Macchine e linguaggio
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F. Rossi-Landi, Omologia fra produzione
linguistica e produzione materiale
“Le macchine sono utensili composti e
organizzati finalisticamente, capaci di lavorare
in maniera uniforme anche prescindendo dal
come e dal dove vengano impiegati e da chi li
impieghi. La lavorazione che l’artefatto è
chiamato a svolgere quando ha assunto il
rango di macchina è una lavorazione già
presente, o anticipata, nella sua struttura”.
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“La macchina, funzionando, si pone come
qualcosa di pseudo-naturale che è stato
generato dalla società. Essa reca e
impone i suoi propri programmi”.
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Macchine “meccaniche”:
relazione tra almeno due pezzi che si
condizionano reciprocamente
Esempi nella produzione materiale:
i telai, le biciclette, i giradischi, i torni, le seghe elettriche, le macchine
per scrivere
Esempio nella produzione linguistica: i sillogismi.
Se A è uguale a B e B è uguale a C, allora A è uguale a C
“Il sillogismo prende l’avvio da due enunciati (dall’enunciazione di
due proposizioni), i quali sono messi a lavorare fra di loro. La
conclusione è la somma dialettica delle due premesse”.
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Automazione
prevede non solo l’esistenza di meccanismi
complessi e autosufficienti (presenti al
settimo livello come “macchine capaci di
svolgere lavorazioni plurime” – p. 78), ma
macchine che comprendono anche
“l’intera programmazione necessaria a
passare da un meccanismo all’altro
secondo un piano”.
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Macchine a meccanismo totale: elaboratori
Si può salire lungo quello che io ho chiamato “schema omologico della
produzione” fino a un certo punto, dove accade una cosa
impressionante e cioè che le due produzioni confluiscono. Questa è
una cosa degli ultimi pochi decenni: perché nella produzione del
computer confluiscono un hardware, nel linguaggio dei tecnici, cioè
un corpo materiale, la materia elaborata di cui è costituito il
computer, e un software, cioè un programma, un insieme di rapporti
logici esprimibili verbalmente. Quindi il non-linguistico, l’oggettuale e
il linguistico ad altissimo livello di elaborazione sono confluiti l’uno
nell’altro quasi sotto i nostri occhi. Io son abbastanza vecchio per
dire che sono confluiti sotto i miei occhi, ma anche quasi soltanto
sotto gli occhi delle persone più giovani qui presenti. E’ chiaro che ci
troviamo di fronte a un enorme rivolgimento. Noi produciamo degli
oggetti che sono, per dirla in maniera troppo semplice ma
percepibile, al tempo stesso materiali e linguistici, e ci siamo arrivati
soltanto adesso con i computers più recenti
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“Bit” e “atomi”
• “Bit”: l’unità minima dell’informazione
digitalizzata che si basa sulla
rappresentazione binaria 1/0
• “Atomo”: la materia intesa in senso fisico
• Bit: Segni
• Atomi: Corpi o residui extra-segnici
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“Bit” intesi come segni
• esempi;: i dati che fluiscono nelle reti
telematiche, quelli incorporati nella
memoria di un computer, di un dischetto,
di un CD rom o di un DVD, i pixel che
compongono le immagini in video sul
nostro teleschermo domestico, i flussi di
informazione a distanza che attraversano i
fili di rame o le fibre ottiche
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valore comunicativo
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Linguaggio come “macchina”
• La doppia articolazione (Martinet 1960):
• il segno linguistico verbale si compone:
• 1: del livello delle unità significative (i
monemi, composti di significante e
significato)
• 2: del livello delle unità distintive (i fonemi,
di numero finito in ciascuna lingua e legati
reciprocamente da rapporti di opposizione
binaria).
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Linguaggio come esperienza, pratica sociale e non
semplice “macchina”
• Le nuove tecnologie “in quanto sociali,
costituiscono la forma raggiunta della
materia come risultato del lavoro umano
stratificatosi per decine anzi centinaia di
millenni”.
• Nella macchina, “il lavoro umano vivifica
aspetti di per sé morti”.
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Powerful effectiveness (Marx, Grundrisse)=sapere
sociale incorporato nella macchina
• il sapere sociale è incorporato nella macchina, è
divenuto “forza produttiva immediata” (Marx).
• Le macchine non sono semplicemente il
“risultato” del sapere sociale, ma costituiscono il
sapere sociale in quanto tali;
• incorporano la totalità dei sistemi segnici
• la loro dimensione reticolare le rende ubique,
globalizzanti e globalizzate.
• Questa è la Riproduzione sociale
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Macchine come “agenzie” o “sistemi a molti agenti”
(Somalvico 2002).
• “macchine della comunicazione” progettano e regolano rapporti
comunicativi automatizzati che intercorrono:
• tra diversi linguaggi naturali e/o formalizzati
• tra esseri umani
• tra l’essere umano e la macchina stessa
• tra esseri umani e la casa (ambito della domotica)
• tra esseri umani e la città (ambito della urbotica)
• tra esseri umani e la terra (ambito della orbotica)
• per definirle, si usa il termine di “elaboratore” (più completo di quello
di “calcolatore”, che designa una macchina dalle applicazioni solo
aritmetiche)
• se la macchina simula anche funzioni corporee umane si usa il
termine (dalle suggestioni fantascientifiche démodé, ma di uso
specialistico corrente) di “robot”.
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Architetture informatiche
• I personal computer entrati nell’uso comune e collegati
nella rete mondiale, i nuovi media e i vecchi media
“reinventati” in virtù della rivoluzione digitale e
informatica sono il risultato visibile, tangibile, di un
concetto di “macchina” che oggi designa
fondamentalmente le architetture complesse informative
e comunicative.
• Sono queste “architetture” che costituiscono le più
diffuse e conosciute macchine della comunicazione,
nelle quali è percepibile il carattere segnico
dell’automazione e la dimensione pervasiva che la
comunicazione ha assunto nella riproduzione sociale.
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“Comunità di calcolatori”
• Esempio: modello semiotico del web:
• Come modello di interazione linguistica tra macchine che
si scambiano “protocolli” in procedure simultanee di
interpretazione e traduzione.
• Noi umani che utilizziamo la rete in qualità di “utenti”
veniamo a contatto soltanto con il livello “visibile” e
tradotto in codice alfanumerico di tali procedure: per
esempio i diversi domini “http://” e le sequenze
obbligatorie di codici che designano un dato percorso nel
web o un indirizzo di posta elettronica. A tutto ciò
sappiamo però che corrisponde un lavoro segnico
incessante nella comunità delle macchine, di cui gli
esseri umani certamente programmano i percorsi, ma
che non sarebbe possibile senza la macchina in quanto
principio di automazione segnica.
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Macchine della comunicazione
• Nanotecnologie: realizzazione di quelle macchine
dell’informazione, che si stanno sviluppando nell’attuale
decennio, “dalle dimensioni inferiori a quelle del corpo
umano” (Somalvico 2002).
• “microtecnologie”, quelle che hanno permesso a partire
dagli anni ’70 l’informatizzazione dell’intero corpo
sociale, dalla Pubblica amministrazione all’uso
personale, e che hanno consentito la produzione di
macchine “dalle dimensioni paragonabili a quelle del
corpo umano”
• i macroelaboratori e i macrorobot degli anni dai ’40 ai ’60
avevano invece dimensioni molto maggiori di quelle del
corpo umano.
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Corpo umano
•
•
•
•
•
Spazio
Tempo
Sensi
Prossimità
Interfacce
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Wired e Wireless
• Comunicazione wired: cablata, collegata
attraverso cavi (“Wired” è anche il titolo di una
celebre rivista americana dedicata da diversi
anni ai temi delle nuove tecnologie su cui
scrivono i maggiori esperti mondiali in tale
campo).
• Comunicazione wireless: (senza cavi), cioè la
possibilità di collegare con onde
elettromagnetiche il corpo umano con tutti gli
elaboratori e i robot presenti nell’habitat, e questi
tra loro.
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“Computer ubiqui”
• macchina dell’informazione che si trova “dovunque si
trovi il corpo dell’essere umano”.
• Esempi ed archetipi:
• computer portatile
• telefono cellulare
• le nanotecnologie si applicano e si applicheranno
sempre più al corpo, verranno “indossate” proprio come
già “indossiamo” il telefono cellulare e incorporiamo le
protesi, comprese quelle come l’orologio o le lenti a
contatto non necessariamente costituite da un microchip,
o, come il by-pass, emulanti funzioni organiche vitali.
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Artificializzazione e trasparenza (Maldonado 2002)
• Artificializzazione, perché non solo il corpo
ingloba in sé artefatti meccanici, ma anche
perché in esso si insediano “macchine”
complesse come quelle dell’ingegneria genetica.
• Trasparenza, perché, dopo la realizzazione del
“Visible Human Project”, ogni parte del corpo è
completamente conoscibile attraverso la
traduzione dei suoi “atomi” in “bit” ottenuti
attraverso Tac, risonanza magnetica e
simulazioni digitali. Il corpo in senso stretto è
dunque divenuto totalmente segno.
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Visible Human project
• http://www.nlm.nih.gov/research/visible/visible_human.html
• data base di immagini di un intero corpo
umano sia maschile che femminile
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Microsoft brevetta il corpo umano come chip
Tessuti e ossa per trasmettere energia e informazioni:
così si parleranno telefonini, lettori Mp3 e palmari
(Dal Corriere della sera 4-7-2004)
•
NEW YORK - Arrivano i cyborg. E sono brevettati Microsoft. La casa di Redmond ha registrato come brevetto addirittura
il corpo umano, con l'obiettivo di poterlo utilizzare come una sorta di gigantesco microchip. Lo scorso 22 giugno, secondo
quanto riporta l'Economis, è stata rilasciata a Microsoft la licenza numero 6.754.472: il corpo dell'uomo viene
individuato come «un apparato per la trasmissione di energia e informazioni utilizzando» i tessuti e le ossa di cui
è composto.
L'idea della Microsoft, piuttosto fantascientifica ma affatto campata in aria, è quella di utilizzare la pelle degli esseri umani
come canale di trasmissione di tutti gli strumenti hi-tech oggi utilizzati. Palmari, telefono cellulare e lettore Mp3 possono
comunicare attualmente attraverso cavetti o comunicazioni «wireless» (come infrarossi o Bluetooth). Nel futuro - si
osserva nel brevetto Microsoft - potranno essere collegati attraverso un semiconduttore naturale come la pelle.
ADDIO CAVI - Il progetto dell'azienda di Bill Gates consiste nell'utilizzare le parti del corpo come se fossero componenti di
un computer: «La resistenza fisica esercitata dal corpo - viene osservato nella richiesta di brevetto - potrebbe essere
utilizzata per compiere attività proprie», ad esempio, quelle di una tastiera di un pc. In pratica, il braccio di una persona
diventare una sorte di invisibile tastiera attraverso cui inviare informazioni agli strumenti elettronici tenuti in collegamento
dalla stessa pelle in veste di semiconduttore.
ANTI-HACKER - Tra i vantaggi nell'utilizzare in questo modo il corpo, puntualizza la Microsoft, vi sarebbe anche la
difficoltà per i pirati informatici di accedere alle informazioni contenute nei vari terminali elettronici. I collegamenti
elettronici, infatti, sono violabili dagli hacker: sarebbe però pressochè impossibile - anche per un mago della rete - inserirsi
in un flusso di comunicazioni intracorporee. L'idea di Microsoft del corpo umano «cablato» non è in verità una primizia
assoluta. Già nel 1996, il Massachusetts Institute of Technology (Mit) e Ibm avevano presentato alla fiera informatica
Comdex un sistema che permetteva a due persone di scambiarsi i dati delle prorie carte di credito con una stretta
di mano. Mai, però, si era pensato di arrivare a brevettare il corpo umano per farne un trasmettitore vivente.
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Feticismo e Mito
• la macchina sembra possedere una
“naturalità” che le deriva dal fatto che essa
anticipa già nella sua struttura la
lavorazione che è chiamata a realizzare e
impone i suoi propri programmi.
• Macchina-feticcio
• Corpo-cosa
• “il mito trasforma la storia in natura”
(Barthes 1957)
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Critica della ragione informatica (Maldonado 1997)
• E’ in atto “un cambiamento radicale nelle
modalità di attuazione del disegno coercitivo del
potere”. Mentre nel passato tale disegno faceva
ricorso all’indigenza informativa, oggi, dice
Maldonado, “è l’opulenza informativa che viene
privilegiata”.
• di fronte ad essa “il cittadino è destinato a
reagire, prima o poi, con un crescente
disinteresse”
• entropia semiotica
• alienazione segnica
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né apocalittici né integrati
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