Tu sei Bellezza
Leggiamo insieme un’Icona
L’estetica bizantina ha forgiato sapientemente nel tempo un linguaggio
figurativo che trasforma l’aspetto esteriore della realtà per meglio suggerire
l’attesa della fede cristiana nella resurrezione e trasfigurazione in Cristo di
tutto il creato. Abbandonando l’immagine naturalistica, il pittore del sacro
ricorre ad una stilizzazione dell’immagine che, pur restando figurativa e
verosimile storicamente, assume però un carattere misterioso. Essa,
grazie all’efficacia dell’analogia simbolica convince il fedele della sacralità
della rappresentazione, del suo carattere trascendente ed eterno.
La stilizzazione permette inoltre all’immagine di superare una espressività
troppo personale, casuale, esteriore, psichica, soggettiva a vantaggio di
una maggiore universalità e unitarietà, dove il particolare si mette
all’unisono con l’insieme, come in un coro.
La stilizzazione non è solo un elemento culturale che nell’icona ne
suggerisce l’epoca, la scuola, la provenienza. Nell’arte sacra essa è
inseparabile dal contenuto e mai fine a se stessa.
Grazie ad una sottile “sapienza del segno”, ad una misteriosa efficacia
simbolica che è impressa anche nel gesto pittorico, essa collabora a dar
vita al contenuto dell’immagine sacra che spesso è così indicibile da non
avere altre risorse espressive.
Questa Icona di Cristo
Pantocratore si trova nel
Monastero
di Santa Caterina sul Monte
Sinai.
Nel 1961, durante il restauro di
una di queste icone, dipinta nel
XIII secolo e raffigurante un Cristo
Pantocratore, si è scoperta
un’immagine sottostante risalente
alla metà del VI secolo: la più
antica icona conosciuta
raffigurante il Salvatore.
Gesù è rappresentato
giovane,
come negli anni della sua
predicazione.
Con una mano benedice,
mentre con l’altra regge un
libro.
Nel gesto della
benedizione
attraverso la posizione
delle dita, oltre al suo
significato apparente
vuol significare: la
Trinità,con le tre dita
chiuse e la natura
divina ed umana di
Cristo con le altre due
dita aperte.
Gesù in questa icona ci Benedice,
benedice la nostra vita, la nostra
quotidianità, ricordandoci che è
sempre con noi.
Io ho posto le mie parole
sulla tua bocca, ti ho
nascosto sotto l`ombra
della mia mano, quando ho
disteso i cieli e fondato la
terra, e ho detto a Sion:
"Tu sei mio popolo".
Isaia 51,16
Il libro è tenuto ben saldamente ed
ha una copertina ricca di ornamenti
preziosi
Beato l'uomo che ha trovato
la sapienza e il mortale che
ha acquistato la prudenza,
perché il suo possesso è
preferibile a quello
dell'argento e il suo provento
a quello dell'oro.
Essa è più preziosa delle
perle e neppure l'oggetto più
caro la uguaglia.
Proverbi 3,13-15
Il libro è chiuso in attesa del giorno
del giudizio finale ed è la figura della
nuova legge donata agli uomini e
rimanda al libro (aperto) della vita
dell’Apocalisse.
«Tu sei degno di prendere il
libro e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato e
hai riscattato per Dio con il
tuo sangue uomini di ogni
tribù, lingua, popolo e
nazione»
(Apocalisse 5,9)
Il chitone, che ora si confonde col blu del
manto, doveva essere rosso a simboleggiare la
natura divina.
La fascia dorata (stichos o clavus) esprime la
divina regalità di Cristo, che si è rivestito
dell’umana natura simboleggiata dal verde blu
del manto.
La fascia è ripresa dall’Apocalisse
(1,13):
“Vidi uno simile a figlio di
uomo, con un abito lungo
fino ai piedi e cinto al petto
con una fascia d’oro”
Alle sue spalle le mura di Gerusalemme…
“Vidi anche la città santa, la nuova
Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio,
pronta come una sposa adorna per il suo
sposo.“
(Apocalisse 21,2 )
Il nimbo (il cerchio in oro che
circonda il volto di Cristo) è il
simbolo di una luce divina
soprannaturale, rivelata dal
Salvatore ai discepoli sul
monte Tabor:
“E si trasfigurò davanti a
loro; il suo volto divenne
brillante come il sole, e
le sue vesti bianche
come la luce”.
L’icona restituisce a livello
figurativo ciò che la Chiesa
difendeva teologicamente,
lottando contro l’eresia
monofisita: un’unità senza
fusione delle due nature,
umana e divina, che viene
sottolineata dall’asimmetria
del volto, dagli occhi, alle
guance fino ai baffi. Perfino
dal punto di vista pittorico il
tratto è profondamente
diverso nelle due metà.
Il lato destro della sua
faccia è eternamente
sereno, imperturbabile e
potente, ricco di
misericordia;
La parte di sinistra mostra
l'uomo dei dispiaceri, un
uomo che condivide la
sofferenza del genere
umano.
Ma la faccia è una singola
persona, Gesù Cristo.
Il lato destro
trasmette la Pace
divina;
l’intensità dello
sguardo di un Dio
che non ci
abbandona mai…
Il lato sinistro
non nasconde
l’umana
sofferenza della
vita data per i
suoi.
«la gloria
di Dio
risplende
sul Suo
volto».
Cfr. 2 Corinzi 4,6
Lo sguardo è solenne rivolto all’infinito,
gli occhi sono spalancati oltre i confini del
tempo e dello spazio.
“La lucerna del tuo corpo è il tuo occhio; se il
tuo occhio è chiaro,
tutto il tuo corpo sarà nella luce” (Mt 6,22).
Una descrizione bizantina di questa Icona dice:
"i suoi occhi sono allegri e dannno il benvenuto
a coloro che non sono rimproverati dalla
propria coscienza, ma per coloro che sono
condannati dal loro proprio giudizio diventano
adirati ed ostili."
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