Metodo sinodale I Parte L’ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia II Parte Lo sguardo su Cristo: il Vangelo della famiglia III Parte Il confronto: prospettive pastorali 1. L’uomo senza legami … Un soggetto alla ricerca di una identità, senza che nessuna delle qualità acquisite avesse garanzia di durata in un mondo sconcertante e mutevole L’uomo della modernità liquida : quella fase dell’età contemporanea che si caratterizza per lo stato mutevole e instabile di ogni sua forma organizzativa (famiglia instabile, ricomposta, multipla, informale; denatalità – lavoro precario, a chiamata, intermittente; ecc.). Secondo Bauman, dunque, se l’uomo senza qualità è il perfetto ritratto dell’uomo moderno, l’uomo senza legami è l’individuo plasmato dalla «modernità liquida» Relazionalità umana … «la relazione umana» e la sua sorte in un’età in cui «gli uomini e donne disperati perché abbandonati a se stessi, che si sentono degli oggetti a perdere, che anelano la sicurezza dell’aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno, e quindi ansiosi di “instaurare relazioni” [sono] al contempo timorosi di restare impigliati in relazioni “stabili”, per non dire definitive, poiché paventano che tale relazione possa comportare oneri e tensioni che non vogliono né pensano di poter sopportare e che dunque possa fortemente limitare la loro tanto agognata libertà di … si, avete indovinato, di instaurare relazioni» (p. VI). La città di Leonia … Bauman trova conferma nella centralità di interesse per le relazioni nel boom di consulenze che si occupano di curare i legami (counseling, terapia familiare), agenzie matrimoniali, rubriche rosa o per cuori solitari ecc. Secondo l’autore tutte queste consulenze hanno lo scopo di aiutare i singoli a «quadrare il cerchio», cioè a riuscire nel compito impossibile di costringere la relazione a «dare senza prendere, a offrire senza chiedere, ad appagare senza opprimere» (p. VIII). È qui che Bauman paragona l’individuo contemporaneo all’abitante di Leonia, una delle Città invisibili di Calvino, i cui abitanti dichiarano che la loro passione è di «godere di cose nuove e diverse», consegnando al lavoro dello “spazzaturaio”, i resti delle “cose nuove e diverse” di ieri (Cfr. pp. IXX). La Leonia sprecona sembra a Bauman una metafora calzante dell’ambiguità con la quale si dichiara oggi di desiderare più di ogni altra cosa la relazione, mentre in realtà ci si preoccupa soprattutto di evitare che questi rapporti si stabilizzino e si condensino. Lo scenario liquido-moderno si presenta così come quello in cui si spera che «le possibilità romantiche si susseguano a ritmo crescente e in quantità sempre copiosa facendo a gara nel superarsi a vicenda e nel lanciare promesse di essere più soddisfacenti e appaganti» (p. XII). 2. Domanda chiave: Cos’è l’amore? Piuttosto che una domanda su che cos’è l’amore … bisogna chiedersi a quale dinamica risponde il bisogno di amare nel tempo presente? «la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede, coraggio», ma «in una cultura in cui queste qualità sono rare, l’acquisizione della capacità di amare è condannata a restare un successo raro» (p. 11). in una cultura consumistica come la nostra, che predilige prodotti pronti per l’uso, soluzioni rapide, soddisfazione immediata, risultati senza troppa fatica, ricette infallibili, assicurazione contro tutti i rischi e garanzie del tipo “soddisfatto o rimborsato”, quella di imparare ad amare è la promessa (falsa, ingannevole, ma che si spera ardentemente essere vera) di rendere l’esperienza dell’amore simile ad altre merci, che attira e seduce sbandierando tutte queste qualità e promettendo soddisfazioni immediate e risultati senza sforzi» (p. 11). Z. Bauman, Innamorarsi e disamorarsi [primo capitolo] Dal desiderio alla “voglia” «L’amore si sforza costantemente di eliminare le proprie fonti di precarietà e di apprensione, ma qualora ci riesca inizia rapidamente ad avvizzire, svanisce» (p. 12). Bauman sembra avanzare la tesi che il tempo attuale, il liquido-moderno, è sfavorevole all’amore, mentre sembra più adatto al desiderio. Solo apparentemente, però, il desiderio ha bisogno di distanza, di tempo da consumare per essere messo in scena e vissuto. Il tempo attuale invece celebra l’istante e la soddisfazione, ottenuta prima ancora di desiderare. La voglia, prende così il posto del desiderio. Modello shopping «Come per lo shopping: oggi chi va per negozi non compra per soddisfare un desiderio […] ma semplicemente per togliersi una voglia. Ci vuole tempo, (un tempo insostenibilmente lungo per gli standard di una cultura che aborre la procrastinazione e postula invece il soddisfacimento immediato) per seminare, coltivare, nutrire, il desiderio. Il desiderio ha bisogno di tempo per germogliare, crescere e maturare. Via via che il “lungo termine” diventa sempre più breve, la velocità con cui il desiderio giunge a maturazione resiste ostinatamente all’accelerazione; il tempo occorrente per ottenenere il ritorno dell’investimento della coltivazione del desiderio appare sempre più lungo, lo si avverte esasperante e insopportabile» (p. 17). «Oggigiorno i centri commerciali tendono ad essere progettati pensando a desideri facili da nascere e rapidi a estinguersi, non all’onerosa e protratta creazione e coltivazione dei desideri. L’unico desiderio che una visita al centro commerciale deve instillare e instilla è quello di reiterare all’infinito l’eccitante momento del lasciarsi andare, del dare briglia sciolta alle proprie voglie senza un copione prestabilito» (p. 18). «Togliersi una voglia, diversamente dall’esaudire un desiderio, è soltanto un atto estemporaneo, che si spera non lasci conseguenze durevoli che potrebbero ostacolare ulteriori momenti di estasi gioiosa. Nel caso delle relazioni, e delle relazioni sessuali in particolare, seguire le voglie anziché i desideri significa lasciare la porta bene aperta “ad altre opportunità romantiche” le quali, come sostengono le psicologhe del Guardian potrebbero rivelarsi più soddisfacenti e appaganti Modello shopping. Le conseguenze «Mentre il principio del togliersi-le-voglie è inculcato a fondo nella condotta quotidiana dai poteri forti del mercato dei beni di consumo, il coltivare un desiderio sembra inquietantemente, inopportunamente, fastidiosamente, propendere dalla parte dell’impegno amoroso. Il desiderio va curato, coltivato, implica una cura prolungata, un difficile negoziato senza soluzioni scontate, qualche scelta difficile e alcuni compromessi dolorosi […] nella sua radicalizzata reincarnazione sotto forma di voglia, il desiderio ha perso gran parte dei suoi attributi fastidiosi […]. Come recitava il messaggio pubblicitario di una famosa carta di credito, oggi “ è possibile eliminare l’attesa dal desiderio”. Quando è pilotata dalla voglia, la relazione tra due persone segue il modello dello shopping e non chiede altro che le capacità di un consumatore medio, moderatamente esperto. Eternità? NO!! Grazie. Ma avendo abolito l’eternità nelle relazioni affettive e avendola sostituita con l’idea di un investimento remunerativo (in termini di sicurezza, piuttosto che di interesse monetario), la relazione non dà più ciò che promette: cerchiamo sicurezza da qualcuno che ha il nostro stesso obiettivo ma che, come noi, può decidere in qualunque momento di spostare altrove l’oggetto del suo investimento. Per questo «la relazione amorosa vista come una transazione d’affari non è certo una cura per l’insonnia […] la solitudine genera insicurezza, ma altrettanto sembra fare la relazione sentimentale. In una relazione puoi sentirti altrettanto insicuro di quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia» (p. 22). 3. Eros o Anteros, dio dell’amore respinto!!?? BAUMAN. Dentro e fuori la cassetta degli attrezzi della socialità [secondo capitolo] forme della socialità che si esprimono nell’età contemporanea, forme che tradiscono un’incapacità crescente degli individui di uscire da sé e trovare modi gratificanti di aggregazione. Di tale disagio è indice anche la sessualità I figli dal catalogo… «Oggi la medicina compete con il sesso per la responsabilità sulla “riproduzione”». L’affascinante prospettiva, appena dietro l’angolo – ironizza Bauman – «di scegliere un figlio da un catalogo di attraenti donatori, allo stesso modo in cui i consumatori contemporanei sono abituati a fare ordinativi tramite le aziende di vendita per corrispondenza o le riviste di moda e avere quel figlio scelto da loro nel momento scelto da loro» [p. 56]. Famiglia e figli”da consumare” i figli oggi «sono prima di ogni altra cosa e più di ogni altra cosa, oggetti di consumo emotivo» [p. 58]. Gli oggetti di consumo soddisfano i bisogni, desideri o capricci del consumatore e altrettanto fanno i figli. I figli sono desiderati per la gioia dei piaceri genitoriali che si spera arrecheranno, il tipo di gioie che nessun altro oggetto, per quanto ingegnoso o sofisticato, può offrire. I figli sono probabilmente gli acquisti più costosi che i consumatori medi compiono in tutta la loro vita. oggi avere figli è una questione di libera scelta, non una casualità, circostanza questa che accresce ancora di più l’ansia. Mettere su famiglia…?? «”Mettere su famiglia” è come tuffarsi testa in giù in acque sconosciute di cui non si conosce la profondità: Abbandonare o posticipare altre seducenti gioie di un’attrazione consumistica ancora mai provata», ma non è l’unica conseguenza. Avere figli significa assumersi la responsabilità del benessere di un’altra creatura più debole e indifesa. L’autonomia delle proprie scelte è destinata ad essere compromessa, reiteratamente, anno dopo anno, quotidianamente: «si corre il rischio di diventare, orrore degli orrori, “dipendente”». Avere figli potrebbe comportare l’esigenza di ridurre le proprie ambizioni professionali, di “sacrificare al carriera”, in quanto chi è chiamato a giudicare il rendimento professionale di una persona, non vedrebbe di buon occhio il benché minimo segnale di fedeltà separate. Ma la cosa più grave e dolorosa di tutte per l’uomo contemporaneo è accettare questa dipendenza per un tempo indefinito, assumere un impegno irrevocabile a tempo indeterminato: è il tipo di obbligo che mal si confà al modo di vivere liquido-moderno. L’inculturazione del Vangelo e l’evangelizzazione della cultura Discernere quali elementi culturali e quali tradizioni siano contrari al Vangelo permetterà di poter separare il grano buono dalla zizzania (cfr Mt 13,26) In quest’opera di inculturazione, non bisogna dimenticare il compito, esso pure essenziale, dell’evangelizzazione del mondo della cultura contemporanea … (Benedetto XVI, esortazione apostolica postsinodale, Africae Munus) Crisi dell’UOMO Crisi dell’U O M O C R E D E N T E Crisi della F A M I G L I A 1. Vocazioni …!? A n z i t u t to VO C A Z I O N E : Disegno di Dio “Questa rivelazione raggiunge la sua pienezza definitiva nel dono d’amore che il Verbo di Dio fa all’umanità assumendo la natura umana, e nel sacrificio che Gesù Cristo fa di se stesso sulla croce per la sua sposa, la chiesa. In questo sacrificio si svela interamente quel disegno che Dio ha impresso nell’umanità dell’uomo e della donna, fin dalla loro creazione; il matrimonio dei battezzati diviene così il simbolo reale della nuova ed eterna alleanza, sancita nel sangue di Cristo. ( G P 2 , FC n. 13 ) 1. Vocazioni …!? VO C A Z I O N E CARITÀ CONIUGALE = VOCAZIONE DEI CONIUGI Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi, come Cristo ci ha amati. L’amore coniugale raggiunge quella pienezza a cui è interiormente ordinato, la CARITÀ CONIUGALE, che è il modo proprio e specifico con cui gli sposi partecipano e sono chiamati a vivere la carità stessa di Cristo che si dona sulla croce.” Carità coniugale L’eucaristia è la fonte stessa del matrimonio cristiano • Il sacrificio eucaristico, infatti, ripresenta l’alleanza d’amore di Cristo con la chiesa, in quanto sigillata con il sangue della sua croce. È in questo sacrificio della nuova ed eterna alleanza che i coniugi cristiani trovano la radice dalla quale scaturisce, è interiormente plasmata e continuamente vivificata la loro alleanza coniugale. • In quanto ripresentazione del sacrificio d’amore di Cristo per la chiesa, l’eucaristia è sorgente di carità. E nel dono eucaristico della carità la famiglia cristiana trova il fondamento e l’anima della sua "comunione" e della sua "missione": il pane eucaristico fa dei diversi membri della comunità familiare un unico corpo, rivelazione e partecipazione della più ampia unità della chiesa; la partecipazione poi al corpo "dato" e al sangue "versato" di Cristo diventa inesauribile sorgente del dinamismo missionario ed apostolico della famiglia cristiana. • (Familiaris Consortio) 1. Vocazioni …!? Famiglia, diventa ciò che sei! Nel disegno di Dio creatore e redentore la famiglia scopre non solo la sua "identità", ciò che essa "è", ma anche la sua "missione", ciò che essa può e deve "fare". I compiti, che la famiglia è chiamata da Dio a svolgere nella storia, scaturiscono dal suo stesso essere e ne rappresentano lo sviluppo dinamico ed esistenziale. Ogni famiglia scopre e trova in se stessa l’appello insopprimibile, che definisce ad un tempo la sua dignità e la sua responsabilità: famiglia, "diventa" ciò che "sei"! (FC 17) Il MINISTERO di evangelizzazione della famiglia cristiana FC 52. Nella misura in cui la famiglia cristiana accoglie il vangelo e matura nella fede diventa comunità evangelizzante. Riascoltiamo Paolo VI: "La famiglia, come la chiesa, deve essere uno spazio in cui il vangelo è trasmesso e da cui il vangelo si irradia. Dunque nell’intimo di una famiglia cosciente di questa missione tutti i componenti evangelizzano e sono evangelizzati. I genitori non soltanto comunicano ai figli il vangelo, ma possono ricevere da loro lo stesso VANGELO PROFONDAMENTE VISSUTO. E una simile famiglia diventa evangelizzatrice di molte altre famiglie e dell’ambiente nel quale è inserita". Speciale vocazione (FC 36): La famiglia cristiana, soprattutto oggi, ha una speciale vocazione ad essere TESTIMONE DELL’ALLEANZA PASQUALE DI CRISTO, mediante la costante irradiazione della gioia dell’amore e della sicurezza della speranza, della quale deve rendere ragione: "La famiglia cristiana proclama ad alta voce e le virtù presenti del regno di Dio e la speranza della vita beata". L’assoluta necessità della CATECHESI FAMILIARE emerge con singolare forza in determinate situazioni, che la chiesa purtroppo registra in diversi luoghi: "Laddove una legislazione antireligiosa pretende persino di impedire l’educazione alla fede, laddove una diffusa miscredenza o un invadente secolarismo rendono praticamente impossibile una vera crescita religiosa, questa che si potrebbe chiamare "chiesa domestica" resta l’unico ambiente, in cui fanciulli e giovani possono ricevere un’autentica catechesi". 1. Vocazioni …!? Compito vocazione-missione famiglia: “… partendo dall’amore e in costante riferimento ad esso … quattro compiti generali della famiglia: 1) la formazione di una comunità di persone; 2) il servizio alla vita; 3) la partecipazione allo sviluppo della società; 4) la partecipazione alla vita e alla missione della chiesa” (FC) VOCAZIONI IN “ORIENTAMENTI” EDUCARE ALL'AMORE IN UN MONDO CHE CAMBIA N. 2 COSTRUIRE LA FAMIGLIA CAMBIA LA SOCIETÀ N. 4 IL PUDORE E LA CASTITÀ, ORIENTAMENTO VOCAZIONALE N. 8 RUOLO EDUCATIVO DEI GENITORI N. 10 PREZIOSITÀ DEI CARISMI E V ITA CONSACRATA N. 11 = VOCAZIONE ALL'AMORE UN CAMMINO GRDUALE E CONTINUO N. 12 VOCAZIONE SPONSALE N. 13 NEL CANTIERE DELL'AMORE N. 14 FEDELI ALLA VOCAZIONE N, 17 RITO MATRIMONIO N. 21 RISCOPERTA VOC BATTESIMALE IN CHIAVE NUZIALEN. 24 MATRIMONIO VIA DI SANTICAZIONE N. 28 MINISTERIALITÀ N. 29 VOC MATR VOCAZIONE MATRI -CONCLUSIONE Ministero e ministri 1. ministri della grazia per la propria famiglia e per la comunità cristiana. 2. «ministri di santificazione nella Famiglia» 3. ministri della vita e dell’educazione dei figli 4. I coniugi ricevono un ministero particolare per la edificazione della Chiesa, in comunione e sinergia con il ministero dei presbiteri. CEI, Orientamenti, n. 29 29. Gli sposi ministri dell’amore: ricolmi dello Spirito per essere inviati In forza del sacramento del matrimonio, i coniugi sono rafforzati nell’amore reciproco e diventano ministri della grazia per la propria famiglia e per la comunità cristiana. Essi ricevono «la missione di custodire, rivelare e comunicare l’amore, quale riflesso vivo, e reale partecipazione dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di Cristo Signore per la Chiesa sua Sposa»44. Sono «ministri di santificazione nella famiglia»45, ministri della vita e dell’educazione dei figli46 . «Deve crescere la consapevolezza di una ministerialità che scaturisce dal sacramento del matrimonio e chiama l’uomo e la donna a essere segno dell’amore di Dio che si prende cura di ogni suo figlio» 47 . La fecondità del loro amore – sempre assicurata anche ai coniugi che non possono fisicamente generare – diventa anche seme di fraternità, di solidarietà e di comunione nella comunità cristiana e nella società civile. I coniugi ricevono inoltre dal sacramento un ministero particolare per la edificazione della Chiesa, in comunione e sinergia con il ministero dei presbiteri: «l’Ordine e il Matrimonio sono ordinati alla salvezza altrui; se contribuiscono alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio agli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa, servono all’edificazione del popolo di Dio» (CCC 1548) La ministerialità sponsale e quella presbiterale hanno radice nell’unico battesimo, sorgente di ambedue le vocazioni, e si differenziano per i diversi doni dello Spirito conferiti nei rispettivi sacramenti 49. Nell’unità dello Spirito, fra presbiteri e sposi possono così nascere una cordiale amicizia e una relazione feconda volta anche a un’efficace missione pastorale, oggi particolarmente richiesta. Anche verso la più ampia collettività civile, gli sposi sono rivestiti di un compito proprio che, compreso nel ministero della vita e dell’educazione, si attua nella trasmissione di quell’insieme di valori che innestano nella società l’anima della comunione familiare. Si tratta di un servizio necessario e oggi particolarmente urgente, che deve trovare nella società non solo un doveroso ringraziamento, ma anche forme concrete di tutela e di sostegno per le famiglie dalle quali è composta. Ministri… ? SACERDOTI/CONIUGI (SAN TOMMASO) dal sacramento del matrimonio il compito educativo riceve la dignità e la vocazione di essere un vero e proprio "ministero" della chiesa al servizio dell’edificazione dei suoi membri. tale è la grandezza e lo splendore del MINISTERO EDUCATIVO dei genitori cristiani, che san Tommaso non esita a paragonarlo al MINISTERO DEI SACERDOTI: "alcuni propagano e conservano la vita spirituale con un ministero unicamente spirituale, e questo spetta al sacramento dell’ordine; altri lo fanno quanto alla vita ad un tempo corporale e spirituale e ciò avviene col sacramento del matrimonio, nel quale l’uomo e la donna si uniscono per generare la prole ed educarla al culto di DIO". Comunità parrocchiale Il primato educativo della famiglia (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo) Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato. Parrocchia: Vangelo della vocazione cristiana La parrocchia è, da parte sua, il luogo per eccellenza in cui si proclama il Vangelo della vocazione cristiana e, in particolare, si presenta l’ideale del sacerdozio ministeriale. Essa è il terreno fertile dove germogliano e maturano le vocazioni, a condizione che sia «f a m i g l i a d i D i o , quale insieme di fratelli animati da un solo spirito per mezzo di Cristo nello Spirito» (45) e, quindi, caratterizzata dallo stile di vita delle prime comunità cristiane (cf. At 2, 42; 4, 32). (CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA, 2012 Orientamenti promozione vocazionale al ministero sacerdotali) Vocazioni e ministeri all’interno della comunità parrocchiale … Il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, appena celebrato, è stato la prima tappa di un cammino, che si concluderà nell’ottobre prossimo con la celebrazione di un’altra Assemblea sul tema “Vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo” Papa Francesco ASCOLTO DEL CONTESTO ASCOLTO DEL CONTESTO “Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.” (J. RATZINGER, Missa pro eligendo romano pontifice, 18.04.2005) ASCOLTO DEL CONTESTO 1. "‘No, no, più di un figlio no, perché non possiamo fare le vacanze, non possiamo andare qua, non possiamo comprare la casa’. Sta bene seguire il Signore, ma fino a un certo punto. Questo è quello che fa il benessere: tutti sappiamo bene com’è il benessere, ma questo ci getta giù, ci spoglia di quel coraggio, di quel coraggio forte per andare vicino a Gesù. Questa è la prima ricchezza della nostra cultura d’oggi, la CULTURA DEL BENESSERE’. 2. “un’altra ricchezza nella nostra cultura”, una ricchezza che ci “impedisce di andare vicino a Gesù: è il FASCINO DEL PROVVISORIO”. Noi, ha osservato, siamo “innamorati del provvisorio”. Le “proposte definitive” che ci fa Gesù, ha detto, “non ci piacciono”. Il provvisorio invece ci piace, perché “abbiamo paura del tempo di Dio” che è definitivo Quante coppie, quante coppie si sposano, senza dirlo, ma nel cuore: ‘fin che dura l’amore e poi vediamo…’ Il fascino del provvisorio: questa è una ricchezza.. Papa Francesco Cristo: la misura del vero umanesimo Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. (J. RATZINGER, Missa pro eligendo romano pontifice, 18.04.2005) L’incontro con Cristo… (sinodo) 20. «Papa Francesco, nell’Enciclica Lumen Fidei affrontando il legame tra la famiglia e la fede, scrive: “L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza solida che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità” (Lumen Fidei, 53)» (Instrumentum Laboris, 7). Verità dell’amore … (sinodo) 19. «Benedetto XVI, nell’Enciclica Deus Caritas Est, ha ripreso il tema della verità dell’amore tra uomo e donna, che s’illumina pienamente solo alla luce dell’amore di Cristo crocifisso (cf. Deus Caritas Est, 2). Egli ribadisce come: “Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano” (Deus Caritas Est, 11). Inoltre, nella Enciclica Caritas in Veritate, evidenzia l’importanza dell’amore come principio di vita nella società (cf. Caritas in Veritate, 44), luogo in cui s’impara l’esperienza del bene comune» (Instrumentum Laboris, 6). Catechesi del Papa La Famiglia – 1. Nazaret (2014) La Famiglia – 2. Madre (2015) La Famiglia – 3. Padre (2015) La Famiglia – 1. Nazaret (2014) Gesù nacque in una famiglia La Famiglia – 1. Nazaret Gesù nacque in una famiglia La famiglia di Nazaret ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia. E, come accadde in quei trent’anni a Nazaret, così può accadere anche per noi: far diventare normale l’amore e non l’odio, far diventare comune l’aiuto vicendevole, non l’indifferenza o l’inimicizia La Famiglia – 1. Nazaret Gesù nacque in una famiglia E questa è la grande missione della famiglia: fare posto a Gesù che viene, accogliere Gesù nella famiglia, nella persona dei figli, del marito, della moglie, dei nonni … Accoglierlo lì, perché cresca spiritualmente in quella famiglia La Famiglia 1. Madre Ogni persona umana deve la vita a una madre, e quasi sempre deve a lei molto della propria esistenza successiva, della formazione umana e spirituale. La madre, però, pur essendo molto esaltata dal punto di vista simbolico, - tante poesie, tante cose belle che si dicono poeticamente della madre - viene poco ascoltata e poco aiutata nella vita quotidiana, poco considerata nel suo ruolo centrale nella società Accade che anche nella comunità cristiana la madre non sia sempre tenuta nel giusto conto, che sia poco ascoltata. Eppure al centro della vita della Chiesa c’è la Madre di Gesù Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. L’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero diceva che le mamme vivono un “martirio materno”. Nell’omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni della morte, egli disse, riecheggiando il Concilio Vaticano II: «Tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore… Dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio, è dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana; dare la vita a poco a poco? Sì, come la dà una madre, che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. E’ dare la vita. E’ martirio» Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale. Le madri trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa: nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara, è inscritto il valore della fede nella vita di un essere umano. Il senso di questo nome ha ricevuto una nuova profondità proprio a partire dal modo in cui Gesù lo usava per rivolgersi a Dio e manifestare il suo speciale rapporto con Lui. Oggi, tuttavia, si è arrivati ad affermare che la nostra sarebbe una “società senza padri”. In altri termini, in particolare nella cultura occidentale, la figura del padre sarebbe simbolicamente assente, svanita, rimossa E allora farà bene a tutti, ai padri e ai figli, riascoltare la promessa che Gesù ha fatto ai suoi discepoli: «Non vi lascerò orfani» (Gv 14,18). E’ Lui, infatti, la Via da percorrere, il Maestro da ascoltare, la Speranza che il mondo può cambiare, che l’amore vince l’odio, che può esserci un futuro di fraternità e di pace per tutti. Prossima udienza sulla bellezza di essere padre … Introduzione I Parte L’ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia Il contesto socio-culturale La rilevanza della vita affettiva La sfida per la pastorale II Parte Lo sguardo su Cristo: il Vangelo della famiglia Lo sguardo su Gesù e la pedagogia divina nella storia della salvezza La famiglia nel disegno salvifico di Dio La famiglia nei documenti della Chiesa L’indissolubilità del matrimonio e la gioia del vivere insieme Verità e bellezza della famiglia e misericordia verso le famiglie ferite e fragili III Parte Il confronto: prospettive pastorali Annunciare il Vangelo della famiglia oggi, nei vari contesti Guidare i nubendi nel cammino di preparazione al matrimonio Accompagnare i primi anni della vita matrimoniale Cura pastorale di coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze Curare le famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali) L’attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale La trasmissione della vita e la sfida della denatalità La sfida dell’educazione e il ruolo della famiglia nell’evangelizzazione Conclusione CAMMINARE INSIEME … VERSO LA MATURITÀ DI CRISTO! La famiglia è il più grande tesoro di un Paese. Lavoriamo tutti per proteggere e rafforzare questa pietra d’angolo della società! Papa Francesco, twitter.com/pontifex_it, 16 gennaio 2015 CAMMINARE INSIEME … NELLA VOLONTÀ DI DIO! “pregare per avere la voglia di seguire la volontà di Dio, pregare per conoscere la volontà di Dio e pregare – una volta conosciuta – per andare avanti con la volontà di Dio”: “Il Signore ci dia la grazia, a tutti noi, che un giorno possa dire di noi quello che ha detto di quel gruppo, di quella folla, che lo seguiva, quelli che erano seduti attorno a Lui, come abbiamo sentito nel Vangelo: ‘Ecco mia madre e i miei fratelli. Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”. Fare la volontà di Dio ci fa essere parte della famiglia di Gesù, ci fa madre, padre, sorella, fratello” Papa Francesco, Omelia, Casa Santa Marta, 27 gennaio 2015 É lui la misura del vero umanesimo. Umanità redenta … Gesù, Il Redentore