La Rivoluzione bolscevica
e l’età di Lenin (1917-1924)
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Premessa: la Russia zarista
Nato nel XVI secolo ad opera dello zar Ivan IV il
Terribile, l’impero russo ebbe nella dinastia dei
Romanov e in Pietro il Grande (1689-1725) gli artefici
di una costruzione statale che coniugava
occidentalizzazione e autocrazia.
Da un lato vengono introdotti cultura e tecniche
occidentali e la capitale viene spostata a
S.Pietroburgo; dall’altro, la Russia è totalmente priva
di istituzioni e contropoteri in grado di ostacolare il
dispotismo degli zar.
Ma altre sono le differenze con l’Occidente:
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- struttura sociale (manca una classe di commercianti e
finanzieri);
- mancanza di una netta distinzione tra città e
campagna;
- mancanza di distinzione tra potere politico e potere
religioso;
- mancanza di strutture politiche rappresentative;
- mancanza di libero commercio;
- la figura dello zar è più simile al modello orientale che
a quello occidentale.
In sintesi: la storia della Russia è caratterizzata
dall’assenza di fenomeni che hanno caratterizzato
l’Occidente: cattolicesimo, feudalesimo,
Rinascimento, Riforma, colonialismo, Illuminismo,
nascita dello stato nazionale.
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Le opposizioni allo zarismo
L’autocrazia, l’accentramento, la mancanza di garanzie
costituzionali, il divieto di sciopero e di associazione
politico-sindacale erano ancora presenti a fine
Ottocento quando la Russia iniziava, pur in ritardo, a
sviluppare un’economia capitalistica (aumento degli
addetti all’industria, della rete ferroviaria, intervento
delle banche).

Si determina un contrasto tra una forte trasformazione
economico-sociale da un lato, e dall’altro
l’immobilismo politico dello zar, non disponibile ad
alcuna forma di dialogo e conciliazione tra le parti.
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Erano presenti in Russia, già dalla seconda metà
dell’ottocento,
liberali (proprietari terrieri, costituzional-democratici
che aspirano alla partecipazione al governo)
anarchici (abolizione rivoluzionaria e spontanea di ogni
forma di stato e di partito: M.Bakunin. La forma
estrema di anarchismo prende il nome di nichilismo,
rifiuto delle regole morali imposte dalla società)
populisti (si basano su una concezione idealista e
romantica del popolo contadino, spontaneamente
dotato di senso della collettività e di egualitarismo)
socialdemocratici (i marxisti di G.Plechanov: la
rivoluzione non sarà fatta dai contadini, ma dalla
classe operaia), che nel 1903 si dividono in:
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Bolscevichi: ala di
maggioranza al Congresso
di Bruxelles (ma
minoranza presso la base),
ritengono che la
rivoluzione in Russia possa
saltare la fase borghese e
passare direttamente alla
dittatura del proletariato.
E’ necessario, allo scopo,
un partito di rivoluzionari
“professionisti” che guidi il
proletariato.
Lenin è il leader della
corrente
Menscevichi: ala di
minoranza al
Congresso (ma
maggioranza presso
la base), pensano che
il proletariato russo
sia ancora troppo
debole, e si debba
passare attraverso la
rivoluzione borghese.
Martov è il leader della
corrente
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Il leninismo:
1)Teoria dell’imperialismo,
secondo cui la
mondializzazione del
capitalismo rende
necessaria una rivoluzione
proletaria, tanto più
necessaria laddove i
problemi sono più gravi
(internazionalismo
proletario);
2)Teoria del partito,
avanguardia e coscienza
della classe operaia, in
grado di guidarla con
disciplina ferrea e militare
(centralismo democratico)
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Un primo tentativo di cambiamento:
la rivoluzione del 1905
Durante la guerra russo-giapponese (prima vittoria di
uno stato asiatico su una potenza europea), nel
gennaio 1905 una grande manifestazione a
Pietroburgo per protestare contro le gravissime
condizioni sociali di operai e contadini viene repressa
nel sangue (la Domenica rossa: centinaia di morti e
migliaia di feriti)

scioperi, rivolte (il Potemkin a Odessa, i marinai a
Kronstadt), insurrezioni nazionalistiche, ma
soprattutto 
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costituzione dei primi soviet (assemblee, consigli) dei
delegati operai.
Il soviet è originariamente un’assemblea spontanea
che coordina gli scioperi; successivamente diviene
luogo di discussione politica e vero e proprio organo
rivoluzionario.
A Pietroburgo, i soviet menscevichi organizzano uno
sciopero del pagamento delle tasse; a Mosca una
violenta insurrezione bolscevica ha vita effimera.
Lo Zar fa però un’importante concessione: istituisce la
Duma, un Parlamento dotato di potere legislativo,
anche se gravemente limitato dal potere di veto dello
stesso zar; inoltre, la popolazione è rappresentata
per categorie sociali (nobili, borghesi, contadini,
operai).
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1924
Il 1917: l’anno cruciale
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La rivoluzione di febbraio
La Russia era impreparata a sostenere e continuare la
guerra, voluta dalla borghesia cadetta per fini
economico-imperialistici.
Il 23 febbraio 1917 a Pietrogrado scoppia una
rivoluzione che, diversamente da quella del 1905,
costringe lo zar e la famiglia a scappare: lo zarismo
crolla definitivamente e al suo posto viene instaurato
un governo borghese sostenuto dalla Duma.
Contemporaneamente, in tutta la Russia si tornano a
costituire soviet operai e contadini, che paralizzano il
paese con una serie di scioperi; anche i soldati
fraternizzano con i rivoltosi.
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Si determina così in Russia un dualismo di potere:
Governo borghese della
Duma:
- continuazione della
guerra;
- instaurazione di una
monarchia
costituzionale;
- istituzione di
un’Assemblea
Costituente per la
risoluzione della
questione agraria
I soviet (riunitisi al
Congresso Panrusso in
giugno):
- pace immediata e ritiro
dalla guerra;
- riforma agraria
immediata;
- miglioramento delle
condizioni di lavoro;
- istituzione di una
Guardia Rossa
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Lenin e le Tesi di aprile
Tornato dalla Svizzera dove era esule, Lenin si convinse
che la situazione fosse matura per la rivoluzione
teorizzata da Marx. Egli riassunse la propria
posizione nelle cosiddette Tesi di Aprile:
- tutto il potere ai soviet (a chi ha davvero fatto la
rivoluzione);
- non collaborazione con il governo borghese;
- ritiro dalla guerra;
- nazionalizzazione della terra e redistribuzione ai
soviet contadini;
- creazione della III Internazionale e trasformazione
della guerra in rivoluzione mondiale
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Il dualismo si acuisce quando il capo del governo,
A.Kerenskij, tenta nel giugno 1917 una
controffensiva sul fronte tedesco, che si trasforma in
un disastro;
nel luglio 1917 un moto a Pietrogrado viene represso dal
governo; Lenin è costretto a fuggire in Finlandia;
nel settembre 1917 il generale Kornilov tenta un colpo
di stato militare per restaurare lo zarismo, ma è
bloccato dallo sciopero dei ferrovieri bolscevichi e
dalle Guardie Rosse: il prestigio dei bolscevichi
aumenta, mentre il governo borghese perde
ulteriormente credibilità;
il 10 ottobre Lenin, ritornato clandestinamente, decide
l’azione rivoluzionaria a Pietrogrado:
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La Rivoluzione d’Ottobre
nella notte tra il 24 e il 25 ottobre vengono occupati i
punti chiave della città, compreso il Palazzo
d’Inverno, con l’appoggio dei militari; i bolscevichi
ottengono la resa immediata del governo e viene
istituito un governo, detto Consiglio dei Commissari
del Popolo:
Lenin
Stalin
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Trotskij
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I decreti di novembre
Problemi del governo rivoluzionario: affrontare la
guerra esterna, la probabile guerra civile,
conquistare la fiducia del mondo rurale.

1) cessazione delle ostilità e avviamento delle trattative
di pace con la Germania (trattato di Brest-Litovsk
del marzo 1918: la Russia perde la Polonia, i paesi
baltici, la Finlandia, parte dell’Ucraina), che può
spostare il proprio peso militare sul fronte
occidentale. L’Intesa si sente tradita dalla Russia e
inizia ad appoggiare i controrivoluzionari russi;
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2) soppressione senza indennizzo della proprietà;
3) nazionalizzazione di banche e fabbriche (queste
ultime mediante i soviet);
4) scioglimento d’autorità dell’Assemblea Costituente
(a carattere borghese-democratico);
5) elezione dei delegati dei soviet secondo un sistema
differenziato: i voti degli operai contano il doppio di
quelli dei contadini; impiegati, vecchi proprietari,
preti e funzionari non hanno diritto di voto;
6) redistribuzione delle terre ai soviet di villaggio;
7) annullamento dei debiti contratti con l’estero dal
regime zarista;
8) trasferimento della capitale da Pietrogrado a Mosca
(allontanamento sia dall’Occidente che dal passato
regime)
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1924
9) divieto di pubblicazione dei giornali
controrivoluzionari;
10) istituzione della CEKA, la polizia politica con il
compito di reprimere la controrivoluzione e
assicurare la “dittatura del proletariato”;
11) istituzione dell’Armata Rossa;
12) il partito bolscevico assume il nome di comunista
Con queste iniziative la rivoluzione si compì in linea di
diritto. Diversamente dalle previsioni di Marx, essa
avvenne in un paese rurale, con un proletariato
arretrato ed esiguo e con una leadership impreparata
ad affrontare la necessaria fase della
modernizzazione.
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La guerra civile e il comunismo di guerra
1918-1920
Mentre le potenze occidentali, spaventate dal pericolo di
un’esportazione della rivoluzione, mettono in atto un
embargo economico e sbarcano sulle coste del Mar
Nero e del Baltico, i controrivoluzionari russi (nobili,
borghesi, democratici, kulaki) organizzano un
esercito di 150.000 uomini, l’Armata Bianca.
L’Armata Rossa, comandata e organizzata da Trotskij,
forte di 5 mln di uomini e sostenuta da una
propaganda che faceva leva sulla paura della
restaurazione della proprietà terriera, in due anni
sconfisse la controrivoluzione e riconquistò i territori
perduti durante la guerra
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I due anni di guerra civile costarono un prezzo atroce:
7 mln di morti, fame, miseria causate dalle
devastazioni.
Il potere sovietico assunse un carattere repressivo e
autoritario, per difendersi dalle aggressioni straniere
e dai tradimenti interni.
Fu attuato il cosiddetto comunismo di guerra: per
reagire al tracollo economico causato da embargo e
guerra, si dovette ricorrere a misure straordinarie:
- requisizioni forzate e razionamento delle derrate
alimentari;
- centralizzazione totale di ogni attività produttiva;
- aumento forzato della produttività;
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- obbligo per i contadini di versare tutti i prodotti allo
stato, che li avrebbe redistribuiti;
- divieto della libera vendita;
- perdita di autonomia dei soviet di fabbrica, che
diventano semplici esecutori del potere centrale.
Tutto ciò generò malcontento, rivolte, dimostrazioni e
proteste contro le requisizioni (rivolta dei marinai a
Kronstadt, marzo 1921); Trotskij intervenne con il
pugno di ferro.
Il comunismo di guerra salvò la rivoluzione, ma gettò la
Russia in una situazione di profonda crisi politica ed
economica, che si tentò di risolvere con un nuovo
indirizzo economico deciso nel marzo 1921:
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La N.E.P. (nuova politica economica)
Per risollevare le sorti
Lenin ridusse la
dell’economia e favorire
tassazione, i contadini
la ripresa degli scambi,
poterono vendere le
Lenin reintrodusse in
eccedenze sul libero
parte l’economia di
mercato (e furono
mercato: occorrerà
incentivati a migliorare
ammettere il commercio
ed aumentare la
privato e autorizzare i
produzione), gli
padroni privati ad aprire
delle piccole aziende, ma
industriali poterono
ciò non deve farci paura.
amministrarsi secondo
E’ necessaria una ritirata
la logica del profitto.
temporanea verso
retrovie sicure.
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Negli intenti di Lenin, la NEP doveva essere un
provvedimento solo temporaneo: effettivamente, nel
1922 l’agricoltura era già in ripresa e nel 1926
l’economia era ritornata ai livelli del 1913; anche gli
scambi città-campagna tornarono alla normalità.
La NEP ebbe anche conseguenze negative:
disoccupazione in città, potere dei kulaki nelle
campagne (rapporti di dipendenza e sfruttamento).
La NEP fu brutalmente interrotta dalla politica
economica di Stalin, salito al potere (contro la
volontà di Lenin) dopo la morte di Lenin, avvenuta
nel 1924
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L’URSS e l’Internazionale comunista
Nel frattempo, il nuovo stato ha assunto la
denominazione di Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche: è uno stato federale in cui le
diverse nazionalità confluiscono in maniera
(teoricamente) paritetica e libera.
Ogni Repubblica delibera mediante i soviet locali; ogni
soviet elegge i propri rappresentanti al Congresso dei
soviet dell’Unione; il potere è però in mano al
Presidium del Soviet Supremo, ulteriormente
ristretto nel Politburo
Il PCUS è l’unica guida del paese: ogni forma di
deviazionismo o eterodossia viene duramente
perseguita
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Fin dal 1919 era stata istituita la Terza Internazionale
(dopo la Prima, 1864-1876 e la Seconda, 1889-1914),
organizzazione con sede a Mosca il cui obiettivo era
quello di promuovere la Rivoluzione mondiale e
costituire la Repubblica Internazionale dei Soviet.
I partiti che volevano aderire al Comintern dovevano
accettare i ventuno punti proposti da Lenin, tra cui:
1) difesa della Russia sovietica
2) rottura con la politica riformista delle
socialdemocrazie;
3) rispetto delle direttive del Comintern
Presidente del comitato esecutivo del Comintern fu
Zinov’ev
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In particolare, il secondo punto determinò la nascita dei
partiti comunisti occidentali: in Ungheria, Polonia e
Germania già dal 1918, in Francia nel 1920, in Italia
nel 1921, in Cina, Messico, USA.
L’Internazionalismo sovietico non fu solo operaio: la
novità teorica rispetto al marxismo stava nel fatto che
il soggetto della rivoluzione non era più solo il
proletariato, ma tutti i popoli oppressi. Ciò spiega
perché i paesi comunisti si definivano repubbliche
popolari (ad es. la Cina): il potere era nelle mani di
tutto il popolo, alleato della classe operaia mondiale.
La Terza Internazionale fu sciolta nel 1943, quando la
politica estera sovietica volle lanciare un segnale di
riconciliazione con l’occidente, accantonando il
progetto della rivoluzione mondiale.
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