E' MONTESARIO...VOCI... DI CASA... A cura di Grazia De Michele & Pino Mastrangelo Fischia ancora il mio treno nella valle ma sui binari io non corro Più ho perso nei miei viaggi due vagoni oggi ancora con me più su...più su Ancora insieme in treno uniti e stretti al paese per sempre e di più... Io sono ancora questa casa lo sai anche tu. Nel mio giardino ho innaffiato quattro fiori amarli e crescerli è stato il mio sogno ma la terra poi ha inghiottito d'improvviso chi spargeva vita e acqua e il suo sorriso Uno è stato corolla di Rosa stelo alto e dritto sull'intero paese gli altri tre in lontani giardini oggi in altri destini s'illuminano ancora di quell'amore che fu... Io sono ancora quella casa lo sai anche tu. Su queste scale stanno sdraiate ancora tre vite parallele frutto di un tronco forte ma sempre gentile e delicato nei suoi rami e nel seme che germoglia da un viso di donna mai dimenticato. Tre vite separate una silente scheggia di montagna un'onda alta che ribolle nel mare su un'accogliente riva di lago una barca ridente nel sole Tre vite parallele e lontane ma unite da queste scale ogni giorno di più... Io sono ancora quella casa lo sai anche tu Sono stata per anni veste e velo e preghiera e sguardo verso il cielo e poi gioco e bambini e salti e canti e poi paese e festa e amore ai santi Sono stata asilo per piccoli e grandi D'improvviso come caduta nel silenzio solo voce sui muri di neve e di vento e piano nel passare dell'ora nel tempo io ho ritrovato anima e passo e senso Sono di nuovo asilo per grandi bambini dal canto un po' stonato e inconsapevole e per questo li tengo stretti a me di più... Io sono ancora quella casa lo sai anche tu. Quanti miei figli sparsi per il mondo io ho richiamato dentro questa terra e quante vite che oggi più non conto ho conservato come fiori in una serra Anche quando ogni tempesta s'abbatte su questo mio paese solo e inerpicato anche quando la furia del vento sbatte su questo mio alto monte abbandonato da chi altrove ha cercato vita e lavoro e speranza e un rosso sogno d'amore un giorno all'anno i passi sul mio cuore suonano un canto antico che non muore Per questa pace grande che dono in più... Io sono ancora quella casa... lo sai anche tu. Io sono da anni una storia bambina che grida canzoncine agli uccellini e con mamma e papà fa il sonnellino e ride e gioca e dorme e va all'asilo E sono ancora una storia più grande che mai da un podio parla alla piazza che si mischia alla gente nel silenzio ed è così che il mio paese non muore Una voce che parla senza fare rumore amica e ferma e senza alcun timore voce di impegno e lavoro e anche di più... Io sono ancora quella casa... lo sai anche tu. Io sono antica voce e di nobile lignaggio sempre inclinata a spendermi nel dare radicata in cultura onore e anche coraggio sempre disposta a guidare e consigliare Padre fiero di una generosa generazione al mondo diedi avventura e stellette e cultura e al mio paese severa verità senza finzione e fedeltà e vita e servizio ed attenzione Oggi sono memoria e voce di quei giorni due miei cavalieri non hanno più ritorni ma rimane di me e di tutta la mia famiglia memoria, rispetto e amore e forse di più... Io sono ancora quella casa... lo sai anche tu... Come ieri sono oggi maceria e polvere sempre uguale al passato e trascurata dal paese ignorata e mille volte esclusa da uno sguardo e una voce amplificata Ero reietta e sola è vero, e abbandonata da chi non so se abbia nome o memoria ma avevo un fiore bianco nel grembiule e nel fazzoletto stretto attorno al capo e io lo amavo di un amore profondo ed oggi è un fiore disperso nel mondo. Non sono più paese. Ma vivo nel sogno che il mio fiore sia ancora bianco di più... Io sono ancora questa casa... lo sai anche tu Per anni ed ore e giorni e poi giorni per sempre donna, favola e blasone e storie raccontate ad ogni angolo e in mare in cielo e terra io al timone e fruscìi di sete e acuti tintinnìi quei tintinnìi di preziosi cristalli e tavole imbandite a commensali con stemmi alati e con sparati belli E questa solitudine fonda e silente mai però bugiarda, solo avvincente perchè in nessuna favola si mente Ho sognato solo un passato trasfuso dentro il mio sogno in paese vissuto L'ho coltivato nel cuore sempre più... Io sono ancora quella casa... lo sai anche tu. Che musica che musica che suoni ed armonia che muri che balconi che porte alla poesia Che banda sulle scale che canto e che magìa che umanità elevata in questa bella via... Che uomo tra le note di un paese incantato di un paese vissuto tra passione e cortesia Con quel piccolo briciolo di una ironica follia Ed una donna accanto dentro quest'aria sana con bambini e bambini con una penna in mano Un pentagramma eccelso in più... Io sono ancora quella casa lo sai anche tu Ma che folla di anime in gonnella e io da sempre felice sentinella e che risa che gioia che confusione di calzette e scarpette a profusione tutte in fila l'una sempre dopo l'altra tutte in fila in una bella processione E questa mia divisa rossa e nera e questa mia passione forte e vera e questa mia tensione a ogni valore da proteggere con la mente e il cuore E nel tempo del grano le mie bambine d'anima grande e un po' di distrazione dal paese sono scese in altra stazione Per una vita nuova, un'occasione in più... Io sono ancora quella casa... Lo sai anche tu E sono fumo e fumo e tabacchino e sigarette e sigari sera e mattino e sale duro e brillante e pomodori e bilancia per pesare agli avventori Io sono crocchia bianca intrecciata sguardo verde alla forza abbarbicato senza il padre a cui stare abbracciati tutti e sei figli tutti all'amore cresciuti Amore per la patria e ogni cultura amore per i bimbi e per l'avvocatura tra file di salsicce e ogni sacrificio tra nazionali senza filtro e un micio E poi gente e poi risa e confidenze rifugio al fumatore e a tanta gente e lettere allo straniero e vestito nero nero di assenza rosso d'amore vero Amore e lutto sì e grande e a sacchi ma tanta luce sul mio Sale e Tabacchi Oggi in paese io vivo ancora e di più... Io sono ancora quella casa... lo sai anche tu Mai ferma su me stessa, sempre in giro sempre a portare e impegno e poesia sempre a scavare una terra dura e antica ma così amata e così donata e condivisa sempre a sorridere e a scalare quella salita regalando in pochi sacchetti tutti i colori delle cicerchie e dei pomodori e dei cetrioli tutti messi in versi e profumati come i fiori i fiori luminosi del mio Paese del Cuore l'unica mia certezza e il mio unico amore Io ho cresciuto anche il rispetto per l'età l'età di tante vite e di tanti tanti anni fa capelli tutti bianchi e amara rassegnazione li ho soleggiati con una serena passione Passione per la vita che non può tornare più... Io sono ancora quella casa... Lo sai anche tu Ma quante scale! E scendere e salire e passi svelti e leggeri e.. trasvolate per un nastro un panino un provolone un magico bottone o un bel maglione Sono scrigno dorato di zucchero e farina e so far uscire da un cassetto un pallone quante cose un po' piccole e un po' povere nel mio bugigattolo si sfidano a tenzone Sono stata mortadella e chiacchierata forte profumo della mia terra amata voce soffusa e sguardo appassionato della pietra e del posto in cui sono nata Sempre vestita di riserbo e di attenzione tacito il gesto e raccolta l'emozione Io nata per scendere e io nata per salire prima impresa di paese in quel su e giù Io sono ancora quella casa... lo sai anche tu Silenzio tutti, su! E tutti quanti in piedi o a un tavolino tutto sgangherato a contemplare un "sotto innamorato" del suo padrone, già mezzo imbambolato Tra urla un po' bestiali e un gingerino e biscottini e gialle Streghe e un waferino e mille anni per ogni sedia l'età media davanti a una porta tutta tutta consumata da vecchi ragazzoni a passar là la serata sempre là ...stravaccati a far commedia Sì tempo d'amici veri e tempo di serenate tempo di campane e di belle chiacchierate E quante voci io conservo nel mio cuore sono stato solo un bar ma pieno d'amore Io paese e io memoria e sempre presente per anni e anni io a sentinella della gente Oggi ho cambiato sì... vestito e colazione ma è uguale per il mio paese l'affezione oggi metto mille cose nuove sul bancone oggi sono aperitivo e anche un bel salone tutti in piedi tutti in piedi tutti in piedi sono ancora tutto il paese e anche di più Io sono ancora quella casa lo sai anche tu... Basta con queste forbici siamo poveri bambini continui a minacciarci da balconi e finestrini apri e chiudi le lame dietro i tuoi vetri opachi da te si muovono gesti oscuri e molto vaghi! Non abbiamo paura di una casa in cui si cuce tutto un ricamare e tutto un filo che si scuce e camice e giacchette e fini e pregiati polsini così sono onorati i bravi dottori e i signorini Poi si diventa vecchi e si avverte la solitudine tra cucito e cucina si abbraccia ogni altitudine ma nella borsa ora e sempre fede e terapia e quest'amore per il paese che mai se ne va via Si trasforma però. E con un'altra medicina e una coppia serena e due bionde bambine ma passa il tempo sì e come passa in fretta oggi sulla mia pietra ci sono giacca e cravatta però anche voci di bambini e sempre di più... Io sono ancora quella casa lo sai anche tu... Avanti forza! E tutti faccia a terra! Mani incrociate e polsi ammanettati Con me si scherza poco e ricordate sono la legge io e sono divise graduate! Però se fate i bravi di notte e giorno e se la sera presto vi prende il sonno queste stanze risuonano di voci e risa e penzola a una sedia ogni nera divisa Ma la mattina ah no! Non vi illudete a due a due noi giriamo ancora il paese un sorriso, un saluto, una bella sigaretta se ce lo offrite anche un bollente caffè tanto tutti siete paese proprio come me Oggi ho spostato spazio e direzione ma rimango io di monito e di lezione Che tempi irraggiungibili e lontani che tempi senza violenza belli e sani la striscia rossa era il tuo amico in più... Io sono ancora quella casa lo sai anche tu... Quanti petali rossi io ho gettato dal balcone e quella coperta tutta a ricami d'oro penzoloni e quell'attesa di Maria e quella bella processione e quel galletto pieno di quella strana emozione E quanti inverni freddi e il cappotto a vita stretta e quanta neve mi ha imbiancato occhi e berretta e quanto vincotto viola in quel candido biancore dove una sola volta ancora una sola vorrei bere E amici e sigarette e mille voci antiche di piazza io ho custodito sempre e con grande dedizione una stanza per figlio e la salsiccia per colazione e due uova sbattute per pranzo cena e cenone E poi i nipoti a studiare sotto questo mio tetto sotto nuvole di fumo fitto sopra e sotto il letto certe volte io ho dovuto fare pure il barbagianni e ho usato inseguimenti e scopa e battipanni Come in ogni fiore ogni petalo vola col vento con un poco di nostalgia e tanto sentimento ora sembro vuota ma dentro io ho di più... Io sono ancora quella casa Lo sai anche tu... Sono stata di tutti e a tutti io ho dato voce al dolore alla gioia alla segreta confidenza qui dentro mai un giudizio o una sentenza sono da sempre solamente una speranza Ospiti illustri sempre ma anche viandanti un umile popolo sotto un monte innocente padre di questa forte e coraggiosa gente che di un chicco giallo di sole ne fa amore Ne fa tesoro di inverno e respiro del cuore Ho parlato con i miei santi con sentimento per loro io sono stata rifugio caldo e canto e la mia mamma celeste mi ha accarezzato sempre presente e viva nel bosco fatato Ogni giorno per strada o in processione ogni giorno in confessione o adorazione io sono antica molto di più di ogni tempo sono preghiera e voto e sono campana non c'è chiamata per me che resti vana Sono mura e pietra e altare e di più... Io sono ancora quella casa lo sai anche tu...