Su invito di Giovanni Paolo II, concediamoci
un po’ di tempo per ascoltare quello che il
Signore chiede al nostro cuore e, per questo, ci
lasciamo accompagnare da Laura Carmen
Vicuña.
« La santità
non è
questione
di età! »
Laura Carmen Vicuña
nasce a Santiago (Cile) il 5 aprile 1891
da genitori cileni,
José Domingo Vicuña
e Mercedes Pino.
Il padre muore assassinato
nella guerra civile perché era
un nobile e la mamma è
costretta a fuggire con le due
figlie, Laura e la sorella più
piccola Giulia Amanda.
Profuga, Mercedes, si
rifugia, in Argentina,
ma è ricercata.
Dopo molti disagi trova
una sistemazione
presso la grande
fattoria di Manuel
Mora.
Il 17 febbraio 1900, Mercedes porta le figlie
a Junín de los Andes dove vengono accolte
nel Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
In questo clima di famiglia, Laura e
Amandina si sentono subito a loro agio.
«Per amore non
posso essere
indifferente.»
Laura, al Collegio di Junín:
Si preoccupa per le bambine più
povere del Collegio.
Sa dare una mano alle bambine più
piccole, le aiuta a pettinarsi a
sistemare la camera, spiega le
lezioni più difficili.
Chiede molto di sua madre e vuole
vederla felice, le obbedisce e l’aiuta
perchè sia più forte.
«Per me pregare o lavorare
è la medesima cosa; è lo stesso
pregare, giocare o dormire. Facendo
ciò che è richiesto, faccio quello che
Dio vuole: questo è ciò che voglio;
questa è la migliore orazione.»
La vita di Laura,
si svolge nell’ordinarietà
della giornata: si relaziona con tutte le
compagne in modo premuroso e sollecito nel
bene di chiunque incontra sul suo cammino,
ha un temperamento affabile, un tratto
delicato che attira la stima e
l’apprezzamento di tutti; in tutti cerca di
cogliere la presenza di Gesù.
Si racconta, in una delle sue biografie, che ad una
compagna che le domanda quale sia tra le virtù quella
che le è la più cara e apprezzata, lei risponde:
«Tutte ma quelle che più mi piacciono
sono l'umiltà, l'obbedienza, la carità e
la purezza».
Per Laura l'obbedienza è la stessa voce
di Dio che si manifesta anche negli
orari o nei regolamenti del collegio.
«Mi sembra che Dio mi sia sempre
vicino. In qualsiasi parte mi trovi,
sia in classe, sia nel cortile,
questo ricordo mi accompagna, mi
conforta e mi aiuta a fare tutto
nel migliore dei modi e non mi è
occasione di distrazione.»
L'esperienza di un Dio personale Laura la
manifesta nella preghiera, come dialogo
pieno di affetto e di amicizia con Gesù,
quello stesso Gesù a cui faceva frequenti
visite. Dona a Dio il suo cuore, tutto il suo
essere; si sente sempre immersa in Lui.
Quando Laura e Amandina vanno a
casa per le vacanze, si rendono
subito conto che la madre vive in
maniera irregolare con il
proprietario della fattoria in cui
lavora, Manuel Mora, uomo violento,
senza scrupoli e volgare,
Laura moltiplica preghiere e
sacrifici, ma vedendo che niente
cambia offre la sua vita al Signore
per la salvezza della mamma.
All'età di 10 anni
Laura fa la Prima Comunione.
La sua gioia in questo giorno è grande,
ma è anche unita
alla forte delusione
di non vedere la mamma
inginocchiata vicino a lei
per fare la Comunione.
Alla sera annota sul suo quadernetto
alcuni propositi:
- Primo: Essere sempre amica di Gesú.
- Secondo: Vivere come piace a Gesú
e farlo amare molto dagli altri.
- Terzo: Fare tutto il possibile perché Gesú sia
conosciuto e amato da tutti, specialmente da mia
madre, che è sempre tanto triste.
Nel gennaio 1902, Laura va a passare le vacanze
dalla mamma nella fattoria, ma Manuel è attirato
da lei ed inizia ad infastidirla, ricevendo però il
suo rifiuto.
Arrabbiato se la prende con la madre e si rifiuta
di darle i soldi per pagare il Collegio.
Mercedes chiama allora la
direttrice che le dice di non
preoccuparsi e far tornare lo
stesso Laura a scuola.
Essa è però fortemente
segnata dall’esperienza estiva.
L’8 dicembre dello stesso
anno, dopo un’adeguata
preparazione, Laura
entra nel gruppo delle
“Figlie di Maria”, insieme
alla sua amica
Merceditas, riceve la
medaglia di Maria
Ausiliatrice appesa ad un
nastro azzurro e il
manuale delle Figlie di
Maria, che diventa la sua
regola di vita.
Gesù Eucaristia e il suo amore a Maria
furono le due colonne fondanti il suo
stile di santità.
L‘amicizia che Laura
mantiene con Gesù è la
forza che potenzia in lei la
sua interiorità e le
permette di essere forte,
serena e decisa nelle sue
scelte eroiche.
La donazione che ella fa della
sua vita, non avviene a caso. Non
la muovono a prendere questa
decisione motivazioni superficiali
o sentimentali. L'offerta della
propria vita a Dio in cambio della
salvezza spirituale della madre
è, in Laura, una conseguenza di
un breve, ma intenso cammino di
amore e di comunione con Dio.
Durante il successivo anno scolastico, la salute di
Laura, consumata dai sacrifici e dalla malattia,
continua a declinare, tanto che la madre va a
riprenderla per portarla a casa con sé.
Il 16 gennaio 1904 Laura
si mette a letto
definitivamente.
Nell'ultima notte Laura
confida a Mercedes:
«Mamma, io muoio! L'ho
chiesto a Gesù da tempo,
offrendogli la mia vita per
te, per ottenere il tuo
ritorno a Dio...
Mamma, prima della
morte non avrò la gioia di
vederti felice?»
Laura muore a
Junín de los Andes
(Argentina)
il 22 gennaio 1904
…e la
mamma
mantiene
la parola!
Il 3 settembre 1988,
alla presenza di
migliaia di giovani,
Giovanni Paolo II
beatifica Laura e la propone
ai giovani come esempio
di un AMORE
che dona anche la vita.
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La santità non è una questione di età: Laura Vicuna