L’ASTRATTISMO
L'Astrattismo nasce quando nei quadri non vi è più alcun riferimento alla realtà.
Il concetto di "astrazione" è molto generale: esprime un procedimento mediante il quale l’intelletto
umano descrive la realtà solo in alcune sue caratteristiche.
Nel campo delle immagini, i segni, intesi come simboli che rimandano a cose o idee, sono già un modo
astratto di rappresentare la realtà.
I primi accenni dell'astrattismo si trovano nelle opere di alcuni Postimpressionisti come Cézanne e
Bonnard.
In seguito al Cubismo e all'Espressionismo, nel 1909 e nel 1910, Francis Picabia e Vassily Kandinsky
cominciano a produrre opere astratte che ebbero un notevole successo.
In Germania l'astrattismo si afferma con il gruppo Der Blaue Reiter, in Russia con Kasimir Malevitch.
Nel 1914 a Parigi venne organizzata la prima esposizione avanguardista.
L'affermazione dell'arte astratta non è altro che la logica tappa del processo evolutivo della filosofia
pittorica moderna.
Dopo la ribellione nei confronti dell'arte accademica, maturata nelle correnti artistiche dell'Ottocento,
evolutesi poi nella riduzione dell'oggetto all'essenzialità geometrica di Cézanne, nella concezione
Espressionista del quadro, favorendo l'aspetto emozionale a quello estetico, nell'eliminazione della
visione prospettica del Cubismo e nella possibilità di un linguaggio di puri colori suggerita dai Fauves,
cosa era rimasto da dipingere?
Eliminato il soggetto e la sua rappresentazione figurativa riconoscibile, l’astrattismo vuole creare un
linguaggio artistico rivoluzionario capace di migliorare la condizione umana.
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