in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Pogliano Milanese OSTEOPOROSI “equilibrio & rischio cadute” guida alla conoscenza, al trattamento e alla prevenzione Area Fisio www.areafisio.com Il Centro Area Fisio nasce il 30 Settembre 2012 in via Morgagni 40 a Pogliano Milanese (sopra lo Spaccio Dolciario) come naturale processo di crescita e sviluppo dopo l'esperienza dello Studio di Fisioterapia di Legnano nel 1999 e quella dello Studio Professionale di Fisioterapia di San Giorgio su Legnano del 2004. Area Fisio opera in tre settori distinti, diagnosi, trattamento & prevenzione accomunati dall'avere la persona nel suo insieme come "missione". Area Fisio persegue il modello bio-psico-sociale, dove, a lato dell'aspetto biologico (la patologia e la disfunzione) si cura con particolare attenzione l'aspetto psicologico (come la persona riesce ad approcciarsi e a vivere il deficit funzionale) e si pone in rilievo l'aspetto sociale (come gestire il limite fisico in relazione dell'attività e dei rapporti sociali). Dario Maria Villa dottore in fisioterapia Responsabile e Titolare del Centro Area Fisio è Dario Maria Villa, dottore in fisioterapia, Istruttore Certificato di Kinesio Taping Docente di Bendaggio Funzionale presso l'Università Vita-Salute dell'Ospedale San Raffaele di Milano, Coordinatore Scientifico e Didattico del “Master di Formazione Avanzata in Metodologia Clinica e Riabilitazione in Ambito Sportivo” del Gruppo di Studio della Terapia Manuale di Milano Esperto in Terapia Manuale e in Rieducazione Posturale Propriocettiva. Relatore in numerosi Congressi e Convegni nazionali Dott. Fabrizio Borsani direttore sanitario Geriatra Dermatologo Plastico Odontoiatra Direttore Generale Centro di Raccolta Sangue – AVIS Parabiago Direttore Sanitario Rsa Comunale di Parabiago Direttore Sanitario RSA “Fondazione Lampugnani”, Nerviano Direttore Sanitario RSA “Fondazione Ferrario”, Vanzago Osteoporosi … conoscerla per curarla L’Osteoporosi è una malattia di rilevanza sociale. La sua incidenza, con prevalenza per il sesso femminile, aumenta con l’età sino ad interessare la maggior parte della popolazione oltre l’ottava decade di vita. Cos’è l’Osteoporosi ? la patologia sistemica che colpisce lo scheletro umano colpevole della fragilità delle ossa provoca riduzione continua della concentrazione minerale nella composizione delle ossa e un danneggiamento della architettura cellulare del tessuto stesso. la manifestazione più importante è la frattura è una malattia in grado di deteriorare il patrimonio minerale osseo: le ossa divengono più fragili e, pertanto, più facili a rompersi, anche in conseguenza di piccoli urti e lievi traumi o, nei casi più gravi, addirittura spontaneamente. Se lasciata progredire si sviluppa senza sintomi fino a portare alla frattura di un osso, spesso a livello del femore, della colonna o del polso, con ricadute anche pesanti come la necessità di interventi chirurgici e di lunghe riabilitazioni Definizione OMS Malattia sistemica caratterizzata da diminuzione della massa ossea e deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo che porta ad una maggiore fragilità dell’osso e ad un aumentato rischio di fratture. Quale osteoporosi? Si possono distinguere due forme di osteoporosi: primitive e secondarie. Quelle primitive che compaiono dopo la menopausa (postmenopausale) o comunque con l’avanzare dell’età (senile) Quelle secondarie come le forme provocate da patologie (reumatiche, endocrinologiche, renali, legate a malassorbimento intestinale) e dall’assunzione di farmaci (corticosteroidi, immunosoppressori) utilizzati per periodi prolungati. Si pensa all’osteoporosi come ad una malattia propria della persona anziana ma in realtà può colpire a qualsiasi età, il 55% delle persone sopra i 50 anni ne è affetta, spesso senza saperlo. Di queste l’80% è di sesso femminile, il 20% di sesso maschile. Dati clinici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicati sulle maggiori riviste mediche internazionali riportano che : il 23-30% delle donne in età postmenopausale sono affette da osteoporosi; il 33% delle donne di età superiore ai 65 anni è destinata a subire una frattura da osteoporosi; il 50% delle donne di età superiore ai 70 anni è destinata a subire una frattura da osteoporosi. Fattori di Rischio Sesso femminile (rischio genetico) con rapporto 8 a 2 sull’uomo. ( scheletro meno robusto, allattamento, menopausa, vita più lunga delle donne) L’età (15% delle donne a 50 anni e 50% a 80 anni) Storia familiare. Razza (europee ed americane > africane) Abitudini alimentari fumo, alcool, vita sedentaria Diete sbilanciate povere di sali minerali, insufficiente assunzione di calcio dieta carnea (troppe proteine inducono ad una perdita di calcio con le urine). E’ importante sottolineare che la riduzione della massa ossea, caratterizzante l’osteoporosi, non determina di per sé la comparsa di alcuna specifica sintomatologia. OSTEOPOROSI CONOSCERLA PER CURARLA Cos’è l’Osteoporosi? Perché è diventata ai nostri giorni una malattia importante? E’ una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da: · Perdita di massa ossea. · Deterioramento con distruzione della micro-architettura del tessuto osseo. OSTEOPOROSI"ossa porose" L’osteoporosi è una malattia del metabolismo osseo cronica e degenerativa che intacca la densità minerale dell’osso, con conseguente aumento della sua fragilità e suscettibilità alle fratture. In condizioni normali, la resistenza e la compattezza delle ossa sono date dal contenuto in minerali (calcio e fosforo). E' importante prendersi cura delle proprie ossa sin da bambini e prestare particolari attenzioni con l'avanzare dell'età, tra cui: • un adeguato apporto di calcio e di vitamina D • costante attività fisica (riduce del 25% il rischio di fratture) Quali sono i fattori di rischio nell’Osteoporosi? Età Razza bianca Sesso femminile Consumo eccessivo di alcool (> 60 g/die) Fumo (> 20 sigarette/die) Sedentarietà Costituzione gracile e ridotta massa grassa (BMI < 19 kg/m2) Uso a lungo termine di cortisonici e anticonvulsionanti Menopausa precoce e amenorrea Disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia,..) Insufficiente assunzione di Calcio Diete sbilanciate povere di sali minerali Il contributo genetico della patogenesi dell’osteoporosi sembra essere il maggior determinante della variabilità interpersonale in massa ossea. La propensione all’osteoporosi, al pari di molte altre condizioni morbose, è attribuibile all’effetto complessivo e combinato di molti polimorfismi genetici. Attualmente polimorfismi di geni che codificano il collagene tipo 1 (Colia 1), il recettore estrogenico (ER) e della vitamina D (VDR) vengono proposti come possibili determinanti genetici del rischio osteoporotico. L’evento clinico più rilevante LA FRATTURA Sedi più frequenti: Polso Femore Vertebre Nelle fratture di femore i dati epidemiologici dimostrano che solo il 50% dei pazienti rimane autosufficiente con compromissione comunque della qualità della vita successiva. Le conseguenze delle fratture vertebrali sono meno drammatiche, ma se sono multiple provocano dolore continuo, riduzione della motilità cifosi, difficoltà respiratorie. RADIOGRAFIA DI UN RACHIDE DORSALE OSTEOPOROTICO IN PROIEZIONE FRONTALE Le fratture osteoporotiche hanno importanti implicazioni sociali ed economiche oltre che sanitarie. Tra gli anziani rappresentano una delle maggiori cause di mortalità. Infatti, i pazienti con frattura del femore prossimale, presentano entro un anno dalla frattura, un tasso di mortalità del 15-30%. Il 50% delle donne con frattura del femore presenta inoltre una consistente riduzione del livello di autosufficienza ed in circa il 20% dei casi richiede una ospedalizzazione a lungo termine. Dott. Fabrizio Giudici Chirurgo Vertebrale – Area Fisio Indicazioni e Limiti della Vertebro/Cifoplastica Analisi prospettica sull’invecchiamento in Europa Popolazione > 65 a. Popolazione > 75 a. • 1950 = 14% • 1950 = 2,7% • 1995 = 19,1% • 1995 = 5,2% • 2025 = 30,1% • 2025 = 9,1% • 2050 = 40,2% • 2050 = 14,6% Solo Europa Occidentale > 65 a. nel 2050 oltre il 50% International Institute for Applied Systems Analysis, Laxemburg, Austria, April 2003 L’incidenza delle fratture vertebrali sopra i 65 anni = 39% National Center for Chronic Disease Prevention and Health Promotion CDC (1999), Healthy Aging 12:3 Le fratture vertebrali in osteoporosi aumentano il rischio di mortalità e riducono la qualità della vita Kado DM et al. 1999, Vertebral fractures and mortality in older women: a prospective study. Study of Osteoporotic Fractures Research Group. Arch. Int. Med. 159, 1215-1220 Fratture vertebrali in osteoporosi Asintomatiche Sintomatiche Trattamento fratture vertebrali in osteoporosi • Riposo assoluto • Terapia medica • Corsetti • Osteosintesi • Vertebroplastica • Cifoplastica Vertebroplastica • Introduzione per via percutanea, transpeduncolare o extrapeduncolare, nell’area di frattura del corpo vertebrale di un biomateriale (polimetilmetacrilato) per stabilizzare la frattura ed eliminare il dolore Materiali biocompatibili utilizzati : Polimetilmetacrilato, ceramica,calcio fosfato, idrossiapatite Cemento iniettato: 3-5cc per la col. lombare 2-3cc per la col. dorsale L’iniezione può essere mono o biterale (direzione della sonda) Vertebroplastica accesso monolaterale F. 75 a. frattura I L - Obesa, Corsetto C35 non sopportato, Intesi dolori Vertebroplastica Complicanze (Revisione Letteratura) 4-6% Associate all’introduzione della canula Fratture costali, Neuriti, Fratture del peduncolo, Infezioni Associate all’iniezione del cemento Fuoriuscita nel canale vertebrale, invasione nel sistema venoso Nuove fratture nei segmenti adiacenti Cifoplastica Introduzione nel corpo vertebrale per via percutanea transpeduncolare o extrapeduncolare bilateralmente di un palloncino per ridurre la frattura e creare una cavità che sarà riempita da un biomateriale (polimetilmetacrilato) allo scopo di riallineare il piano sagittale del rachide ed eliminare il dolore Vertebro/Cifoplastica Controindicazioni Nei giovani Gravi patologie cardio-polmonari Patol. della coagulazione o t. con anticoaculanti Infezione locale o sepsi generale Fratture mieliche o con danno neurologico Riduzione altezza corpo vertebrale >70% Fratture A 3 3 (Magerl et Al.) Vertebroplastica Risultati (Revisione Letteratura) Buoni nel 70-95% dei casi Mehobod et al.: Vertebroplasty for osteoporotic spine fracture: Prevention and treatment. Eur. Spine J. (2003) 12 (Suppl.2). S 155- S 162 Cifoplastica Risultati (Revisione Letteratura) Scomparsa del dolore 90-94% Ripristino altezza corpo vertebrale 47-70% Non complicanze neurologiche da fuoriuscita del cemento né da invasione del sistema venoso Incremento delle fratture nelle vertebre adiacenti? F.M. Philips (2003) : Minimally Invasive Treatments of Osteoporotic Vertebral Compression Fractures. Spine 28 15S, S45-S53 Conclusioni • La vertebro/cifoplastica sono valide procedure nella cura delle fratture vertebrali da osteoporosi • Efficaci nel ridurre il dolore e nella correzione sagittale del rachide • Accurato programma preoper.= migliori risultati • La vertebroplastica per ridurre il dolore • La cifoplastica per riallineare l’asse sagittale Quadro Clinico: il dolore Diagnostica Strumentale Radiologia Convenzionale Valutazione strumentale qualitativa • Riduzione trabecole orizzontali • Rinforzo trabecole verticali • Assottigliamento osso corticale • Fissurazioni e perforazioni della corticale Tomografia Computerizzata Possibilità di misurare la densità di uno specifico volume (analisi Quantitativa) Densità (H) di minerale (mg/cm3) Fosfato di potassio(minerali)-etanolo(grasso)-acqua(tessuti molli) Risonanza Magnetica Possibilità di adeguata valutazione del midollo osseo….. midollo rosso midollo giallo midollo giallo midollo rosso Dexa (densitometria ossea) o M.O.C. La densitometria ossea valutata con tecnica DEXA (a doppio raggio X) è tuttora la tecnica più affidabile nella misurazione della massa ossea. I siti scheletrici più frequentemente valutati con questa metodica sono la colonna lombare ed il femore prossimale. E’ generalmente raccomandata a tutte le donne oltre i 65 anni di età. Nelle donne di età inferiore e nei maschi, l’indagine è raccomandata solo in presenza di fattori di rischio quali ad esempio patologie o farmaci in grado di determinare osteoporosi. Il controllo dell’indagine, utile per valutare l’efficacia della terapia, è generalmente giustificato solo dopo 18-24 mesi e comunque mai prima di un anno. Risulta pertanto, di fondamentale importanza per tutte le donne, entro i primi 5 anni dalla menopausa, effettuare un esame MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) per la diagnosi precoce di osteoporosi. La MOC può essere eseguita sia con metodica a raggi X che ad ultrasuoni. Criteri di definizione Il criterio finora adottato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per definire l'osteoporosi fa riferimento a un valore di densitometria ossea (BMD) del femore o della colonna con T-score inferiore a 2.5 DS rispetto al valore medio normale di una popolazione giovane. Questo parametro è predittivo del rischio di fratture, ma scarsamente sensibile e poco specifico, anche se è in grado di guadagnare accuratezza diagnostica combinato con altri fattori come l'età e la presenza di fratture in anamnesi Indicazioni dell'OMS per la diagnosi Tipo di diagnosi T-score Normale I valori mineralometrici nella norma per sesso ed età. Assenza di segni evidenti di osteopenia. Non inferiore a -1 Osteopenia iniziale La tendenza dei valori mineralometrici verso i limiti inferiori della norma suggerisce un controllo periodico dell'andamento del contenuto minerale osseo. Tra -1 e -1.5 Osteopenia I valori densitometrici depongono per una netta riduzione del contenuto minerale osseo. Appaiono opportuni controlli periodici. Tra -1.6 e -2.5 Osteoporosi In base alla definizione dell'OMS, si parla di osteoporosi in presenza di valori di densità ossea 2.5 deviazioni standard (T-score) sotto il valore medio di un gruppo di riferimento composto da individui giovani e in buona salute. Sono opportuni controlli periodici ogni 10-12 mesi circa. Uguale o inferiore a -2.5 senza fratture Osteoporosi severa Oltre ad un T-score inferiore a -2.5, il soggetto ha avuto una o più fratture atraumatiche o per traumi molto lievi. Uguale o inferiore a -2.5 con fratture U.O. DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI SEDE INRCA COSENZA Diagnostica di Laboratorio Nella valutazione clinica del paziente osteoporotico, le indagini biochimiche giocano un ruolo importante, complementare e non alternativo, rispetto alla valutazione strumentale. Forniscono un aiuto nello stabilire una corretta diagnosi differenziale cioè alla ricerca di patologie metaboliche o non dello scheletro che sono in grado di causare osteoporosi. Indici Biochimici La valutazione di particolari indici biochimici, definiti come “marcatori di turnover” osseo, può consentire di valutare l’entità dell’attività metabolica dello scheletro. Marcatori di formazione con dosaggio nel siero : Fosfatasi alcalina totale – Fosfatasi alcalina ossea - Osteocalcina – Propeptide C– terminale del procollageno I Marcatori di riassorbimento con dosaggio nelle urine : Calciuria–Idrossiprolina–Piridinolina e deossipiridinolina (urine e siero)Telopeptide n-terminale del collageno I (urine e siero) – Telopeptide C–terminale del collageno I (CTx) (urine e siero). Conclusioni Le indagini diagnostiche, strumentali e di laboratorio, hanno pertanto un ruolo importante nella valutazione del paziente osteoporotico perché consentono di porre diagnosi, di fare una predizione del rischio di frattura e di monitorare la patologia nel tempo. Prevenzione regolare esercizio fisico, sotto controllo fisioterapico, con programmi di ginnastica riabilitativa specifica per l'osteoporosi; riduzione del consumo di alcool, caffè e fumo; adeguato apporto nella dieta di calcio e vitamina D. Linee Guida La National Osteoporosis Foundation (NOF) ha pubblicato le linee guida sul management dell'osteoporosi * età, storia di fratture, BMD femorale, BMI (se non è disponibile la BMD), storia familiare di fratture del femore, abitudine al fumo, assunzione di alcool, storia di terapia cronica steroidea, presenza di cause secondarie di perdita di massa ossea come l'artrite reumatoide. Per gli estensori delle linee guida NOF l'osteoporosi può essere prevenuta e trattata, prima che determini fratture, con opzioni terapeutiche efficaci nel ridurre il rischio di fratture successive al primo evento. Raccomandazioni Specifiche * informare i pazienti sui rischi dell'osteoporosi e sulle fratture secondarie * gestire le cause di osteoporosi secondaria (es. artrite reumatoide) * incoraggiare l'assunzione di dosi adeguate di calcio (≥≥1200 mg/die, aggiungendo supplementi se necessario) e vitamina D (800 1000 IU/die di vitamina D3 nei soggetti a rischio di assunzione inadeguata) * suggerire il controllo del peso ed esercizi di rinforzo muscolare per ridurre il rischio di cadute e fratture * stimolare i pazienti a smettere di fumare e a ridurre il consumo di alcool * prescrivere la BMD alle donne di età ≥65 anni e agli uomini ≥70 anni nonostante i fattori di rischio clinici * prescrivere la BMD alle donne giovani in postmenopausa e agli uomini tra i 50 e 70 anni con un profilo di fattori di rischio elevato * prescrivere la BMD per determinare il grado di severità della malattia per i pazienti che sono andati incontro a una frattura prima dei 50 anni * indicare la BMD in alcune condizioni come: l'artrite reumatoide, l'impiego cronico di steroidi o di altri farmaci in grado di ridurre la massa ossea, nelle valutazioni di farmacoterapia dell'osteoporosi, nel monitoraggio degli effetti del trattamento, nella valutazione delle donne in età menopausale che hanno sospeso la terapia ormonale sostitutiva * Iniziare un trattamento in soggetti con fratture dell'anca o vertebrali (cliniche o morfometriche) * Iniziare un trattamento, dopo una valutazione appropriata, in soggetti con un valore di BMD T-score <2.5 DS al collo del femore, all'anca o alla colonna * Iniziare un trattamento in donne in postmenopausa e in uomini ≥50 anni con massa ossea ridotta o osteopenia (BMD T-score tra – 1 e 2.5 DS al collo del femore, all'anca o alla colonna) e con una probabilità di frattura dell'anca a 10 anni ≥3% oppure con una probabilità di rischio di fratture maggiori > 20% basata sul modello di rischio assoluto di fratture del OMS * I farmaci approvati dalla Federal Drug Administration per la prevenzione e il trattamento dell'osteoporosi comprendono i bifosfonati, la calcitonina, la terapia ormonale sostitutiva, il raloxifene e il PTH 1-34. I benefici anti-frattura di questi farmaci sono stati studiati prevalentemente su donne con osteoporosi postmenopausale e per i bifosfonati, nella somministrazione giornaliera. Non esistono dati sulle fratture negli uomini e dati limitati nell'osteoporosi secondaria a steroidi. * La BMD per il monitoraggio della perdita di massa ossea è indicata ogni 2 anni presso centri che assicurano una buona qualità di misurazione. I soggetti in terapia dovrebbero eseguire una BMD ogni 2 anni dall'inizio della terapia e sottoporsi a controlli successivi ogni 2 anni. * Le terapie fisiche e la riabilitazione possono ridurre la disabilità, migliorando la funzione fisica e l'attività quotidiana, e diminuiscono il rischio di cadute nei soggetti con osteoporosi I farmaci • Bifosfonati (anti-osteoclasti) - Lontano dai pasti, abbondante acqua e posizione seduta - Effetti collaterali: pirosi, odinofagia, esofagite - Controindcazioni: patologie esofagee, ipocalcemia, IRC grave • Raloxifene • Terapia ormonale sostitutiva ? (No !!) - Non vi è indicazione per l’osteoporosi, ma solo per ridurre i sintomi associati alla menopausa. - Dopo la cessazione della TOS si ha perdita ossea Rimedi Non Farmacologici • adeguato apporto di calcio e vitamine • esposizione al sole • attività fisica regolare • cessazione fumo • riduzione assunzione alcolici Fabbisogno giornaliero di Calcio mg Bambini Adolescenti 500-700 1000-1300 Adulti giovani 500 Adulti anziani 800 Donne gravide 1500 Donne che allattano 2000 Donne in premenopausa 1200 Donne in postmenopausa 1500 Assorbimento e Biodisponibilità del Calcio I sali di calcio sono poco solubili e ciò rende problematico il loro assorbimento. Diversi fattori possono aumentare o diminuire l’assorbimento del calcio: La vitamina D regola la sintesi di proteine trasportatrici responsabili nel garantire un trasporto attivo di calcio dal lume intestinale al plasma. La disponibilità di calcio viene poi influenzata positivamente da fattori nutrizionali quali lattosio e proteine (soprattutto le frazioni bioattive della caseina); mentre viene ostacolata da sostanze di origine vegetale, quali fitati (cereali, semi e legumi), ossalati (spinaci e barbabietole) e dalla fibra che con il calcio formano complessi insolubili. La quantità di fosforo presente negli alimenti (rapporto calcio:fosforo <1) sembra indurre un minor assorbimento di calcio a livello intestinale. Durante l’infanzia e l’adolescenza, la capacità di assorbire calcio è maggiore; mentre l’età avanzata modifica negativamente la biodisponibilità di calcio. Prevenzione alimentare dell’Osteoporosi Un’alimentazione ricca di proteine e fosfati (particolarmente presenti nei formaggi stagionati) è stata a lungo ritenuta un fattore di rischio per l’osteoporosi. L’ipotesi fatta individuava proteine e fosfati come sostanze che riducendo il pH dell’organismo (acidificazione) richiedono un’appropriata azione tampone con conseguente effetto demineralizzante sull’osso, essendo lo scheletro la principale riserva di minerali alcalini. Si è invece evidenziato che un aumento dell'apporto proteico giornaliero potrebbe avere un effetto positivo sulla densità minerale ossea e sulle prestazioni funzionali (prevenzione primaria e secondaria). Fondamentale è un adeguato apporto di Calcio e Vit. D per il raggiungimento di un’ossificazione ottimale. Infine, tra le misure preventive va presa in considerazione anche l’opzione di una sufficiente attività fisica. Dott. Massimo Negro Specialista in Alimentazione – Area Fisio Sports Nutrition Research – University of Pavia Osteoporosi Infiammazione Fattori che agiscono NEGATIVAMENTE sulla salute dell’osso Scadimento delle influenze ormonali (sessuali) Insufficienti stimoli di forza sull’osso/sarcopenia Apporto di calcio/Proteine/vit.D3 insufficiente Cortisonici Aumento attività osteoclastica – apoptosi osteoblasti DIETA: sarcopenia e osteoporosi Diete con adeguati apporti proteici (1,2 g/Kg/die) hanno dimostrato di migliorare la sintesi proteica, la qualità dell’osso (ass.intestinale, paratormone, IGF-1) e di rallentare l’evoluzione della sarcopenia, rispetto a diete normoproteiche (0,8 – 1g/Kg/die) Kerstetter JE, O’Brien KO, Insogna KL: Am J Clin Nutr 2003; 78: 584S-592S Manninen AH: Sports Nutrition Review Journal 2004; 1: 45-51 Devine A, et al: Am J Clin Nutr. 2005; 81(6):1423-8 Morais JA, Chevalier S, Gougeon R: J Nutr Health Aging. 2006; 10(4):272-83 Thalacker-Mercer AE, et al: Am J Clin Nutr. 2007; 85(5):1344-52. La salute dell’osso (in particolare per le donne in menopasusa) deve essere garantita da un adeguato introito di energia, proteine, calcio, magnesio, zinco, vitamina D (critical nutrients) Ilich JZ, Brownbill RA, Tamborini L: Eur J Clin Nutr. 2003; 57(4):554-65 ALIMENTAZIONE E OSTEOPOROSI Mantenere il corpo in buona salute ha la sua base in una corretta alimentazione. Si basa sull'apporto equilibrato di: - acqua, carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali minerali. Le ossa possono indebolirsi a causa di bassi livelli di calcio, fosforo e altri minerali nelle ossa. È necessario assumere la giusta quantità di Calcio, che da solo non cura l'osteoporosi, ma gioca un ruolo importante nella prevenzione. È importante mantenere buoni livelli di Vitamina D con: - assunzione di alimenti che lo contengono - esposizione al sole e, nel periodo invernale, con l'eventuale utilizzo di supplementi. CALCIO (Ca) Principali fonti: • latte (anche scremato) • derivati del latte come yogurt (anche magro) e formaggi • sesamo, mandorle, noci, nocciole, pistacchi, avena • cavoli, broccoli,radicchio,spinaci,carciofi • prodotti del mare - alghe, pesce (alici ,salmone in scatola) • l'acqua del rubinetto, molte acque minerali (quelle che contengono più di 200 mg per litro) Un consumo eccessivo di latte e prodotti caseari può causare la perdita di calcio e di altri minerali alcalini da parte delle ossa, con conseguente fragilità delle stesse. L'osteoporosi non è infatti conseguente a carenza di calcio nella dieta, ma ad un eccesso di acidità che costringe l'organismo a ricavare il calcio dalle ossa. Rimane logico garantire un sufficiente apporto alimentare di calcio, purché non provenga solo dai latticini. ALCUNI CIBI RICCHI DI CALCIO calcio (mg) in 100g di prodotto Alimenti consigliati per incrementare l’apporto di Calcio LATTE E DERIVATI Per mantenere un buon apporto di calcio è importante consumare due/tre porzioni al giorno di prodotti lattiero-caseari.Tali porzioni portano alla copertura del 43% del fabbisogno di calcio nelle fasce più bisognose (bambini e adolescenti, donne in menopausa) e di oltre il 60% di un maschio adulto o di una donna di età compresa tra i 30 e i 49 anni. I formaggi stagionati rappresentano, inoltre, una variabile ma non trascurabile fonte di vitamina D (fino a 50 mcg/100 g). La presenza di proteine e dei CPPs nei prodotti lattiero-caseari rende più efficace l’assunzione di calcio e migliora la BMD. L’eliminazione di tali alimenti è associata a una minore statura e BMD nei bambini e ad un maggiore rischio di fratture, con un aumento di circa 2,7 volte rispetto a diete che includono questi prodotti. Alcune persone sono intolleranti al lattosio e hanno difficoltà a consumare latticini (carenza enzima lattasi). Per la digestione di tali alimenti in questi casi si consiglia di consumare latte delattosato, yogurt o formaggi stagionati; tutti alimenti a basso tenore di lattosio. In presenza di sovrappeso o colesterolo alto è possibile ugualmente seguire una dieta ricca in calcio assumendo due/tre volte alla settimana 50 gr di Grana Padano. CARNE E PESCE La carne è relativamente povera di calcio, mentre il pesce, pur non essendone particolarmente ricco, ne contiene il doppio ed è quindi da preferire (in particolare sono molto ricche di calcio e vitamina D le alici se consumate con la lisca). LEGUMI E’ importante consumare da due a quattro volte alla settimana soia e legumi che, oltre a contenere buone quantità di calcio, sono una fonte di proteine vegetali (contribuiscono a ridurre la calcinuria) e contengono sostanze con azione protettiva sull’osso. VERDURA E FRUTTA Ortaggi a foglia verde scura (in particolare rucola, radicchio verde, broccoli, rapa, cicoria, bietole) apportano mediamente circa 70 mg di calcio per 100 g. La frutta invece, non è particolarmente ricca in calcio, tuttavia fragole, frutti di bosco ed agrumi ne contengono una maggiore quantità rispetto alla media. ACQUA L’introito di calcio può essere aumentato be acqua ad un alto contenuto di calcio con almeno 150200 mg\litro (es. acque minerali bicarbonatocalciche ma anche l’acqua del rubinetto che lascia residui calcarei). FIBRA Contrariamente a quanto ritenuto in precedenza, gli alimenti ricchi in fibra non sembrano limitare in modo significativo (se non vi sono carenze di vitamina D) le capacità dell’intestino di assorbire il calcio alimentare ed addirittura alcuni tipi (es. inulina) possono addirittura aumentarne l’assorbimento. VITAMINA D Un adeguato apporto di calcio e vitamina D riduce il rischio di osteoporosi. È necessaria per l'assorbimento del calcio e per i processi di rimodellamento osseo. È l'unica vitamina che non siamo costretti ad assumere con i cibi. Siamo capaci di sintetizzarla grazie ai raggi ultravioletti (UVB) della luce solare. Sono sufficienti venti minuti al giorno di esposizione al sole. La vitamina D è presente in pochi alimenti: - pesci grassi (aringhe, tonno, sgombri). - olio di fegato di merluzzo (ne è ricchissimo). ll fabbisogno di vitamina D dipende dall'età: • bambini e adulti fino ai 50 anni di età: 200 unità al giorno; • soggetti di età compresa tra i 51 ed i 70 anni di età: 400 unità al giorno • per gli over 70, l'apporto consigliabile è di 600 Unità al giorno La supplementazione Combinata La supplementazione a base di Vitamina D e di Ca è spesso raccomandata per prevenire le fratture. È dimostrato che le donne che ricevono dosi giornaliere di • 1000-1.200 mg di calcio, in associazione con • 1.000 UI/die di vitamina D hanno una riduzione del 29% del rischio di fratture. Recenti studi dimostrano tuttavia come il Calcio (Ca) e la vitamina D da soli siano inadeguati e non abbiano impatto sull’incidenza di fratture nel periodo post-menopausale. Alimenti Sconsigliati SODIO Un eccessivo introito di sodio può ridurre la capacità del rene si riassorbire il calcio. VERDURE Alcune verdure riducono l'assorbimento intestinale di calcio. Il calcio contenuto in alcuni vegetali si ritrova spesso sotto forma di ossalato, un sale insolubile che ne ostacola l’assorbimento intestinale. Alimenti Contenuto in ossalato (mg/100g) Bietole 690 Spinaci 676 Cacao in polvere 450 Thè nero 370 Barbabietole 338 Pepe nero 300 Rabarbaro 250 CAFFEINA Un eccessivo consumo di caffeina aumenta la perdita di calcio con le urine. ALCOLICI Il consumo di alcolici diminuisce l'assorbimento del calcio e riduce l'attività degli osteoblasti (cellule deputate alla demolizione dell’osso). Prevenzione Obiettivi favorire la crescita scheletrica nei primi 3 decenni di vita prevenire la perdita ossea durante l’invecchiamento preservare l’integrità strutturale dello scheletro prevenire le fratture seguire una dieta adeguata per apporto in calcio e mineral praticare una adeguata attivita’ fisica GRAZIE PER L’ATTENZIONE Perché l’esercizio Fisico Calcio Alimentazione Fissazione del Calcio Esercizio & Movimento Quale esercizio Fisico ? E il nuoto? Fisioterapia La fisioterapia può prevenire le fratture aiutando a mantenere o migliorando il tono muscolare, i riflessi, la coordinazione e l’equilibrio. Per le persone che cadono spesso è talvolta importante l’insegnamento delle tecniche per potersi rialzare da terra, ciò che non è per nulla evidente nella terza età. Fisioterapia come prevenzione Mobilizzazione segmentaria autonoma Rinforzo Muscolare /Ergonomia Esercizi di controllo posturale Riabilitazione propriocettiva Uso delle vibrazioni Fisioterapia come Recupero Post Traumatico Recupero Articolare Recupero del tono/trofismo muscolare Recupero del controllo motorio Recupero del carico (quando necessario) Recupero del controllo posturale Recupero dell’autonomia globale Programma di attivazione/esercizi domiciliari Controllo Posturale Riabilitazione Propriocettiva Riabilitazione in Acqua A cosa serve la fisioterapia allora? “La fisioterapia è la professione medica il quale scopo primario è la promozione dell’ottimo stato di salute e funzione attraverso l’applicazione dei principi scientifici per prevenire, identificare, valutare, correggere o alleviare un acuto o prolungato stato di disfunzione” American Physical Therapy Association, 1989 Test Pratico Strategia Precauzionale Appoggio Alterato Test Statico Occhi Aperti – Occhi Chiusi Esercizi Suggeriti Livello Prestazione Esercizi Consigliati Marcetta sul posto con ritmo pendolare arti sup corretto 0 Strategia precauzionale anche ad occhi aperti Marcetta sul posto con OC Cammino sulle punte dei piedi Marcetta sul posto con OC Marcetta sul posto con OC 1 Strategia precauzionale ad OC oltre il 50% una gamba davanti all'altra Appoggio monopodalico OA per 30 secondi Appoggio monopodalico OA per 1 minuto 2 Strategia precauzionale ad OC sotto il 50% Appoggio monopodalico OC per 30 secondi Appoggio monopodalico OA muovendo il corpo in tutte le direz. Grazie per l’attenzione!!!!!