ARTE E COMUNICAZIONE INDICE pag. 1 1. Indice pag.1 2. Indice pag.2 3. La comunicazione 4. 1° incontro: il contesto, il sistema, la comunicazione come veicolo 5. 2° incontro: la pragmatica della comunicazione 6. 3° incontro: livelli di contenuto, livelli di relazione, i messaggi paradossali 7. 4° incontro: punteggiatura della sequenza di eventi, la profezia che si autoavvera 8. 5° incontro: accettazione, rifiuto, squalifica 9. 6° incontro: la comunicazione paradossale ARTE E COMUNICAZIONE INDICE pag. 2 • Leggere un’opera d’arte • L’appartenenza (Moore, Tozzi, Moore + Tozzi, Picasso, Sironi, • Come leggere un’opera d’arte) • La crescita (Balthus, Munch, Picasso) • Il potere (H. Rousseau, Martini, pubblicità 1, pubblicità 2) • Il dovere (Casorati, Courbet, Renoir) • La libertà (Rosai, Barlach, Guttuso, Gauguin) • Educazione ed autoeducazione • Risposte al questionario intermedio • Risposte al questionario finale LA COMUNICAZIONE GROSSETO 2007 Dr. Mara Spinelli 1° INCONTRO 1° INCONTRO Il sistema Il contesto Il contesto Il sistema La La comunicazione comunicazione come veicolo come veicolo Un sistema • È un insieme di elementi con i loro attributi, in interazione tra loro, dove una modifica di uno solo di essi , comporta una modificazione su tutti gli altri . Il sistema • IL SISTEMA • Wiener - La cellula , la persona , la famiglia, un’azienda, un gruppo , una città , uno stato , la Comunità europea , la NATO ecc. …ma anche un apparato …sono SISTEMI in quanto i loro comportamenti • sono capaci di utilizzare informazioni derivanti dalle loro azioni per modificare il loro comportamento futuro. ( feed - back) Caratteristiche del sistema • gli oggetti sono i componenti del sistema • gli attributi sono le proprietà degli oggetti • le relazioni tengono insieme il sistema • UN SISTEMA lo si studia in UNO SPAZIO DI TEMPO DETERMINATO • SISTEMA APERTO : scambia materiali , energie , informazioni con l’ ambiente • SISTEMA CHIUSO : non c’è né immissione ,né emissione di energia in nessuna delle sue forme es. informazioni , calore, componenti fisiche chimiche ecc. Es. una reazione che avviene in un contenitore ermeticamente chiuso . • PER RENDERCI CONTO DI CIO’ CHE VERAMENTE ACCADE INTORNO A NOI OCCORRE • OSSERVARE TUTTE LE MANIFESTAZIONI NEL CONTESTO • CONSIDERARE LE FUNZIONI DELLE VARIABILI COMPORTAMENTALI • CONSIDERARE LA COMUNICAZIONE COME VEICOLO NEL CONTESTO • CONSIDERARE COMUNICAZIONE E COMPORTAMENTO COME SINONIMI 2° INCONTRO La pragmatica della comunicazione EPISTEMOLOGIA Studio critico della natura e dei limiti della conoscenza scientifica con particolare riferimento alle strutture logiche e alla metodologia della scienza.Filosofia della scienza. Devoto - Oli COMUNICAZIONE E COMPORTAMENTO sono da considerarsi SINONIMI. LA PRAGMATICA si occupa dell’ influenza che la comunicazione ha sul comportamento umano ne ricerca le regole , i limiti , le possibilità… Sistemi interpersonali come circuiti a retroazione I sistemi interpersonali …gruppi di conoscenti o di estranei …coppie sposate…parentele…relazioni di lavoro…classi o addirittura relazioni internazionali , possono essere considerati circuiti a retroazione perché il comportamento di una persona o di un gruppo, influenza ed è influenzato dal comportamento di ogni altra persona o gruppo. Si può non comunicare? Aspetti verbali ( logici ) ciò che si dice ambiti di competenza : la sintassi ( il corpo delle regole) L : la semantica ( i significati ) a Aspetti non – verbali ( analogici) il non detto il come e’ detto cioè …lo sguardo …la mimica …la gestualità… la prossemica…gli effetti prosodici… ecc. ecc. e gli altri aspetti contestuali …. 1° Assioma della comunicazione Non si può non - comunicare ( P. Watzlawick – J.H. Beavin -Don D. Jachson ) 1967 Il comportamento non ha un suo opposto … Cioè un ….. non - comportamento Cosa ci comunica? 1° Assioma della comunicazione Non si può non - comunicare ( P. Watzlawick – J.H. Beavin -Don D. Jachson ) 1967 Il comportamento non ha un suo opposto … Cioè un ….. non - comportamento 3° INCONTRO Livelli di contenuto Livelli di relazione I messaggi paradossali Indovina chi viene a cena ! • Premessa : Gianni è un carissimo amico comune… Marito ( tranquillo) “ Ho invitato Gianni a cena da noi …” Moglie ( seccata ) “ Senza dirmi niente?” Marito (sorpreso) “ Ero sicuro che l’ avresti invitato anche tu !” Moglie ( risentita) “ Potevi almeno farmi una telefonata!” Da che cosa nasce il disaccordo tra i coniugi? Nella mia carriera lavorativa ho sempre visto che gli Ingegneri hanno spesso buone possibilità di carriera e di guadagno ….. Aprile … ? Noi desideriamo per te tutto quello che non abbiamo mai Avuto ….. Maggio … Qual e’ la pragmatica di questa situazione comunicativa? P. Decide per il figlio … F. Cerca di opporsi … M. Appoggia la decisione del padre … F. Espone alcuni suoi progetti per convincere … P e M. continuano a non ascoltare seguendo i loro progetti … Qual è la metacomunicazione ? “ m’ ama o non m’ ama ?” Contenuto Relazione – DIVERSO LIVELLO \ DIVERSA STRUTTURA Disaccordo a livello di contenuto : Uno ha torto e l’ altro ha ragione Disaccordo a livello di relazione : Non esiste il torto o la ragione ….. ma Tu non mi vedi come io mi vedo ! Una singola unità di comunicazione sarà chiamata messaggio Una serie di messaggi scambiati tra persone è definita interazione Esistono tipi di interazioni che vengono definiti modelli di interazione Sono forme di interazione più complesse della comunicazione umana in quanto si tratta di comunicazione con regole. 4° INCONTRO Punteggiatura della sequenza di eventi La profezia che si auto-avvera La punteggiatura della sequenza di eventi Una comunicazione può essere considerata da un osservatore come una sequenza ininterrotta di scambi È la punteggiatura con cui gli eventi vengono letti che determina la natura della relazione MOGLIE TRIADI MARITO TRIADI 1.2.3 - 3.4.5 - 5.6.7 ECC. 2.3.4 - 4.5.6 - 6.7.8 ECC. Le definizioni del ruolo ( all’ interno della comunicazione) non sono pre-esistenti ma sono prodotte dalla propensione che ha l’ organismo ad accettare o rifiutare un sistema di punteggiatura. Chi decide il ruolo? • • • • • Aguzzino \ vittima Leader \ gregario Marito\ moglie Collega \ collega Genitori \ figlio DISCORDANZA TRA I DUE LIVELLI “ Non capisco cosa volete intendere dicendo gloria” disse Alice Humpty Dumpty sorrise con aria di superiorità. ”E’ naturale che tu non capisca …finchè non te lo spiegherò io. Volevo dire che questo è un ottimo argomento per darti torto!” “ Ma gloria non significa un ottimo argomento per darti torto “ obiettò Alice . “ Quando io adopro una parola “ disse Humpty Dumpty con un tono piuttosto sdegnoso “ essa ha esattamente il significato che io le voglio dare …né più …né meno “. “ Bisogna vedere” disse Alice “ se voi potete fare in modo che le parole indichino cose diverse “ “ Bisogna vedere “ disse Humpty Dumpty “ chi è che comanda ! Ecco tutto “. * Esempio perfetto di DEFINIZIONE DI RELAZIONE SIMMETRICA “ Nessuno mi vuole…” “ E’ proprio un musone …” La profezia si auto-avvera La profezia che si auto- avvera E’ una supposizione che, come risultato d’ averla supposta, causa l’ avverarsi dell’ evento atteso o previsto e così conferma la propria esattezza. L’ aspetto tipico di queste situazioni ( che è poi un problema di punteggiatura) è che la persona crede di reagire a quegli atteggiamenti e non di provocarli. P. Watzlawick ( 1981) 5° INCONTRO Accettazione Rifiuto Squalifica La situazione opposta si trova in Through the Looking Glass (nel mondo dello specchio) quando la comunicazione semplice e schietta di Alice viene corrosa dal “lavaggio del cervello” della Regina Rossa e della Regina Bianca. Esse adducono il motivo che Alice stia cercando di negare qualcosa e lo attribuiscono al suo stato mentale: “Ma vi assicuro che non volevo dire …” stava rispondendo Alice, ma la Regina Rossa l’interruppe: “È proprio questo che ti stavo rimproverando! Tu avresti voluto dire un’altra cosa! E a che cosa credi che serva una bambina, se non conosce il significato delle parole che dice? Anche una sciarada ha un significato … e io voglio credere che una bambina sia più importante di una sciarada. Non puoi negarlo, anche se tenti con ambedue le mani”. “Io non nego le cose con le mani” obiettò Alice. “Nessuno dice che lo hai fatto” disse la Regina Rossa “Ho detto che non puoi farlo, anche se tenti”. “È in un tale stato d’animo (state of mind)” disse la regina Bianca “che vuol negare qualcosa ... ma non sa che cosa negare!” “Ha un carattere villano e viziato” notò la regina Rossa. E a questo punto ci fu un silenzio pieno di disagio, che durò un paio di minuti. L. Carroll, Alice nel paese delle meraviglie e nel mondo dello specchio, trad. it. di T. Giglio, Milano, Rizzoli, 1966, p. 209 Indovina chi viene a cena ! • Premessa : Gianni è un carissimo amico comune… Marito ( tranquillo) “ Ho invitato Gianni a cena da noi …” Moglie ( seccata ) “ Senza dirmi niente?” Marito (sorpreso) “ Ero sicuro che l’ avresti invitato anche tu !” Moglie ( risentita) “ Potevi almeno farmi una telefonata!” LIVELLI DI PERCEZIONE INTERPERSONALE La definizione che una persona P dà di sé “ Ecco come mi vedo” può provocare nell’ altro O, tre possibili reazioni : conferma rifiuto disconferma Tutte e tre queste possibili reazioni, hanno un comune denominatore “ Ecco come ti vedo” E sull’ incontro o lo scontro di questa metacomunicazione si gioca la buona riuscita o il fallimento delle relazioni. Es. Impenetrabilità pag. 89, 90 ( comunicazione patologica) Conferma E’ la condizione dell’ ACCETTAZIONE del giudizio che una persona dà di sé. Dalle ricerche sulla comunicazione umana è emerso che è la condizione peculiare che permette lo sviluppo e la stabilità del sé. P. Watzlawick ( 1966) La conferma E’ uno solo il principio su cui si basa la vita associata degli uomini, anche se sono due le forme in cui si manifesta: il desiderio che ogni uomo ha che gli altri lo confermino per quello che è, o magari per quello che può divenire; è la capacità innata nell’ uomo, di poter confermare i suoi simili come essi desiderano . L’ aspetto discutibile e la vera debolezza della razza umana è che questa capacità sia tanto poco coltivata . Ma soltanto dove l’ uomo la mette in atto è giusto parlare umanità. Martin Buber Il rifiuto ( negazione) Il rifiuto, non importa quanto possa essere doloroso,presuppone il riconoscimento, sia pure limitato di quanto si rifiuta e quindi esso non nega necessariamente il giudizio che una persona ha di sé. Anzi certe forme di negazione possono essere costruttive . P. Watzlawick La disconferma Mentre il rifiuto equivale al messaggio “ Hai torto “... “ Stai sbagliando su questa questione” La disconferma in realtà dice “ Tu non esisti “. Se paragonassimo la conferma e il rifiuto di sé ai concetti di VERO – FALSO cioè ai concetti che si usano in logica , dovremmo far corrispondere la disconferma al concetto di INDECIDIBILITA’ che appartiene ad una logica diversa. P. Watzlawick 6° INCONTRO La comunicazione paradossale Da William James “Se fosse realizzabile , non ci sarebbe pena più diabolica di quella di concedere a un individuo la libertà assoluta dei suoi atti in una società in cui nessuno si accorga di lui.” Una situazione di questo tipo , porta alla “perdita del sé” …all’ alienazione. INGIUNZIONE PARADOSSALE - Una forte relazione complementare entro lo schema di questa relazione viene data un’ ingiunzione che , per essere obbedita deve essere disobbedita STRUTTURA LOGICA DEL PARADOSSO - Una affermazione a livello oggetto ( CONTENUTO ) Una affermazione che dice qualcosa SU di essa ( LA CLASSE) che la rende falsa STORIA GIAPPONESE • Nan In, un maestro giapponese dell’ era Meiji ( 1868 – 1912) ricevette una volta la visita di un professore universitario inglese che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. • Nan In servì il thè. • Colmò la tazza del suo ospite e poi ricominciò a versare. • Il professore guardò traboccare il thè, poi non riuscì più a contenersi : • “ E’ ricolma, non c’entra più! ” • “ Come questa tazza – disse Nan In – tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture..... • Come posso insegnarti lo Zen , se prima non vuoti la tua tazza?” ARTE E COMUNICAZIONE LEGGERE UN’OPERA D’ARTE Elementi da tenere sempre in considerazione 1. 2. 3. 4. 5. Elementi figurativi o astratti presenti nell’opera: forme, grandezze, atteggiamenti, colori, disposizione spaziale, materiale usato, ecc.; Relazioni spaziali fra gli elementi e in rapporto al supporto e/o al formato dell’opera; Distribuzione e caratteristiche prevalenti del colore nel complesso dell’opera; Tecnica utilizzata; Legami fra le caratteristiche evidenziate e i possibili significati e/o le valenze espressive. L’AP PAR T E N E N ZA Appartenere significa… IPOTESI DEI PARTECIPANTI • Fare parte di …, sentirsi a nostro agio, condividere, essere in piena sintonia con un gruppo. • Sentirsi legato a … • Avere radici ben salde, sentirsi a casa, far parte di un contesto, star bene, non sentirsi degli alieni, contribuisce a definire la propria identità. • Far parte di un nucleo, gruppo, comunità o per nostra scelta o per casualità (nascita, luogo dove si vive, famiglia, ecc.). • Essere e sentirsi vicini (per modi di pensare, per il fatto di provare sentimenti simili, per modi di comportarsi, di esprimersi, ecc.) ad un’ “entità” esterna a noi stessi (un’altra persona o un gruppo di persone). • Sentirsi parte essenziale di un gruppo, riconoscersi e sentirsi riconosciuta come elemento essenziale di un gruppo, essere se stessi senza maschere in quel gruppo, libero di essere come sei e sentirsi amato così come sei. • Essere parte integrante di un gruppo dove dobbiamo dare e ricevere • Avere caratteristiche simili e adeguate a un dato gruppo. Questo fa sentire l’individuo non isolato, ma in sintonia con altri suoi simili. • Condivisione, scambio, aiuto reciproco. •Far parte di e/o essere di proprietà. • Far parte di … un gruppo, categoria, comunità. • Riconoscere le proprie radici, sapere da dove si viene, di quali legami (intimi, sociali, culturali) siamo portatori, definire il proprio io guardando al passato e immaginando il futuro. • Far parte di … un affetto, un ambiente, un progetto, della vita stessa, … partendo da se stessi; mi appartengo per … • Legame profondo con una persona e con un contesto (familiare, lavorativo, sociale, etc.). •Avere un legame profondo, spesso affettivo (appartengo a …) ma anche cognitivo (questa idea mi appartiene). • Espressione, stile. • Essere parte di un qualcosa. • Prendere parte a …, costituire parte integrante di un gruppo, di un’assemblaggio, di un insieme di persone o di oggetti, entrare in relazione con…, un elemento che si incontra con altri elementi per assumerne le caratteristiche. • Condividere ed avere un linguaggio comune, un’idea di base unificante come la cultura e le tradizioni. • sentirsi parte di un gruppo (di un pensiero) che nello stesso tempo accoglie. • … al metodo, lo stile, la corrente (o categoria), es. i macchiaioli, gli impressionisti; così come nella letteratura c’erano gli stili così pure è nella pittura; questa cosa mi “appartiene” perché viene da me, rispecchia il mio “io”. • Far parte di un nucleo, di un insieme, di un cosmo, e per il genere umano, di una comunità, da piccola a grande, della società, dell’ambiente, del mondo. Moore Gruppo di famiglia 1945 - 49 Tozzi La famiglia - 1923 Picasso: Madre con bambino 1901 Sironi Paesaggio urbano con figure - 1932 ARTE E COMUNICAZIONE COME LEGGERE UN’OPERA D’ARTE 1. In un’opera d’arte ogni elemento esprime e/o ha significato, perciò comunica. L’arte affronta le problematiche esistenziali dell’uomo e perciò è legata al mondo dei valori. 2. Per leggere un’opera d’arte è indispensabile: a) analizzare e descrivere attentamente l’opera; b) ipotizzare i primi livelli di significato; c) tentare e confrontare le prime ipotesi interpretative; d) mettere al vaglio le ipotesi interpretative almeno con i manuali di storia dell’arte. LA C R E S C I TA Crescere significa… IPOTESI DEI PARTECIPANTI •Diventare autonomi, prendere coscienza dei propri limiti, maturare. • Utilizzare le esperienze di vita, sia negative che positive, allo scopo di “realizzare” un cambiamento individuale. • Imparare a conoscersi ed a conoscere ciò che ci circonda. • Acquisire consapevolezza di sé, limiti e capacità; superare la propria nevrosi. • Acquistare la propria autonomia come persona. • Prendere consapevolezza di sé, del proprio “io” per agire e scegliere in autonomia di pensiero con capacità critica ben strutturata. • Lasciare gradualmente, con pazienza e umiltà e anche con dolore il bambino che eri (tu al centro del mondo) e diventare un adulto capace di amare. • Assemblare conoscenze, elaborarle, accompagnarle a emozioni proprie per poi rivisitarle. Utilizzare questo vissuto per completare percorsi di conoscenza in vari campi. Vedere il mondo con occhi sempre nuovi. • Modificarsi, arricchirsi di esperienze di vita. • Maturare interiormente, cercando di smussare alcuni difetti che abbiamo … • Assomigliare sempre di più al nostro io ideale. • Sviluppo, evoluzione da uno stato iniziale. • Evolvere, arricchirsi, proiettarsi verso il futuro. • Evolvere, cambiamento, progresso. • Maturare in autonomia, imparare a conoscere sé stessi, imparare ad ascoltare e comprendere gli altri, continuare a sorridere alla vita. • Maturare nel corpo, nel pensiero, nello spirito, acquisire gradualmente competenza e abilità. • Fare “esperienze” e “confrontarsi” continuamente con gli altri e con se stessi. • Diventare autonomi e responsabili delle proprie azioni e delle proprie scelte. Crescere equivale a capire cosa uno desidera e provare a realizzarlo. Crescere significa imparare ad amarsi per quello che si è. Balthus – Passage du commerce 1949 Munch Pubertà - 1893 Picasso Acrobata e giovane equilibrista - 1905 IL POTERE potere significa… IPOTESI DEI PARTECIPANTI •Potere - su di sé: è decidere quando, come e perché ( i ritmi personali, la motivazione, la gerarchia di valori, consapevolezza delle potenzialità e limiti); - sugli altri: è decidere il periodo, l’ambito e il tipo di relazione da tenere. Si ottiene conoscendo gli altri e dando la propria gerarchia di valori. Ricevere e dare informazioni ed ordini!!! • Il potere è un elemento ineliminabile nei rapporti umani. Logora chi non ce l’ha, e non solo … • Il potere è possibilità (io posso) data e ricevuta. Se delegato ad un altro può determinare il mio star bene o star male. In un genitore il potere dovrebbe equivalere a dare il permesso di … (promuovere). • Il potere significa: la possibilità di ottenere e fare ciò che si desidera; importante sarebbe agire nel rispetto degli altri. • Potere significa: forza sovrastante, autorevolezza, arroganza, capacità di gestire il vissuto peoprio ed altrui con forza; capacità di autodeterminazione e possibilità di manipolare la realtà circostante. • Il potere è la capacità di influenzare in modo determinante persone e situazioni e al tempo stesso la capacità di mantenere la propria autonomia. • Possibilità di volere o non volere fare qualcosa. • Forza, dominio, sicurezza, autorità. • In senso negativo può essere l’esplicazione della sopraffazione di sé; in senso positivo può guidare verso mete umanamente e socialmente apprezzabili. • Accentramento delle situazioni in maniera univoca e unidirezionale. • Il potere significa dominio sugli altri per il puro piacere di dominare, senza tener conto del punto di vista e delle potenzialità del dominato. • Potere significa comunicare qualcosa a qualcuno in una relazione non tanto circolare ma gerarchica, in un atto di imposizione del mio pensiero, della mia volontà nei confronti di qualcuno. H. ROUSSEAU Bambino con marionetta - 1903 A. MARTINI Il figliol prodigo – 1924/25 IL DOVERE dovere significa… IPOTESI DEI PARTECIPANTI • Essere obbligato a … sentirsi di … Può essere un imperativo morale, interiore • Partecipare attivamente ad un progetto comune. Dare parte delle proprie risorse, conoscenze, perché il bene comunitario possa goderne a pieno, una piccola goccia d’acqua in un fiume in piena, orgogliosa di farne parte. Dovere = diritti, senza doveri non vi sono diritti. Base comune per costruire stabilità. • Impegnarsi a fare qualcosa a beneficio nostro o del prossimo. Il dovere diventa altamente significativo per il soggetto ogni qualvolta diventa GRATUITÀ NEL DONARSI ALL’ALTRO. Il dovere può viceversa diventare onere gravoso se vissuto come coercizione, obbligo a fare qualcosa per me o per il prossimo. • Essere consapevole di ciò che l’altro si aspetta da me. In questo modo il senso del dovere obbliga a non fare altre scelte se non quella di fare il bene degli altri. • Compiere azioni che responsabilmente ci spettano. • Osservare norme di comportamento codificate, osservare principi etici dettati dalla propria coscienza e propri di una cultura. • Fare quello che hai da fare, ma solo per amore altrimenti, se è dovere solo per dovere perde il suo significato di servizio a se stessi e agli altri e ne diventi schiavo. Il dovere quindi ha senso solo se lo fai per amore. • Ciò che il nostro stato ci impone e ciò che le nostre forze ci permettono , nel rispetto di noi stessi e del prossimo. • Necessità di operare per noi o per gli altri •È sopportabile se è accettato, se c’è convinzione della necessità, utilità, se è fatto per amor proprio o per servire chi si ama. Insieme di regole autoimposte, scelte, attuate in modo personale. È insopportabile se reprime le esigenze vitali, se è imposto, forzato, se va oltre i limiti di resistenza fisica o psichica. È alienante se non c’è creatività in ciò che sei obbligato a fare. • Comportarsi in un certo modo per ragioni di convenienza, di opportunità, con cura e rispetto. • Viene percepito come qualcosa di impositivo che a volte pesa come un macigno, e al quale non ci possiamo sottrarre. • Agire anche non seguendo i desideri del momento, ma con comportamenti accettati e condivisi. • È qualcosa di molto forte che determina un particolare comportamento. È un imperativo che viene accettato nello svolgimento di un ruolo e ne conseguono atteggiamenti di sudditanza. • Attenersi a determinate regole, obblighi, … relativi a certi contesti • Tener fede alle proprie responsabilità, anche spiacevoli o faticose, in famiglia, nel lavoro, ecc. • È un obbligo dettato da leggi civili e morali. Il senso del dovere però è qualcosa che dall’interno segue le azioni umane e se si accompagna al senso di giustizia non è dipeso, ma di letizia e serenità. F. CASORATI L’attesa –1918/19 G. COURBET La piccola guardiana di porci – 1849/50 RENOIR – La signora Charpentier con i figli (1878) LA LIBERTÀ libertà significa… IPOTESI DEI PARTECIPANTI • Non sentirsi “vincolati” da condizionamenti esterni e riuscire ad esprimere in maniera spontanea le proprie emozioni. • Essere in pace con sé stessi; sentirmi in sintonia con me stesso e con il prossimo. Libertà come: leggerezza dell’essere; piacere di ciò che faccio, condivisione con il prossimo, ascolto dell’altro, incontro del prossimo in un contesto di autenticità; armonia con la mia coscienza. Fiducia, fede in Qualcuno più grande di me. • Non avere limitazioni e costrizioni nei limiti di una positiva convivenza politica e sociale. Saper ascoltare empaticamente l’altro, non sovrapporsi e accettarlo entrare in una relazione positiva di scambio. • Riuscire a vivere senza condizionamenti, senza pregiudizi, accettando i propri limiti e donandosi senza ricercare una utilità. • Essere se stessi. Nel pensare è facile, nell’agire è condizionata dall’ambiente sociopolitico-economico, nel comunicare è limitata dalla libertà altrui. La libertà va cercata nel proprio ambiente, senza fughe. • Espressione individuale di ognuno che investe la sfera creativa, etica e morale. • Facoltà dell’uomo di agire e di pensare in piena autonomia. Condizione di chi può agire nella vita pratica secondo le proprie scelte. • Autonomia delle proprie scelte. • Capacità di essere in connessione con la propria essenza e quindi la possibilità di affermare ed esprimere se stessi. • La libertà per me è operare delle scelte consapevoli non per sfuggire dai problemi ma per risolverli e crescere, maturare, tenendo conto anche delle scelte operate da altri. • Assenza da vincoli, motivi di ostacolo, impedimenti e pregiudizi che lascia all’uomo la ricerca della completa funzionalità. • Non subire costrizioni, impedimenti … per poter agire in modo autonomo nel rispetto dell’altro. • Rispettare se stessi nei propri moti interiori, nel rispetto dei moti interiori di chi ti circonda. • È partecipazione (Gaber) ma è difficile conquistarla. È un lavoro di ogni minuto della vita. • Essere capaci di non cadere nel conformismo, ma riuscire ad esprimere il proprio pensiero ed i propri comportamenti, non dimenticando però il contesto in cui viviamo e senza ledere la libertà altrui. • Potersi esprimere senza condizionamenti e nel rispetto dell’altro. • È il contrario del’oppressione: è accettazione e rispetto dell’altro senza giudizi o limitazioni in una realtà dove tutti si può convivere. È il valore essenziale e irrinunciabile della vita umana, difficile però da condividere totalmente con tutti perché prevaricazioni, pregiudizi ed egoismi sono ostacoli sempre presenti. • Essere ed essere accettati per quello che si è. • Star bene con se stessi. • Accettazione, ascolto, rispetto, condivisione, essere se stesso nel rispetto degli altri, accettare regole. • Scegliere di esprimersi, di vivere senza condizionamenti, pressioni, interferenze. Non essere discriminati per condizioni, pensieri. • Non essere soggetti al condizionamento, libertà come indipendenza, emancipazione, autonomia sempre però nel rispetto dell’altro. Libertà è vivere in armonia con se stessi e con l’altro. O. ROSAI Suonatori - 1928 E. BARLACH Monaci in lettura 1932 R. GUTTUSO – Boogie woogie (1953/54) P. GAUGUIN - E l’oro dei loro corpi (1901) EDUCAZIONE ED AUTOEDUCAZIONE Significano?… C’è una relazione?... IPOTESI DEI PARTECIPANTI • Educazione deriva da educere quindi tirar fuori, e da edere cioè nutrire, aumentare. Crescita biologica, inculturazione, apprendimento, formazione. Autoeducazione: tirarsi fuori da solo. • Educazione e autoeducazione. Partendo dai propri interessi, dalla propria esperienza aiutare a dare ordine, significato e curiosità di andare oltre. Questo può avvenire tramite n altro o se stessi. • Educare: tirar fuori, l’educazione ne è l’atto. Autoeducazione: un continuo lavoro di arricchimento su se stessi, sempre in atto (educazione permanente). In questo senso educazione ed autoeducazione sono in stretto rapporto. • Educazione: promuovere verso altre persone l’insegnamento dei propri principi, conoscenze,esperienze. Lasciando che le informazioni circolino senza forzature tra le persone coinvolte. Autoeducazione: promuovere il proprio aggiornamento, di nozioni, nella necessità di crescita globale. Relazione: migliorare, migliorarsi per scoprire sempre nuove potenzialità, in un processo di maturazione globale. • Educazione: significa aiutare un’altra persona a cercare e trovare personali modelli di comportamento di fronte alla totalità delle esperienze di vita. È “l’aiutare a fare da solo” (Montessori). Autoeducazione: è ricerca continua. • L’ autoeducazione dovrebbe essere la normale conseguenza di una corretta educazione. Infatti il fine dell’educazione è quello di rendere l’individuo capace di sapersi gestire in ogni contesto, di sapersi scegliere ecc. In definitiva essere un individuo libero • Educazione ed autoeducazione derivano da e-ducere ovvero portar fuori. Il bambino quindi dovrebbe riuscire ad esprimere ciò che prova, sperimentandosi con i propri limiti e difficoltà per riuscire a superarli (autoeducazione). L’adulto dovrebbe facilitare questa “crescita” dando eventualmente degli strumenti per favorirla (educazione). • Educare significa indicare a una persona un percorso per crescere in autonomia, nel rispetto di sé e degli altri. Autoeducarsi significa riconoscere l’autonomia di ciascuno e accettare la sua autonomia. C’è relazione perché ci deve essere coerenza nei messaggi. • Educazione: dare le basi per far crescere in maniera adeguata un individuo. Autoeducazione: imparare dalle esperienze fatte, senza interferenze da parte di altri. • Educazione: aiutare nella crescita verso l’autonomia. Autoeducazione: sviluppare un proprio processo di crescita che include consapevolezza. • Educazione come aiutare a crescere. Autoeducazione come educazione spontanea di se stessi. • Educazione: relazione di empatia per trasferire informazioni utili per la vita. Aiutare a realizzare le potenzialità peculiari, proprie di quell’individuo. Autoeducazione: miglioramento di comportamenti, adattamento a situazioni, accrescimento di conoscenze e realizzazione piena delle proprie potenzialità. • Educare significa porsi in condizione di poter dare, donare all’altro e più specificatamente al bambino gli strumenti atti a sviluppare le proprie potenzialità in uno sviluppo armonico della sua personalità. Autoeducazione: promuovere un atteggiamento di ricerca individuale al fine di sentirsi autonomi, consapevoli, liberi nelle proprie scelte, per conseguire l’armonia interiore del vivere: qui ed ora, appagati con se stessi e con il mondo circostante. • Educazione: aiutare a crescere sviluppando e fortificando le capacità e potenzialità dell’individuo. Autoeducazione: crescere liberamente fortificando la propria capacità. • Educare letteralmente significa “tirare fuori da …”; è quindi aiutare dall’esterno a crescere tenendo conto dei momenti di crescita del bambino. Nell’autoeducazione c’è una spinta da parte del soggetto a maturare tenendo conto delle proprie potenzialità. • Educare significa, secondo me, aiutare a crescere, a conoscersi, permettere al bambino di esprimersi e crescere. Autoeducazione è una crescita personale continua. • Educazione: aiutare a crescere, è un atto d’amore verso i propri figli affinché diventino autonomi nel gestire la propria vita. Autoeducazione: cercare di migliorare la propria autonomia, attraverso esperienze ecc. … • Educazione: da educare, tirar fuori, aiutare a crescere, a rendersi autonomi, … autoeducazione: educarsi da soli, crescere in autonomia. I due concetti sono complementari. • Educazione vuol dire aiutare un’altra persona a crescere. Autoeducazione vuol dire mettere se stessi in un processo di crescita. RISPOSTE AL QUESTIONARIO INTERMEDIO 1 Ha esperienza educativa? (barrare una o più caselle) genitore + insegnante + educatore 03; genitore + insegnante 03; genitore + educatore 03; insegnante + educatore 01; genitore 03; insegnante 04 ; educatore (in contesti di vario tipo) 04 ; no 02 ; 2 Nel rapporto educativo con i bambini e i giovani conta soprattutto (ordinare dal più importante al meno importante dall’1 al 4 dare regole 2+9+8+1; dare amore 14+5+1+1; aiutare i processi di autonomia 8+5+7+0; lasciare totalmente liberi 0+0+1+18; 3 Si dice spesso che i genitori devono “parlare” con i figli. Al riguardo ritiene che (barrare una casella) gesti contano più delle parole 2; la comunicazione non è fatta solo di parole 18; non è possibile parlare con i figli 0; parlando con i figli si risolvono i problemi 2; 4 Ai bambini e ai giovani… (barrare una casella) bisogna concedere tutto 0 va concordato ciò che si può concedere 23 va concesso solo ciò che decidono gli adulti 0 non va concesso nulla 0 5 Ha esperienza di lettura di opere d’arte? (barrare una casella) no 4 sì, a carattere occasionale 11 sì 8 6 L’arte per lei è (barrare una casella) espressione visiva di bellezza 1 espressione visiva di idee, sentimenti, emozioni 21 decorazione di ambienti 1 utilizzo eccezionale di tecniche artistiche 0 7 Un’opera d’arte è tale… (barrare una casella) se fa rimanere estasiati 4 se è originale 1 se è tecnicamente ben eseguita 0 se traduce con pienezza le intenzioni dell’artista 18 8 L’arte può essere un potente mezzo di educazione dei bambini e dei giovani (barrare una casella) no, perché l’arte ha poco a che fare con l’educazione 0 poco, perché l’arte ha scarsa rilevanza nella vita umana 0 abbastanza, perché l’arte veicola valori e significati 8 moltissimo, perché l’arte richiede profonda capacità di autoconoscenza 15 RISPOSTE AL QUESTIONARIO FINALE PARTE PRIMA: LA COMUNICAZIONE 01) La comunicazione interpersonale … avviene se c’è scambio verbale (0) ; avviene anche senza scambi verbali (17) ; avviene quando c’è la consapevolezza dei feedback (5) 02) Per comprendere una situazione interpersonale … è sufficiente chiedere spiegazione agli attori (0) ; è sufficiente osservare i comportamenti interattivi (2) ; è necessario osservare i comportamenti verbali, non verbali e leggerli nel contesto (20) 03) Un sistema interpersonale è … un sistema aperto (15) ; un sistema chiuso (1) ; un sistema che tende all’omeostasi (6) 04) La filosofia della scienza (epistemologia)… richiede un confronto e controllo tra le varie scuole di pensiero (1) ; ritiene che lo sviluppo del pensiero umano (la conoscenza) sia comunque un fattore di processo (7) ; ritiene che lo sviluppo del pensiero umano (la conoscenza) sia soggetta a valutazione critica in particolare in ordine a strutture di pensiero e metodo scientifico (11) ; (nessuna risposta 3) 05) In una certa modalità di interazione … le regole sono predeterminate (0) ; è la punteggiatura di sequenze di eventi che determina le regole (22) ; è impossibile cambiare le regole interattive (0) 06) La profezia che si auto-avvera … è il risultato di un modo pre-determinato di leggere una sequenza di eventi (20) ; si avvera sempre con esiti negativi (1) ; si avvera sempre con esiti positivi (0) ; (nessuna risposta 1) 07) A livello di percezione interpersonale, perché una relazione funzioni … si deve sempre avere un atteggiamento di conferma (0) ; si deve categoricamente evitare il rifiuto (3) ; in una situazione di disconferma si dovrebbe riuscire a meta comunicare (18) ; (nessuna risposta 1) 08) Un’ingiunzione paradossale avviene … quando si mandano messaggi che contrastano fra loro o a livello logico o a livello emotivo (22) ; quando si fanno richieste eccessive (0) ; quando si vuole far del male a qualcuno (0) 09) Valutazione efficacia/efficienza del corso sulla comunicazione: livello di linguaggio … adeguato (20) ; poco adeguato (0) ; (nessuna risposta 2); livello di contenuti … fruibile (17) ; poco fruibile (0) ; (nessuna risposta 5) 10) Ritengo che l’efficienza sia rivolta più … al sapere (4) ; al saper fare (3) ; al saper essere (15) PARTE SECONDA: EDUCAZIONE E ARTE Vista l’opera di Moore “Gruppo di famiglia”… (barrare sempre una sola casella) 1) APPARTENENZA: il bambino presente nell’opera … è proprietà della madre (6) ; è proprietà del padre (0) ; è proprietà di entrambi (3) ; non è proprietà di nessuno (12) 2) CRESCITA: nell’opera … il bambino vuole sganciarsi dalla madre (2) ; la madre vuole affidare il bambino al padre (1) ; la madre vuole tenere il bambino attaccato a sé (12) ; il padre vuole tenere il bambino legato alla madre (4) ; (nessuna risposta 2) 3) POTERE: nell’opera … il bambino non ha alcun potere (6) ; la madre esercita un potere parzialmente negativo (12) ; la madre esercita un potere pienamente positivo (2) ; il padre non esercita alcun potere (1) 4) DOVERE: nell’opera … compito del bambino è di stare fermo (2) ; compito della madre è di tenere il bambino attaccato a sé (2) ; compito della madre è di proteggere il bambino (1) ; compito del padre è di aiutare il bambino a staccarsi (16) 5) LIBERTÀ: nell’opera … la madre facilita la libertà del bambino (0) ; il padre ostacola la libertà del bambino (0) ; il bambino cerca di acquisire libertà (13) ; il bambino non può esercitare alcuna forma di libertà (8) 6) EDUCAZIONE E AUTOEDUCAZIONE: nella situazione proposta dall’opera l’impostazione educativa dovrebbe consistere … nell’aiutare il bambino a rendersi autonomo (15*) ; nell’aiutare il bambino a rimanere legato ai genitori (1) ; nel far sì che il bambino si attenga ai voleri dei genitori (0) ; nel far sì che il bambino realizzi le sue potenzialità (5) . *( risposte doppie con l’ultima 4) (non risponde alle domande perché assente 1 ) VALUTAZIONE CORSO 1) Contrassegni con una crocetta il quadratino corrispondente alla risposta desiderata: • Indichi il suo personale coinvolgimento 1□ 2□ (1*) 3□ 4□ (1) 5□ (1) 6□ (1) 7□ (2) 8□ (7) 9□ (6) 10□ (3) • Indichi la sua personale motivazione 1□ 2□ (1*) 3□ 4□ 5□ (1) 6□ (1) 7□ (4) 8□ (3) 9□ (6) 10□ (6) • Dia un giudizio sull’organizzazione 1□ (1*) 2□ 3□ 4□ 5□ 6□ (2) 7□ 8□ (5) 9□ (7) 10□ (7) • Dia un giudizio complessivo sulla formazione ricevuta 1□ 2□ 3□ 4□ 5□ (1*) 6□ (2) 7□ (4) 8□ (6) 9□ (7) 10□ (2) * secondo le indicazioni della corsista la valutazione è molto elevata (inversione di valori) 2) Altri elementi personali di valutazione liberamente espressi da alcune corsiste: • Penso che l’alta qualità del corso sia stata determinata non solo dai contenuti ma anche dalla sua metodologia e dalla buona integrazione delle due fasi. • Il corso mi ha accresciuto interiormente e professionalmente; sono soddisfatta. • Molto utili le lezioni sulla pragmatica della comunicazione e molto interessanti, perché cariche di spunti di riflessione, le letture delle opere. • Nonostante la valutazione estremamente positiva che … del corso, per motivi personali non ho potuto partecipare in modo più attivo e coinvolgente come avrei desiderato. • Il problema principale forse l’unico problema di oggi è la mancanza di comunicazione. Il corso è per capire e curare questo disagio e sperare nel futuro se si mette in pratica sia con i bambini che fra noi adulti. • Incontri stimolanti perché condotti con professionalità e passione. • È stata un’esperienza ricca e valida. • Comunicare è una fatica immane che va sempre aggiornata, costantemente. • Ritengo di aver avuto l’opportunità di arricchire la mia persona e di aver acquisito ulteriori mezzi per comprendere prima me stessa, poi gli altri. Grazie.