MARINO PESSINA VIA MATRIS per coro a 4 voci miste, organo e orchestra d’archi genesi della composizione • questa composizione s’intreccia in modo particolare con alcuni momenti cruciali della mia vita, legati all’esperienza del dolore e della crescita • ha avuto una gestazione travagliata, modificandosi nel tempo per tappe successive: - negli anni ’90 ho composto quattro Stabat Mater; uno dei due superstiti ha costituito la base di questa composizione nel 2000 ho sviluppato l’idea di sette brani per coro e organo a commento della Via Matris nel 2004 ho elaborato la versione orchestrale, con rifacimento di tre stazioni nel 2007 ho completato la versione definitiva che comprende sette Cori e sei Interludi strumentali, inseriti in una sorta d’azione rituale unitaria. Il pio esercizio della Via Matris • La pratica della Via Matris è fiorita nel XVI secolo sul modello della Via Crucis; nel XIX secolo ha assunto la forma attuale. • Medita i dolori di Maria, nel suo cammino di fede a fianco del figlio. • Come Gesù è “uomo dei dolori”, così Maria è donna del dolore, madre di Cristo associata alla sua Passione. • La pietà cristiana ha declinato in sette tappe – stazioni – il cammino doloroso di Maria e lo ha organizzato liturgicamente nel pio esercizio della Via Matris Dolorosae. Le sette stazioni V IV VI III VII II I I Maria accoglie nella fede la profezia di Simeone (Lc 2,22-35) II Maria fugge in Egitto con Gesù e Giuseppe (Mt 2,13-14) III Maria cerca Gesù rimasto a Gerusalemme (Lc 2,43-45) IV Maria incontra Gesù sulla via del Calvario (Lc 23,26-27) V Maria sta presso la croce del Figlio (Gv 19,25-27) VI Maria accoglie nel suo grembo il Figlio deposto dalla croce (Mt 27,57-61 e par.) VII Maria affida al sepolcro il corpo di Gesù (Gv 19,40-42 e par.) La composizione musicale In questa pratica alcuni elementi mi hanno colpito e hanno determinato la struttura e la scrittura della composizione: 1. l’idea del “pio esercizio”: un “fare” che comprende diverse azioni: ascoltare, leggere, meditare, cantare, pregare… 2. L’aspetto della “via”: un cammino scandito da tappe o stazioni aventi una forma temporale-musicale compiuta e consequenziale 3. La serie di ambivalenze presenti in questa esperienza di dolore: - il dolore di Maria e quello di Gesù - il dolore personale e quello collettivo - la sofferenza e il sacrificio - il dolore circoscritto nel tempo (passione) e la gioia imperitura data dai suoi frutti (salvezza) Da questi elementi e dai loro correlati musicali è nata l’idea di sviluppare la composizione come una sorte di “azione liturgica”: un cammino temporale nel mistero, in forma di meditazione individuale e collettiva, secondo modi espressivi sacri e affettivi insieme, che guardano idealmente alla struttura drammaturgica del “sacro monte” • Nel Sacro Monte il pellegrino percorre una via, sostando alle varie stazioni. Qui l’ascoltatore è fermo e le stazioni scorrono davanti a lui nel tempo, in successione. • Nel Sacro Monte ciascuna stazione è contenuta in un luogo fisico dalla forma specifica: una cappella in cui è racchiusa e si sviluppa la scena pittorica o scultorea. Qui la cappella è la veste formale che contrassegna ciascuna tappa, segnata verbalmente dall’annuncio del primo lettore, mentre la scena si realizza nel Coro • Nel Sacro Monte la scena invita il pellegrino alla riflessione personale, alla com-passione. Qui il secondo lettore stimola la meditazione personale mediante un breve pensiero, che poi l’Interludio strumentale prolunga idealmente, come risonanza interiore nel cuore dell’ascoltatore. Ciascuna stazione assume dunque questa struttura: ANNUNCIO STAZIONE (primo lettore) CORO (coro e orchestra) MEDITAZIONE (secondo lettore) INTERLUDIO (quartetto) • I Cori realizzano il momento rituale e dunque utilizzano testi evangelici. Hanno struttura piuttosto estesa e si avvalgono dell’organico completo (coro, organo, orchestra d’archi). • Gli Interludi incarnano il momento di meditazione personale e di compartecipazione. Hanno perciò tono più intimo, organico cameristico e intonazione lirica (riprendono spunti melodici dei Cori che li precedono). • Il percorso della Via Matris, giunto al suo culmine, subisce un piccolo collasso formale: sesta e settima stazione sono prive di Coro iniziale (la musica rituale tace attonita) e sono saldate mediante l’Interludio VI (meditazione sul silenzio di morte). Solo al termine della settima stazione compare il Coro finale, più esteso e sonoro dei precedenti, per concludere il percorso. • Questo Coro, che sintetizza il dolore passato (morte in croce), il vuoto presente (deposizione nel sepolcro) e la speranza futura (certezza della resurrezione), utilizza come testo parti della sequenza Stabat Mater di Jacopone da Todi. I STAZIONE 1° Lett.: Prima stazione. Maria accoglie nella fede la profezia di Simeone. CORO I Ecco, egli è posto per la caduta e la resurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione. E a te pure una spada trapasserà l’anima. Così saranno svelati i pensieri di molti cuori. 2° Lett.: Questo disse Simeone a Maria dopo averla benedetta con Giuseppe, dopo aver preso Gesù tra le braccia, e aver lodato Dio dicendo: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la salvezza, preparata da te davanti a tutti I popoli, luce per illuminare le genti, e gloria del tuo popolo Israele». INTERLUDIO I II STAZIONE 1° Lett.: Seconda stazione. Maria fugge in Egitto con Gesù e Giuseppe. CORO II Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta lì, finché non ti avviserò, perché Erode ricerca il bambino per farlo morire. Egli si alzò e di notte, preso il bambino e sua madre, si ritirò in Egitto e vi rimase fino alla morte di Erode, affinché s’adempisse quanto il Signore aveva predetto per mezzo del profeta: «dall’Egitto ho richiamato mio figlio». 2° Lett.: La Santa Famiglia ci è modello anche in questo: ascoltare la chiamata e partire senza indugio, vivere in perenne cammino alla ricerca fiduciosa del Padre guidati da Cristo, certi che un giorno vivremo con Lui. Il grido che s’udì in Rama, il lamento di Rachele che piange i suoi figli perché non sono più, non vale per noi; richiamati dal Padre, in Cristo, staremo sempre con Lui, come figli eternamente amati. INTERLUDIO II III STAZIONE 1° Lett.: Terza stazione. Maria cerca Gesù rimasto a Gerusalemme. CORO III Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? 2° Lett.: Se hai perso Cristo torna a cercarlo a Gerusalemme e dopo tre giorni lo ritroverai nel Tempio. Digli tutto il tuo dolore, ascoltalo e cerca di comprendere. Poi, come Maria, custodisci tutte queste cose nel tuo cuore con fede, con grande fiducia, e con un amore ancora più grande. INTERLUDIO III IV STAZIONE 1° Lett.: Quarta stazione. Maria incontra Gesù sulla via del Calvario. CORO IV Donne di Gerusalemme non piangete per me, ma per voi stesse e per i vostri figli. Perché ecco verranno giorni in cui si dirà: «beate le sterili e quelle che non hanno generato, e le mammelle che non hanno allattato». Allora si metteranno a dire alle montagne: «cadete sopra di noi», e alle colline: «ricopriteci», perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà del vecchio? 2° Lett.: Con la moltitudine di gente, con le donne che si battevano il petto, anche tu, Maria, hai gridato il tuo dolore? Piangevi per te stessa e per il tuo Figlio e già vivevi, nel dolore, la profezia: se tanto severa sorte toccava al Cristo, il legno verde, che ne sarebbe stato di noi peccatori, legno secco? O Maria, dopo il dolore, fa’ che viviamo con te anche la gioia della resurrezione e la gloria della rinascita eterna germogliata dal legno della croce, noi che siamo tralci sul tronco dell’unica Vite. INTERLUDIO IV V STAZIONE 1° Lett.: Quinta stazione. Maria sta presso la croce del Figlio. CORO V Donna, ecco tuo Figlio; Figlio, ecco tua Madre 2° Lett.: Mentre tutti gli amici di Gesù e le donne che lo avevano seguito dalla Galilea osservavano da lontano, Maria stava ai piedi della croce, col suo carico di dolore e d’amore. Quello stesso amore ostinato Cristo lo donava, in Giovanni, alla sua Chiesa. O Maria, come il discepolo da quel momento ti prese con sé, così noi t’accogliamo come Madre Santa. INTERLUDIO V VI STAZIONE 1° Lett.: Sesta stazione. Maria accoglie nel suo grembo il Figlio deposto dalla croce. 2° Lett.: L’ora nona fu la più lunga e terribile, ora del silenzio squarciato dalle ultime parole del Cristo morente: «Elì, Elì, lemà sabactani?». Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? E ancora: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito». Infine: «Tutto è compiuto». Poi, chinato il capo, spirò. E venne l’ora della lancia che gli aprì il costato, dal quale subito uscirono sangue ed acqua; poi l’ora della deposizione, nella quale Giuseppe d’Arimatea tolse il corpo di Gesù dalla croce. (2° Lett.) Fu l’ora del tuo dolore, o Maria, ora della spada che trapassa l’anima, ora della contemplazione attonita del Figlio morto e deposto tra le tue braccia. Per noi sia l’ora in cui taciamo vicino a te, volgendo gli occhi a colui che hanno trafitto. 1° Lett.: «La Madre addolorata stava in lacrime presso la croce da cui pendeva il Figlio. E una spada trafiggeva il suo animo contristato e dolente. Quanto triste ed afflitta fu la Madre benedetta dell’Unigenito! O Madre, fonte d’amore, dammi forza nel dolore, perché possa piangere con te». INTERLUDIO VI VII STAZIONE 1° Lett.: Settima stazione. Maria affida al sepolcro il corpo di Gesù. 2° Lett.: con Giuseppe venne anche Nicodemo, portando una mistura di mirra e d’aloe. Preso il corpo, lo avvolsero in bende di lino con aromi e lo deposero nel sepolcro. Poi, rotolata una grande pietra all’ingresso, se ne andarono. Ma stavano là Maria di Magdala e l’altra Maria. Tu stavi là, seduta in faccia al sepolcro, contemplando, oltre la morte, il frutto glorioso dell’albero della croce, il seme sepolto nella terra che avrebbe germogliato la vita nuova. Stavi là per indicarci il luogo del passaggio e la via da seguire, per additarci nel tuo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo la Via, la Verità e la Vita. 1° Lett.: «O Cristo, nel momento della mia morte, per mezzo della Madre, fa’ che consegua la vittoria. E quando il mio corpo morirà, fa che all’anima sia donata la gloria del Paradiso». CORO VI e VII (STABAT MATER BREVE) Stabat Mater dolorosa juxta crucem lacrimosa dum pendebat Filius. Cuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater unigeniti. Eia Mater fons amoris me sentire vim doloris fac ut tecum lugeam. Christe cum sit hinc exire da per Matrem me venire ad palmam victoriae. Quando corpus morietur fac ut animae donetur Paradisi gloriae. Amen VIA MATRIS fine presentazione Marino Pessina - 2007