Questo messaggio è
per te che oggi sei
deluso
Per te che non hai
speranza
Per te che ti sei
abituato ad una vita
grigia
Per te che non credi più
di poter ottenere
qualcosa di nuovo
Per te che hai perso
la capacità di
meravigliarti
Per te che hai
perso la fiducia
di chiamare Dio
“Papà”
Per te
che soffri
Per te a chi la
vita sembra
aver negato
molto
A te oggi desidero
dire:
Alzati!
perché Cristo ti ama
Alzati!
perché Dio desidera
che tu sia solidale
Alzati!
e la tua voce potrà
dire grazie per sempre
Ricorda sempre che il compito più importante
non è la trasformazione del mondo,
ma la trasformazione di noi stessi.
Ricordati che solo nel silenzio
l’uomo arriva ad ascoltare nell’intimo della
coscienza la voce di Dio
che veramente ci fa liberi.
Ricordati che un
giovane senza
gioia e senza
speranza non è
un giovane
autentico, ma un
uomo invecchiato
prima del tempo.
Ricordati che solo
in nome dell’amore
puoi essere esigente
con te stesso ed
elargire amore agli
altri.
Poiché è amando gli altri
che scoprirai il senso della vita.
Ricordati che
solo l’amore
costruisce, solo
l’amore avvicina,
solo l’amore
raggiunge l’amore
degli altri nella
loro diversità.
L’uomo suole
inoltrarsi con
frequenza nel
sentiero buio della
vita, ma
all’improvviso le
tenebre si dissipano
di fronte allo
splendore della
parola di Dio.
In verità vi dico...
tutte le cose, tutti
gli avvenimenti,
per chi sa leggerli
in profondità,
contengono un
messaggio che,
in definitiva, rinvia
a Dio.
Non dimenticarti mai che...
“non c’è pace senza giustizia
e non c’è giustizia senza perdono".
E che Cristo è molto
vicino a quelli che
soffrono.
La pace esige
quattro condizioni
essenziali:
Verità
giustizia,
amore e
libertà
Senza la speranza l’entusiasmo si spegne,
viene meno la creatività e languisce
l’aspirazione verso i valori più alti.
Siano felici tutti
quelli che, giorno
dopo giorno,
accolgono con
generosità il tuo
invito, o Madre, a
realizzare ciò che
dice il tuo Gesù.
Raggiungano la felicità
anche se attraverso il sacrificio
Dio vi benedica.
Vi attendo con me in
Cielo.
Giovanni Paolo II
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Per te che sei deluso