Fonti: Il Post, Wikipedia, Il
Sole 24 ore
Le sommosse popolari nello Yemen sono
contemporanee alle proteste nel mondo arabo
del 2011 , a causa degli autocratici regimi al
potere, della corruzione dilagante e
dell'aumento vertiginoso dei prezzi dei
generi di prima necessità
V A, LICEO CLASSICO "A. PANSINI", NAPOLI. A.S.
2014-2015
V A, LICEO CLASSICO "A. PANSINI", NAPOLI. A.S.
2014-2015
NOME
COMPLETO:
Repubblica unita
dello Yemen
(‫)الجمهوريّة اليمنية‬
LINGUA
UFFICIALE:
arabo
CAPITALE:
Sana’a (‫)صنعاء‬
FORMA DI
GOVERNO:
Repubblica
presidenziale
SUPERFICIE:
527 970 km²
POPOLAZIONE:
24.052.514 ab.
CONTINENTI:
Asia
CONFINI:
Arabia Saudita,
Oman, Mar Rosso,
Golfo di Aden, Mar
Arabico
Lo Yemen rappresenta il più povero dei paesi della
penisola arabica. Il paese è uno dei meno sviluppati del
pianeta con il PIL all'87º posto tra quelli mondiali. La
corruzione dilagante è il primo ostacolo allo sviluppo
del paese, e limita gli investimenti locali ed
internazionali. Gli investimenti esteri infatti rimangono
in gran parte concentrati intorno dell'industria
petrolifera della nazione.
Il clima è prevalentemente tropicale; sulla costa le
estati sono molto calde e umide, temperate sugli
altopiani. per quanto riguarda le precipitazioni, sono
più frequenti nelle aree montuose, mentre nelle
zone interne sono scarse ed il terreno è perlopiù
arido.
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Giacimento di petrolio nello Yemen
Le prime manifestazioni contro il governo di
Ali Abdullah Saleh sono partite il 18 gennaio,
sull’onda dell’Egitto e della Tunisia.
Le strade della capitale Sanaa e di molte altre città
del paese si riempiono di manifestanti che
protestano contro la crescente povertà (il reddito
medio pro-capite annuo è di appena 1.060 dollari,
un terzo della popolazione soffre la fame cronica e
il 41,8% vive con meno di 2 dollari al giorno),
contro la corruzione e la censura del governo. Il
presidente Saleh -al potere da 32 anni - aveva
inizialmente cercato di placare la rivolta con
alcune concessioni ma ha fatto poi intervenire
l’esercito. Il 3 febbraio in più di ventimila
scendono in piazza per “il giorno della rabbia”.
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Ali Abdullah Saleh
Manifestanti, 3 febbraio 2011
• La situazione è cambiata in favore dei manifestanti
a fine marzo, quando una parte dell’esercito ha
deciso di abbandonare il governo e passare dalla
parte della popolazione in rivolta.
Infatti dopo il massacro del 18 marzo 2011 (52
morti) il generale a capo della prima divisione
blindata dell’esercito, Ali Mohsen Saleh al-Ahmar,
annuncia che i suoi soldati sarebbero stati dispiegati
nella capitale Sanaa per proteggere la popolazione.
https://www.youtube.com/watch?v=CrgqSGxQtP
w
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Saleh al-Ahmar
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Il 3 giugno il presidente Saleh è
vittima di un attentato in una
moschea. Saleh riporta ustioni sul
40% del corpo e un polmone
collassato è trasferito in un
ospedale in Arabia Saudita. I
manifestanti festeggiano per la
notizia che Saleh se ne sia andato
anche solo per curarsi gridando
slogan come “Oggi lo Yemen è
rinato” e “Il regime è
crollato”. Il presidente in un
messaggio audio ha accusato la
tribù Hashed del leader
dell’opposizione Sadiq al-Ahmar
di essere dietro l’attacco.
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Luogo dell’attentato
 L’8 ottobre 2011 Ali Abdullah Saleh, dopo più di
otto mesi di proteste, ha annunciato in un discorso
alla tv dello Stato che si dimetterà precisando però
che non consegnerà il potere agli oppositori. «Non
voglio il potere e lo lascerò nei prossimi giorni »,
aggiungendo che «ci sono uomini sinceri, siano essi
militari o civili che sono in grado di governare lo
Yemen». Le sue dichiarazioni arrivano il giorno dopo
la consegna del Nobel per la Pace a Tawakkul
Karman, l'attivista per i diritti civili che ha svolto un
ruolo di primo piano nelle rivolte in corso nello
Yemen da gennaio.
 Il 23 novembre firma il piano del Consiglio
del Golfo, documento che aveva precedentemente
respinto. Così ha accettato di trasferire legalmente
l'ufficio e poteri della presidenza al suo vice, Abd
Rabbo Mansur Hadi.
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Abd Rabbo Mansur Hadii
«È un premio per tutte le donne dello Yemen», ha
dichiarato l'attivista Tawakkul Karman alla notizia del
Nobel per la pace che ha dedicato «a tutti gli attivisti
della Primavera araba».
Tawakkul Karman (7 febbraio1979) è la fondatrice del
movimento “Giornaliste senza catene”. In una
Conferenza sui diritti umani del 2004 si tolse il niqāb
(velo) e esortò le altre donne a farlo. E’ stata
arrestata due volte per aver organizzato delle
manifestazioni contro Saleh ed è stata più volte
minacciata ma ha continuato a prendere parte alle
proteste.
Le donne manifestanti (sebbene accusate da Saleh di
«non essere delle buone musulmane») sono sostenute
dal movimento islamico d'opposizione Islah. Anche se
nelle università yemenite le ragazze sono solo il 13%
delle matricole secondo l'intellettuale Jamila Ali Raja
occuperanno «un ruolo nel riscrivere la Costituzione
perché non ci accontentiamo di far numero nelle
manifestazioni».Sarebbero molte le innovazioni da
introdurre in ambito giuridico, visto che la violenza in
famiglia non è reato, le donne non diventano mai
maggiorenni e a prendere le decisioni (compreso a quale
età sposarsi e con chi) è il loro padre.
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Il 21 febbraio si sono tenute le prime elezioni
presidenziali a suffragio universale della storia
dello Yemen. Abd Rabbo Mansur Hadii, unico
candidato è stato eletto con il 99,8% dei voti. La
vittoria non è stata certo intesa come una svolta
democratica, ma semplicemente come uno
spostamento di potere da Saleh a Hadii.
“This election will give another impression on democracy in
Yemen, we could hardly educate people about democracy, by
applying a one- candidate election we will damage what we
have achieved already, we are in a high illiterate country and
this is how people will receive democracy from now on.”
- Mohammed Al-Masawa, capo di Rushed,
ONG per la sensibilizzazione alla democrazia
V A, LICEO CLASSICO "A. PANSINI",
NAPOLI.
A.S.
Fonte:
Yemen Times
2014-2015
“Queste elezioni daranno un’altra impressione
della democrazia in Yemen, difficilmente
potremmo educare le persone sulla
democrazia, dall’applicazione di un solo
candidato noi distruggeremo ciò che abbiamo
già ottenuto, siamo un Paese con un alto tasso
di analfabetismo e questo è come le persone
riceveranno la democrazia d’ora in poi.”
Dalle ultime elezioni però la situazione
nello Yemen è lentamente degenerata.
Nel nord del Paese, gli Houthis (gruppo
di ribelli di religione sciita attiva dal
2004) hanno intensificato gli sforzi per
cacciare il governo dal loro territorio,
portando disordini nelle città. Il governo
inoltre è osteggiato fortemente
dall’Islah. n movimento politico
religioso sunnita molto simile ai Fratelli
Musulmani egiziani. Infine il Paese
(specialmente il Sud) è costantemente
colpito dagli attacchi raid americani, in
quanto lo Yemen è una delle più forti basi
di al- Qaida al mondo.
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2014-2015
Gruppo di Houthis
Bandiera del gruppo terroristico al Qaida
CAOS IN YEMEN
19 gennaio 2015
In Yemen siamo ad un "passo verso il golpe", ha annunciato il
ministro dell'Informazione Nadia Sakkaf dopo gli intensi
scontri che questa mattina sono esplosi a Sanaa vicino al
palazzo presidenziali tra i ribelli sciiti Houthi e i militari. I
miliziani - ha aggiunto - hanno assaltato l'agenzia di stampa
ufficiale e la stazione tv.
21 gennaio 2015
Gli Houthi hanno attaccato e, dopo un breve conflitto a
fuoco con le forze di sicurezza, conquistato il palazzo
presidenziale. Abd-Rabbu Monsour Hadi, presidente
dello Yemen, in pratica è agli “arresti domiciliari” ha detto
un funzionario del governo di Sana’a.
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2014-2015
22 gennaio 2015
Mentre inizialmente si è cercato un accordo tra il
presidente e gli Houthis , il quale prevedeva una
nuova Costituzione, nel pomeriggio il premier
Baha si dimette. Hadi chiede le dimissioni ma il
Parlamento le rifiuta. Il Paese rischia di cadere
nell’anarchia
24 gennaio 2015
Centinaia di migliaia di persone si sono riunite
dopo le usuali preghiere del venerdì per dare
vita a imponenti manifestazioni a favore dei
combattenti Houthi dell'organizzazione
Ansarullah che si sono tenute tanto a Sanaa
quanto in dozzine di altre città e centri dello
Yemen.
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