100.000 morti.
Circa il 25% della popolazione di Melilli
morì.
Dopo il terremoto il re di Spagna mandò il
Duca Lanza di Camastra a ricostruire il
paese storico.
L’unica cosa che non si distrusse era la
statua di San Sebastiano.
Quando la miracolosa statua fu portata a
Melilli, dopo il ritrovamento avvenuto il 1
maggio 1414, venne sistemata
provvisoriamente in una grotta sulla
collina che si denominava “Carcarella”. Lì
iniziarono i lavori per la costruzione della
prima chiesa, della quale oggi restano
solamente alcune colonne esposte in un
cortile adiacente alla chiesa attuale. Il 31
dicembre 1695 si cominciarono le
fondazioni della nuova chiesa, che venne
rifabbricata “nel sito antico”, a tre
navate, con la facciata rivolta verso
ponente e non più a tramontana.
La Chiesa sorge dove secondo la
tradizione si fermò il simulacro di San
Sebastiano ed è in stile barocco.
E’ il più grande monumento del paese.
In effetti, nella costruzione della
nuova chiesa prestarono la loro opera
alcuni fra i più valenti artisti del ‘700,
nonché numerose maestranze locali.
Dopo ben 79 anni, i
lavori più
importanti, relativi
alla struttura,
potevano dirsi
ultimati e nel 1764
la chiesa fu elevata
a basilica.
Sopra la porta principale vi è lo stemma
del martirio del Santo. Le due laterali
richiamano invece i prodotti tipici del
paese, quali il timo, il favo e le api.
All’interno della Chiesa troviamo dei quadri
chiamati “ex voto” che i devoti di San
Sebastiano fecero dipingere proprio in
suo onore. La Chiesa è costituita da tre
navate, due laterali ed una centrale.
Nella navata centrale troviamo un grande dipinto
che copre tutta la navata. Nell'opera il santo in
preghiera è glorificato dagli angeli che portano la
corona del martirio, l'elmo, l'arco con le frecce, in
direzione di una bellissima Madonna che indica,
ancor più in alto, la Santissima Trinità. È
certamente una realizzazione di rara virtuosità
artistica e di grande intensità religiosa.
Rappresenta “la gloria di San Sebastiano”
realizzata da un pittore del settecento, Olivio
Sozzi.
Una caratteristica di questo pittore era di
dipingere su tela ed applicarla sul legno. Allo
stesso pittore furono attribuiti “la cacciata dal
tempio” sopra la porta centrale e “i Putti con i
simboli di San Sebastiano” nelle porte laterali.
Nella navata di sinistra e di destra il tetto è ornato
di dipinti basati sulla virtù.
Sopra gli archi della navata centrale
troviamo dei quadri rappresentanti “la
storia di Mosè” e “Gesù che caccia i
mercanti dal tempio” dipinti da
Gramignani Arezzi.
Una cosa molto importante di questa
Chiesa è il pavimento in marmo policromo
di Valencia.
Le due navate laterali hanno sei altari,
sopra i quali troviamo dei crocifissi e
undici pale.
Nella navata di sinistra troviamo la statua
di Cristo Risorto, proveniente dalla
Chiesa S. Eligio, ormai demolita.
In Chiesa troviamo una cappella della
Madonna del Rosario, con i Santi
Dominicani e San Sebastiano ed un’altra
dove si trova il Santissimo Sacramento.
Sull’altare maggiore troviamo dei quadri
dipinti da Moro che vennero messi dopo
l’attentato alla statua di San Sebastiano
del 1946.
La piazza davanti la Chiesa ospitava due file di
loggiati, di cui uno crollato nei primi anni del
1960. Sopra i loggiati si trova la fabbrica dei
fuochi che venne costruita nel 1920. Lì
venivano preparati i fuochi d’artificio in
occasione delle festività.
SamMastianu,
Santu giuvinettu,
La terra di Milanu criau,
Li so’ carnuzzi nun tuccaru
terra,
Tuccaru ‘n vanchiceddu
trapassatu.
Ci calau l’Angiulu ccu tantu
rispettu
E ci rissi: “Cchi hai Vastianu?
Nun ti cunfunniri,
Mi manna lu Signuri
Ccu ‘n biccheri d’acqua
E ‘na fidduzza ‘i pani”.
Vastianu arrispunniu:
“nun vogghiu acqua e nun
vogghiu pani,
Vogghiu trapassari ccu lu
Signuri”.
E chiamamulu capitanu,
e chi semu muti ca mancu u chiamamu,
e chiamamulu ca n’aiuta,
e ppi la razzia ca na datu,
e vinemu ri tantu luntanu,
Prima Diu e SamMastianu!
Oltre alla Chiesa di San Sebastiano, è stata
anche ricostruita dopo il terremoto la
Chiesa Madre, che dopo anni di lavoro nel
1760 è stata riaperta ai fedeli.
La Chiesa Madre rappresenta, certamente,
un bene culturale di considerevole
magnificenza, non solo dal punto di vista
artistico ed architettonico ma,
soprattutto, per la lunga storia sociale e
culturale che l’ha vista centro portante del
tessuto cittadino in tutti i suoi aspetti
religiosi, sociali, economici e comunitari.
La struttura della Chiesa è possente,con
pilastri robusti in pietra. La chiesa
madre di San Nicola è in stile barocco e
si
presenta con una pianta a
croce latina a tre navate ed un
campanile sulla parte posteriore,
formato da quattro logge e da un
orologio.
Sopra la porta centrale troviamo lo stemma
della famiglia Moncada, rappresentata da un
leone, otto bisanti e da una corona.
In quella di sinistra vi è rappresentata la
mitra e il pastorale, dove entrava il vescovo
e
in quella di destra troviamo un cesto di pane e
tre sacchetti contenenti monete d’oro.
In questa Chiesa vi è anche una porta
secondaria dove sopra è scolpito San Nicola
e permette l’ingresso dei fedeli nella navata
sinistra dove è scolpita l’effige di San
Nicola Vescovo con la mitra e il pastorale.
La particolarità della navata centrale è il
suo soffitto che presenta delle
settecentesche tele incastonate
raffiguranti il “Trionfo della Fede”,
opera realizzata da Olivo Sozzi.
Nelle due navate laterali non troviamo dei
dipinti sul tetto, bensì degli altari uno
diverso dall’altro, dove sopra vi sono dei
quadri fatti la maggior parte da
Gramignani Arezzi.
Sull’altare maggiore troviamo un grande
quadro realizzato da Gramignani Arezzi e
rappresentante “la gloria di San Nicola”.
Particolare importanza artistica riveste
l'altare posto nella cappella della navata
sinistra dal quale è possibile ammirare la
presenza delle stalagmiti, patrimonio
delle grotte del territorio di Melilli e qui
vi è il Santissimo Sacramento.
Di fronte a questo possiamo ammirare la
cappella della Madonna di Lourdes.
Troviamo anche due cappelle, quella di
sinistra dedicata al Sacro Cuore di Gesù
e quella di destra dedicata a San
Giuseppe.
Sull’altare maggiore, durante il periodo di
Pasqua viene messa una tela. In passato
durante la resurrezione, i massari la
facevano cadere a terra e in base a
come cadeva, loro sapevano se era
un’annata buona o cattiva e dopo veniva
portata fuori.
Era stata realizzata da Michelangelo
Politi, un pittore dell’ottocento.
La Chiesa di San Sebastiano e la Chiesa
della Matrice sono le più importanti a
Melilli.
Oltre a queste Chiese ne troviamo altre
tra cui:
• la Chiesa di S. Antonio Abate,
• la Chiesa dello Spirito Santo,
• la Chiesa del Carmine,
• la Chiesa dei Cappuccini,
• la Chiesa del Soccorso,
• la Chiesa della Madonna delle Grazie.
Chiesa S. Antonio.
Chiesa dello Spirito Santo.
Chiesa del Carmine.
Convento dei frati Cappuccini
Veduta dell’antica
Chiesa del Soccorso
Chiesa della
Madonna delle Grazie.
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