Lettera ai Filippesi
5Abbiate
in voi gli stessi sentimenti di Cristo
Gesù:
6egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l'essere come Dio,
7ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall'aspetto riconosciuto come uomo,
8umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Lettera ai Filippesi
1
9Per
questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
10perché
nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
11e
ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!,
a gloria di Dio Padre.
Lettera ai Filippesi
2
Nascita della chiesa di Filippi, la prima chiesa d’Europa.
At, 16, 11 e seguenti
11Salpati
da Tròade, facemmo vela direttamente verso
Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli 12e di qui
a Filippi, colonia romana e città del primo distretto
della Macedonia. Restammo in questa città alcuni
giorni. 13Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il
fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e,
dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle
donne là riunite. 14Ad ascoltare c'era anche una
donna di nome Lidia, commerciante di porpora,
della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il
Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di
Paolo. 15Dopo essere stata battezzata insieme alla
sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete
giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella
mia casa». E ci costrinse ad accettare.
Lettera ai Filippesi
3
Filippi era una rinomata città della Macedonia ai
confini con la Tracia e doveva il suo nome a Filippo II,
padre di Alessandro Magno; al tempo delle guerre
civili romane vi affluirono più volte contingenti di
veterani in veste di coloni. Dall’imperatore Augusto
ebbe il titolo di «Colonia Iulia Augusta Philippensis»
e il privilegio dello «ius italicum», cioè esenzione
dalle tasse, indipendenza rispetto al governatore della
provincia, pieno dominio sui fondi.
L’amministrazione della città era modellata su quella
di Roma. La popolazione era formata dagli indigeni e
soprattutto dai veterani che vi avevano importato
propri usi, costumi e linguaggio.
Lettera ai Filippesi
4
I viaggi di Paolo
Leetera ai Filippesi
5
LE LETTERE DELLA PRIGIONIA
Sono quattro scritti:
le lettere ai Filippesi, ai Colossesi, agli Efesini e a Filemone.
Accomunate dal fatto che l’autore fa riferimento ad una
propria situazione di prigionia ma non necessariamente
affini e contemporanee.
La lettera ai Filippesi si differenzia notevolmente dalle altre
tre e gli studiosi la ritengono composta durante la prigionia
ad Efeso per ringraziare i Filippesi delle loro premure e
confortarli nel loro impegno.
Le altre tre lettere sono più affini tra di loro e possono datarsi
al tempo della prigionia romana degli anni 61-63.
Il biglietto a Filemone può considerarsi un semplice allegato
alla lettera ai Colossesi; mentre quest’ultima è strettamente
simile alla lettera agli Efesini.
Lettera agli Efesini - Claudio Doglio
6
La Lettera ai Filippesi è scritta intorno all’anno
50 (Paolo è in prigione ad Efeso)
Unica lettera senza toni polemici.
Non ha niente di particolare da sollecitare,
precisare;
Paolo, davanti alla morte che rischiava, rivede la
situazione della chiesa di Filippi, la propria vita e
quella della comunità alla luce di Cristo
con i temi fondamentali della gioia e del sentire
il mistero della vita.
Lettera ai Filippesi
7
Diversamente da altre lettere, in cui si preoccupa
di correggere ed orientare, questa è una lettera
ricca di tante cose spirituali,
esperienze spirituali e
si confessa con tanta semplicità alla comunità
perché anche essa abbia gli stessi sentimenti che
furono in Cristo Gesù.
È estremamente comunicativa e calda, espressiva
di quello che ha vissuto questa piccola e povera
comunità.
(commenti di Silvano Fausti - http://www.gesuitivillapizzone.it/sito/lectio/paolo.html)
Lettera ai Filippesi
8
1, 1-2
3-11
Indirizzo, Mittente e Destinatari
Ringraziamento nella gioia
Preghiera: che l’amore cresca
12-26
La situazione di Paolo in prigionia
Per me vivere e’ Cristo
27-30
2, 1-5
Forti nella fede
6-11
Comunità: avere lo stesso modo di sentire di
Cristo
INNO A CRISTO
12-18
Agire come Gesu’, Fede e Ascolto
19-24
Comunicazioni: Timoteo
25-30
Epafrodito
Lettera ai Filippesi
9
3, 1- 11
12-
Lieti e saldi nel Signore
Dinamismo della fede
4 -1
l’esempio dell’apostolo
4, 2-9
Collaborazione e concordia
Gioia e pace con tutti
10-20
21-23
Gratuita’ del Vangelo e Beni
Saluti e benedizione
Lettera ai Filippesi
10
Saluto, Mittente e destinatari
1
Paolo e Timoteo, servi (schiavi) di Cristo Gesù, a
tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i
vescovi e i diaconi: 2grazia a voi e pace da Dio,
Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
 In due versetti molto brevi si ripete tre volte la parola
Cristo Gesù;
 dà una definizione di sé come schiavo di Gesù Cristo,
come Cristo si è fatto schiavo così Paolo ritiene di essere
schiavo per amore di Cristo
 Paolo e Timoteo sono i mittenti che hanno fondato la
Chiesa di Filippi e si rivolgono ai cristiani chiamandoli
santi cioè appartenenti a Dio
Lettera ai Filippesi - Silvano Fausti
11
 Il credente è santo non perché è bravo ma perché è
in Cristo, in Dio; e in Lui è figlio;
 Questa comunità dei santi si trova in Filippi;
 la chiesa è una sola ma si trova in tante parti.
 la Chiesa è cattolica, è universale ma in concreto si
vive la fraternità con la gente con cui ci si ritrova
non con altri che non si conosce, si fa fraternità
nella casa, nella famiglia, con la gente che
incontri ogni giorno.
 Su questa chiesa, su questi santi Paolo, invoca
Grazia e pace (grazia, gioia e pace). Cioè pienezza
di ogni bene: Grazia e pace. Doni del Signore
Lettera ai Filippesi
12
1, 3 – 11
 preghiera di ringraziamento per l’amore che
questa comunità ha
 invocazione e supplica perché questo amore
cresca sempre di più e così cresca anche la vita
spirituale della comunità.
3Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo
di voi. 4Sempre, quando prego per tutti voi, lo
faccio con gioia 5a motivo della vostra
cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino
al presente. 6Sono persuaso che colui il quale ha
iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a
compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
Lettera ai Filippesi
13
 Inizia ringraziando (in greco eucaristein), perché Dio




dà ogni bene;
l’eucarestia è il momento fondamentale nella vita
umana perché tutto ciò che siamo è dono;
si ringrazia quando qualcosa ci è dato anche se non è
dovuto, quando non è in nostro possesso, quando ci si
riconosce figli dell'unico padre,
L’eucaristia (ringraziamento) è sempre e per tutti,
accompagnata da grande gioia e preghiera; la gioia è
il colore della vita cristiana, la caratteristica di questa
lettera.
La vera ascesi cristiana è quella di conservare la gioia
del cuore, essere contenti che Dio ci ama e già ci ha
salvati e non preoccuparsi di quello che sta per venire
Lettera ai Filippesi
14
 Con questa gioia, segno della presenza di Dio, lui
prega:
 per la partecipazione al vangelo, alla fede e
partecipazione al mistero del Signore Gesù,
 per l’accettazione del suo amore per me che sono figlio
e nel suo Figlio reso capace di amare i fratelli.
 per la partecipazione alla missione di Paolo aiutandolo
nel diffondere il Vangelo di Cristo.
Paolo è convinto che chi ha iniziato quest'opera buona la
porterà a compimento e non ha paura di alcun
fallimento: è Dio che inizia è Dio che porta a
compimento.
Lettera ai Filippesi
15
7È
giusto, del resto, che io provi questi sentimenti
per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando
sono in prigionia, sia quando difendo e confermo
il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi
della grazia. 8Infatti Dio mi è testimone del vivo
desiderio che nutro per tutti voi nell'amore di
Cristo Gesù.
 E’ giusto ringraziare e avere fiducia, solo il nemico
porta alla tristezza e sfiducia.
 Vi porto nel cuore, ho interesse per voi , come Dio ha
interesse per voi.
 Poi voi siete partecipi della grazia che mi è data (la
prigionia è ritenuta una grazia perche rende simile a
Cristo, testimone fino in fondo).
Lettera ai Filippesi
16
 Dio mi è testimone che io ho nostalgia di voi con la




tenerezza di Cristo.
Questo desiderio ha la stessa tenerezza di Cristo, come
un amore materno.
L'amore di Dio, verso i fratelli, non esclude nessuno;
è un amore che non dipende dal merito, come quello
della madre o del padre per il figlio;
così anche quello di Paolo. Ama ogni persona per
quello che è senza esclusioni.
Lettera ai Filippesi
17
9E




perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in
conoscenza e in pieno discernimento, 10perché
possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri
e irreprensibili per il giorno di Cristo, 11ricolmi di quel
frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù
Cristo, a gloria e lode di Dio.
Prega perché l'amore e la carità aumenti sempre di più;
infatti l'amore può solo aumentare altrimenti diminuisce, e
se diminuisce e già peccato.
Per crescere nell’amore ci vuole la conoscenza di Dio, della
Sua Parola;
Crescere in ogni genere di discernimento, di sentimento,
cioè accogliere con la propria sensibilità la parola che è il
dono del il Signore.
Questo fa crescere nell'amore senza il quale tutto si riduce
legge, norme.
Lettera ai Filippesi
18
Fil. 1, 12-26
La situazione di Paolo – Per me vivere è Cristo
12Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano
volte piuttosto per il progresso del Vangelo, 13al punto che,
in tutto il palazzo del pretorio e dovunque, si sa che io
sono prigioniero per Cristo. 14In tal modo la maggior parte
dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene,
ancor più ardiscono annunciare senza timore la Parola.
15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e
spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi
lo fanno per amore, sapendo che io sono stato incaricato
della difesa del Vangelo; 17quelli invece predicano Cristo
con spirito di rivalità, con intenzioni non rette, pensando
di accrescere dolore alle mie catene. 18Ma questo che
importa? Purché in ogni maniera, per convenienza o per
sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e
continuerò a rallegrarmene.
Lettera ai Filippesi
19
19So
infatti che questo servirà alla mia salvezza,
grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello
Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente
attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso;
anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche
ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che
io viva sia che io muoia.
 Si parla nove volte di Cristo, è un ritornello il cui punto
focale è: per me vivere è Cristo.
 Sotto questa luce vede la sua situazione:
 si trova in prigione e rischia di essere condannato a
morte,
 alcuni dei suoi compagni lo abbandonano, si sentono
liberi dalla sua influenza, … rivalità.
Lettera ai Filippesi
20
 Di fronte a questi fatti negativi:
 la prigione,
 ostilità e rivalità
 l’angustia di poter morire,
 ci dice come mettersi di fronte alle realtà negative.
 In Cristo, morire è un guadagno,
 Vivere può essere utile agli altri;
 Stretto fra queste due cose è certo che la scelta non sta
nel cercare ciò che gli conviene di più, ma ciò che è più
utile agli altri.
Lettera ai Filippesi
21
21Per
me infatti il vivere è Cristo e il morire un
guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa
lavorare con frutto, non so davvero che cosa
scegliere. 23Sono stretto infatti fra queste due
cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per
essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24ma
per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
25Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò
a rimanere in mezzo a tutti voi per il progresso e
la gioia della vostra fede, 26affinché il vostro vanto
nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo
Gesù, con il mio ritorno fra voi.
 Nella sua situazione (non sono le prigioni di adesso),
anziché piangere su se stesso fa un ragionamento a
cosa serve?
Lettera ai Filippesi
22
 Sono in prigione per Cristo e quindi sono contento, di





soffrire per il Vangelo, non mi interessa il bene di me
stesso ma quello degli altri.
Essere in prigione aiuta la causa di Cristo: i fratelli
vedono il suo esempio, il coraggio e la fermezza nella
fede.
Paolo è indifferente alla sua situazione;
nella valutazione deve chiedersi cosa conta veramente
nella vita;
trova nell’amore di Cristo la sua strada.
Bisogna dimenticarsi del proprio io, avere un grande
amore.
Lettera ai Filippesi
23
Fil. 2 1-11




Avere lo stesso modo di sentire di Gesù
i primi quattro versetti dipingono la comunità
gli altri versetti come la comunità ha sentito Gesù.
La comunità è specchio del volto di Cristo, il nostro
modo di vivere e di sentire è come il suo.
Il principio della nostra vita concreta è la storia di
Gesù: quel che lui ha fatto, detto e vissuto.
 Contempla il volto di Gesù Cristo
 Per natura l’uomo cerca gloria (peso, consistenza), ha
bisogno di essere qualcuno, di contare, di pesare, se no
non esiste. Tutto quello che fa è per la gloria, per un
peso, una consistenza nei confronti degli altri.
Lettera ai Filippesi
24
Per Paolo il vero peso, la vera identità, la vera
consistenza, deve essere la stessa di Gesù Cristo:
 La strada dell’umiltà, dell’amore, dello spogliarsi, dello
svuotarsi e dell’essere disponibile ai fratelli fino alla
morte e alla morte di croce, cioè:
 aver lo stesso modo di sentire che fu in Gesù
Cristo.
 Con Lui bisogna essere ben accordati, non solo come
uno strumento musicale accordato, ma anche ben
“cordati” nel senso di avere un cuore che ha lo stesso
modo di sentire di quello di Cristo;
Lettera ai Filippesi
25
Da qui gli aspetti positivi della Comunità.
1 Se dunque c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è
qualche conforto, frutto della carità, se c'è
qualche comunione di spirito, se ci sono
sentimenti di amore e di compassione, 2rendete
piena la mia gioia con un medesimo sentire e con
la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
 consolazione in Cristo.
 vittoria sulla solitudine;
 in Cristo non più divisi gli uni dagli altri, con accuse
reciproche.
 L’uomo è relazione; (se è solo è morto).
 Comunità è non essere più soli: siamo in Cristo, in
relazione con Lui e con i fratelli.
Lettera ai Filippesi
26
conforto nell’amore:
 Insieme: l’altro è il tuo incoraggiamento, è la tua
forza, la forza dell’amore; ognuno ha la forza dell’altro.
comunione nello Spirito:
 Lo Spirito è la vita. La comunità dei credenti ha
un’unica vita, quella suscitata dallo Spirito che è
l’amore tra il Padre e il Figlio. Nella comunione lo
Spirito circola come il sangue nello stesso corpo.
 Se sono in Cristo, per me l’altro è fratello, per me l’altro
è coraggio e … non il nemico da cui difendermi,
 è la mia forza perché realmente abbiamo in comune lo
stesso Spirito santo.
Lettera ai Filippesi
27
Comunità: superare aspetti negativi.
 Allora, il nostro rapportarci non è più con rivalità,
invidia, gelosia, discordia, ma diventa rapporto di
viscere, di compassione, di tenerezza, di amore e di
accettazione, tipicamente materna ed incondizionata.
3Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma
ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli
altri superiori a se stesso. 4Ciascuno non cerchi
l'interesse proprio, ma anche quello degli altri.
 Se ognuno cerca la sua consistenza (gloria), il proprio
io (narciso) questa gloria è vana, cioè vuota.
 La gloria vera, quella piena è quella di Cristo che
svuota se stesso fino alla fine.
Lettera ai Filippesi
28
 Dio con noi: ci ha amato e ha dato la sua vita per
noi, per Lui la nostra vita vale più della sua.
 Quando l’altro è al primo posto, non c’è più rivalità
e concorrenza.
La gloria, la vera realizzazione dell’uomo, non sta nel
porsi al primo posto, ma all’ultimo posto,
la grandezza dell’amore non è dominare tutti ma è
servire tutti; l’amore lascia spazio all’altro, cioè si
svuota, mentre l’egoismo riempie ed invade tutto e
non c’è più respiro per nessuno e soffoca tutto;
l’amore si restringe al minimo e lascia tutto lo spazio
all’altro, è accoglienza.
Lettera ai Filippesi
29
Modello della Comunità cristiana: Cristo Gesù.
5Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in
Cristo Gesù.
 Se dovete crescere ed arrivare alla perfezione, cioè
avere gli stessi sentimenti di Cristo, allora vi presento
davvero com’è Cristo, vi faccio un quadro riassuntivo di
tutto il suo commino perché divenga il cammino del
credente e, quindi, di ogni uomo.
6Il
quale pur essendo di natura divina, non
considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza
con Dio.”
 Gesù è di natura divina, (in greco è nella forma di Dio)
cioè Lui realmente è nella gloria piena, e la gloria piena
di Dio, una uguaglianza non rapinata.
Lettera ai Filippesi
30
 Adamo invece rapì la sua uguaglianza con Dio, per lui
era qualcosa da rapire, da possedere, una cosa non
sua. (tentazione “si aprirebbero i vostri occhi e sareste
come Dio, conoscendo il bene e il male” Gen. 3,5)
7ma spogliò (svuotò) se stesso, assumendo la
condizione di servo e divenendo simile agli
uomini; apparso in forma umana, 8umiliò se
stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla
morte di croce.
 La prima caratteristica di Dio amore è che si svuota,
qui è detto: “si spogliò”.
 Spogliarsi è poco, spogliarsi è all’esterno; svuotarsi è
all’interno.
 L’amore cede tutto lo spazio all’altro, accoglie l’altro,
non occupa posto, è pura accoglienza.
Lettera ai Filippesi
31
Mentre l’egoismo vuol distinguersi dall’altro, affermarsi
sull’altro,
la gloria di Dio: prima di tutto si svuota e poi si
identifica con l’altro e si trova in tutto simile
nell’apparenza e nella realtà ad ogni uomo; ma non
basta, si fece più piccolo, si fece tapino.
Le caratteristiche dell’amore: svuotarsi, assumere la
forma dell’altro, farsi più piccolo e farsi obbediente (
in greco vuol dire “ascoltare stando sotto, sottomesso”).
L’itinerario del Figlio di Dio, che è Dio dall’eternità si
rivela nella storia come Dio in modo opposto a quello
che noi pensavamo essere Dio; e così ci rivela il
concetto di gloria : la nostra gloria sarà essere come
Dio e Dio è così.
Lettera ai Filippesi
32
Quando Gesù lava i piedi, noi diciamo sempre che Gesù si
è degnato di lavare i piedi ai suoi discepoli.
Gesù non si è degnato di lavare i piedi, ha manifestato la
sua gloria lavando i piedi, la sua dignità; non si è
abbassato, non si è umiliato a lavare i piedi, si è esaltato,
ha mostrato la vera esaltazione, quella di servire.
Allora il vero problema è il baco che abbiamo in testa : il
concetto di gloria, dal quale ci guarisce solo la
contemplazione del Cristo.
Se la comunità ha come norme di comportamento questo
modello di gloria, non c’è più la rivalità. Ci può essere un
nuovo tipo di rivalità, quella del servizio, della stima
dell’altro.
Lettera ai Filippesi
33
9Per




questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il Nome
che è al di sopra di ogni altro nome.”
Non è detto: nonostante questo, Dio l’ha esaltato,
è detto “per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il
nome che è al di sopra di ogni altro nome”.
L’ha esaltato perché la vera altezza è questa, è l’altezza
di Dio che è amore, e allora riceve come dono il Nome,
il Nome è Dio, il Nome sopra ogni altro nome, proprio
per questo è Dio.
in questa nuova gloria, la gloria dell’amore ,noi
conosciamo Dio e conosciamo, quindi, la nostra verità
di uomini,
Lettera ai Filippesi
34
10perché
nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra; 11e ogni lingua
proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di
Dio Padre.
Nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi.
Questo nome, questa persona di Gesù, che ci ha rivelato
la gloria di Dio, viene ad essere la critica di ogni idolo:
non c’è altro Dio all’infuori di questo, in cielo, sopra il
cielo, sulla terra, sotto terra.
Qui dobbiamo piegare le nostre ginocchia (tutto noi
stessi), davanti all’umiltà di Dio, davanti alla piccolezza
estrema di Dio, davanti alla Croce, non davanti al
potere, non davanti ai grandi ragionamenti.
Lettera ai Filippesi
35
E ogni lingua confesserà che Signore è Gesù, il Cristo.
Signore, il Kyriòs.
Dio è questo uomo, non un altro;
quel Dio che nessuno aveva mai visto,
questo è la gloria di Dio Padre, perché Lui è il Figlio e
noi suoi figli, assorbiti ormai nella Trinità.
la comunità vivrà quello che pur ha incominciato a
vivere, accentuerà questo stile, contemplando – la
forza è questa contemplazione - Gesù Cristo che
ha compiuto questo tragitto.
Lettera ai Filippesi
36
Fil. 2, 12-18
L’agire secondo Gesù
12-13 La fede e l’ascolto:
 Dalla contemplazione di Cristo : Senso del nostro agire
12 Pertanto, miei cari, come sempre avete obbedito, non
solo in mia presenza, ma molto di più nella mia
assenza, datevi da fare per la vostra salvezza con
timore e tremore. 13 È Dio infatti che agisce in voi
rendendovi capaci di volere e operare per la
benevolenza.
 Se avete obbedito, datevi da fare;
 “obbedire” vuol dire ascoltare la parola, la fede è
ascoltare e ricevere la Parola. E ogni ascolto implica
l’esecuzione, altrimenti non è ascolto.
Lettera ai Filippesi
37
 la grazia è il principio della mia libertà: è perché sono
graziato e amato gratuitamente sono libero
 Non c’è contrapposizione tra fede e opere:
se credi nell’amore del Padre per te, ricevuto dal Figlio,
vivrai questo amore nella tua vita concreta.
E allora farai frutto dello Spirito perché vivi di questo
Spirito.
 La salvezza dipende tutta da Dio che ci ha salvati, ma
dipende anche da noi, che possiamo dire “sì o no”, c’è la
nostra libertà.
 La nostra vita cristiana è un dinamismo di ascolto che
diventa operativo per la salvezza;
 e questo “con timore e tremore” è importante, come il
nostro sì a Dio.
Lettera ai Filippesi
38
“timore e tremore” : di fronte a questo piccolo segno
dell’amore, che non mi fa soggezione, è importante la
consapevolezza che si può fallire, perdere la cosa più
importante , la nostra salvezza.
Avere questo timore e tremore vuol dire essere liberi da
ogni paura, cioè situazioni e cose non mi spaventano.
non mi condizionano, sono libero di camminare verso
la salvezza.
13
È Dio infatti che agisce in voi rendendovi capaci
di volere e operare per la benevolenza.
L’azione di Dio non si sovrappone alla nostra, ma ci
rende capaci di volere operare per la benevolenza.
Lettera ai Filippesi
39
Il rapporto con il mondo. (14 – 16)
14 Fate tutto senza mormorazioni e contestazioni, 15
per essere irreprensibili e ineccepibili, come figli
di Dio integerrimi in mezzo ad una generazione e
perversa, dovete apparire tra loro come luci nel
mondo, 16 portando la parola di vita. Sarete per me
un vanto nel giorno di Cristo, perché non ho corso
invano né ho faticato invano.
Suggerimenti che ci distinguono dal mondo:
 il primo è fare tutto senza mormorazioni, senza
brontolare.
La mormorazione non viene mai dallo Spirito di Dio, da
Lui non arriva lo spirito di contestazione: è sempre
satanica la contestazione. Dio fa vedere il bene e
favorisce il bene.
Lettera ai Filippesi
40
Agire come figli di Dio.
 Dio ci accetta come siamo, e quindi siamo integerrimi,
senza macchia, come Lui in mezzo a questo mondo,
che invece è depravato e perverso.
 Il mondo, il cosmo agisce in modo depravato, (la
parola greca significa un agire scoglioso, contorto,
tutto ricurvo), persegue infiniti fini e non è mai diritto
verso l’altro; la depravazione: essere ripiegati su di sé.
 Chi non è contorto, è limpido, semplice, non è
autocentrato, non è perverso, indica il verso e la
direzione a tutti, diventa luce per il mondo.
 Il nostro agire, se è giusto, deve interrogare le persone,
diventa luce, senso, vita per loro, non perché portiamo
noi stessi, ma perché portiamo la Parola di vita.
Lettera ai Filippesi
41
 Il rapporto cristiano-mondo: si definisce in base alla
luce e alla Parola di vita; la luce non è antagonista delle
tenebre, ma illumina le tenebre. La Parola di vita porta
la vita.
 Non c’è odio per il mondo, perché è perverso e
depravato, ma in questo mondo, perverso e depravato,
manifestiamo il senso, la luce e la dirittura senza
pretendere di essere neanche troppo capiti e approvati.
17 E
anche nel caso che debba spendermi come
libagione sul sacrificio e servizio sacro della
vostra fede, gioisco e ne con-gioisco con tutti voi.
18 Allo stesso modo anche voi gioite e con-gioite
con me.
Lettera ai Filippesi
42
 Paolo sta per “esser speso in libagione”: come un
sacrificio sacro, come un atto di culto; la sua vita è
tutta un atto di culto ed è un atto di culto all’utilità
della fede dei Filippesi.
 Questa sua vita tutta spesa a vantaggio degli altri
diventa motivo di gioia.
 La gioia è il segno della presenza di Dio ed è proprio
di Dio dar gioia in ogni situazione, anche sulla croce,
mentre è proprio del nemico cercare di toglierla in
tutti i modi.
 La vera ascesi spirituale è quella di conservare la gioia
in qualunque situazione, che è quello che qui Paolo
afferma in modo chiaro ed esorta anche gli altri a
condividere questa gioia.
Lettera ai Filippesi
43




Fil. 2, 19-30
Comunicazioni, notizie, uno spaccato di vita
quotidiana.
Paolo comunica queste cose in una lettera che viene
letta in un'assemblea eucaristica;
Comunicare è il presupposto della comunione: chi
domina comunica poco; l'unico modo per dominare è
non comunicare.
Comunicare vuol dire interessarsi, essere dentro; non
c'è nulla che non mi interessi dell'altro …
noi comunichiamo spesso con la critica con
l’osservazione, sottolineando gli aspetti negativi, Paolo
comunica creando comunione e non divisione.
Lettera ai Filippesi
44
 Di Timoteo, suo collaboratore, fa un elogio, ha stima
per lui; e da lui fa il ritratto dell’apostolo.
 Paolo ha collaboratori, non è facile avere
collaboratori, più facile avere sudditi; ma se non si è
collabora non si lavora al disegno di Dio.
19Spero
nel Signore Gesù di mandarvi presto
Timoteo, per essere anch'io confortato nel
ricevere vostre notizie.
Paolo spera; ogni decisione è una speranza nel Signore,
la si fa se e come piace a Dio, cioè si vive la volontà di
Dio nella vita concreta. Non è Dio che deve stare ai
miei piani ma il mio piano che deve stare nel Signore,
quando e come lui vorrà.
Lettera ai Filippesi
45
20Infatti,
non ho nessuno che condivida come lui i
miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore
ciò che vi riguarda: 21tutti in realtà cercano i
propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. 22Voi
conoscete la buona prova da lui data, poiché ha
servito il Vangelo insieme con me, come un figlio
con il padre.
L’elogio dice cose ben precise:
 Ha lo stesso mio modo di sentire, è in sintonia.
 Si occupa veramente delle cose, le sollecita, ha cura,
premura.
Manda Timoteo per essere confortato dalle notizie; le
buone notizie danno forza, Paolo ci tiene ad avere e a
fornire notizie; ci tiene alla comunicazione,
presupposto della comunione.
Lettera ai Filippesi
46
 Non cerca il proprio interesse, ma quello di Cristo.
 È schiavo del Vangelo, si è messo al suo servizio.
 Il mio rapporto con Lui è quello di un padre con il figlio,
legato con la stessa vita e lo stesso sangue.
23Spero quindi di mandarvelo presto, appena avrò visto
chiaro nella mia situazione. 24Ma ho la convinzione
nel Signore che presto verrò anch'io di persona.
Paolo spera di mandarlo, così è convinto nel Signore. Questa
convinzione che potrebbe anche non realizzarsi, è nel suo
cuore.
25Ho creduto necessario mandarvi Epafrodìto, fratello
mio, mio compagno di lavoro e di lotta e vostro
inviato per aiutarmi nelle mie necessità. 26Aveva
grande desiderio di rivedere voi tutti e si preoccupava
perché eravate a conoscenza della sua malattia.
Lettera ai Filippesi
47
Anche per questo collaboratore ha attenzione e stima
nonostante il suo fallimento. Ve lo rimando perché
aveva una grande nostalgia dei voi tutti, vi vuole bene
ed era in ansia per la vostra preoccupazione per lui e la
sua malattia.
27 È
stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio
ha avuto misericordia di lui, e non di lui solo ma
anche di me, perché non avessi dolore su dolore.
28Lo mando quindi con tanta premura, perché vi
rallegriate al vederlo di nuovo e io non sia più
preoccupato. 29Accoglietelo dunque nel Signore
con piena gioia e abbiate grande stima verso
persone come lui, 30perché ha sfiorato la morte
per la causa di Cristo, rischiando la vita, per
supplire a ciò che mancava al vostro servizio verso
di me.
Lettera ai Filippesi
48
Fil. 3,1-11
Il brano è tutto autobiografico,
 si apre con la esortazione a stare lieti e
 termina con l’esortazione a stare saldi;
 sembra un corpo estraneo all’interno della lettera
perché è polemico e non si sa perché ci possono essere
dei cani, dei cattivi operai.
 C’è sempre il pericolo di ridurre il Vangelo
all’osservanza della legge.
 Approfitta di questa situazione in cui parla di questi
farisei per dire che anche lui era come loro e mostra la
sua esperienza, il suo cambiamento fondamentale.
Lettera ai Filippesi
49
1
Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore.
Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi
dà sicurezza.
 Gioite nel Signore; Gioia è una parola fondamentale
nella lettera ai filippesi, viene ripetuta 13 volte;
 è l’aspetto fondamentale della vita cristiana; l’uomo è
fatto per gioire, per essere contento, non per essere
triste;
 e la gioia è nel Signore e del Signore.
 Lo scopo della nostra vita che abitare stabilmente nella
gioia, la vera ascesi è sorvegliare gli atteggiamenti
negativi che ci tolgono la gioia … e sono sempre tanti:
siamo limitati, c’è il male, c’è la cattiveria …
Lettera ai Filippesi
50
 Se al centro della nostra attenzione c’è il limite, il male,




allora mi lascio trascinare nella tristezza; se invece al
centro c’è il disegno di Dio, del suo amore
misericordioso , allora vivo nella gioia.
Chi ama il Signore ha una gioia imperturbabile, una
gioia che non toglie le croci …
Contraria alla gioia è l’invidia in cui il bene dell’altro ti
dà fastidio
La gioia è la cosa più insidiata nella vita. Se la togli,
non hai più voglia di vivere, tutto ti dà fastidio
Occorre sorvegliare il cuore per cogliere l’amore di Dio,
la gioia per il bene che è Lui in me … e dissociarsi dai
sentimenti negativi che insorgono.
Lettera ai Filippesi
51
2Guardatevi
dai cani, guardatevi dai cattivi operai,
guardatevi da quelli che si fanno mutilare!
 Cani è il nome che gli ebrei danno ai pagani; c’è una
forma di paganesimo, di idolatria che toglie la gioia;
quando si assolutizzano le cose, ti tolgono la gioia;
l’unico assoluto è Dio, il resto è relativo.
 Anche l’osservanza di pratiche come la circoncisione,
digiuni, osservanze e doveri derivanti dalla legge, quando
sostituiscono il rapporto con Dio … sono idolatria
 3I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto
mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo
Gesù senza porre fiducia nella carne,
Lettera ai Filippesi
52
 L’appartenenza al popolo eletto non dipende dalla
circoncisione, ma dal servire Dio nello Spirito, accettare di
vivere da figli, sapere che Dio è nostro Padre;
 gloriarsi in Cristo, non in quello che siamo, non nella
nostra religiosità, non nella nostra pretesa perfezione di
bravi credenti. (carne = egoismo)
4sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno
ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui:
5circonciso all'età di otto giorni, della stirpe d'Israele,
della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto
alla Legge, fariseo; 6quanto allo zelo, persecutore
della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva
dall'osservanza della Legge, irreprensibile.
 Di sette capacità della carne, valori secondo la mentalità
farisaica, Paolo potrebbe vantarsi: potrei contare sulla
carne, potrei vantarmi, sentirmi realizzato …
Lettera ai Filippesi
53
7Ma
queste cose, che per me erano guadagni, io le
ho considerate una perdita a motivo di Cristo.
 Tutto questo mio vanto non ha senso in Cristo, anzi è
una perdita.
 Il Cristianesimo è una persona Cristo Gesù, senza Lui
tutto il resto non ha valore.
8Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo
della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù,
mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte
queste cose e le considero spazzatura, per
guadagnare Cristo 9ed essere trovato in lui,
avendo come mia giustizia non quella derivante
dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in
Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla
fede:
 Spiega perché tutto è una perdita.
Lettera ai Filippesi
54
 La sublime conoscenza è superiore ad ogni cosa,
 Essendo esperienza del suo amore infinito per me, è





una conoscenza che mi libera e mi dà la mia identità:
appartengo al Signore, come Lui appartiene a me.
Ciò che Dio è per natura, è donato a noi per grazia.
Paolo non è più centrato su se stesso, ma su Gesù con
cui ha una relazione vitale; e la realizzazione di sé.
Tutte le altre cose sono spazzatura.
Non conta ciò che faccio io per Dio, ma solo quello che
fa lui per me.
(Una rivoluzione del nostro modo di essere Cristiani).
Lettera ai Filippesi
55
10perché
io possa conoscere lui, la potenza della sua
risurrezione, la comunione alle sue sofferenze,
facendomi conforme alla sua morte, 11nella
speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
 Il fine della fede è la conoscenza di Lui, il Signore che è
il Risorto e il dono dello Spirito.
 Dalla sua Risurrezione mi viene la forza di affrontare
ogni cosa fino alla risurrezione dei morti.
 La mia vita non è più sotto il dominio della morte ma
della Risurrezione.
Lettera ai Filippesi
56
Fil. 3, 12 – 4.1
Autobiografia interiore di Paolo
Dalla scoperta di Cristo, il suo cambiamento radicale,
un nuovo dinamismo.
12Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato
alla perfezione; ma mi sforzo di correre per
conquistarla, perché anch'io sono stato
conquistato da Cristo Gesù.
Non si considera perfetto, arrivato. Il nostro cammino
non è mai terminato, Dio è infinito e perfetto, non
posso mai considerarmi arrivato per tutta la vita e
anche oltre. Più conosci Dio e più lo ami.
Paolo segue, corre dietro al Signore; è lo scopo della sua
vita.
Corro per afferrarlo, perché conquistato, innamorato.
Lettera ai Filippesi
57
Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. La mia
vita è Cristo. Senza di questo l’essere cristiani, non ha
senso, …
13Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata.
So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle
spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, 14corro
verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere
lassù, in Cristo Gesù.
 Ribadisce di non avere ancora afferrato Cristo.
 Sono proteso verso ciò che mi sta dinanzi.
 Dimentico ciò mi sta alle spalle, dietro, i malanni, i torti,
le cose storte, successi, fallimenti, desideri …
 Prima al centro ero io, il mio io, ora al centro c’è il Signore
e tutto si riferisce a Lui.
Lettera ai Filippesi
58
 E’ importante ciò che si mette davanti, ciò che si desidera.
Il passato non è più la trappola che mi blocca.
 La sua vita è protesa verso la meta, scopo (raggiungere il
Signore); che dà valore, significato alla sua vita.
 Davanti agli occhi, al cuore è il premio da meritare, corro
verso un premio non proporzionale al merito ma al dono.
15Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi
sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente,
Dio vi illuminerà anche su questo. 16Intanto, dal
punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo.
 La perfezione sta nel riconoscere che Lui ci fa perfetti, non
noi; siamo persone che devono camminare, che hanno
davanti un cammino infinito, un premio che è dono ma
anche impegno.
Lettera ai Filippesi
59
17Fratelli,
fatevi insieme miei imitatori e guardate
quelli che si comportano secondo l'esempio che avete
in noi.
 A noi abituati ad esempi a basso profilo, invita a guardare
all’esempio di Cristo e anche al suo.
 L’imitazione è la molla di tante azioni, imitare le cose
buone anziché criticare per giustificare i nostri difetti.
Imparare a vedere il positivo dei fratelli ed imitarli.
Guardare all’esempio, al modello. Ognuno deve essere
rimodellato dal Signore.
18Perché molti - ve l'ho già detto più volte e ora, con le
lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da
nemici della croce di Cristo.
Lettera ai Filippesi
60
19La




loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il
loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero
vergognarsi e non pensano che alle cose della
terra.
Forse è il motivo della lettera, quelli che sono nemici
della croce di Cristo.
Sono quelli che credono di salvarsi con le loro pratiche
religiose, che non sanno che la salvezza è un Dio
Crocifisso per noi. La loro fine sarà il loro fine, la loro
rovina.
Il loro Dio è il ventre; invece di adorare Dio, adorano i
segni che loro si danno, ciò che fanno.
La loro gloria è ciò di cui dovrebbero vergognarsi. Sono
rivolti alle cose della terra
Lettera ai Filippesi
61
20La
nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là
aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, 21il
quale trasfigurerà il nostro misero corpo per
conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del
potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
 Siamo sulla terra, nel mondo, ma non del mondo; la
nostra cittadinanza è nei cieli.
 Abitiamo presso Dio, siamo familiari di Dio; siamo sulla
terra ma viviamo da figli di Dio, concittadini dei santi,
camminando sulla strada della misericordia, dell’amore.
 Come i Filippesi sono cittadini romani, anche se lontani
da Roma, così anche noi siamo cittadini del cielo, con
tutti i diritti e doveri dei figli di Dio; aspettiamo il ritorno
del Signore Gesù, che è il fine della storia.
Lettera ai Filippesi
62
 Il nostro destino diventare come Cristo risorto.
 Lui ha il potere di sottomettere tutte le cose, di
conformarle al suo corpo glorioso.
4,1
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati,
mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo
saldi nel Signore, carissimi!
 Diventate saldi nel Signore.
Lettera ai Filippesi
63
Fil. 4,2-9
 Versetti 2–3 : la collaborazione e la concordia, tra i
compagni nell’evangelizzazione,
 versetti 4-7 : la gioia e la pace sono il senso profondo
della vita cristiana,
 versetti 8 e 9: una piattaforma comune con tutti gli
uomini, una morale umana che deve cercare il
credente.
Collaboratori.
 Due donne, Evornia e Sentiche , che sono state
compagne di Paolo nell’evangelizzazione aTessalonica
e che hanno un ruolo di responsabilità nella comunità,
hanno dei problemi, cose che capitavano allora e
capitano anche adesso.
Lettera ai Filippesi
64
Raccomandazione alla pace e alla concordia.
2 Raccomando ad Evornia, raccomando anche a
Sentiche ad avere lo stesso modo di sentire nel
Signore, 3 anzi prego te pure mio sincero
compagno di venire loro in aiuto perché esse
hanno lavorato con me per il Vangelo insieme con
Clemente e gli altri miei collaboratori, i cui nomi
sono scritti nel libro della vita.
 La raccomandazione è rivolta a Evornia e Sentiche e a
un compagno non precisato.
 La donna è sempre immagine del popolo, della chiesa,
della casa, della comunità; hanno un ruolo
determinante e avevano anche un ruolo apostolico .
 Spesso le donne, come gli uomini, non vanno
d’accordo.
Lettera ai Filippesi
65
 Paolo raccomanda di avere lo stesso modo di sentire nel




Signore.
La collaborazione è possibile se si ha lo stesso modo di
sentire.
Noi siamo tutti diversi, abbiamo tutti una sensibilità
diversa e ognuno vede la propria.
Come nel corpo io sento tutto, benessere e dolore, così
all’interno della’unica comunità, c’è un solo Spirito, un
unico modo di sentire nel Signore Gesù, c’è lo stesso
sentimento del Signore Gesù.
Una unione non deve essere basata sul pensare tutti allo
stesso modo, o perché c’è uno che plagia gli altri, o perché
tutti fanno la stessa cosa.
Lettera ai Filippesi
66
 Detto in un’immagine: se l’occhio e il piede sono diversi è
essenziale: non si può camminare con gli occhi sotto i
piedi. Però senza occhi il piede non cammina perché non
sa dove andare.
 Quindi il diverso modo di sentire che ha il piede e l’occhio
è importantissimo che sia d’accordo, perché
nell’organismo c’è un unico sentire .
 Così all’interno della chiesa è giusto, è sacrosanto e
doveroso che ci siano le differenze, dove non ci sono
differenze, c’è plagio.
 La differenza è voluta da Dio; se non è luogo di comunione
e di un sentire comune più profondo, è luogo di litigio.
Lettera ai Filippesi
67
 La differenza è una ricchezza per tutti.
 Avere lo stesso modo di sentire significa avere lo stesso




Spirito Santo.
Il dissenso non è mai cristiano. L’occhio non può mai
dissentire dal piede se no il piede inciampa.
La divisione è opera del divisore, opera di satana.
E ciò all’interno di tutti i rapporti, quelli della coppia,
della famiglia, della chiesa.
È importante, allora, capire che questo modo di sentire
nel Signore, che è l’unico Signore di tutti e che dà tutto
a tutti, é una ricchezza e permette le differenze che
diventano motivo di comunione e di ricchezza
reciproca.
Lettera ai Filippesi
68
 Collaborare è importante; chi non sa collaborare vuol




dire che sta facendo i cavoli suoi, non sta facendo il
lavoro di Dio, sta facendo il suo lavoro.
Per questo prega il suo compagno, di aiutare le due
donne in questo.
Aiutare perché si abbia lo stesso modo di sentire,
perché si spianino le difficoltà.
Fare il contrario di quello che fanno i mormoratori che
mettono il dissenso, parlano male l’uno dell’altro,
dividono, è l’opera satanica del divisore.
Mettere bene, mettere pace, parlare bene l’uno
dell’altro: è vero che c’è anche il male, ma il male è
trascurabile, se ti fermi sul male ci scanniamo, fermati
sul bene e cominciamo ad andare d’accordo.
Lettera ai Filippesi
69
 Collaborazione, sinergia, fare lo stesso lavoro: si è in
due tirando nella stessa direzione ; una direzione non
determinata da noi, ma dallo stesso modo di sentire di
Cristo.
4 Gioite nel Signore sempre, ve lo ripeto gioite,
 “Gioite, lo ripeto gioite”, si capisce che bisogna
ripeterlo. La parola gioia (kairo) indica gioia, bellezza,
grazia, bontà, gratuità, amore, dono, tutto ciò che
l’uomo desidera per la vita.
 Nella gioia l’uomo può abitare, nella tristezza non può
abitare, la tristezza è l’inferno.
 Ora la gioia è il grande dono di Dio.
Lettera ai Filippesi
70
Situazioni che fanno perdere la gioia.
 Quando io non sto alla presenza di Dio, ma alla
presenza di me stesso, dei miei guai.
 Quando sto davanti a me, al mio io con i miei limiti, le
cose che ho sbagliate, le scocciature che mi danno gli
altri.
 E’ proprio di Dio dare gioia senza motivo, non c’è
bisogno di altra causa, se non la sua presenza.
 Ed è proprio del nemico togliere la gioia
 Paolo insiste “Lo ripeto, gioite” .
 Esorta a tenerla e conservarla, perché c’è già nel nostro
cuore, è la presenza di Dio, solo che noi non stiamo
attenti a questo.
 Il vero lavoro spirituale è stare attenti al proprio cuore
Lettera ai Filippesi
71
5 la
vostra affabilità sia riconosciuta da tutti gli
uomini. Il Signore è vicino.
 Tutti gli uomini, sia i credenti che i non credenti,
vedendo la vostra faccia vedono che il Signore è vicino,
sono consolati dalla vicinanza del Signore, il Signore è
lì dove c’è gioia.
 La parola affabilità in greco esprime mitezza, non
durezza nel giudizio, arrendevolezza, cedevolezza,
tipica del giudice che non è severo;
 Allora, tutti vedendo come agite, non con la norma,
ma con affabilità, attenti a tutti, con rispetto e con
gioia, tutti vedono che il Signore è vicino, il Regno di
Dio è qui.
Lettera ai Filippesi
72
6
Non siate in angustia, ma in ogni occasione,
mediante la preghiera e la supplica insieme al
ringraziamento, fate conoscere le vostre richieste
a Dio.
 L’angustia, indica l’atteggiamento di uno che sta
sempre lì a ricordarsi con assillo i suoi bisogni, i suoi
limiti, le sue mancanze … si preoccupa.
 Da ricordare invece che il Signore è vicino; il nostro
ricordo è l’Eucaristia, il Signore è morto e risorto per
noi; questo è il motivo della gioia.
 In ogni occasione: ogni difficoltà è l’occasione, il
momento opportuno, buono di pregare, di supplicare,
di ringraziare, di far conoscere le nostre richieste a
Dio.
Lettera ai Filippesi
73
 La preghiera è anche un insieme di coscienza, di






sapere, di volere, di chiedere, di ringraziare;
e devono esserci tutti, perché se non so, non chiedo e
non voglio, e Dio non me lo può dare; se non ringrazio
non me lo può dare perché non credo che è Lui me lo
da.
Gli chiederò lo stesso suo modo di sentire,
gli chiederò di venire in aiuto,
di saper collaborare,
gli chiederò di gioire, gli chiederò l’affabilità,
gli chiederò di conoscere che è vicino, gli chiederò di
superare le angustie.
Lettera ai Filippesi
74
7
e la pace di Dio che sorpassa ogni immaginazione
custodisca i vostri cuori e i vostri pensieri in
Cristo Gesù.
Il risultato di questa preghiera è la pace che sorpassa
ogni immaginazione e ci custodisce in Gesù.
8 Del
resto, fratelli, tutto ciò che è vero, tutto ciò che
è nobile, tutto ciò che è giusto, tutto ciò che è
puro, tutto ciò che è amabile, tutto ciò che è
onorabile, quello che si chiama virtù, quello che
merita lode, questo prendete in considerazione.
C’è una piattaforma comune per tutti, credenti e non
credenti, perché tutti cerchiamo ciò che è vero non ciò
che è menzognero,
Lettera ai Filippesi
75
 ciò che è nobile, non ciò che è basso,
 ciò che è giusto non ciò che è ingiusto,
 ciò che è puro non ciò che è sporco,
 ciò che è amabile non ciò che è detestabile,
 ciò che è onorabile non ciò che è spregevole,
 ciò che è virtù e bene non ciò che è male,
 ciò che merita lode e non vituperio.
 C’è una piattaforma comune, il credente vive tutto quello
che vivono tutti. La santità cristiana non consiste nel fare
altre cose, ma fare quelle cose che tutti vorrebbero fare e
poterle finalmente fare perché hai la gioia della vicinanza
del Signore.
Lettera ai Filippesi
76
Il Vangelo fa vivere correttamente in modo che tutti
apprezzano; ciò che muove questo è proprio la gioia,
l’esperienza della grazia.
9 Quello
che avete imparato, ricevuto, ascoltato e visto
in me, questo mettete in pratica e il Dio della pace
sarà con voi.
 L’etica del comportamento non la si impara sui libri, la si
impara dalla viva voce, la si riceve e accoglie quando si è
ascoltata, la si è vista in qualcuno.
 I valori li abbiamo assimilati dagli altri, normalmente dai
nostri genitori o da qualche educatore.
 Quindi è importante davvero il modello e la nostra
responsabilità nei confronti dell’altro.
Lettera ai Filippesi
77





Fil. 4,10-23
Gratuità del Vangelo e beni materiali
Paolo non accettava mai offerte da nessuno, lavorava con le
sue mani, ma dai Filippesi ha ricevuto volentieri un’offerta;
non piace a Paolo ricevere offerte perché c’è il pericolo di
fraintendere: i beni spirituali non si possono comprare,
scambiare con i beni materiali.
Si rischia di distruggere il messaggio del Vangelo, pura
gratuità.
Tuttavia Paolo ha accettato delle offerte con molti
distinguo; a lui non interessa l’offerta, ma solo il fatto che è
una occasione per dare.
Il dare rende simili a Dio che è dono; il vantaggio non è suo
ma dei Filippesi.
Lettera ai Filippesi
78
10Ho




provato grande gioia nel Signore perché
finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei
miei riguardi: l'avevate anche prima, ma non ne avete
avuto l'occasione.
Paolo ringrazia per il dono ricevuto, e fa capire in che cosa
consiste il dono.
Se paghi la grazia non è più grazia, dono; l’amore pagato
non è più amore ma meretricio;
La generosità ha fatto rifiorire i sentimenti: hanno
sperimentato la gioia di dare.
E’ vero che “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”, ma è
anche vero che c’è gioia anche nel ricevere.
Lettera ai Filippesi
79
 Come figli riceviamo, se non ricevi nulla sei e nulla hai.
 Dare e ricevere diventa espressione della
partecipazione alla vita trinitaria.
 Come figli riceviamo, e diventiamo capaci di dare,
siamo amati e amiamo sull’esempio di Dio.
 Se i Filippesi sono capaci di dare, vuol dire che la loro
fede è completa, matura: sono cristiani adulti.
 Ma si può dare per avere un vantaggio, un dominio
sull’altro, perché l’altro dipenda da te, e normalmente
facciamo così. Così leghi l’altro a te e con due cosette
rendi schiava una persona.
 Il modo spirituale del dare è invece quello del Padre,
che dando dà se stesso, compromette se stesso, perde
se stesso; non vuole potere sull’altro ma che l’altro sia a
se stesso.
Lettera ai Filippesi
80
 Rifiorire : si riferisce alla maturità della fede dei
Filippesi; il rifiorire, tipico della primavera, dice che è
finito l’inverno, è cominciata la vita nuova.
 Paolo spiega ulteriormente il senso del suo ricevere.
’11Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a
bastare a me stesso in ogni occasione. 12So vivere
nella povertà come so vivere nell'abbondanza;
sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e
alla fame, all'abbondanza e all'indigenza.
 Quello che mi date non è per me ma per altri, non
sono spinto dalla mia necessità.
 Io stesso provvedo a me stesso, così ho imparato.
 Anzi …
Lettera ai Filippesi
81
 So vivere nella penuria e so vivere nell’abbondanza.
 Questa è la libertà di Paolo. È il corretto uso e rapporto





con le cose, Paolo non è schiavo delle cose.
I beni non sono né un demonio né Dio.
I beni sono doni di Dio vanno usati nella fraternità per
amare Dio e il prossimo.
Non devono essere il fine della nostra vita, sono solo
dei mezzi per amare meglio Dio e amare i fratelli.
Bisogna imparare a saperli usare correttamente: senza
demonizzazione e senza divinizzazione.
Sono iniziato (allenato educato) a tutto in tutto.
Iniziato al mistero della vita, sazietà e fame,
abbondanza ed indigenza, Iniziato alla capacità di
vivere. Libero dall’idolatria delle cose.
Lettera ai Filippesi
82
13Tutto






posso in colui che mi dà la forza.
Paolo non agisce per presunzione, ma in Cristo tutto
posso.
La forza non è sua.
È umile perché riconosce la forza di Dio.
Il presuntuoso, senza l’umiltà soccombe alla minima
difficoltà o fallimento.
L’amore assoluto verso il Signore dà la libertà di agire.
Se nella nostra vita non c’è un centro attorno a cui
ruotiamo, tutto si disperde.
Lettera ai Filippesi
83
14Avete
fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie
tribolazioni. 15Lo sapete anche voi, Filippesi, che
all'inizio della predicazione del Vangelo, quando
partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un
conto di dare e avere, se non voi soli; 16e anche a
Tessalònica mi avete inviato per due volte il
necessario.
 Io non ho bisogno, tuttavia avete fatto bene a partecipare
alla mia missione.
 L’offerta, il sacrificio è partecipazione alla missione, siete
solidali.
17Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto
che va in abbondanza sul vostro conto.
 Paolo insiste su questo aspetto.
Lettera ai Filippesi
84
18Ho
il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo
dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un
piacevole profumo, un sacrificio gradito, che
piace a Dio.
 Ora sono contento di questi doni, profumo gradito a
Dio; siete figli di Dio.
19Il
mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro
bisogno secondo la sua ricchezza con
magnificenza, in Cristo Gesù.
 La ricompensa di questo dono è la crescita nella gloria
di Cristo Gesù.
Lettera ai Filippesi
85
20Al
Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei
secoli. Amen.
21Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù. 22Vi
salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano
tutti i santi, soprattutto quelli della casa di
Cesare.
 Quelli della casa di Cesare, forse i carcerieri. Non sono
nemici …
 La finale della lettera indica che veniva letta nelle
assemblee liturgiche.
23La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro
spirito.
Amen
Lettera ai Filippesi
86
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