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Palermo:
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I popoli che ne diedero il nome.
I principali beni artistici.
I mercati.
La gastronomia.
Le tradizioni popolari.
Santa Rosalia (Patrona di Palermo).
• La nostra scuola:
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I plessi.
La Mission e l’offerta formativa.
I laboratori.
Contatti.
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Tanti nomi per una città:
si comincia intorno al 734 a. C.
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Ziz: nome dato dai Fenici che significa “fiore”.
Panormos o Panhòrmos: nome dato dai Greci che deriva dall'unione di due parole
Pan (tutto) ed Hòrmos (porto). Fu chiamata così perché i due fiumi che la
circondavano (il Kemonia e il Papireto) creavano un enorme approdo naturale.
• Panormus: i Romani modificarono così la pronuncia greca.
• Balarm: nome dato dagli Arabi.
• Balermus: i Normanni modificarono così la pronuncia araba che, successivamente,
divenne Balarmuh con la pronuncia Bal(e)rmuh.
Ed infine… Palermo…
che possiede una storia millenaria ed un notevole patrimonio artistico ed architettonico
(resti di mura puniche, ville in stile liberty, residenze in stile arabo-normanno, chiese
barocche, teatri neoclassici, …) perché non furono solo questi i popoli che lasciarono il
loro “segno” storico-culturale, ma arrivarono anche i Cartaginesi, i Bizantini e poi ancora
gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, i Borboni…
L’arte… un bene da salvaguardare!
Chiesa S. Giovanni degli Eremiti
e chiostro (800; riv. 1142)
Fontana Pretoria (1554-55)
Palazzo dei Normanni (800-1072)
Cappella Palatina (1130-1143)
Castello della Zisa (1165-67)
Cattedrale (1179-85)
Chiesa della Martorana
(Santa Maria dell'Ammiraglio) (1143)
Teatro Massimo (1875-97)
Chiesa della Magione (o Chiesa
della SS. Trinità) e chiostro (1191)
Nei dintorni di Palermo… questo e tanto altro!
Duomo di Monreale PA (1176-82)
Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale PA (1347)
Castello di Caccamo PA (1300)
Il Capo: fu chiamato, in periodo normanno, Seralcadio dal nome
Sani-el-Kadì (strada del magistrato), infatti alle spalle del mercato
sorge il tribunale della città. Il Caput Seralcadii (Capo) era la parte
superiore del quartiere. Oggi rientra nel quartiere del Palazzo RealeMonte di Pietà. Viene menzionato per la prima volta in un documento
del XIII secolo come mercato di “grascia” (alimenti in genere e per
l’ottima qualità del pesce in particolare).
Ballarò: è forse il più antico mercato alimentare, se ne hanno tracce
negli scritti di un viaggiatore arabo del X sec. Le origini del suo nome
non sono chiare, alcuni sostengono che derivi da “balalah”
(confusione), mentre altri lo attribuiscono a “segelballarat” (piazza del
mercato). La tesi che convince di più è quella secondo cui il nome
deriva da “Balhara”, un antico villaggio presso l’attuale Monreale da
cui giunsero i primi commercianti arabi che popolarono il mercato.
Ballarò si trova vicino alla stazione centrale.
La Vuccirìa: questo mercato è sicuramente più giovane del Capo e
di Ballarò. Il suo nome, di origine angioina, è da attribuire alla
storpiatura del termine “boucherie”, che in francese indica il mercato
della carne. In seguito il nome diventa “bocceria della foglia”, ad
indicare che ormai vi si trovavano anche frutta e verdura ed infine si
trasforma definitivamente in “Vucciria” nel XVIII sec. Alcuni
sostengono che il nome sia un riferimento alla confusione che di
solito regna nel mercato e che in palermitano si dice, appunto,
“vucciria”. Ma è più probabile che questa sia una conseguenza del
nome del mercato piuttosto che la causa.
(solo qualche esempio!)
Arancine
Cassata
Pasta con le sarde
Panelle
Stigghiola
Cannolo
Pesce spada alla siciliana
Pane ca meusa (milza)
Frutti di Martorana
Caponata di melanzane
Sapete che la storia del Carretto Siciliano risale ai primi dell‘Ottocento? Infatti,
fino al '700, l’isola aveva poche strade percorribili e ciò limitava i trasporti.
I lati del carretto siciliano sono decorati con pitture artigianali realizzate su legno
che rappresentano personaggi appartenenti alla tradizione cavalleresca dei
“Paladini di Francia", alla mitologia, alla cronaca, alla letteratura oppure a soggetti
di fantasia. Queste raffigurazioni erano anche un mezzo per raccontare fatti di
storia, incontri di sovrani, avventure, etc. perchè in quell'epoca molti non sapevano
leggere né scrivere.
I carretti sono veicoli buffi, diversi tra loro e dipinti fin sui raggi delle ruote ed il
cavallo che li trascina è “bardato” con pennacchi, nastri, campanellini, specchietti,
… è, insomma, “vestito a festa”.
L’opera dei pupi è il teatro tradizionale siciliano delle marionette attraverso cui
vengono narrate le avventure dei paladini di Carlo Magno. Un tempo i “cuntisti”
(cantastorie) offrivano agli spettatori le storie di Orlando, Rinaldo, la bella Angelica
e i terribili guerrieri saraceni a puntate. I pupi, vestiti con armature di metallo
lavorate artigianalmente, sono protagonisti di intrigate vicende di incantesimi,
tradimenti, inganni, amore, duelli e battaglie.
Il “pupo” simboleggiava il riscatto di giustizia, la rabbia dell’oppresso e il desiderio
di combattere e vincere l’oppressore.
Oggi il teatro dei pupi continua a vivere a Palermo grazie all’impegno di poche
famiglie che si tramandano l’attività di padre in figlio. La famiglia di pupari più
famosa è quella di Cuticchio, mentre al Museo Internazionale delle Marionette
sono conservati più di tremila pezzi provenienti da tutto il mondo tra pupi, burattini,
ombre, attrezzature sceniche e cartelli.
(Patrona della città di Palermo)
Rosalia Sinibaldi era una ricchissima e nobile fanciulla
palermitana di origine normanna nata nel 1130 e morta nel 1166.
Rosalia si era ritirata in una grotta sul monte che sovrasta
Palermo (Monte Pellegrino), presumibilmente da monaca, per
condurre una vita da eremita, rinunciando alla ricchezza e agli
agi della nobiltà.
Da allora nessuno mai seppe la fine di questa nobile fanciulla.
Dopo secoli, nel 1624, mentre a Palermo la peste mieteva
vittime, lo spirito di Rosalia apparve in sogno prima ad una
donna ammalata di peste, poi ad un uomo. A quest'ultimo
Rosalia indicò la strada per ritrovare i suoi resti ossei e chiese di
portarli in processione per la città.
Nella grotta indicata, dove oggi sorge il santuario, furono trovate
le reliquie che vennero portate in processione e, ove passavano i
resti della Santa, gli ammalati guarivano così la città fu liberata in
pochi giorni dall'orribile incubo.
Da allora l’appuntamento si ripete ogni anno il 15 luglio con
l’uscita di un carro, trainato da buoi, che porta in trionfo la statua
di Santa Rosalia per le vie principali della città. Il “festino” ha
inizio due giorni prima ed ogni anno viene proposto un tema
nuovo per dare maggior rilievo alle celebrazioni arricchite da
spettacoli, musica, fuochi d’artificio e tanto folklore.
Il carro
L’altare della “Santuzza” al Santuario
Plesso “Bonagia”
Sede centrale del Circolo
Scuola dell’infanzia
Scuola primaria
Plesso “Via del Bassotto”
Scuola dell’infanzia
Plesso “Aloi”
Scuola dell’infanzia
Scuola primaria
Plesso “Bartolomeo
Tomasino”
Scuola dell’infanzia
Scuola primaria
Mostra mercato.
Riciclo, riuso, creo e ... mi diverto
“Festa del dolce di mamma”.
Una manifestazione destinata a
rivalutare il dolce genuino fatto in
casa, per riscoprire i sapori dei tempi
passati.
“Festa dell’autunno e della frutta di
martorana”.
Manifestazione volta alla valorizzazione
dei prodotti tipici siciliani.
E poi ancora tante… tante…. tante, ma tante altre… attività!
Laboratorio musicale
Laboratorio scientifico
Laboratorio multimediale
Questo è solo un assaggio di ciò che la nostra scuola
offre al territorio. Molte sono le attività che coinvolgono
anche i genitori, i nonni, le associazioni, … e che mirano
a salvaguardare il patrimonio artistico, storico, culturale e naturale.
Vi invitiamo a visitare il nostro sito web e, perché no, a
venirci a trovare.
Direzione Didattica Statale
“BONAGIA”
Distretto scolastico n. 41
Via Del Castoro,13 – 90125 Palermo
Tel./ Fax 091/ 444138 – 091/6481316
C.F. 800 566 30 827
e-mail: [email protected]
www.ddbonagia.it
Dirigente scolastico:
Dott.ssa Margherita Santangelo
Referente: ins. Leda Tamburello
E-mail: [email protected]
Cell.: 328 4116880
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Palermo – Bonagia - Cammino della Speranza