Markers tumorali
Prof.ssa Lucia Malaguarnera
Si definisce marker tumorale il prodotto
metabolico o un componente specifico, prodotto
dalle cellule maligne che segnala la presenza di
un tumore. A questi segnali appartengono:
• 1. SOSTANZE ESPRESSIONE DELL'INTERAZIONE
TUMORE/OSPITE
• 2. SOSTANZE PRODOTTE PREVALENTEMENTE DAL
TUMORE
SOSTANZE ESPRESSIONE
DELL'INTERAZIONE TUMORE/OSPITE
• Appartengono a questa categoria numerosi
parametri ematochimici classici
(es. VES, enzimi epatici, proteine della fase
acuta, indicatori di catabolismo osseo, ...)
Significato:
• Sono indicatori di danno del tessuto normale
invaso dal tumore
• Sono abitualmente indicatori efficaci di
malattia neoplastica avanzata
SOSTANZE PRODOTTE
PREVALENTEMENTE DAL TUMORE
• Si tratta di prodotti legati al fenotipo maligno
• Sono indicatori biologicamente più precoci in
quanto espressamente legati alla presenza del
tumore
COSA INDICA IL LIVELLO EMATICO DI UN MARKER?
IL LIVELLO EMATICO DI UN MARKER E' LA RISULTANTE DI
NUMEROSI FATTORI:
FATTORE:
• Produzione e rilascio da parte
del tumore
• Produzione e rilascio da altri
tessuti
• Sostanze cross-reattive
• Diluizione nel torrente
circolatorio
• Metabolismo
• Escrezione
EFFETTO SUL LIVELLO
DEL MARKER:
• Aumento
• Aumento spurio
• Aumento spurio
• Diminuzione
• Diminuzione
• Diminuzione
I MARKERS POSSONO ESSERE
IDENTIFICATI DALLA SEGUENTE
DEFINIZIONE OPERATIVA:
1. Sono sostanze espresse sia dai tessuti
neoplastici che dai tessuti normali
2. Vengono prodotti in maggior quantità dai
tessuti tumorali (indicatori quantitativi, non
qualitativi, del tumore)
3. Sono presenti nel sangue in quantità
proporzionale alla massa del tumore
4. Sono misurabili nel sangue anche nei soggetti
senza tumore
CLASSIFICAZIONE
Sono possibili diversi criteri di
classificazione. Fra essi:
1. secondo le caratteristiche biologiche
2. secondo la specificità tissutale
3. secondo l’utilità clinica
CLASSIFICAZIONE SECONDO LE
CARATTERISTICHE BIOLOGICHE
1. Molecole con struttura chimica nota
2. Glicoproteine di cui si sono identificati
gli epitopi che caratterizzano il marker
3. Anticorpi prodotti dall’ospite diretti
contro molecole espressione del fenotipo
del tumore
4. Cellule tumorali circolanti
1. MOLECOLE A STRUTTURA
CHIMICA NOTA
MOLECOLE A STRUTTURA CHIMICA NOTA
• Enzimi/isoenzimi: PAP, NSE, Fosfatasi Alcalina,
PSA
• Ormoni/subunità: HCG, calcitonina, tireoglobulina
• Prodotti di differenziazione: poliamine, acidi
sialici, ferritina, beta-microglobulina
• Molecole di adesione: CEA Molecole di
trasporto: AFP Citocheratine: TPA,
Cyfra21.1,TPS, TPAcyk
2. GLICOPROTEINE DI CUI SI SONO
IDENTIFICATI GLI EPITOPI CHE
CARATTERIZZANO IL MARKER
CA19.9
CA15.39
MCRC
CA50
MCA
CA242
CA195
CA54
........
CA72.4
M26
........
CA125
M29
........
AUTOANTICORPI CIRCOLANTI GENERATI CONTRO
MOLECOLE
CARATTERISTICHE
DEL
FENOTIPO
TUMORALE CON POSSIBILE RUOLO COME MARKERS
• anti P53
• anti p185/neu
4.CELLULE TUMORALI IN MATERIALI BIOLOGICI:
PRIME ESPERIENZE DI IMPIEGO COME MARKERS
TUMORALI
Sonda
Parametro
valutato
Patologia
studiata
Liquido
biologico
PSA
espressione RNA
ca. prostatico
Sangue
PCA3
espressione RNA
ca. prostatico
Sangue
Citocheratina 20
espressione RNA
ca. mammario
Sangue
K ras, p53
mutazioni DNA
ca. del colon
Feci
K ras, p53
mutazioni DNA
ca. del polmone
Escreato
CLASSIFICAZIONE SECONDO LA
SPECIFICITA' TISSUTALE
I markers tumorali possono essere
suddivisi schematicamente in tre gruppi:
• 1. Markers con elevata specificità d’organo
• 2. Markers con specificità per tipo cellulare
• 3. Markers correlati quantitativamente con un
dato tipo istologico
1. MARKERS CON ELEVATA
SPECIFICITA' D'ORGANO
MARKER
ORGANO
TG
TIROIDE
PSA
PROSTATA
HGC
SINCIZIOTROFOBLASTO
IgG
DISCRASIE
PLASMACELLULARI
2. MARKERS CON SPECIFICITA' PER TIPO
CELLULARE
Marker
Principali neoplasie che possono esprimere il
marker
Calcitonina
-
Carcinoma midollare della tiroide
Carcinoidi
Tumori endocrini del tubo digerente
SCLC
NSE
-
SCLC - Tumori neuroendocrini
Neuroblastoma
Tumore di Wilms
Melanoma
Linfomi
Teratomi
Timoma
Serotonina e
metaboliti
- APUDomi
3.MARKERS PREVALENTEMENTE ASSOCIATI
AD UN DATO TIPO ISTOLOGICO
SCC
TPA
Cyfra21.1
TPS
TPAcyk
CEA
Markers mucinici
CA19.9
CA15.3
MCA
CA50
CA195
- Carcinomi di tipo squamoso
- Adenocarcinomi
UN QUESITO COMUNE: I MARKERS MUCINICI (CA19.9,
CA15.3, CA125...) HANNO SPECIFICITA' D'ORGANO?
Sostanzialmente no. Diverse neoplasie, specie se avanzate,
possono infatti provocare incrementi dello stesso marker mucinico
MARKER
Principali neoplasie in cui si possono rilevare
incrementi in fase avanzata
CA 19.9
Cancro del colon, dello stomaco, del pancreas, dell'ovaio
CA 125
Cancro dell'ovaio, della mammella, del polmone, del
pancreas, del colon
CA 15.3
Cancro della mammella, dell'ovaio, del pancreas, del
polmone
CA 72.4
Cancro dello stomaco, del colon, del pancreas, della
mammella
POSSIBILI FUNZIONI
Studi recenti suggeriscono che alcuni markers abbiano delle specifiche
funzioni potenzialmente vantaggiose per il tumore.
Questo rappresenta un ulteriore razionale alla determinazione dei markers tumorali nella pratica clinica
AFP
Funzione di trasporto degli acidi grassi nella cellula neoplastica
CEA
Molecola di adesione appartenente alla superfamiglia delle
immunoglobine. Possibile ruolo nei meccanismi di adesione cellulare, di
diffusione e di attecchimento delle metastasi
Markers mucinici (CA19.9, CA125, CA15.3)
Funzione protettiva nei confronti dell'attività citotossica dei linfociti
attivati favoriscono l'adesione piastrinica (formazione di emboli
neoplastici, possibile vantaggio nella disseminazione metastatica
CAUSE DI INCREMENTO NON DOVUTE A TUMORE
a) Cliniche
1. Eventi fisiologici abitudini voluttuarie
2. Patologie non tumorali (di organo o di sistema)
3. Manovre diagnostiche
b) ANALITICHE
CAUSA
MARKERS
INTERESSATI
Autoanticorpi anti-tireoglobulina
Tireoglobulina
Somministrazione parenterale di anticorpi monoclonali
CEA, CA125,
CA72.4
Effetto gancio (concentrazioni molto elevate di antigene)
markers diversi
CAUSE DI VARIAZIONI NON SPECIFICHE
DEI MARKERS TUMORALI
Il giudizio di positivita' su una singola determinazione di
un marker tumorale va considerato sempre come una
scelta convenzionale che deve essere guardata con grande
prudenza nelle decisioni cliniche e comunque sempre
confermato se patologico.
METODI DI MISURA
Alcune informazioni di base relative ai metodi di
dosaggio dei markers sono importanti al fine della
corretta interpretazione dei dati clinici
I markers tumorali vengono misurati con metodi
immunometrici
I metodi immunometrici riconoscono una determinata
sostanza sulla base della specificità di un anticorpo
generato contro di essa
MARKERS TUMORALI: IMPATTO DEL METODO NELLE
DECISIONI CLINICHE
METODI IMMUNOMETRICI - QUANTO PESANO
RIPETIBILITA' E ACCURATEZZA NELLE DECISIONI
CLINICHE?
I metodi immunometrici presentano due caratteristiche
che hanno conseguenze importanti sulla ripetibilità e
sull'accuratezza dei dosaggi:
Basso ordine di grandezza delle concentrazioni misurabili
(10-9 -10-12 g): influenza sulla precisione
Tipo indiretto di misurazione (confronto di
immunoreattività con uno standard): influenza
sull'accuratezza
PRECISIONE: RIPETIBILITA' DI UN
RISULTATO
Le variazioni eventualmente riscontrate fra prelievi
successivi hanno significato clinico o sono dovute
alla imprecisione del metodo?
Una variabilità del 10% può essere considerata
accettabile
In genere, la ripetibilità è più scarsa a livelli bassi
del marker
Per valutare correttamente i dosaggi ripetuti di un
marker bisognerebbe conoscere la precisione del
metodo alla concentrazione in esame
ACCURATEZZA: SOMIGLIANZA
FRA RISULTATO E VALORE VERO
Le eventuali variazioni riscontrate fra prelievi successivi hanno
significato clinico o sono dovute all'uso di metodi diversi per uno
stesso marker?
- I metodi immunometrici riconoscono una sostanza per analogia
con uno standard. L'identità fra standard e sostanza è
convenzionale se mancano standard internazionali di riferimento
come avviene per la maggior parte dei markers.
Attenzione: non tutti i metodi commerciali sono attualmente
calibrati contro lo standard internazionale disponibile.
INTERPRETAZIONE DEL DATO DI LABORATORIO
Nella pratica clinica possono verificarsi due possibilità:
- Disponibilità di un solo prelievo
- Disponibilità di più prelievi seriati nel tempo
DISPONIBILITA' DI UN SOLO
PRELIEVO
In pratica non esiste un marker assoluto (positivo in tutti
i casi di tumore, negativo in tutti i sani). E' pertanto
necessario distinguere tra valore normale e valore
patologico.
Nel far ciò si deve stabilire un valore soglia
positivo/negativo che si calcola sulla base dei livelli di
marker trovati nei soggetti normali e che permette di
definire le performances diagnostiche del marker.
Attenzione! Il concetto di positivo o negativo va guardato
con ponderatezza in quanto valori positivi possono
facilmente verificarsi in condizioni non tumorali e valori
negativi possono rilevarsi in pazienti affetti da tumore,
specialmente nelle fasi iniziali
DISPONIBILITA' DI PIU'
PRELIEVI SERIATI NEL TEMPO
In questo caso, il primo prelievo disponibile per ogni
paziente costituisce la base su cui confrontare i
successivi dati.
Obiettivo di questo approccio è l'identificazione di
variazioni significative nel tempo.
Per fare questo sono allo studio dei metodi matematici
mentre sono correntemente applicati dei criteri
empirici.
QUANDO USARE I MARKERS TUMORALI
1. Screening
2. Diagnosi di tumore primitivo
3. Metastasi a partenza ignota
4. Tumore già diagnosticato
5. Monitoraggio dopo la terapia primaria a breve termine
6. Monitoraggio dopo la terapia primaria a lungo termine
7. Monitoraggio terapia nella malattia avanzata
SCREENING
I markers tumorali hanno sensibilità e specificità limitate.
Non devono quindi essere usati in programmi di screening
su popolazione generale.
In alcuni casi i markers possono essere usati per screening
di popolazioni selezionate con maggior rischio di tumore.
- CT nei consanguinei dei pazienti con cancro midollare della
tiroide
-AFP nell'epatopatia cronica evolutiva
- PSA nei maschi adulti dopo i 60 anni (rapporto
costo/efficacia ancora in valutazione)
DIAGNOSI DI TUMORE PRIMITIVO
(Diagnosi differenziale fra tumore e malattia benigna )
Generalmente, i markers tumorali non possono essere
di aiuto diagnostico per la limitata specificità e
sensibilità.
Fanno eccezione alcuni markers dotati di alta
specificità tissutale che possono essere usati in alcune
particolari patologie:
• cancro a piccole cellule del polmone (NSE)
• cancro midollare della tiroide (CT)
• cancro del testicolo (AFP, HCG)
• cancro dell’ovaio (AFP, HCG)
• coriocarcinoma (HCG)
• neoplasie endocrine secernenti specifici ormoni
RICERCA SEDE DI ORIGINE
DI METASTASI A PARTENZA IGNOTA
L'uso dei markers può essere utile solo nel
caso di tumori secernenti markers tessuto
specifici.
TUMORE PRIMITIVO GIA' DIAGNOSTICATO
In questo caso il dosaggio dei markers deve essere fatto
per:
1. Avere un valore basale prima della terapia
2. Avere indicazioni indirette sulla estensione della
malattia (i livelli ematici dei markers sono proporzionali
alla massa del tumore)
3. Avere indicazioni aggiuntive circa l'istotipo per i tumori
nei quali diversi isotipi producono markers diversi
4. Avere indicazioni prognostiche aggiuntive
MONITORAGGIO A BREVE TERMINE
DOPO LA TERAPIA PRIMARIA
Livelli elevati persistenti dopo una terapia ritenuta
radicale suggeriscono la possibile presenza di malattia
occulta, residua o disseminata
Variazione dei livelli (anche all'interno del range di
normalità) possono indicare la capacità del tumore di
esprimere il marker (caratterizzazione fenotipica)
Il marker può incidere sulle decisioni cliniche in modo
critico (restaging, terapia adiuvante, periodicità del
follow-up)
MONITORAGGIO A LUNGO TERMINE
DOPO LA TERAPIA PRIMARIA
L'incremento del livello di un marker tumorale può
suggerire la ripresa della malattia
L'incremento del livello del marker può precedere di
parecchi mesi (3-12) l'evidenza clinico/strumentale
della ripresa della malattia
Nel caso di neoplasie curabili in fase avanzata il
marker può incidere in modo critico sulle decisioni
cliniche (trattamento precoce dalla ripresa della
malattia)
In questa fase della malattia i pazienti sono in genere
sottoposti ad interventi diagnostici e terapeutici intensivi.
Una quota rilevante delle richieste di dosaggio dei markers è
mirata a questa fase della malattia.
In generale, i markers sono indicatori di risposta o di
fallimento della terapia più efficaci e precoci degli
indicatori clinico-strumentali correntemente utilizzati
Markers diversi possono essere diversamente efficaci
nell'indicare la risposta o il fallimento (es: nel cancro
mammario metastatico la risposta alla terapia è indicata
più precocemente dal TPS e il fallimento dal CA15.3)
La definizione di protocolli di utilizzo e di criteri
decisionali costituisce una promettente area di sviluppo
per l'uso clinico dei markers.
Fra i markers da utilizzare, da un punto di vista pratico si può
distinguere fra markers sicuramente utili e markers
probabilmente utili
• Markers di prima scelta. Markers sicuramente utili per i quali
esiste una solida letteratura biologica e clinica, tale da garantire
nell'utilizzo routinario un rapporto costo/risultato favorevole.
•
Markers di seconda scelta. Markers probabilmente utili per i
quali ad una letteratura biologica consolidata non fa riscontro
una verifica clinica definitiva del rapporto costo/risultato.
Inseriti in protocolli di valutazione clinica possono dare
informazioni addizionali.
•
Markers affini. Diversi biomarcatori appartengono a famiglie
chimiche nell'ambito delle quali esistono più markers dai quali ci
si dovrebbero attendere prestazioni simili in una data patologia
(markers mucinici, markers citocheratinici).
Attenzione, l'associazione di più markers affini è una scelta di tipo
alternativo.
MONITORAGGIO DELLA TERAPIA PER LA MALATTIA
DISSEMINATA
In alcune neoplasie questa situazione clinica coinvolge un
numero non trascurabile di pazienti.
Percentuale media di sopravvivenza a cinque anni dalla
diagnosi di malattia metastatica in alcune neoplasie:
carcinoma del testicolo
56%
carcinoma della prostata
carcinoma della mammella
carcinoma dell'ovaio
carcinoma della vescica
30%
19%
18%
10%
carcinoma del colon-retto
6%
Ca della Prostata
PSA (antigene prostatico specifico)
Glicoproteina prodotta dalle cellule epiteliali
dell’acino e dei dotti della ghiandola
prostatica
Attività: enzimatica proteolitica, mantiene
solubile il liquido seminale
Rischio di tumore prostatico in relazione al livello di
Diagnosi: Ca della prostata
Non discrimina l’adenoma dal carcinoma
Ipertrofia: i valori superano solo
eccezionalmente i 20 ng/ml
Concentrazioni plasmatiche: VN 0-4 ng/ml
Cut-off ( 20 ng/ml)
Marcatori di seconda scelta: TPA, TPS, CA50
Cromognanina A
PSA
PSA compreso tra 2 e 4 ng/ml
20 %
PSA compreso tra 4 e 10 ng/ml
40 %
PSA superiore a 10 ng/ml
65 %
TPS: antigene polipeptidico tissutale
specifico
categoria: frammenti solubili della citocheratina 18
natura chimica: proteina
peso molecolare: 29-45 kD
immunogeno: frammento purificato della citocheratina 18
(M3)
epitopi: uno (M3)
anticorpi utilizzati per la misura: uno monoclonale e uno
policlonale
tempo di dimezzamento: non noto
principali cause non oncologiche di incremento: patologia
benigna del tratto gastroenterico, del fegato (acuta,
cronica), del pancreas, del rene, processi infiammatori
acuti, traumatismi recenti
TPA: antigene polipeptidico tissutale
categoria: frammenti solubili delle citocheratine 8, 18 e 19
natura chimica: proteina
Liberato nel plasma dalle cellule in duplicazione
peso molecolare: 10-50 kD
immunogeno: pool di tumori umani
epitopi: probabilmente numerosi
Serve a valutare l’aggressività di una neoplasia in
associazione ad altri marcatori
Diagnosi: Carcinoma tratto gastro-enterco, urinario,
polmonare, tiroideo, mammario,pancreatico
anticorpi utilizzati per la misura: policlonali e monoclonali
principali cause non oncologiche di incremento: patologia
benigna del tratto gastroenterico, del fegato (acuta,
cronica), del pancreas, del rene, processi infiammatori acuti,
traumatismi recenti. Alcolisti
VN 0-80 mU/ml
cut-off: > 90 mU/ml
Ca della Mammella
MCA (Mucinus-like Carcinoma associated antigen)
Glicoproteina mucino simile
Nella maggior parte degli epiteli mucinosi
I livelli sono ben correlati con l’estensione della malattia,
il numero di linfonodi coinvolti, le sedi di metastasi
Concentrazioni plasmatiche: VN 0-14 U/ml
Impiego:
Diagnosi: Tumori Cistici mucinosi
Monitoraggio post-intervento per malattia residua o
recidive occulte
Altri marcatori: Osteocalcina plasmatica- Idrossiprolina
(urinaria) ( Metastasi)
Ca della Mammella
CA-15.3
Glicoproteina mucino simile
Sulle cellule alveolari e dei dotti ghiandolari normali e
neoplastici
Positività nel 20-25% e nel 60-80% in corso di metastasi
Diagnosi: Ca della mammella, Neoplasie polmonari,
epatiche, gastrointestinali, prostatiche endometriali
Patologie benigne: malattie epatiche croniche e malattie
infiammatorie dell’apparato respiratorio
Concentrazioni plasmatiche: VN 0-30 U/ml
Cut-off ( 35U/ml)
Valutazione grossolana
Tumori del polmone
4 Tipi Istologici fondamentali
Non esiste un marcatore totalmente attendibile
Alcuni marcatori hanno sensibilità e specificità per tipo
istologico
CYFRA21.1
Sensibilità nel Ca epidermoide (70%)
Con l’NSE è utile per differenziare il microcitoma
NSE
Sensibilità dell’80%
Utile nella stadiazione, nell’idividuare recidive e
monitoraggio terapie
CEA non utile nel microcitoma
CYFRA21.1
categoria: frammento solubile della citocheratina 19
natura chimica: proteina
peso molecolare: 40 kD
immunogeno: linea cellulare MCF7
epitopi: due differenti sulla citocheratina 19 (coil2)
anticorpi utilizzati per la misura: due monoclonali
(KS 19-1, BM 19-21)
cause non oncologiche di incremento: epatopatia,
malattie broncopolmonari croniche
Enolasi Neurono-Specifica (NSE)
•
E’ un isoenzima che appartiene alla famiglia delle enolasi
Inizialmente utilizzato come marcatore del tumore polmonare a piccole cellule,
•
Oggi utile nel neuroblastoma, tumori neuroendocrini del pancreas e
dell’apparato digerente.
•
In questi ultimi anni, il dosaggio della NSE nel siero è stato consigliato anche in
condizioni non neoplastiche, quali l’ictus cerebrale, l’attacco ischemico
transitorio cerebrale, le emorragie cerebrali e i traumi cranici.
•
In queste condizioni la NSE è una spia della lesione neuronale e l’incremento
che viene registrato nel siero è legata proprio al passaggio dell’enzima in
circolo a causa del danno della membrana cellulare.
•
I livelli di NSE correlano significativamente con il volume dell’area del cervello
infartuata
Costituendo quindi un utilissimo indicatore prognostico predittivo dell’esito
neurofisioogico dopo lo stroke.
•
•
L’interpretazione della NSE come indicatore di danno neuronale, si è
dimostrata utile anche perché ha costituito la base degli studi fatti in pazienti
sottoposti a bypass dell’arteria coronarica nei quali è stato dimostrato che
l’incremento dopo 24 ore si correla bene con le disfunzioni cognitive presenti al
momento della dimissione dall’ospedale.
CEA: antigene carcinoembrionario
categoria: antigene tumore associato oncofetale
natura chimica: glicoproteina
peso molecolare: 200 kD
immunogeno: metastasi epatica di carcinoma del colon
epitopi: numerosi
Diagnosi: Carcinoma colon, bronchi, ovaio, mammella,
pancreas
anticorpi utilizzati per la misura: numerosi sia
policlonali che monoclonali
cause non oncologiche di incremento: patologia
benigna del tratto gastroenterico, del fegato, del
polmone, insufficienza renale cronica
Tumori della tiroide
Sono diversi in funzione della differente tipologia tumorale
della ghiandola
Tireoglobulina (VN 3-30 ng/ml) cut-off 60 ng/ml
Diagnosi: nodulo tiroideo, nei Ca papilliferi o follicolari
follow-up dei pazienti toroidectomizzati per Ca
Valori elevati nei tumori differenziati della tiroide,
metastasi ossee e polmonari ( >550 ng/ml)
Falsi negativi dopo terapia soppressiva con ormoni
tiroidei
Calcitonina
Carcinoma midollare (10-15%)
Utile nell’individuare recidive e monitoraggio terapie
Ca Ovarico
Poco identificabile in fase precoce
CA-125
Liberato nel Ca ovarico di tipo sieroso, nel Ca endometriale
metastatico, nei Ca delle tube, del pancreas e della
mammella
TAG-72 o CA-72
(tumor associated glicoprotein)
Monitoraggio delle neoplsaie dello stomaco e dell’ovaio
in associazione con AFP, HCG, CA-19-9
CA125
categoria: mucina
natura chimica: glicoproteina, presente nelle cellule
epiteliali dell’ovaio
peso molecolare: ~500 kD
immunogeno: linea cellulare di carcinoma ovarico (OVCA433)
epitopi: non ancora definiti
Diagnosi: Follow-up dei tumori ovarici, in particolare
cistoadenocarcinomi
anticorpi utilizzati per la misura: uno monoclonale (OC125)
cause non oncologiche di incremento: mestruazioni, cirrosi
ascitogena, versamenti pleurici, peritoneali, pericardici,
insufficienza cardiaca congenita, sindrome di Meigs,
polmonite
Tumori dell’apparato gastroenterieco
Ca colon-retto
Ca Gastrico
CEA
In fase post-operatoria indica persistenza della malattia
residua o diffusione metastatica (ne precede da 2 a 18
mesi la dimostrabilità clinico strumentale)
Monitoraggio in corso di terapia
Tumori del pancreas
CA 19.9
CA-50
Diagnosi e monitoraggio del trattamento delle neoplasie del
pancreas senza ostruzione delle vie biliari
Diagnosi delle neoplasie del colon-retto e delle vie biliari
CA19.9 (GICA, gastrointestinal cancer
antigen)
categoria: mucina
natura chimica: glicoproteina
peso molecolare: 360 kD
immunogeno: linee cellulari di carcinoma colon-rettale
umano (SW 1116)
epitopo: sialosil fucosil lattotetraoso
Diagnosi: Ca colon-rettale, Sensibile nel Ca del pancreas
anticorpi utilizzati per la misura: uno monoclonale
(1116NS19-9)
cause non oncologiche di incremento: ittero, patologia
benigna del tratto gastroenterico, del pancreas, del fegato,
della colecisti, del polmone, nefropatie diabetiche, diabete
mal controllato, malattie reumatiche
Epatocarcinoma
AFP: alfafetoproteina
Diagnosi: Carcinoma epatico primitivo,
Teratoblastomi
Impiego:
Riconoscimento prenatale di malformazioni
Ca primitivo del fegato
Diagnosi prognosi e monitoraggio dei tumori
germinali del testicolo e dell’ovaio
Interpretazione dinamica del dato AFP applicabile
nel decorso post-chirurgico.
AFP: alfafetoproteina
categoria: antigene tumore associato oncofetale
natura chimica: glicoproteina (alfa-1-globulina)
peso molecolare: ~ 67 kD
epitopi: numerosi
anticorpi utilizzati per la misura: numerosi sia
policlonali che monoclonali
cause non oncologiche di incremento: epatopatia
cronica, gravidanza
TPAcyk: antigene polipeptidico tissutale
categoria: frammenti solubili delle citocheratine 8 e 18
natura chimica: proteina
peso molecolare: 10-50 kD
immunogeno: frammenti di citocheratine 8 e 18 digeriti
con chimotipsina
epitopi: probabilmente numerosi
anticorpi utilizzati per la misura: uno policlonale e due
monoclonali
principali cause non oncologiche di incremento:
patologia benigna del tratto gastroenterico, del fegato
(acuta, cronica), del pancreas, del rene, processi
infiammatori acuti, traumatismi recenti
Beta-hCG
categoria: antigene tumore associato oncofetale
natura chimica: glicoproteina
peso molecolare: ~ 67 kD
cause non oncologiche di incremento: gravidanza
Diagnosi: Corion carcinoma con mola vescicolare
differenziale
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