1033 nacque ad Aosta 1060 benedettino nel monastero di Bec, in Normandia, di cui divenne priore nel 1063 1076 1078 . Successivamente diversi dialoghi su La verità, Il libero arbitrio, La caduta del diavolo. Sino al termine della sua vita non cesserà l’attività intellettuale. 1093-1109 arcivescovo di Canterbury. Il suo motto fu: credo ut intelligam, ma nel contempo intelligo ut credam. Anselmo è persuaso che credere in Dio sia innanzi tutto un atto di ragione. Da ciò le due opere dedicate alle prove dell’esistenza di Dio: il Monologion (Soliloquio) in cui espone la prova a posteriori dei gradi di bene e di perfezione il Proslogion (Discorso rivolto ad altri) (primo titolo: Fides quaerens intellectum) in cui espone il famoso argomento a priori o prova ontologica. L’ argomento a priori, o prova ontologica, partendo dalla negazione di Dio da parte dello stolto dei Ps. 14, 1 e 53, 1, il quale per negarlo deve comunque possederne l’idea, è così formulato: Io penso l’Essere del quale non è possibile pensare uno maggiore (cioè Dio); Ma l’Essere del quale non è possibile pensare uno maggiore non può esistere solo nel pensiero, perché altrimenti nella realtà potrebbe esistere un Essere maggiore di quello che sto pensando, ma sarebbe una contraddizione; Pertanto, l’Essere del quale non è possibile pensare uno maggiore, cioè Dio, deve esistere anche nella realtà, oltre che nel pensiero. Il monaco Gaunilone, e successivamente Tommaso d’Aquino e Kant, nel «Liber…pro insipiente» contestò la validità dell’argomento sostenendo l’illegittimità del salto . Sarebbe come dire che poiché io penso l’isola sommamente felice essa deve esiste anche nella realtà. Anselmo controbatté osservando che l’idea dell’isola sommamente felice, essendo l’idea di qualcosa dalla perfezione finita, non può essere accostata all’idea dell’Essere supremo, perfezione infinita. Successivamente, filosofi come Cartesio, Spinoza, Leibniz, Hegel trovarono valido l’argomento ontologico, partendo dal presupposto che tra pensiero ed essere c’è continuità, e perfino identità, e non salto. Teologia e antropologia La teologia anselmiana segue da vicino quella di Agostino. Da questa però si differenzia per gli attributi divini che vanno considerati come aspetti dell’essenza di Dio. Per cui Dio non è buono ma è Bontà, non è giusto ma è Giustizia, non è amorevole ma è Amore, ecc. Quanto all’uomo, Anselmo sostiene che egli col peccato non ha perso la libertà e quindi la capacità di conservare la giustizia, che tuttavia abbisogna della grazia divina per essere riconquistata. Così anche la prescienza divina e la predestinazione alla salvezza non intaccano la libertà dell’uomo.