TORINO BAROCCA
Inserita per secoli nel perimetro “a scacchiera” di origine romana – che contraddistingue ancora
oggi il centro cittadino – Torino vive un periodo di splendore dal Seicento in avanti, grazie
all’impegno dei Savoia che chiamarono per impreziosire la loro capitale i più importanti architetti
dell’epoca. A Torino giungono così insigni maestri come Ascanio Vitozzi, Carlo e Amedeo di
Castellamonte, Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri L’età del barocco donerà
alla città gioielli di grande splendore, a cominciare dalle chiese e dalla Cappella della Sacra
Sindone - capolavoro barocco di Guarino Guarini - insieme alla chiesa di San Lorenzo. Il
barocco identifica lo stile anche di alcune tra le vie e le piazze più rinomate del centro storico,
tra le quali via Po, piazza Castello, piazza San Carlo.
(Dal sito del Comune di Torino)
Torino secondo il "Theatrum Sabaudiae", edito da Carlo Borgonio nel 1682.
Nella carta è anche raffigurato l'ampliamento verso ovest, terminato poi nel 1720.
PIAZZA CASTELLO
Progettata nel 1584 da Ascanio Vittozzi. Danneggiata durante la guerra civile che
insanguinò Torino negli anni 1637-1640, la piazza fu ricostruita da Maria Cristina di
Francia, madre di Carlo Emanuele II di Savoia, futuro duca di Savoia. Lei fece
ammodernare il vecchio Palazzo di San Giovanni, il Palazzo Reale, e diede inizio
ai lavori per Palazzo Madama tra il 1645 e il 1646.
La piazza si presentò, per tutto il Seicento e per buona parte del Settecento, divisa
in tre settori distinti: la zona più antica, quella in cui confluiva via Dora Grossa (oggi
via Garibaldi), l'altra zona era quella eretta a seguito dell'ampliamento della città
verso il fiume Po, quindi verso via Po, ed infine l'ultima area era quella della
"Piazzetta Reale", al tempo ancora divisa dal resto della piazza da un muraglione in
cotto. Questa struttura, costituita da un lungo porticato, era usata dai Savoia come
luogo da cui si affacciavano per le manifestazioni pubbliche come le ostensioni
della Sacra Sindone. Tale architettura rimpiccioliva la piazza ma le conferiva un'aria
maestosa, chiamata volgarmente "Padiglione Reale" o "Terrazza di Piazza
Castello" e venne demolita nel 1811 da un incendio sviluppatosi durante i
festeggiamenti per la nascita del Re di Roma. Fu poi per volere di Carlo Alberto che
il padiglione venne sostituito da una cancellata in ferro fuso, progettato da Pelagio
Palagi tra il 1835 e il 1842. Altra importante struttura, persa col tempo, era la
manica che univa la Reggia sabauda a Palazzo Madama, percorribile al suo interno
dai Savoia, e usata come luogo ove erano collocate le collezioni artistiche.
(Wikipedia)
PALAZZO REALE
Il palazzo, destinato a residenza reale, venne progettato tra la fine del Cinquecento e
l'inizio del Seicento da Ascanio Vittozzi. Alla morte di quest'ultimo, i lavori vennero
affidati, durante la reggenza di Cristina di Francia, a Carlo di Castellamonte. (Wikipedia)
PALAZZO MADAMA
Una visita a Palazzo Madama è un suggestivo viaggio nel tempo:
dalle fondazioni di età romana alle torri medievali, fino al trionfo barocco dello scalone juvarriano.
Le origini del palazzo risalgono, infatti, al castrum romano, ma il nome della residenza si deve
alle Madame Reali Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, promotrici
del progetto di rimodernamento culminato con la costruzione del grandioso scalone e
dell’elegante facciata, opera di Filippo Juvarra. (“La Corona di Delizie”, Regione Piemonte)
PALAZZO CARIGNANO
Palazzo Carignano, una delle più originali costruzioni del barocco, si distingue per
l'andamento curvilineo della facciata in cotto e per l’atrio con le doppie scalinate: Guarino
Guarini, che lo progettò nel 1679, si era ispirato ai disegni di Bernini per il Louvre.
Nell'Ottocento venne aggiunto un secondo corpo destinato a ospitare il Parlamento Italiano,
con una nuova facciata rivolta verso l'attuale Piazza Carlo Alberto.
Fu sede del Parlamento subalpino e del primo Parlamento Italiano.(“La Corona di Delizie”,
Regione Piemonte)
CHIESA DI SAN LORENZO
La chiesa si presenta senza facciata:
a parte la cupola, nulla lascerebbe
intuire la presenza di un edificio
religioso. Ciò è sempre stato fonte di
dibattito: secondo varie ipotesi,
costruire la facciata al tempio
avrebbe spezzato la simmetria di
tutta Piazza Castello.
Guarini, nel 1667 trasformo' l'originaria pianta a croce latina in pianta centrale costituita
da un grande spazio ottagonale racchiuso da una forma quadrata. Da qui, è possibile
accedere ad un piccolo presbiterio ellittico trasverso collegato al coro con decorazioni in
marmi e ori. Il dinamismo è dato dal giro delle cappelle parietali, concepite come
indipendenti.
Tutto viene concepito con il numero 4 (gli elementi) e soprattutto con il numero 8, che, per
Guarini indicava l'ottavo giorno, quello dedicato all'infinito. Tutto l'edificio trova particolare
sfogo in altezza, nei quattro grandi pennacchi, nella cupola e nella lanterna, che raggiunge
un'altezza dal suolo di 50 metri.
Tutto viene concepito con il numero 4 (gli elementi)
e soprattutto con il numero 8, che, per Guarini
indicava l'ottavo giorno, quello dedicato all'infinito.
Tutto l'edificio trova particolare sfogo in altezza, nei
quattro grandi pennacchi, nella cupola e nella
lanterna, che raggiunge un'altezza dal suolo di 50
metri.(Wikipedia)
Curiosità: durante il periodo
dell'equinozio di primavera e di
autunno (per circa 10 giorni), i
raggi del sole entrando nelle
quattro nicchie sopra le cappelle,
illuminando degli affreschi che
sono invisibili per tutto il resto
dell'anno. In senso orario partendo
dalla cappella a sinistra dell'altare
maggiore: Ore 8,30, ore 11,30; ore
14,30; ore 17,30
CAPPELLA DELLA
SINDONE
La Cappella, che ospitò la Sindone dal 1694, venne
commissionata a 
Carlo di Castellamonte dal
duca 
Emanuele Filiberto di Savoia per conservare il
prezioso telo (che la famiglia sabauda costudiva da
alcuni secoli) a Torino. Dopo varie traversie, il
progetto venne affidato al Guarini
SAN FILIPPO
La chiesa di San Filippo Neri è un luogo
di culto cattolico di Torino. Con i suoi 69
m di lunghezza e 37 di larghezza è
l'edificio di culto più grande della città
Fu commissionata dalla
Confederazione dell'oratorio di San
Filippo Neri, per volere del duca Carlo
Emanuele II, nel 1675 all'architetto
Antonio Bettino ma un rovinoso crollo
avvenuto durante l'assedio francese
del 1706, danneggiò l'intero cantiere.
Il progetto venne dunque ripreso e
affidato a Filippo Juvarra che vi
operò tra il 1715 e il 1730, mentre
l'ultimo rimaneggiamento del 1823 ad
opera dell'architetto Giuseppe Maria
Talucchi ha interessato la facciata, di
PIAZZA SAN CARLO
Questa scenografica piazza torinese ha il nomignolo di salotto di Torino. Di forma rettangolare, è
collegata a Piazza Castello attraverso via Roma, la principale strada del centro cittadino.
L'aspetto attuale è risalente al XVII secolo su progetto di Carlo di Castellamonte, ulteriormente
arricchita dall'intervento di Benedetto Alfieri un secolo dopo.
Sul fondo si trovano le due chiese gemelle barocche; quella di Santa Cristina (1639), progettata
dal Castellamonte, e quella di San Carlo, costruita nel 1619 e attribuita a vari architetti tra cui
anche il Castellamonte. La facciata concava della prima, è stata ridisegnata da Filippo Juvarra
nel 1715. (Wikipedia)
VIA PO
Nella seconda metà del Seicento, a seguito anche di periodiche epidemie di peste, si rese
necessario una radicale opera di risanamento della Contrada di Po, considerata malsana e
insalubre.
Frutto del secondo ampliamento urbanistico di Torino, promosso nel 1663 dal duca Carlo
Emanuele II di Savoia e continuato per volere dalla reggente Maria Giovanna Battista di
Savoia, la nuova Contrada di Po fu progettata dall'architetto Amedeo di Castellamonte e
inaugurata nel 1674. (Wikipedia)
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