A Corinaldo, cittadina della provincia di Ancona, nacque la futura martire della purezza, Maria Goretti Devota fin dall’infanzia della Vergine Santissima, visitava spesso una chiesetta campestre dedicata alla Madonna detta dell’Immantellata. Per trovare un lavoro che desse maggior rendimento, la famiglia Goretti lascia Corinaldo e si trasferisce a Collegianturco nei pressi di Palliano. Cresciuta la famiglia, fu necessario trasferirsi nuovamente: da Collegianturco i Goretti si portarono a Ferriere di Conca a 10 km da Nettuno. A Ferriere la famiglia Goretti andò ad abitare in un antico cascinale detto “Cascina antica”: con loro viveva la famiglia Serenelli alla quale erano uniti per contratto di lavoro. La vita a Ferriere era quanto mai dura: lavoro continuo in un clima micidiale e quasi nessuna assistenza medica e religiosa. Dopo appena 14 anni dall’arrivo a Ferriere, Luigi Goretti, il papà di Maria, colpito da febbri malariche, muore. Una triste sera, la povera vittima di quella terra inospitale fu sepolta nel piccolo cimitero di Conca. Maria sentì profondamente la morte del babbo e quando le era possibile si recava al cimitero per pregare sulla tomba dell’amato genitore. La fanciulla comprese il grave peso che era caduto sulle spalle della mamma e cercava di infonderle coraggio ricordandole la bontà della Provvidenza divina. Dovendo la mamma rimanere tutto il giorno a lavorare nei campi, Maria, nonostante avesse allora appena nove anni, si dedicò a tutte le faccende domestiche: preparare i pasti, lavare i panni, ecc. Si sostituì anche alla mamma nella cura dei fratellini e delle sorelline, non tralasciando soprattutto di insegnar loro le preghiere. Pur essendo molto occupata, con una costanza superiore alla sua età, per circa un anno si recò quasi tutti i giorni a Conca per imparare il catechismo per essere ammessa alla prima comunione. Dopo aver imparato tutto il catechismo a memoria (non sapendo leggere) finalmente poté ricevere Gesù nel suo cuore. Quando Maria si recava a Nettuno nei giorni di mercato, non tralasciava mai di visitare il Santuario della Madonna delle Grazie. Non mancavano anche a Maria occasioni al male, come sentire discorsi osceni, specialmente andando ad attingere acqua alla fontana, ma cercava con ogni mezzo di fuggirle. Chi però insidiava con insistenza la sua purezza era Alessandro, figlio del Serenelli, ma la fanciulla lo respingeva sempre. Maria avrebbe desiderato di ricevere spesso Gesù, ma la lontananza di una chiesa non glielo permetteva. La vigilia della morte aveva proposto con l’amica Teresa di recarsi a Nettuno per ricevere la santa comunione. Durante un pomeriggio i Goretti e i Serenelli erano intenti sull’aia alla frantumazione degli steli di grano. Solo Maria era rimasta in casa; seduta sul pianerottolo della scala, rammendava una camicia di Alessandro, vigilando al tempo stesso la sorellina. Alessandro con una scusa qualunque abbandona il lavoro e, passando davanti a Maria, l’afferra per un braccio e la trascina dentro casa. Maria, avendo subito compreso quello che vuole da lei il giovane, si difende energicamente. “Alessandro”, gli grida, “quello che tu vuoi è peccato. Tu vai all’inferno”. Ma Alessandro, accecato dalla passione gli intima: “O acconsenti o sei morta”. Maria però non acconsente al “brutto peccato” e quindi cade trafitta da quattordici pugnalate. Le grida della sorellina rimasta sola attirano l’attenzione della mamma e degli altri: corrono a casa e trovano Maria in un lago di sangue e con il petto e il ventre crivellato di ferite. Chiamata d’urgenza l’ambulanza l’eroica fanciulla viene trasportata all’ospedale di Nettuno. L’assassino, intanto, arrestato dalla forza pubblica, viene sottratto a stento alla folla inferocita che lo vuole linciare. Maria invece dal suo letto di dolore perdona generosamente il suo uccisore, anzi dichiara di volerlo in paradiso con sé. Maria, fedele imitatrice della Regina della virtù della purezza, viene iscritta prima di morire tra le “Figlie di Maria”. Dopo aver ricevuto quel Gesù che tra poco sarebbe andata a vedere in cielo, come ella stessa disse, Maria lascia questa terra per andare a ricevere il premio del suo eroismo. Dopo sei anni di carcere, Alessandro, sul punto già di disperarsi, vede in sogno Maria, circondata di gigli, che gli sorride. Da quel momento la pace scende nel suo cuore e inizia una vita edificante. Due anni dopo la morte, nel Santuario della Madonna delle grazie viene eretto un artistico monumento per ricordare l’eroismo della piccola martire. Nel 1929 i resti mortali di Maria Goretti vengono trasferiti solennemente dal cimitero di Nettuno al nuovo Santuario della Madonna delle grazie. Miracoli e fatti straordinari vengono attribuiti all’intercessione della Martire della purezza. La signora Anna Grossi viene colpita da una grave forma di pleurite. Dei parenti dell’inferma, recatisi a venerare le reliquie esposte in una chiesa di Roma, portano con loro alcuni fiori situati vicino all’urna. La malata inghiotte con fede una fogliolina di quei fiori, invoca l’intercessione di Maria Goretti e guarisce istantaneamente. Un altro miracolo lo ebbe l’operaio Giuseppe Capo. Durante un lavoro di sterro gli cadde un grosso macigno sul piede destro schiacciandoglielo orribilmente. Tra grida di dolore viene portato a casa dai compagni di lavoro. Si raccomanda a Maria Goretti, la vede in sogno e subito scompare il dolore e il gonfiore. E il giorno stesso torna a lavorare. In base a questi miracoli il 24 giugno 1950 la piccola contadinella delle Ferriere viene proclamata santa. Alessandro, uscito dal carcere e generosamente perdonata dalla mamma della sua vittima, nella festa di Natale riceve insieme a lei la comunione nella chiesa di Corinaldo. Mamma Assunta, la madre fortunata di S. Maria Goretti, venerata dal mondo intero, la mattina dell’otto ottobre 1954 si spegne santamente in Corinaldo. Nella pace di un convento di cappuccini, Alessandro è vissuto fino alla morte avvenuta nel 1978. La “Cascina antica” e casa del martirio è diventata luogo di preghiera e di meditazione. Quelle mura racchiudono i segreti e la storia di un piccolo fiore di campo destinato a non sfiorire mai. Marietta riposa nel suo santuario di Nettuno, diventato centro mondiale di spiritualità. Aspetta tutti con simpatia e con amore.