Il nome favola deriva dal latino fabula, che significa “storia narrata”. La favola è una narrazione molto breve che ha per protagonisti animali, piante e oggetti animati e, a volte, anche gli uomini. La favola intende dare un insegnamento, che può essere espresso apertamente (morale esplicita) oppure sottointeso (morale implicita). Animali, piante e oggetti sono simboli dei pregi e dei difetti degli uomini. Le favole sono costruite sulla contrapposizione tra buoni e cattivi e presentano di solito uno stile semplice caratterizzato da brevi dialoghi. Lo spazio e il tempo non sono ben determinati. Le prime favole scritte si trovano in Grecia con Esopo. Nella fiaba, rispetto alla favola, è molto più evidente la presenza di elementi magici e di personaggi fantastici. Secondo Propp i ruoli dei personaggi sono costanti (eroe protagonista, antagonista, aiutante o donatore …). Nelle fiabe si parla d’ amore e della ricerca della ricchezza. Il tempo e lo spazio sono indeterminati. La fiaba si articola in quattro momenti:situazione iniziale di equilibrio, infrazione di un divieto e rottura dell’ equilibrio, sviluppo con prove da superare, conclusione con lieto fine. Alla ricerca della perla di saggezza Tanto tempo fa, in un castello ai piedi di un villaggio,vivevano un re e una regina e la loro figlia ,la principessa Isabella. Isabella era amata da tutti e molti pretendenti la chiedevano in sposa, portandole ori e stoffe preziose, ma lei rifiutava poiché pensava che l'amassero solo per le sue ricchezze. Infine si presentò un povero ragazzo e Isabella vide in lui un amore puro. Il re, per nessun altra cosa al mondo voleva far sposare la sua figliola con un povero ragazzo e così costui, triste, se ne andò. All' ombra di una quercia vide una strana creatura che volteggiava con una bacchetta in mano. Il ragazzo rimase stupito e si avvicinò. Notò che era una fata e non ebbe fiato per parlare che la creatura disse: -Io sono sicura che ami la principessa Isabella, perciò vai, vai al castello e dille che sei disposto a tutto pur di aspirare alla sua mano. Così il ragazzo tornò al castello e disse le parole della fata e il re, allora, esclamò: - D' accordo, potrai sposare mia figlia, ma solo se mi porterai la “perla di saggezza”. Era un'opera impossibile, ma il ragazzo accettò. Tornò subito dalla fata ed ella gli disse: - Prendi queste tre libbre di pane, questa spada e questa polvere fatata e incamminati per quel sentiero. Il ragazzo s' incamminò ma subito scese la sera. Era buio e freddo, ma quando pensava a Isabella sentiva calore. Il giorno seguente, durante il suo cammino, incontrò dei cani feroci e così lanciò lontano un po' di pane; proseguì e, dopo aver camminato a lungo, non trovò altro che un fiume, ci gettò della polvere fatata e riuscì a camminarci sopra, cammina, cammina non trovò altro che una caverna. Con cautela ci entrò, era buio, ma in quel buio scorse un drago; sguainò la spada e pensò che non poteva tirarsi indietro e così ci fu una lunga battaglia sanguinosa, ma il ragazzo vinse. Dietro il drago notò in bagliore: era la ”perla di saggezza”. L'afferrò e, più veloce della luce, tornò al castello e il re non poteva fare altro che preparare le nozze. Il matrimonio si celebrò, il ragazzo divenne ricco e vissero felici e contenti sapendo di vivere entrambi di un amore vero. Rossana Frisoli L’Erba della vita C’ erano una volta tre ragazze che abitavano in una baita sui monti con la loro madre, che era molto malata . I dottori avevano detto alle sorelle che non c’ era neanche più un medicinale che potesse guarire la loro madre. Il secondo dottore disse: “Veramente, mia cara , ci sarebbe una sola medicina che potrebbe salvare la tua dolce madre , è l’ erba della vita”. “ E dove si trova ? “ disse la ragazza. “ Sulla montagna del Nord, vicino una grotta, dove abita un drago ammaestrato da un orco”. I dottori se ne andarono . La ragazza ( la prima figlia ) volle partire subito per andare a prendere l’ erba della vita. La madre allora le consegnò la Tovaglia magica , che procurava tutto il cibo desiderato in ogni momento. La ragazza partì subito per il suo lungo viaggio e, dopo quel suo strano incontro, iniziò a mangiare tutto il cibo contenuto nella tovaglia. Lo finì quando arrivò sana e salva , sazia e stanca sulla montagna del Nord, non aveva più niente da dare al drago, che la catturò. La seconda sorella non vedeva tornare nessuno a casa e allora partì. Ricevette dalla madre gli stessi doni della sorella . Anche la seconda sorella , arrivata a un certo punto , incontrò la “ CORNACCHIA” parlante . Essa le regalò lo stesso oggetto magico. Ma la ragazza spinta dalla curiosità appoggiò il pettine a terra . Si aprì un grande vortice , dove lei saltò dentro e rimase intrappolata . La terza sorella Alice, la più piccola di tutte le sorelle, iniziò a preoccuparsi sia per la madre, che stava sempre peggio, sia per le sorelle che non tornavano. Allora Alice decise di partire con gli stessi doni che la madre donò alle altre sorelle . Ma Alice per la paura di tornare e vedere morta la loro mamma non volle gli oggetti magici . La ragazza partì. Essa arrivò alla montagna del Nord, prese la tovaglia e pronunciò le seguenti parole magiche : “Apriti Tovaglia ! Ora o mai più ! E si aprì una tavola imbandita. Il drago iniziò a mangiare a sazietà . Lei prese subito l ‘ ERBA DELLA VITA e liberò anche sua sorella maggiore dalle fauci feroci del drago . Il drago si accorse dell’ inganno delle due ragazze , allora si mise ad inseguirle, Alice lanciò il pettine magico accanto al drago, che restò imprigionato nella foresta . La seconda sorella, fortunatamente venne salvata dalla tenera amica cornacchia parlante . Le tre ragazze riuscirono ad arrivare a casa e a far mangiare l ‘ Erba della vita alla loro madre . Da quel giorno le tre ragazze e la loro madre vissero per sempre felici e contente Chiara Palumbo La penna magica Un giorno come tanti una classe doveva affrontare una verifica, ma una bambina di nome Katia era sicura di sé . Arrivò il momento, tutti erano ansiosi ma Katia no , tutti si chiedevano perché lei no . Delle ragazze videro una bella penna nuova che luccicava sul banco di Katia e le chiesero : - Katia hai comprato una penna nuova ? -Si-, rispose . E dopo quel momento non disse più una parola. La professoressa disse che se qualcuno avesse imbrogliato non avrebbe mai più corretto niente . Katia disse alla penna : - Penna, pennina cancella gli errori che ho fatto. E la penna avendo cancellato gli errori le stava scrivendo le risposte esatte, quando un uccellino che si era appogiato sulla finestra vicino al banco dove era seduta Katia disse : - Katia non imbrogliare se no ti troverai in difficoltà. Allora l’ uccellino staccò la penna dalla mano di Katia e volò via. Katia disse alla professoressa: Io non ho più la penna perché un uccellino me l’ ha tolta di mano e poi è volato via . Allora la professoressa disse: -Taci e lavora. Katia allora si sforzò di ricordare ciò che aveva studiato . Il giorno successivo la professoressa diede la verifica e Katia aveva preso un voto che non si sarebbe mai aspettata, aveva preso dieci grazie alla sua memoria e all’ uccellino . Ringraziò l’ uccellino e promise che non avrebbe mai più imbrogliato . Simona Arena LA PICCOLA LORIS Di Marianna Stelluti Tantissimo tempo fa viveva in un castello, sola soletta, una piccola bambina. Il suo nome era Loris ed era una bambina dolcissima, dagli occhi azzurri, i capelli biondi ed aveva sempre tre anelli al dito. Il castello in cui viveva era immenso, non finiva mai, infatti Loris non era mai riuscita ad esplorarlo tutto: non arrivava nemmeno ad un quarto di castello che già si stancava di camminare. In quel castello c’erano stanze di ogni genere: una stanza della foresta, una stanza della matematica, una stanza dove si trovavano gli abiti più belli di sempre, insomma era un sogno. Un giorno Loris provò ad esplorare una stanza nuova e sopra di essa c’era scritto “La stanza ufficio”. Loris aprì la porta e vide un uomo e, quell’uomo, disse che era suo padre. Loris era felicissima perché desiderava da tanto tempo un amico. Il padre di Loris un giorno le disse: “Piccola mia, oggi andrò in viaggio a Dubly, un’isola vicino il castello, per lavoro; ti lascio fare tutto quello che vuoi, ma mi raccomando, non aprire mai e poi mai quella cassetta sul comodino della tua stanza”. Poi il padre di Loris andò via. La bambina non sapeva cosa fare, era troppo curiosa di vedere cosa c’era nella cassetta. Loris pensò tra sé e sé: “Tanto non ci sarà niente d’ importante”. Così Loris aprì la cassetta e vide tre luci: una rossa, una gialla e una nera. Si accorse che erano i colori dei suoi tre anelli. Infatti nella cassetta c’era scritto di inserire gli anelli della memoria e Loris fece ciò che c’era scritto. Appena inserì i tre anelli dentro la cassetta, Loris si trasformò in una principessa, piena di luci accecanti. Loris non era più una bambina, era un’ adulta. La cassetta ad un tratto parlò e disse: “Ora ti ridò una cosa che non immagini: ecco la tua memoria”. Poi Loris si ricordò molte cose, tra cui si ricordò che suo padre si era trasformato in un mostro e aveva distrutto tutta la città di Bellavita, la sua vecchia città. Sfortunatamente, la luce accecante che ricopriva Loris si vedeva dappertutto, anche a Dubly. Il padre di Loris vide la luce e tornò al castello. Vide Loris con l’abito da principessa e, allora, si trasformò in un mostro e rinchiuse Loris nella stanza dei leoni, insieme alla cassetta che orami era inutile. La cassetta disse a Loris: “Loris, lancia l’anello rosso, e vedrai che succederà”. Loris fece così e i leoni che volevano mangiarli diventarono piccoli e innocui gattini e la porta si aprì. La luce di Loris iniziò a scomparire, ma il padre ancora una volta la vide e rinchiuse sia lei che la cassetta nella stanza della paura, dove c’erano mostri spaventosi. Ancora una volta la cassetta disse: “Loris, lancia l’anello giallo e vedrai che succederà”. Loris fece così e ci fu una luce enorme. I mostri si accecarono e la porta si apri. La luce di Loris svaniva sempre di più, ma c’era, così il padre la rinchiuse nel suo ufficio. Per la terza e ultima volta la cassetta parlò e disse: “Loris, lancia l’anello e ritornerà tutto come prima”. Loris lo fece e lei e il padre si ritrovarono a Bellavita con la loro famiglia. Il padre di Loris non ricordò nulla, e non era più un mostro; Loris era di nuovo la piccola Loris e visse sempre felice e contenta con la sua famiglia. LA CASA ASSASSINA (racconto di paura) C'era una volta una casa disabitata alla fine del paese, quasi in mezzo al bosco. Molti bambini di quel quartiere si davano appuntamento vicino alla casa ''assassina''. La casa era chiamata cosi perché, secondo la leggenda, in quella casa era stato assassinato un uomo. C'era un ragazzo di nome Raffaele che faceva sempre scherzi ai nuovi amici e, quando Raffaele e i suoi amici andavano a giocare vicino alla casa assassina, vedevano le porte che si muovevano da sole. Dopo un mese tutti gli amici di Raffaele andarono di nuovo a giocare nei pressi della casa assassina pensando che le porte si muovevano per uno scherzo di Raffaele, perché lui era un ragazzo scherzoso. Dopo due giorni Raffaele e i suoi amici ritornarono vicino alla casa assassina e videro uno zombie, il quale era l'uomo che era stato assassinato e li seguiva perché voleva uccidere anche loro. Lo zombie aveva organizzato una trappola e li catturò tutti, facendoli diventare degli zombie, che si riunirono in un esercito e andavano nel paese per infestare gli altri bambini. Matteo Quitadamo VERIFICA SPECIALE Era una mattina come tutte le altre per tutti gli alunni della 1 B, tranne per Sara, una ragazza solare sempre allegra. I suoi occhi brillavano sempre, tranne quel giorno in cui doveva fare una verifica che le avrebbe cambiato la vita, perchè se a quella verifica di inglese prendeva 10, per le vacanze di Pasqua si andava a Londra, cosa che lei desiderava molto perchè il suo sogno era quello di girare il mondo. Sara il giorno prima si era molto preparata con l’ aiuto della sorella, ma non riusciva a scrivere il dettato in inglese cosi perse il sorriso; la sorella continuava ad aiutarla, ma niente da fare. Poi, verso sera, Sara andò in soffitta per stare da sola a pensare a qualche trucco per prendere 10 e, proprio in quel momento, vide un libro con scritto il suo nome. Sara si fece coraggio e aprì la vecchia scatola, che lo conteneva, lo prese e iniziò a girare le pagine quando d’un tratto si sentì chiamare dalla mamma: -Dai Sara ,vieni giù e poi riprendi a ripetereSara scese, cenò e poi andò di corsa in camera per continuare ad ammirare il nuovo libro. Sfogliandolo arrivò ad una pagina dove c’ era scritto il seguente indovinello: “Se dieci alla verifica tu vorrai avere questo cane magico dovrai possedere …” Sara si meravigliò, però si fidava del libro e, ad un tratto, dal libro sbucò un cagnolino parlante; poi girò ancora le pagine e ne trovò una su cui c’era scritto: “Se dieci alla verifica vorrai avere questa penna che cancella gli errori dovrai possedere …” e dal libro uscì una penna che sembrava normale, ma la provò e vide che cancellava qualunque errore. Girò ancora le pagine e sbucò un altro indovinello “Se dieci alla verifica vorrai avere paura non devi avere fidati dei tuoi nuovi amici e ora dormi serena”. Sara chiuse il libro e si addormentò tranquilla. Il mattino seguente il sole nasceva e Sara fu svegliata dal cagnolino che felice disse: - Ciao padroncina mia, io per te ci sarò sempre e quando la prof detterà le frasi da tradurre io te le dirò però per gli altri sarò invisibile, solo tu mi potrai vedere. Sara abbracciò il cucciolo e andò a fare colazione, anche se era molto preoccupata. Dopo si vestì e la mamma l’ accompagnò a scuola dicendole che non doveva aver timore perché si era preparata molto. Mentre aspettava il suono della campanella arrivò la professoressa di inglese e con una voce sottile disse: - Hai ripetuto?- continuò- sai questo voto ti cambierà la pagella o in modo negativo o in modo positivo! Tutti i suoi amici erano molto sereni perché a loro non interessava niente di inglese. All’improvviso la campanella suonò, tutti entrarono in classe e la professoressa iniziò a dettare delle frasi e il testo. ma il cagnolino, come un fulmine, iniziò a tradurre e la penna a correggere. L’ ora passò in fretta, Sara aveva completato tutto ed era molto felice. La verifica andò bene e finalmente poté andare a fare i biglietti per Londra! Michela Pia Prencipe IL FIORE MAGICO C’era una volta, tanto tempo fa, una bambina, lei era stata invitata a casa dei nonni con i suoi genitori. I nonni avevano un bel giardino con tanti fiori colorati e profumati, di tutto e di più … Barbara, la bambina, voleva vedere tutto il giardino, ma i nonni dissero che era pericoloso andarci di sera e anche se Barbara insistette tanto loro le proibirono di andarci. Lei però restò a dormire a casa dei nonni e nel cuore della notte andò in giardino. Barbara era stupita perché non aveva mai visto dei fiori cosi belli, proseguì per cinque minuti, andando in giro ad osservare e odorare da vicino quasi ogni fiore. Correndo perse un braccialetto, trovò un fiore bellissimo, lo toccò e ad un tratto lei si trovò in un altro mondo. Spaventata si mise a correre e si nascose dietro un sasso, una fatina che passò di lì le chiese perché stava piangendo e Barbara raccontò tutto. Siccome lei era nuova, la strega-regina volle conoscerla, ma solo per farle superare delle prove. La fata si insospettì e mandò Barbara alla caverna della strega-regina con una spada molto più preziosa della sua; anche lei ne aveva una ma più piccola. La strega Betta alzò il braccio per colpire Barbara, ma la fata si mise davanti e la congelò con un incantesimo. Barbara la ringraziò molto e mentre stava parlando rivide il fiore, lo toccò e tornò nel suo mondo. Aurora Conoscitore IL contadino e il povero C’era una volta una principessa molto bella che da molti anni era rinchiusa in un castello. Un giorno un contadino di nome Paolo decise di cercare un animale da allevare e quindi si avventurò nella foresta dove c’erano molti animali cattivi. Durante il cammino, il contadino avvistò un castello grande avvolto da una fitta nebbia e si diresse verso di esso. Improvvisamente davanti a Paolo apparve un diavolo rosso e dalle corna molte lunghe che gli disse: -Per aprire il castello dovrai affrontare tre prove e se riuscirai a superarle, in mano a te compariranno tre chiavi per aprire il castello. Il contadino rispose: -Sono pronto ad affrontare le tre prove. Dopo appena due passi, Paolo dovette combattere con un drago e senza nessuna fatica, lo sconfisse e gli apparve la prima chiave che mise nella sua sacca .Dopo un po’ di cammino Paolo dovette affrontare la seconda prova, cioè quella di sconfiggere un lupo mannaro e, visto che Paolo era un po’ in difficoltà apparve un mago che gli diede una spada magica per sconfiggere il lupo; Paolo ci riuscì e gli apparve la seconda chiave. Dopo altri tre passi comparve la prova più difficoltosa, cioè quella di sconfiggere un minotauro lungo 5 metri. Siccome Paolo rischiava di morire, apparve di nuovo il mago che al posto della spada gli diede una zappa d’ottone e, con molta forza e abilità, Paolo riuscì a sconfiggere il minotauro e gli apparve la terza chiave. Arrivato davanti al castello Paolo aprì le tre porte con le chiavi e vide una bellissima fanciulla sdraiata su un letto; Paolo se ne innamorò e i due vissero per sempre felici e contenti. Giuseppe Lauriola