Dio sorride ancora
sul volto di Madre Scolastica
che ha seguito Gesù Maestro
come sua discepola.
Ecco il segreto della bellezza del volto
sorridente di Madre Scolastica conservata
lungo gli anni, nascondendo dentro le pieghe
del cuore, non poca sofferenza. La sua gioia
nasce dalla fede come abbandono fiducioso
nelle mani di Dio.
Il segreto di questa gioia duratura, frutto maturo
dello Spirito, sta nell’amore che si dona per la vita
degli altri, nell’apostolato.
E’ bella la vita riuscita di questa donna consacrata
a Dio che non si svuota di senso perché attinge alla
fonte della luce che viene dall’Eucaristia e si veste
di semplicità e di bellezza.
Ma a noi, oggi, interessa questa gioia del Vangelo?
Sr. M. Regina Cesarato
Dall’oriente all’occidente giovani suore Pie Discepole
seguono con gioia la via tracciata dalla prima Madre.
Un sì per la vita
E’ il 16 aprile 1896. Dalla Chiesa parrocchiale S. Martino
di La Morra, che si affaccia sul piazzale Belvedere
dominante il grande catino delle Langhe, esce una
giovane coppia di sposi: Lucia Alessandria e Antonio
Rivata. Non hanno in programma il viaggio di nozze.
E’ passato poco più di un anno dal matrimonio e
il 12 luglio 1897 vede la luce la loro primogenita
che al Battesimo, celebrato il giorno dopo la
nascita, riceve il nome di Orsola per ricordare le
nonne paterna e materna.
Guarene
La casa di
via Luccio 24
dove il 12 luglio 1897
nasce Orsola Rivata
Orsola si affaccia alla vita nell’anno in cui muore Teresa di
Lisieux (30 settembre 1897). Misteriosamente queste due vite si
intrecciano. S. Teresa eserciterà una forza d’attrazione su
Orsola attraverso la lettura di “Storia di un’anima” e sarà
una figura di riferimento agli inizi della Congregazione delle
Pie Discepole del Divin Maestro.
1897 è anche l’anno della nascita di Giovanni Battista
Montini (26 settembre), futuro Paolo VI, al quale Madre
Scolastica, in un’udienza nel 1974, ricorderà
orgogliosa il loro essere coetanei.
L’incontro con Paolo VI
nell’udienza
del 13 febbraio 1974.
Accanto a Madre Scolastica,
Madre M.Tecla Molino
dietro a Madre Scolastica,
Don Muzzin ssp.
Guarene: un suggestivo
angolo del Piemonte
L’ambiente di Guarene offre alla
piccola Orsola immagini
suggestive: sulla rocca più alta
si erge l’imponente e armonica
costruzione del Castello,
richiamo a una nobiltà che da
secoli influisce sulla vita del
paese.
La cappella del Castello dedicata a S. Teresa
d’Avila, sarà meta frequente di passeggiate e
soste di preghiera della giovane Orsola.
Una vista di Guarene
Una visione che spazia dal Roero alle Langhe e spinge lo sguardo
fino alla catena delle Alpi, in basso si contempla la fertile valle del
Tanaro e si scorgono le torri di Alba.
Il primo grande dolore
La gioia per la nascita di Giacomo è presto offuscata da
quello che Orsola ricorderà sempre, fino alla più avanzata
età, come “il primo grande dolore della vita”. Il 3 luglio1903
mamma Lucia muore e Orsola, che non avrà più il suo
bacio per il sesto compleanno, si trova a vivere il ruolo di
figlia e sorella maggiore.
I giochi, i canti e i trilli di gioia che riempivano la casa si
spengono e papà Antonio deve affrontare la dura prova.
Ha l’aiuto delle famiglie dei parenti, ma la responsabilità
dei quattro bambini che Lucia gli ha lasciato è tutta sua.
Antonio, il padre di
Madre Scolastica.
«Ero ancora nell’infanzia, - scriverà Madre Scolastica
nel 1941- e la vita mi sembrava non avere che rose e fiori.
Amata dai buoni genitori, e circondata dalle cure più
premurose, scorrevano felici i giorni. Colla mia voce
argentina, riempivo la casa di trilli festosi e tormentavo la
mamma di mille domande. Oh! mamma cara! Troppo belli
erano quei giorni, bisognava che la prova venisse a
visitare questo piccolo essere spensierato.
E venne il primo,
grande dolore!... Dopo breve malattia, muore la
diletta mamma! Quale pena! Chi la può
comprendere? Solo chi l’ha provato, intende quale
intenso dolore, quale sventura, sia il perdere questo
essere sì caro! ...
...E al Signore piacque, nella sua infinita bontà e
sapienza, ch’io fossi prestissimamente visitata dalla
dura prova del dolore ...»
L’altare a Maria
nella chiesa
di Guarene.
L’incontro con Gesù Eucaristico nella prima comunione, a
maggio del 1904, dà un colpo d’ala alla vita di Orsola. Il
sacramento della confermazione che riceve nel 1909 dalle
mani di Mons. Giuseppe Re, Vescovo di Alba, la fortifica
nell’impegno cristiano.
Angeli adoranti
Attorno alla SS.ma
Eucaristia nella volta
della chiesa.
Guarene
Chiesa parrocchiale
Santi Pietro
e Bartolomeo
Lavoro e amicizie
Orsola cresce e in questo clima, nell’armoniosa
tessitura di natura e grazia, si plasma la sua
personalità. Guarene è un piccolo paese, ma è
aperto all’esperienza e alla vivacità spirituale e anche
culturale della vicina città di Alba.
Guarene
La piazza municipale di una foto del 1898.
L’impiego stagionale nel setificio De Fernex in Alba, la porta a
contatto con i problemi del rapporto tra datori di lavoro e
operai, in una struttura dove i fermenti sociali dell’inizio del
sec. XX avevano un forte accento, come è documentato nelle
cronache albesi del tempo.
Nell’adolescenza e giovinezza sperimenta vari ambiti di
lavoro, oltre quelli domestici, che la mettono a contatto con
diverse realtà sociali e contribuiscono alla sua maturazione.
Alba
Fabrica di seta
dove Orsola ha lavorato
Il lavoro nei campi
a contatto con i cicli e la bellezza
della natura incide in lei un timbro
“ecologico” spiccato, alimentato fino
agli ultimi anni della vita.
« Signore, mi hai procurato tutto,
le tante bellezze della natura
e di tutto il creato per allietare
il mio sguardo : i fiori coi loro
profumi, i frutti squisiti, l’aria,
l’acqua, il pane, e tutto ciò
che mi dà refrigerio, conforto,
sollievo, tutto è opera della
tua divina provvidenza… »
Madre Scolastica
Scelta di vita
Papà Antonio è orgoglioso delle sue tre belle figlie
che crescono e cominciano ad essere notate dai
giovani del paese.
Vigila su chi posa l’occhio su di loro e un giorno chiama Orsolina, la figlia
maggiore che, secondo l’usanza, si doveva accasare per prima, e le dice che un
certo Andrea ha chiesto la sua mano. “E’ un bravo giovane – sottolinea il papà - e
ha anche averi, con lui potrai avere una vita felice”.
La proposta di papà Antonio è come un fulmine
che squarcia le nubi e provoca una prima grande
decisione in Orsola. Infatti dopo la Messa
domenicale, uscendo dalla Chiesa guarda Andrea,
che non le era estraneo, ma che ora deve
scrutare come la persona a cui potrebbe legare la
sua vita.
E’ davvero un bel ragazzo e anche buono. Ma
all’improvviso si sente profondamente
scombussolata, va di corsa giù per la discesa che
la porta in via Luccio 22. Eloquente il ricordo di
quel momento, scritto oltre quarant’anni dopo:
«... dopo la Messa venendo a casa mi prese come
una specie di paura ed entrando in casa fui difilato
nella mia camera ove stava una bella statua del
Sacro Cuore ... Mi misi davanti al Sacro Cuore e gli
dissi:
Signore, Tu solo e basta.
Scesi la scala e fui dal papà a dirgli: no, non
accetto la sua mano. »
« Da quel momento cambiai molto nel mio operare e
non mi saziavo di mortificarmi, pregare costantemente,
la Messa ogni mattina, confessione settimanale e
Comunione. Scopersi in un sottoscala il libro: Pratica di
amare Gesù Cristo e mi aiutò molto a indirizzare bene
la mia vita nella pietà. Lessi pure la Storia di un’anima
e mi fece pure tanto bene, specie mi diede il forte
desiderio di farmi religiosa. »
L’incontro con don Alberione
Continua a formarsi leggendo molto e la passione
per la lettura, nella ricerca di “libri buoni”, la porta
all’incontro con un grande apostolo dei tempi
moderni: Don Giacomo Alberione, che senza giri di
parole, mentre cerca il libro richiesto e dopo un
breve dialogo, le dice: « Quando viene a S. Paolo? »
Il Beato Giacomo Alberione,
Fondatore della Famiglia Paolina,
che la giovane Orsola Rivata incontra
nel 1911
L’amica,
Eufrosina Binello,
divenuta
Figlia di S. Paolo
col nome di
Suor Margherita.
Inoltre, in quel sabato, tra le bancarelle del mercato di
Alba, incontra nuovamente Eufrosina, l’amica del
tempo della fabbrica, che ormai fa parte del gruppo
femminile della fondazione di don Alberione ed è da lei
invitata con entusiasmo contagioso ad andare e
vedere dove si trova.
Un’altra luce si accende sul cammino di Orsola. Ormai
ventiquattrenne, si sente spinta a rompere gli indugi e
l’opposizione della famiglia, che sembra però intensificarsi
quando manifesta di voler entrare a San Paolo, per il fatto
che l’opera di don Alberione è agli inizi e non si vedono
ancora chiari orizzonti e garanzie per il futuro.
Seguire il Maestro
Orsola aveva fissato un tempo: la fine del lavoro estivo
nei campi. E, appianate finalmente le difficoltà, il 29 luglio
1922, accompagnata dal padre, entra nell’avventura che
la porterà per le imperscrutabili vie del Signore.
Una nuova famiglia
Forse fin dall’incontro in libreria con Orsola, don Alberione
aveva sentito, sotto la spinta dello Spirito Santo, che era
giunto il momento di ampliare la famiglia.
Alba, 1923
Figlie di S. Paolo e future Pie Discepole.
A sinistra don Alberione.
Quando questa ragazza, nella maturità dei suoi 25
anni, entra a S. Paolo, egli le mette tra le mani il libro
« Le donne del Vangelo », come strumento per
sintonizzarla con la futura missione.
Don Alberione vuole diffondere il Vangelo con la stampa e con i mezzi che dopo
verranno, ma è convinto che occorrono persone che con la vita siano annuncio e
contagio della Buona notizia, come le donne che hanno seguito Gesù nel suo
pellegrinare e che erano presenti al mattino della risurrezione, donne che con la
ricchezza della loro femminilità e donazione sostengano e accompagnino gli
apostoli di oggi.
Risuonano anche le parole del suo direttore spirituale,
il Can. Chiesa: « Prima di far delle opere assicurati un gruppo
proporzionato di anime che preghino e, se necessario, si immolino
per le opere stesse; se vuoi che siano vitali » .
Il Venerabile
Francesco Chiesa
(1874-1946),
direttore spirituale
del Beato
Giacomo Alberione
e sostenitore
della Famiglia Paolina
nel suo nascere
e svilupparsi.
Orsolina e Metilde
Il 21 novembre 1923, con un gesto che riveste una
certa solennità e che richiama quello della comunità di
Antiochia per Paolo e Barnaba (cfr At 13,2), anche se
in Alba il luogo e i mezzi sembrano molto poveri
(siamo infatti in cucina e la pedana dell’annuncio è
una rudimentale cassa di legno), don Alberione dice:
« Mettetemi da parte Orsola e Metilde per una missione
che loro affiderò » . Non è ancora chiaro il progetto, ma
sa che deve dare il via all’opera dello Spirito.
Alla logica domanda di Metilde: « Che cosa faremo? » risponde con un triplice imperativo:
« Farete silenzio, silenzio, silenzio», quasi a dire: dovete ascoltare, ascoltare, ascoltare
quello che il Signore ci vuole comunicare e la Presenza che ci parla non è nel terremoto, non
è nel fuoco, ma nel mormorio di un vento leggero, nel silenzio (cfr 1 Re 19,11-12).
Orsola si sente presa con Metilde Gerlotto dal gruppo delle giovani presenti nell’unica
casa di Alba, per una nuova opera, nella quale ci si deve abbandonare al progetto di
Dio che si manifesterà attraverso il Fondatore.
E’ scelta come capocordata e, a gennaio 1924, don Alberione la
incarica di individuare tra le giovani aspiranti, in comunione con
Maestra Tecla Merlo, alcune compagne, quelle che sono « più
inclinate alla pietà specialmente eucaristica », delineando così la
caratteristica fondamentale del nuovo gruppo.
Un nome nuovo, una missione nuova
1
Il 10 febbraio 1924, giorno di S. Scolastica, è scelto da
Don Alberione per avviare la nuova fondazione con il
primo nucleo di otto, che il 25 marzo successivo,
giorno dell’Annunciazione, avrà la sua manifestazione
ufficiale con la vestizione dell’abito religioso e la
professione dei voti.
2
3
4
5
6
1.Madre Scolastica
2.Suor Margherita
3.Suor Paulina
4.SuorTeresa
5.Suor Antonietta
6.Suor Annunziata
7.Suor Giacomina
8.Suor Maria
Le otto ricevono anche un nome nuovo e Orsola diventa
Suor Scolastica della Divina Provvidenza.
7
8
Devono « aver cura del Divin Maestro e dei suoi ministri » :
l’amore a Gesù Maestro porta Suor Scolastica a vivere come
sorella e madre accanto ai Sacerdoti e Discepoli della Società
S. Paolo in una donazione senza riserve che estende poi al
sacerdozio di tutta la Chiesa.
Alba
ottobre 1929
Il gruppo delle Pie Discepole
attorno al quadro
di S. Teresa di Lisieux.
Suor Scolastica ha 28 anni, l’entusiasmo non le
manca e la luce che riceve quotidianamente alla
scuola del Maestro Eucaristico l’accompagna nel
ruolo che richiederà un crescendo di prudenza e
intraprendenza.
Inizia nello stesso giorno quello che sarà il « loro lavoro
principale »: l’Adorazione eucaristica con turni di due ore.
Suor Scolastica ha 28 anni, l’entusiasmo non le
manca e la luce che riceve quotidianamente alla
scuola del Maestro Eucaristico l’accompagna nel
ruolo che richiederà un crescendo di prudenza e
intraprendenza.
La prima Madre
Le Pie Discepole si sviluppano e,
guidate da Madre Scolastica,
riescono a superare non poche
difficoltà e a mantenere viva
l’identità anche nel periodo in cui
giuridicamente, dopo il 1929 e fino
al 1947, pur continuando ad avere
una loro formazione specifica,
sono sotto l’unica approvazione
delle Figlie di S. Paolo.
« Che ogni giorno,
il mio impegno sia
di divenire
una discepola
sempre più secondo
i desideri del mio
Divin Maestro e di
Maria Santissima,
per vivere la loro
stessa vita in un
apostolato
eucaristico
sacerdotale, liturgico,
intenso, che abbracci
tutto il mio essere,
mente, cuore,
volontà, forze ».
Madre Scolastica
E’ responsabile della nuova famiglia che sorge accanto a quella già
consolidata delle Figlie di S. Paolo, guidate dalla Venerabile Tecla Merlo
che le sarà costantemente vicina per accogliere, interpretare e attuare il
progetto del Fondatore, e portare, in un cammino tutt’altro che facile, le
Pie Discepole del Divin Maestro all’approvazione nella Chiesa.
Venerabile
Scolastica Rivata
Venerabile
Tecla Merlo
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La Gioia al servizio di Dio - 1e Parte