La fede, che è un dono,
deve essere accolta, scelta,
infine protetta e alimentata.
Deve essere messa soprattutto in pratica.
" Se uno mi vuole servire, mi segua! "(GV 12,26)
Gesù conduce al suo completamento l'alleanza di Dio con l'umanità.
Già, il profeta annuncia in Israele l'iscrizione della Legge in fondo al cuore.
Gesù rivela questo amore nella sua pienezza:
" Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me " (Gv 12,32).
Tutta l'economia religiosa del Vecchio Testamento riposa sulla Legge,
scritta ed orale, che costituisce il cuore dell‘Alleanza.
All'epoca del dono di questa legge a Mosé,
Dio ha preso il suo popolo per mano
per portarlo fuori dell'Egitto.
Il salmo 50 è il grande salmo della penitenza. Tuttavia,
l'accento non cade sul sentimento dell'errore
ma sul rinnovamento interiore che dà il perdono.
" Donaci, Signore, un cuore nuovo. "
" Crea in me, o Dio un cuore puro. "
La Lettera agli ebrei è per noi difficile perché interpreta la vita di Gesù
a partire da uno schema sacrificale.
Se Gesù ha supplicato Dio di salvarlo della morte,
e pensiamo istintivamente che Egli non è stato esaudito
poiché è morto, e di quale morte!
Ora, la Lettera dice "che Egli fu esaudito", risuscitando.
A Gerusalemme, la folla acclama Gesù
stendendo dei rami al suo passaggio.
" Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! "
(Gv 12,13).
Il racconto del vangelo di Giovanni rievocato nella liturgia
di questo giorno sembra a prima vista sconcertante.
Ma ad un esame più approfondito, è di una ricchezza incredibile.
Come ogni uomo normale davanti alla morte, Gesù è sconvolto:
" Cosa dovrei dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma no!
È per questo che sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome! "
Per parlare della sua morte prossima,
Gesù utilizza una piccola parabola talmente semplice
che ci sembra aneddotico.
È il chicco di grano che si semina in terra
e che deve morire per portare " molto frutto."
Cari fratelli e sorelle,
quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa,
le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare,
diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!
Anche come singoli abbiamo la tentazione dell’indifferenza.
Siamo saturi di notizie e immagini sconvolgenti che ci narrano la sofferenza umana
e sentiamo nel medesimo tempo tutta la nostra incapacità ad intervenire.
Che cosa fare per non lasciarci assorbire da questa spirale
di spavento e di impotenza?
In primo luogo, possiamo pregare
nella comunione della Chiesa terrena e celeste.
Per questo, cari fratelli e sorelle,
desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima:
“Rendi il nostro cuore simile al tuo”
(Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù).
Allora avremo un cuore forte e misericordioso,
vigile e generoso,
che non si lascia chiudere in se stesso
e non cade nella vertigine
della globalizzazione dell’indifferenza.
Papa Francesco
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5a Domenica di Quaresima B 2015