http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo PARTICIPATORY DESIGN E L’USO DI TECNICHE CREATIVE Gaver, W.W., Dunne, A., & Pacenti, E. (1999). Cultural Probes. Interactions vi(1), 21–29. Gaver, W., Boucher, A., Pennington, S., and Walker, B. (2004). Cultural Probes and the value of uncertainty. Interactions, Volume XI.5, pp. 53-56. Büscher M., Mogensen P., Agger Eriksen M., Friis Kristensen (2004) J. Ways of grounding imagination. Proceedings of the Participatory Design Conference (PDC), Toronto, Canada, 27-31 July 2004 pp. 193-203. Marti, P., Rullo, A., Oliva, S., La casa e le sue metamorfosi, Atti del VIII Congresso Nazionale, SIE (Società Italiana di Ergonomia Cognitiva), Milano, Febbraio, 2006. http://aadr.wordpress.com Participatory Design 23 gennaio 2008 Alessia Rullo La cosiddetta “dimensione umana” della progettazione è storicamente stata definita, da un punto di vista teorico e metodologico, con l’approccio al participatory design nato in Scandinavia, poco prima degli anni "70". L’obiettivo principale era quello di ottenere una stretta collaborazione con gli utenti per poter soddisfare al meglio i loro bisogni con il nuovo sistema da sviluppare. In questo approccio, gli utenti giocano un ruolo attivo nella progettazione (Kyng, Anderson, 1995). "We see the need for users to become full partners in the cooperative system development process...Full partecipation of (users) requires training and active cooperation, not just token representation" (Greenbaum, Kyng, 1991). http://aadr.wordpress.com Participatory Design 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le origini del PD (Participatory Design) sono interconnesse con l'attività dei sindacati scandinavi e con il bisogno di portare più uguaglianza e giustizia nei contesti di lavoro. Durante gli anni Settanta l'approccio scandinavo fu uno dei primi a sollevare il problema della partecipazione democratica dei lavoratori nei cambiamenti organizzativi introdotti dalle tecnologie (Kyng 1994). Infatti, la possibilità di dare voce all'opinione di tutti nei processi decisionali delle organizzazioni è sicuramente un aspetto fondamentale del concetto di partecipazione attiva degli utenti. http://aadr.wordpress.com Participatory Design 23 gennaio 2008 Alessia Rullo L’innovazione tecnologica nel modificare le pratiche lavorative e le attività quotidiane deve sempre preservare il valore dell’esperienza ed esaltare la conoscenza che l’essere umano produce continuamente durante la sua attività. Uno sconsiderato sviluppo tecnologico che rende l’attività routinaria e demotivante ad esempio, può dequalificare le competenze dei lavoratori, declassandoli dal ruolo di professionisti al ruolo di “assistenti” di macchine e apparati. Il design partecipativo tenta di mitigare i disagi che l’innovazione tecnologica potrebbe arrecare nelle pratiche lavorative, coinvolgendo gli utenti finali in tutte le fasi di progettazione di un sistema, in modo che essi rivestano un ruolo rilevante nelle scelte progettuali. http://aadr.wordpress.com Participatory Design 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Recentemente questo approccio ha vissuto una serie di importanti evoluzioni soprattutto nella definizione di metodologie che possano aiutare gli utenti a svolgere un ruolo attivo nella progettazione. Tra queste, l’adozione di tecniche ispirate al design creativo per coinvolgere gli utenti anche nelle fasi iniziali di concezione di soluzioni progettuali (Büscher et al. 2003). Cultural Probes Future Laboratories Scenari http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 UN CASO STUDIO PROGETTO DOMOTICA Alessia Rullo Nel descrivere le caratteristiche dell’ambiente domestico l’architetto finlandese Pallasmaa sottoleneava la capacità della casa di essere lo scenario in cui le memorie personali prendono forma e vivono, mutando continuamente (Pallasmaa, 1994). La casa rappresenta un ambiente unico, per la sua capacità di cambiamento/adattamento, per la sua capacità di supportare le diverse percezioni che di essa hanno i suoi abitanti, per la capacità di sostenere i diversi vissuti che coesistono nel vivere lo stesso ambiente. La progettazione di tecnologie per l’ambiente domestico non può quindi prescindere da questo dato: la casa è un ambiente sottoposto ad un costante processo di evoluzione e metamorfosi. http://aadr.wordpress.com 10 gennaio 2008 Alessia Rullo Approccio Metodologico http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Approccio Metodologico Alessia Rullo Approccio Co-evolutivo. Questo approccio cerca di superare le difficoltà dei processi di design, poiché la fase di concept design, technology design e activity design sono portate avanti in parallelo in modo che ogni parte del processo si sviluppi autonomamente, per poi integrarsi con le altre in punti specifici nel processo (Marti, Moderini 2002). Si cerca così di fare in modo che ogni approccio con le sue caratteristiche particolari informi tutti gli altri sistematicamente (Marti, Rizzo 2003). http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Approccio Metodologico Alessia Rullo Le differenti fasi dell’approccio metodologico proposto, descrivendo: - gli strumenti utilizzati in ognuna di queste - i dati emersi - i momenti di convergenza che hanno condotto alla definizione del concept design che è stato sviluppato e valutato http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Problem Setting: Uno Scenario Esemplificativo Sara, 38 anni, è sposata da cinque anni con Giorgio e ha appena scoperto di essere in dolce attesa! Che gioia… ma anche che paura! Una serie di emozioni contrastanti e di interminabili pensieri affollano il suo corpo e la sua mente: sarà una buona madre? Riuscirà a dare a suo figlio tutte le attenzioni che necessita? Come farà a conciliare i numerosi impegni, che già ora sono talvolta così onerosi? Certamente Giorgio le darà una mano ma anche lui è così preso dal lavoro… La casa, la famiglia, il lavoro e ora un figlio.. tutta la sua vita dovrà essere riorganizzata per rispondere alle nuove esigenze che si verranno a creare giorno dopo giorno. Così come il corpo di Sara rapidamente cambierà nei nove mesi di gravidanza così lei dovrà velocemente trovare soluzioni efficaci per gestire la nuova vita che la attende. Guardandosi intorno il primo pensiero che la preoccupa è la casa: sarà abbastanza sicura per evitare che il “piccolo” si faccia male? Come creare un ambiente confortevole e a “misura di bambino” ma che nel contempo le assicuri, agevolandola, di svolgere tutte le tradizionali azioni quotidiane? E poi il lavoro.. si è impegnata tanto per diventare un architetto e non vuole certo rinunciare a una professione che le dà soddisfazioni e gioia. Come riorganizzare gli spazi per poter operare da casa? Come gestire il suo tempo in maniera più flessibile e dinamica adattandolo a quello del figlio che sta per nascere? http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Problem Setting: Uno Scenario Esemplificativo Alessia Rullo Lo scenario descritto offre numerosi spunti… Così come la vita di Sara sarà soggetta a continue evoluzioni, dettate dai differenti bisogni nel periodo di nascita/crescita del figlio, la casa dovrà essere un ambiente vivo in grado di seguire ed adattarsi a tali transizioni. Allo scopo di circoscrivere l’ambito di intervento, abbiamo deciso, almeno inizialmente, di considerare all’interno della casa uno spazio preciso: la cucina. La cucina come ambiente adattivo.La cucina rappresenta nell’esperienza comune e soprattutto per le donne - il cuore della casa, attorno al quale la maggior parte delle altre attività vengono svolte e che più di ogni altro ambiente sembra mostrare un comportamento adattivo (Friedman, 2002)[1]. [1] Freidman, A., “The adaptable house”, McGraw-Hill Professional, 2002. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Analisi dell’attività e tecniche partecipative L’analisi dell’attività è stata condotta integrando i dati emersi da precedenti studi etnografici applicati allo stesso dominio con l’analisi delle principali fonti nella letteratura legata a queste tematiche e con uno studio sul campo realizzato all’interno del progetto. Nostro obiettivo era infatti quello di comprendere quali fossero i requisiti per un ambiente domotico, volendo considerare un aspetto preciso del vivere l’ambiente domestico: la sua intrinseca caratteristica di metamorfismo. L’obiettivo dell’analisi dell’attività era quello di far emergere le caratteriste che nella percezione degli utenti connotavano la casa come ambiente metamorfico, e gli usi che in base a queste percezioni si sedimentavano nelle routine giornaliere. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Analisi dell’attività e Tecniche partecipative Lo spazio domestico rappresenta uno spazio in qualche misura intimo, all’interno del quale è difficile entrare, se non disponendo di un certo grado di ‘confidenza’ con esso o con i suoi abitanti. Dall’altra parte, i dati che ci servivano dovevano essere abbastanza ricchi da saper cogliere il groviglio di usi, aspettative, e vissuti che si costruiscono attorno alla pratiche della vita domestica, soprattutto in un momento tanto delicato quale quello della nascita di un bambino. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 I diari e le interviste Alessia Rullo I diari rappresentano un apporto innovativo nelle metodologie solitamente adoperate per l’analisi dell’attività; parzialmente ispirati alla tecnica delle cultural probes (Gaver et al., 1991), hanno la finalità di raccogliere dati con un forte valore contestuale: il diario infatti è uno strumento individuale, che può essere personalizzato e che viene redatto nel contesto reale in cui si svolgono le attività oggetto d’analisi. Nel nostro caso specifico, i diari sono stati consegnati per un periodo di un mese a quattro utenti rispondenti al profilo selezionato (donne lavoratrici di circa 40 anni che hanno da poco avuto un bambino), due a Milano e due a Siena. Inoltre è stato progettato un formato particolare che permettesse alle utenti di usare il diario in maniera guidata. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 I diari e le interviste Alessia Rullo Il diario infatti è composto da tre parti fondamentali: -la redazione del diario in cui all’utente viene proposto di raccontare come è cambiata la sua vita da quando ha avuto il suo bambino/a, considerando tre dimensioni specifiche: come si trasformano gli oggetti nella cucina, come si riconfigura lo spazio della cucina; infine come l’utente organizza il suo tempo in conseguenza delle nuove e mutevoli esigenze. -Gli ‘appunti liberi’: pagine bianche che l’utente può riempire con note, foto [1] o immagini significative. - un ‘raccoglitore di oggetti’ in cui l’utente è invitato a raccogliere oggetti o pezzi di oggetti che sono importanti nella sua esperienza di mamma o che servono a spiegare meglio una parte del diario. [1] A questo scopo insieme al diario è stata anche consegnata una macchina fotografica ’usa e getta’. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 I diari e le interviste Alessia Rullo - Come si trasformano gli oggetti nella cucina - Come si riconfigura lo spazio della cucina - Come devo organizzare il mio tempo Il momento della riconsegna dei diari si è svolto attraverso un’intervista, in cui prendendo spunto dal materiale del diario, è stato chiesto alle utenti di specificare alcuni aspetti attraverso il racconto di alcune esperienze e del vissuto a queste legato. http://aadr.wordpress.com I diari e le interviste 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Nome: L.I. Professione: impiegata Età: 40 Famiglia composta da : 3 persone - Come si trasformano gli oggetti nella cucina L.I. La pentola a pressione viene utilizzata quotidianamente per preparare le pappe di Martina. I cucchiaini piccoli sono usati solo per dare la frutta o lo yogurt a Martina (foto16). La pianta a foglie grandi e taglienti che ho in un angolo della cucina l’ho dovuta legare perché pericolosa (foto 2). Il pentolino che naturalmente usavo per gli avanzi di caffé adesso lo uso per preparare la camomilla a Martina (foto 17). Gli asciugamani più grandi sono usati per appoggiarci a scolare i suoi ciucci, biberon, piatti, bicchierino (foto 18). Prima li usavo per tagliarci il pane. Il telecomando della TV di cucina è ormai esclusiva proprietà di Martina (alcuni tasti non funzionano più). Tutte le presine per le pentole a forma di frutta sono ormai giocatoli di Martina (foto 19). http://aadr.wordpress.com I diari e le interviste 23 gennaio 2008 Alessia Rullo I dati dei quattro diari sono stati analizzati. Le informazioni emerse sono di natura molto eterogenea, conseguentemente alle diversità delle esperienze e alla differente modalità di affrontare il compito richiesto. In alcuni casi era presente una maggiore attenzione al vissuto emotivo, mentre in altri c’era un grande dettaglio nell’analisi degli spazi e degli oggetti della casa. Le tre variabili ‘spazio, oggetti e tempo’ si sono dimostrate particolarmente adatte a rivelare le dinamiche oggetto d’analisi, fornendoci molti spunti di riflessione. Come mostra la tabella in molti casi le utenti hanno fatto riferimento al materiale fotografico. Infatti la possibilità di fotografare gli elementi che si ritenevano significativi è risultata essere di estrema efficacia, spesso andando anche oltre quanto richiesto dal compito. Un altro elemento interessante è che spesso i dati riportati sconfinavano dall’ambiente della cucina delineando tutta una serie di relazioni che si stabiliscono tra la cucina e le altre stanze della casa. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 I diari e le interviste Il girello: strumento che assicura portabilità e controllo Invasione di oggetti della bambina sul piano di lavoro della cucina Alessia Rullo Gestione dello spazio in soggiorno Soluzione cancello per evitare che la bambina cada dalle scale Disposizione di tavolo, televisione e computer, per gestire il lavoro e intrattenere la bambina Ridefinizione spazio con coperte e cuscini per creare un ambiente sicuro per il bambino http://aadr.wordpress.com I diari e le interviste 23 gennaio 2008 Alessia Rullo I dati raccolti in questo modo hanno permesso di individuare alcune aree tematiche critiche in base alle quali costruire le mappe concettuali che hanno orientato lo sviluppo di concept e la definizione degli scenari. Inoltre, da questi dati, emersi incrociando il materiale dei diari con le interviste, è stato possibile definire i requisiti utente, che aggiornassero i requisiti pre-esistenti http://aadr.wordpress.com Le mappe concettuali 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le mappe concettuali hanno rappresentato una modalità di integrazione delle diverse evidenze che avevamo raccolto attraverso l’analisi dei diari e le interviste, il bechmarking, e lo studio della letteratura. La nozione di mappa concettuale è stata per la prima volta presentata da J. Novak e D. Gowin che, a partire dalla teoria cognitivista dell’apprendimento significativo, descrissero le strategie per sviluppare e utilizzare anche in ambito didattico questo strumento di rappresentazione. Così come una mappa geografica serve per orientarsi in un territorio, una mappa concettuale è uno strumento per interpretare, rielaborare e trasmettere conoscenze, informazioni e dati, visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i legami che essi stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del ragionamento (Gineprini, M., Gaustafigna, M., 2000) http://aadr.wordpress.com Le mappe concettuali 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Ispirandoci parzialmente a questo approccio, abbiamo costruito tre diverse mappe concettuali che permettessero di incrociare in maniera significativa i risultati emersi dall’analisi dell’attività e dall’inspirational benchmarking con l’obiettivo di definire delle aree tematiche che strutturassero lo sviluppo di scenari e concept. Le tre mappe hanno come fulcro la percezione e l’uso della cucina dal punto di vista di una donna, professionista, che avesse appena avuto un bambino e seguono le tre dimensioni che avevamo individuato come pertinenti nel formato del diaro: gli oggetti e lo spazio della cucina; il tempo. http://aadr.wordpress.com Le mappe concettuali 23 gennaio 2008 Alessia Rullo http://aadr.wordpress.com Le mappe concettuali 23 gennaio 2008 Alessia Rullo http://aadr.wordpress.com Le mappe concettuali 23 gennaio 2008 Alessia Rullo http://aadr.wordpress.com I requisiti utente 23 gennaio 2008 Alessia Rullo (auto) configurabilità dell'ambiente ambiente in grado di (auto) configurarsi rispetto a condizioni mutevoli e alle esigenze dell'utente. Il concetto di configurabilità si declina nella capacità di auto-organizzazione; di auto-riparazione; di apprendimento degli spazi e degli oggetti nello spazio. L.I.- diario funzioni emergenti l'ambiente deve essere in grado di gestire dinamicamente le funzioni emergenti degli oggetti e degli spazi (nuovi utilizzi, nuove configurazioni). L.I., C.L.- diari adattività e polimorfismo l'ambiente deve sapersi adattare dinamicamente ai cambiamenti che occorrono; reattivamente e proattivamente; nelle forme e nelle funzioni. L.I- diario controllo possiblità di esercitare un controllo costante sull'ambiente: - per come si evolve; - per come i soggetti si muovono e usano lo spazio e gli oggetti. L.I.- diario http://aadr.wordpress.com I requisiti utente 23 gennaio 2008 Alessia Rullo capacità di anticipazione e consapevolezza del contesto l'ambiente deve essere in grado di prevedere gli usi nel tempo e di conseguenza riorganizzarsi in modo da gestirli efficacemente, cioè: - gestire contesti d'uso dinamici - gestire gli imprevisti L.I., E.B., C.l.- diari reversibiltà le soluzioni adottate nell'ambiente devono essere reversibili in modo da supportare differenti corsi d'azione. L.I.- diario comunicazione l'ambiente deve garantire sistemi di comunicazione attraverso diverse situazioni e contesti d'uso L.I., C.L.- diari condivisione nozione aumentata di spazio che supporti i nuovi bisogni funzionali e la condivisione di esperienze con parenti e amici C.L.- diario presence il sistema deve supportare la gestione (remota) della presenza. - dalla cucina verso altre stanze della casa e viceversa - dalla casa verso altri luoghi (ex: ufficio) e viceversa L.I., C.L.- diari http://aadr.wordpress.com Tecniche creative: Future Laboratories 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Il future laboratory è una metodologia di design che ha l’obiettivo di sviluppare idee e tecnologie per il futuro. Le tradizionali sessioni di brainstorming presentano, infatti, alcuni problemi tipici: - l’eccessiva concentrazione sulle pratiche correnti in un dato dominio di intervento; - la tendenza ad abbandonare gli elementi derivanti dall’analisi dell’attività non appena emerge un’idea convincente; -la difficoltà di progettare e anticipare pratiche future. La metodologia adottata può sintetizzarsi nello slogan: “force the future” attraverso la costruzione di mock-up e prototipi in cui gli utenti possano esplorare e inventare nuove pratiche per supportare le attività. http://aadr.wordpress.com Tecniche creative: Future Laboratories 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Nel nostro caso specifico, il future lab è nato con l’obiettivo di convertire tutto il materiale d’analisi e di ispirazione in idee di progettazione che potessero essere sviluppate e testate. L’Fl si è svolto sostanzialmente come un workshop a cui hanno partecipato rappresentanti del design team e un’utente che aveva compilato il diario. Il workshop voleva, infatti, incoraggiare sessioni di lavoro intensamente collaborativo tra i membri del team di progettazione per investigare temi specifici emersi dall’analisi dell’attività e dall’analisi della letteratura. L’intento è stato quello di mettere insieme, elaborare e valutare materiali di ispirazione di diversa natura (prototipi esistenti, foto, immagini…), legati alla domotica, ma anche mutuati da altri domini, in modo da considerare prospettive alternative che fornissero spunti ed evocazioni per la generazione dei concept. http://aadr.wordpress.com Tecniche creative: Future Laboratories 23 gennaio 2008 Alessia Rullo In questo caso particolare il workshop ha adottato la tecnica delle card, sviluppate ad hoc, come strumento di generazione degli scenari. Le card sono state realizzate in forma di cartoncini, classificati per diverse categorie (tecnologie abilitanti; pura ispirazione; teorie; progetti; frammenti dai diari; requisiti emersi dall’analisi dell’attività, dal benchmarking e dallo studio della letteratura). Nel dettaglio il Card brainstorming si è svolto in questo modo: i partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Ogni gruppo è stato dotato di un numero uguale di card organizzate in diverse categorie: - requisiti per la progettazione (emersi dai diari e dall’analisi della letteratura); - tecnologie abilitanti; - inspiration concept (teorie; progetti, pure ispirazioni); - ‘estratti’ dall’analisi dell’attività. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo http://aadr.wordpress.com Tecniche creative: Future Laboratories 23 gennaio 2008 Alessia Rullo I componenti di ogni gruppo hanno singolarmente sviluppato uno o più scenari futuri legati alla situazione target (una donna di 40 che avesse appena avuto un bambino) e obbligati a combinare le card estratte a sorte, una per ogni categoria. In questo modo ogni scenario prendeva in considerazione almeno una tecnologia abilitante, un’idea di ispirazione, un’esperienza mutuata da un altro progetto, un elemento emerso dai diari; infine almeno uno dei requisiti definiti dall’analisi dell’attività e della letteratura. Le card, in questo modo, rappresentano sia uno stimolo che un vincolo per la creatività, ‘costringendo’ i designer a tentare soluzioni inedite per mettere insieme aspetti che solitamente non sono collegati. Da questo esercizio sono emersi differenti scenari che sono stati condivisi all’interno del gruppo e consolidati fino alla selezione di uno o due di questi che sembravano essere più robusti o più promettenti e che hanno portato alla definizione del design concept. http://aadr.wordpress.com Gli scenari 23 gennaio 2008 Alessia Rullo -card di partenza che hanno ispirato la generazione dello scenario -titolo dello scenario -attori coinvolti nell’interazione -razionale dello scenario: quali aspetti lo scenario vuole mettere in luce -descrizione (testuale o illustrata) dello scenario -spunti di riflessione: questioni aperte che richiederebbero un approfondimento http://aadr.wordpress.com Ri-definizione dei Requisiti 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Gli scenari prodotti hanno esplorato i differenti requisiti, e all’interno del Future Lab questi sono stati ampliati in relazione agli scenari, mappati rispetto alle loro occorrenze negli scenari e considerando la loro trasversalità tra le soluzioni proposte. -i requisiti che sono specifici per particolari scenari -i requisiti che non sono integrati negli scenari prodotti, rivelandosi, quindi, poco significativi - i requisiti trasversali che hanno saputo meglio interpretare i problemi e le sfide di questo particolare dominio applicativo e che rappresenteranno il nucleo centrale per la nostra progettazione http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo http://aadr.wordpress.com Ri-definizione dei Requisiti 23 gennaio 2008 Alessia Rullo -trasparenza: visibilità delle funzioni e dei corsi d’azione possibili nell’uso degli oggetti e dello spazio -(auto)configurabilità dell’ambiente: ambiente in grado di (auto) configurarsi rispetto a condizioni mutevoli e alle esigenze dell'utente. Il concetto di configurabilità si declina nella capacità di auto-organizzazione; di auto-riparazione; di apprendimento degli spazi e degli oggetti nello spazio -domesticità: requisiti psicologico - ambientali che fanno di uno spazio la nostra casa (territorialità; privacy; senso del luogo; socialità) - reversibilità: le soluzioni adottate nell'ambiente devono essere reversibili in modo da supportare differenti corsi d'azione http://aadr.wordpress.com Ri-definizione dei Requisiti 23 gennaio 2008 Alessia Rullo -controllo: possiblità di esercitare un controllo costante sull'ambiente: per come si evolve; per come i soggetti si muovono e usano lo spazio e gli oggetti -edutainment: capacità delle applicazioni di supportare funzioni educative in una modalità divertente e coinvolgente -adattività e polimorfismo: l'ambiente deve sapersi adattare dinamicamente ai cambiamenti che occorrono; reattivamente e proattivamente. Nelle forme e nelle funzioni - presence: il sistema deve supportare la gestione (remota) della presenza: dalla cucina verso altre stanze della casa e viceversa; dalla casa verso altri luoghi (ex: ufficio) e viceversa http://aadr.wordpress.com Smart Carpet: il concept 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Il risultato dell’attività di envisioning condotta all’interno del Future Lab ha portato alla definizione di un design concept che interpretasse alcuni degli aspetti emersi negli scenari, così come i requisiti che si sono dimostrati più robusti in questo caso specifico. Lo Smart Carpet è un tappetino “intelligente” destinato al bambino che ha le seguenti caratteristiche: - intrattiene il bambino quando si trova nell’area del tappeto; - permette alla mamma di controllare gli spostamenti del bambino dal tappeto; - interagisce con una smart t-shirt che rileva alcuni parametri corporei del bambino, significativi per la mamma; - comunica con gli altri dispositivi della casa, in modo da regolare automaticamente alcune funzioni; - può apprendere in base alle precedenti interazioni. http://aadr.wordpress.com Smart Carpet: il concept 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Lo smart carpet, in realtà, è uno degli strumenti all’interno di un sistema di interazione più complesso che coinvolge altri due elementi: La Smart t-shirt: È una semplice maglietta che indossa il bambino, in grado di monitorare alcune funzioni del bambino e di dialogare con l’ambiente circostante. Più precisamente può rilevare il ritmo cardiaco e la temperatura del corpo. Lo Smart tool: Un tool portabile e personalizzabile, che la mamma può tenere come una spilla, può appoggiare sulla scrivania, può attaccare al frigorifero... Si tratta, quindi di un tool flessibile, e in questo senso distribuito nell’ambiente che permette alla mamma di monitorare a distanza il bambino e di controllare in remoto alcuni processi che avvengono nella casa. http://aadr.wordpress.com Cultural Probes 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le Cultural Probes nascono come uno strumento di indagine volto alla raccolta di materiale esperienziale sugli aspetti ludici, emotivi ed irrazionali della vita quotidiana dell'utente, per ottenere input in grado di inspirare la fase creativa del design (Gaver, Dunne, 1999). Questa metodologia si basa su un approccio che non focalizza l'attenzione sui bisogni degli utenti, ma cerca piuttosto di raccogliere input dagli utenti su aspetti emozionali, estetici e valoriali piuttosto che funzionali (bisogni, requisiti). Tali input ispirano il designer che è libero di reinterpretarli creativamente (Marti, 2004). http://aadr.wordpress.com Cultural Probes 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le probes nello specifico, sono dei materiali diversi presentati sotto forma di un package che può contenere strumenti eterogenei come cartoline, immagini, diari, macchine fotografiche usa e getta, frasi, mappe, etc. Agli utenti viene dunque richiesto di scattare foto, tenere un diario (ad esempio sull’uso che fanno di vari media), annotare mappe, secondo precise istruzioni fornire dal designer. Il package viene poi consegnato agli utenti coinvolti nella ricerca e viene fissata una data entro la quale il materiale elaborato dovrà essere riconsegnato. Una volta raccolte le probe, i designer iniziano la fase di interpretazione. http://aadr.wordpress.com Cultural Probes 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le probes nello specifico, sono dei materiali diversi presentati sotto forma di un package che può contenere strumenti eterogenei come cartoline, immagini, diari, macchine fotografiche usa e getta, frasi, mappe, etc. Agli utenti viene dunque richiesto di scattare foto, tenere un diario (ad esempio sull’uso che fanno di vari media), annotare mappe, secondo precise istruzioni fornire dal designer. Il package viene poi consegnato agli utenti coinvolti nella ricerca e viene fissata una data entro la quale il materiale elaborato dovrà essere riconsegnato. Una volta raccolte le probe, i designer iniziano la fase di interpretazione. http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo La corrente artistica del situazionismo I Situazionisti utilizzano il linguaggio dell'arte come strumento rivoluzionario per risvegliare la passione e i desideri inconsci del pubblico. I Situazionisti provocano gli osservatori disorientando e confondendo i loro sensi, attraverso l'uso di immagini o testi ambigui. L'ambiguità è un mezzo potente per evocare conoscenza remota negli utenti e permettere allo stesso tempo ai designers di esternare le loro idee in maniera originale. http://aadr.wordpress.com Ambiguity as a Resource for Design 23 gennaio 2008 Alessia Rullo (Gaver, Beaver, Benford, 2003) Gaver individua tre tipi di ambiguità: l'ambiguità di informazione, che richiede all'individuo di proiettare le proprie aspettative nell'interpretazione di informazioni incomplete; l'ambiguità di contesto, che necessita di integrare tra di loro significati simili ma incompatibili; l'ambiguità di relazione, che evoca una proiezione della nostra esperienza soggettiva “Queste forme di ambiguità mettono le persone in una condizione di caos e confusione iniziale, che li costringe ad esprimere le proprie sensazioni positive o negative. Provocando una situazione di ambiguità e ridondanza di informazioni, il designer è così in grado di ottenere da parte degli utenti nuove forme di conoscenza, basandosi sulle loro reazioni di scetticismo o convinzione” (Marti, 2004). http://aadr.wordpress.com Cultural Probes 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le cultural probes puntano ad ottenere importanti insights sulle attitudini, le aspettative, l'immaginario e i sogni dell'utente, attraverso un "dialogo" che è allo stesso tempo una conversazione intima e uno strumento di provocazione. Attraverso le probes non si cerca dunque di ottenere dati e informazioni quantitative riguardo i bisogni degli utenti o le loro attività, bensì di stimolare la loro sfera emotiva e fornire degli strumenti in grado di far emergere la loro conoscenza tacita. Il tentativo di provocare e stimolare i diretti interessati attraverso l'uso di tools accattivanti, ambigui, spesso metaforici e suggestivi, persegue l'obiettivo di rendere l'attività piacevole, divertente e stimolante. Semplicità d’uso: grazie al basso livello di sforzo cognitivo richiesto, le probes permettono di superare le divergenze geografiche, sociali, anagrafiche e professionali del "pubblico" al quale vengono somministrate. Le persone sono così incentivate a rispondere onestamente circa la loro vita e le loro sensazioni riguardo l'ambiente circostante. http://aadr.wordpress.com Le mappe di Relazioni 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le mappe di relazioni sono rappresentazioni sintetiche e descrittive delle relazioni sociali nello spazio. In genere vengono elaborate a fronte di una osservazione dell’attività degli utenti e degli spazi in cui viene eseguita, per fornire ispirazione al designer. Le mappe indicano gerarchie tra persone nello spazio, e le connessioni tra i diversi ruoli e le posizioni occupate negli spazi di lavoro o di attività. Una caratteristica di efficacia delle Mappe di Relazioni è la loro capacità di fornire descrizioni semplici del “potere attrattivo” dello spazio (es. il potere attrattivo di una chiesa in una piazza nello stimolare conversazioni, o quello della televisione in una salotto ecc.) http://aadr.wordpress.com 23 gennaio 2008 Alessia Rullo Le mappe di Relazioni Il diagramma Dolce di Gretel http://aadr.wordpress.com Activity Mapping 23 gennaio 2008 Alessia Rullo L’activity map è un modello generico dell’attività che può essere applicato in diversi contesti d’uso e che mette in luce le relazioni e le dipendenze tra le fasi di una stessa attività o tra differenti attività all’interno dello stesso processo. Ogni fase, o parte di un processo, può essere descritta al livello dei task eseguiti dagli utenti, dei ruoli ricoperti dai diversi attori del processo e in termini di caratteristiche specifiche dell’ambiente che le ospita. http://aadr.wordpress.com Activity Mapping 23 gennaio 2008 Trattamento Alessia Rullo Fisioterapico nella Terapia Intensiva Neonatale http://aadr.wordpress.com II Esercitazione Individuale 23 gennaio 2008 Alessia Rullo 1. Progettare un formato particolare di cultural probes in grado di cogliere le caratteristiche specifiche del contesto prescelto 2. Consegnare agli utenti lo strumento progettato 3. Lasciarlo in consegna agli utenti per un tempo utile (1 giorno, tre giorni, una settimana) 4. Analizzare i dati che emergono 5. Incrociare dati che emergono dalle probes con quelli derivanti dall’anilisi dell’interazione (osservazione + video analisi)